Edizioni émk Ricordi

Biblioteca di Rarità Musicali

per cura di

Oscar Cliilesotti.

VOLUME IV.

ARIANNA INTRECCIO SCENICO-MUSICALE

t

D I

Benedetto Marcello
Nob. Ven. to

(1727)

CANTO E PIANOFORTE
TRASCRIZIONE

5°359 — Netti Fr. 6 (À)

Proprietà per tutti i paesi. — Deposto. — Ent. Sta. Hall.

'

sa Dg

R. STABILIMENTO RICORDI
MILANO
Napoli — ROMA — Firenze
LONDRA
PER LA FRA X CIA ED IL BELGIO
PARIS - tl.W» Eonlevarcì Hnussmann .V. DURDILLY & C. Boulevard ÌB
- Haussmann. 1 1 .bis _ PARIS
 AVVERTENZA

ietro invito del Comm. Giulio Ricordi, trascrissi per Canto e

Pianoforte dall'autografo, proprietà del signor Luigi Arrigoni di
Milano, I'Arianna di Benedetto Marcello.
Ora, a scanso di equivoci, devo avvertire che la parte del pianoforte,
piuttosto che una vera riduzione, è la trascrizione in due righi, ese-
guibile sul piano, della partitura stromentale notata dall'autore: quar-
tetto a corda, cioè, qualche volta (nella Sinfonia e nei Cori) con due
trombe e due timpani (i). È certo tuttavia che nell' orchestra del-
I'Arianna suonava anche il cembalo ; ma esso non aveva una parte
speciale, perchè, secondo l'uso di allora, veniva trattato ad libitum dal
maestro sulla partitura. Io però non mi occupai che della stromenta-
zione scritta, che tale mi parve il mio dovere di fronte alla musica
di Benedetto Marcello.
Dal lato storico credo opportuno soggiungere che lo spartito del-

I'Arianna è rimasto sconosciuto a quanti scrissero sul celebre com-

positore dei Salmi. Il Fontana e il Caffi ne tacciono, mentre l'Allacci

(Drammaturgia , ecc.), ne ricorda soltanto il libretto, poesia di Vin-

cenzo Cassani Veneziano, edito, egli dice, senz'anno, stampatore e luogo,
ma è Venezia, libretto di cui è inserita la ristampa, a cura del cav.
Giovanni Salvioli, nel presente volume. — Il Fétis riproduce la notizia,
fornita dall'Allacci aggiungendo solo che la musique est restie en ma-
nuscriL — Io, parlando di Marcello nei Nostri maestri del pas-
sato, ecc , citai in proposito ciocché affermava il Fétis. Non trovo che
altri, anche di recente, abbia fatto cenno dell'ARiANNA di Marcello,
opera musicale interessantissima sotto ogni riguardo.
Mi lusingo perciò di non aver compito un lavoro inutile concor-
rendo coi signori Arrigoni e Ricordi alla pubblicazione dello spartito
inedito ed affatto ignoto del Michelangelo dei musicisti.

Bastano Veneto, gennaio 1SS5. LV OSCAR ChILESOTTI.

(1) Naturalmente dovetti talvolta spostare all'ottava la parte della Viola, e sopprimere quella delle Trombe.
 ARIANNA INTRECCIO SCENICO-MUSICALE

a Cinque Voci

POESIA DI

VINCENZO CASSANI
^^^^^^^^^^^^^^*«^^^»'S»ì£^^^^^»«*S*S-«?.i*S«5£»^<*S«^<*?

PERSONAGGI

ARIANNA ) ( Soprano
> Figliuole di Minosse Rè di Creta !

FEDRA ) ( Contralto

TESEO, Figliuolo di Egeo Rè dAtene innamorato di Fedra Tenore

BACCO .'

Basso

SILENO SATIRO Basso

CORO : Marinari - Bessaridi - Satiri - Fauni - Villanelle, e Seguaci di Bacco.

IL LUOGO
È V Isola di Dia , o sia Nasso.
 ARGOMENTO
I ~*
'Arianna figlinola di Uliuossc Re di Creta, iuua-
sscndo Teseo col mezzo ci

/J morata di Ini uscito dal labirinto, e rimasto vincitore del Minotauro, ed

- ,

avendo a q itelia data fede di sposo, s accese poi di Fedra di lei Sorella, e per go-
derne sicuramente, ambe persuase a fuggir seco nascostamente dal Padre. Giunti
all' Isola di Dia, o sia JVasso, mentre Arianna dormiva nel Padiglione sopra la

Spiaggia, fuggì Teseo con Fedra; quindi svegliata Arianna, scuoprendo la A' ave,
in cui partivano lo Sposo, e la Sorella, disperata voleva uccidersi. Afa ivi appro-
dato Bacco che ritornava vincitore dagl'Indi, la consolò, e se la fece sposa, donandole
una Corona, dono appunto di Venere, clic la stessa la quale in Ciclo fu poi detta
la Corona d'Arianna. Ciò clic si aggiunge per ridurre la favola a filo drammatico
non altera punto il fatto seguendo in fine la partenza di Teseo con Fedra e re-
, ,

stando a Bacco Arianna.

Le parole Fato, Destino, Adorare, etc. sono pure espressioni poetiche, non mai sentimenti di cuore cattolico.

PARTE PRIMA
Spiaggia di Mare con Padiglione socchiuso. Al Iato Iìosco, e Rupe che guarda lo stesso Mare. Navi alla spiaggia.

SCENA PRIMA. Tes. E poi

Tosto partiam La vedi in sulla piuma
:

Teseo, Fedra, Coro di Marinari. Giacer negletta, e con la bianca destra

E con la guancia eburna
Coro di Marinari. (Cui tu sola al par vai)
Nocchieri sciogliamo le vele, De' lini il bel candor vincer d'assai.
Su,Che Mare placata è già l'onda.
del Fed. Dal Padiglion la veggo.
Dileguato ogni nembo crudele Tes. Ah non destarla.
!

