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Santa Cecilia
Pappano
Inaugurazione della Antonio Pappano direttore Lukasz Golinski (Re Ruggero II)
Stagione Sinfonica 2017/2018 Orchestra, Coro e Voci Bianche Lauren Fagan (Roxana)
Giovedì 5 ottobre ore 19.30 dell’Accademia Nazionale di Edgaras Montvidas (Il pastore)
Sabato 7 ottobre ore 18 Santa Cecilia Marco Spotti (Arcivescovo)
Lunedì 9 ottobre ore 20.30 regia in presa diretta e Helena Rasker(Badessa)
Szymanowski proiezioni video masbedo 5/7/9 ottobre
Kurt Azesberger (Edrisi)
Karol Szymanowski
RE RUGGERO
in collaborazione con
Auditorium
Parco della Musica Roma
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Orchestra, Coro e Voci bianche
DESIGN : VENTI CARATTERUZZI
IN COLLABORAZIONE CON
NELL’ALBUM 30 autori
Callas Live Gli accordi, la melodia accompagnata
Le grandi scene esistono solo in Occidente. Lo spiega il
Ascolta il restauro sonoro Warner sociologo Max Weber nel saggio sulla
Codice per scaricare l’album musica tradotto in italiano per il Saggiatore
codice di accesso
quei racconti intrisi di musica srotolati ai seppellirono le chitarre per
nipoti lì per lì. E ora Archinto li pubblica
imboccare tromba, corno
44 classic voice album inglese e ottavino
CLASSICVOICE.COM C’è differenza tra le incisioni della Callas
Il quotidiano on line dedicato alla grande musica con
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Minnie Svetla Vassileva / Tiziana Caruso • Jack Rance Roberto Frontali / Elia Fabbian • Dick Johnson Marco Berti / Enrique Ferrer
Nick Tatsuya Takahashi • Sonora Sergio Vitale / Giovanni Guagliardo
maestro concertatore e direttore Donato Renzetti • Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari • maestro del coro Donato Sivo
regia, scene, costumi e proiezioni Ivan Stefanutti • video e luci Michael Baumgarten
realizzazione costumi Atelier Nicolao, Venezia
nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari in coproduzione con New York City Opera, Teatro del Giglio di Lucca e Opera Carolina di Charlotte
Progetto “Rifunzionalizzazione del Parco della Musica e del Teatro Lirico di Cagliari - Internazionalizzazione e innovazione delle produzioni anche per la va-
lorizzazione turistico-culturale degli attrattori territoriali”. Finanziato dal Piano d’Azione Coesione “Progetti strategici di rilevanza regionale” che valorizzano
le priorità del POR FESR nell’ambito della Programmazione Unitaria 2014-2020.
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spectator in scena
RARITÀ SOCIETÀ CONTEMPORANEA DIRETTE VIAGGI
pagina 10 pagina 13 pagina 15 pagina 16 pagina 18
De Ana a Parma con Il “Quartetto” suona Eredità Stockhausen. Tamerlano su Radio3 A Berlino riapre l’Opera
la rara “Jérusalem” nelle dimore storiche Da Guarnieri a Nieder Bergman lirico via sat col Faust di Schumann
RIBALTA
Il podio è vuoto
La Filarmonica della Scala ospita Spira Mirabilis, la super orchestra senza direttore.
A Jesi l’opera “Il colore del sole” di Gregoretti tratta da un racconto di Camilleri
Q uello che si sentirà alla Scala il 18
settembre ha una sua valenza stori-
ca, piccola o grande che sia. Nel tempio
l’orchestra Spira Mirabilis, la compagine
che raccoglie i migliori giovani musicisti
e le prime parti delle più importanti real-
Wander, che dal 29 settembre al 21 di-
cembre offre, a Milano tra l’Arsenale e
l’auditorium Lattuada, un pellegrinag-
dei grandi “Maestri” fa il suo ingresso tà musicali di tutta Europa, ospite della gio attraverso quel nuovo repertorio
un’orchestra senza direttore. Il podio è stagione della Filarmonica della Scala. musicale già familiare ai palcoscenici
vuoto. Gli esperti di cronologia scaligera La cosa scioccherà quella parte di pub- internazionali ma ancora poco eseguito
ci diranno se è la prima volta o no sul blico che si siede in poltrona per trova- in Italia. Altri, come i veronesi Virtuosi
palcoscenico del Piermarini per un pez- re conferma dell’autoritario prestigio di italiani, ospitano per la prima volta un
zo da novanta del repertorio sinfonico questo o quel chief conductor, neanche dialogo tra il passato e il presente della
come la Terza di Beethoven. Protagoni- fossero vecchi generali. Qui, al contrario, Nuova Musica, con tre appuntamenti
sta di questa prova - davvero eroica - è proprio in virtù di quell’assenza per certi (13-15 settembre, al Teatro Ristori, com-
versi clamorosa, si profetiz- prensivi il 15 di un dibattito pubblico) e
zano letture che rasentano la la complicità organizzativa del compo-
perfezione. E infatti l’ascolto sitore Alessandro Solbiati.
sarà concentratissimo: solo L’altro evento che vogliamo segnala-
un’Eroica, provata e riprovata re accade a Jesi l’8 settembre, dove un
dal collettivo che vive in una libro di Camilleri, Il colore del sole, di-
sorta di comune, magari do- venta un’opera per la musica di Lucio
pocena e a colazione. Gli en- Gregoretti, regia di Cristian Taborelli e
ph Giancarlo Pradelli
7
gli europei con più di 16 anni è andato bert, Schumann... ma soprattutto Richard
almeno una volta al cinema, il 42,6% ha Strauss (Till Eulenspiegels lustige Strei-
che, Don Juan e brani da Salome, Der Ro-
vistato un sito culturale, il 42% ha visto senkavalier e Daphne) del quale diresse
una performance live. Fanalini di coda quattro Paesi con meno della metà di diverse prime mondiali che gli diedero
frequentanti ad almeno un evento culturale: Romania 29,6%; Bulgaria 32%; fama di suo straordinario interprete.
Croazia 43,7%, Italia - ed ecco la stecca - 49,6%: spiegabile oltre che per il
The Gundula
ivello di istruzione per le diminuzioni di reddito. Janowitz Edition
(14 cd Deutsche
Grammophon)
Bartók, Montalti; Marche (Jesi, T. Pergolesi) (Ancona, Chiesa di S. Fields, vl e dir. Hope: 14 set.
Quartetto Lyskamm: Festival Pergolesi Gregoretti, Il colore Maria di Portonovo) 1 set. Bartók, Dvorák;
9 ott. Spontini del sole (prima rappr. Attribuzioni, Mozart, Tallis, Mahler Chamber
Recital; pf Colafelice: (selezione) assoluta; dir. Bonolis, trascrizioni e Schnittke, Purcell, Orchestra, vl
11 ott. (Jesi, T. Pergolesi) reg. Taraborrelli: 8 set. adattamenti; sopr. Ligeti; MusicAeterna Kopatchinskaja, dir.
Pergolesi, Stabat (Loreto, Basilica della Esposito, pf Gorla: Orchestra and Choir, Payare: 18 set.
Stagione Mater; Le Banquet Santa Casa) Messa 17 set. dir. Currentzis: 5 set. Beethoven, Sibelius;
concertistica Céleste: 1 set. “L’homme armé”; www. Mendelssohn, Philharmonia
(T. della Pergola) (Apiro, Abbazia di Odhecaton: 9 set. fondazionepergolesi Strauss; NDR Orchestra London, dir.
Bach, Concerti S. Urbano) Bach/ (Monsano, Chiesa spontini.com Elbphilharmonie Salonen: 21 set.
brandeburghesi; Pergolesi, Vivaldi; degli Aroli) Vivaldi, Hamburg, dir. www.meranofestival.
Europa Galante, Le Banquet Céleste: Bach, Albinoni, Merano Valcuha: 7 set. com
dir. Biondi: 2 set. Corelli; Accademia Settimane (Duomo) Bach, Glass,
14 ott. (Maiolati, La casa Hermans: 10 set. Musicali Meranesi Müthel; org. Apkalna: Milano
Bach; vc Meneses: dell’olio) Oriente/ (Jesi, T. Moriconi) (selezione) 11 set. Teatro alla Scala
15 ott. Occidente; Monteverdi; La (Kursaal) Bruch, (Kursaal) Concerto di Humperdinck,
www.amicimusica. bandoneon Di Stagione Armonica: Beethoven; Academy canto; sopr. Kermes, Hänsel und Gretel;
fi.it Bonaventura: 3 set. 16 set. of St. Martin in the vl e dir. Begelnam: dir. Albrecht, reg.
spectator in scena
previsioni
Ruggero re di Roma
Pappano porta a Santa Cecilia l’opera del quasi dimenticato Szymanowski, ambientata
nel Medioevo in Sicilia. Allestita in forma semiscenica dal duo video-registico Masbedo
È conside-
rato il più
importante
tro sinfonie e due concerti per violino.
Ma anche due opere liriche tra cui Re
Ruggero, titolo scelto per inaugura-
esaltatore della bellezza e del piacere,
proclamato da un giovane pastore-
profeta. La composizione viene rap-
compositore re la stagione 2017-2018 dell’Acca- presentata ora in forma semiscenica
polacco dopo demia Nazionale di Santa Cecilia di con proiezioni video e regia del duo
Chopin. An- Roma. A dirigerlo il 5, 7 e 9 ottobre artistico Masbedo.
che lui pia-
nista, Karol
Szymanowski,
all’Auditorium Parco della Musica è
Antonio Pappano (foto) alle prese con
questo capolavoro musicale, quasi di-
Re Ruggero di Szymanowski
A.G.
scomparso a menticato, che deve molto alla cultu- Orchestra, Coro e Voci Bianche
soli 55 anni ra italiana. L’opera, scritta nel 1924 e dell’Accademia Nazionale di Santa
nel 1937, ha al ambientata dopo l’anno Mille in Sici- Cecilia
suo attivo, tra lia, durante il regno del Re normanno Dir. Antonio Pappano. Regia di Ma-
le sue opere Ruggero II d’Altavilla, racconta del sbedo
orchestrali più conflitto tra la chiesa cristiana della Roma, Auditorium Parco della Musi-
famose, quat- Sicilia medioevale e un culto pagano, ca, 5, 7 e 9 ottobre
Fidelio partenopeo
In forma di concerto, musicalmente maestosa, l’opera beethoveniana è diretta da
Zubin Mehta. Con Anja Kampe nel ruolo di Leonore, Peter Seiffert è Florestan
A pprezzare ancora meglio la sua
maestosità creativa. Tanto per-
mette, il 23 ed il 25 settembre, l’esecu-
di Beethoven che, sotto la bacchetta
di Zubin Mehta (foto), vede due attesi
protagonisti sul palco come Anja Kam-
Argomentazioni di per sé molto care a
Beethoven che trovavano anche una
loro diretta giustificazione nella situa-
zione in forma di concerto del Fidelio pe nel ruolo di Leonore e Peter Seiffert zione in cui si trovava, a quell’epoca,
in quello di Florestan. Nel cast la città austriaca di Vienna che, proprio
anche Samuel Youn, Evgeny Ni- nei giorni della prima rappresentazio-
kitin, Liang Li e Barbara Bargne- ne di Fidelio, era stata invasa dall’eser-
si. Questo Singspiel in due atti, cito napoleonico. A.G.
composto dal maestro di Bonn tra
il 1804 ed il 1805, al culmine della Fidelio di Beethoven
sua esperienza e maturità artisti- Orchestra e Coro del Teatro di San
ca, vanta al centro della vicenda Carlo
temi sempre attuali come la lotta Dir. Zubin Mehta
contro la tirannia e l’affermazio- Napoli, Teatro di San Carlo, 23 e 25 set-
ne della libertà e della giustizia. tembre
CARTELLONE
Bechtolf: 2, 4, 6, 8, 16, Spira mirabilis: 17 set. pf Thibaudet, dir. (T. Dal Verme) Dvorák, Maghini, maestro Tallinn Chamber
20, 21, 24 set. Recital di canto; ms Metzmacher: 3 set. Smetana, Beethoven; coro Chiavazza, dir. Orchestra, Estonian
Bizet, Ravel, Dvorák; Barcellona, pf Vitiello: (Basilica di S. Orchestra del Teatro Rustioni: 9 set. Philharmonic
Orchestra Sinfonica 1 ott. Marco) Falvetti, Il Regio, dir. Noseda: Il Giorno dei Cori: 10 Chamber Choir, dir.
di Milano Giuseppe Brahms, Haydn, diluvio universale 6 set. set. Joost: 13 set.
Verdi, pf Tharaud, dir. Bartók; Wiener (oratorio); La Cappella (T. della Cooperativa) (Piccolo Teatro Studio (Conservatorio)
Fournillier: 10 set. Philharmoniker, dir. Mediterranea, Choeur Schubert, Die Melato) Recital; pf Rachmaninov,
Beethoven, Bruckner; Mehta: 8 ott. - www. de Chambre de Schöne Müllerin; ten. Olafsson: 11 set. Stravinskij; Orchestra
Sächsische teatroallascala.org Namur, dir. Alarcón: Bostridge, pf Drake: (T. Elfo Puccini) Sinfonica Nazionale
Staatskapelle Dresden, 4 set. 7 set. Beethoven, Grieg, della Rai, pf Gerstein,
pf Buchbinder, dir. MITO (Conservatorio) (Piccolo Teatro Studio Stravinskij; Orchestra dir. Bychkov: 14 set.
Thielemann: 11 set. SettembreMusica Sibelius, Rautavaara, Melato) Ravel, Liszt, Filarmonica di Torino, (Piccolo Teatro Grassi)
Händel, Tamerlano; dir. (selezione) Ciajkovskij; Orchestra Dun; pf Zee: 8 set. pf Montero, dir. Pretto: Recital; fis. Sidorova:
Fasolis, reg. Livermore: (T. alla Scala) Clyne, dell’Accademia (Piazza Duomo) 12 set. 15 set.
12, 19, 22, 25, 27, 30 Gershwin, Dvorák, Nazionale di Santa Beethoven; (Chiesa di (Chiesa di S.
set., 4 ott. Ravel; Gustav Mahler Cecilia, vc Mork, dir. Orchestra Giovanile S. Alessandro) Alessandro) C.P.E.
Beethoven; Orchestra Jugendorchester, Franck: 5 set. Italiana, Coro Pärt, Korvits; Bach, Die Israeliten
in scena spectator
BACCHETTATE danza di MYRIAM DOLCE
Bocciato il Ministero che manda ai Conservatori d’Italia come terza prova per Bologna
il diploma in Composizione una paginetta di un preludio di Busoni - pari alla Teatro
Comunale
seconda prova, già svolta giorni prima - invece dell’impegnativa analisi di 28, 29, 30
una partitura orchestrale di 50/100 pagine. Svista macroscopica dei funziona- settembre
ri dell’Istruzione che, come avviene per gli esami di Stato, hanno imbustato e Con La nona
inviato le tracce ai Conservatori. (dal caos, il cor-
Sono seguite telefonate convul- po), nella foto, Roberto Zappalà trae la
sua fonte d’ispirazione dall’ultima sinfo-
se fra docenti in commissione nia di Beethoven. Il regista e coreografo
d’esame: stesso errore a Bologna, siciliano propone una riflessione sull’uo-
Castelfranco Veneto, Torino? Sì, mo, in perenne conflitto con la speran-
ma sono le otto di mattina, a chi za di solidarietà e fratellanza. Parla di
un’umanità in movimento, in quanto
rivolgersi? Non resta che pren- assenza di dubbio, alla base della crea-
der per buona la “traccia”. Il Mi- zione.
nistero smentisce ma il dubbio
di un errore resta. Roma
Dal 20
settembre al 1°
Gilbert all’Elbphilharmonie
ottobre
Un ricco pro-
gramma dan-
zante per que-
sta edizione di
Il direttore newyorchese Alan Gilbert lascia una direzione musicale che dal Romaeuropa Festival. Kreatur (foto) la
2009 lo vedeva stabilmente nel West Side di Manhattan sul podio della New nuova creazione della coreografa tede-
York Philharmonic, per passare ad Amburgo, in Germania. È lui il direttore mu- sca Sasha Waltz, è una travolgente cari-
sicale designato della Ndr Elbphilharmonie Orchestra, con residenza nella sala ca di linee nei corpi di quattordici danza-
da concerto (l’edificio è visibile al centro della foto sullo sfondo) che si affaccia tori per un mix esclusivo di danza, moda,
musica e luce. Sidi Larbi Cherkaoui con
sul porto di Amburgo con le sug- Fractus V svela il conflitto tra comunica-
gestive sembianze architettoni- zione e manipolazione nella società con-
9
che di un palazzo galleggiante, temporanea. Di Dada Masilo una Giselle
a dispetto delle sue fondamenta tutta contemporanea contro la violenza
sulle donne (www.romaeuropa.net).
ben piantate a terra. Costata 843
milioni di dollari, è stata aperta Pescara
all’inizio di quest’anno. Spazio Matta,
17, 21, 22
settembre
in der Wüste; Sinfonica di Milano dir. Fournillier: 21, 22, Nordwestdeutsche Canessa: 15, 16, 17 Cohen, reg. Curran: 19,
Coro e Orchestra Giuseppe Verdi, vl 24 set. Philharmonie, pf set. 21, 22, 24, 26, 27 set.
dell’Accademia del Hanslip, pf Zilberstein, Gounod, Messenet, Madzar, dir. Klumpp: (T. S. Carlo) Mozart, Chopin; pf
Santo Spirito, dir. dir. Salado: 19 set. Bizet, Halévy; sopr. 11 ott. Beethoven, Fidelio (in Geniusas, dir. Cohen:
Dantone: 16 set. (T. degli Arcimboldi) Hendrickx, ten. Chopin, Borodin; forma di concerto); dir. 30 set.
(T. Elfo Puccini) Ligeti, Bartók, Van der Linden, dir. Nordwestdeutsche Mehta: 23, 25 set. Schumann, Chopin;
Adams, Burtner, Respighi; Filarmonica Fournillier: 29 set., Philharmonie, pf Verdi, Simon pf Geniusas, dir.
McGowan, Andres; della Scala, vla 1 ott. Madzar, dir. Klumpp: Boccanegra; dir. Cohen: 1 ott. - www.
Eighth Blackbird: Rachlin, dir. Chailly: Takemitsu, Strauss, 12 ott. Ranzani, reg. Bussotti: teatromassimo.it
17 set. 20 set. www.mitoset- Mahler; dir. Axelrod: 5, www.soconcerti.it 7, 8, 10, 11, 12, 13, 14
(T. Dal Verme) Vivaldi, tembremusica.it 6, 8 ott. ott. - www.teatrosan Parma
Merula, Ruffo, Marini; www.laverdi.org Napoli carlo.it Festival Verdi
Il Giardino Armonico, Orchestra Teatro San Carlo (T. Regio) Jérusalem;
dir. Antonini: 18 set. Sinfonica Verdi Società dei (Arena Flegrea) Palermo dir. Callegari, reg. De
(Auditorium di (Auditorium di Concerti Rossini, Il barbiere Teatro Massimo Ana: 28 set., 8, 12 ott.
Milano) Fairouz, Falla, Milano) Mozart, (Conservatorio) di Siviglia; dir. Britten, Midsummer (Busseto, T. Verdi) La
Ravel; Orchestra Colasanti; rec. Dessay, Chopin, Dvorák; Montesano, reg. Night’s Dream; dir. Traviata; dir. Rolli, reg.
spectator in scena
RIBALTA
Verdi a Gerusalemme
Nella regia di Hugo De Ana la poco frequentata “Jérusalem” resta fedele ai luoghi
dell’azione, con ambienti appena suggeriti nonostante gli “esterni” grandiosi
T itoli dalla grande popolarità come
La traviata, Falstaff e Messa da
Requiem ed altri come Stiffelio di as-
un canto dalle linee melodiche più
ampie e colori orchestrali più ricchi.
Per tutto questo Jérusalem può dirsi
plessa in quattro atti, lo è ancor di
più. Ritengo infatti che il regista, lo
scenografo ed il costumista, abbiano
sai minor frequentazione nei cartel- assolutamente un Grand Opéra! Ha una responsabilità enorme nel fare
loni internazionali. Sono questi gli in- tutti i canoni di questo stile: lo sfon- arrivare l’essenza dell’opera, raccon-
gredienti principali del cartellone del do storico con una trama avvincente, tando la storia sempre con un occhio
Festival Verdi che, dal 28 settembre colpi di scena, marce, balletto, l’im- nuovo, ma rispettando la musica
al 22 ottobre, animano Parma e Bus- portanza fondamentale del coro e, dell’autore. Il Coro di quest’opera,
seto. Ad inaugurare la kermesse, il 28 non per ultima, la lingua in cui è sta- che qui rappresenta il popolo france-
settembre al Teatro Regio di Parma, ta scritta, il francese. Così ho cercato se, dei pellegrini e di Gerusalemme,
è un’opera verdiana assai poco rap- di rispettare al massimo queste sue ha avuto per me, ad esempio, un’im-
presentata come Jérusalem proposta peculiarità. In realtà, in Italia il Grand portanza fondamentale ed un’enor-
in un nuovo allestimento con la regia, Opéra non ha avuto e non ha la stes- me fascinazione così come i drammi,
le scene ed i costumi dell’argentino sa presa sul pubblico che ha otte- gli amori e le solitudini dei protago-
Hugo de Ana, classe 1949, qui al de- nuto in Francia. Oggi il pubblico è nisti come Roger, interpretato qui dal
butto assoluto con questo titolo. abituato alla velocità, all’immediato, tenore Ramón Vargas, Gaston, cui dà
Jérusalem è il rifacimento, in alla comprensione facile e naturale. corpo e voce il basso Michele Pertu-
francese, dei Lombardi alla pri- Con questa mia produzione cerco di si, ed Hélène, interpretata dal sopra-
ma Crociata. Quanto c’è del ribaltare questi cliché grazie anche no Annick Massis”.
Grand Opéra in quest’opera e ad un apparato scenico che sottoli- Nella sua Jérusalem si rispetta-
quanto di questo stile sopravvi- nea ogni aspetto della vicenda, sia no date e luoghi del libretto?
ve nella sua messinscena? pubblico sia privato. In Jérusalem “Di sicuro non ne ho fatto una tra-
“In realtà, Jéru- conosciamo due uomini, Gaston e sposizione in epoca contemporanea!
salem è molto Roger, amare la stessa donna, Hé- Sono stato fedele ai luoghi dell’azio-
più di un ri- lène, figlia del Comte de Toulou- ne, creando sul palco spazi dalla for-
facimento. È se. Una situazione conflittuale che te carica simbolica con una Tolosa e
un’opera total- porta ad una serie di eventi di cre- una Gerusalemme ‘suggerite’, non
mente nuova e scente complessità fino alla morte dichiaratamente messe in scena. E
differente da I di Roger, pentito dei suoi misfatti, anche le coreografie del balletto del
Lombardi, sia e di Gaston che si redime dopo la terzo atto di Leda Lojodice vanno in
per la trama, vittoria dei Crociati”. questo senso, non essendo univoca-
con Milano che Che cosa l’ha affascinata di mente né di stile classico, né con-
‘diventa’ la To- quest’opera ancora tutta da temporaneo”. Antonio Garbisa
losa del 1095 scoprire?
e poi Gerusa- “La cosa che ho trovato più interes- Jérusalem di Verdi
lemme e con i sante nel lavorare a questa produ- Filarmonica Arturo Toscanini e Coro
Lombardi che zione è stato proprio il fatto che sia del Teatro Regio di Parma
‘si trasformano’ un’opera non molto rappresentata. Dir. Daniele Callegari. Regia, scene e
in frati, sia per Lavorare ad una nuova produzione costumi Hugo de Ana
la parte musi- è sempre una bella sfida ma, in que- Parma, Teatro Regio, dal 28 settem-
cale che vanta sto caso, in quest’opera cosi com- bre al 20 ottobre
CARTELLONE
Cure orchestrali
Blue Note
Milano, 20, 24 e 27
settembre
Metti due quinti del
Due milioni di visualizzazioni su Youtube. Tante ne conta il filmato Paolo Fresu Quintet,
dell’orchestra sinfonica “Una nota in più” di Spazio Autismo, associa- Tino Tracanna (foto) al
sassofono e Attilio Zanchi al contrabbasso,
zione di Musicoterapia con sede a Bergamo, dove all’Ospedale Papa aggiungi Massimo Colombo al pianoforte e
Giovanni XXIII è stata realizzata l’esecuzione diretta da Silvia Gazzola Tommaso Bradascio alla batteria e ottieni
andata in rete. L’orchestra fa capo a un progetto nato nel 2004 per for- l’Inside Jazz Quartet, che il 20 settembre al
mare musicalmente bambini e ragazzi con autismo e disabilità cogni- Blue Note di Milano presenta il cd Four By
Four in cui vengono reinterpretati gli stili
11
tive. Questi, affiancati dai musicisti del Centro Esagramma di Milano di Billy Strayhorn, Charles Mingus, Dave
(www.esagramma.net/it/), imparano a sentire le proprie emozioni e ca- Holland e Kenny Wheeler e ai quali ognuno
pire come esprimerle attraverso i suoni. dedica un brano di propria composizione.
Bologna Jazz
Bologna,
(Chiesa di S. Filippo) Noseda: 7 set. (Auditorium (Piccolo Regio (Auditorium Rai) Scala, vla Rachlin, dir.
Falvetti, Il diluvio (Tempio Valdese) Museo Nazionale Puccini) Adams, Fairouz, Falla, Ravel; Chailly: 21 set.
universale (oratorio); Schubert, Die dell’Automobile) Burtner, McGowan, Orchestra Sinfonica www.mitosettembre
La Cappella Schöne Müllerin; ten. Dvorák, Haydn, Ravel; Andres; Eighth di Milano Giuseppe musica.it
Mediterranea, Choeur Bostridge, pf Drake: Quartetto Noûs: 12 Blackbird: 15 set. Verdi, vl Hanslip,
de Chambre de 8 set. set. (Auditorium Rai) pf Zilberstein, dir. Trieste
Namur, dir. Alarcón: Il Giorno dei Cori: (Conservatorio) Rachmaninov, Salado: 18 set. Teatro Verdi
5 set. 9 set. Beethoven, Grieg, Stravinskij; Orchestra (Conservatorio) Bosso, Beethoven; pf
(T. Regio) Sibelius, (Piazza S. Carlo) Stravinskij; Orchestra Sinfonica Nazionale Vivaldi, Merula, Ruffo, e dir. Bosso: 10 set.
Rautavaara, Beethoven; Filarmonica di Torino, della Rai, pf Gerstein, Marini; Il Giardino Rossini, Wagner,
Ciajkovskij; Orchestra Orchestra Giovanile pf Montero, dir. Pretto: dir. Bychkov: 16 set. Armonico, dir. Sostakovic; dir.
dell’Accademia Italiana, Coro 13 set. (Conservatorio) Arie Antonini: 19 set. Caetani: 15, 16 set.
Nazionale di Santa Maghini, maestro Pärt, Korvits; e danze scozzesi (Piccolo Regio Stokowski, Berg,
Cecilia, vc Mork, dir. coro Chiavazza, dir. Tallinn Chamber e irlandesi; sol. Puccini) Recital; fis. Berlioz; vl Pogostkina,
Franck: 6 set. Rustioni: 10 set. Orchestra, Estonian Oberlinger, Ghielmi, Sidorova: 20 set. dir. Halffter Caro: 22,
Dvorák, Smetana, (Conservatorio) Ravel, Philharmonic Contadin, Prada, Seitz, (T. Regio) Ligeti, 23 set.
Beethoven; Orchestra Liszt, Dun; pf Zee: Chamber Choir, dir. Rinaudo, Biale, Balatti: Bartók, Respighi; Boccherini, Prokofiev,
del Teatro Regio, dir. 11 set. Joost: 14 set. 17 set. Filarmonica della Lutoslawski;
spectator in scena
Previsioni
Messiaen ignoto
Oltre alla pagina inedita scovata nell’archivio del compositore francese, la nuova stagione
di Lugano Musica ha i più grandi del podio. Inizia Chailly con la Filarmonica scaligera
A rtisti, noti o emergenti, tutti di pri-
missimo livello, e un’inaugurazione
non così usuale nel nome della musica
stagione 2017-2018 di LuganoMusica al
Lac. Un cartellone che, dal 16 settembre
all’11 giugno, si articola in cicli differen-
star dell’archetto come David Garrett;
poi la Sinfonia n. 12 in Re minore op.
112 “L’anno 1917” di Sostakovic. Fra i
contemporanea. È il disegno artistico ti. Ad aprire è un concerto a ingresso direttori ospiti i nomi di Mariss Jansons,
del direttore Etienne Reymond per la gratuito alla Hall del Lac con il Vox Àl- Vladimir Jurowskij, Philippe Jordan e
tera Ensemble impegnato in una serie Bernard Haitink. Perla del cartellone
di composizioni di Francesco Hoch, fra è la prima esecuzione in Svizzera, l’11
cui una commissione dello stesso Luga- novembre, in un recital pianistico di Ro-
noMusica, Il pendolo delle passioni per ger Muraro, di Fauvettes de l’Hérault di
voce recitante, sei voci e percussioni; Olivier Messiaen, pagina riscoperta di
e un’altra prima assoluta intitolata Da- recente nell’archivio del compositore.
darp. Si prosegue, il 18 settembre, con A.G.
