Sei sulla pagina 1di 20

Lezione 3:

IL METODO COMPARATIVO

Prof.ssa Zaira T. Lofranco


IL METODO COMPARATIVO: Le origini
evoluzioniste

«Se per antropologia intendiamo un atteggiamento


intellettuale volto in maniera sistematica alla
considerazione della differenza culturale e sociale, è
abbastanza legittimo ritenere che fu proprio il progetto
comparativo dell’evoluzionismo ottocentesco a
inaugurare il cammino dell’antropologia culturale e
sociale» (Fabietti U.)
IL METODO COMPARATIVO E L’EVOLUZIONISMO

• Tutto per l’antropologia poteva essere comparato. Il suo progetto risultava


vasto come il mondo e si estendeva orizzontalmente (nello spazio) e
verticalmente (nel tempo)

QUESTO ERA POSSIBILE PERCHÉ:

• La cultura era intesa come «un insieme complesso» e di tipo «cumulativo»,


scomponibile in elementi separabili, descrivibili e accostabili ad altri desunti
da contesti culturali diversi

• Le culture venivano studiate « a distanza» «a tavolino» e non con metodo


etnografico che presuppone incontro, dialogo, condivisione di significati.

• I «fatti» (i dati) venivano considerati attendibili in base all’attendibilità della


fonte (testimonianze di missionari, viaggiatori, commercianti o esempi
riportati in letteratura)

• L’antropologia veniva intesa come scienza «oggettiva»


IL METODO COMPARATIVO E L’EVOLUZIONISMO

• La spiegazione dei fatti dipendeva dalla comparazione finalizzata alla


collocazione delle pratiche osservate in catene temporali e causali

• Spiegare = delineare l’evoluzione dei «fatti» (istituzioni, pratiche, ecc..)

Es. Lewis H. Morgan (1871), analizza l’evoluzione dei sistemi di parentela


Procede per comparazione di pratiche in vari continenti ed epoche storiche

I «fatti» non vengono messi in discussione, ma vengono selezionati in funzione


della tesi che si vuole sostenere
IL METODO COMPARATIVO: Le correlazioni statistiche

«Qualora si possa provare che in un certo numero di casi


due fenomeni variano in modo analogo, si può essere
certi che ci si trova in presenza di una legge»

Durkheim, Le Regole del metodo sociologico, 1895


IL METODO COMPARATIVO: Le correlazioni statistiche

• Durkheim applica il metodo delle correlazioni statistiche o variazioni


concomitanti

• La spiegazione è in questo caso legata all’individuazione di correlazioni


regolari tra fenomeni

• Non si tratta più di correlare per stabile causalmente le fasi di evoluzione di


un’istituzione

• Si tratta, invece, di correlare al fine di fissare principi di validità generale

• Questi principi avevano funzione predittiva in relazione alla possibilità di


accertare la compresenza, o meno, di certe istituzioni sociali (tipi di
residenza, forme di proprietà, terminologie di parentela, modelli di unione
matrimoniale, tipi di discendenza)

• L’antropologia è pensata come un sapere nomotetico (che cerca di


pervenire alla formulazione di leggi e regole generali)
LE COMPARAZIONI CONTROLLATE

Evans-Pritchard, Il metodo comparativo nell’antropologia


sociale, (1965)
Con l’introduzione della ricerca sul campo (osservazione
diretta) :
•Diventa complesso stabilire correlazioni e sostiene che si
debba andare alla ricerca delle differenze

• Emergono molti casi «anomali» che mettono in


discussione le teorie generali

•Le teorie comparative generalizzanti appaiono poco


contestualizzate
LE COMPARAZIONI CONTROLLATE

Evans Pritchard: per evitare il rischio di frammentazione del sapere


antropologico focalizzato sullo singoli gruppi,propone una
comparazione su scala limitata (società di un solo tipo –cacciatori,
nomadi- o tematiche circoscritte).

Nadel: Accetta il metodo della spiegazione mediante la ricerca di


correlazioni statistiche che però:
-Non devono essere indotte artificialmente nei fenomeni osservati

-Devono essere «osservate» nei gruppi studiati

-Possono dare vita a comparazioni su piccola scala (es. per lo studio


della stregoneria, Nadel studia 4 gruppi africani in epoche diverse).
IL METODO COMPARATIVO

• “La comparazione è un processo analogo alla raccolta delle farfalle….