Or ne invita a partir dalla sponda. Fed. Addio Germana.

Tes. Fedra, il tempo quest'è: di gigli e rose Tes. Piano.
Adorna il crin l'Aurora Fed. Il Ciel t'assista.
Neguida il Sole, e ne precorre passi. i Parto quando saprai eh' io ti ho tradita
;

Fed. Ohimè, che da me stessa io mi divido. Ti priego, per pietà, perdona il fallo.
Tes. Guarda, se non t'affretti, Dormi, ne fia eh' io vegga il tuo dolore,
Di non pianger per sempre un tal momento. E del nostro destino incolpa Amore.
Fed. Su questo lido solitario ed ermo, So quanto piangerai
Dovrò lasciar la mia germana ? e teco Quando vedrai partito
Fuggir? e lungi andar dagli occhi suoi? Colui che t'ha tradito
Tes. E nulla men, se sposo tuo mi vuoi. Con tanta crudeltà.
Fed. Permetti, o Dio, che un bacio almen le porgi E più, quando saprai
Tes. Come ? s'ella si desta Ch' io quella, quella fui
Dal grato sonno in cui riposa e giace Che il tolse agli occhi tui
Quando n'andrem mai più soli, e sicuri ? E parte, e seco va.
Fed. Mi si conceda un solo vngrdo : So, etc.
 PARTE PIUMA

SCENA SECONDA. Come fuor del dovere, e a mio dispetto

Tenti d' entrami' in petto?
Teseo. Ma oimè, che sciolto il pino a gonfie vele
Irne già veggo. Teseo... Fedra... o Dio;
/^~\ual mai gran pena a un cor dover a forza
Non v'è chi mi risponda.
VwDi chi non puote amar fingersi amante!
Germana,... Sposo...
Ma pure alfin non mi vedrò più al fianco
Bac. Alta ventura è questa.
Quel volto a me nojoso.
Ari. Misera, ogn'uno è sordo al par dell'onda.
Con l'adorata Fedra
SU. Temo che gridi invan :

Andrò lontano fremerà Arianna

:
;
Ari. Così mi lasci
Ma il suon de' suoi lamenti
Sposo crudel ? dove ten' vai ? che, forse
Cirio non udrò, disperderanno i venti.
M'abbandoni? ah spietato! e tal si lascia
Se appagar volesse il Cielo
Del Regnante di Creta
Le querele degli amanti
L'augusta prole ?
Quanti quanti
Yibreria dall'alto i fulmini
Bac. È Fedra, od Arianna ?

Ari. Con la Sorella mia ten' fuggi ingrato ?

Contro noi di sdegno armato.
SU. Mi fa pietà.
Ma di rado ei scaglia il telo
Ari. Infelice !

Benché spesso ne minaccia.

Deh, che farò qui sola in fra gli orrori
Poi con faccia
D'una terra diserta ? ah, meglio fia
Tutta luce, e pien di giubilo
Che finiscali quest'onde
S'apre a noi vago, e placato.
Con la mia pena mia.
vita ancor la
Se, etc.
Bac. Ferma, che tenti ? Principessa vivi,

SCENA TERZA. E da me spera aita.

Ari. Ahi, che per me ogni spene
Bacco, Sileno, Coro di Bassaridi, di Satiri, Misera, è già sparita.
e Fauni. Bac. Al mio poter tutto ubbidisce, chiedi.
Ari. Che chieder poss' io, se non che torni
Bac. A terra, a terra. A ristorarsi alquanto Teseo infido ?
J^\_ Fermiamo in quest'arena Sii. Teseo ?
Già ne invitò da lunge Ari. Egli mi diede
11 vago orror de l' Isoletta amena. La fé di Sposo, ed ora
Coro di Ebre Bessaiidi Con Fedra fugge in sii volante prora ;

Satiri E Fauni, e Satiri Bac. Con Fedra a te Germana ?

Suonate Cembali Ed ancor l'ameresti ?
E Trombe, e Timpani ; Ari. Non mai, ben di vederlo io bramerei
Or che qui arriva Sol per rimproverarle (sic/) i torti miei.
Con lieto viva Bac. S'altro non chiedi, ecco lo traggo al lido.
11 domatore dell' Oriente. Ari. Veggiamlo, e se ciò sia, del suo delitto
Due Miratelo che scende Farò che a me ragion renda 1' infido.
Bessaridi Dal Carro d'or che splende, Bac. Rè de' venti
E poi le tigri sciolte
Dalle rupi tue profonde
L'asta, e il tirso trattar con man possente.
Scuoti l'onde,
Due Fauni Mirate qual si smalta
E di turbini stridenti
Di rose, gigli, e calta
Empi l'aria, agita il mar.
E tutto ameno ride
E "quel legno
All'apparir del Nume il suol repente.
Ch'io t'addito.
Tutto il Ebre Bessaridi (Qual partì da questo lito)
Coro E Fauni, e Satiri Tratto a forza dal tuo sdegno
Suonate Cembali Qui ritorni a naufragar.
E Trombe, e Timpani ;
Rè, etc.
Or che qui arriva Ari. Ma che vegg' io ? qual nova
Con lieto viva Procella insorge? urla per ogni parte
11 domator dell' Oriente.
L' instabile Elemento ah vedi il Pino
:

Qual mai guerra gli fa l'ira de' venti?

SCENA QUARTA e QUINTA. Ma già volge la prora a questa sponda.
Arianna, ch'esce svegliata dal Padiglione, Come sembra che voli o come presto... !

Bac. Forza del mio potere.