Riccardo Chailly sul podio della Filar-
monica della Scala (foto): in programma Vox Àltera Ensemble
il Concerto per violino e orchestra in Re Dir. Massimiliano Pascucci
maggiore, op. 35 di Ciaikovskij con una Lugano, Lac, 16 settembre
pf Ciobanu, dir. e dir. Ticciati: 9 set. Bevignate) Canto e (Perugia, Chiesa di di Perugia, pf Scaletti, Coladonato, Gubanska,
CARTELLONE
Gardolinska: 29, 30 set. (San Gemini) Martin oud Bouhassoun, Coro S. Bevignate) Luther dir. Ciofini: 16 set. Mezzaro, Borgioni, dir.
www.teatroverdi- Luther e la Musica; Armoniosoincanto, dir. in Rom; Concerto (Perugia, Chiesa di S. Bressan: 17 set.
trieste.com Signum Saxophone Radicchia: 10 set. Romano, dir. Quarta: Filippo Neri) Allegri, www.perugiamusica
Quartet, Ensemble (Castel Rigone) 14 set. Carissimi, Schütz; La classica.com
Umbria Libercantus, dir. Palestrina; Odhecaton, (Perugia, Basilica di S. Nuova Musica, dir.
Sagra Musicale Vagnetti, rec. Ensemble Nova Alta, Pietro) Bach; Kölner Bates: 16 set. Venezia
Umbra Monopoli: 9 set. dir. Da Col: 11 set. Akademie, dir. Willens: (Torgiano) Recital; fl. Teatro La Fenice
(Perugia, T. Morlacchi) (Sant’Egidio) (Acquasparta) 15 set. Ancillotti, ch. Micheli: Verdi, La Traviata; dir.
Mendelssohn, Strauss; Colasanti; Quartetto Bettinelli, Pärt, (Trevi) Scheidt, 17 set. Calesso, reg. Carsen:
NDR Elbphilharmonie d’archi della Orchestra Mendelssohn, Schütz, Victoria; (Assisi, Basilica 1, 6, 10, 12, 14, 15, 21,
Hamburg, dir. Valcuha: da Camera di Perugia, Brahms; Coro Ensemble Libercantus, Superiore di S. 22 set.
8 set. rec. Gualtieri: 10 set. Giovanile Italiano, dir. Ensemble Nova Alta, Francesco) Pärt, Puccini, Madama
(Montefalco) Pärt, (Panicale) Pärt, Bach, Marzola e Pavese: dir. Vagnetti: 16 set. Bach; Estonian Butterfly; dir. Callegari,
Maskats, Auerbach; Messiaen; O/Modernt 12 set. (Norcia) Gjeilo; Coro Philharmonic reg. Rigola: 3, 5, 13, 17,
Orchestra da Camera Chamber Ensemble, vl (Perugia, Cattedrale Canticum Novum, Chamber Choir, 19, 24 set.
di Perugia, O/Modernt e dir. Ticciati: 10 set. di S. Lorenzo) Recital; Coro Giovanile Umbro, Orchestra da Camera Rossini, L’occasione
Chamber Ensemble, vl (Perugia, Chiesa di S. org. Falcioni: 13 set. Orchestra da Camera di Perugia, sol. fa il ladro; dir. Gamba,
in scena spectator
RIBALTA
Quartetti a palazzo
L’iniziativa delle giovani formazioni nelle dimore storiche si affianca alla storica
stagione della Società milanese al Conservatorio, con Trifonov, Perahia, Lupu
C ome decenni fa per merito del
lavoro di Maria Majno, dietro le
quinte ma non meno riformatore ri-
non deludere il profilo “ordinario” del
programma, con la consueta “parata
di stelle” (tra Daniil Trifonov - nella foto
spetto alle certezze aristocratiche - che inaugura e Murray Perahia che
del Quartetto, ancora una volta c’è conclude la stagione in maggio festeg-
una presenza femminile a rilanciare giando mezzo secolo di ospitalità al
l’immagine della più nobile e storica Quartetto). L’elenco conta Radu Lupu,
(1864) società concertistica italiana. András Schiff, Leif Ove Andsnes, An-
Francesca Moncada, vulcanica ide- gela Hewitt, Katia e Marielle Labèque,
atrice e responsabile dell’innovativo Jan Lisiecki, Gloria Campaner, Daniel
progetto “Le dimore del quartetto”, Lozakovich, Joshua Bell, Jordi Savall,
destinato a far incontrare giovani for- The King’s Singers, Europa Galante,
mazioni e ospitalità storiche, è la nuo- Divertimento Ensemble, Trio di Parma,
va vicepresidente della Società del i Quartetti Belcea, Artemis, Jerusalem
Quartetto da decenni presieduta da e il vincitore del Premio Borciani. Sta- del quartetto, Musica nel Tennis a Villa
Antonio Magnocavallo che s’è sempre gione dichiaratamente attratta dalla Necchi: orario pomeridiano, programmi
speso a favore del rinnovamento del centralità della “figura dell’interprete, brevi, luogo informale e bellissimo, mol-
profilo “chiuso” e del riconoscimento tramite unico e indispensabile per to inserito nella città, una stagione nella
pubblico (leggi Fus, per troppo tempo far vivere la musica”. Sono loro, ha stagione battezzata Quartetti d’Italia”.
contumace tra i sostenitori finanziari) scritto Arcà nella presentazione, “che Ma comunicazione significa anche cre-
13
dell’attività dell’istituzione per tradi- consentono alla musica di manife- are una serie di rapporti con luoghi di
zione svolta il martedì sera al Conser- starsi nel momento dell’esecuzione, ricerca e di formazione. “Abbiamo raf-
vatorio di Milano, da alcune stagioni per poi scomparire e inabissarsi nel- forzato il dialogo scientifico col Conser-
equipaggiata anche con la direzione le profondità della nostra memoria; vatorio - gli allievi, sotto tutela di alcuni
artistica di Paolo Arcà. A lui spetta e sanno aggiungere, con peculiari docenti, si occuperanno dei testi critici
scelte interpretative, quella parte di presentazione - e abbiamo aperto
sostanziale che va oltre il segno un’interessante collaborazione con lo
scritto tracciato dal compositore, Ied e il corso di formazione di fotografi
offrendo emozioni, sentimento, dello spettacolo, mentre i ragazzi della
spiritualità”. Da una prospettiva Fondazione Mondadori si occuperanno
diversa, “più sveglia e piacevole” della nuova immagine grafica, del sito
ma non in competizione col pro- web. E continuerà la bellissima espe-
filo rassicurante di stagione, s’è rienza di concerti a Casa Verdi, con gli
mossa Francesca Moncada pro- anziani ospiti che ‘giudicano’, come in
ponendo numerose strade per una sorta di talent show, i giovanissimi
indirizzarsi ancor più ai giovani: vincitori dei premi del Conservatorio”.
“Elaborando proposte specifiche La firma del Quartetto sarà anche pre-
per loro, ridisegnando la comuni- sente nei luoghi simbolo della finanza
cazione in modo che nessun pro- (Borsa, Bpm, Gallerie d’Italia: mini bre-
filo di ascoltatore - ma anche chi ak musicali in orario di pranzo, a prezzo
non sa di poterlo diventare - sia d’un panino) e in altri spazi di spettaco-
escluso”. Se anche l’“abito” con- lo: un balletto sulle Goldberg alla Scala,
ta, non ci sono state mai tante il duetto musical-tecnologico con la
faccine - cioè foto di interpreti, a partecipazione del videomaker Natan
cominciare dal carino e dannato Sinigaglia al Piccolo Teatro. “Creare
Daniil Trifonov sul 17 ottobre - su isole musicali diverse ma non isolate
depliant e manifesti in un tempo tra loro, sollecitare tutti i sensi: l’udito
non molto lontano monocroma- solo non soddisfa i giovani abituati a
tici, e la terna social (Facebook, mille stimolazioni”, osserva Francesca
Twitter e Istagram) è un corredo Moncada. Sicura che le strutture an-
consueto della pagina web. “Cre- tiche del Quartetto non andranno in
do sia importante individuare un tilt? “Perché mai? Era evidentemente il
nuovo stile nel ‘parlare’ di musica momento. Non ho trovato nessuna re-
classica in modo da intercettare sistenza interna, anzi; e i primi dati del
spettatori che al rito-concerto non botteghino dicono che il numero di ab-
sono abituati. Abbiamo rinnovato e bonamenti è già incrementato rispetto
incrementato, con la chiamata dei all’anno scorso”.
nuovi gruppi filtrati dalle Dimore .Angelo Foletto
spectator in scena
Previsioni
Ensembles di tendenza
Al Teatro Farnese e alla Casa della musica con il Klangforum Wien diretto da Wiegers
e il Prometeo guidato da Angius. Con Sannicandro e Manfrin compositori d’occasione
N umerose prime esecuzioni e
commissioni per far scoprire le
nuove tendenze contemporanee.
rassegna internazionale di musica
moderna e contemporanea che tro-
va per due mesi, dal 20 settembre
le partecipazioni importanti al Far-
nese dell’Arditti Quartet (foto) che il
26 settembre, si fa ascoltare in brani
Questo è l’obiettivo della ventiset- al 20 novembre, terreno fertile nella di Neuwirth, Pagh-Paan, Bertrand,
tesima edizione di Traiettorie, la musicalissima Parma. Qui, al Teatro Birtwistl e dell’Ensemble Prometeo
Farnese e alla Casa della Musica, che, sotto la direzione di Marco An-
si tengono i tredici concerti della gius, propone il 17 ottobre le prime
rassegna eseguiti da interpreti di esecuzioni di composizioni scritte
fama internazionale come l’ensem- appositamente per l’occasione da
ble viennese Klangforum Wien che, Valerio Sannicandro e Luigi Manfrin.
diretto da Bas Wiegers, inaugura A.G.
il festival, il 20 settembre al Teatro
Farnese, su musiche di Grisey, Mo- Festival Traiettorie 2017
vio, Lim, Kerschbaumer e Furrer. A Parma, Teatro Farnese e Casa della
dominare è infatti, in questo 2017, Musica, dal 20 settembre al 20 no-
proprio la musica per ensemble con vembre
Pisa ecumenica
Anima Mundi in un fil rouge tra i 500 di Lutero e i 450 di Monteverdi (Vespro della Beata
Vergine con Gardiner). Per giungere a Mozart, Brahms, Schumann, Beethoven, Debussy
U na fusione perfetta tra musica,
arte e architettura. Perché Anima
Mundi, la rassegna Internazionale
che si alternano tra la Cattedrale ed
il Camposanto. Sono questi i luoghi
suggestivi dove la rassegna, affidata
tate di Bach e Telemann. In Campo-
santo si tiene invece, il 20 settembre,
il recital del pianista Stephen Hough
di Musica Sacra, giunta quest’anno dal 2006 alla direzione artistica di Sir su musiche di Debussy, Schumann e
alla sua diciassettesima edizione, ha John Eliot Gardiner, celebra tre ricor- Beethoven. Da segnalare, il 6 ottobre,
in programma a Pisa sette concerti renze: i 500 anni dalla Riforma lute- il gran finale con Sir John Eliot Gar-
rana, i 250 dalla morte di Georg Phi- diner che dirige il Monteverdi Choir
lipp Telemann e i 450 dalla nascita di (foto) e gli English Baroque Soloists
Claudio Monteverdi. Il 14 settembre nel Vespro della Beata Vergine di
il sipario si alza in Cattedrale con i Monteverdi.
complessi della Radio di Hannover
sulle note della Messa in do minore
K 427 di Mozart e dell’Ave Maria op.
Anima Mundi
A.G.
reg. Brusa: 2, 7, 16, 20, 30 set. Lim; vc Ballon: 3 ott. Hosokawa; Takefu Dvorák, Strauss; Bychkov: 17 set.
CARTELLONE
23 set. Chin, Yun; Parco Cendo, Barrett; vc Ensemble: 7 ott. Turkish Youth Beethoven, Sibelius;
(T. Malibran) Krenek, della Musica Deforce: 3 ott. (T. alle Tese) Fujikura, Orchestra, pf Principe, Philharmonia
Cefalo e Procri; dir. Contemporanea (T. alle Tese) Kishino, Wenjing; dir. Mansur: 3 set. Orchestra di Londra,
Ceccherini, reg. Villa: Ensemble, dir. Battista: Cacciatore, La Vallée Orchestra di Padova Dvorák, Gershwin, dir. Salonen: 20 set.
29 set., 1, 3, 5, 7 ott. 1 ott. des merveilles; reg. e del Veneto, dir. Bartók, Ravel; Barber, Chopin,
www.teatrolafenice.it Nodaira, Fernández, Fanteguzzi: 4 ott. Sugiyama: 7 ott. Gustav Mahler Dvorák; Orchestra
Xu, Xiaofu; perc. (Arsenale) Caccaitore, Chernyshkov, Il rosso Jugendorchester, della Fondazione
Biennale Miroglio, live electr. Sakai; fl. Okubo, perc. sventurato degli orsi pf Thibaudet, dir. Arena di Verona, pf
Musica Fernández: 2 ott. Maurel: 5 ott. risvegliati; Tempo Metzmacher: 8 set. Cho, dir. Masmondet:
(T. alle Tese) (Ca’ Giustinian) (T. Piccolo Arsenale) Reale: 8 ott. Ciajkovskij, Rimskij- 25 set.
Stockhausen; Xenakis, Fuentes, Sargenti, La stessa www.labiennale.org Korsakov; Filarmonica Recital; pf Taverna:
Orchestra di Padova Avramidou, Cosmi, barca; Marino, Apnea; di San Pietroburgo, pf 1 ott.
e del Veneto, mimo/ Ronchetti; vc M.M. Hübner, Orpheus Verona Rana, dir. Temirkanov: Mozart; Camerata
danza Gottardi, dir. Rossi, elettr. Tempo Moments; Ex Novo Il Settembre 12 set. Salzburg, pf
Angius: 29 set. Reale: 3 ott. Ensemble, dir. dell’Accademia Rachmaninov, Bezuidenhout: 5 ott.
Dun; Orchestra Rai, Saunders, Bedrossian, Perocco: 6 ott. (T. Filarmonico) Ciajkovskij; Orchestra www.accademia
perc. Rubino, dir. Dun: Blondeau, Czernowin, (T. Piccolo Arsenale) Borodin, Rachmaninov, Rai, pf Gerstein, dir. filarmonica.org
in scena spectator
RIBALTA
Ritorno a Stockhausen
Bologna Festival invita gli autori di oggi a confrontarsi con l’eredità del Tedesco. Fra questi
Adriano Guarnieri, che festeggia 70 anni tra Spoleto, LaVerdi e una nuova opera al Maggio
N
el 2017 si celebrano i 10 anni nics”. Guarnieri non ha conosciuto
dalla scomparsa di Karlheinz personalmente Stockhausen, né ne
Stockhausen e il 70° compleanno è mai stato direttamente influenza-
di Adriano Guarnieri. Il Bologna Festi- to. Ne riconosce però l’importanza
val dedica al compositore tedesco una storica, il fatto di avere costituito,
serie di concerti (dal 18 al 23 settem- insieme ad altri maestri dell’avan-
bre) con la prima italiana di Unsichtba- guardia, come Nono e Berio, una
re Chöre (con il coro di Colonia), pezzi sorta di spartiacque tra un prima e
storici come Mantra (affidato alle piani- un dopo nella storia della musica:
ste Maria Grazia Bellocchio e Stefania “Un’influenza diretta direi di no. Ma
Redaelli), Kontakte (con Andrea Rebau- mi hanno sempre affascinato due
dengo e Simone Beneventi), alcuni dei aspetti della musica di Stockhau-
Klavierstücke (affidati a una specialista sen. L’invenzione di una nuova
come Vanessa Benelli Mosell), e poi vari materia sonora, l’idea di un suono mas- tà molto pronunciata, tesa, eterea, con
brani tratti da Klang (ciclo di 24 pezzi sivo: lì l’ho sempre trovato geniale. E le vere e proprie arie, duetti, concertati. È
dedicati ciascuno ad un’ora del giorno): sue traiettorie verticali, zigzaganti, di un caleidoscopio vocale che si snoda in
Harmonien per clarinetto basso, Para- un putillismo molto sciolto, di matrice una forma unica, quasi oratoriale, e che
dies per flauto e elettronica, Freude per molto germanica, che viene da Webern. si presta ad un teatro di visione, fatto di
due arpe, Uversa per corno di bassetto e È un modo di comporre però molto lon- situazioni interiori, di ‘azioni liriche’, di
elettronica, Natürliche Dauern per pia- tano dal mio, che ha sempre adottato fatti emozionali, senza un percorso nar-
15
noforte. Nel ciclo sono previsti poi quat- una scrittura fatta di linee, plurilineare. rativo”. A Milano Musica, il 27 ottobre,
tro nuovi lavori ispirati a Stockhausen Penso però che Stockhausen apparten- ci sarà poi un nuovo pezzo per orche-
e commissionati dal Festival a quattro ga a quei maestri dell’avanguardia che stra, affidato all’Orchestra Verdi, la Live
compositori italiani: Stefano Gervaso- hanno cambiato radicalmente l’idea di Symphony n. 5, dove Guarnieri riprende
ni, Adriano Guarnieri, Marco Stroppa suono, la sua qualità. Il suono dopo di l’idea di creare l’effetto del live electro-
e Fabio Nieder. Guarnieri ha scritto un loro non è più il suono otto-novecen- nics con i mezzi della grande orchestra
pezzo per flauto (solista Cecilia Vendra- tesco. Questo è un dato di fatto, che sinfonia: “Semmai è qui un riferimen-
sco) e live electronics, pensato come si usi il live electronics o no. Perfino to a Stockhausen. Perché si tratta di
una reinvenzione del melos flautistico: la vocalità non è più quella del primo una vera esplosione di materia, con i
“È la ricerca di una identità nuova, me- Novecento, che si ispirava ancora alla clangori degli ottoni e delle percussio-
lodica, orizzontale, derivata soprattutto vocalità del melodramma. Con loro è ni. È un unico grande movimento di
da alcuni autori del Novecento, come cambiato tutto, l’universo ‘sonologi- circa mezz’ora, una forma molto più
Maderna, che hanno sempre avuto la co’ è veramente mutato, e anche tut- ampia rispetto alle precedenti quattro
melodia come un riferimento. Questo te le novità che stanno venendo fuori sinfonie, strutturata per sequenze (c’è
melos viene poi filtrato, riverberato e oggi sono un’eredità di maestri come quella esplosiva, quella lirica, quella
spazializzato attraverso il live electro- Stockhausen”. polifonica, e anche un ricercare a otto
L’agenda di Adriano al centro del pezzo), proprio come in
Guarnieri è partico- un montaggio cinematografico. Sono
larmente fitta in que- masse di suono coagulate che si dis-
sto periodo. Dall’8 al solvono, un suono ‘plastico’, sinuoso,
10 settembre andrà in come una scultura sonora. ‘Live sym-
scena a Spoleto una phony’ significa che degli strumenti,
sua nuova opera da soprattutto gli ottoni gravi, vengono
camera, Fammi udire usati come dei tenor, in maniera cir-
la tua voce, per quat- colare, creando una spazialità simile a
tro voci e nove stru- quella del live electronics”. Infaticabi-
menti, basata su fram- le, Guarnieri è poi alle prese con la sua
menti tratti dal Cantico nona opera, Tenebra di luce, che andrà
dei Cantici: “Ho voluto in scena al prossimo Maggio Musica-
interpretare questo te- le, tratta da liriche di Rilke, ancora un
sto sul piano amoroso, esercizio di vocalità: “La voce è un fil
nel senso più ampio rouge di tutta la mia attività. Ma la mia
del termine. In scena musica gioca soprattutto sulle tensioni
ci saranno due cop- estreme, vuole essere come un pugno
pie di amanti. E dalla nello stomaco. Non amo molto gli sfre-
dimensione struggen- golii del pianissimo. Amo il suono in
te e affettiva del testo tutta la sua visceralità”.
promana una vocali- Gianluigi Mattietti
spectator RADIO/TV/SAT
di antonio garbisa
Previsioni
Scala Barocca
“Tamerlano” su Radio3 con i controtenori Bejun Mehta (ruolo del titolo) e Franco Fagioli
affiancati dal mezzosoprano Crebassa, il soprano Schiavo e Domingo come Bajazet
È
tra
sfida all’ul-
timo acuto
controte-
Handel allestita per la prima volta al
Piermarini con protagonista, nel ruolo
del titolo, lo statunitense Bejun Mehta
ton. L’opera, che racconta dell’amore
di Tamerlano per Asteria, figlia del
prigioniero imperatore ottomano Ba-
nori quella che (foto), classe 1968, qui al suo debut- jazet, vede impegnati il complesso ba-
si ascolta il 12 to scaligero. Al suo fianco nel ruolo rocco dell’Orchestra scaligera diretto
settembre alle di Andronico un altro controtenore da Diego Fasolis e il regista Davide
ore 20 sulle di fama, il 36enne argentino Franco Livermore che ambienta la vicenda
frequenze di Fagioli. La messinscena raduna però nell’ottobre 1917.
Rai Radio3. In altri interessanti cantanti della scena
diretta dal Te- barocca internazionale come il mezzo- Tamerlano di Handel
atro alla Scala soprano Marianne Crebassa ed il so- Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
di Milano viene prano Maria Grazia Schiavo, oltre alla Dir. Diego Fasolis. Regia di Davide Li-
trasmessa Ta- presenza della star evergreen Plácido vermore
merlano, l’ope- Domingo nei panni di Bajazet, ruolo in Milano, Teatro alla Scala, 12 settem-
ra in tre atti di cui ha debuttato nel 2008 a Washing- bre, ore 20, Rai Radio3
Bergman all’Opera
In streaming fino al 31 ottobre su theoperaplatform “Sinfonia d’autunno” diventa lirica
contemporanea su musica del finlandese Fagerlund e la von Otter nel ruolo di Charlotte
Rai Radio 3 Orchestra, vl Mutter, dir. Honeck dir. Brunt e Ames (Londra, Tate Relyea, dir. Oramo (Londra, Royal
nnn Concorso Pianistico (Londra, Royal Albert Hall; PROM Modern; Oper Ear Prom): 6 set., Albert Hall; PROM 75): 9 set., 20.15
PALINSESTO
Internazionale “Ferruccio Busoni”, 69): 4 set., 20.30 nnn Mazzoli, 23.15 nnn Dvorák, Smetana, nnn Liquid Stone Trio; Burnt Sugar
Serata finale; Orchestra Haydn, Bartók, Dvorák; BBC Symphony Beethoven; Orchestra del Teatro the Arkestra Chamber (Sant’Anna
dir. Volmer (Bolzano, Teatro Orchestra, pf Denk, dir. Canellakis Regio di Torino, dir. Noseda (Torino, Arresi; Ai Confini fra Sardegna e
Comunale): 1 set., 20.15 nnn (Londra, Royal Albert Hall; PROM Teatro Regio; MITO – Settembre Jazz): 10 set., 21.00 nnn Händel,
Rossini, L’occasione fa il ladro; dir. 70): 5 set., 20.30 nnn Stravinskij, Musica): 7 set., 21.00 nnn Wagner, Tamerlano; dir. Fasolis (Milano,
Gamba (Venezia, Teatro La Fenice): Britten, Prokofiev, Sostakovic; Beethoven, Rimskij-Korsakov; Teatro alla Scala – Stagione Lirica):
2 set., 19.00 nnn Clyne, Gershwin, London Philharmonic Orchestra, vl Mariinsky Theatre Orchestra di San 12 set., 20.00 nnn Beethoven, Grieg,
Dvorák, Ravel; Gustav Mahler Ibragimova, dir. Jurowski (Londra, Pietroburgo, dir. Gergiev (Bonn, Stravinskij; Orchestra Filarmonica
Jugendorchester, pf Thibaudet, dir. Royal Albert Hall; PROM 71): 6 set., World Conference Center; Festival di Torino, pf Montero, dir. Pretto
Metzmacher (Milano, Teatro alla 20.00 nnn Cunningham/Brunt, Beethoven): 8 set., 20.04 nnn Last (Torino, Conservatorio; MITO –
Scala; MITO – Settembre Musica): Lamb, Miller; London Contemporary Nights of the Prom; BBC Symphony Settembre Musica): 13 set., 21.00
3 set., 21.00 nnn Adams, Dvorák, Orchestra, Ensemble Exaudi, elettr. Orchestra, BBC Symphony Chorus, nnn Puccini, La bohème; dir.
Mahler; Pittsburgh Symphony Levi, vc Coates, perc. Constanzo, sol Crowe, Stremme, Rice, Johnson, Ciampa (Opera di Firenze; Maggio
FONDAZIONE DONIZETTI 2017
RADIO/TV/SAT spectator
La Tosca di Bieito
Instabilità politica, uso della
tortura e giochi di potere. Sono
questi gli elementi da cui è par-
tito il regista catalano Calixto
DONIZETTI
OPERA
Bieito per la sua messinscena
della pucciniana Tosca (foto)
alla Den Norske Opera di Oslo.
Da qui l’opera viene trasmessa
in diretta e gratuitamente il 1°
settembre, alle ore 19, sul sito
theoperaplatform.eu dove resterà visibile fino al 31 ottobre. Dal 22 novembre al 4 dicembre
Diretta sul podio da Karl-Heinz Steffens, ha per protagonisti
Svetlana Aksenova, Daniel Johansson e Claudio Sgura. A Bergamo il Festival internazionale
dedicato al grande compositore
AL 4 DICEMNRE
Tutto è nato da un album, “In War & Peace”,
inciso dal mezzosoprano Joyce DiDonato (foto)
all’indomani degli attacchi terroristici del 13
novembre 2015 a Parigi. Un progetto con arie
del Barocco inglese ed italiano, da Handel a
Purcell, da Gesualdo a Cavalieri, che è diventa-
to poi uno spettacolo che ha visto protagonista
la DiDonato nei maggiori teatri del mondo con
l’Ensemble Il Pomo d’Oro e la danza di Manuel
17
Palazzo. Su Arte, il 17 settembre, alle ore 12.30, Teatro Sociale Direttore Roberto Rizzi Brignoli
si assiste alla tappa spagnola al Gran Teatre 24, 26 novembre – 2 dicembre Regia Davide Ferrario
Orchestra e Coro Donizetti Opera
del Liceu di Barcellona. Il borgomastro Nuovo allestimento e produzione della
Fondazione Donizetti
di Saardam
Il “Sogno” di Britten
Musica di Gaetano Donizetti
libretto assieme a Peter Pears, A Midsummer Night’s Dre- Che originali! Nuovo allestimento e produzione della
Fondazione Donizetti
Musica di Giovanni Simone Mayr
am (foto) è opera liberamente tratta dall’omonimo lavoro
teatrale di Shakespeare. Il 19 Pigmalione
settembre, alle ore 20.30, la si Musica di Gaetano Donizetti
www.visitbergamo.net
viaggi musicali
di antonio garbisa
Forza Olanda
Alla Nationale Opera debutta
dal 9 settembre al 1° ottobre
una nuova messinscena della
Forza del destino di Verdi di-
retta da Michele Mariotti. Nel
cast Eva-Maria Westbroek,
Roberto Aronica, Franco Vas-
Un’altra stagione
sallo, Veronica Simeoni, Ales-
sandro Corbelli e Robert Lloy.
A settembre Amsterdam offre
di grandi concerti
pure due festival come il Klassiek op het Amstelveld,
che fa esibire con ingresso gratuito dal 15 al 17 cori,
19
tembre è anche tempo dell’Open House London che 04.10.17 ore 20.30
consente di visitare 750 edifici storici tra i più insoliti e
interessanti. Atmosfere già invernali e natalizie piom- Leif Ove Andsnes pianoforte
bano invece alla Royal Opera House con il nuovo alle- 26.10.17 ore 20.30
stimento della puccinia-
na Bohème che, dall’11 Orchestra della Svizzera italiana
settembre al 10 ottobre, Markus Poschner direttore
vede impegnate le voci Maria Bengtsson soprano
di Nicole Car, Michael 09.11.17 ore 20.30
Fabiano, Nadine Sierra,
Mariusz Kwiecien, Flo- Symphonieorchester
rian Sempey e Luca Tit- des Bayerischen Rundfunks
toto dirette sul podio da Mariss Jansons direttore
Antonio Pappano e con
la regia di Richard Jones.
Yefim Bronfman pianoforte
20.11.17 ore 20.30
e molti altri…
quando sul podio a diri-
gere sale Myung-Whun
Chung. In programma la
Lugano t’aspetta!