• Uno dei suoi difetti principali è che non ha nessun limite logico... In
definitiva ogni società conosciuta può essere in tal modo individuata come
un sottotipo diverso da ogni altro e, dato che gli antropologi hanno un
concetto piuttosto vago di società, sono portati a distinguere sempre nuove
società, quasi ad infinitum”

• Leach E., Nuove vie dell’antropologia (1961)


IL METODO COMPARATIVO

• Negli utlimi 40 anni ha subìto diversi attacchi per:

• Il carattere classificatorio, retaggio dell’evoluzionismo

• Il suo approccio positivistico, oggettivante e de-


contestualizzante
IL METODO COMPARATIVO: LE CLASSIFICAZIONI

• CLASSIFICAZIONI • CLASSIFICAZIONI POLITETICHE


MONOTETICHE • Classi composte da
individui che non
• Nascono dalla elaborazione di condividono tutti uno o
categorie basate sull’assunto
che determinate proprietà più tratti specifici, ma
siano presenti in maniera che ne condividono alcuni
costante. variamente distribuiti
(“somiglianze seriali”)
IL METODO COMPARATIVO: Le somiglianze seriali

• Needham, Rethinking kinship and marriage, 1971

• In ciascuna società esistono diritti che possono Non essere trasmessi


concordemente con un principio sempre identico, nel caso specifico, il
principio di discendenza patrilineare
• Tali diritti possono essere: la trasmissione del nome, della residenza,
dell’eredità, dei beni matriali e spirituali e dell’appartenza al gruppo
• Potremmo dire che una società é patrilineare SOLO SE tutte tutte queste
prerogative fossero trasmesse in linea patrilineare
• Questo però si verifica raramente.
IL METODO COMPARATIVO: Le somiglianze seriali

• Più frequentemente si verifica che queste prerogative si trasmettono in


maniera variabile. Vanno perciò a determinare le “somiglianze seriali”

• Apqr
• B rst
• C tuv

• A, B, C = sono tre società


• Ciascuna presenta tre tratti compresi tra p e v
• Tra di loro non c’è coincidenza ma continuità progressiva (somiglianza
seriale)
IL METODO COMPARATIVO: un approccio
limitato?

• Sulla base della teoria di Needham appare chiaro


che le classificazioni non riflettano una realtà
oggettiva ma i principi di classificazione del
soggetto che classifica

• Le comparazioni basate su questo tipo di


classificazioni, sarebbero tutt’altro che
oggettive
IL METODO COMPARATIVO: LE CONNESSIONI

• Stabilire “fasci di relazioni” tra fenomeni; “reti di


connessioni” tra i più svariati fenomeni (Remotti)

• Le reti di connessioni riproducono una visione sempre


parziale della realtà o di una cultura. Sarà sempre
possibile stabilire nuove connessioni

• Stabilire connessioni non ci dice in base a quali criteri


dovremmo osservare la realtà
IL METODO COMPARATIVO: LE CONNESSIONI

• Il connessionismo si avvicina ad una concezione del


sapere:

• non più fondato sull’idea del soggetto osservante e


classificante in base ai principi iscritti nella “realtà delle
cose”,
• prodotto di una “realtà costruttiva” dipendente da
forme categoriali del soggetto, le quali possono
dipendere da fattori “cognitivi” tanto naturali quanto
“culturali”.
COMPARAZIONE COME TRADUZIONE

• Goodenough:
• La definizione e la comparazione degli oggetti che si
intendono studiare pone il problema della traduzione.
Come definire o chiamare un determinato fenomeno?
• Alcuni oggetti (es. la famiglia nucleare, il matrimonio
che vi dà inizio) vengono definiti come una nostra
proiezione etnocentrica su altre società.
• La definizione che noi daremo dell’oggetto è generata
dall’esperienza che lo studioso (es. Murdok) ne ha nella
sua società
COMPARAZIONE COME TRADUZIONE

• Goodnenough:
• Ricerca un metodo comparativo che permetta di formulare una
definizione di matrimonio non etnocentrica e allo stesso tempo
generale

• Osserva le transazioni collegate con il matrimonio che sono presenti


in altre società (nayer dell’India Meridionale) ed arriva a concludere
che la famiglia nucleare non è prerequisito affinché esse avvengano

• Elabora una definizione di matrimonio (può chiamarsi matrimonio?):


“una transazione che si risolve in un accordo in cui una persona
stabilisce un diritto di accedere sessualmente ad una donna che è
considerata suscettibile di avere figli”
COMPARAZIONE COME TRADUZIONE

• Goodenough introduce:
• La “comparazione contestualizzante” che pone
problemi di traduzione
• Una comparazione sulla base della conoscenza dei
significati contestuali delle istituzioni e della traduzione
di questi significati
• La traduzione generalizzante che porta a formulare
definizioni universalmente valide
• Una prospettiva di tipo etico
COMPARAZIONE COME TRADUZIONE

• Geertz: lavoro comparativo sull’Idea del Sé a Bali, Java


e Marocco
• Prospettiva emica: presa in conto del punto di vista del
nativo, consente un avvicinamento ai significati indigeni
• “Comparazione facilitante la descrizione” aiuta a
descrivere meglio i contesti particolari
• Non mira a formulare definizioni generalmente valide
• Attraverso il rimando tra “concetti vicini all’esperienza”
e “lontani dall’esperienza” diviene possibile conoscere
le differenze piuttosto che le somiglianze

Potrebbero piacerti anche