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er casa si intende una qualunque struttura utilizzata da uomini e donne per

ripararsi dagli agenti atmosferici. Essa generalmente ospita uno o più nuclei
familiari e talvolta anche animali domestici.

Può anche corrispondere al concetto di unità abitativa coniato dal Movimento


Moderno in architettura ed è stato nella storia il primo elemento fabbricato,
che è andato ad incidere sull'ambiente naturale realizzando l'ambiente costruito
proprio dei paesi e delle città. La casa può essere anche considerata un luogo
di ritrovo e di familiarità tra più persone.

Indice
1 Storia
2 Tipi di casa
3 Tipologia edilizia
4 Spazi interni e aggregazione
4.1 Servizi e sistemi
5 La "casa" in psicologia e scienze sociali
6 Note
7 Voci correlate
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Storia
Nel IV secolo a.C. iniziano a diffondersi tipi di case che rispecchiano la
formazione della famiglia come nucleo autonomo. Sin dal Medioevo troviamo tipi
di abitazione monolocale. Di solito sono addossate una all'altra a formare quasi
degli isolati. Prende così piede un modello abitativo esteso: dalla Mesopotamia
all'Egitto, da Creta all'antica Grecia.

Adeguandosi all'ambiente sociale e climatico, l'abitazione mesopotamica si


sviluppa intorno ad un cortile interno scoperto, dal quale si accede ai vari
ambienti. Le zone sono ben distinte: al piano terreno si svolge la vita degli
uomini, al piano superiore risiedono le donne e i servi.

L'antico Egitto invece trovò soluzioni collettive in case comuni a terrazze,


costruite con mattoni grezzi e paglia, costituenti talora veri e propri
quartieri.

Per quanto riguarda la casa romana, derivata dalla casa greca e da quella
etrusca, era distribuita intorno ad uno o due cortili (atrium e peristilium) e
si divideva in una parte adibita alla vita privata. Ad esigenze di difesa e di
vita comunitaria rispondevano anche i monasteri comparsi nell'alto Medioevo,
fondati sulla compresenza delle abitazioni (le celle dei monaci organizzate
intorno al chiostro), della vita sociale e della preghiera (refettorio e chiesa)
e dell'attività lavorativa, soprattutto agricola. Intorno ad essi ben presto si
formarono piccole comunità di abitanti.

Nel Rinascimento, seguendo le tendenze culturali dell'epoca, la casa si


configurò su modello di quella romana, con cortili di forma rettangolare o
quadrata; la residenza comune si mantenne di tipo unifamiliare e mista a
funzioni commerciali.

Immutata restò la situazione nell'età barocca finché, a partire dalla fine del
XVIII secolo, cominciarono a sorgere case plurifamiliari su più piani, in
risposta alle richieste di una popolazione urbana in continuo aumento. Con la
rivoluzione industriale, poi, si pose frontalmente il problema dell'abitabilità
per le grandi masse affluite nella città.

La prima città dove, nel corso dell'Ottocento, si afferma un tipo di abitazione


proletaria è Londra, con i cosiddetti slums: tristemente famosi per le scarse
condizioni igieniche essi altro non erano che modesti monolocali su un unico
piano che servivano in pratica da dormitori.

Il problema abitativo nella società di massa fu affrontato nei primi decenni del
Novecento dagli architetti del Modernismo. Grazie al calcestruzzo armato è
possibile costruire abitazioni che variano in rapporto alla necessità. Da qui
anche l'interesse per la prefabbricazione, che consente la variabilità degli
spazi ma anche l'allestimento veloce. Essa risolve anche, in parte, la richiesta
di case a prezzo economico ma spesso si trova a fare i conti con un'innegabile
incompatibilità ambientale con ecosistemi, paesaggi.

Tipi di casa

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