Sinfonia n. 5 di Mahler
preceduta dal Concerto
per pianoforte e orche-
stra op. 54 di Schumann,
solista András Schiff. Informazioni Biglietteria LAC
LuganoMusica e acquisto biglietti online
T +41 (0)58 866 42 85 T +41 (0)58 866 42 22
info@luganomusica.ch www.luganolac.ch
www.luganomusica.ch
2017-18
STAGIONE LIRICA
ANCONA / JESI
mantova
le lipsia
nagasaki
Città
siviglia della
Musica
ancona
ANCONA TEATRO DELLE MUSE 15^ STAGIONE LIRICA 2017 jesi
DESTINAZIONE SIVIGLIA
22-24 SETTEMBRE 13-15 OTTOBRE
Bach Haus
opera in un atto di Vincenzo De Vivo
nuovo allestimento Fondazione Pergolesi Spontini
in collaborazione con El Grito - Circo contemporaneo all’antica
prima rappresentazione assoluta
CARD
CAMPAGNA
ABBONAMENTI 2017
ENTE I
LA PRES E NON PUÒ ESSEMENTO DEGL
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NOME E @fpsjesi.co
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ERIA 206888 |
BIGLIETT g / 0731
ZIONI E lemuse.or ica, 9, 60035
JESI (AN)
INFORMA @teatrodel
S
ettembre è il mese nel quale quasi tutti i festival quelli che dicono che la Bartoli non si sente;
sono finiti e quasi nessuna stagione è iniziata. la Bartoli che canta Cimarosa nello spot della Conad;
Ideale, quindi, per un elenco di buoni propositi. i cavalli di Pizzi davanti all’Opera di Firenze;
Visto però che nel foyer, com’è noto, siamo cattivis- i cavalli di Pizzi in qualsiasi regia di Pizzi;
simi, non elenchiamo quel che vorremmo vedere e/o la signora Daniela Javarone alla prima della Scala
sentire nei teatri, ma quel che NON vorremmo. (memo: presidentessa degli Amici
Sapendo già che, in alcuni casi, saremo delusi (e
precisando che, in altri, non è che quel che indi-
“Sappiamo già che, della Lirica - pure! -, disse in tivù che
il libretto del Fidelio l’aveva scritto
chiamo non ci piaccia, è che l’abbiamo sentito
e/o visto troppo):
in alcuni casi, saremo Goethe in collaborazione con Boito);
i servizi dei giornali su come sono ca-
La Bohème di Zeffirelli alla Scala;
La traviata di Carsen alla Fenice;
delusi, e in altri, non è rini gli under 30 che vanno alla primi-
na della Scala;
le regie d’opera affidate a chi nella vita fa un altro che quel che indichiamo le giacche di Yusif Eyvazov;
mestiere; il look etnico di Angela Gheorghiu
i daccapo delle cabalette tagliati; non ci piaccia, è che quando esce nei concerti per cantare
le seconde strofe delle arie tagliate; pezzi folk romeni;
Leo Nucci che canta Rigoletto, l’abbiamo sentito e/o qualsiasi fidanzata di Roberto Alagna,
21
Andrea Bocelli che canta qualsiasi opera; specie se canta;
i duetti d’amore cantati da tenore e soprano che visto troppo” i punkabbestia davanti al teatro Co-
guardano entrambi verso il pubblico mentre lui munale di Bologna;
cinge lei sulle spalle; Mozart “carino”;
le entrate dei rozzi militari (tipo Rodrigo nella Donna Rossini “re dell’allegria”;
del lago o Ernesto nel Pirata) che abbracciano-danno Verdi che pianse e amò per tutti;
pacche-scambiano il cinque con il coro che l’ha ap- Wagner che fa venire voglia di invadere la Polonia;
pena acclamato; la definizione di “contemporaneo” applicata alle ope-
qualsiasi regia di Martin Kusej; re di Sostakovic, Britten e Janácek;
le vecchie che scartocciano caramelle; il direttore di Classic Voice, Andrea Estero, che arriva
i vecchi che scatarrano; a teatro esattamente due minuti prima che inizi lo
i giovani che si fanno il loro blog avendo visto dieci spettacolo, mai né in anticipo né in ritardo;
recite in tutta la vita; quelli che non riescono a trovare il loro posto in pla-
gli uffici stampa che danno accrediti ai giovani che tea;
si fanno etc... quelli che non capiscono come funziona il display
i turisti che si fanno i selfie alla Scala; della Scala;
gli spettatori che fanno foto durante la recita, con quelli che lo capiscono e lo spiegano al vicino a recita
flash o senza, alla Scala o altrove; iniziata;
i ristoranti che non fanno il dopoteatro; il tipo che all’Arena chiamava “Abighail” l’Abigaille
i concorsi di canto a pagamento; del Nabucco;
i bagarini fuori dalla biglietteria della Scala; “ottima l’orchestrazione del direttore Tizio”
le commemorazioni di Pavarotti con i cantanti pop; “ottima la coreografia del regista Caio”;
il ministro Franceschini; “ottima la sceneggiatura dello scenografo Sempro-
quelli che scrivono “la soprano”; nio”;
qualsiasi libro, sceneggiato, opu-
scolo, articolo, film sulle vicende
sentimentali della Callas;
i libri dei cantanti;
i libri sui cantanti;
quelli che vogliono gli spettacolo-
ni “di una volta” con scenografie e
costumoni lussuosissimi e poi di-
cono che i teatri costano troppo;
quelli che non gli va mai bene
niente;
quelli a cui va sempre benissimo
tutto.
MITI
di Mauro Balestrazzi
ph Decca Terry O’Neill
Le
La voce del
TENORE
iniziative
Oltre ai 95 cd
contenenti le
opere complete
incise da
Pavarotti, la
Decca annuncia
anche l’uscita in
14 dvd di
Quarantotto opere complete, 39 titoli di 13
Pavarotti At
The Met (dal 13
compositori. A dieci anni dalla scomparsa, la
ottobre). A New Decca onora il ricordo di Luciano Pavarotti con un
York, il tenore
ha debuttato nel cofanetto che riassume la sua vera eredità artistica. E
1968 e nel 2004
ha dato l’addio da cui emergono predilezioni, idiosincrasie, rifiuti.
alle scene: si
può ben dire Oltre che un singolare modo di scegliere i ruoli
che quel teatro
sia stato per 36
anni la sua casa,
come attestano
le 379 recite
A 23
tenute davanti a dieci anni dalla scomparsa di Luciano Pava-
quel pubblico. rotti (1935-2007), possiamo capire meglio quel
Per dare un’idea: desiderio da lui espresso poco prima di morire,
alla Scala, al quasi un disperato testamento spirituale, di es-
secondo posto sere ricordato “come un tenore d’opera”. Anche se nes-
nella graduatoria sun tenore ha mai raggiunto la sua popolarità, Pavarotti
dei teatri da lui era evidentemente consapevole di aver subito nel tempo
più frequentati, una trasformazione irreversibile: il personaggio mediatico
le presenze aveva finito per fagocitare l’artista, lasciandolo in disparte,
sono state 140. fuori dalla scena. E del resto, se oggi qualcuno volesse ca-
La seconda pire chi è stato Pavarotti consultando la fonte più ufficiale,
iniziativa, vale a dire il sito della “Luciano Pavarotti Foundation”, non
programmata troverebbe molti dettagli sugli anni della sua affermazione
per l’inizio del nei più importanti teatri di tutto il mondo. In compenso,
prossimo anno, non avrebbe difficoltà a documentarsi su Pavarotti nelle
è “The Complete arene, sui Tre tenori, su Pavarotti & Friends...
Recitals”, un A rendere omaggio al “tenore d’opera” ci pensa la Decca,
altro cofanetto di la casa discografica a cui Pavarotti è stato legato per 40
30 cd contenente anni, riunendo in un cofanetto di 95 cd (+ 6 Blu-ray) tutte
tutti i recital le sue incisioni operistiche: “The Complete Opera Recor-
incisi dal tenore, dings” è il titolo della raccolta (uscita il 13 ottobre). C’è
comprese le anche il Rodolfo debuttante nel 1961, all’età di 26 anni,
prime incisioni in quella Bohème che sarebbe poi diventata il suo titolo
assolute: tre arie di maggior successo. È il caso di ricordare che, quando
da Rigoletto, Pavarotti si presentò per la prima volta su un palcosceni-
una da Bohème co, erano ancora attivi tenori come Carlo Bergonzi, Franco
e una da Tosca Corelli, Giuseppe Di Stefano, Mario Del Monaco, Gianni
registrate nel Raimondi, Gianni Poggi, Gianfranco Cecchele, Bruno Pre-
1964 a Londra vedi, Luigi Alva, Giacomo Aragall, Alfredo Kraus, Nicolai
con l’orchestra Gedda, solo per limitarsi ai più celebrati: per un giovane
del Covent che ambiva a farsi strada nel mondo del melodramma, una
Garden. I 12 concorrenza agguerritissima con cui confrontarsi e tra cui
recital in studio cercare di trovare spazio. Pavarotti ci riuscì con incredibi-
già pubblicati, le rapidità, come certificava un trafiletto del “Corriere del-
saranno invece la sera” del 24 settembre 1963: una breve corrispondenza
riediti in lp (dal dall’Inghilterra su una colonna, con un titolino su due ri-
17 novembre). ghe che diceva “Scoperto a Londra tenore italiano”. Quel
tenore era naturalmente Pavarotti. Era successo che Di
MITI
25
Cavalleria rusticana: Turiddu (1976) solo in (5) fra i soprani, Leo Nucci (7) e Sherril Milnes (6)
disco fra i baritoni. Fra i direttori d’orchestra il primato
MASSENET appartiene a Richard Bonynge, direttore di 13 titoli
Manon: il Cavaliere Des Grieux (1969) contro i 7 di James Levine. Altra curiosità: essen-
MOZART do presenti alcuni doppioni di titoli, si può mettere
Idomeneo: Idamante (1964) e Idomeneo a confronto il Duca di Mantova del 1985 (diretto-
(1982) re Bonynge) con quello del 1989 (Chailly) e quello
PEROSI del 1998 (Levine); oppure il Rodolfo dell’esordio nel
Il Natale del Redentore: l’Angelo (1962) 1961 con quello del 1987 diretto da Karajan.
PONCHIELLI Ripassando l’elenco dei ruoli interpretati, può sem-
La Gioconda: Enzo Grimaldo (1979) brare sorprendente che Pavarotti abbia eseguito
PUCCINI in pubblico opere come l’Otello verdiano, Pagliac-
La Bohème: Rodolfo (1961) ci o Andrea Chénier (naturalmente tutte presenti
Madama Butterfly: B.F. Pinkerton (1963) nella raccolta) e non abbia mai voluto affrontare,
Tosca: Mario Cavaradossi (1976) neanche in sala d’incisione, titoli probabilmen-
Turandot: il principe Calaf (1977) te più adatti alla sua vocalità come il Werther di
Manon Lescaut: Des Grieux (1992) solo in Massenet. A proposito del quale, disse ironicamen-
disco te una volta: “Non so cosa darei per quest’opera.
ROSSINI Ma come potrei io, con tutta questa ciccia, met-
Stabat Mater (1967) termi nei panni di un eroe così sottile ed estenua-
Petit Messe Solennelle (1977) to, consunto d’amore?”. E per quanto riguarda la
Guglielmo Tell: Arnoldo (1979) solo in disco scelta dei ruoli, nella sua autobiografia (pubblicata
STRAUSS nel 1981) chiarì anche questo aspetto: “Quando un
Der Rosenkavalier: Ein Sänger (1976) cantante è arrivato a un punto della carriera in cui
VERDI può scegliere tra una vasta gamma di parti, la sua
Rigoletto: Duca di Mantova (1961) decisione è influenzata da considerazioni diverse
La traviata: Alfredo (1961) da quelle puramente musicali. Per esempio, è mol-
Messa di Requiem (1967) to più interessante cantare una parte in cui sei al
I Lombardi alla prima Crociata: Oronte (1969) centro dell’azione drammatica, piuttosto che in di-
Macbeth: Macduff (1970) solo in disco sparte”. Sui ruoli apparentemente troppo duri, ag-
Un ballo in maschera: Riccardo (1971) giunse: “È qui dove io sono più temerario. Io tendo
Luisa Miller: Rodolfo (1974) molto a buttarmi in acqua per vedere se sto a galla
Il trovatore: Manrico (1975) o se affogo. Spesso si fanno più progressi in po-
Aida: Radames (1981) che ore accettando una sfida di questo genere che
Ernani: Ernani (1983) in anni di lavoro nel sicuro santuario dello studio
Otello: Otello (1991) dell’insegnante”. Anche questo era Pavarotti. Con
Don Carlo: Don Carlo (1992) quella meravigliosa voce che la natura gli aveva
dato, tutto gli era concesso. p
MITI
Scacco al RE
L
a prima fase è quella dello studio e presto, nel 1965, debuttando nella Bohème
dell’apprendimento, fino alla messa zeffirelliana, allora appena nata, con la dire-
a punto dei ruoli interpretati, con la zione di Herbert von Karajan. Il quale aveva
conquista dei pubblici dei teatri più voluto a tutti i costi quel ragazzone sentito a
Ascesa e importanti e la consacrazione a “re del do Mosca, due anni prima, in un concerto con
declino di Big di petto”: lo strepitoso successo ottenuto al
Met con La fille du régiment nel 1972 può
alcuni giovani allievi della Scala. Quando il
teatro scattò in un fragoroso applauso, dopo
Luciano in essere considerato come il momento culmi-
nante di questo periodo. Da sottolineare l’in-
la “gelida manina”, Karajan posò la bacchet-
ta e si unì al pubblico, battendo a lungo le
quattro fasi. telligenza con cui il tenore, agl’inizi del suo
percorso, non si lasciò tentare da suggestive
mani all’indirizzo di Pavarotti.
La seconda fase è quella del consolidamen-
Dallo strepitoso ma pericolose scorciatoie. Dopo una curiosa to del successo, della scoperta di nuovi per-
audizione milanese a cui si era presentato in sonaggi (soprattutto nel repertorio verdia-
successo del pantaloncini corti e zoccoli, perché convo- no), di nuove incisioni. È il punto più alto
cato d’urgenza mentre se ne stava a prende- dell’ascesa di Pavarotti, sancita nel 1979
Met ai fischi re il sole vicino a Modena, in riva al Secchia, da due trionfi consecutivi alla Scala, prima
della Scala. Francesco Siciliani gli propose di debuttare
alla Scala ne I puritani o in Guglielmo Tell.
ne L’elisir d’amore (“La Scala in delirio per
la lacrima di Pavarotti”, titolò il “Corriere
In mezzo una Pavarotti ringraziò, ma rispose molto giu-
diziosamente che non si sentiva pronto per
della sera”), poi in una nuova edizione di
Bohème, stavolta diretta da Carlos Kleiber.
serie di scelte quei titoli e che per il momento avrebbe con- Quest’ultimo, che non concedeva interviste
tinuato la sua carriera fuori dal teatro milane- e che non parlava mai con i giornali, fece
sbagliate se. Dove, peraltro, arrivò ugualmente molto un’eccezione prendendo la penna per il
ph Decca
I TRIONFI I TONFI
DATA TEATRO TITOLO AUTORE RUOLO DIRETTORE DATA TEATRO TITOLO
1966, 2 giugno ROH Londra La fille du Donizetti Tonio Richard 1983, 15 marzo Scala Lucia di
régiment Bonynge Milano Lammermoor
1969, 18 marzo Comunale I puritani Bellini Arturo Ino Savini 1991, 8 aprile Chicago Otello
Bologna Auditorium
1972 17 febbraio Met New La fille du Donizetti Tonio Richard 1992, 7 dicembre Scala Don Carlo
York régiment Bonynge Milano
1979, 13 febbraio Scala L’elisir Donizetti Nemorino Reynald 1995, 8 Met New La fille du
Milano d’amore Giovaninetti novembre York régiment
1979, 22 marzo Scala La Puccini Rodolfo Carlos Kleiber 1997, 30 gennaio Met New Un ballo in
Milano Bohème York maschera
suo Rodolfo e lasciando una preziosa
e suggestiva testimonianza: “Quando
Luciano Pavarotti canta, il sole si alza
sul mondo”.
Terza fase. A partire dagli anni 80, per
il “tenore d’opera” cominciarono le
distrazioni sollecitate da una popola-
rità sempre più invadente: le parate,
l’autobiografia, il film, i concerti da
tournée che prendevano il posto delle
69° CONCORSO
recite teatrali. Ci furono naturalmen-
te ancora tanti momenti da ricordare,
come l’ultima Tosca diretta da Kara-
ASLICO
jan a Salisburgo o il Ballo con Abbado
a Vienna, ma anche qualche segnale PER GIOVANI
d’allarme, come i fischi del loggione
per la Lucia scaligera dell’83. Studia- CANTANTI LIRICI
re nuovi ruoli, affrontare prove per
lui stressanti e poi un numero più o COMO, TEATRO SOCIALE
meno lungo di recite diventò sempre 4-7 GENNAIO 2018
più faticoso.
L’ultima fase è quella triste del decli-
no, della trasformazione definitiva in
FALSTAFF
un personaggio mediatico che non si
adatta più alle complicazioni del me-
lodramma e privilegia i concerti aperti
anche alle stelle del rock e della mu-
sica leggera. Il pubblico dimentica in
fretta, può essere anche impietoso, e
il “tenore d’opera” lo capì ancora alla
IL VIAGGIO
27
Scala, nel Don Carlo della serata inau-
A REIMS
gurale della stagione 1992-93, quando
una stecca gli valse i fischi e i buu del
pubblico: che lui accettò con grande
signorilità, restando a capo chino e fa- Verona
cendo un passo indietro mentre gli al- contro
tri interpreti si presentavano alla ribal- Modena
ta. Tale fu il clamore di quella stecca
che, con gli articoli che ne seguirono
sui giornali, si sarebbe potuto scrive-
Il tenore
televisivo
CARMEN
re un libro. Cominciarono i forfait, le contrapposto a Opera domani
rinunce improvvise (a Vienna nel 1996 quello “vero”. A
dissero che non l’avrebbero più chia- dieci anni esatti
mato perché gli annullamenti avevano dalla scomparsa
superato il limite) e anche al Met, il suo la doppia identità
regno, arrivarono le prime contestazio- di Pavarotti torna Concorso EMERGENTI (internazionale)
ni. Dopo un recital in cui il pianista ac- a manifestarsi Festival Como Città della musica
compagnatore, il fido Leone Magiera, perfino nelle Pocket Opera, Concerti lirico-sinfonici
aveva dovuto fare anche da suggerito- parallele
re, imbeccandolo perché non ricordava celebrazioni: la Opera Education
le parole, il New York Times scrisse che prima - ricca,
“Pavarotti era spudoratamente impre- pop, mediatica, Scoprire nuove voci liriche,
parato”. M.B. in diretta Rai1
- all’Arena di
formare i cantanti del futuro
Verona il 6 per il loro debutto nei teatri
settembre, di tradizione di OperaLombardia
giorno della
AUTORE RUOLO DIRETTORE scomparsa; la
Donizetti Edgardo Peter Maag seconda la sera
prima nella sua
Verdi Otello Georg Solti Modena che Scadenza iscrizioni: 13 novembre 2017
lo ricorda con Bando disponibile su
Verdi Don Carlo Riccardo Muti un Requiem di
Verdi diretto dal
Donizetti
Verdi
Tonio
Riccardo
Edoardo
Muller
James Levine
suo pianista e
maestro Leone
Magiera.
ASLICO.ORG
Informazioni:
concorsoaslico@aslico.org
Confronti
di Luca Baccolini
L’IPAD
magico
P
er dialogare con Tan Dun, atteso il 30 set-
tembre alla Biennale Musica di Venezia
per ritirare il Leone d’oro alla carriera,
occorre agilità. Il compositore della In-
ternet Symphony commissionata da Google-
Youtube ama anche citare Leonardo (“se vuoi
conoscere il segreto degli uccelli, impara a
conoscere prima il vento”), si descrive come
uno sciamano e mette nella sua Passacaglia
Secret of wind and birds (una delle tre novi-
tà italiane presentate a Venezia) i suoni degli
animali campionati con lo smartphone. Più
che l’uomo delle contraddizioni - nato po-
vero sessant’anni fa, cresciuto nei campi di
lavoro maoisti, ora è una star divisa tra New
York e Shanghai - Tan Dun è l’artista delle
fusioni. Sul suo tavolo da ping-pong, dove
dice di comporre tutto ciò che ascoltiamo
di lui, Oriente e Occidente giocano i loro
scambi velocissimi. E un vincitore non
c’è. Perché su quel tavolo verde, meta-
fora della tenacia cinese che risponde
punto su punto, Tan Dun annulla anche
le scansioni cronologiche con cui la cul-
tura occidentale da sempre ordina la sua
storia. Il prima e il dopo non esistono, “ci
sono le radici e il nostro modo di dar loro una
voce nel presente”.
Le sue radici, per esempio, quali sono?
“Sono nato in una zona rurale della regione di Hunan, nel
sud-est della Cina, dove sopravviveva una cultura sciama-
nica millenaria, trasmessa oralmente attraverso i rituali. Da
bambino assistevo alla danza dei fuochi taoisti, in cui si man-
giava il fuoco e vi si danzava attorno, emettendo canti po-
tenti, senza parole, atonali, ma non in senso schoenbergiano.
Erano piuttosto una vera lingua. Il loro tratto distintivo sono
le sillabe vuote, che non hanno significato in sé, ma cambia-
no il senso della parola che le segue a seconda del timbro o
dell’espressione drammatica. Un concetto molto teatrale”.
È da lì che è nata la sua idea di teatro orchestrale e di
orchestra teatrale?
“Senza dubbio fu ricordando quelle esperienze che cominciai
a cercare un’unità tra la performance artistica e il pubblico.
Iniziai allora a concepire l’orchestra come un medium dram-
matico, e non come un oggetto dato, un insieme chiuso di
strumenti chiamati a eseguire una partitura”.
In cosa difetta la visione che l’Occidente ha di pub- BIENNALE Cresciuto nelle campagne
blico e orchestra? ORIENTALE
“Nei concerti di oggi sembra scontato separare i ruoli cinesi dove sopravviveva
tra ascoltatori ed esecutori, l’orchestra da una parte, il
pubblico dall’altra. In realtà questo isolamento è comin-
L’Oriente
musicale
una cultura sciamanica, Tan
ciato solo poche centinaia di anni fa, mentre la storia
ci dice che la musica è stata per millenni parte di una
contemporaneo
è alla Biennale
Dun porta il suo incrocio
vita spirituale partecipata, di riti condivisi. Un concetto musica, che compositivo di Oriente e
antico come l’uomo”. apre il 29
E il compositore che accetta queste premesse chi settembre con Occidente alla Biennale
diventa? E soprattutto come lavora? Inori, preghiera
“Io su un tavolo da ping-pong. A dir la verità, io ho sempre interreligiosa di di Venezia dove riceverà
Stockhausen.
cercato di essere come Béla Bartók, creando paesaggi del
futuro partendo dalle radici. Però non per questo mi con- Il 1° ottobre il Leone d’Oro. Tra natura,
sidero un archeologo. Tutti i materiali audiovisivi che ho
raccolto per il mio Concerto per arpa, Nu Shu: The Secret
l’atteso
accostamento
tradizioni e tecnologia
Songs of Women, potrebbero essere dati ai musei per mo- tra Unsuk Chin
strare il primo movimento femminista, la storia del matri- (1961) e Isang
monio e della famiglia. La rivisitazione di questo passato Yun (1917- come un’entità non solo proiettata in
può dare un significato sonoro al futuro. Il mio lavoro, in 1995), il 7 il avanti, ma al servizio della tradizione e
altre parole, è mettere un ponte invisibile tra il presente ritratto di Toshio del passato, per riportare in vita suoni
e il passato, tra le radici e gli anni a venire. Ho lasciato Hosokawa fra che credevamo perduti”.
la provincia della Cina molto tempo fa, ma so che quella zen e simbolismo Ad esempio?
terra mi ha dato tutto. E ora tocca a me restituire. In che naturale e “In The Map, la Boston Symphony e
modo? Mettendo nell’orchestra tutto quello che ho appre- l’accostamento Yo-Yo Ma suonano in una sorta di vi-
so. Come fece Bartók”. di autori cresciuti deo-concerto. Avevo registrato decine
Cosa significa essere compositori in Cina ed esser- durante la di canti indigeni primitivi, per combi-
lo nel mondo occidentale? Rivoluzione narli con l’esecuzione live dell’orche-
“La mia vita si divide a metà, prima e dopo il mio arri- culturale con la stra e del violoncello. In questo modo,
vo a New York negli anni Ottanta. In Cina ho studia- generazione dei la musica di migliaia di anni fa si è
29
to solo all’orientale, in America ho conosciuto tutte giapponesi Malika unita a quella di oggi. Un fatto che non
le correnti della musica occidentale. Non posso né Kishino (1971) era mai accaduto e che senza tecnolo-
fisicamente né mentalmente separare questi due e Dai Fujikura gia non avrebbe mai avuto luogo”.
aspetti della mia vita. Fanno parte di una memo- (1977), Leone In quale stato di salute si trova la
ria unica, perciò non saprei dire se esista in me d’argento 2017. musica in Occidente?
oggi una prevalenza dell’uno o dell’altro mondo. Autori che “hanno “Questa è la miglior epoca possibile
Chiaro, non sono l’unico compositore a essere un rapporto di per la musica classica. Guardiamoci in-
in questa condizione. L’Est e l’Ovest sono pola- frequentazione se dietro: qualcuno può dire di aver avuto
rità che servono a tutti, per allargare lo spettro non addirittura possibilità superiori a quelle attuali? I
della sensibilità”. di coniugazione giovani di oggi, che siano alla Juilliard
In quale clima si trovò a studiare dopo la con l’Occidente”, o alla Royal Academy, sono fortunati:
Rivoluzione culturale? dice il direttore possono imparare tutto, se vogliono,
“Dopo la morte di Mao la Cina aprì gradualmen- artistico Ivan sono incoraggiati a viaggiare, hanno
te alle orchestre americane. Io mi trovai a studiare Fedele. uno spirito fresco e la loro creatività
al Conservatorio Centrale di Pechino (fu uno dei pri- può, sempre che lo vogliano, valicare
mi trenta selezionati tra migliaia di richieste, nda) con tutti i confini e le profondità che desi-
figure del calibro di Toru Takemitsu. Mi apparve come L’opera di
derano. E nel futuro le cose andranno
l’immagine di uno sciamano, perché mi permise di viag- Marco Biscardi
sempre meglio, perché gli artisti capi-
giare liberamente tra passato e futuro, in un’unica grande “Libretti 2.0”
ranno quanto le tecnologie andranno
contemporaneità”. in aiuto del loro ingegno”. p
(2017)
Lei è il compositore degli elementi puri trasformati
in strumenti: l’acqua, la carta, la pietra. Come en-
tra la tecnologia nel suo lavoro?
“La tecnologia è il mezzo magico che ci permette di ritor-
nare alla tradizione. Se c’è un contributo che può dare un
compositore orientale alla musica, di sicuro passa da qui.
Dobbiamo abbracciare la sfida tecnologica nella musica.
Non perché gli smartphone o gli iPad ci facciano fare per
forza cose nuove, ma per la ragione opposta: perché ci met-
tono più profondamente in contatto col passato. A patto di
non diventarne schiavi. Sembrerà strano, ma la tecnologia
ha un enorme potenziale sciamanico”.
Nella musica occidentale, invece, l’avvento della
tecnologia è quasi sempre stato sinonimo di avan-
guardia, di futuro, di novità. Spesso di sprezzo per
la tradizione.
“Questo perché per natura tendiamo sempre all’inusua-
le. Ma potremmo cominciare a considerare la tecnologia
Autori
di Elvio Giudici la progressione “melodica” di una sola voce. L’assenza di
Gli accordi, la polifonia IL LIBRO una qualunque melodia nel senso usuale è però soltanto
un caso-limite. Esso - e ciò che ne consegue dal punto di
bachiana, la melodia La Sociologia
della musica
vista musicale - non trova analogie né nella musica dei po-
poli non occidentali, né nel passato prima del Settecento.
accompagnata esistono (1921) di Le nazioni dell’Oriente e dell’Estremo Oriente, e precisa-
Max Weber mente quelle con una musica d’arte sviluppata, conosco-
solo in Occidente. Perché? è un’opera no senza dubbio la sovrapposizione di più suoni. Inoltre,
incompiuta come si è già detto prima, sembra che almeno la triade
Se lo chiede il più grande scritta tra il maggiore sia per lo più considerata “bella” anche da popoli
1912 e il 1913.
sociologo della modernità. Invece che sui
la cui musica è priva di qualsiasi tonalità del nostro tipo,
oppure, come presso gli abitanti del Siam, poggia su di un
Il suo capitale saggio sulla temi classici
della sociologia
fondamento totalmente diverso. Ma questi popoli non solo
interpretano l’accordo in senso non armonico, ma per di
musica esce in italiano per musicale, si
concentra
più lo gustano non come un accordo del nostro tipo, ben-
sì come una combinazione di intervalli che essi vogliono
il Saggiatore sulle ragioni sentire come singoli e che perciò suonano di preferenza
antropologiche “arpeggiando”, quindi nel modo in cui tale combinazione
e “profonde” risuona spontaneamente sull’arpa e sugli antichi strumen-
Di Max Weber del linguaggio ti a corde pizzicate. In questa forma l’accordo è antichissi-
musicale. Esce mo presso tutti i popoli che hanno strumenti a più corde;
Q
ui definiamo una musi- questo mese per ancora con il perfezionamento del pianoforte nel corso del
ca “polivocale”, anche nel il Saggiatore, Settecento uno degli effetti ricercati e apprezzati era pro-
senso più ampio, soltanto dalla cui edizione prio la bellezza sonora degli accordi arpeggiati, usuali nel
quando le diverse voci non anticipiamo uno liuto. Successioni di accordi di due o tre note sull’arpa si
procedono esclusivamente all’uni- stralcio. trovano già, per esempio, tra l’avvicendarsi dei soli e delle
sono o all’ottava le une in
rapporto alle altre. È una
prerogativa essenzialmen-
te occidentale. Quasi tutte
le musiche infatti conosco-
no l’unisono di strumenti e
di voci, e anche l’antichità
lo conosceva. Ugualmente,
l’accompagnamento delle
voci all’ottava (voci di uo-
mini, donne e bambini) è
naturalmente un fenomeno
ampiamente diffuso, comu-
ne anche nell’antichità. A
quanto pare l’ottava è sen-
tita dappertutto, ovunque
essa compaia, come “iden-
tità su un altro grado”. Nel
senso più ampio la musica
polivocale può assumere
caratteri diversi, tra i quali
vi sono naturalmente tut-
ti i tipi di ibridazione, che
però nei casi-limite sono
nettamente differenti e
anche storicamente risal-
gono a radici diverse già in
musiche molto primitive.
Anzitutto si deve parlare
della moderna “polisonori-
tà” dell’armonia di accordi
Occidentalis
– come si dovrebbe dire,
rigorosamente parlando,
invece di “polivocalità”.
