Sei sulla pagina 1di 4

Specie protette dalla Direttiva Uccelli Specie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli

AIRONE ROSSO NOME SCIENTIFICO: Ardea purpurea

Airone rosso, di L. Andena Airone rosso, da www.justbirds.it Airone rosso, da www.justbirds.it

Ordine: Ciconiiformes

Famiglia: Ardeidae

La porzione meridionale della regione paleartica coincide con buona parte dell’areale di presenza di questa specie, che
abita anche l’Africa orientale e meridionale. Altre sottospecie abitano Capo Verde, il Madagascar e il sud-est asiatico, con
una popolazione ampiamente distribuita eppure sempre più rara e minacciata sia all’interno che al di là dei confini del
vecchio continente.

Rispetto ad altre specie della stessa famiglia, l’Airone rosso si distingue anzitutto per il piumaggio. Importante ed
elegante è il ciuffo di piume che scende dal becco fino al collo, con una varietà cromatica notevole che va dal bruno al
rossiccio, con la parte centrale nerastra, come il capo e la parte superiore del becco. Bruno-nere appaiono invece le parti
inferiori, mentre altre importanti penne dorate emergono dal dorso.

Più piccolo dell’Airone bianco maggiore, l’Airone rosso non supera di solito i 90 cm in lunghezza, per un’apertura alare
comunque in grado di raggiungere il metro e mezzo. Pesci e anfibi costituiscono la parte principale della sua dieta: quale
tecnica di caccia, la specie sfrutta solitamente lunghi appostamenti, sulla vegetazione prospiciente gli specchi d’acqua
dove, peraltro, nel canneto più fitto, porta a termine il proprio ciclo riproduttivo. Una volta individuata la preda, la cattura
abilmente immergendo nell’acqua il collo e infilzandola, all’occorrenza, tramite il becco sottile e aguzzo.

In Europa, la distribuzione dell’Airone rosso è prevalentemente concentrata nelle regioni centrali e meridionali. A livello
nazionale, la specie nidifica regolarmente in Pianura Padana, dalle Valli di Comacchio alla Laguna di Venezia, dal
Mantovano alle principali aree risicole della pianura lombardo-piemontese. In prevalenza è nidificante e migratore,
mentre l’Italia viene scelta solo occasionalmente quale quartiere di svernamento.

Prospettive

L’Airone rosso dipende dalle zone umide con vegetazione igrofila alta e densa: in particolare, canneti associati ad acqua
dolce poco profonda, nel quale reperire agevolmente le prede. All’interno degli stessi canneti, l’Airone rosso costruisce il
proprio nido, avventurandosi in aree più aperte – fiumi o laghi – o asciutte – grandi praterie – soltanto lontano dal periodo
riproduttivo.

Per questo l’attuale distribuzione della specie in Italia coincide con quelle che risultano le principali zone umide sottratte
alle grandi bonifiche, con fluttuazioni locali ma con un buon recupero mostrato negli ultimi 20 anni, parzialmente in
controtendenza con la situazione comunitaria e continentale, ancora per molti aspetti sfavorevole alla specie. Dati
confortanti che nulla tolgono alla grande fragilità di alcune colonie, non sempre al riparo dal disturbo antropico o da altri
fattori di minaccia causati, ad esempio, dall’affermarsi di pratiche di coltivazione del riso non compatibili con le esigenze
ecologiche di questa specie.

1/4
Abbondantemente studiata nell’Italia settentrionale, la popolazione di Airone rosso non è stata però ancora indagata negli
essenziali parametri demografici e riproduttivi. Per questo non risulta agevole la formulazione di un valore di riferimento
favorevole (frv). Qualche dato relativo alla produttività – comunque non estendibile a scala più generale – è disponibile
relativamente alla ridotta popolazione toscana, dove è stato osservato un tasso d’involo di 2,78 giovani per nido, a fronte
di una produttività di 4,18 pulcini per coppia di successo.

Nel complesso positiva, la situazione della specie va comunque monitorata con grande attenzione in particolare nella
bioregione mediterranea, dove soprattutto nelle estreme regioni meridionali sono stati osservati fenomeni di locale
decremento o contrazione di areale. In questa area – e segnatamente in Sicilia – la popolazione andrebbe sostenuta
attraverso un’adeguata tutela dei principali siti riproduttivi, coincidenti, anche qui, con la principali zone umide. In
termini generali, è fondamentale puntare al raggiungimento – o al mantenimento – dei valori massimi registrati negli
ultimi trent’anni per settore geografico: 450-500 coppie nel nord-ovest, 1.500-1.600 nel nord-est, 180-200 nell’Italia
centrale. Anche in Italia meridionale, andrebbero messe in atto azioni per riportare la popolazione peninsulare sopra la
soglia delle 200 coppie: 100-110 in Sardegna e a un rafforzamento della popolazione siciliana, attualmente, con tutta
probabilità, inferiore alle 10 coppie.

Minacce

Le stime più recenti parlano di una popolazione nidificante nell’Italia settentrionale oramai superiore alle 2mila coppie.
La maggior parte di queste nidifica nelle aree umide del nord-est, 1.529 coppie censite tra Trieste e Ravenna. Solo 440
scelgono l’Italia nord-occidentale, pur con presenze localmente abbondanti e in generale incremento in particolare nelle
aree risicole della bassa lombarda e piemontese.