Bacco e Sileno in disparte.
SU. Attendi il resto.
suono strepitoso Ari. Che più ?
Ari.
OrMi 1

sonno? o che sarà? ma dove

toglie il Bac. Frangerò il Legno.
È Fedra la Germana ? Ari. E il caro sposo?
Come dal fianco mio tacita, e cheta Bac. E puoi amarlo ancora ?
Si tolse ? è gita forse Ari. E la cara Germana ?
Al Legno dov'è Teseo ? ah gelosia Bac. Quella che t'odia, e col tuo Sposo or fugge?
 ARIANNA
Se n'hai riedasi al mar la calma,
pietà, Hai si tosto obbliato
E Pino ancor l'aura seconda.
spiri al Il la mia prestata aita,
tuo dover,
Ari. No, tornino alla sponda. La fuga mia dal Padre !

Sii. E poi ? Tes. Arianna t'accheta a te mi rendo ;

Ari. E poi sfogato Pentito e fido (fingerò.)

Lo sdegno del mio cor contro l' ingrato Fed. (Son muta.)
L'abboro, e l'abbandono. Ari. Pentito ? sii pur fido a quella indegna
Bac. Con tal fede ubbidisco, e pago io sono. Con cui fuggisti, a lei ti lascio Vanne :

Ari. Eccolo ormai vicino. Traditor, menzognero

Bac. Dietro di questa Rupe Da me lontan.
Ascondiamci a goder del suo naufragio. Tes. (Dicesse almen davvero.)
Ari. O Dio ! Ari. Incauta Faifaletta
Bac. Salvo, e sicuro Che scherza intorno al lume
Resterà l'uno, e l'altra, io te lo giuro. V'accende al fin le piume, e perde il volo
SU. O come di costei Un giorno de' tuoi rai
Sì presto è innamorato il mio Signore! Al foco anch' io scherzai
Dunque di Bacco, anche trionfa amore ? E senza paventar ne ho pena, e duolo.
È più tenace Incauta, etc.
Di vischio, o rete
11 crine, il guardo SCENA OTTAVA.
D'una beltà.
Fedra, Teseo.
Fugge da quelli
Talor l'augello ; Fed. (~^\ mio rossor, non oso
Ma se da questi \_) Articolar più voce
Un cor' è colto Né rimirar la Suora mia tradita.
Non fia mai sciolto, Tes. Chi sa ? l'offesa, e '1 torto
Mai n'uscirà. Dal suo core m' han tolto, e a te mi cesse.
È, etc. Fed. Credi, che da ver dica ? ha favellato
Lo sdegno in lei, la gelosia, il furore;
SCENA SESTA. Aspetta che favelli un dì l'amore.
Teseo, Fedra. Arianna e Bacco in disparte. Tes. Sordo sarò qual'aspe ad ogni incanto.
Feti. Come potrai dal pianto
Tes . TV IT iseri noi ! l'abete è infranto, e l'onda Difenderti ?
IV J. Entra per ogni parte, e Io profonda. Tes. II mio petto e di diamante.
Feci. Teseo, mio Teseo, aita. Fed. Chi resister mai puote a Donna amante ?

Tes. Non ti lascio, mia vita, Tes. Occupata è già l'alma

Ma
qual portento? il mar già torna in calma Nell'amor tuo, più paventar non puoi.
Feti. E
a sormontar l'arene * Fed. Caro Teseo tem'io... di che mai temo?
La Nave, che sdruscì, ponte diviene. Di te, della Germana e di me stessa
Tes. Siamo in salvo ; Ma in qualunque mia sorte
Fed. Ma o Dio Sarai sempre '1 mio cor, l'anima mia
Che dirà la Germana E se tua non sarò, sarò di morte.
Se avvista fia di nostra fuga ? Se viver non poss' io

Tes. A lei Con te beli' Idol mio

Direni, che dalla sponda Voglio spirar per te.
Furia ne trasse d' improvviso vento. Allor comprenderai,
Ciò, che mi pesa, è di dover pur anco Che morta mi vedrai
Rivederla con pena, Del cor la salda fé.

E il frutto perder de' tuoi dolci amori. Se, etc.

Feci. Quanto infelice io nacqui !

Tes. Non paventar saprà additarne il Fato SCENA NONA.

Altro mezzo a fuggir...
Bacco, Sileno, Teseo.
SCENA SETTIMA. Bac. ' I non dubitar, ama pur Fedra
""eseo

Esce Arianna furiosa, e detti. |_ Che tua sarà.

Tes. Ma tu chi sei ?
Ari. "\ T o scellerata. Bac. Quel sono
Feci. 1 > O Dio, che veggio? Cui piacque di salvarti in questo lido
Ari. Una regal donzella Dalla fremente orribile procella.
Tal s'abbandona in solitaria riva ? Tes. Tanto puote operar solo chi è Nume !

E tu Fedra crudele a me rapisci Bac. Son' io chi sono altro saper non dei
;

Chi era l'anima mia ? quel che mi diede Se non ch'amo Arianna, e mia la voglio.
La maritai sua fede ? Sii. Eccoc' in nuovo scoglio.
Fed. Che posso dir ? Tes. L'abbi.
Ari. Tu non rispondi ingrato ? Bac. Dunque la cedi ?
 PARTE PRIMA

Tes. E quanto lieto ! Sii. Altro da me non sai ;

Bac. L' impegno osserva : e s'ella poi tentasse Ma da quel che dirò m' intenderai.
Rinnovellar l'affetto ? Nel Paese ove il Sol esce fuora
Tes. D'ascoltarla neppure a te permetto. Migliaia d' Uomini
O quante volte sentito avrai Col forte braccio
Qualche augellelto che in mesti lai Fece in pezzi, abbattè, sconquassò.
L'ardor d'amore che in petto sente Poco dopo veggendol l'Aurora
A un faggio intorno spiegando va. Su destrier nobile
E in lui con note dal duol formate In veste candida
Destar vorrebbe qualche pietate : Sulla sponda del Gange ei trionfò.
Ma sordo il faggio che non lo sente Nel, etc.
Un solo accento poi dar non sa. Ari. Che favellar è il tuo? meglio desio...
O, etc. Sii. Di più scuoprir non posso, e no '1 degg'io.
Ari. Palesar non fia colpa il suo Signore
SCENA DECIMA. Che dice amarmi, e da me chiede amore.
Bacco, Sileno. Ma già scoperti
D'Amor' i crud' inganni
Sii.
Bac.
Come
Tu
sì

sai
presto divenisti amante
che Numi, a
?