Infatti le progressioni di
accordi non sono affatto da
FORMA
interpretarsi necessaria-
mente come una pluralità
di “voci” distinte che pro-
cedano insieme. Esse, al
contrario, non comportano
necessariamente neppure
DISPOSITIVI MERAVIGLIOSI
_
REGGIO EMILIA 15 SETTEMBRE / 12 NOVEMBRE 2017
festival
festival Aperto
nona edizione 2017 musica danza arti contemporaneo www.iteatri.re.it
15/09 GREGORY PORTER & BAND concerto | 17/09 COMPAGNIE LAPSUS circo / 22 + 23 + 24/09 PREMIO GD’A danza 23/09 NEDERLANDS
DANS THEATER 2 danza \ 24/09 > 8/10 GABRIELE AMADORI mostra | 24/09 DUO RABBIA-BATTAGLIA concerto / 29/09 + 1/10 “HAYE”: LE
PAROLE LA NOTTE opera 30/09 QUARTETTO MIRUS concerto \ 30/09 BALLET DE L’OPÉRA DE LYON danza | 8/10 DADA MASILO danza /
9/10 SIMONE BENEVENTI concerto 13/10 OLIVIER DUBOIS danza \ 14/10 ENSEMBLE ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA concerto | 15/10
> 5/11 YUVAL AVITAL installazione / 21/10 DIRECTION UNDER 30. Mutuo soccorso teatrale 21/10 ART ENSEMBLE OF CHICAGO concerto \
23/10 DIVERTIMENTO ENSEMBLE concerto | 26/10 MARC RIBOT & THE YOUNG PHILADELPHIANS concerto / 28/10 L’USIGNOLO concerto
31/10 > 5/11 PROGETTO SABURO TESHIGAWARA danza \ 4/11 SILENT concerto | 6/11 TEMPO REALE concerto / 8/11 OFFLINE concerto/danza 10/11
ATERBALLETTO danza \ 11/11 DUO ARCIULI-REBAUDENGO concerto | 12/11 BESTIE DI SCENA teatro
31
foto di Mario Carbone | art: studiocaucaso.com
partner tecnico
Autori
parti corali nelle interessanti recitazioni semidrammatiche Per essi l’ultima parola sull’accordo,
delle leggende dei bantu, raccolte da padre Henri Trilles, L’AUTORE ma anche su ogni uso simultaneo del-
senza però che le successioni di accordi (molto semplici) le consonanze nella musica, rimase ἡ
abbiano nulla a che fare con le nostre progressioni armo- Max Weber συμφϖνία οὐκ ἔχει ἦϑος; ciò signifi-
niche. Nella maggior parte dei casi esse confluiscono di (Erfurt, 21 aprile ca – come prova un altro passo dello
nuovo all’unisono, o altrimenti in taluni casi concludono 1864 – Monaco Pseudo-Aristotele – che gli accordi
anche su forti dissonanze (per esempio il tritono, se la tra- di Baviera, 14 di consonanze (che erano già noti
scrizione è corretta). Ciò a cui si aspira è essenzialmente giugno 1920, dall’accordatura degli strumenti) sono
la pienezza sonora. foto in basso) gradevoli all’orecchio, ma non hanno
Un caso-limite opposto è rappresentato da quella polivo- è considerato alcun significato musicale. […]
calità che viene tecnicamente definita “polifonia” e che ha uno dei padri Alla “polifonia” intesa in senso tec-
trovato la sua tipologia conseguente nel “contrappunto”: fondatori nico e alla pura musica armonica
più voci sovrapposte, considerate del tutto eguali, proce- della moderna di accordi si aggiunge, come terzo
dono insieme e sono armonicamente collegate le une alle sociologia. caso-limite della musica polivocale,
altre, in modo tale che la condotta dell’una tenga conto del- Larga parte la musica armonica omofonica, vale
la condotta dell’altra e sia quindi assoggettata a determi- del suo lavoro a dire la subordinazione dell’intero
nate regole. Queste regole nella moderna polifonia sono in di pensatore edificio sonoro a una voce portatri-
parte semplicemente quelle dell’armonia di accordi, in par- e studioso ce della melodia in funzione di “ac-
te derivano (detto in termini quanto più possibile generali) riguarda la compagnamento”, “completamento
dallo scopo artistico: avere una condotta delle voci tale che razionalizzazione “ o “interpretazione” nelle forme più
ognuna persegua autonomamente la sua ragione melodica, nell’ambito diverse che tali relazioni possono
ma che l’insieme conservi in questo processo, laddove pos- della sociologia assumere. Gli stadi primitivi di que-
sibile, una rigorosa unità musicale (tonale). […] della religione e sta tipologia si trovano diffusi in una
La polifonia in questo senso, e specialmente il contrappun- della sociologia molteplicità di forme in tutto il mon-
to, è nota all’Occidente in forma consapevole altamente politica, ma do, ma, a quanto sembra, in nessun
elaborata, malgrado gli sviluppi precedenti, soltanto a par- anche il campo posto così ampiamente sviluppati
tire dal secolo XV e ha trovato in Bach il suo compimento dell’economia. come in Occidente già nel secolo XIV
più alto. Nessun’altra epoca e cultura la conosce, neppure La sua opera più (in Italia). Nella musica occidentale
i greci – come ha creduto Westphal sulla base di un’errata famosa è L’etica solo al principio del secolo xvii essa
interpretazione delle fonti – presso i quali anzi, per quanto protestante e si è trasformata consapevolmente in
è noto finora, mancano totalmente persino i livelli più pri- lo spirito del stile musicale e precisamente di nuo-
mitivi di polifonia, che si riscontrano presso i più diversi capitalismo. vo in primo luogo in Italia, all’epoca
popoli della terra in modo del tutto simile all’Occidente. Weber sosteneva soprattutto nell’opera. […] Non si
che la religione può per il momento, e forse per molto
fosse una delle tempo ancora, dare una risposta uni-
ragioni non voca alla domanda: perché in alcuni
esclusive per luoghi della terra è comparsa la mu-
cui le culture sica polivocale e in altri no? Il tempo
dell’Occidente diverso adeguato agli strumenti usati
e dell’Oriente si nella loro relazione reciproca e in rap-
sono sviluppate porto con la voce, i suoni tenuti degli
in maniera strumenti a fiato in rapporto a quelli
diversa, e pizzicati degli strumenti a corda, nel
sottolineava canto alternato il far risuonare o il te-
l’importanza di nere i suoni finali quasi sempre pro-
alcune particolari lungati di una voce in concomitanza
caratteristiche del con l’entrata dell’altra, l’eufonia dei
Protestantesimo suoni risonanti dell’arpa nel tocco
ascetico che arpeggiato, la plurisonorità di alcuni
portarono alla antichi strumenti a fiato allorché non
nascita del erano padroneggiati perfettamente e
capitalismo, della infine il tocco simultaneo nell’atto di
burocrazia e dello accordare gli strumenti, tutti questi
Stato razionale e fattori possono aver contribuito a tale
legale nei paesi processo secondo le circostanze ed
occidentali. La essere stati connessi a eventi contin-
sua Sociologia genti oggi non più verificabili. D’altra
della musica era parte si pone l’altra questione: perché
pensata come proprio in un punto della terra dalla
parte di una più polivocalità, diffusa quasi ovunque, si
ampia “sociologia sono sviluppati sia la musica polifoni-
della cultura” ca sia quella armonicoomofonica e il
(“arti, letteratura, moderno sistema dei suoni, in antitesi
visioni della vita”) ad altri luoghi con una cultura musica-
che non vide mai le almeno ugualmente intensa, come
la luce. in particolare nell’antichità greca ma
anche per esempio in Giappone? p
AIDA
GIUSEPPE VERDI
DIRETTORE FRÉDÉRIC CHASLIN, REGIA FRANCESCO MICHELI
33
“L
o facciamo regolarmente con Mozart e P L U S mo iniziato ad ascoltare le Sinfonie
Beethoven. Qualche collega si è spinto V I D E O di Beethoven eseguite con organici
fino a Berlioz, Mendelssohn, Schumann e ridotti, ma più fedeli a quelli origi-
Brahms. Perché mai un approccio filologi- nali, tutti ne siamo rimasti sorpresi,
co non dovrebbe riguardare le opere di Wagner?”. piacevolmente. Perchè impedirci di
Nato e cresciuto in California (“senza televisione o gira- provare a indagare, da questo punto
dischi, ma con un pianoforte e un clarinetto”), 66 anni, di vista, anche Wagner? Per avviare
dal 2006 direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica simili progetti è necessario trovare
di Montréal, dal 2015 Generalmusikdirektor del Teatro delle orchestre disponibili. Il Con-
dell’Opera e dell’Orchestra Filarmonica di Amburgo, Beethoven certo Köln che della ricerca ha fatto
Kent Nagano ha avviato in questi mesi con Concerto Sinfonia n. 9
Köln un progetto per realizzare una historically-infor- Kent Nagano
med performance dell’intera Tetralogia wagneriana. direttore
“Abbiamo annunciato il progetto lo scorso maggio, sa- Christiane
remo pronti ad andare in scena per la stagione 2020- Karg, Okka von
2021. Altre volte ho collaborato con questo formidabile der Damerau,
ensemble, ne conosco bene qualità esecutiva e serietà Klaus Florian
di ricerca. Abbiamo attivato una rete di collaborazioni Vogt,
con musicologi, studiosi di organologia, con l’Universi- Franz-Josef
tà e la Musikhochschule di Colonia, trovato degli spon- Selig solisti
sor e la collaborazione con il Nrw-Forum, il centro di Philharmonische
ricerca artistica di Düsseldorf, che da tempo supporta Staatsorchester
l’attività del Concerto Köln”. Hamburg
Quali risultati si aspetta? Chor der
“Soprattutto la messa a punto di un diverso equilibrio Hamburgischen
nel rapporto tra le voci e l’orchestra. Lo sforzo dei can- Staatsoper
tanti, sia il loro affaticamento fisico sia la tendenza a (Elbphilhamonie)
spingere, a sforzare l’emissione per oltrepassare il muro
di suono dell’orchestra, continua a rappresentare uno
dei principali problemi nelle esecuzioni wagneriane e,
credo, a condizionarne lo stile interpretativo e la rice-
zione complessiva. Ci sono nella sua musica, nel suono
come nel canto, lunghi momenti di intimità e di rifles-
sione che richiedono un attento controllo dell’intensità
del suono”.
Il problema dell’alleggerimento delle voci preoc-
cupava già Herbert von Karajan e ha coinvolto,
da allora, i direttori wagneriani più sensibili al
diffuso senso di perdita, di sconfitta, di inabis- È la prima
samento che attraversa la sua opera. Ma non ha
mai portato a riflettere nella prospettiva oggi in- volta che si
dicata da lei.
“Credo che le novità più evidenti emergeranno dalle se-
rappresenta la
zioni dei fiati, degli ottoni e delle percussioni. È proba-
bile che l’intensità dell’insieme orchestrale fosse diver-
Tetralogia di
sa da quella a cui siamo, ormai da generazioni, abituati. Wagner con
Stiamo facendo restaurare strumenti a fiato dell’epoca
di Wagner, strumenti che hanno suonato le sue opere gli strumenti
nell’Ottocento e oggi sono conservati nei Musei, per
riportarli in vita”. originali. Un
Nei suoi trentadue anni di attività il Concerto
Köln si è dapprima dedicato a quella che gli an-
progetto avviato
glosassoni chiamano, senza porre rigidi confini
cronologici o stilistici, Early-music. Nel tempo
da Kent Nagano
i confini si sono estesi: Vivaldi, Bach, Haendel, con il Concerto
Gluck, Haydn, Mozart, ma anche le Variazioni
Diabelli di Beethoven, arie di Bellini, Donizet- Köln. E il suono
ti e Verdi, i valzer degli Strauss, nuovi lavori di
Reich e Gorecki. Perché Wagner? si proietta sulle
“Perché il tempo passa. Sono trascorsi oltre cento-
cinquant’anni da quando ha iniziato a concepire la “sensibilità”
Tetralogia, ed era il 1876 quando ha inaugurato il suo
teatro di Bayreuth. Certamente da allora ci sono sta-
sceniche, di cui
ti dei cambiamenti, nella costruzione degli strumenti,
nella disposizione delle sale teatrali, nella percezione
il compositore
del pubblico. Quando, dopo decenni di organici vasti, era insoddisfatto
il cuore della propria attività di studio ed esecutiva lo significato della sua musica e l’aspetto visivo
è, direi per vocazione”. della realizzazione. Con Concerto Köln affron-
Sappiamo che Wagner durante i pochi anni, dal terete anche il problema della messa in scena
1876 al 1882, nei quali ha potuto assistere alle delle sue opere?
rappresentazioni delle sue opere a Bayreuth, “C’è molto materiale al riguardo, sia cronachistico e
non era soddisfatto. Non tanto dell’esecuzione critico sia visivo. Sono persuaso che quando saremo
musicale, quanto degli aspetti vocali e soprat- arrivati a dei risultati concreti per quanto riguarda la
tutto scenici. È arrivato al punto, dopo aver reso ricerca sulle sonorità e la balance complessiva del suo-
invisibili nella buca, anzi nella fossa di Bay- no wagneriano, questo influenzerà anche l’aspetto del-
reuth, profonda 14 metri, direttore e orchestra, la regia. Ma adesso è prematuro parlarne, anche se, e
di desiderare l’invisibilità anche della scena: tengo a ribadirlo, il nostro è un progetto a porte aperte.
non trovava una relazione soddisfacente tra il Non ci sono preclusioni, l’orizzonte promette di essere
ANTONELLOMANACORDA
KAMMERAKADEMIEPOTSDAM
“The Daily Telegraph”
“Fono Forum”
“Kulturradio”
Racconti
di Giuseppina Manin
FIABE abbadiane
E un giorno Maria Carmela Abbado, madre di Claudio, si decise a scrivere i racconti siciliani
che la sua fervida fantasia srotolava ai nipoti lì per lì. Ora quelle storie - con riferimenti
musicali a familiari e amici come il mago Nonogigi - sono pubblicate da Archinto
C
hissà da quando quella valigia era sepolta in canti- ti, la valigia fu affidata a Luciana Pestalozza, fondatrice e
na. Forse dai tempi in cui la sua proprietaria, Maria anima di Musica nel Nostro Tempo e del festival Milano
Carmela Savagnone maritata Abbado, se n’era an- Musica, unica figlia femmina di Maria Carmela e Michelan-
data. Un giorno d’estate del 1986, nella casa a pic- gelo, sorella di Marcello, Claudio e Gabriele. E, come spesso
co sul mare di Alghero del figlio Claudio. Che in quei giorni accade quando il lutto chiede una pausa per prendere le di-
era lontano, in tour dall’altra parte del mondo, in Giappone. stanze dal dolore, la valigia fu dimenticata, chiusa per anni
Stracolma di carte, di lettere, di fogli fittamente manoscrit- con i suoi ricordi, i suoi segreti.
Poi, ottobre 2012, se ne va anche Lu- A sinistra anni Settanta, ma quelle favole ritrovate, specchio della sua
ciana. Per crudele gioco del caso negli un’illustrazione parte più libera e felice, meritavano di tornare in vita. Per la
stessi giorni in cui Claudio torna alla tratta dal nonna, per i bambini che eravamo e per quelli di oggi. Che le
Scala dopo 26 anni di assenza. “Nel volume favole conoscono sempre meno”. Con l’aiuto della scrittrice
frattempo di quel bagaglio abbando- “Viaggio in Laura Bosio, Claudio Pestalozza ne seleziona, tra le tante cu-
nato nessuno se n’era più occupato. Sicilia” di stodite dalla valigia, diciassette, ora pubblicate dalle edizioni
Solo di recente, nel fare ordine tra le Gianluca Archinto con il titolo “La cravatta magica e altre fiabe”.
cose, quell’antica valigia è riemersa”, Biscalchin Fiabe spiritose, fuori dai canoni tradizionali, dove fanciulle
racconta Claudio Pestalozza, pittore, (Guido ardite si fanno beffe dei re, bambini giganti sconfiggono una
uno dei due figli di Luciana, mentre Tommasi padrona cattiva, bei giovanotti si ritrovano inguaiati per la
l’altro, Andrea, è direttore d’orchestra. Editore). Sotto, loro smemoratezza. Fiabe crudeli, di bimbi messi al forno, di
“Svelando il suo tesoro nascosto per Maria Carmela giovani mogli devote, pronte, pur di salvare il loro sposo dalla
così lungo tempo. Una raccolta di favo- Abbado con i nera malinconia, a mangiare una ripugnante mano verda-
le scritte da mia nonna Maria Carmela, nipoti stra. Fiabe musicali, dove il canto e l’armonia compiono le
detta Linuzza”. magie più grandi. E spesso i nomi dei protagonisti strizzano
Con emozione Claudio, legatissimo l’occhio a quelli di famiglia. Una dinastia con la musica nel
a quella nonna speciale, così allegra sangue, dove tutti hanno avuto in qualche modo a che fare
e fantasiosa, così brava a raccontare con il mondo dei suoni.
storie meravigliose all’improvviso, si Così nel giovane Marcello a cui viene regalata una cravatta
tuffa nella lettura. Quelle fiabe verga- azzurra con su dipinti tanti uccellini che lui riesce con la
te a mano con una scrittura minuta e forza del suo canto a far volare, non è difficile identificare
regolare innescano la macchina del il primo dei quattro figli Abbado, quel Marcello considerato
tempo. Lo riportano bambino, quan- l’“enfant prodige” di casa, che poi diventerà pianista, com-
do con Linuzza andava a Bellaria, la positore, direttore del Conservatorio di Milano. Nella fata
spiaggia “di famiglia”, dove Maria Il LIBRO Lucina che regala ai bambini flauti e liuti, arpe e tamburi, si
Carmela, palermitana che amava il intravvede Luciana, tutta la vita impegnata in campo musi-
mare, aveva portato anche i figli e il La cravatta cale, moglie del pianista Carlo Pestalozza.
marito che, riottoso alla vita marina, magica e altre Mentre il mago Nonogigi, capace di risistemare nel loro
preferiva starsene in albergo. fiabe (104 posto gli alberi stradicati, un uomo alto, robusto, con le
“E per tenerci buoni Linuzza narrava e pagine, Archinto antenne viola per catturare tutti i suoni del mondo, altri
39
narrava. Storie sempre nuove, declina- Editore, 12 euro) non è che Luigi Nono, amico di Claudio, vicino di casa in
te in infinite variazioni secondo l’estro raccoglie alcuni Sardegna, che con Linuzza aveva stabilito un’intesa spe-
e chi aveva davanti”. racconti fra i ciale. Quanto ai bimbi della favola che chiude il libro, “La
Una lunga saga di leggende e filastroc- più inventivi e tigre alata”, si chiamano Roberto, come il figlio di Mar-
che attinte dal folclore siciliano, ma an- rappresentativi cello, oggi un affermato direttore d’orchestra, e Claudio,
che dai miti persiani che appassiona- della personalità come Claudio Pestalozza.
vano suo padre, Guglielmo Savagnone, di Maria Carmela E dove mai voleranno i due cuginetti in groppa al ma-
etnologo e papirologo. Un patrimonio Abbado (1899- gico felino? “Da nonna Linuzza, naturalmente. Tutti noi
di cultura popolare che Maria Carmela 1986). Scritti nipoti eravamo felici di stare con lei. Lei era la parte so-
rielabora, trasforma, tramanda ai figli e tra gli anni lare della famiglia, capace di scalfire con la sua vitalità,
ai nipoti. Finchè, tra gli anni Cinquanta Cinquanta e la sua creatività, il suo essere aperta agli altri, il tradizio-
e Settanta, quei racconti li annota sulla Settanta, si nale riserbo degli Abbado”.
carta. E la memoria orale diventa me- caratterizzano Primo tra tutti a restarne sedotto il marito Michelangelo, pie-
moria scritta. nella libertà e montese severo, docente, violinista in trio con Carlo Vidusso
“Che Linuzza fosse una scrittrice per immaginazione e Gilberto Crepax, fondatore e direttore dell’Orchestra d’ar-
l’infanzia si sapeva, alcuni suoi romanzi unite al rigore chi di Milano specialista nel repertorio barocco. Che appe-
per bambini sono stati pubblicati negli filologico per na vide quella giovane donna dalle trecce brune e gli occhi
i personaggi e neri decise che l’avrebbe sposata. Colta senza darlo troppo
la geografia dei a vedere, pianista egregia, Linuzza celava dietro il suo ruolo
luoghi. Curiosi ufficiale di moglie e madre e ottima cuoca - Claudio parla-
e interessanti va con struggimento di una sua caponatina da far invidia a
i richiami Montalbano - una passione letteraria non comune.
all’ambiente “Ammirava in particolare Neruda e Tagore, Sciascia e Sol-
musicale in genitsin”, ricorda Claudio Pestalozza. “Sapeva riconoscere
cui la madre le qualità delle persone, anche quando non erano troppo
di Claudio evidenti. È stata lei la prima a esortare lo zio Claudio a conti-
Abbado viveva, nuare negli studi musicali. A credere nel suo talento, a spin-
ad esempio gerlo a prendere il volo. Linuzza ha scritto tante altre favole,
la presenza in molte dedicate al Giufà, una sorta di Pierino siciliano che
alcune fiabe forse un po’ somigliava a Claudio ragazzo. Ma tra tutte a
di un mago colpirmi ce n’è una anomala, che ho voluto inserire nel li-
chiamato bro per la sua singolarità. Si intitola ‘L’anfora vuota’ e rac-
Nonogigi, conta di un personaggio misterioso capace di trapassare
omaggio al con lo sguardo il petto di chi incontra e scorgerne l’anima.
compositore Che a volte brulica di neri serpentelli, a volte è popolata di
e amico Luigi ragni o di ghiaccioli. E a volte è tragicamente vuota. Ecco,
Nono. io credo che lei avesse un simile potere. Linuzza sapeva
guardare dentro i cuori”. p
CLASSIC VOICE CD
di Quirino Principe
Guida all’ascolto
La storia e la
C
e lo domandiamo più d’una guida all’ascol-
volta, quando si tratta di com- to dei Concerti e del Quintetto per clarinetto di
positori nel cui stile sobbal- Carl Maria von Weber, a firma di Marina Vacca-
zano scosse, e si intravedono rini, si trovano nel booklet del cd allegato.
strappi e ribaltamenti, e la cui matu-
razione supera la soglia quantitativa e
diventa una metamorfosi qualitativa.
Non ci poniamo il quesito per Mozart o
per Schumann, per Purcell o per Vivaldi.
Altri, invece, ci pongono il simpatico e
persino eccitante problema. Quale rap-
porto di continuità e di consanguineità
esiste tra l’Allegro con brio del Settimi-
no op. 20 di Beethoven, e il Quartetto
op. 135? Tra la Romanza in Fa mag-
giore op. 50 e la Grosse Fuge op. 133?
Tra il Rondò a Capriccio op. 129 (“La
collera per un soldino perduto”), pure
amato da un divertitissimo Schumann,
e l’Arietta della Sonata op. 111? Tra il
Finale dell’atto I dell’Italiana in Algeri
di Rossini e l’estasi sublime della sua
Regata veneziana? Tra Oberto e Fal-
staff di Verdi, se voglio essere “tran-
chant” e un po’ banale? Tra Die Feen
di Wagner, o tra la sgradevole marcetta
che compare nell’ouverture di Rien-
zi poco dopo il meraviglioso tema del
“solenne gruppetto”, e, d’altro canto, il
racconto da brivido intonato da Kundry
nell’atto II di Parsifal? E, si badi, non è
questione di “poca importanza” o di
“marginalità”: per esempio, il minu-
scolo canone beethoveniano Ta ta
ta… WoO 162, che sembra sfiorare
il nulla, ci lascia un retrogusto tanto
sinistro e minaccioso quanto rivela-
tore, e basta poco per accorgersi che
esso non è tanto una presa in giro di
Mälzel quanto il mostrare da lonta-
nissimo un mostro, un killer, l’impla-
cabile Tempo cosmico.
Con molta forza, ci pone la questio-
ne Carl Maria von Weber, del quale,
per buona creanza, ricordiamo i dato
anagrafici: nato a Eutin, nel nordico
Holstein, nella notte tra sabato 18 e lu-
nedì 19 novembre 1786, morto a Lon-
dra lunedì 5 giugno 1826. Per l’intero
suo lascito musicale, vale il catalogo
di Friedrich Wilhem Jähns, indicato
da “J.”, che si affianca, dov’è possibi-
le, ai numeri d’opera di originaria at-
tribuzione. Compiuto questo dovere,
riproponiamo lo schema della doman-
da: quale rapporto di consanguineità
esiste tra le atletiche e galanti mo-
venze della Aufforderung zum Tanz e
l’agghiacciante rintocco di campana
a morto sperduto nella gola montana
nell’infernale Finale dell’atto II in Der
Freischütz? Tra l’attacco del clarinetto
solista nel Primo Concerto in Fa mino-
re op. 73, J. 114, e la pelle d’oca che ci
viene se siamo soli in casa in un cre-
puscolo d’inverno e ascoltiamo il coro
Nonostante le apparenze, non c’è
differenza tra i Concerti per clarinetto
di Carl Maria von Weber e la sua
sconvolgente produzione operistica.
Entrambi puntano alla “progressiva
Soffio INFERNALE
esplorazione al limite”
41
voce umana. Proviamo a immaginare, nel Concertino in Do
minore/Mi bemolle maggiore per clarinetto e orchestra op.
26, J. 109 (1811, composto per Heinrich Bärmann), l’attacco
del solista su parole di acuto dolore, con un canto ingenuo
e appassionato come quello che conosciamo di Max in Der
Freischütz, o di Hüon in Oberon. Oppure simuliamo, per
l’attacco del solista al principio del suddetto Primo Con-
certo per clarinetto, una voce femminile che canti parole di
malinconia senza speranza, e avremo la sensazione di udi-
re Agathe, o Eglantine, o Rezia. Questa specie di reazione
chimica mi pare indubbia, e me ne assumo la responsabili-
tà: se sono in errore, pagherò il pegno.
Ma c’è un fattore primario, dalla forza unificante ancora
più avvertibile, e, in definitiva, visibile e soprattutto udibile,
creatrice di una riconoscibile aura e di uno stato d’animo.
Quel fattore è l’indole demoniaca, e in certe grandi occa-
sioni davvero sinistra e infernale, del pensiero musicale di
Weber, e l’aerea magia elfica che prevale in Oberon ne è la
sembianza seduttrice, come Kundry e le “fanciulle fiori” e il
giardino di Kingsor in Parsifal. Qualcuno potrebbe coglie-
re nel virtuosismo strumentale, da Weber associato molto
spesso a uno strumento che prediligeva, il clarinetto, ma
anche al pianoforte o al violino, una materia tale da creare
un fronte di diversità, o di mascheratura, rispetto al fuoco
infernale e alla simpatia per figure luciferine. Tale simpatia,
tra parentesi, è confermata da un dato di fatto: nel teatro
d’opera weberiano, i personaggi di spicco, i veri “eroi” della
grandiosa invenzione musicale e drammaturgica, non sono
“operatori del Bene”, non sono candidi e puri. Sono tene-
brosi. L’aria più bella fra quelle dell’ultima opera weberiana
è di Oberon tramatore di inganni e punitore di sé stesso:
“Schreckensschwur!”. La perla, la meraviglia inestimabile
di Euryanthe, è la grandiosa scena e aria di Lysiart, “Wo berg
Johann ich mich?”. In Der Freischütz, il vertice dell’invenzione mu-
Heinrich sicale è ciò che accompagna l’epifania del Diavolo. Vero, Sa-
Füssli, miel non canta: parla, è uno “Sprecher”. Ma la meravigliosa
“L’incubo” “Verwandlung” dei suoni e delle luci di natura, l’orrore che
(1781) nella musica sta montando sino a fare impazzire dal terrore
CLASSIC VOICE CD
TrisTano e isoTTa
RichaRd WagneR
FalsTaFF
giuseppe VeRdi
lo schiaccianoci
pëtR il’ič čajkoVskij
coRpo di ballo
daniele cipRiani enteRtainment
eviTa
il lago dei cigni andReW lloYd WebbeR
pëtR il’ič čajkoVskij
balletto del teatRo maRiinskij il segreTo di susanna
di san pietRobuRgo eRmanno Wolf-feRRaRi
il barbiere di siviglia
gioachino Rossini
Walter Vergnano, Sovrintendente
i lombardi alla prima crociaTa Gastón Fournier-Facio, Direttore artistico
giuseppe VeRdi Gianandrea Noseda, Direttore musicale
CLASSIC VOICE ALBUM
di Elvio giudici
I
diversamente giovani come il sottoscritto, non posso- lena callasiane colpevolmente ignorate
no evitare un sorriso alquanto ironico all’annuncio del dal record producer della Emi, il sempre
cofanettone di 42 cd (più tre Blu Ray che contengono incensato Walter Legge che perse molti
il purtroppo esiguo lascito video) che fa rientrare sotto più treni di quelli su cui riuscì a salire.
l’etichetta d’una casa discografica ufficiale (Warner) una Da qui, subito una (parziale) soddisfa-
cospicua parte delle incisioni dal vivo di Maria Callas. Vero, zione, e un interrogativo. La soddisfa-
il suono è stato fatto oggetto d’un restauro così sofistica- zione, ovviamente, riguarda i dodici ruo-
to (curato com’è dallo Studio Arte et Son in collaborazione li che la Emi di Legge trascurò d’offrire
con Studio Circé, ovvero quanto di meglio può offrire oggi la alla Callas che li aveva trionfalmente
tecnologia) da renderlo imparagonabile a quello delle tante portati in scena: Abigaille, Elena dei Ve-
etichette che avevano proposto i tanti lasciti callasiani dal spri, Lady, Kundry, Anna Bolena, Paolina
vivo, e nell’album digitale del mese se ne offre a chi vorrà del Poliuto, Imogene del Pirata (queste
scaricarlo un eloquente saggio d’ascolto. Etichette che era- ultime tre già accolte nel 1997 dalla Emi
no raggruppate tutte sotto la dicitura più o meno infaman- nel proprio catalogo, al pari della Lu-
te di “pirate” (me ne ricordo ancora una che si propose col cia berlinese diretta da Karajan e della
divertentissimo nome di Morgan Records…), e quindi fatte Violetta di Lisbona presenti anch’esse
oggetto di reprimende varie quando non di vere e proprie nel cofanettone), Armida, Alceste, Ifige-
denunce in quanto lesive non solo della qualità ma anche nia, la Vestale Giulia, Maddalena dello
d’una supposta etica. Adesso invece entrano trionfalmente Chénier. Non tutti derivano da collega-
nell’ufficialità - perché ora la legge lo permette - anche le Maria Callas è menti radiofonici e, siccome i miracoli
registrazioni dei ruoli che la Callas non aveva mai inciso: le Anna Bolena; non avvengono più neppure a Lourdes,
quali, sia detto di passata, storicamente sono state appunto il in basso a i due ruoli gluckiani, Armida e Abigaille
primum movens del fiorire delle registrazioni dal vivo, troppo destra Kundry vanno ancora ascoltati con la pazienza
imperativo essendo il conoscere ad esempio la Lady e la Bo- nel “Parsifal” certosina richiesta per estrapolare dal-
Callas
VIVA
C’è differenza tra le incisioni del soprano in studio e quelle riprese dal vivo?
