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va incontro ad ogni forma di frustrazioni, incomprensioni e delusioni artistiche, ma pieno di etereo entu-

siasmo per la musica, che egli associa alla religione. Torturato dal dissidio tra la sua visione dell'arte (=
fonte pura di creatività) e la realtà della meschina vita quotidiana, Berglinger preferisce isolarsi nel
proprio interiore. Muore giovanissimo, consunto dalla delusione per il mancato avverarsi dei propri
sogni artistici. L'importanza fondamentale della novella di Wackenroder sta nell'aver creato il prototipo
del musicista romantico che soffre di sé, della sua vita e della sua arte. Per molti versi, è l'immagine
del musicista che, da allora, non è più venuta meno. Si possono considerare come discendenti diretti
di Berglinger molte figure successive di musicisti protagonisti di racconti e romanzi scritti dai più
significativi esponenti della letteratura tedesca: da E.T.A. Hoffmann a H. Heine, fino al Doktor
Faustus (1947) di Thomas Mann (1875-1955) — la storia del compositore Leverkuhn che stringe un patto
con il diavolo per attingere alle fonti perdute della creatività. Si può dire che non vi sia letterato o poeta
— non soltanto tedesco — dell'epoca romantica che non abbia descritto la suggestione esercitata su di lui
dalla musica.

Wackenroder morì giovanissimo (non ancora venticinquenne). L'anno dopo la sua morte Tieck
pubblicò (Berlino 1799) i saggi rimasti inediti dell'amico, frammescolati con saggi suoi, sotto il titolo di
Phantasien iiber die Kunst, far Freunde der Kunst ("Fantasie sull'arte, per gli amici dell'arte"). Fra gli
scritti compresi nella raccolta, di r i l e v a n t e i n t e r e s s e m u s i c a l e è i l s a g g i o d i T i e c k i n t i t o l a t o
Symphonien ("Sinfonie") nel quale è ancora una volta rivendicata la superiorità della musica
strumentale su quella vocale. Scrive Tieck: "Essa [la musica strumentale] gioca con la fantasia senza
uno scopo, eppure ne realizza il più alto, segue in tutto i propri oscuri moti e con i suoi scherzi giocosi
dà voce alle cose più profonde e meravigliose". Tieck vede il suo ideale musicale realizzato più nella
musica sinfonica che in quella cameristica: "Le sinfonie possono rappresentare un dramma confuso,
multiforme, intricato e ben sviluppato quale mai e poi mai potrebbe darci il poeta". La radicale,
rivalutazione dell'immagine della musica avanzata da Wackenroder e Tieck non giunse
all'improvviso ma era nell'aria già da tempo. Alcune delle loro idee si ritrovano sparse negli scritti del
già ricordato J.-J. Rousseau, di Johann Gottfried Herder (17441803), di Carl Philipp Moritz (1756-1793)
— con il quale studiarono all'Università di Berlino Wackenroder e Tieck — e di Jean Paul, pseudonimo di
Johann Paul Richter (1767-1825).
Costante è il riferimento alla musica nei romanzi, racconti e scritti di estetica di Jean Paul. Nel
romanzo Hesperus ("Espero", 1795), l'opera sua che conobbe grandissimo successo, la musica è
considerata come "lingua del cuore" e precisamente una forma di espressione superiore, non inferiore
alla lingua parlata (vedi in particolare il Cap. 19 del romanzo: viene descritto l'effetto davvero
travolgente di un concerto di Stamitz sulla psiche degli ascoltatori). Imbevuto di musica è anche il
romanzo "pedagogico" Flegeljahre ("Anni della scapigliatura giovanile", 1804-1805), pieno di episodi
toccanti. Tema del romanzo è il conflitto insanabile fra due fratelli gemelli che hanno quasi lo stesso
nome, si amano profondamente e pure sono irrimediabilmente diversi: il realista Vult dal carattere
esuberante e impetuoso, e l'idealista Walt, dall'animo mite, malinconico e introverso.

Sono personaggi emblematici del dissidio tra l'oggettivo e il soggettivo, tra l'arte e il mondo meschino
che circonda l'artista, tra realtà e fantasia, un dissidio dualismo che costituisce una delle tendenze più
vistose e maggiormente significative che attraversano il romanticismo.
Le nuove idee sulla musica avanzate da Wackenroder e Tieck trovarono una sistemazione concettuale
più compiuta negli scritti di G e o r g W i l h e l m F r i e d r i c h H e g e l ( 1 7 7 0 - 1 8 3 1 ) e d i A r t h u r
Schopenhauer (1788-1860), i due filosofi che influirono maggiormente sul pensiero estetico del XIX
secolo. Nelle Vorlesungen aber die Aesthetik ("Lezioni di estetica", Berlino 1836-1838, Parte III, Cap. 2)
Hegel sostiene che la musica (quella vocale) è la più espressiva tra le arti: può esprimere sia
sentimenti individuali e particolari (soggettivi), sia il sentimento in sé, che è oggettivo. La musica
sarebbe quindi l'unica arte in cui non avviene nessuna separazione tra la forma (i suoni ordinati nella
loro temporalità) e il contenuto (lo spirito come sentimento). In Die Welt als Wille und Vorstellung ("Il

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