cui tutto è presente

(Hi aspri tormenti
i
E i dolorosi affanni
La forza degli affetti Ad uomo inficio
Sentono al primo istante. Non voglio dar più fede,
Sii. Ma un domator de' popoli... E s'or nel petto
Bac. Chi regge
E libera quest'alma
Un genio marziale ama più ch'altri.
Non ha diletto
Sii. Ah che in un forte core Di perder più la calma
Remora ad alte imprese è sempre amore. Per ottenerne
Così crudel mercede.
SCENA UNDECIMA. Ma, etc.
Arianna, Bacco, Sileno. Sii. Se no '1 conosci ancora
Meglio lo scuoprirai da' suoi seguaci
Bac. Vieni Arianna : hai con l'amante infido
Tu intanto ascolta, e ben gli osserva, e
:

taci.
Sfogata 1' ira ?

Ari. Non ancor, mi resta Cora di Segnaci di Bacco.

A vendicarmi.
Viva il forte, viva il grande
Bac. Ed in qual guisa ?
Vincitor dell' Indie dome.
Ari. Il core Che d' intorno il suono spande
La vendetta matura, ove lo sdegno De' suoi fasti, e del suo nome.
Con tutto il suo poter scuote la face. Due del CoroOuel che primo mari incogniti
Sii. Sai qual vendetta vuol ? far seco pace.
Due altri Nuovi fiumi, e lidi inospiti
Ari. Pace con un crudel ?
Con coraggio insuperabile
Bac. Che a me ti cesse.
l'ititi Vide, scorse, ed iscuoprì.
Ari. Cedermi a te? ma con qual dritto?
Dite del Coro Quel che l' indomite
Bac. Eh cara
Tigri d' Ircania,
Pensa ad amarmi, esser tu mia già dei. Ed i terribili
Ari. Ma dimmi, e tu chi sei ? Forti Leoni
Sii. Oh se il sapessi !
Con invincibile
Bac. Quel che torti a' tuoi mali
E formidabile
Vorria, presso di cui non è che un'ombra
Braccio atterrò.
IlRegno di Minosse :

Che può tue forme belle

Due altri del Coro.

Far eterne, ed alzar sopra le stelle. Quel che all'olmo la vite in stretto nodo
Tra gli astri splenderà Pronuba accoppia, e pampini feconda i :

La tua gentil beltà E con ricca vendemmia al Villanello

Se almeno un guardo sol mi volgerai Le fatiche compensa, e '1 cor ricrea
E se del rio dolor Quello che vinse con eterne lodi
Che per te soffre il cor pietate avrai. La terra, il mare, mostri in strani modi.
i

Tra, etc. Tutti Viva dell' Indie

Viva de' mari
SCENA DUODECIMA. Viva de' mostri
Arianna, Sileno. 11 domator.

Quattro del Coro Viva dell'olmo,

Ari.
DehDi scuoprimi, Eroe
o
così forte
Sileno,
la Patria, e '1
nome.
E della vjte
L'almo fecondo
Sii. Egli a me vieta il dirlo. Sostenitor.
Ari. E Prence, è Nume ? Viva, etc.

FINE DELLA PARTE PRIMA

 A RI ANN A

PARTE SECONDA
SCENA PRIMA. Ari. Così, cosi mi tratti ?

Non fui quell' io, che la tua Patria sciolsi

Arianna, Fedra. Dal gravoso tributo e che ti tolsi !

Con l'arte mia dal Minotauro orrendo !

Ari. T nvan mi fuggi :

Crudel, da te ingannata, ah non lo sai
Fed. J_ O Dio mi lascia indegna ;
Per abbracciarti Sposo
Di mirar mi confesso il tuo sembiante. 11 Regno, e sino il Padre abbandonai.

So conoscer mio fallo, e detestarlo :

Tes. N'ho gran dolor, ma...

Ma non posso dimen di non amarlo. Ari. Che ? Teseo adorato

Ari. Cotanto ardisci ? Ritorna al seno mio, senza te moro.
Fed. E che dir deggio ? incolpa Eccomi a te prostrata. Il tuo abbandono
L' influsso rio di qualche stella avversa. Più mi pesa che morte,
Ari. Sapevi pur, che destinata sposa Che Padre, Patria, e Trono,
A Teseo m'era. Deh ritorn'al mio seno :

Fed. Il seppi, mi difesi E se mi nieghi amore

Dall'acceso desio sin che potei. Come tu vuoi, teco mi guida almeno.
Ma che prò ? le lusinghe, i vezzi, e l' arti Come mi puoi
Di quel, dirlo conviene, amabil volto Vedermi piangere
Ogni ragion m'han tolto. Senza che frangere
Ari. So, che l' infido il genio tuo sedusse. Il cor ti senta ?

Fed. I primi semi ei sparse Come mai spenta

Della mia infedeltà ma il mio volere ;
E in te pietà ?
Se ne fece poi gloria, indi piacere. Morta mi vuoi ?

Non è colpa del mio core, Crudel m'esanima.

Ma delitto è sol d'amore Tolgi a quest'anima
Se t'offendo, La pena amara ;

E mi rendo a te infedele. Che da te cara

Deh perdona il fallo mio :
La morte avrà.
Ch'è tormento assai più rio Come, etc.

11 sentir che mi condanni

D'ogni affanno più crudele. SCENA TERZA.

Non, etc.
Bacco, Sileno, Arianna, Teseo.

SCENA SECONDA. Bac. I

A
vendetta
questa la

I j Che che traditore appelli

fai di lui ?
Teseo, Arianna. L'odio quest'è, che senso tal mostronne
Il tuo tradito cor?

Tes. A nanna. Sii. Credete a donne.