Dipende dal titolo. Il confronto lo consente il nuovo cofanetto dedicato ai
suoi migliori live di sempre, selezionati, ripuliti e restaurati come mai prima
d’ora. Da “provare” in esclusiva nel nostro cd digitale
download
Lucia, Macbeth, Sonnambula, Pirata e
Aida: sono 5 i “live” restaurati che - in
accordo con la Warner - si possono am- studio e viva realtà della scena. Ma in-
mirare con l’orecchio scaricando l’album tanto, è molto interessante verificare
digitale del mese, che rimandano ad al- l’iter espressivo di certi personaggi:
tre scene madri della Callas “captata” che se nascono già plasmati in linea
dal vivo. Il codice personale da utilizzare generale (come Norma, Lucia, Violetta),
per farlo da classicvoice.com (registran- subiscono comunque, com’è ovvio, un
dosi nel sito e poi cliccando coupon digi- approfondimento progressivo. E sicco-
tale) è AAV-220-001-7816 me la Callas, come dicevo dianzi, lungi
dal concentrarsi sul momento topico
per andare poi in ciabatte nel resto,
interpreta tutto: non è infrequente che
la nebbia il timbro e, ove possibile, le intenzioni espressive una recita dal vivo si ricordi per due o
della Callas. Pazienza che dà comunque cospicui risultati. tre frasi cui non avevi magari attribui-
Spigolando: l’incredibile padronanza del registro di petto to particolare importanza, e le scopri
nell’entrata di Abigaille; la gamma alternata di sussurri tene- invece capaci d’illuminare un percorso
brosi e di scatti di protervia che frastaglia il duetto tra Lady psicologico.
e Macbeth dopo l’assassinio; il ventaglio di accenti vitrei, Certe scure inflessioni della Gilda di
scabri, sgomenti su cui la sua Armida si congeda e che, dopo Mexico City fuori dalla taverna di Spa-
lo scatenato virtuosismo di “D’amore al dolce impero”, offre rafucile, contrapposte a colori sbiancati,
probabilmente la più suggestiva evocazione di quell’eterno e quasi liliali, con cui aveva incontrato il
multiforme rebus che le partiture napoletane di Rossini pro- padre due atti prima: di colpo ci avve-
pongono, ovvero cosa mai fosse la voce-Colbran; così come, diamo dell’infinitesimo percorso psi-
per quanto stilisticamente discutibili siano i contesti in cui cologico che nella ragazzina ha fatto
stanno, la sua Alceste e la sua Ifigenia sono esempio tuttora maturare la donna. La Sonnambula
inavvicinato di neoclassicismo in musica, con la composta, LIVE scaligera, che l’estro ritmico strepitoso
levigata perfezione di certi luminosi legati sotto i quali vibra RESTAURATI di Lenny Bernstein colora d’incisi qua-
un calore umano debordante; e circa l’insostituibilità della si quasi jazzistici, conduce a una raffi-
sua Bolena, neppure è il caso di tornare a ribadirla, ma solo di gurazione molto diversa da quella più
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felicitarsi del suo approdo al miglior suono possibile. placida quantunque sempre splendida
L’interrogativo riguarda il corpus (non certo esaustivo, ché dello studio. Lo stesso Bernstein, in Me-
altrimenti il già nibelungico cofanetto avrebbe dimensioni dea (che impara a tamburo battente per
da Treccani, ma pur sempre cospicuo e in generale frutto In occasione dei sostituire il previsto de Sabata) vuole
di scelte sensate) di registrazioni dal vivo: dicono qualcosa 40 anni dalla un barbarico colorito fauve cui la Cal-
di veramente nuovo rispetto alle incisioni di studio dei me- scomparsa di las reagisce in piena sintonia e, sorretta
desimi titoli, oppure sono semplicemente tappe anagrafiche Maria Callas (16 dalla forma strepitosa che le farà invece
nella carriera della Callas? La risposta, mi pare evidente, settembre 1977), difetto in studio, crea un personaggio di
non può essere univoca, dipendendo caso per caso. Molte, Warner Classics tutt’altra forza espressiva. Ma in fondo
le peculiari caratteristiche possedute dalla Callas vocalista: pubblica un tutte queste incisioni dal vivo (persino
timbro inconfondibile, subito riconoscibile anche nel più fit- cofanetto la sua Kundry, che stilisticamente è una
to dei concertati e che bilancia il suo non essere bello nel intitolato Maria sorta di Ogm mezzo Amneris e mezzo
più comune senso della parola (anzi, la Callas è stata colei Callas Live che Santuzza), restituiti col miglior suono
che più di chiunque altra ha sdoganato la “brutta voce”, fa- raccoglie le tecnicamente possibile, sono preziosi
cendo capire quanto possa essere più bella d’una dal timbro registrazioni tasselli nel fare comprendere ancora
squisito in virtù di ciò che essa riesce a esprimere); tecnica leggendarie una volta le ragioni per le quali i tre lu-
straordinaria in generale, ma in particolare applicata a quel del soprano stri di carriera di Maria Callas continua-
comparto virtuosistico che all’epoca era appannaggio dei riprese nei più no ad essere interrogati anche a distan-
soprani leggeri e che impiegata dal suo timbro e dal suo importanti teatri za di quasi settant’anni. p
spessore produceva effetto elettrizzante; musicalità di livello d’opera e nelle
strumentale. Ma una caratteristica in particolare - l’istinto te- migliori sale da
atrale - era insita nella sua personalità al pari del formidabile concerto del
carisma posseduto fin da quando era ancora non diciamo mondo. I 42 cd
grassa perché è troppo volgare, ma maestosa senz’altro. È (con 3 Blu-
sempre stato l’istinto (non la cultura, che un’immigrata greca ray) sono stati
nata nel Bronx non possedeva) a farle fin da subito incana- accuratamente
lare la sua perfetta dizione verso un ventaglio d’accenti, ov- rimasterizzati
vero di colori, capace d’imprimersi all’istante nella memoria a partire dalle
dell’ascoltatore. È sempre stato l’istinto a suggerirle che non migliori fonti
di sole arie o momenti forti vive il teatro musicale, ma di tutto disponibili e
il complesso della sua struttura, fino all’ultimo dei recitativi contengono 20
di raccordo. È l’istinto, che l’ha resa non solo grande esecu- opere integrali
trice, ma grandissimo animale da palcoscenico. Istinto di tal - fra cui 12 da
fatta sopravvive e opera anche in sala d’incisione. Ma non lei mai incise in
c’è dubbio che la presenza del pubblico, l’eventuale feeling studio - e cinque
coi colleghi o col direttore, i suggerimenti di alcuni registi rappresentazioni
sono stati fattori non trascurabili. video complete.
Difficile fare dunque, con siffatta artista, una graduatoria tra
“La musica può nominare l’innominabile
e comunicare l’inconoscibile”
Leonard Bernstein
CLASSICA HD.
MUSICA PER
I TUOI OCCHII.
Le scelte di Angelo Foletto CLASSIC Playlist
PLUS
A
nche a ricordarlo a memoria, ogni volta Clicca sulle forza di “vuoti” musicali intagliati con perversa ar-
scappa il sorriso. Sono le situazioni musi- copertine per guzia è stato Eric Satie: in Embryons desséchés del
cali d’autore - puramente musicali; non gli ascoltare 1913, eccessive ripetizioni, ritmi inutilmente ripe-
incidenti di percorso esecutivo su cui fioriscono l’anteprima dei tuti, cadenze moltiplicate o evitate, lentezze senza
racconti e aneddoti a palate - in cui la parodia, l’imi- brani intensità o irruzioni armoniche spurie, diventano
tazione troppo perfetta, o troppo volutamente fuori lessico comico originalissimo anche se non diffi-
dalle righe, e l’errore altrettanto intenzionalmente cilmente collegabile all’umor nero e beffardo delle
ostentato ci mettono di ottimo umore. Anche senza raccolte estreme di Rossini (riascoltiamo a mo’ di
conoscerne la ragione tecnica. Come nel celebre ripasso la caricatura mendelssohniana in La mi-
Musikalischer Spass mozartiano - Die Dorfmusi- nore di Hachis romantique). In realtà quasi tutti i
kanten, “I musicanti del villaggio” strillava la coper- numeri pianistici dei rossiniani Péchés de vieillesse
tina dell’antico vinile dando fiducia declinano un procedimento di comi-
all’apocrifo titolo - che da quando cità musicale: o per il descrittivismo
l’ascoltammo per la prima volta, ci comico puro - come nei bozzetti
fa ridere. Anche se crescendo abbia- “ferroviari” Marche et réminiscenses
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mo spostato l’attenzione dall’effetto pour mon dernier voyage e Un petit
buffonesco degli svarioni armonici train de désir - oppure facendo il
del finale, alla vuotaggine reiterata verso a stili e caricature musicali in
del Trio o alle più perfide sottoline- cui il beffato era pienamente ricono-
ature affidate al solismo violinistico scibile come in Ouf! Les Petits Pois
dell’Adagio (“volo da gallinaceo, o Petite caprice (per questo l’autore
starnazzando in goffi virtuosismi e indica anche una diteggiatura apo-
ornamentazioni, per finire sul filo di tropaica vista la nomea malaugu-
una cadenza scolastica, stiracchia- rante di Offenbach cui si riferisce).
ta fino all’estenuatezza e conclusa Tra i musicisti parodizzati, gran vit-
da un trillo ‘da pecora’ (l’espressio- tima fu il papà del pianoforte moder-
ne è mozartiana)”, scrive Giovanni no Muzio Clementi: Satie gli diede
Carli Ballola). La mano “sbagliata” sontuoso e caratteristico sberleffo
di Mozart è unica. Ma ci sono simi- con la Sonatine bureaucratique ma
li acrobazie musicali, meraviglie di sul “burocratico” classicismo cle-
anti-perfezione e anti-simmetria di mentino hanno motteggiato nume-
cui le comiche del cinema faranno rosi compositori. Così il tecnicismo
tesoro. E altre trovate, meno osten- scolastico-pianistico giganteggia di-
tatamente gergali, con cui l’orec- leggiato in “Pianistes” dal Carnevale
chio dell’ascoltatore esce rallegrato. degli animali, partitura antologica di
Perfino quello di musicisti non facili gustose satire. Tant’è che come per
al riso: “è difficile trovare qualcosa altre composizioni analoghe, per non
di più divertente di questa bizzar- urtare la suscettibilità dei contem-
ria. Non ho potuto evitare di ridere poranei viventi, l’autore la chiuse in
di cuore quando l’ho suonato per un cassetto. Al contrario di Dmitrij
la prima volta”, scrisse Schumann Šostakovic che certi contemporanei
proposito del Rondò all’ungherese li voleva “infastidire” in ogni modo,
quasi un capriccio op. 129 (anche e che dell’arma del sarcasmo musi-
in questo caso più noto è l’apocrifo cale fece uso come pochi. Al punto
editoriale Die Wut über den verlore- da dedicare un tempo intero (“Hu-
nen Groschen, “Collera per il soldi- mour”) all’interno della tredicesima
no perduto”) di Beethoven. Cataliz- sinfonia Babij Jar. L’intento esplici-
za l’attenzione d’ascolto la vistosa tamente “politico” dell’inserto, e il
asimmetria tra le premesse (di un tragico tema generale della partitu-
pezzo con tutti crismi) e il risultato ra, non argina l’effetto ridicolo della
di vuotaggine, di senso del girare musica. Anche se, certamente, qui si
senza senso del disegno musicale. racconta un’altra storia rispetto agli
Forse il più geniale intrattenitore a sbrindellati musicanti mozartiani.
EVENTI
di Guido Zaccagnini
Nuovi BEATLES
È anzi classici
vero che la Carnegie Hall di New York - inaugu-
rata nel 1891 con un concerto diretto da Ciaikov-
skij - ha negli anni presentato artisti quali Caetano
Veloso, Ray Charles, Judy Garland, nonché, il 12
febbraio 1964, i Beatles. È vero che anche in Italia, spazi tenute ai margini del repertorio classico. A cinquant’anni
della lirica hanno ospitato manifestazioni che poco aveva- dall’uscita di Sgt. Pepper Lonely Hearts Club Band, il di-
no a che vedere con Rossini o Wagner: jazz, varietà, musi- sco dei Beatles più celebrato di sempre, l’ente veneziano
ca leggera, sfilate di moda ecc. Ma, per l’appunto, “ospita- ha inteso onorare la ricorrenza con uno spettacolo ine-
to”. Per la prima volta invece, grazie alla lungimiranza del dito: The Life in a Day, la vita in un giorno. L’evento si
sovrintendente Cristiano Chiarot, un teatro lirico, quello è aperto con l’esecuzione, in prima italiana, della Yellow
della Fenice, ha prodotto uno spettacolo, impegnando la Submarine Suite di George Martin; quindi, all’orchestra
propria orchestra nell’esecuzione di musiche sino ad oggi della Fenice si è unita la Magical Mistery Tour, formazione
fondata da Eddy De Fanti (autore, con li Colpand e Stravinskij. Se in Fixing a Hole è presente
Francesco Fracassi, del progetto) che, un clavicembalo, in Being for the Benefit of Mr. Kite ha
con l’orchestra, ha suonato e cantato un ruolo di primo piano una calliope: un organo a vapo-
tutti i brani contenuti in Sgt. Pepper. re, utilizzato sui grandi battelli che percorrevano i fiumi
Alla parte conclusiva della serata, ba- degli Stati Uniti. Nel missaggio di Mr. Kite furono utiliz-
sata su altre celebri canzoni, ha dato zati nastri contenenti musiche per calliope; questi furono
il proprio contributo anche il coro dei tagliuzzati, gettati sul pavimento e riattaccati in maniera
Growin’ Up Singers. Teatro tutto esau- casuale: tipico procedimento di John Cage (in particolare
rito da un pubblico particolarmente adottato in Fontana Mix e in alcune Variations). Durante
variegato, inclassificabile quanto a le sedute in studio dedicate a Sgt. Pepper, i Beatles regi-
età e abbigliamento. Un pubblico che strarono due canzoni che furono poi escluse dall’album:
sulle prime si è comportato in modo Strawberry Fields Forever e Penny Lane, nella quale - a
irreprensibile, come quello tipico delle parte flauti, oboi, ottoni e pianoforte - si staglia l’interven-
rappresentazioni operistiche. Poi, via to di un trombino solista. Per la parte, fu convocato Da-
via sempre meno abbottonato, nel fi- vid Mason, prima tromba della Philharmonia Orchestra, il
nale ha abbandonato ogni ritegno: in quale s’ispirò direttamente all’assolo del terzo movimen-
platea, nei palchi, tutti a cantare e a to del Concerto Brandeburghese n. 2 di Bach. Tornando
battere le mani ritmicamente. E tutti, a Sgt. Pepper, in Within You Without You si riscontrano
all’uscita, felici come una Pasqua: uno scansioni metriche irregolari; le battute sono composte da
spettacolo nello spettacolo! La COVER tempi differenziati: quattro e mezzo nella prima, cinque
Ma come e perché ai Beatles è stato è un nella seconda e nove e mezzo nella terza. In altre canzoni
concesso il visto d’ingresso in uno dei programma (per esempio in Good Morning Good Morning) sono per-
più sacri templi del melodramma? Co- cepibili gli esperimenti di Lennon su nuove modalità di
minciamo dall’inizio. Nella celeberrima fonazione: analoghi a quelli condotti da Dieter Schnebel e
I Beatles suonavano per l’ultima vol- copertina di Luciano Berio. Si ha poi la ripresa, prima dell’ultimo brano,
ta in pubblico il 29 agosto 1966, a San Sgt. Pepper della canzone iniziale di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club
Francisco; la rinuncia ad esibirsi al (realizzata da Band. È evidente che il suo inserimento nacque dall’in-
cospetto di masse urlanti comportò Peter Blake) oltre tenzione di fornire all’album un’idea di ciclicità: presen-
una svolta decisiva, il cui primo esi- a una folla di tare una serie di brani che significassero un percorso. In
to fu l’album Sgt. Pepper’s Lonely una settantina di questo senso, può disegnarsi un parallelo con la Dichter-
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Hearts Club Band, uscito il 1° giugno personaggi più liebe di Schumann, il ciclo che contiene Lieder accomuna-
1967. Fu un disco rivoluzionario, e o meno celebri ti dallo stesso tono e dalla stessa sostanza ma privi di un
non solo per il suo titolo chilometrico (da Jung a Poe, filo conduttore; e dove il richiamo nell’ultimo Lied (n. 16)
o per la celeberrima copertina in cui da Marx a Wilde, del postludio del 12°, funziona in maniera analoga a quella
a far da contorno ai Beatles sta una da Einstein della ripresa di Sgt. Pepper. La quale, come accennato, pre-
folla di una settantina di personaggi alla Dietrich, cede l’ultima canzone del disco, A Day in the Life, ritenuta
più o meno celebri. E nemmeno lo in alto - quinto una delle creazioni più innovative della coppia Lennon/
fu perché, per la prima volta, i brani da sinistra - c’è McCartney: clusters del pianoforte, scansione di 5 battute
dell’album erano presentati non pre- pure Karlheinz nell’intero brano, glissandi orchestrali, effetti acustici, una
vedendo alcuna interruzione tra un Stockhausen) lunghissima dissolvenza nel finale. Diversi commentatori
solco e l’altro. Un titolo, una copertina i quattro di (Richard Poirier, Richard Goldstein) hanno parlato, a pro-
e una traccia unica per facciata non Liverpool posito della parte conclusiva, di “discesa wagneriana”, di
sono ancora sufficienti ad attestare vestiti in giacca “episodio wagneriano”. Wilfrid Mellers, autore del fonda-
un radicale cambiamento nelle cate- e cravatta mentale “Musica nel Nuovo Mondo”, trovò che in A Day in
gorie estetiche dei Beatles. Sgt. Pep- osservano the Life, tanto nei crescendo orchestrali quanto nell’uso di
per, come ha scritto Gino Castaldo, fu la presunta effetti (applausi, risate ecc.), si potevano riscontrare echi di
la colonna sonora di una nuova este- (propria) tomba, Momente di Stockhausen. Peraltro, è noto che McCartney
tica della musica popolare. Ma non davanti alla amasse particolarmente il Gesang der Jünglinge del com-
solo popolare: è questo il punto. Jo- quale, ma in positore tedesco. Proprio nel 1967 dichiarò: “Oggi sono
nathan Dunsby, professore di Teoria abiti sgargianti, interessato alla musica elettronica di gente come Berio e
musicale alla Eastman School of Mu- coloratissimi Stockhausen: ti apre gli occhi e le orecchie.” Sull’onda dei
sic dell’Università di Rochester, nel e stracolmi Beatles, ci fu una forte richiesta di legittimazione, un tenta-
suo libro Schoenberg: Pierrot Lunaire, di alamari, tivo di appropriarsi del concetto di “classico” o, almeno, di
si domanda: “Ci sarà in futuro, in un appaiono gli dimostrare che il pop poteva fondersi insieme alla musica
dizionario, una voce per Sgt. Pepper, stessi John, d’arte: nel merito, basti pensare agli Emerson, Lake & Pal-
da qualche parte tra Schoenberg e Ringo, Paul e mer e alla loro rivisitazione dei Quadri di un’esposizione
Sprechstimme?”. Una domanda non George: che di Musorgskij; o ai Procol Harum e al loro uso, in A Whiter
così peregrina, o provocatoria, come non impugnano Shade of Pale, della Suite per orchestra n. 3 di Bach. Ma è
potrebbe sembrare. Molte canzoni di chitarre ma, altrettanto vero che i Beatles esercitarono un preciso in-
Sgt. Pepper hanno in realtà parecchio rispettivamente, flusso sull’ambiente musicale accademico più di qualsiasi
a che fare con la musica “forte”: del un corno, una altro musicista pop-rock: oltre alle Beatles Songs di Berio,
passato o del(l’allora) presente. She’s tromba, un stanno Collage 2 di Aldo Clementi, The Beatles 1962-1970
leaving Home prevede in organico corno inglese di John Cage, The Whale di John Tavener.
nove archi e un’arpa e presenta se- e un ottavino. I Ecco perché, sull’esempio della Fenice, sarebbe ora che il
zioni pandiatoniche: contraddistin- vecchi Beatles nome dei Beatles, parafrasando Jonathan Dunsby, trovasse
te, cioè, da quel pandiatonismo che cedevano il il suo spazio nei dizionari musicali - tra Antonio Bazzini
Nicolas Slominsky rintracciò nelle passo ai nuovi. e Beethoven - e, magari, nella consueta programmazione
analisi svolte su compositori qua- delle istituzioni concertistiche e teatrali. p
profili
di Gian Paolo Minardi
Il suo Parsifal seguiva il
L’orchestra
wagnerismo tracciato
da Baudelaire e
da Debussy. Ma il
POETICA
“dégraissage” operato
da André Cluytens
riguardava pure il
repertorio sinfonico.
Cinquant’anni fa non
fece in tempo a varcare
la soglia del Met. Oggi
la parabola del direttore
franco belga si può
riscoprire con 65 cd
I
l nome di Cluytens risveglia nella
mia memoria, con quella fulmi-
neità che è solo della musica, le
sensazioni suscitate dal Parsifal
da lui diretto alla Scala nel 1960 (con
Christoff e Neidingler), rinnovate tre
anni dopo a Venezia: un Parsifal libe-
rato da certe pressioni teutoniche ma
toccato da quel senso trepidamente
avvolgente che aveva colto Debus-
sy quando dopo aver ironizzato sul
dramma riconosceva la “suprema
bellezza” della musica, “sonorità or-
chestrali uniche e impreviste, nobili e
forti. Si tratta di uno dei più bei mo-
numenti sonori che siano stati innal-
zati alla gloria imperturbabile della
musica”. Una sensazione che aveva
colto la critica quando Cluytens, in-
vitato nel 1955 da Wieland Wagner a
Bayreuth - primo francese ammes-
so nel sacrario, quasi portabandie-
ra di una linea (Baudelaire, “Revue
wagnerienne” ecc. ecc.) che avreb-
be proseguito dieci anni dopo con
l’insediamento di Boulez - realizzò
Tannhäuser, I Maestri cantori, Lo-
hengrin e Parsifal; a Bayreuth - dove
rompendo un rituale intoccabile ave-
va ricevuto gli applausi da solo sul
palco - sarebbe tornato nel 1965 su
invito di Knappertsbusch con Tann-
häuser e Parsifal . Un Wagner nuovo
rispetto alle tradizioni consolidate,
per una trasparenza sonora che acu-
iva l’intensità emozionale nella stes-
sa ambivalenza della morbidità. An-
toine Goléa su “Le Monde” parlerà di
un “dégraissage”, che aveva tolto il
peso della “pompe”.
Caratteri che si ritrovano nell’ampio paesaggio delle te- P L U S come Samson François che trovia-
stimonianze operistiche affidate al disco, ora riorganiz- A U D I O mo in un’esaltante esecuzione dei
zate nel box appena edito dalla Warner, da Les contes due Concerti raveliani, o come Aldo
d’Hoffmann del 1948 riletti con una ricchezza di filtri, Ciccolini con quel Concerto di Ciai-
ironici e drammatici, rivelatori dell’ineffabile estrosità kovskij con cui il giovane napoletano
del musicista, a l’Heure espagnole del 1952 con l’in- aveva mandato in delirio il pubblico.
comparabile Dénise Duval, e ancora Pelléas, mirabile Solo parzialmente il vasto mosaico
per la sensibilità della tavolozza, Roi d’Ys, Faust, con discografico riflette l’attività dal vivo
Gedda e Victoria de Los Angeles. Al teatro Cluytens era di Cluytens, presente in vari Festi-
approdato giovanissimo, dopo un folgorante inizio pia- Fauré val nonché promotore di numerose
nistico - un debutto con il virtuosistico secondo Con- Ballata op. 19 tournées; ricorrente la sua presen-
certo di Liapounov che impressionò la critica; il padre, per pianoforte e za in Italia: alla Scala, oltre che per
pianista accompagnatore di cantanti, lo introdusse ap- orchestra Parsifal anche con Luise (1958) e tre
pena ventunenne al Théatre Royal Français d’Anversa, André Cluytens concerti, a Venezia e a Firenze, dove
sua città natale, dove iniziò una intensa gavetta che direttore nel 1951 realizza la prima italiana di
darà i suoi frutti in Francia: qui si trovò a dirigere l’or- Marguerite Genoveva con la regia di Gründgens.
chestra del Théâtre Capitole di Tolosa per passare poi Long pianoforte Alle soglie degli anni Cinquanta la
al Grand Théâtre de Lyon, quindi a quello di Bordeaux Orchestre de carriera internazionale di Cluytens
e infine ritornare a Lyon come primo direttore, incarico la Société des trova un nuovo spicco con la parte-
tenuto fino al 1944. Concerts du cipazione al Festival di Edimburgo,
Contemporaneamente l’attività teatrale si allarga a Conservatoire poi con l’incarico ricevuto da Walter
quella concertistica con la collaborazione, dal 1942, con Legge di dirigere la Philharmonia per
l’Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire, registrare due concerti di Beethoven
regno del grande Charles Munch, così come quella con con Solomon, occasione per fissare in
l’Orchestre National; un’attività intensa che trova un disco con la prestigiosa orchestra an-
riscontro entusiasta da parte della critica: “Fougue, en- che una Symphonie fantastique che
thousiasme, jeu de main gauche qui appelle, commande, susciterà l’entusiasmo della critica
soutient ou tempère l’orchestre avec ferme délicatesse”, che sulle colonne di “Gramophone”
scriveva nel 1944 Noël Boyer. dopo una sottile analisi conclude-
Una carriera che subirà una battuta d’arresto nel 1944 rà raccomandando questa versione
51
quando il comitato d’epurazione del Grand Théâtre di come “la migliore disponibile”. Ugua-
Bordeaux gli contesterà di “avoir accepté des invitations le entusiasmo a Vienna dove nel 1955
compromettantes, pour avoir tenu des propos ‘germano- sale sul podio dei Wiener Philharmo-
philes’”, accusa che comporterà una condanna per in- niker: “Quest’uomo entusiasmante
degnità, successivamente cancellata “pour les services sommerge letteralmente i musicisti
rendus à la Résistence”. Un’ombra oscura che in quegli con charme e amabilità. Chi può re-
anni aveva toccato altri artisti, tra cui Cortot a Gieseking. sistere a ciò?”. Da cui l’invito a gui-
Se la condizione di persona non grata lo terrà ancora per dare le tournées in Inghilterra, Irlan-
qualche tempo lontano dall’Opéra de Paris e dalla Ra- da e negli Stati Uniti e a realizzare tre
diodiffusion française, il cammino direttoriale riprende- Un sedute di registrazioni.
rà con fervore sul podio dell’orchestra della Societé des confanetto Non meno sorprendente il rapporto
concerts du Conservatoire, sostituendo Munch di cui con i Berliner Philharmoniker che
prenderà definitivamente il posto quando l’anziano di- Il nuovo Cluytens aveva avuto occasione di
rettore succederà a Koussevitzky alla guida della Boston cofanetto Warner dirigere nel settembre del 1952 nel
Symphony. È con l’orchestra parigina che ai allarga an- dedicato a quadro della seconda edizione del-
che il riscontro discografico, destinato poi a consolidar- Cluytens (65 cd) le Berliner Festwochen; anche qui
si con l’arrivo del microsolco. Un primato ovviamente è oltre a rieditare la critica è ammirata: “Non si tratta
offerto dalla musica francese che si divide con le grandi l’amplissima di un commediante sul podio, né di
pagine del repertorio sinfonico germanico e con quelle precedente un fanatico dell’oggettività, né un
del repertorio russo. Si inseriscono in questo ricco cam- discografia - demone dell’interpretazione”, ma
mino alcune suggestive presenze solistiche come quella soprattutto Emi - di un musicista che possiede “l’arte
di Marcelle Meyer che esegue la Burleske di Strauss o presenta alcune sovrana di ordinare le sonorità”. Ap-
Monique de la Bruchollerie in una bellissima intesa con primizie per prezzamenti che porteranno la Emi a
Cluytens nel Quarto di Beethoven; come pure troviamo la prima volta proporre a Cluytens la registrazione
Marguerite Long nella Ballade de Fauré a lei dedicata. su cd, tra cui dell’integrale delle Sinfonie di Bee-
Ma molti altri sono i solisti di fama con cui Cluytens di- - per ricordare thoven, la prima volta per i Berliner,
vide il discorrere, da André Navarra in un Concerto di solo le vette e poi con un direttore francese! Un
C.P.E. Bach a David Oistrakh nel Concerto di Beethoven, interpretative - la suggello esemplare per una carriera
per non dire della felicissima collaborazione con Gilels registrazione che dovrà fatalmente spezzarsi con
testimoniata dal Secondo Concerto di Saint-Saëns, dal di L’Enfance de la morte, nel giugno del 1967: poche
Primo e Terzo di Beethoven e dal Terzo di Rachmani- Christ di Berlioz settimane dopo Cluytens avrebbe
nov. Traccia suggestiva quella riguardante la prima ap- e la versione fatto il suo ingresso al Metropolitan.
parizione a Parigi, nel maggio 1958, di Sostakovic che integrale delle Sarà George Auric che lo ricorderà
Cluytens accompagna nei due Concerti per pianoforte musiche per Le al cimitero di Montmorency evocan-
dirigendo poi l’undicesima Sinfonia. E pure significativa Martyre de Saint do “la simplicité et la générosité de
l’attenzione rivolta a giovani solisti emergenti, giovani Sebastien di ce grand chef d’origine belge, mon-
usciti dal Conservatorio come Gabriel Tacchino o l’arpi- Debussy. dialment célèbre, qui avait choisi la
sta Annie Challan o laureati al Concorso Long-Thibaud, France pour patrie”. p
Euroamerica
di Alessandro Traverso
Con il Lydian Chromatic Concept di George Russell, il jazz si stacca dal sistema
maggiore-minore per rispolverare il “modale” a partire dall’armonizzazione dalla scala
Lidia. Un’avanguardia novecentesca con radici pitagoriche tutta da scoprire
N
el descrivere gli avvenimenti riguardanti il Be- Nei tre dischi citati il fil rouge è la presenza del sassofo-
bop e i suoi sviluppi “hard” e “post” di cui ci nista Coltrane la cui radicale espansione armonica è ma-
siamo occupati nelle ultime due puntate, vale la nifestamente influenzata dalla visione russelliana la cui
pena soffermarsi su un anno cruciale, il 1959, in radicalità - rispetto a quanto in Occidente si va praticando
cui sono apparsi Kind of Blue di Miles Davis; Giant Steps da quasi quattro secoli - la rende paragonabile alle ricerche
di John Coltrane (foto sotto); e New York, N. Y. di George politonali di Stravinskij, o alla “liberazione” dodecafonica di
Russell, teorico del Lydian Chromatic Concept of Tonal Schoenberg e alle esplorazioni etniche di Bartók e Kodály.
