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Canzone Seconda
Quanto s’ingannan mai gli Huomini ignari
De l’Hermetica Scola,
Che al suon de la parola
Applican sol con sentimenti avari :
Quindi a i Nomi volgari
D’Argento vivo e Oro,
S’accingono al lavoro,
E con l’oro commun a foco lento
Credon fermare il fuggitivo argento.
II
Mà, se a gli occulti sensi apron la mente,
Ben vedon manifesto,
Che manca, e a quello, e a questo
Quel foco universal, ch’è spirto agente.
Spirto che in violente
Fiamme d’ampia Fornace
Abbandona fugace
Ogni Mettal, che senza vivo moto
Fuor dalla sua miniera è corpo immoto.
III
Altro Mercurio, altr’oro Hermete addita,
Mercurio humido, e caldo
Al foco ogni or più saldo
Oro, che è tutto foco e tutto Vita
Differenza infinita
Non fia, c’hor manifesti
Di quei del volgo questi ?
Quei corpi morti son di spirto privi,
Questi spirti corporei, e sempre vivi
IV
O gran Mercurio nostro, in te s’aduna
Argento, e oro estratto
Dalla potenza in atto,
Mercurio tutto Sol, Sol tutto Luna,
Trina sostanza in una,
Una, che in tre si spande.
O meraviglia grande ?
Mercurio, Solfo, e Sal voi m’apprendete,
Che in tre sostanze voi sol una siete.
V
Ma dov’è mai questo Mercurio aurato,
Che sciolto in solfo, e sale,
Humido radicale
Dei Mettalli divien seme animato ?
Ah, ch’egli è imprigionato
In carcere sì dura,
Che perfin la Natura
Ritrar nol può de la Prigione alpestra
Se non apre le vie l’Arte Maestra.
VI
L’Arte dunque che fa ? Ministra accorta
Di natura operosa
Con fiamma vaporosa
Purga il sentiero, e a la prigion ne porta,
Che non con altra Scorta,
Non con mezzo migliore
D’un continuo calore
Si soccorre a Natura ; ond’Ella poi
Scioglie al Nostro Mercurio i ceppi suoi.
VII
Si, sì questo Mercurio Animi indotti,
Sol cercar voi dovete
Che in lui solo potete
Trovar ciò che desian gli Ingegni dotti.
In lui già son ridotti
In prossima potenza
E Luna e Sol ; che senza
Oro, e argento del volgo uniti insieme,
Son de l’argento, e l’oro il vero seme.
VIII
Pur ogni seme inutile si vede
Se incorrotto, e integro
Non marcisce, e vien negro
Al generar la corruttion precede.
Tal natura provede
Ne l’opre sue vivaci,
E noi di lei seguaci,
Se non produrre aborti alfin vogliamo,
Pria negreggiar, che biancheggiar dobbiamo.
IV
Con tal foco lavora Arte seguace
D’infallibil Natura,
Ch’ove questa mancò, quella supplisce :
Incomincia Natura, Arte finisce,
Che sol l’Arte depura
Ciò che a purgar Natura era incapace.
L’arte è sempre sagace,
Semplice è la Natura, onde, se scaltra
Non spiana Una le vie, s’arresta l’Altra.
V
Dunque a che prò tante sostanze, e tante
In ritorte, in lambicchi,
S’unica è la materia, unico il Foco ?
Unica è la materia, e in ogni loco,
L’hanno i poveri e i ricchi,
A tutti sconosciuta, e a tutti innante.
Abietta al volgo errante,
Che per fango a vil prezzo ogni hor la vende,
Pretiosa al filosofo, che intende.
VI
Questa Materia sol tanto avvilita
Cerchin gli ingegni accorti,
Che in lei quanto desian, tanto s’aduna ;
In lei chiudonsi uniti, e Sole, e Luna,
Non volgari, non morti,
In lei chiudesi il foco, onde han la Vita.
Ella dà l’acqua ignita,
Ella la terra fissa, ella dà tutto
Che infin bisogna a un intelletto istrutto.
VII
Ma voi senza osservar, che un sol Composto
Al Filosofo basta,
Più ne prendete in man, Chimici ignari,
Ei cuoce in un sol vaso ai Rai Solari
Un vapor, che s’impasta,
Voi mille paste al foco havete esposto.
Così mentre ha composto
Dal nulla il tutto Iddio, voi finalmente
Tornate il tutto al primitivo niente
VIII
Non molli gomme, od escrementi duri ;
Non sangue, o sperma umano,
Non uve accerbe, o Quintessenze Erbali,
Non acque acute o corrosivi Sali,
Non vitriol Romano,
Arridi Talchi, od Antimonii impuri :
Non Solfi, non Mercuri ;
Non metalli del volgo, al fin adopra
Un artefice esperto a la Grand’Opra.
IX
Tanti misti a che prò ? , l’alta scienza
Solo in una radice
Tutto restringe il Magisterio nostro.
Questa, che già qual sia chiaro v’ho mostro
Forse più che non lice,
Due sostanze contien, c’hanno un essenza,
Sostanze che in potenza
Sono argento, e son oro, e in atto poi
Vengono, se i lor pesi uguagliam noi.
X
Sì, che in atto si fanno argento et oro ;
Anzi uguagliate in peso
La volante si fissa in solfo aurato.
Oh Solfo luminoso, Oro animato
In te dal Sole acceso
L’operosa Virtù ristretta adoro.
Solfo tutto tesoro,
Fondamento de l’Arte, in cui Natura
Decoce l’Or, e in Elissir matura.