Ari. _/~\_ Ancor vieni a me dinante ? Ari. (O mio scorno, e vergogna !)
Tes. Teco a gioir men vegno Tes. lo n'ho pietade.
Del tuo novello amante. Ari. Pietà, crudel, dopo che m'hai tradita,
Ari. Tanto t'inoltri? Mi dileggi ancora? Vilipesa, schernita.
Tes. Arde per te d'amor, qual non so dirti Bac. T'accheta, o bella è il mal senza riparo.
:

Gran Prence, o Nume. Ari. Senza riparo ? come ? ei di che teme ?

Ari. E come, e donde il sai ? Mio sposo esser non può ?
Tes. Perch'ei suo cor m'aperse, e a me ti chiese. Sii. Questo le preme.
Ari. Tu allor che rispondesti ? Tes. Confesso, e con rossor, che a te degg' io
Tes. Al suo disegno Gloria, consiglio, e libertade, e vita.
Con gioja corrisposi. Tutto farei per te, ma l'amor mio...
Ari. Ah, sposo indegno. Ari. Ma non mi amasti? e promettesti il core?
Tu dispor di mie voglie ? in questa guisa Tes. Gratitudine fu, ma non amore.
Doppiamente tradita, e~ vilipesa Ari. E la fede di sposo?
La figlia di Minosse ? Tes. O, questi è il mio
Tes. In che t'offendo ? Fallo maggior, non t'adirar s' io il dico,
Un'amante ti tolsi, un te ne rendo. Ma Fedra non avea veduta ancora.
 12 PARTE SECONDA

E che rammento adesso Se la molesta

De' miei casi la serie? Io senza lei Cruda tempesta
Morir dovea che avrebbe a te giovato
; Al fine scorgesi
La morte mia? Meglio non è ch'io viva? A naufragar.
E senza più querele, Così un'amante
Ch' io resti a Fedra sposo Benché costante
E ad Arianna ancor servo fedele ? Se prova irata
Conosco mio fallo,
il Bellezz'amata
E chiedo perdono : Mai calma placida
Se indegno ne sono Non può sperar.
Domando pietà. Nave, etc.
Se brami eh' io pianga
Di pianger prometto : SCENA SESTA.
Ma lascia al mio affetto
La sua libertà. Fedra, Teseo.
Conosco, etc.
Fai. Stelle voi, che reggete
Le vicenc
ide de' miseri mortali,
SCENA QUARTA. Dite, s' hanno miei mali
i

Arianna, Bacco, Sileno. Termine alcuno, o pur rimedio ancora :

Ma temo che il destin voglia eh' io mora.

Bac. Possibile, Arianna Tcs. Idolo mio sta lieta.
Che veder non ti possa alfin placata? La fortezza del cor vincerà alfine
Un'ostinato, un disperato amor.
Ari. Non si può. sono amante, e disprezzata.
Bac. E all'amor mio nulla tu pensi ? Feci. Arianna resiste.

Ari. Nulla. Tcs. Io più di lei.

Bac. Non mi dicesti pria Feci. Han gran forza le lagrime una stilla :

Di non amar più mai quell'incostante? Che a lungo cade, anche un macigno spezza.
Pensier di Donna amante Tes. Non sai dell'alma mia l'alta fermezza.
E come flutto in mar, ch'or parte, or torna. Non è sì forte

Bac. Io t'amerò fedele !

La quercia al vento

A ri. Eh, s' Uom pur sei E non resiste

Dispensar non ti puoi dal suo costume. Superbo scoglio

Bac. Ma, s'io mi fossi un Nume? Agli urti, all'onte

Ari. Ah, per pietade D' irato mar.

Non mi schernir. Mi lascia
Qual' il mio core
Nella mia doglia acerba, e dispietata. D'ardor ripieno
Sento svellerm' il cor son disperata. ;
Non ha timore
Spero di vendicarmi, Di venir meno
E forse d'oltraggiarmi Te in adorar.

L'empio si pentirà.
Non, etc.

E per suo grave affanno

Vedrà qual fiero danno SCENA SETTIMA.
Arredi' infedeltà.
Spero, etc. Bacco , Fedra , Teseo.

r
Bac. I tempo è che siamo ambi felici.
"eseo,
SCENA QUINTA. Tcs. Lo voglia il Ciel; ma come esser ciò puote:
_L
Bac. Mercè dell'opra mia.
Bacco, Sileno.
Tcs. Si può saper chi sei ?
Bac. Se no '1 sapesti, ora saprai chi io sia.
Bai. /^\ual mai gran doglia entro del petto aduna
SU. sds E rallegrarla tu, Signor, non puoi ?
Bac. Come ?
SCENA OTTAVA.
SU. V invada il tuo divin furore !

Coro di Villanelle, Bessaridi, Satiri, e Fauni.

Bac. Ad altro penso.
Sii. Il so ; trarla vorresti
Due Bessaridi Satiretti
A Tebe o a Nisa. teco, Lascivetti,
Bac. Non bene appaga l'alma Due Satiri Villanelle
Piacer d'amore da rigor forzato. Furfantelle
SU. Di gusto non son' io si delicato. Tutti quattro Applaudiamo al Dio Lenèo.
Bac. Come mai compiaci ti

D'un volto, che sdegnoso Curo

Bieco ti guardi, e non ti sia pietoso ? Viva viva Tionèo
Nave che solca Semelèo
Profondo mare Bessarèo
 A RIA N N A •3