Organization, ossia la rivoluzione che innescò il jazz mo- La teoria di Russell affascinò i “modernisti” e diede moti-
dale. Quello di Russell è il primo riferimento teorico ai si- vazioni forti sia ai ricercatori di lunga data alla Miles Da-
stemi pre tonali attribuibile al jazz. Il “Concetto lidio” esce vis, sia a quelli appena svezzati come Herbie Hancock,
dalla tradizione europea del maggiore-minore recuperando che non persero l’occasione di fare emergere la potenzia-
e ampliando l’organizzazione delle scale etniche dell’antica lità del recupero in chiave neoclassica degli antichi siste-
Grecia mantenendo però la trasposizione intervallare dei mi musicali greci e latini.
modi gregoriani (2° dorico, 3°frigio) non più intesi come en- In Milestones, brano che dà il titolo all’album del 1958,
tità monofoniche bensì armonizzati nel nuovo “sistema”. Davis esemplifica il jazz modale poi adottato in maniera
Jazz
gregoriano
programmatica in Kind of Blue, sempre sul presupposto della quarta aumentata. A partire dalla
teorico del “Concetto lidio”. Cambia l’approccio all’im- BLACK scala lidia (come un do maggiore ma
provvisazione: la linea melodica del solista e gli accordi and White con il fa diesis al posto del fa naturale)
della sezione ritmica fruttano differenti sviluppi attraverso il teorico mette al centro la funzione
quello che Russell chiama Chordmode, un meccanismo che Rispetto alla dominante quale forza trainante della
permette la scelta delle note sulla base del loro particolare modalità antica propulsione armonica. E la modalità
colore modale, in riferimento a una precisa scala, sia essa il Modal jazz Lydian è quella che gli permette di co-
lidia, misolidia, eolia, locria, jonica, dorica oppure frigia. aggiunge modi struire una scala attraverso il circolo
Si tratta di un approccio che, seppure in formule differen- alterati a partire delle quinte. Una scala di do lidio con-
ti, molti musicisti di quel periodo stavano adottando. In dalla jazz melodic, tiene infatti le sette note fondamen-
un’intervista realizzata da Don DeMichael per “Downbe- una scala tali di tale circolo: do, sol, re, la, mi si,
at” nel 1960, John Coltrane contrappose il fatto che “nel minore melodia fa diesis che, riordinate in un’ottava,
passato recente con Davis si lavorava sulle sequenze di che non varia formano la scala russelliana lidia do-
accordi interessandosi alla loro struttura verticale” rispet- discendendo e re-mi-fadiesis-sol-la-si sostitutiva del
ta a quanto invece si fa adesso “muovendosi in un’altra dalla quale sul 1° maggiore. Russell osserva inoltre che,
direzione: con linee indipendenti dal cambio accordale, grado si ottiene quando questi toni sono verticalizzati
tali da permettere di suonare sia orizzontalmente sulla una dorica con la per terze trovano la forma ideale di un
melodia, sia verticalmente sull’accordo”. 7ª maggiore: sul accordo maggiore di tredicesima.
Nel 1965 anche il pianista Herbie Hancock si avviò in quella 2° un’altra dorica Il sistema di Russell si completa con le
direzione incidendo l’album Maiden Voyage che, oltre a con- con la 2ª minore; scale lidie derivate: quella aumentata
tenere il brano Dolphin Dance in cui si nota l’indipendenza sul 3° una lidia (do-re-mi-fa diesis-sol diesis-la-si), la
dalla progressione degli accordi armonizzati sui gradi della con eccedente la diminuita (do-re-mi bemolle-fa diesis-
tonalità, esemplifica la grande libertà espressiva ottenuta 5ª oltre che la 4ª sol-la-si), la Lydian Flat Seven (do-re-
tramite i pedali armonici la cui lunghezza veniva dettata dai (vedi Russell); mi-fa diesis-sol-la-si bemolle) e le lidie
singoli musicisti nel corso della loro improvvisazione. L’uti- sul 4° la lidia ausiliarie: aumentata anemitonica (do-
lizzo di pochi accordi è in netta controtendenza rispetto al dominante re-mi-fa diesis-sol diesis-si bemolle) e
dedalo armonico cui ricorrevano Charlie Parker e i boppers in (Lydian flat seven diminuita octofonica (do-re-mi bemol-
genere; e sgrava l’improvvisatore permettendogli di liberare in Russell) con le-fa-fa diesis-sol diesis-la-si).
la fantasia tramite due scale appena come nell’emblemati- la 7a minore; sul Estendendo poi enarmonicamente il
co AABBA del davisiano Milestones, dove nella sezione A si 5° una misolidia circolo delle quinte - do, sol, re, la, mi si,
53
improvvisa sulla scala dorica di sol (costruita sul 2° grado di con la 6a minore; fa diesis,do diesis, sol diesis, re diesis
Fa jonico, che nel sistema tonale corrisponde a Fa maggiore) sul 6° una (mi bemolle), la diesis (si bemolle) mi
valida per tutti e quattro gli accordi di sol minore settima, la locria con la 2ª diesis (fa), si diesis (do) - Russell giun-
minore settima e si bemolle con la settima maggiore; nella maggiore; sul 7° ge al prototipo “dodecafonico” di sca-
sezione B, in cui le settime riguardano i primi quattro gradi la superlocra (2ª la cromatica Lydian, la quale contiene
del do jonico (alias maggiore), il gioco melodico si conlcude e 3ª minore, 4ª solo intervalli pitagorici.
sulla scala di la eolio (la minore naturale nel sistema tonale). e 5ª diminuita, Russell e i “jazzisti modali” hanno dato
Il “Concetto lidio” permette ai musicisti che vanno speri- 6ª e 7ª minore), un significativo apporto all’evoluzione
mentando il jazz modale di procedere servendosi di uno di sapore teorica del comporre e dell’improvvi-
strumento di indagine per la prima volta concettuale, costi- inconfondibil- sare ponendosi perciò fra i protagoni-
tuito da un appoccio estetico oltre che teorico-musicale. mente jazz. sti del dibattito sull’avanguardia mu-
La riorganizzazione tonale di Russell si fonda sulle presenza sicale americana del Novecento. p
Repertori John Coltrane (My Favorite Things, Atlan- (Maiden Voyage, Blue Note
John William Coltrane (1926- tic Recors, 1961). Record, 1965).
George Russell 1967) è stato il sassofonista
Originario di Cincinnati compositore afroamerica- Herbie Hancock Miles Davis
(1923-2009) George Russell no che, all’inizio degli anni Nato a Chicago nel 1940, Il trombettista Miles Davis
- pianista, compositore e au- Sessanta con l’album My Herbie Hancock è tuttora un (1926-1991) già innovatore
tore di The lydian chromatic Favorite Things, diede vita jazzista dalle molte prospet- con il cool, a fine anni Cin-
concept of tonal organiza- al jazz modale dopo che era tive È del 1965 il suo con- quanta tornò protagonista
tion (prima edizione 1953) stato protagonista del bop e tributo al jazz modale con del jazz modale con Kind
- rivoluzionò la tecnica di prima di chiudere la breve Maiden Voyage. La presen- of Blue. Lo affiancano in
improvvisazione proponen- esistenza da precursore del za di Ron Carter al contrab- sala d’incisione Cannonbal
do al posto delle scale tonali free jazz. L’album, conside- basso, Freddie Hubbard alla Adderly e John Coltrane ai
l’utilizzo dei modi (ionico, rato disco fondamentale nel- tromba, Tony Williams alla sassofoni, al pianoforte BIll
dorico, frigio, lidio, misolidio, la storia di questa musica, è batteria e George Coleman Evans (tranne Freddie Fre-
eolio, locrio) tratti dalla tra- anche la prima registrazione al sassofono tenore provano eloader suonato da Wynton
dizione musicale del canto dello storico quartetto con l’attrattiva che le innovazio- Kelly), Pual Chambers al
gregoriano che a sua volta McCoy Tyner al piano, Elvin ni di Hancock esercitavano contrabbasso. Inconfondibi-
li mutuò dalla musica della Jones alla batteria e Ste- in quel decennio. Se la più le il tratto modale avvertibile
Grecia classica. Il suo disco- ve Davis al contrabbasso. immedata forma modale è in brani bi-accordali come
manifesto del “Concetto L’approccio modale si av- presente nella title track, So What (in modo dorico)
lidio” e per estensione del verte quando Coltrane rivi- un raffinato capolavoro di o come Blue in Green (di
jazz modale è New York N. Y sita brani tradizionali come genere è Dolphin Dance, il sapore frigio) (Kind of Blue,
(Decca Record, 1959). Summertime di Gershwin brano che chiude l’album Columbia Records, 1959).
ALESSIO BIDOLI BRUNO CANINO
1CD 5054197638428
facebook.com/warnerclassicseratoitaly
Guido Salvetti CLASSIC historiae
IERI, OGGI.
E DOMANI?
S
arebbe strano che i giovani musicisti fos- stione dei nostri tempi, lo storico - anche lo stori-
sero immuni da tutti i problemi di lavoro e co della musica - non può non porsi la domanda:
di riconoscimento sociale di cui oggi sono ieri era meglio o era peggio? Per quel che vale, la
afflitti i loro coetanei scienziati, medici, avvocati sua coscienza civile può trovare un poco di con-
ecc. E infatti non lo sono, nonostante solazione ripensando che, almeno in
i plurimi diplomi, i perfezionamenti, i
master di ogni tipo, i tirocini, i concorsi,
“Si guardi a un futuro un caso, era peggio; molto peggio. Mi
riferisco all’origine dei Conservatori,
i soggiorni all’estero, e quant’altro. dove i giovani musicisti - quando, nella Napoli delle carestie e
Ci sono orchestre che vivono dell’opera delle pestilenze di fine Cinquecento,
gratuita dei giovani, studenti o neo-di- assieme ai giovani di tutte la parola significava ancora “orfana-
plomati, che le formano. Ci sono interi trofi”, dove fra i tanti possibili me-
le professioni mal pagate
55
festival pianistici, o di musica da came- stieri che venivano impartiti a quei
ra, che hanno come “politica” quella di poveretti c’erano anche il canto e gli
non pagare nessuno: con la piccola dif- - vengano riconosciuti per strumenti, utili per i servizi ecclesia-
ferenza che un musicista affermato può stici - funerali e matrimoni compresi
farne a meno, per una volta su dieci, quello che valgono” - nelle mille chiese e nei mille oratori.
mentre per un giovane, magari bravissi- Salvatore Di Giacomo ha guardato
mo, sarebbe importante guadagnarsi qualcosa. con la lente d’ingrandimento quella storia, che
Non solo qualcosa: il giusto. Che è poi facilissi- per alcuni aspetti fu illustrata da alcuni grandi
mo da calcolare: quanto gli basti per vivere della musicisti che diventeranno famosi in tutta Euro-
professione che ha scelto. pa. Anche solo limitandoci al Conservatorio dei
Non è il lavoro che manca, quindi: è l’evange- Poveri di Gesù Cristo ne uscirono Durante, Per-
lica “giusta mercede”. È quanto avviene ne- golesi, Jommelli, Vinci, Porpora, Traetta, Farinelli.
gli studi di avvocato e dentistici, nei tribunali Ma la lente d’ingrandimento ha mostrato anche
e nelle agenzie turistiche, nelle redazioni dei qualcos’altro: i risultati artistici furono raggiunti,
giornali e nel turbinio cittadino dei fattorini in oltre che con le consuete nefandezze dei colle-
motorino o in bicicletta: un esercito di semi- gi ecclesiastici, con lo sfruttamento sistematico
schiavi che, pur di avere uno straccio di lavo- dei giovani musicisti, la cui unica mercede era
ro, si adattano a tutto. uno scarso e povero cibo. Le cronache ci danno,
Anche a proposito di questa spinosissima que- proprio di quel conservatorio, un quadro di deca-
dimento ad opera di un rettore corrotto, di con-
flitti violenti con i prospicienti padri Filippini, fino
all’assassinio di uno studente - Domenico Lanot-
te - ad opera degli abati armati (i cosiddetti cor-
sori) al servizio dell’arcivescovo. E chissà quali e
quanti furono i fattacci se quel conservatorio, nel
1743, fu chiuso e i poveri musicisti in erba furono
dispersi nelle altre istituzioni cittadine.
Le cose, oggi, non sono neppure paragonabili
ad allora. Ma è cambiata - di molto, è eviden-
te! - la forma, non moltissimo la sostanza, se,
guardando la situazione della musica in Italia
dalla parte dei giovani, troviamo casi in cui
sono costretti a prestare la loro opera per un
tozzo di pane.
Si deve puntare, quindi, su un futuro migliore:
dove i giovani musicisti - assieme ai giovani di
tutte le professioni mal pagate - vengano rico-
nosciuti per quello che valgono.
recensioni CD&dvd
E VGE NY K ISSIN
photo: Johann Sebastian Hänel - ad: www.filippovezzali.com
B E E T H O V E N
Dopo 25 anni
il mitico pianista russo ritorna
su Deutsche Grammophon
con uno splendido
doppio album beethoveniano.
ALTRE NOVITÀ
KRYSTIAN ZIMERMAN QUARTETTO AMADEUS ANNA NETREBKO &
SCHUBERT Le registrazioni complete su YUSIF EYVAZOV
Deutsche Grammophon
Sonate per pianoforte ROMANZA
D 959 e D 960 Canzoni e duetti d’amore
Edizione limitata
Disponibile anche in versione
Prezzo 2 CD Deluxe
Speciale
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CD&dvd recensioni
niero della Rosa, nella quale e di Pergolesi, per sensibili- quanta brunitura possieda il
vocale la voce entra nell’atmosfera
incantata creata dall’assolo
tà, chiarezza della dizione,
qualità del timbro. In Bach
colore timbrico, e ancor meno
su quanto corretto o meno
di clarinetto assumendone il anche la direzione di David sia il meccanismo “baritona-
Russian Light tipico colore che poi s’illumi- Bates appare persuasiva e fa le” del passaggio di registro.
soprano Olga Peretyatko na sposandosi idealmente a comprendere nitidamente la Resiste sempre, si capisce,
direttoreDmity Liss quello del violino solista fino straordinaria ricchezza delle un brandello di ammirazione
orchestra Ural Philharmonic a un do acuto di raggiante lu- due cantate, forse con l’aiuto per la longevità vocale (non
cd Sony 88985352232 minosità da cui scende verso della complessità stessa del- c’è la minima traccia di quel
18,30
prezzo una conclusione sommessa la scrittura. La “chiarezza, vibrato che, per dire, affligge
che tuttavia conserva intatta semplicità, verità e dolcezza così tante voci di trentenni),
la radiosa dolcezza iniziale. di espressione” che Burney ovvio portato d’una tecnica
Quattro canzoni di Rachma- tanto apprezzava in Pergo- impossibile a negarsi pena il
ninov, che comprendono il lesi sono forse più ardue, ridicolo. Ma resta altresì im-
celeberrimo “Vocalizzo” (ono- inoltre la rigidezza di alcu- mutato il rimpianto per quan-
rata con superba souplesse ni tempi rapidissimi appare to avrebbe invece potuto
ogni richiesta virtuosistica, francamente incomprensi- fare una personalità artistica
ma scansata anche ogni re- bile. Le indicazioni Allegro come la sua alle prese con le
lativa meccanicità attraverso sono sempre prese in modo parti baritonali verdiane: sce-
un costante, raffinatissimo da esaltare la vicinanza di gliere due o tre ruoli al mas-
57
arco storico. Si parte infatti scordarlo, ma non l’ho rim- se un poco raggelato intimi- Niente. Spettacoli di banalità
dagli albori primottocen- pianto più di tanto. Ed è dire smo. desolante, nei quali mortifica-
teschi dell’opera russa col abbastanza, almeno per me. Paolo Petazzi ta è proprio quella capacità di
Glinka del Ruslan e Lyudmila: Elvio Giudici stare in scena che è sempre
nella cavatina di quest’ulti- Verdi stata qualità peculiare di Do-
ma, il luminoso registro acuto Pergolesi Macbeth mingo: e scarsa propensione
e l’eccellente sgranarsi del- Stabat Mater interpreti P. Domingo, E. Semen- a lavorare a fondo coi (spora-
la coloratura alzano un vero Bach chuk, I. D’Arcangelo, J. Guerrero dici) direttori di conclamata
e proprio inno di giovanile Cantate Bwv 54 e 170 direttore James Conlon bravura che pure ha incon-
esultanza. E si arriva al tardo soprano Lucy Crowe orchestra Opera di Los Angeles trato in questa sua seconda
Novecento di Sostakovic con controtenore Tim Mead regia Darko Tresnjak carriera. Il presente Macbeth
la sua pochissimo nota ma direttore David Bates regia video Matthew Diamond californiano dell’anno scorso
invece bellissima Moskvá, ensemble La Nuova Musica formato 16:9 non solo non fa eccezione: ne
Cheryomushki, ovvero, all’in- cd Harmonia Mundi HMM 907589 sottotitoli It., Ing., Fr., Ted. è conferma delle più tristi.
circa, quartiere dei ciliegi alle 16,50
prezzo 2 dvd Sony 88985403579 Lo spettacolo sembra una
porte di Mosca: le due canzo- / prezzo 20 parodia di certi film hol-
ni di Lidochka, col loro lento, lywoodiani in costume anni
denso melodizzare che spes- Cinquanta. Pelliccione, coro-
so sprofonda sotto il rigo, te- none dorate a punte, spade
stimoniano quanto la voce e spadoni, grande aprirsi di
della Peretyatko abbia ades- mantelli e mantelline, boccali
so un centro e un grave che, enormi di elaborata quan-
seppure non particolarmen- tunque sempre pacchianona
te ampi, sono però corposi, fattura. Tutto un andare e
sempre ben timbrati e dunque venire ma soprattutto stare,
capaci di aprire un suggestivo
ventaglio accentale.
In mezzo, cinque brani di
D ue meravigliose cantate
di Bach per voce di con-
tralto (tra le rare solistiche),
con gran sorrisi a bocca larga
e mani a brocca, recitazione
rigorosissimamente frontale.
Rimski-Korsakov. L’inno al Widerstehe doch der Sünde Diversi “prestiti” a comincia-
sole del Gallo d’oro, dove la li-
nea vocale sfoggia, anche nei
passi di coloratura, una deli-
e Vergnügte Ruh’ sono ac-
costate allo Stabat Mater di
Pergolesi che Bach conobbe,
H o un po’ perso il conto
(nove, credo), di quanti
ruoli verdiani scritti per bari-
re dalle streghe onnipresenti
in ogni stazione narrativa,
clonate in figure seminude
catezza e una trasparenza di ammirò e adattò a un testo tono siano stati affrontati da pittate di grigio striscianti su
rara poesia. La meravigliosa tedesco (nessuno finora ha Domingo. Nessuno capace muri e pavimenti come nel
ninna-nanna di Volkhova nel voluto accostare nello stesso di lasciare davvero il segno, Macbeth cinematografico di
Sadko. Le arie di Marfa Sposa cd l’originale e la trascrizio- tutti accolti da grande suc- D’Anna; e ancor più numero-
dello zar e della Fanciulla di ne-adattamento). Offre una cesso di pubblico, quindi il se cadute nel più sfrenato e
neve, dove incanta la dolcez- discreta prova il soprano pallottoliere è probabile s’ar- patetico dei comici involon-
za melanconica di base che sa Lucy Crowe e si apprezza ricchirà ulteriormente. Ormai tari, come le testone giganti
però via via innervarsi di ra- senza riserve il controtenore frusta ogni considerazione sopra gambette da bambino
pinosa energia. La bellissima Tim Mead nella parte di con- su quanto sempre tenorile che caracollano a destra e
canzone L’usignolo prigio- tralto delle cantate bachiane sia la sua voce, non importa a manca nella scena delle
recensioni CD&dvd
apparizioni; o come la Lady fraseggio notevole nel “Pietà Rota Battista, a quattordici diven-
che interrompe l’incalzare rispetto amore” e notevolissi- Sacred Works tare allievo di Pizzetti, subito
del duetto seguente l’assas- mo nella ripristinata “Mal per direttore Giuseppe Grazioli dopo di Casella quindi, il viag-
sinio di Duncan per scappare me chi m’affidai” conclusiva. orchestra Sinfonica di Milano gio in America - caldamente
in quinta a prendere uno dei Di robusto spessore la voce Giuseppe Verdi appoggiato da Toscanini - e
suddetti boccali onde offrire di Ekaterina Semenchuk, 2 cd Decca 481 4799 lo studio al Curtis Insitute di
al marito un cicchetto rico- ennesimo mezzosoprano prezzo 18,80 Filadelfia con Rosario Scalero,
stituente (e al supposto ba- alle prese con una tessitura compagni di studio Gian Carlo
ritono, in difficoltà di fiato, diabolicamente ambigua (i Menotti e Samuel Barber.
un confortino). Un peccato, soprani debbono avere fior di I due cd nella vasta impresa
questo perenne e totale anti- gravi e un medium di roccia; degli opera omnia avviata
climax scenico, perché limita i mezzosoprani, a parte il re da Decca offrono un capitolo
parecchio una direzione che bemolle del sonnambulismo, singolare dell’infaticabile pro-
già deve fare i conti coi con- devono vedersela con pesti- duttività del musicista, in cer-
tinui fiati rubati del protago- fere fiondate all’acuto) di cui to qual modo prolungamento
nista: nei limiti del possibile, viene a capo con stridii non del giovanile oratorio, non
però, tesa, flessibile, capace eccedenti in alto, discreta solo nella tematica dei due
spesso di creare quell’atmo-
sfera drammatica di cui la
scena latita in toto.
disinvoltura nelle agilità del
brindisi, e in generale uno
sfruttamento piuttosto saga-
S i deve a Lele d’Amico,
ammiratore senza limiti di
Rota, la distinzione tra “Rota
oratori, Mysterium e Il Natale
degli innocenti e delle altre
pagine di contenuto spiritua-
La linea vocale di Domingo è ce del registro centrale, dove numero uno”, il promettente le, ma per l’ampiezza dell’im-
sempre più stanca man mano mette in mostra un colore allievo di Pizzetti e Casella, pianto corale intessuto con
che la serata procede: il sen- cupreo più che notevole: un e quello “numero due” che una forza nativa che riscatta
so della parola non manca, tantino risaputo il fraseggio, avrebbe trovato un’altra stra- il compiacimento dell’abile
tuttavia, e diverse inflessioni purtroppo, risolto più con di- da; dalla quale avrebbe preso esercizio dietro il quale non
mostrano quanto si sia impe- ligente scolpitura di dizione avvio la linea che definisce il è forse gratuito un riferimen-
gnato a fondo nell’affrontare che con personale fantasia profilo del musicista, quella to alla “lezione” di Pizzetti,
simile personaggio, trovando d’accenti. Accento, peraltro, propensa al “pastiche”, a orec- anche se in termini scolasti-
- a fianco dei due faticosissi- che latita vistosamente nella chiare “musiche di altri”; come ci essa fu virtuale; Pizzetti,
mi concertati e d’un duetto pur bella linea di Ildebrando acutamente aveva annotato infatti rinuncerà all’incarico
in cui ci si aspettava ben al- D’Arcangelo e in quella vice- Zanzotto: “Con le musiche di dopo aver letto un articolo sul
tro gioco di chiaroscuri - un versa frammentaria e disordi- Rota vien da dire spesso: ma “fanciullo prodigio Nino Rota
natissima di Joshua Guerre- questo motivo io l’ho già sen- Rinaldi”, temendo che il cla-
Ordina il tuo disco su ro. Orchestra eccellente, coro tito”. Il “numero uno” nasceva more attorno alle doti, da lui
un po’ meno (e Gesù, quanto da quella straordinaria preco- ben riconosciute, del giovinet-
recita male!), parti di fianco cità che a undici anni lo aveva to potessero turbare la matu-
discrete. spinto a comporre un oratorio, razione. Osservando questa
Novità e catalogo Elvio Giudici L’infanzia di San Giovanni significativa produzione ora-
59
formato 16:9 spesso aggio su una tal quale sco a comprendere le ragioni - nonché diversi acuti aspri-
sottotitoli Ing., Fr., Ted., Giap., banalità d’idee. Ritmo sempre per le quali Enrique Mazzo- gni. Sempre padrona di casa
Cor. sostenuto, caccole al minimo la stia svolgendo la propria è, comunque, Mrs. Christie
dvd Opus Arte 1238D sindacale e comunque godi- carriera soltanto all’estero: (la De Niese è moglie di Gus
prezzo 29,90 bili: il chitarrista che per la direzione vivacissima ma Christie): e dunque si ripri-
Serenata viene “audizionato” ovunque perfettamente ca- stina l’aria “Ah, s’è ver, in tal
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cavernoso, ingolato da pau- pezzi, in particolare la Ciac-
ra, del tutto a disagio proprio cona e il Preludio della Terza
sotto al rigo (e sì che Verdi ha Partita, appaiono ancor più
previsto note alternative, per radicalmente nuovi degli altri;
facilitare le cose e risparmia- ma in ogni pagina è decisivo
re suoni stomachevoli; cadrà (e sempre del tutto persuasi-
mica la corona dalla testa, ad vo) in primo luogo il lavoro ap-
accettarle?), e con acuti incisi profondito sulla articolazione,
nel più duro dei sassi. e non meno significativa è la
Elvio Giudici sottile varietà del fraseggio.
Una proposta destinata a la-
sciare il segno.
strumentale Paolo Petazzi
Bruckner
Bach Sinfonia n. 9
Sonata n. 1 in re minore
Partite n. 2 e 3 direttore Riccardo Muti
violino Enrico Onofri orchestra Chicago Symphony
cd Passacaille 1025 cd CSO Resound CSOR901 1701
17,40
prezzo 17,40
prezzo
63
direttore Yannick Nézet-Séguin affronta il problema comune cd Sony 88985433222
orchestra Chamber Orchestra ai compositori di quella sta- prezzo 18,30
of Europe gione centrale del secolo nel
coro Rias Kammerchor cimentarsi con la forma sinfo-
3 cd Dg 00289 479 7337 nica, vale a dire come combi-
prezzo 30,90 nare l’idea di “grande forma”
con le ragioni sempre più
sottili del processo tematico;
aspetti cui in certo qual modo
D alla Norvegia una ulterio-
re smentita ai pregiudizi
sull’ultimo Schumann, in que-
Mendelssohn si era sottratto sto caso attraverso la propo-
nella “Italiana” (e così farà sta delle due sole sonate per
anche nella “Scozzese”) pri- violino e pianoforte che egli
vilegiando una melodia liede-
ristica e un tessuto prevalen-
temente contrappuntistico,
L a vicinanza d’uscita con
l’integrale delle Sinfonie
mendelssohniane di Nézet-
pubblicò, quelle op. 105 e 121
composte nell’autunno del
1851 (la terza, in la minore, del
più leggero, tratti che Nézet- Séguin rende spontaneo il 1853, uscì postuma nel 1956).
65
senziali) liriche da camera, ma Turchia (Sivas, Hopa, Anka- quando suona a fianco di vali- violino e pianoforte di
soprattutto per dar il giusto ti- ra, Bodrum). Nella Sonata si dissimi partner, come è il caso Poulenc (Allegro con fuoco) è
tolo di merito ai soprani Greta ascoltano preziosi effetti tim- di questo disco. Ne escono di quelli che lasciano il segno.
