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secondo Schopenhauer, non è possibile sapere come le cose siano in sé stesse, ma è possibile soltanto
capire come esse si presentano agli uomini secondo la loro esperienza sensibile (Kant). Il mondo esiste
solamente nel rapporto tra soggetto ed oggetto, che rende caratteristica la rappresentazione del soggetto.
Per Schopenhauer nessuna delle 2 parti prevale sull’altra, perché la conoscenza è rappresentata come un
sinolo di esse. Schopenhauer è sostenitore come Kant che l’unica realtà a noi accessibile è quella
fenomenica, comprensibile attraverso le forme a priori di tempo e spazio. Le forme a priori di tempo e
spazio sono per Schopenhauer i fondamenti per il principio di individuazione.
Il principio di casualità:
Schopenhauer riassume le categorie kantiane nell’unica categoria di causa. Secondo il filosofo, una volta
acquisiti gli stimoli dal mondo fenomenico, essi vengono processati mediante il “principio di ragion
sufficiente o casualità”. Tale principio si compone di 4 configurazioni diverse a seconda dell’ambito in cui
opera: