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USS Ommaney Bay (CVE-79)

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La USS Ommaney Bay (CVE-79) era una portaerei di
USS Ommaney Bay (CVE-79)
scorta della classe Casablanca.

Formalmente chiamata MC hull 1116, fu impostata il 6


ottobre 1943 nei cantieri della Kaiser Shipyards e varata
il 29 dicembre da P. K. Robottom. Acquistata dalla
United States Navy l'11 febbraio 1944, entrò in servizio
lo stesso giorno sotto il comando del capitano Howard L.
Young. Prese il nome dalla omonima baia in Alaska.
Descrizione generale

Indice
Tipo Portaerei di scorta
Storia
Classe Classe Casablanca
L'affondamento
Proprietà U.S. Navy
Onorificenze
Identificazione CVE-79
Bibliografia
Costruttori Kaiser Shipyards,
Altri progetti Vancouver, Washington
Impostazione 6 ottobre 1943

Storia Varo 29 dicembre 1943


Entrata in 11 febbraio 1944
Dopo il varo nel porto di Astoria, in Oregon, la
servizio
Ommaney Beach condusse i primi test nello Stretto di
Destino finale Danneggiata
Puget. Il 19 marzo 1944 la portaerei salpò da Oakland, in
irreparabilmente da un
California, con a bordo alcuni passeggeri ed un carico di
attacco kamikaze, fu
rifornimenti e di aerei destinati a Brisbane, in Australia.
affondata dalla Burns il
Il 27 aprile, completata la sua missione, la Ommaney Bay
4 gennaio 1945
tornò a San Diego, in California, dove condusse dieci
giorni di intensi test, comprensivi di prove di Caratteristiche generali
appontaggio. Dopo essere stata sottoposta ad alcune Dislocamento 7.800
modifiche ed a piccole riparazioni, il 10 giugno partì per Lunghezza 156,1 m
la base navale di Pearl Harbor. Nel periodo di stanza alle
Larghezza 32,94 m
Hawaii, a bordo della Ommaney Beach si svolsero
sezioni di addestramento per i piloti locali, a cui fu Propulsione 2 motori a vapore
insegnato come operare dalle portaerei di scorta, in gergo 4 caldaie da 19,65 bar
chiamate baby flattops, più piccole delle normali 9.000 shp (6.700 kW)
portaerei. Il 12 agosto partì per Tulagi, dove partecipò 4 eliche
alle esercitazioni in preparazione dell'invasione di Palau. Velocità 19,3 nodi (35,7 km/h)
Dall'11 settembre all'inizio di ottobre la Ommaney Bay
fornì copertura aerea alla flotta e supporto ravvicinato Autonomia 10.240 mn a 15 nodi
alle truppe impegnate nella Battaglia di Peleliu ed in (18.960 km a 28 km/h)
quella di Angaur. Dopo aver fatto rifornimento di Equipaggio 860 ufficiali e marinai
combustibile e munizioni nella base di Manus, la 50-56 piloti e personale
Ommaney Bay si unì alla Task Force 2, che sotto al di volo
comando del retroammiraglio Felix Stump avrebbe Totale 910-916
partecipato alla battaglia di Leyte. Il 25 ottobre, al
Armamento
preludio della battaglia al largo di Samar, la Ommaney
Bay e le altre portaerei di scorta lanciarono una serie di Armamento 1 cannone da 5" (130
attacchi aerei, nel tentativo di causare più danni possibili mm)/38
alla flotta nemica in avvicinamento. Durante la battaglia, 16 cannoni contraerei
la Ommaney Bay contribuì all'affondamento di un Bofors 40 mm in 8
incrociatore giapponese e a danneggiare numerose altre torrette
navi nemiche. Quel giorno dalla Ommaney Bay partirono 20 cannoni contraerei
sei attacchi aerei, che contribuirono a trasformare una Oerlikon da 20 mm
sconfitta annunciata in una vittoria. La portaerei passò i
mesi di novembre e dicembre nella base di Kossol Mezzi aerei 28 aerei
Passage, dove fece rifornimento e rimase disponibile per voci di portaerei presenti su Wikipedia
eventuali azioni. Dal 12 al 17 dicembre operò nel Mar di
Bohol e nel Mare di Sulu in supporto alle operazioni su
Mindoro. Gli attacchi aerei nemici raggiunsero la massima intensità il 15 dicembre, giorno in cui la
Ommaney Bay riuscì ad abbattere un bombardiere in picchiata che aveva tentato un attacco da babordo. Il
19 dicembre tornò a Kossol Passage, dove iniziò i preparativi per l'invasione del Golfo di Lingayen.

L'affondamento
La Ommaney Bay salpò il 1º gennaio 1945, transitando dallo
Stretto di Surigao due giorni dopo. Il pomeriggio del 4 gennaio,
mentre era in navigazione nel Mare di Sulu, un bimotore
kamikaze riuscì ad eludere i radar, e non avvistato puntò diretto
alla portaerei. L'aereo sfiorò la torre di comando e andò a
schiantarsi contro il lato di dritta della Ommaney Bay. Il bimotore
portava anche alcune bombe, una di queste nell'impatto penetrò il
ponte di volo ed esplose nell'hangar del terzo livello, in quel
La Ommaney Bay sotto l'attacco dei momento affollato di aerei coi serbatoi pieni, causando una serie
kamikaze, 4 gennaio 1945
di esplosioni. La seconda bomba passò attraverso il ponte
dell'hangar, ruppe le condotte dell'acqua del secondo ponte ed
esplose vicino al lato di dritta. La pressione dell'acqua nelle condutture precipitò all'istante, la nave
inoltre rimase senza corrente e le comunicazioni tra i vari ponti erano interrotte. Gli uomini furono
costretti ad abbandonare il ponte dell'hangar, ormai in preda ad un terrificante incendio, a causa del fitto
fumo e delle continue esplosioni delle munizioni da .50 degli aerei. Le navi di scorta non poterono
intervenire immediatamente, a causa dell'intenso calore e delle continue esplosioni. Alle 17:50 le
condizioni nella zona dell'opera morta erano insostenibili, e le testate dei siluri immagazzinate
rischiavano di esplodere da un momento all'altro. Fu dato l'ordine di abbandonare la nave. Alle 19:45 la
Ommaney Bay, ormai perduta, fu affondata da un siluro lanciato dal cacciatorpediniere Burns.
Nell'affondamento persero la vita 95 uomini, compresi due membri dell'equipaggio di un
cacciatorpediniere accorso in aiuto, che rimasero uccisi dall'esplosione delle testate dei siluri della
Ommaney Bay.

Onorificenze
La Ommaney Bay ricevette due Battle star per il servizio reso nella seconda guerra mondiale.

Bibliografia
Dictionary of American Naval Fighting Ships

Altri progetti
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ry:USS_Ommaney_Bay_(CVE-79)?uselang=it)

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