De Reyghere, ammirevole in brici per i quali, a detta dello letture molto belle e ispirate E chiarisce immediatamente
recensioni CD&dvd
il gusto e l’acume musicale di uno strumento che conservas- nostalgia per una Russia tar-
Alessio Bidoli e Bruno Canino
nell’affrontare alcune pagine
se i caratteri dell’organo italia-
no tra Cinque e Seicento, a tra-
pianoforte do ottocentesca in via mol-
to mediata, come se stesse
del primo Novecento francese smissione meccanica, ma che ascoltando qualche racconto
e russo. Il violinista milanese, fosse trasportabile, uno stru- Ciaikovskij di un vecchissimo superstite
allievo di Gigino Maestri, Pier- mento “portativo” dunque, che Le stagioni op. 37b di un’epoca remota.
re Amoyal, Salvatore Accardo, avesse la potenza degli organi Sonata op. 37 Luca Chierici
Pavel Berman, Oleksandr Sem- rinascimentali, con le canne pianoforte Nikolai Luganski
chuk, sfrutta il suo strumento interamente di legno, il pino di cd Naïve AM215 Beethoven
(uno Stefano Scarampella del Svezia e il castagno francese, 18,40
prezzo Variazioni Diabelli
1902) per dipanare linee asciut- senza che questo togliesse al op. 120
te, secche, quasi legnose, senza suono la brillantezza argenti- Arie nazionali variate
svenevolezze. Ma, in perfetta na delle canne di metallo. Uno op. 105
sintonia con Canino, riesce a strumento affascinante, ri- pianoforte Ronald Brautigam
imprimere un carattere inten- spondente alle intuizioni mu- cd Bis 1943
samente espressivo ai motivi sicali di Questa in quella rara prezzo d. d.
cantabili del primo movimen- integrazione tra artigianalità e
to; a cogliere le venature iberi- sublimazione che era propria
che e il sentimento di nostalgia del personaggio, ben colta da
che pervade l’Intermezzo (Très Pinzauti nel riconoscere come
lente et calme), che reca la ci-
tazione di un verso di Garcia
Lorca (alla cui memoria è de-
la sapienza manuale di Que-
sta desse la sensazione “di
ritrovare di continuo l’essen-
N on c’è pianista vivente,
soprattutto se di origine
russa, che non abbia in testa
dicata la sonata); a sottolineare zialità dell’espressione come l’interpretazione della Sonata
il carattere drammatico, quasi del ‘divertimento’, il gusto in sol maggiore di Ciaikovskij
teatrale, del finale (Presto tra- della meraviglia seicentesca e quale è stata consegnata al
gico), che evoca la cattura e la
fucilazione del giovane poeta.
Lo stesso tratto interpretativo
insieme l’umiltà di un antico
servizio musicale di carattere
comunitario”.
disco da Sviatoslav Richter,
ma dopo di lui la Sonata è
stata affrontata con successo
A più riprese ci siamo oc-
cupati della integrale in
fieri che il pianista Ronald
(complice anche una presa del Una delle preoccupazioni da molti altri strumentisti ag- Brautigam va incidendo per
suono molto presente, poco ri- di Questa nasceva dalla ne- guerriti che hanno sviscerato la Bis, e lo abbiamo fatto
verberata) caratterizza anche cessità che la voce del suo in lungo e in largo un testo sempre in termini elogiativi,
altre pagine registrate nel cd, strumento non si spegnesse che a dire il vero non tollera anche quando i testi affron-
tutte interpretate con un gesto con la sua scomparsa: timore interpretazioni così diverse tati non mancavano certo di
graffiante, molto moderno, e smentito, grazie all’impegno tra loro. Luganski si lamenta, richiamare esempi famosis-
con ricercata varietà di colori: di Maria Grazia Amoruso che, nell’intervista riportata nelle simi del passato e del pre-
la Tzigane di Ravel, la Suite ita- ufficialmente curatrice del note di copertina del disco, sente. Il quindicesimo volu-
lianne (versione 1933) di Stra- prezioso strumento, è la de- della scarsa efficacia della me dell’impresa tira in causa
vinskij, tre pezzi dall’Uccello di positaria più qualificata nel scrittura pianistica dell’au- un pezzo da novanta come le
Fuoco, e le Cinq Mélodies op. senso che di Questa ha segui- tore: è vero che Ciaikovskij Variazioni Diabelli e le abbi-
35 che Prokofiev trascrisse per to la lezione assimilando quei non era un concertista come na alle Arie nazionali dell’op.
violino e pianoforte su sugge- principi che lo avevano guida- poteva esserlo Anton Rubin- 105 di raro ascolto, uno dei
rimento del violinista Pawel to nell’esplorazione del mondo stein o come potrà esserlo tanti esempi del tardo Be-
Kochanski. frescobaldiano ma pure in al- Rachmaninov, ma la sua pro- ethoven che - pur attratto
Gianluigi Mattietti tre direzioni che Questa aveva duzione pianistica è vasta e da facili introiti offerti dagli
indagato; come l’attenzione non certo trascurabile. Come editori - trasformava in oro
Haydn, Frescobaldi per i Concerti di Haydn, opere nel caso di Musorgskij, la tutto ciò che toccava. Prose-
Concerti e musiche che rispecchiano il panorama scrittura di Ciaikovskij va guendo la propria ricerca di
per organo viennese di quella stagione letta tra le righe e, pur senza strumenti adatti al repertorio
organo e direttore Maria Grazia ancora intonata alla galanterie toccare il testo scritto, l’ese- scelto, qui Brautigam utilizza
Amoruso e mostrano un’attenta consi- cutore può giocare a proprio una copia di un Conrad Graf
orchestra Mainzer Kammerolr- derazione per l’articolazione agio con i timbri, i colori, le del 1822, realizzata da Paul
chester formale consolidata dalla prati- dinamiche del fraseggio. McNulty nel 2007, strumen-
2 cd DeVega 1135-1136 ca, offrendo alcuni di quei trat- Luganski è un pianista di to simile a uno posseduto
prezzo d. d. ti di sensibilità che si libererà prima classe, per il quale da Beethoven nei suoi due
in tutta la sua ricchezza e con non esistono certo proble- ultimi anni di vita. Il pianista
ben altra urgenza nel tumul- mi tecnici, e restituisce una mantiene anche in questo
tuoso periodo della sua prima lettura impeccabile dell’op. caso l’elevato standard dei
maturità, toccata dall’este- 37. Possiamo solamente no- dischi precedenti, anche se
tica dello Sturm und Drang. tare che l’ascolto radiofonico la sua lettura delle “Diabelli”
Caratteri che ha ben colto la della stessa sonata durante non si discosta per nulla dalla
Amoruso nei quattro Concerti un recital tenuto dal piani- tradizione e in certi punti (la
realizzati insieme alla Mainzer sta a Vienna un paio di anni celestiale Fughetta) pecca di
Kammerorchester, esecuzioni fa rendeva al meglio le qua- eccessivo controllo a scapito
accompagnate da altre pagi- lità di un interprete che, dal di una più libera e parteci-
67
accompagnarci come filo si rinnova il fascino dell’in- Luca Chierici ta a Londra e Parigi nei primi
conduttore lungo l’ascolto di fanzia, nella forbitezza del anni dell’800 con dedica a
questo avvincente disco rea- segno incarnato in un vir- Mozart Clementi. Giovanni Gotifredo
lizzato per la Stradivarius da tuosismo di rara sottigliezza, Sonata K 533 Ferrari (1759 – 1842) nacque
Alfonso Alberti e Anna D’Er- ma soprattutto nell’evocare Clementi a Rovereto ma si trasferì agli
rico, due pianisti di cui si è quella dimensione di raccol- Sonata op. 40 n. 2 inizi del XIX secolo a Londra,
avuto altre occasioni per ap- ta intimità, di Gemütlichkeit Beethoven dove morì a un’età ragguarde-
prezzare singolarmente quel propria a quella cultura au- Sonata op. 54 vole. Le tre sonate op. 10 non
talento che ora trova un suo striaca, da Schubert a Mahler Ferrari vanno al di là di una piacevole
fuoco particolarmente incisi- a Webern, cui Castiglioni era Sonata op. 10 n. 3 tenuta melodica (nell’Andan-
vo nella più stringente eco- nativamente legato. fortepiano Antonio Piricone te con espressione) e di una
nomia del duo pianistico. La Gian Paolo Minardi cd Ayos Raritas AY-RA03 brillantezza piuttosto super-
suggestione del “tempo rag- prezzo 18,30 ficiale nei movimenti estremi
gelato” diventa infatti lam- Brahms (ma il Presto finale non è poi
pante in quel capolavoro che Danze ungheresi n. 11-21 così banale). Piricone mostra
è il grande trittico per due Grieg una evidente predilezione per
pianoforti di Ligeti nel modo Danze norvegesi op. 35 questa sonata, e la comunica
con cui il senso della fissità Dvorák attraverso una esecuzione vi-
viene declinato dal grande Danze slave op. 46 vace e affettuosa.
musicista in atteggiamen- duo pianistico Claire Chevallier, L.C.
ti che dalla dichiaratività Jos Van Immerseel
accordale del primo brano, cd Alpha-Classics ALPHA 282
Monumentum, si polveriz- prezzo 18 antica
za nel brulichio minimalista
di Reich e Riley calamitato
dall’enigmatico finale della
A ntonio Piricone, classe
1977, è accompagnato in
questo cd dalle belle parole di Tinctoris
Sonata di Chopin. Brulichio presentazione scritte da An- Secret consolations
sonoro in cui si perdeva tra dreas Staier, il famoso fortista ensemble Le miroir de musique
l’affiorare di tante memorie con il quale ha studiato per un cd Ricercar 380
la fantasia del precocissi- certo periodo (“…un musici- prezzo 18
mo Sciarrino la cui Sonata sta genuino e sincero … con
a quattro mani vede ora la una appassionata sensibilità
prima registrazione mondia- per la retorica musicale … un
le, occasione più che stuzzi-
cante per risalire alle origini
di una visione così singolare
P er cercare di differenziare
il valore editoriale di que-
sto cd, il cui contenuto non
vero artista”) . Le registrazioni
sono state effettuate a parti-
re da un fortepiano del 1826
come quella dalla quale il è certo insolito, i due pianisti uscito dalle mani di Carlo de
compositore siciliano conti- hanno scelto uno strumen- Meglio, famoso costruttore
nua a trarre nuove sorpren- to d’epoca (Bechstein del napoletano del primo Otto-
denti luci. Il quadro compo- 1870) e una selezione delle cento. La scelta del repertorio
sto da Alberti e dalla D’Errico
si allarga sul versante di
Danze ungheresi di Brahms
tra le meno eseguite, quelle
contraddice un poco il titolo
dell’etichetta (Ayos Raritas) Johannes Tinctoris (c1435-
1511) è un insigne espo-
recensioni CD&dvd
nente di quella stagione termini di paragone, presen- squin a Cabezon, da Verdelot meraviglie da riscoprire. Ne
- trascorsa durante l’intero tando la chanson “D’ung aul- a Sermisy. L’esercizio non è è conferma Santa Pelagia,
Quattrocento - che sentì tre amer” – melodia più vol- arbitrario, perché la prassi oratorio di cui non conoscia-
l’Italia delle Corti risuonare te intonata all’epoca – nella dell’intavolatura s’insegna mo né la data, né l’autore del
di polifonia scritta da mae- versione del compositore in- ancora oggi nelle scuole di libretto. L’unica copia mano-
stri franco-fiamminghi lucro- castonata tra un’intavolatura liuto e cembalo, e risulta scritta conservata a Modena
samente arruolati per ampli- di Francesco Spinacino e un estremamente bilanciato e sembra dovuta a un copista
ficare col canto il prestigio analogo brano di Alexander “cameristico”, con una cer- romano: in tal caso l’oratorio
dei loro signori (nel suo caso Agricola (autore di vent’anni ta tendenza alla didascalia dovrebbe essere anteriore al
Don Ferrante d’Aragona, re più giovane). (cioè al far “sentire” il profi- 1677, l’anno in cui Stradella
di Napoli). Fino alla metà del Carlo Fiore lo delle melodie di partenza) lasciò Roma per Venezia, e
Novecento il nome di questo più che al gioco di scoperta il testo potrebbe essere del
musico è circolato essenzial- Cifras imaginarias sullo strumento che in certi principe romano Lelio Orsi-
mente per via dei trattati che vihuelaAriel Abramovich e momenti si preferirebbe in- ni. L’edificante vicenda ac-
scrisse, intelligenti e utilissi- Jacob Heringman dulgesse di più nell’abban- cenna alla conversione della
mi per comprendere l’esteti- cd Arcana 428 dono, nella tensione ritmica, bella Pelagia, danzatrice di
ca musicale del suo tempo; prezzo 18 nell’estro ornamentale. Antiochia, ad opera del ve-
dopodiché, molto lentamen- Carlo Fiore scovo Nonno, mostrando il
te, anche la cospicua musica conflitto tra personaggi sim-
a lui ascrivibile, sopravvissu- Stradella bolici, la Religione e il Mon-
ta in importanti fonti come lo Santa Pelagia do. Andrea De Carlo dubita
Chansonnier Mellon e il Co- interpreti R. Mameli, R. Pe, L. della autenticità della Sin-
dice di Segovia, è stata consi- Cervoni, S. Foresti fonia e di alcune parti stru-
derata, studiata ed eseguita, direttore Andrea De Carlo mentali (due violini e viola)
tanto che questo disco è solo ensemble Mare Nostrum contenute nel manoscritto
la terza monografia esistente, cd Arcana A 431 modenese, e ha preferito non
dopo un vinile del 1962 e un 18
prezzo eseguirle anche perché esi-
cd del 1997. Movimenti di
messa, mottetti e chanson
costituiscono l’ampio e pa-
L a vihuela è uno strumento
assimilabile parzialmente
al liuto e parzialmente alla
ste una registrazione Stradi-
varius che segue in tutto e
per tutto questa unica fonte.
noramico programma che, chitarra, adoperato in Spa- In ogni caso l’invenzione
descritto autorevolmente gna durante la prima metà delle numerose brevi arie,
nel booklet di David Fallows. del Cinquecento e poi ab- accompagnate solo da una
L’esecuzione del Miroir de bandonato, le cui fonti, di grande varietà di strumen-
musique mette in rilievo una per sé limitate, che sono an- ti per il basso continuo, è
certa nobiltà nell’incedere cor meno se riferite al duo di sempre varia e affascinante,
di Tinctoris, caratterizzato vihuele; Ariel Abramovich e anche i recitativi rivelano
da morbide simmetrie nel
moto melodico (aspetto che
il disco permette di cogliere
e Jacob Heringman hanno
quindi deciso di rimpingua-
re il repertorio sostituendo
P rosegue con l’oratorio
Santa Pelagia il “proget-
to Stradella” dell’Ensemble
grande interesse. Roberta
Mameli è Pelagia, Raffae-
le Pe la Religione, il tenore
anche a chi non abbia molti a quel che la storia ha in- Mare Nostrum diretto da An- Luca Cervoni è il vescovo
ghiottito un gruppo di nuove drea De Carlo, un progetto Nonno e il baritono Sergio
Ordina il tuo disco su intavolature (cioè brani vo- del massimo interesse, per- Foresti il Mondo: tutti offrono
cali trascritti per strumento ché tra i grandi del Seicento prove pienamente persuasi-
com’era all’epoca uso pre- Alessandro Stradella (1639- ve, come l’ensemble guidato
valente) fatte da polifonie di 1682) è forse quello che of- da De Carlo.
Novità e catalogo autori paradigmatici: da Jo- fre la maggior quantità di Paolo Petazzi
Izione
l liuto rinascimentale italiano (a sei senza titolo e battezzati dallo stesso Y
caci macchine del tempo che la civiltà significato storico in seno al repertorio
CY
occidentale abbia inventato. Se suonati e alla resa sullo strumento). Bravura:
con bravura, intimità e profonda cavata districarsi con agio e leggerezza tra CMY
cazione rurale e vita acca- Carlo Fiore una eccezione) dalle forme
demica dell’ateneo statale, Buxtehude di danza della sonata da ca-
ospita anche un museo degli Sonate a tre op. 1 mera e si differenzia anche
strumenti musicali che vanta violinoSophie Gent dalla articolazione consueta
un clavicembalo di fattura viola da gamba Jonathan della sonata da chiesa, al-
napoletana databile 1525 ac- Manson ternando a suo modo tempi
creditato come il più antico cembalo e direzione Jonathan lenti e veloci, e stile con-
esemplare ancora suonabile. Cohen trappuntistico, o cantabile, o
Il suono leggero e trasparen-
te di questo strumento viene
documentato da Catalina
liuto Thomas Dunford
cd Alpha 367
prezzo 18
momenti improvvisatori. La
combinazione violino-viola
da gamba crea situazioni so-
L a prematura scomparsa di
Henry Purcell, trentase-
ienne, sublime compositore,
Vicens tramite un’antologia nore interessanti e inconsue- addolorò profondamente l’alta
tratta da fonti tastieristiche te, nel dialogare tra strumen- società londinese che gli tri-
italiane del primo Cinque- Ordina il tuo disco su ti dal timbro e dalla tecnica butò solenni funerali e lo sep-
69
cento, contenenti sia inta- differenti e nei momenti di pellì addirittura nell’abbazia
volature di brani vocali sia fusione. Nell’insieme offrono di Westminster. Fra le compo-
composizioni di vocazione un’idea interessante di un sizioni che vennero eseguite
schiettamente strumentale
Novità e catalogo aspetto del geniale musici- per l’occasione, anche un’ode
Daniele Rustioni
direttore principale XXXVII
STAGIONE CONCERTISTICA
2017 / 18
Gile Bae Nemanja Radulovic
Direttore artistico
Lorenza Borrani Beatrice Rana
Michele Campanella Donato Renzetti
Giorgio Battistelli
Alessandro Carbonare Anthony Romaniuk
Francesca Dego Federico Maria Sardelli
Enrico Dindo Ksenija Sidorova
Con il contributo di
Maxim Emelyanychev Roman Simović
Ryan McAdams Dmitry Sitkovetsky
Chiara Morandi Alessandro Taverna
Eiji Oue
George Pehlivanian Orchestra da Camera di Mantova www.orchestradellatoscana.it
Nicola Piovani Conservatori della Toscana
YO-YO Youth Orchestra Youth ORT
recensioni CD&dvd
di Jeremiah Clarke, che ben di fiducia, tenuta in vita da grande perfezionista, Dutil- da un Interludio, giocano su
s’ispira all’Orfeo Britannico un Paradiso che chi va via si leux si è ritagliato un ruolo di una netta polarizzazione dei
perché non risuona di morte è già guadagnato con la pro- “indipendente” nella storia timbri, su un colore orche-
ma accompagna soavemen- pria arte. della musica del XX secolo, strale molto particolare, per
te uno spirito nell’aldilà; a Carlo Fiore per la sua capacità di trovare l’assenza di violini e viole,
questa composizione di cir- un equilibrio tra tradizione e sulla spazializzazione del
costanza, utile a conoscere modernità, tra chiarezza tec- suono, ottenuto disponendo
meglio la prima ricezione del
grande estinto, seguono le Fu-
contemporanea nica e fantasia inventiva, e di
creare una musica piena di
le varie famiglie strumentali
a semicerchio intorno al di-
neral Sentences e Welcome to poesia, di straordinaria forza rettore d’orchestra. In My-
all Pleasures di Purcell, com- Dutilleux evocativa. Lo dimostra già stère de l’instant (1989) per
posizioni invece di fortissima Sinfonia n. 2 “Le Double” uno dei suoi primi capolavo- orchestra d’archi, cimbalom
trascendenza, intense ma leg- Timbres, espace, ri, la Sinfonia n.2 (1955-59), e percussioni, Dutilleux co-
giadre, e formalmente perfette mouvement dove la struttura concertante struisce la forma come una
come solo alcuni “predestina- Mystère de l’instant (all’orchestra si contrappone successione di istantanee,
ti” sanno fare (Pergolesi, Mo- cimbalom Françoise Rivalland un gruppo da camera di 12 ciascuna con una specifica
zart, Bellini, Mendellsohn…). direttoreDarrell Ang strumenti) si traduce in un “pasta” sonora. Istantanee
Vincent Dumestre, sensibile orchestre National de Lille raffinato gioco di specchi, di che evocano momenti ma-
interprete del lungo Seicento cd Naxos 8.573596 impasti traslucidi, di meta- gici e sfuggenti, senza alcun
(già apprezzato, per esempio, 9,20
prezzo morfosi timbriche, permea- nesso tematico o timbrico
in Monteverdi), guida il suo to di effetti poliritmici e di tra loro (se non le sei note
Poème Harmonique insieme movenze jazz. Un carattere ricavate dalle lettere del
al coro Les Cris de Paris in «mistico e cosmico», domina nome Sacher). Darrell Ang,
una lettura contraddistinta invece in Timbres, Espace, giovane direttore di Singa-
dalla misura e dalla tensione Mouvement (1978), partitu- pore, restituisce benissimo
in cui ogni spunto funebre ra ispirata alla notte stellata la fluidità del gioco timbrico,
non si spinge mai nel terro- di Van Gogh e alla «vertigi- in tutti questi lavori. Rispet-
re delle tenebre più oscure nosa impressione di spazio to ad altre interpretazioni, la
(cosa che sarebbe opportuna e di vuoto» che suscitò in sua lettura appare più ani-
per la musica cattolica) ma Dutilleux questo quadro. I mata, brillante, piena di sen-
resta sempre illuminata da
una seppur tenue fiammella Maestro insuperato nella
scrittura orchestrale, e
due movimenti (Nebuleuse
e Constellations), collegati
sualità.
Gianluigi Mattietti
71
RECENSIONI dal vivo
fetta, dunque modificabile. Via per lo più brani liturgici e ceri- di Sellars di tradurla nello spa-
Salisburgo ovviamente molti recitativi moniali. Sellars da ultimo ama zio. Si ricordano l’aria di Sesto
secchi (composti da Süssmayr, mettere in scena oratori e Pas- “Parto, Parto”, dialogizzata sul-
Mozart dunque “noiosi”); ridotti pure sioni. Anche qui alla dramma- la scena col corpo a corpo tra
La Clemenza di Tito quelli accompagnati; tagliato tizzazione preferisce la com- voce e clarinetto, emotivamen-
interpreti R. Thomas, G. Schultz, il terzetto capitale del secondo miserazione. te dilaniante; il Campidoglio
C. Gansch, M. Crebassa, J. De Bique, atto. Si fa spazio a brani tratti Per il resto, com’è eseguita, con la folla raccolta in preghie-
W. White dalla Messa K 427 (Benedictus, allestita, interpretata questa ra dopo l’attentato a Tito, pron-
direttore Teodor Currentzis Laudamus Te, Kyrie, Qui tollis (non) Clemenza? Benissimo. to a riempirsi - come insegna
orchestra MusicaAeterna of Perm peccata mundi), all’Adagio e Currentzis scardina le conven- il presente - di candele e fiori:
Opera fuga K 546, alla Musica funebre zioni dell’opera seria metasta- quegli stessi che non a caso
regia Peter Sellars massonica K 477 (per la crona- siana. C’è ancora qualcuno che Vitellia strapperà al culmine di
teatro Felsenreitschule ca tutti in do minore): mezz’ora crede nella volontà mozartiana “Non più fiori”; e l’ingresso di
/ di musica che con la Clemenza di restaurarle? Si spera di no: il Tito sul lettino di rianimazione,
non c’entra nulla. Non è solo suo progetto era di riforma ra- capo di stato morente eppu-
“Si tagliano i recitativi e un ter- una questione normativa, di dicale. Il direttore greco - molto re ostinato nella ricerca della
zetto per fare spazio a mezz’ora astratta filologia, a lasciare in- atteso, con Sellars, come porta pace sociale. Meno limpida
di musica che con la Clemenza terdetti: s’interpreta ciò che è, bandiera della nuova Salisbur- la riduzione di Sesto in forein
non c’entra nulla” non quello che sarebbe potuto go erede della stagione di Mor- fighter bianco in un mondo di
essere. Ma è anche la quanti- tier, e alla fine applauditissimo neri (con la inevitabile modifi-
“La Clemenza di
ph Ruth Walz
Tito” di Mozart
al Festival di
Salisburgo
dal vivo RECENSIONI
seduce tanto quanto Marianne orchestra della Magna Grecia didattici e “scientifici” pre- Al cuore i due titoli più attesi,
Crebassa, Sesto ammirevole regiaGiorgio Sangati veggenti e messi in gioco dal per ragioni diverse rivelatori.
per emissione e indimentica- luogo Masseria Palesi calendario artistico dei suoi Occhi ovviamente puntati su
bile per peso espressivo, anche festival non fossero affatto su- Margherita d’Anjou di Meyer-
se indecifrabile. Ma si sa che a perate. beer, l’oramai irrinunciabile
Salisburgo l’italiano di Mozart Puccini Il filotto di proposte ha rimar- prima teatrale moderna a Pa-
è solo un dettaglio... Gianni Schicchi cato il profilo fieramente ano- lazzo Ducale. L’opera del de-
Andrea Estero interpreti D. Colaianni, C. Mattioda, malo della rassegna. Prime butto scaligero (1820), quarta
N. Losán, M. Kulikova moderne, riletture rivelatrici, italiana del 29enne composi-
direttore Nikolas Nägele occasioni di ripensamento tore, non s’era mai vista in pal-
Martina orchestra della Magna Grecia esecutivo e critico. Con disin- coscenico dopo avere conqui-
regia Davide Garattini Raimondi volti sconfinamenti di genere e stato pubblici diversi e essere
Franca teatro Chiostro di San Domenico di secolo. I quattro giorni, e tre stata rigenerata in francese
/ luoghi diversi, l’offerta tende- nell’Ottocento. Vicenda semi-
Meyerbeer va un filo tra il Settecento agi- seria, partitura concepita sen-
Margherita d’Anjou “Anche se - forse - è stato il so- le e garbato, goldonianamente za soggezione seppur con evi-
interpreti G. De Blasis, A. Carbotti, litamente bistrattato Giorno di sorridente e moralisticamente denti debiti con i compositori
A. Rositskiy regno di Verdi a ottenere la con- edificante delle Donne vendi- di casa, Margherita d’Anjou
direttore Fabio Luisi sacrazione critico-esecutiva più cate di Piccinni (in masseria, da oggi non più un titolo solo
orchestra Internazionale d’Italia convincente” con alcuni allievi cantanti tra discografico. La cura di Fabio
regia Alessandro Talevi cui il promettente Manuel Luisi, la buona distribuzione
teatro Palazzo Ducale
N el secondo, lungo, fine set-
timana di programma il
43° Festival di Martina Franca
Amati, e la messa in scena di
Giorgio Santagati, col tridente
formativo Accademia Celletti/
vocale - la confusa vicenda
storico-picaresca ha bisogno
di almeno quattro prime par-
Verdi ha fatto una sorta di celebra- Piccolo Teatro/Accademia del ti, e qui c’erano: Gaia Petrone,
Un giorno di regno tiva autoanalisi. Prima riper- Maggio Musicale Fiorentino) Giulia De Blasis, Anton Rosit-
interpreti V. Priante, V. Miškunaité, correndo gli anni di nascita e e Gianni Schicchi ricreato nel- sky e Marco Filippo Romano
“Margherita
d’Anjou” di
Meyerbeer al
73
Festival della
Valle d’Itria
P. Kuban fecondazione con la presenza lo spazio cameristico (come - e la discreta tenuta com-
direttore Sesto Quatrini dei due storici mallevadori, Al- la non felice riduzione orche- plessiva (l’innesto martinese
orchestra Internazionale d’Italia berto Zedda e Rodolfo Celletti. strale) in uno scatenato mu- del Coro del Municipale di
regia Stefania Bonfadelli A quest’ultimo nel centenario sical o una fulminea sit-com Piacenza è stato un bel rega-
teatro Palazzo Ducale della nascita è stata dedicata d’oggi da Davide Garattini: lo) con parti di contorno ben
/ una due-giorni di riflessione col cameo protagonistico per- calibrate (Laurence Melke e
pubblica organizzata dalla fidamente preciso di Domeni- Bastina Thomas Kohl) ci ha la-
Piccinni Fondazione Grassi, in segno co Colaianni - una sorta di in- sciato un documento musica-
Le donne vendicate di gratitudine non banalmente quietante Cetto La Qualunque le che apre molte prospettive
interpreti M. Amati, I. Iaia, C. Sgura, celebrativa e nella convinzio- - a fare da chioccia e calamita critiche. Anche se - forse - è
B. Massaro ne - verificata e ribadita dalle a un’altra mietitura di allievi stato il solitamente bistratta-
direttore Ferdinando Sulla relazioni - che alcuni precetti martinesi e fiorentini. to Giorno di regno di Verdi
RECENSIONI dal vivo
a ottenere la consacrazione
critico-esecutiva più convin-
cente. Non tanto dal punto di
hanno tradotto, proprio nel
senso di trasportato a forza, le
intricate vicende dinastiche
C’ era una volta una ragaz-
zina che gioca a fare la
principessa perché non vuole
D’altra parte il linguaggio del
fantasy “speculativo” sembra
fatto apposta per scavare nel
vista vocale, anche se la bra- inglesi e la contesa tra York e crescere. Ha paura dell’amore. profondo della psiche, dare
vura (e simpatia scenica) di Lancaster nel feroce mondo Nel mondo della principessa di corpo ai traumi e visualizzare
Vito Priante era medagliabile dell’alta moda. gelo tutto è congelato in enormi metamorfosi. Nella scena degli
e le qualità esplosive ancora Angelo Foletto blocchi di giaccio: piante, fio- enigmi la fragile ragazzina di
acerbe del tenore Ivan Ayon ri, uomini. Soprattutto uomini. ferro perde la parrucca da lady
Rivas andrebbero messe sot- Di qualunque età: al posto del perfettina, gli abiti e i gioielli da
to tutela Unesco; quanto per Macerata principino di Persia viene truci- regina disneyana e affronta il
la concertazione e direzione data un’intera scolaresca. Nelle disagio del suo primo ciclo. La
di Sesto Quatrini: sfavillante Puccini favole i bambini vengono impri- notte in cui “nessun dorma” è
e vertiginosa, teatralissima Turandot gionati, mangiati, violentati dai un magico jardin féerique, con
e con una visione del palco- interpreti I. Theorin, R. Park, D. grandi. Qui sono immobiliz- fiori rossi enormi e fluttuanti,
scenico sorprendente per ef- Rodriguez, A. Spina zati sotto teca: la principessa da incubo. Solo quando avrà
ficacia e maturità. In grado di direttore Pier Giorgio Morandi odia la maternità. “ucciso”, lei stessa, Liù - il suo
far capire senza tanti discorsi progetto creativo Ricci / Forte La Turandot di Ricci/Forte che modello di donna santa e intan-
teorici quanto Giorno di re- regia Stefano Ricci ha scosso lo Sferisterio a colpi gibile - e dopo aver celebrato
gno non sia stato un passo orchestra Regionale delle Marche di applausi, polemiche e sold il suo funerale sarà pronta per
falso verdiano ma una peda- arena Sferisterio out è un fantasy contempora- amare. “Chi ha paura muore
na elastica (collocata davanti neo, popolato da figure inquie- ogni giorno”, dice lo striscione
all’asticella sbagliata, quella tanti e spaesate, estreme ma che issa insieme ai suoi coeta-
dell’operismo comico). Boccadoro familiari. Televisive e ancestrali. nei ora diventati grandi: can-
Ultimo pensiero, gli spetta- Shi (si faccia) Avete mai visto i loro spettaco- tano Alfano, ma almeno citano
coli. Deliziosa l’idea di Ste- interpreti S. Tangolo, R. Abbondan- li, disturbanti e poetici, violenti Shakespeare.
fania Bonfadelli di mettere za, B. Taddia ma sognanti? Questa Turandot Il fisico matronale di Irene Te-
il finto Stanislao del Giorno pianoforti A. Rebaudengo, P. Gorini è una narrazione complessa ma orin, certo, toglie credibilità a
su un palcoscenico occupa- ensemble di percussioni Tetraktis autentica che non tradisce l’es- un tale racconto scenico, però
to di oggi (ahimé situazione teatro Lauro Rossi senza, il “cuore”, dell’intenzioni la sua voce è indiscutibile: gli
comune) dove un gruppo di / d’autore: la crudeltà, la violenza, acuti sono fendenti e lumino-
attori e cantanti comunque immersa in una situazione da si, e la linea di canto propone
lo mettono in scena. Contur- “Questa Turandot è un racconto fiaba, irreale e magica. morbidezze improvvise e inten-
bante, realizzata bene ma con complesso che non tradisce l’es- Non importa dunque, per dire, zioni liricizzanti da favola, per
controindicazioni sul piano senza, il ‘cuore’, dell’intenzioni se al posto di altri mammiferi quanto in lingua e pronuncia
della drammaturgia, quella di d’autore: la crudeltà, la violenza, la delfina pechinese cavalca un indistinguibile e remota. Il Ca-
Madeleine Boyd e Alessandro immersa in una situazione da fia- enorme orso polare. In quell’An- laf di Rudy Park è più squadra-
Talevi per Margherita, che ba, irreale e magica” tartide che è il suo cuore ci sta. to, possiede lo squillo ma non
“Turandot” di
Puccini allo
Sferisterio di
Macerata
ph. Alfredo-Tabocchini
dal vivo RECENSIONI
lo smalto, il piglio, il fascino ha un’idea “raveliana” dell’ope- così sfilacciati e imprecisi. costruito, intreccia tre fasi della
dell’eroe. E meglio di Liù (Da- ra, e la declina con andamenti Dietro lo Sferisterio si trova via vita del missionario, tre Mattei in
vinia Rodriguez), Timur (Ales- prudenti e un’attenzione spe- Padre Matteo Ricci. Il gesuita scena, scansando il rischio fic-
sandro Spina), Altoum (Stefano ciale per i dettagli strumentali che nel Cinquecento portò il tion. La musica di Carlo Bocca-
Pisani) - tutti e tre deboli, affa- e la magia di timbri puri, nuovi Vangelo in Cina era di Mace- doro torna all’idea pucciniana di
ticati - fanno le tre loquaci ma per Puccini. Altre letture, più rata. Così il festival sull’Oriente un Est non esotico, ma ritmico e
affilate lingue delle maschere compatte e “orchestrali”, non operistico (Turandot, Aida, But- ossessivo, e la trapianta nel mi-
(Andrea Porta, Gregory Bonfat- gli sarebbero state consentite terfly) gli ha dedicato molti in- nimalismo: una serie di pannelli
ti, Marcello Nardis) impegnate da un Coro e Filarmonica mar- contri e una prima assoluta. Shi, affidati ai pianoforti di Andrea
in fantasiosi giochi clowneschi chigiani - con diversi aggiunti in cinese “si faccia”. Il libretto Rebaudengo e Paolo Gorini, e
e surreali. Pier Giorgio Morandi dell’ultim’ora, c’è da credere - di Cecilia Ligorio, davvero ben all’ensemble di percussioni Te-
traktis, diretti dall’autore. Sono
meccanismi stupefacenti nella
“Shi” di timbrica (qualcuna d’ambiente:
Boccadoro al il suono dei tamburi buddisti, gli
Lauro Rossi di ingranaggi degli orologi portati
Macerata da Ricci alla corte dell’impera-
tore), ma non innocui, anzi di un
ipervirtuosismo a tratti sfrenato.