E la bella ch'egli adora Tes. Il Fiume

Or s'accenda il cor.
di lui Di rubicondo umor corre spumante.
Due del Coro Qual nebbia t'appanna Fed. E le selvagge piante
Incaut' Arianna ? Di pampini, e racemi il crine ornarsi.
Or s'apra in te il lume Ari. E le frutta mature
Conosci quel Nume Spuntar dai dumi in fra la selva sparsi.
Per te tutto amor. Latte, e mele ecco vegg' io
A sudar le querce annose ;
Coro Germogliar giacinti, e rose
Viva viva Tionèo D' improvviso al colle intorno.
Semelèo Un sussurro, un mormorio
Bessarèo D'augelletti in queste fronde
E la bella ch'egli adora Sento, e dolce a quel risponde
Or s'accenda il cor.
di lui D'Amadriadi un coro adorno.
Due del Coro Pietà non si niega Latte, etc.
A Nume che priega
Ben merta sua fede SCENA ULTIMA.
In dolce mercede
Reciproco ardor. Sileno e tutti gli altri.
Due Bessaridi Satiretti
Lascivetti, Sii. questa corona
Signor,
Due Satiri Villanelle invia, perchè tu l'offra in dono
Venere
Furfantelle Alla bella Arianna.
Tutti quatti o Applaudiamo al Dio Lenèo. Ari. Di tanto onore io degna ?
Coro Bac. In sul bel crine
10 te la pongo, o mio adorato bene.
Viva viva Tionèo Rendi alla Dea di Gnido
Semelèo Grazie, che al tuo gran merto
Bessarèo Sì raro fregio, e a tua belrà destina.
E la bella ch'egli adora Sii. Or sì che a te mi prostro
Or di lui s'accenda il cor. Quale a mia potentissima Regina.
Fed. Che mai sentiam ?
Fed. O bella sorte !

Tes. A te mi prostro, o Nume, Tes. O

quanto son contento !

Figlio di Giove, e vincitor degl' Indi. Ari. Qual mai diversa or sento
Fed. O Germana felice , L'anima mia da quel che fu dal core !

Per sì grande amator ! Vieni, di queste

11 duol sparì m' infiamma ;

Gioje a goder, e ornai Un certo nuovo ardor che più non sente
Sgombrili dall'alma tua doglie moleste. Di basso affetto, e di teneri desio.
Lascia che più languir Sopra di me m' innalzo,
Cessi dentro al tuo sen E quasi il suolo obblio.
D'affanno il cor ripien Che dolce foco in petto
Di palpitar. Oltre l'usato io sento
Amor già fu crudel
Se Che invece di tormento
All'alma tua fedel, Gioja mi dà, e diletto
Ora per te vicende E mi consola.
Ei vuol cangiar. E se d'un vivo ardore
Lascia, etc. Sento quest'alma piena;
Bac. Viene appunto Arianna. Desio, ma senza pena:
Amo, ma dal mio core
SCENA NONA. Il duol s'invola.
Che , etc.
Arianna, Bacco, Fedra, Teseo. Tes. Dunque non m'odi più ?

Fed. Dunque...
Ari. /^\ual forza ignota a ritornar mi tragge ? Ari. Il mio petto
Tes. sii A riconoscer vieni Or capace non è che di diletto.
Bella, grande Amator, divina prole
il Tes. Sperar poss' io che a te discaro il nodo
Di Semele e di Giove. Non Fedra ?
sia anco di
Fed. Bacco, il Nume Tebano. Ari. Anzi a me caro, e '1 bramo.
Ari. Degna non son d'un tanto onor sovrano. Fed. Generosa Germana.
Ma chi fede ne fa ? Bac. Anche di me ti caglia.
Bac. L'opre che miri. Ari. Amato Nume
Volgi il guardo d' intorno. Perdona, se sì tarda a tue richieste
Ari. Ah, che vegg' io ? Risposi : in noi mortali
Queste campagne inabitate, ed erme Sai quanto il velo degli affetti, toglie
Ecco di viti popolarsi, Il vero ben, poter scuoprire all'alme,
 '4 PARTE SECONDA

Or merci; d'un tuo raggio Coro

Che penetrommi il cor, di m'accendo cui
A te, Nume immortai, pronta mi rendo. Serto di stelle lucid
Bac. Ecco la destra amata Sposa. Ad Arianna cinga
Ari. O quanto Le tempie illustri e nobili
Caro Sposo m' innalzi !
Che con eterno lume
Fed. Aveva il Destino Folgoreggiar si veda.
Scritto nel Ciel la tua sì gran ventura. Tes. D'unsì gran Nume, e così eccelsa Diva
Tcs. Or più che mai contento Stringa Imenèo la maestade e '1 bello.
Con Fedra l'alma mia volo ad Atene. Sii. E de' Figli, e Nipoti in lungo giro
Bac. Adorata Arianna, il don conserva Celebri i fasti la ventura etade.
Dell'amorosa Diva.
Tempo verrà che dopo il Regno in terra Fed. E di più popoli

Questa corona istessa Concordi cantici

T'ornerà il crine in Cielo; Al suon festeggino
E con forme più belle De loro Nomi
Si cangeran le gemme in tante stelle.
Annoverati
Teseo Grande e possente
.
Fra Semidei.
r. . a 2) . - K.
rcd>a ' Nume Lieo
Di Mostri, e vortici Coro
Di Tene, e d' Uomini
Soggiogator Viva Bacco vincitore,
Tuo fausto guardo E de' Cieli in almo onore
Sopra noi stendasi Arianna, e Figli suoi.
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E tua bontade Viva pur viva Lièo

Applauda a' giubili Viva il Nume Bessarèo
Del nostro cor. Gloria al Gange, e gioja a noi.

