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Da Sud a Nord, da Lanusei a Pale di San Martino. Reduce dal viaggio garibaldino,
e da tanti altri saliscendi lungo la Penisola, Paolo Rumiz riapre le sue mappe
squinternate dall’uso. E ci accompagna in un fuori rotta sconosciuto alle guide
Giro d’Italia
Sulle strade del Paese dimenticato
PAOLO RUMIZ costa, pareva una nebulosa, un tappeto di Garcia Márquez. Tavoliere chiamata Fossa Bradanica, ini-
Non prenotate diamanti adagiato sulle feroci montagne Cercate il bello, punite chi lo massacra. zio della zolla africana che scivola verso le
alberghi, lasciate
che a orientarvi
siano i consigli
della gente
Q uindici vecchie carte del
Touring al 200 mila, massa-
crate di annotazioni, squin-
ternate dall’uso, colorate da
evidenziatori verdi, gialli e arancione dal
Monte Rosa fino a Capo Peloro. Questa è
dell’Ovest, a picco sulla costa del Tirreno
disseminato di enormi vulcani sommer-
si.
Lì è il Sud che ti chiama, perché oggi il
viaggio dell’unità va fatto a partire da Sud,
dalle terre dei normanni, degli arabi e dei
Per questo, risalendo le Calabrie, diserta-
te le coste del cemento. Il Sud va visto a
mezza costa, dunque salite senza paura a
sentire la messa bizantina di Gallicianò,
poi passate la notte al rifugio sull’Aspro-
monte gestito da Antonio Barca a Piani di
Alpi a Nordovest, la madre di tutti i terre-
moti. E poi le praterie ondulate di Castel-
luccio Valmaggiore, a Sud di Lucera, dove
l’aratro rivolta ancora pezzi di lance e scu-
di, e dove si crede a ragione sia stata com-
battuta davvero la battaglia di Canne tra
la mia Italia. Una vita di viaggi fuori rot- greci. Risaliamola questa Italia, non Carmelìa, e fatevi raccontare le sue storie. Annibale e Roma.
Risaliamo, ta, di incontri, di scarpe consumate, di scendiamola come per secoli hanno fatto Poi a Nord, per gioielli fuori rotta: San Ni- Ed è il Matese, bastione sannita, dove ti
non scendiamo tuffi al cuore. Le mappe, non le guide, i viaggiatori e gli eserciti d’Oltralpe. E al- cola di Crissa, Cròpani, Santa Severina, addentri con la stessa paura delle legioni,
contengono i sogni, e quelle mappe dal- lora ecco Marettimo, la più selvaggia del- Savelli, Cropalati, separati da boschi, e da lì giù a Gaeta, sull’altro mare, dove si
come per secoli la copertina verde sono piene di sogni, le Egadi, dove Garibaldi incontrò il pe- santuari, fontane o fiumare selvagge co- consumò l’ultima resistenza dell’esercito
hanno fatto eserciti perché le carte servono a immaginare scatore che l’avrebbe guidato a Marsala. perte di oleandri. Perdetevi nel Pollino, su borbonico davanti ai cannoni dei Savoia.
e viaggiatori una strada prima che a orientarsi. Le Le Rocche di Cusa, la cava dove i greci fe- a Orsomarso e poi dentro la Gola della Oltre Frosinone vedo Alatri, un tramonto
mappe informano; e per un miglior go- cero le colonne di Selinunte, solitaria nel Gatta, uno dei posti con meno strade color ciclamino sui Monti Ernici e da lì a
verno del Paese basterebbe che i politici vento profumato di origano, con in sot- d’Europa. piedi traversata dei Simbruini fino a un
le leggessero, per perdersi una volta tan- tofondo il canto dei muezzin di Mazzara A Pietrapertosa nelle Dolomiti Lucane Abruzzo sconosciuto di nome Cappado-
to nella complessità della Penisola anzi- del Vallo. E avanti, oltre la scarpata di Ni- ho assistito al taglio annuale dell’albero cia, che se non è Turchia poco ci manca.
ché nel chiuso degli studi tv. scemi, su fino a Grammichele, trionfo del più alto della foresta, un gigante di trenta Dritto a Nord, tra Umbria e Marche, il vali-
Un viaggio nell’Italia minore. Non ce barocco siciliano, rifatta dopo l’apocalis- metri che viene trascinato in paese da otto co di Colfiorito, sotto il Monte Pennino,
n’è mai stato tanto bisogno. L’unità del se sismica del 1693. Fatevi una granita sui coppie di buoi guidati da pastori che anzi- con i pascoli che arrivano ad alta quota e
Paese trema anche perché la sua possen- tavolini all’aperto dell’immensa piazza ché gridare sussurrano i comandi. Oltre schiudono vista immensa verso l’Adriati-
te fisicità — fatta di fiumi, coste, monta- ispanica, e immaginatevi la scena finale Potenza, da quella favolosa balconata che co. Da lassù mi sono sentito nel centro per-
gne — sta uscendo dall’immaginazione. della Cronaca di una morte annunciatadi è Candela di Puglia, ecco la spaccatura del fetto della Penisola, in bilico fra i due mari.
L’Italia inselvatichisce, si riempie di ster-
paglia, ha bisogno del machete per esse-
re attraversata fuori dalle grandi strade.
Per questo parto, per battere i sen-
tieri. E prima di partire colle-
go i luoghi con un immagina-
rio volo d’uccello. Penso che il
canto di un gallo sui Nebrodi
possa svegliare i galli dell’A-
JESI spromonte e ripercuotersi di
Un’antica libreria di Jesi, pennuto in pennuto fino alla Al-
nelle Marche pi. Vedo un fuoco acceso sui
monti sopra Genova dare un se-
gnale ad altre montagne verso la
Toscana, dove rispondono con al-
tri roghi ancora, portatori di chissà
quale annuncio verso Sud.
Potrei indicarvi mille strade di un
favoloso Grand Tour, purché accet-
tiate di perdervi in posti desueti come
Papasìdero, Ripatransone o Tornaven-
GUBBIO to di Lonate Pozzolo. Partite, mollate le
La chiesa di San Giovanni grandi strade, non prenotate alberghi,
e Palazzo dei Consoli lasciate che a orientarvi sia l’istinto e i
consigli della gente. E prima di scegliere,
masticate bene i nomi dei luoghi: spesso LE CRETE SENESI
quelli più belli hanno un buon sapore. In alto, le colline di Asciano,
Cominciate, che ne so, da Lanusei in Sar- nelle Crete Senesi. Sopra, mappe
degna. La vidi scintillare nella sera dalla con le annotazioni di Rumiz
la Repubblica PER SAPERNE DI PIÙ
MERCOLEDÌ 27 OTTOBRE 2010
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www.anci.it
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C’è un Abruzzo
che sa di Cappadocia
una Calabria senza
cemento, un Nordest
senza devastazioni