Che interagiscono con il canto
se non direttamente, per analo-
gia: con improvvisi ispessimenti
e rarefazioni, stacchi e riparten-
ze. Seguono la storia a modo
loro. Il giovane, il maturo, l’an-
ziano Matteo sono un recitante,
un basso e un baritono: Simone
Tangolo, Bruno Taddia, Roberto
Abbondanza, voci di lusso ma
nella scrittura non abbastan-
za differenziate, persistenti nel
declamato. Peccato, perché gli
75
spunti, ben gestiti dalla regia
della Ligorio, c’erano e avrebbe-
ro consentito di giocarci su.
Andrea Estero
PIANISTI AL QUARTETTO
Daniil Trifonov Leif Ove Andsnes Angela Hewitt András Schiff (due concerti)
Katia e Marielle Labèque Jan Lisiecki Radu Lupu
Gloria Campaner con Natan Sinigaglia Murray Perahia
MUSICA DA CAMERA
Trio di Parma Quartetto Belcea Joshua Bell e Sam Haywood
Quartetto Artemis Daniel Lozakovich e Alexander Romanovsky
Quartetto Mucha Divertimento Ensemble, Sandro Gorli direttore
Quartetto Jerusalem
T 02 795 393 | info@quartettomilano.it | Società del Quartetto di Milano | via Durini 24, 20122 Milano
RECENSIONI dal vivo
Puccini racconto, le calibrate e fisiche drammatiche e vocali, nonché “L’originalità è subito eviden-
Madama Butterfly interferenze cinematografiche la prova di resistenza, richieste te nella assenza della frenesia
interpreti M.J. Siri, M. Custer, A. riassunte dalla monumentale dallo spartito sono state risolte erotico-vitale che caratterizzava
Palombi, A. Mastromarino macchina di proiezione e dal- da Siri con scioltezza di canto e molti allestimenti dell’ultimo
direttore Massimo Zanetti la mutazione del palcoscenico appropriatezza di accenti. Sen- decennio: questo Don Giovanni
orchestra Regionale delle Marche da teatrino di geishe del primo za manierismi, senza scivolate non ha nulla del macho sciu-
regia Nicola Berloffa atto in schermo per film, con “veriste”; con dominio totale pafemmine, e Kasper Holten lo
arena Sferisterio frequenti interazioni teatra- del canto multiforme e teatra- vede piuttosto come un artista
li. Certo, l’onnipresenza della lissimo e una capacità ammi- solitario, fantasioso, libertario e
“casa a soffietto” ha una forza revole di dosare il patrimonio narcisista”
“Un anno dopo l’immersione nel- drammatica e interpretativa vocale mai parso così spregiu-
la prima versione per la Scala,
Maria José Siri ha esordito con lo
spartito ordinario di Butterfly ri-
difficile da vicariare, ma il di-
segno registico di Berloffa è
preciso e conseguente, quindi
dicato, fresco e importante. Ben
inscritta nella sceneggiatura
registica di Berloffa, ben orien-
ILiceu
l successo del nuovo allesti-
mento del Don Giovanni del
di Barcellona (coprodot-
velando una maturazione espres- non disperde la progressione tata e messa a proprio agio to con il Covent Garden e con
siva e tecnica sorprendente” tragica della vicenda. E sot- dalla direzione di Massimo Za- Houston e Tel Aviv) si deve a un
tolinea con fedeltà la virata netti che ha un’idea di Butter- valido direttore, a una ottima e
Macerata
di 152 battute nella “scena ulti-
ma”; ma prima di giungere alla
spiacevole sorpresa conclusiva
siamo posti di fronte a un per-
corso intelligente e interessan-
te. Alla visione di Holten, che
potremmo definire riflessiva e
non violenta, servono magnifi-
camente le scene di Es Devlin.
L’azione si svolge tutta al pian
terreno e al primo piano di un
edificio che, elegantemente
stilizzato, si trasforma ruotan-
do o diventando superficie per
proiezioni: è il mondo? la mente
di Don Giovanni? Suggerisce
l’idea di un labirinto, quasi con
scale alla Escher, nel II atto po-
polato anche da fantasmi.
Josep Pons, direttore musicale
dal vivo RECENSIONI
del Liceu, forse non dà in Mo-
zart il meglio di sé, ma era una
guida intelligente ed equilibra-
tavio), Julia Lezhneva (Zerlina),
Valeriano Lanchas (Masetto)
formavano una compagnia tutta
C hissà perché, Lorenzo da
Ponte era convinto che
Manhattan fosse un’isola. E
canotti, salvagenti, cabine, ba-
gni, docce, pagaie e insomma
tutto l’armamentario balneare,
ta. Mariusz Kwiecien era un di alto livello, sempre stilistica- così, rinfrescando nel 1830 per con una serie continua di gag
Don Giovanni elegante e sicuro, mente persuasiva, ben calibra- il Park Theater di New York il quasi sempre anche azzeccate.
Simón Orfila un disinvolto Le- ta sotto il segno di una sensibile suo vecchio pasticcio dell’Ape Lo spettacolo funziona benissi-
porello; con Carmela Remigio e intelligente musicalità. Si ap- musicale che aveva debuttato mo, rinfresca, diverte e sfrutta al
(Anna), Miah Persson (Elvira), prezzavano in modo particolare a Vienna nel 1789, fa conti- meglio gli spazi impossibilmen-
Eric Halfvarson (il Commenda- le due protagoniste femminili, nui accenni a fantomatiche te angusti del Civico di Castel-
tore), Dmitry Korchak (Don Ot- Carmela Remigio, intensissima “isole fortunate”, più o meno lo, già teatro d’opera di Cagliari,
nel dar vita alla complessità del dove oggi c’è la Borsa di Wall poi bombardato e trasformato
personaggio di Anna, con le sue Street, e alliscia per bene il con un curioso restauro in uno
ambiguità e le strazianti lacera- suo pubblico di non meno im- spazio (spazietto, via) en plein
zioni (forse un culmine era la probabili “isolani”, però “cor- air. Naturalmente, dal 1789 al
indicibile mestizia della sua se- tesi, generosi, umani”. Del 1830 era arrivato, anzi esplo-
conda aria) e Miah Persson, El- resto, scappando a New York so Rossini, sicché i brani del
vira dolentissima senza eccessi dai soliti creditori, il vecchio pasticcio sono quasi tutti suoi
di aggressività. avventuriero aveva trovato (niente Mozart, per inciso), con
Paolo Petazzi dall’altra parte dell’Atlantico, tutte le difficoltà esecutive che
se non l’America delle grandi il divino Gioachino comporta.
ricchezze, almeno un deco- Il giovin direttore, Alessandro
Cagliari roso approdo per terminare Palumbo, sembra energico e
una carriera tumultuosa, com- sicuro, benché forse non raffi-
AA.VV. prensivo anche di una catte- natissimo, alle prese con orche-
L’ape musicale dra di italiano alla Columbia. stra e coro (entrambi del Lirico
interpreti B. Mezzanotte, S. Salvag- Il regista Davide Garattini, in cagliaritano) pletorici e, il se-
gio, D. Terenzi, A. Mancini ogni caso, l’ha preso in paro- condo, pure distratto. Giovani
ph A Bofill
direttore Alessandro Palumbo la, collocando tutta l’azione in anche i cantanti. L’impressione
regia Davide Garattini Raimondi spiaggia. migliore l’hanno lasciata il bari-
teatro Civico di Castello Qui il solito terzetto delle opere tono Daniele Terenzi, notevole,
sull’opera, impresario, poeta e e il tenore Anibal (con una enne
cantante, aspetta la primadon- sola, è brasiliano) Mancini, ma
77
“Il regista Davide Garattini, in na in arrivo dall’Europa (nella se la sono cavata con onore an-
“Don Giovanni” al Liceu
ogni caso, l’ha preso in paro- realtà era la fresca nipotina di che il buffo Salvatore Salvaggio
di Barcellona
la, collocando tutta l’azione in Lorenzo, Giulia da Ponte), tra- e l’altro tenorino, Mauro Secci.
spiaggia” stullandosi nel frattempo fra Per quel che riguarda la prima-
6 - 7 - 8 Novembre 2017
CONCORSO INTERNAZIONALE DI CANTO
“C. BARBIERI”
VII edizione
indetto per la formazione del cast dell’opera
“Cavalleria Rusticana” di P. Mascagni
RUOLI A CONCORSO: SANTUZZA soprano/ mezzosoprano
TURIDDU tenore
ALFIO baritono
COMMISSIONE ESAMINATRICE:
M° Paolo Barbacini presidente
Ugo Bedeschi presidente del teatro F. de Andrè e regista
Beiamino Prior tenore
Danilo Boaretto direttore responsabile OperaClick
Laurent Gerber regista
INFORMAZIONI:
Tel. 0522 1880040 - cell. 334 2555352 - www.teatrodeandre.it/ info@teatrodeandre.it
RECENSIONI dal vivo
“L’ape musicale” al sul piano musicale, Carmen di pochi personaggi, e in que-
Civico di Castello di Giannattasio ha disegnato una sta edizione di Torre del Lago
Cagliari Liù lirica, commovente, e Mar- si sono tutti mossi con grande
tina Serafin una Turandot di vo- eleganza e scioltezza, come la
calità chiara e tagliente, molto fragile vicenda quasi operetti-
lontana dalla tipologia delle vi- stica richiede. Protagonista del
rulente interpreti di formazione title-role, Donata D’Annunzio
wagneriana che un tempo si Lombardi, che ha tratteggiato
appropriavano del ruolo della la tenera e sentimentale figu-
protagonista. Calaf era Stefa- ra di Magda, con straordinaria
no La Colla, tenore lirico molto varietà di accenti (soprattutto
applaudito anche se il sostegno raffinate le sue mezze voci): a
degli acuti era piuttosto fragi- partire dalle prime romanze
le e se al suo spessore vocale del I atto (“Ore dolci e divine”
mancava una componente e “Chi il bel sogno di Doret-
quasi eroica che si richiede al ta”), rimaste famose, al finale
Principe Ignoto. Il resto della dell’opera in cui è costretta ad
compagnia presentava chiare abbandonare Ruggero (e il regi-
donna, Beatrice Mezzanotte, i re del Lago è stata la presenza disuguaglianze di qualità (era sta la pone al vertice della scala
casi sono due: o deve ancora nel ruolo di regista di Alfonso proprio necessario assegnare a intonare un lungo acuto fila-
sistemare tutto il registro acuto, Signorini: un giornalista che è il ruolo di Timur a George An- to). Elisabetta Zizzo è stata una
oppure davvero è impossibile passato al palcoscenico recupe- dguladze? E di Ping a Andrea incantevole e brillante Lisette,
cantare Cenerentola e Semira- rando per la sua Turandot i suoi Zaupa?). Direzione corretta, incarnando perfettamente il
mide con la stessa voce e nella studi universitari e i bellissimi con un’orchestra senza sottoli- ruolo della leggera cameriera,
stessa serata. Applausi convin- ricordi maturati dall’incontro neature drammatiche e varietà ancora una soubrette come la
ti per tutti. Il pasticcio è stato con la grande interprete Gina di colori, di Alberto Veronesi. sua “compagna” Musetta, e an-
preceduto dalla prima assolu- Cigna. Ne è nato uno spetta- Bella prestazione del coro, au- che convincente, con una calda
ta di Bridges (Rimembranze colo tradizionale ma elegante, tentico protagonista dell’opera, enfasi amorosa, Leonardo Cai-
americane) per orchestra, coro con palazzi cinesi dai tetti ri- diretto da Salvo Sgrò. mi nei panni di Ruggero. Meno
e tenore solo di Antonio Marco- curvi, statue di draghi, la gran- Cesare Orselli sicuro via via che l’opera proce-
tullio. de scalinata centrale dominata deva Alberto Petricca (il poeta
Alberto Mattioli dall’Imperatore e da Turandot, Puccini Prunier), che pure ha bella voce
disegnati da Carla Tolomeo; ma La Rondine baritonale, corretto il Rambaldo
con alcune invenzioni registi- interpreti D. D’Annunzio Lombardi, di Davide Mura, e complessiva-
Torre del che di un certo gusto, a comin- E. Zizzo, L. Caimi mente convincente il resto del-
ciare dal momento in cui il coro, direttore Beatrice Venezi la compagnia, mentre Beatrice
lago al I atto, invoca il sorgere della regia Plamen Kartaloff Venezi ha dato una prova di
luna, e che Signorini ha realiz- teatro Puccini direzione d’orchestra di suffi-
Puccini zato rinunciando alla prevedibi- ciente scioltezza.
Turandot le proiezione dell’astro notturno C.O.
interpreti M. Serafin, C. Giannatta- e disegnando file di giovani che “Protagonista del title-role, Do-
sio, S. La Colla discendono per la cavea teatra- nata D’Annunzio Lombardi, che
direttore Alberto Veronesi le portando in mano sfere lumi- ha tratteggiato la tenera e sen- Pavia
regia Alfonso Signorini nose. O quando il canto di Ping timentale figura di Magda, con
teatro Puccini Pang e Pong al II atto si dispone straordinaria varietà di accenti” Purcell
davanti a un sipario nero che si Dido and Aeneas
Desmarest
“Il regista, Alfonso Signorini, è
un giornalista che è passato al
apre presentando un paesag-
gio, un albero di ciliegio che
allude alla casa nell’Honan; o
S celta scenica tendenzial-
mente minimalista ma raffi-
nata, quella di Giuliano Spinelli
Didon
interpreti D. Cachet, J.C. Lanièce,
palcoscenico recuperando per la quando Calaf intona “Nessun (già vista al Teatro del Giglio C. Debieuvre
sua Turandot i suoi studi univer- dorma” davanti a un muretto di Lucca), su cui si è mossa la complessi Accademia Barocca
sitari e i bellissimi ricordi matu- su cui sta ad ascoltarlo la Prin- storia de La rondine al Festival Europea d’Ambronay
rati dall’incontro con la grande cipessa di gelo. Nonostante i Pucciniano: un impianto archi- direttore Paul Agnew
interprete Gina Cigna” movimenti del coro non proprio tettonico color avorio trapassato sede Aula Magna del Collegio
ben disegnati, lo spettacolo è da scale, che si muove roteando Ghislieri
In collaborazione con la
Fondazione Luciano Pavarotti.
ph Bertrand Pichene
al Ghislieri di Pavia artificiali a tempo di musica
e quant’altro si richiede per
Verdi un Gesamtkunstwerk ad alta
Rigoletto tecnologia ma basso consu-
interpreti V. Sulimsky, A. Espiritu, mo energetico: si pensi che
E. Sancho Pereg le megalitiche quinte sono
direttore Anja Bihlmaier mosse da uno squadrone di
regia Philippe Arlaud ciclisti…
teatro Steinbruch Sankt Marga- Bravo quel regista (oggi il
rethen francese Philippe Arlaud) che
riesce a far marciare la gran
macchina con qualche idea
“Bravo quel regista (oggi il fran- non banale. Realizzando un
cese Philippe Arlaud) che riesce intertesto visuale a base di
a far marciare la gran macchina psicologia del profondo, co-
mia per la formazione e il lancio differenze stilistiche tra i due con qualche idea non banale. Un stellazioni siderali rotanti, ci-
di giovani musicisti. Quest’an- lavori. La bella antologia della intertesto visuale a base di psico- tazioni cubiste, frane virtuali,
no i 9 cantanti e i 12 strumen- Didon suscitava la viva curiosità logia del profondo, costellazioni dodecaedri impilati da cui
tisti appositamente seleziona- di conoscere l’opera completa e siderali rotanti, citazioni cubiste, pende un pietrone uso spada
ti, dopo un periodo di accurata il capolavoro di Purcell è stato frane virtuali, dodecaedri impila- di Damocle. La maledizione
preparazione (ospiti a Pavia proposto in modo sorprendente, ti da cui pende un pietrone uso e la vendetta, ci spiegano le
del Ghislieri) sotto la guida di come teatro da camera di rara spada di Damocle” sue note. E il ripido scalone
Paul Agnew interpretano una suggestione. Non c’erano scene che collega la reggia all’umile
antologia dalla Didon (1693) di
Henry Desmarest (o Desma-
rets 1661-1741), mai eseguita
né costumi e non c’era diret-
tore: gli archi stavano in piedi
dietro i cantanti e suonavano a
N îmes, Orange, Verona, Pola:
sui passi delle quadrate le-
gioni di Roma sorsero le arene
cubo della casa di Rigoletto e
ai parallelepipedi anamorfici
dell’osteria di Sparafucile? Ci
in tempi moderni, e uno dei memoria, intervenendo talvolta che i posteri riciclano in tea- vuole un fisico bestiale per i
più celebri capolavori di Pur- nell’azione scenica (nella scena tri d’opera all’aperto. Perfino cantanti e le molte comparse
cell, Dido and Aeneas (1685?). delle streghe del II atto). Questa in questa remota provincia che devono percorrerlo più
Il raro accostamento mostrava era condotta sempre in modo di Pannonia una loro cava di volte in su e in giù.
l’impossibilità di fare confronti: essenziale, ma con pertinente arenaria, ancora in eserci- Fortuna che sono tutti pim-
le due opere hanno (in parte) gli intelligenza dai nove cantanti, zio dopo quasi due millenni, panti e ben caratterizzati.
stessi protagonisti e la stessa che erano al tempo stesso solisti ospita un festival lirico. Con A cominciare da un Duca (il
tragica conclusione, ma seguo- o parte del piccolo coro, secondo buona pace dell’imperatore- filippino Arthur Espiritu) di
no vicende diverse e nascono in necessità. Essenzialità, concen- filosofo Marco Aurelio, che da bel colore, franco porgere e
differenti contesti. Desmarest si trazione e spirito cameristico ca- queste parti morì dopo aver acuto brillante nella cavatina
attiene (necessariamente) ai ca- ratterizzavano l’agile e intensa scritto pagine sdegnose con- “Possente amor”; continuan-
ratteri della tragédie en musique interpretazione musicale. Can- tro i teatri del suo tempo. Una do con una Gilda verginale
creata da Lully, muovendosi con tanti e strumentisti meritano scena naturale di 70 metri per eppur impeccabile nelle agi-
affascinante ricchezza inventiva tutti un caldo elogio: citiamo al- 25, alte pareti di roccia come lità di “Caro nome” (Elena
all’interno di un genere già ben meno le voci, Deborah Cachet, quinte a costo zero, una pla- Sancho Pereg) e con un Ri-
definito, mentre Purcell nella Didone in entrambe le opere, tea capace di 4700 spettatori: goletto (Vladislav Sulimsky,
sua unica esperienza di opera in Clément Debieuvre (Enea in la scoprì a metà degli anni compagnia del Mariinskij)
musica interamente cantata ha Desmarest), Jean-Christophe Cinquanta Marcel Prawy, il impressionante per potenza
solo il precedente di John Blow Lanièce (Enea in Purcell), Au- leggendario Chefdramaturg e sfumature. Annely Peebo
e opera liberamente una genia- rora Peña, Kerstin Dietl, Alberto della Staatsoper. Grazie al (Maddalena e Giovanna) in-
le sintesi di vocaboli di diversa Miguélez-Rouco (Sorceress), privato sostegno finanziario grossa artificialmente la voce
origine, anche italiana. Diretti Renaud Bres (Iarba), Jonas della Fondazione Esterházy a rischio di parere zoccolona;
magnificamente da Paul Agnew Descotte, Etienne Duhil de Bé- ed altri sponsor, “Opera nella l’abbinamento è insolito ma
i giovani interpreti mostrava- nazé. Cava di Pietra” è ormai tradi- non manca di ragioni dram-
no con chiarezza esemplare le Paolo Petazzi zione, ma punta sull’innova- maturgiche. Sorin Coliban è
zione scenotecnica e (buon uno Sparafucile imponente
“Rigoletto” di Verdi per noi) sul repertorio italiano: benché corto agli estremi
a Eisenstadt dopo un Elisir d’amore l’anno della tessitura, peccato. Bene
scorso, nel 2017 è toccato al o quasi tutti i comprimari;
Rigoletto e per il 2018 già si non più che decoroso il Mon-
annuncia un Trovatore. terone di Clemens Unterrei-
Se non proprio geologici, i ner, dalla compagnia della
tempi di produzione sono cer- Staatsoper. Sotterrata nel suo
to imponenti: 12 mesi di pro- bunker elettronico - pecca-
gettazione, 3 di cantiere, 2 di to anche qui, perché è assai
prove. Non ci voleva di meno graziosa - Anja Bihlmaier
per allestire varie tonnellate guidava senza tanti fronzoli
di rocce artificiali aggiuntive, la Sinfonica della Radio slo-
torri e praticabili, una fossa vacca e il Philharmonia Chor
orchestrale remota, una cabi- di Vienna. Ballo a corte, fina-
na di regia che mixa il suono le del second’atto, tempesta
degli strumenti con quello dei dell’ultimo: i luoghi alti del
cantanti microfonati mentre Nazionalpopolare spiccavano
il gesto del direttore è visibi- con virile energia, e nei passi
le solo su un megaschermo più delicati l’orchestra non
a fondo platea. Aggiungi 50 opprimeva mai le voci.
altoparlanti in stereofonia di- Carlo Vitali
dal vivo RECENSIONI
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CLASSIC blog DI QUIRINO PRINCIPE
Direttore responsabile:
Andrea Estero (andreaestero@xgpub.com)
Caporedattore:
Alessandro Traverso (alessandrotraverso@xgpub.com)
T
rovo illuminante, oltre che illu- gnalare, e che fa epoca (appunto!) Principe, Guido Salvetti, Francesco A. Saponaro,
Marina Vaccarini, Carlo Vitali, Guido Zaccagnini
minata, la dichiarazione solen- nella storia della musica. Infatti, alla
ne di un altissimo funzionario fine del programma musicale la se- Foto di copertina: ph Felix Broede
della Rai, all’indomani dell’appari- zione femminile del pubblico inter-
Posta elettronica: redazione@xgpub.com
zione di Vasco Rossi sul megapalco viene con strumenti di nuova adozio-
di Modena: essere stato quello “il ne: i “reggiseno”, che forse qualche Sito internet: www.classicvoice.com
più grande concerto in tutta la sto- lettore già conosce. Sarebbe lungo, Stampa:
ria della musica”. A parte il fatto che e musicologicamente troppo arduo Reggiani Spa, Via Alighieri 50, 21010
il rango del funzionario era davvero e complesso, descrivere qui i mec- Brezzo di Bedero (Va)
alto, stratosferico, sicché sarebbe canismi che producono e regolano il Stampa cd allegato:
scortese se non irriguardoso (ai limi- suono in questo singolare strumento, Duplas Avelca Srl, via G.P. Clerici 11
201040 Gerenzano (Va)
ti dell’oltraggio a pubblico ufficiale) e addirittura sconsigliabile sarebbe
porre in dubbio quell’asserzione, mi illustrare le connessioni tra questo Confezionamento:
Con.Plast. snc, Via Po 120-124, 20032 Cormano
sono permesso una verifica, tanto strumento e il suo supporto tecnico. (Mi) - tel. 02/66303953 - Fax 02/6152329
velleitaria quanto ridicola. Di nasco- In realtà, come esistono strumen- Distribuzione:
sto, tentando di non farmi scoprire ti aeròfoni ad ancia doppia, così il SO.DI.P. Spa, via Bettola 18
mentre nella mia testa una voce au- “reggiseno”, questo siliconòfono di 20092 Cinisello Balsamo (Mi)
torevole continuava a scandire quel- recente acquisito dalla tavolozza dei Registrazione:
le parole, “il più grande concerto…”, timbri strumentali, è uno strumento Registrazione presso il Tribunale di Milano
ho scarabocchiato su un foglietto a lancio doppio, ossia illusorio e re- n. 354 , rilasciata il 3/06/2003
strappato da un block-notes i dati ale. Quando c’è l’entrata dello stru- Pubblicità:
mento, ogni reggisenista lo lancia MediaAdv Srl - Via A. Panizzi, 15 20146 Milano
numerici di altri due concerti, che 02/43986531 fax 02/45506259
hanno preceduto verso l’Artista
“Come esistono strumenti
email: adv@xgpub.com - info@mediaadv.it
questo del grande (comunemente
zocchigiano: (a) la definito “pro- Edizioni:
prima esecuzione aeròfoni ad ancia doppia, così vocautore”),
dell’Ottava Sinfonia ma poi ci ac-
di Mahler lunedì il ‘reggiseno’, siliconòfono corgiamo che via Cosimo del Fante 12 - 20122 Milano
tel. 02/63288222 - fax 02/63288229
12 settembre 1910 ciascuna ese-
nel Palazzo delle di recente acquisito, è uno cutrice aveva
Classic Voice è una pubblicazione periodica mensile
corredata da compact disc di xG Publishing S.r.l.
STAGIONE D’OPERA E BALLETTO 2017 • 2018 (429a dalla fondazione del Teatro)
OPERA
ANDREA CHÉNIER
Musica di Umberto Giordano
dal 7 dicembre 2017 al 5 gennaio 2018
BALLETTO
LA DAME AUX CAMÉLIAS GOLDBERG–VARIATIONEN MAHLER 10 / PETITE MORT / BOLÉRO
Musica di Fryderyk Chopin Musica di Johann Sebastian Bach MAHLER 10 PETITE MORT BOLÉRO
Coreografia di John Neumeier Coreografia di Heinz Spoerli Musica di Gustav Mahler Musica di Wolfgang Amadeus Mozart Musica di Maurice Ravel
dal 17 dicembre 2017 al 13 gennaio 2018 dal 25 gennaio al 22 marzo 2018 Coreografia di Aszure Barton Coreografia di Jiří Kylián Coreografia di Maurice Béjart
dal 10 marzo al 7 aprile 2018
La Direzione si riserva il diritto di apportare al programma le modifiche che si rendessero necessarie per esigenze tecniche o per cause di forza maggiore.