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 INDICE
Sinfonia Pag. I

PARTE PRIMA.
Coro di marinari (Introduzione) 9
Scena prima. Teseo, Fedra 14
11 seconda. Teseo 20
11 terza. Bacco, Sileno. Coro di Bessaridi, Fauni e Satiri 26
11

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quarta
quinta
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> Arianna, poi Bacco e Sileno 38
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sesta
11

11 settima
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Arianna e Bacco in disparte ...... 63

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11 ottava. Fedra, Teseo 70

11 nona. Bacco, Sileno, Teseo 75
11 decima. Bacco, Sileno Si

11 undecima. Arianna,, Bacco, Sileno 82

11 dodicesima. Arianna, Sileno. Coro di Seguaci di Bacco 87

PARTE SECONDA.
Scena prima. Arianna, Fedra 113
11 seconda. Teseo, Arianna ng
11 terza. Bacco, Sileno, Arianna, Teseo 127
11 quarta. Arianna, Bacco, Sileno 131
11 quinta. Bacco, Sileno 136
11 sesta. Fedra, Teseo 141
'i settima. Bacco, Fedra, Teseo 148
11 ottava. Coro di Villanelle, Bessaridi, Satiri e Fauni. Fedra, Teseo e Bacco. 149
11 nona. Arianna e detti 169
11 ultima. Sileno e tutti gli altri. Coro 176
 afflanti»
Intreccio scenico musicale
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E6N6D6TTO MHRC6LLO e
Nob Ven°
7 7 fra scrizione di

SmFOQM Oscar Chilesotti

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Spiaggia di mare con p?diglione socchiuso. Navi alla spiaggia.

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14 Spiaggia di mare con padiglione socchiuso . Al lato bosco e rupe che guardalo stesso mare.

SCENA PRIMA
TESEO, FEDRA

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so.le, e ne precorre i passi . Ahimè ! che da me stessalo mi di -vi -do

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Guarda, se non t'af fret.ti, di non pianger per] sempre un tal momento .

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FED.

In questo lido so.lita . rio ed ermo

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dovrò lasciar la mia ger'.mana? ete.cofug.

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TES. ^ FED.

gir? e lunge andar dagli occhi suoi? É nuliamen se sposo tuo mi vuoi Permetti,o

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Di.o, che un bacio almen

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cui riposa e giace
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uando n'andrem mai più
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curi?
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Mi si conceda un solo

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TES.

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guardo, e po.i to.sto par tiam: la vedi in sulle giacer negletta:

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e colla guanciaebur.na,
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cui tu solaalparva-i,
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Ah! non de.

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vegga il tuo do.lo.re. e del nostro destino in colpa a .more.

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SCENA SECONDA
TESEO

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chi non puote amar fingersi a

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 25
ALLEGRO

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« 50359 »
 26
SCENA TERZA
Bacco, Sileno dall'altra parte della spiaggia. Coro di Bessaridi, Fauni e Satiri.

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viva,viva il do.ma _
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38
SCENA QUAKTA E QUINTA
'RIANNA, BACCO E SILENO

ARIANNA
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Qual suo.no strepi
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to.so
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toglie al sonno?
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e che sa _

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f'n r piftfri TTfW"* f"p*pppppppp
. ra ? ma do.ve e Fedra, la germana? co.me! dal fianco mio ta.ci _ta e

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cheta si toLse? è gi.ta forse
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le.gno. Dov'è
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Te_se_o?ah! geJo.si
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- a,

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^f^ ^p! SS
come fuor del dove .re e a mio di spetto tenti d'entrarmi in petto! Ma,ohimè,

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m m &-
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Is pg h-fcjig
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che sciolto il pi.no a gonfie ve. le ir. ne già veggo Te.se. o, Fedra, o

m
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BACCO

| J^J'p Vp i p as^ i^^ « t p m p i p p

Di.o, non ve chi mi ri sponda. Germana. sposo... Al.ta ventu.ra è questa,

s -o-
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50359
 39
ARI. SILENO ARI.

j#|T-r
Mi-sera,
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o.gn'uno e sordo al par dell'onda Temo che gridi invan . Così mi

m o- ÌEEà *
P ip==p

frJ^JlJiJ IÉ5 hJ>r *

p Jrjp ^rpilpJ)J)^p
lasci sposo crudel ! do.ve ne va.i?che forsemabban . do.ni ? ah!spieta-to, e tal si

iS^sj
Pi i
r i P=*P

fe Pi'P pp P \ M pp ^## isrrr

P i P'P»B*P P

^
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la. scia del regnante di Creta 1 augusta prole?

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Fedra, od A-fi.an.na?

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p p p pp pyp-p
Con la sorella mi.a ten fuggi in.graio!
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BAC.

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Mi
pur
fa pietà:
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ARI.

Infe .

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-J:J)J ì

li.ce,deh!
ìsìiHà
chefarò
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sola in fra gli orrori d'una ter. ra de.ser.ta? ah! meglio fi . a che fi .niscan que

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SCENA SESTA
TESEO E FEDRA
Arianna e Bacco in disparte.

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che dirà la germana se avvista

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Ha di nostra fuga? A le.i direm che dalia sponda fu_ria ne trasse d'improvviso

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ven.to. Quel che mi pe _ sa è di pu
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nacqui! Non paven-tar; sa. pràaddi-tarneil fa.to al-tro mezzo a fuggir.

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64 SCENA SETTIMA
A FEDRA ARI,
AKIANNA
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50359
70
SCENA OTTAVA
FEDRA, TESEO

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non o.so ar.ti.co-larpiùvo.ce,
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TESEO

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l'offesa el torto

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FED.

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ces.se.
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Credi che da ver
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di.ca?
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Occupata e gial alma nellamor

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" 50359
 7i
FEIJ.

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tu_o, più paventar non puoi.
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CaroTeseotem'io,.. dichemai temo? di te, della ger

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JL.

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mana, e di
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me stessa:
— ^ì^Jr,^ iJ ftir
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ma in qualunque mia sor -te
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sarai sempre! mio cor, l'anima
hi

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 SCENA NONA 75

BACCO, SILENO E TESEO

TESEO BAC.
BACCO
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Teseo, non dubitar :
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ama pur Fedra, che tua sarà. Ma tu chi
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sei? Quel sono cui

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piacque di salvarti
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in questo
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procella.

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TES.
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'PP^PpP r, P fi fi ^^ P PpPPPP'PP
Tanto puote operar solo chi è nume. Son io chi so . no: altro saper non dei se non

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SILENO TES. BAC
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Dunque la

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ce . di ? E quanto lieto
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1 Il impegno osserva: e s'ella poi tentas . se

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 8l

SCENA DECIMA
BACCO. SILENO

SILENO THTT fTTfTW TtiFi

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Co. me si presto di.ve.ni .sti a. mante!

m N^ -22

.BACCO

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P^^f ^m m m

B Tu sai che i nu.mi , a

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cui tutto e presen-te,

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for. za degli effet . ti

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i .
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stante.
^ SIL.