Particolarmente significativo l’aumento registrato dalle popolazioni tra il 1988 e il 1999, mentre nell’Italia centrale le
stime più recenti parlano di una presenza ancora localizzata ma in incremento negli anni recenti. Fa eccezione l’Italia
meridionale, dove il trend positivo si è prima ridimensionato e poi interrotto già a partire dalla seconda metà degli anni
Novanta.

Posta la grande correlazione esistente tra popolazione nidificante in Italia (e in Europa) e condizioni riscontrate nei siti di
svernamento, risulta evidente il beneficio portato alla maggior parte delle popolazioni italiane da una lotta sempre più
serrata al bracconaggio. L’abbattimento diretto degli individui ha infatti costituito una delle principali minacce che, negli
ultimi due secoli, ha pesato sulla specie, notevolmente ridimensionata solo quando le legislazioni nazionali hanno vietato
il prelievo venatorio della specie e protetto adeguatamente le garzaie.

Attualmente, le principali minacce per la specie riguardano la fragilità di alcune colonie, non adeguatamente al riparo dal
disturbo antropico. Un fattore potenzialmente grave per la specie, essendo gli habitat idonei immensamente più ristretti –
a causa delle grandi bonifiche – rispetto alla loro consistenza storica. L’Airone rosso sembra soffrire inoltre in modo
particolare il progressivo affermarsi di tecniche di coltivazione risicola non compatibili con le esigenze ecologiche della
specie.

Stato di salute

Minacciato in tutta l’Unione europea, l’Airone rosso presenta una popolazione non superiore, attualmente alle
7.800-9.200 coppie – pari a circa un quarto della popolazione continentale – in forte declino tra il 1970 e il 1990, seguito
da parziale stabilità. Anche a livello continentale lo scenario non appare favorevole, con un moderato declino negli ultimi
anni del secolo scorso, mentre la popolazione complessiva che completa il proprio ciclo riproduttivo entro i confini del
vecchio continente è attualmente stimabile in 29-42mila coppie.

L’Italia, che protegge attivamente la specie tramite la propria legislazione venatoria, potrebbe ospitare tra le 1.800 e le
2mila coppie, una popolazione stabile o in moderata crescita nell’ultimo ventennio, in controtendenza con quanto
registrato a livello comunitario e continentale. Un dato confortante che nulla toglie alla grande responsabilità del nostro
Paese per la tutela della specie, essendo la popolazione nidificante in Italia pari a circa un quarto del totale censito a
livello comunitario.

Più nel dettaglio, il trend positivo della popolazione italiana risale già agli anni Ottanta, quando – il dato è del 1981 – a

2/4
nidificare entro i confini nazionali era una popolazione di sole 700 coppie, distribuite in 71 colonie. Già nel 1986 le
colonie erano cresciute a 106, mentre la popolazione aveva raggiunto le mille coppie. Uno degli ultimi censimenti risale al
2002, con ben 290 colonie e una popolazione stimata in 2.268 coppie.

L’andamento altalenante delle precipitazioni in Africa spiega alcune delle fluttuazioni registrate in Italia a livello locale,
anche se il generale incremento è sicuramente da ascrivere alla diminuzione del bracconaggio e alle migliorate condizioni
riscontrate nella maggiore parte dei siti.

Semaforo

L’Airone rosso in Italia mostra uno stato di salute nel complesso positivo. Dai dati relativi alla popolazione e all’areale
di distribuzione è ipotizzabile in incremento a lungo termine delle popolazioni, favorito, negli ultimi vent’anni, dalla lotta
al bracconaggio e, più in generale, dalle misure di protezione delle garzaie. Lo status dell’Airone rosso resta invece
precario nell’Italia meridionale, e in particolare in Sicilia, dove le popolazioni nidificanti appaiono molto ridotte.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione


Range* in espansione favorevole
Popolazione in incremento; localmente in calo favorevole
Habitat della specie verosimilmente stabile favorevole
Complessivo favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Pur influenzata – come dimostrano le fluttuazioni periodiche – dalle condizioni riscontrate nei lontani siti di
svernamento, la popolazione continentale di Airone rosso (ossia quella residente in Pianura Padana) mostra uno stato di
conservazione decisamente favorevole, con incrementi consistenti delle popolazioni e un progressivo allargamento
dell’areale di presenza.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione


Range* in espansione favorevole
Popolazione in incremento; localmente in calo favorevole
Habitat della specie verosimilmente stabile favorevole
Complessivo favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Stabile – o al più in lieve incremento – nell’Italia centrale, la specie mostra segni evidenti di difficoltà nell’Italia
meridionale, e segnatamente in Sicilia, con una popolazione ancora ridottissima e in ulteriore decremento. Uno scenario
critico – almeno relativamente alla popolazione siciliana – che non permette di considerare adeguato lo stato di
conservazione dell’Airone rosso nella bioregione mediterranea.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione


Range* localmente in calo inadeguato
Popolazione localmente in calo inadeguato
Habitat della specie localmente minacciato/in calo inadeguato
Complessivo inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

3/4
Canto

Vari pesci d’acqua dolce, rane, rospi: queste le principali prede dell’Airone rosso, che ama coglierle di sorpresa stando
appostato, anche per diverse ore, sull’abbondante vegetazione che circonda le aree umide in cui vive e nidifica. Aspro e
grave è il richiamo, peculiarità assoluta di questa specie e quasi confondibile, all’orecchio meno esperto, con il canto
degli stessi anfibi di cui questo uccello è solito alimentarsi.

4/4

Potrebbero piacerti anche