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RB
Sei^
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po-po.li!..
BAC.

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SIL.
j^ # * m
g >'p T èi
ppp" £E )J)>1 ?

regge un ge.ni. ornar ch'altri. Ah! Che in un for_te

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yi^F'pp ?p=M PPiCP'pj^

co . re re.mo.ra ad alte im pre.se e sempre a.mo.re.

m
i «•*> ** p TT~

« 50359 »
82
SCENA UNDECIMA
ARIANNA. BACCO E SILENO

ARI.
BACCO
33I
Vieni Arianna: hai con l'amante infi .do sfogata l'ira. Nonancorrmi

jg^g m
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ARI.

fi
W0f PP P^# *
«i • r r f

resta a vendicarmi. Ed inguai guisa? co. re la vendetta matu.ra o.ve

m
Il lo

-J3Z
^ =**

SIL.

^* ^ ^ pPpr^pp
ffr P
sdegno
^ P P
con tutto il
P^f^ff
suo pò .ter scuotelafa.ee Sai qual vendetta vuol ? far seco

ree £ / w
ARI. BAC. ARI BAC.
**^
f^ g g rvt
-7 MM
pace. Pace conuncru del? Cheameti cesse. Cedermi a te?ma con qual dritto? Eh,

g *=3# m P
SIL,
JL-.
ARI
te*
ytprr^'p P*pF^f K 19
§ pH gsas *
fr-ff-

cara pensa ad amarmi,esser tu miagiàdei. Madimml e tuchise.i? Ohlseilsa.

m m p=W f- P
m
BAC. (mi o fa?l

m±^ pessi!
p p ftp
te

Quel che torti a tuoi mali

W^PPPPF P'UTPaW
vorri.a: presso di
l

cui non e che un'ombra il

y-te-t- £ ^ J K»-

" 50359 *
 83

•^pp~p Émp fiSÉS !W ^tpf^# w^

trono di Minòsse, chi può tue forme belle fare terne ed alzar soprale stelle.

3
F=P m
bAn.s i^J F=T
P
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ALLEGRO r
«ra
5È
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SIF =ÉÉ s sa
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33F-
£.

BAC. _ , 1 * . ])

Fra gli a .stri splen.de. rà la tua gen.til bel . tà se al-

^W wtm ^m
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v! a airo^

P— 3
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CTLO l

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^ p Cicr 1
p-C £ f i
^- r i p r p i r r- .nr j a
me.no un guardo sol mi voi. gè . ra

" 50359
84

3rr-r^T7f?ry^w tg g
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i, se al . meno un puardo sol mi voi-

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Bassi II.

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forti le.o _ ni e for.mi . da-bi-le braccio atter.

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con for . mi - da.bi- le braccio atter . rò.

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fesso il tuo sembiante So conoscer mio fallo, e de -tei starlo, manonpossodi

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Cotanto ardisci? Echedirdeggio? In .colpa

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S prò? Le lu.singhe,

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volto o.gni poter rrfhanto Ito So che l'infido il genio tuo sedusse. I primi semi ei

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Due Violini soli col Sordino

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tormento assai più r Lo d ogni affan.no piucrude . le,piu
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 n9
SCENA SECONDA
TESEO E ARIANNA

ARIANNA TES.

TESEO

A.rianna... Ancor vieni a me dinante? Teco a gioir rnen vegno del tuo no

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vello amante. Tanto t'i aoltri? Mi di-leggi an_ co_ra? Ar.deperte d'a

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morqual. non so dirti, gran prence o nume
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Perchè il suo cor m'a
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perse, e a me ti chiese. Tu al lor che rispondesti? Al suo di segno con gioia corrisposi

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Ah! sposo indegno! Tu dispor di mie voglie? In questa guisa doppiamente tra.

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-di.ta e vi_lLpe_sa la fi-glia di Minosse? Inchetbf fen.do? Un amante ti

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tolsi, uatenerendo. Cru

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che tatua patriasciols:

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dalgravosotrLbuto? e cheti
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.del! Date ingannatagli! ben lo sa - i ,
per abbracciarti sposo il regno, e sino il

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padre abbandona-i.
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N'ho gran do .
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più mi pe.sa che morte, che padre e patria e tro.no : Deh ri .torna al mio

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se. no,
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more, come tu vuoi, te. co mi guida almeno.
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LARGO (Tempo giusto)

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 I2 7
SCENA TERZA
BACCO, SILENO. ARIANNA E TESEO

BACCO SÉ?E£ ita i&>y#frfl?1^ l£^±^ày:

E questa la ven detta che fai di lu.i che tradi to.re appelli?

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preme . Confesso.e con ros sor,cheatedeggi.o gloria. con .si-glio, e li-berta .de,

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128

ARI.

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re.le ch'io resti a Fedra sposo ead A . ri .arnia an. cor servo fe.de_le?

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 131
SCENA QUAKTA
ARIANNA, BACCO K SII ENO
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PossLbileAri anna che veder non possa alf in placata? Non si

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BAC. ARI.
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mi. o nulla tu pensi? Nul-la

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SCENA QUINTA
BACCO E SILENO

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SCENA SESTA
FEDRA E TESEO
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Stelle voi gè _ te le vi . de' . se.ri

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sta lie.ta; la fortezza del cor vincerà al .fi..ie

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SCENA SETTIMA
BACCO, FEDRA E TESEO

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SCENA OTTAVA
CORO DI VILLANELLE, BESSARIDI, SATIRI E FAUNI.

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SCENA NONA
ARIANNA, FEDRA E TESEO
TESEO
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Qual forza ignota a ritornar mi tragge? A riconoscervieni,bella,

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Fine dell' Opera

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