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MANUALI DIDATTICI
TRAINING LIBRARY
2 0 06
La Realtà GEWISS
Le Sedi
Il Gruppo GEWISS è una realtà internazionale,
con oltre 1.600 dipendenti, impianti GEWISS GROUP
produttivi e logistici d’avanguardia in Italia, CENATE SOTTO (BG) - ITALY
Francia, Germania, Inghilterra, Spagna,
Portogallo e recentemente India e Cina.
GEWISS FRANCE
Con filiali commerciali, agenzie e distributori, LES ULIS - FRANCE
il Gruppo GEWISS è presente in più di
80 Paesi in tutto il mondo.
GEWISS DEUTSCHLAND
MERENBERG - GERMANY
MERZ
GAILDORF - GERMANY
GEWISS UK
CHIPPENHAM - UNITED KINGDOM
GEWISS IBÉRICA
MADRID - SPAIN
GEWISS PORTUGAL
PENAFIEL - PORTUGAL
GEWISS S.P.A. - I - 24069 CENATE SOTTO - Via A.Volta, 1 (Bergamo) - Italy - Fax +39 035 945 222 - Tel. +39 035 946 111 - gewiss@gewiss.com - www.gewiss.com
> AZIENDA > PRODOTTI > INFORMAZIONI > COMMERCIALE > SERVIZI 1
Documentazione Generale
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modulari e scatolati, si integra con la vasta gamma di
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di funzioni applicative garantite ed un sistema integrato di quadri
gestione della sicurezza e
di distribuzione per impianti speciali, sia fissi che mobili, per un
del comfort.
coordinamento elettrico, estetico e funzionale.
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Il Catalogo Multimediale e tutta la documentazione
GEWISS in formato digitale, inclusi fogli istruzione e
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2 > AZIENDA > PRODOTTI > INFORMAZIONI > COMMERCIALE > SERVIZI
Documentazione Tecnica
QUADRI AS-ASC-ASD
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specialistici di approfondimento,
dedicati ai principali temi
dell’impiantisca elettrica.
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CABLAGGIO STRUTTURATO progettazione e preventivazione.
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Indice
INTRODUZIONE PAG. 7
LE LEGGI PAG. 8
LE CONDUTTURE PAG. 25
RIFASAMENTO PAG. 47
I PRODOTTI Il Sistema di Protezione GEWISS nasce dalla sinergia e perfetta integrazione di apparecchi
modulari e scatolati con quadri e armadi di distribuzione, centralini e quadri combinati con
prese industriali, per soddisfare ogni esigenza applicativa dal residenziale al terziario
avanzato, fino all’industriale.
IL KNOW-HOW La realizzazione del Sistema di Protezione GEWISS è stata possibile grazie alla comprovata
capacità progettuale dell’azienda, unita al know-how sempre rinnovato nell’utilizzo dei
materiali, nell’industrializzazione e nell’automazione dei processi produttivi.
Ne è una chiara testimonianza il Laboratorio Prove GEWISS, tra i pochi autorizzati a certificare
IMQ la propria offerta secondo la procedura SMT (Supervised Manufacturer’s Testing): il
Laboratorio esegue prove che in precedenza venivano effettuate presso i laboratori IMQ ed
emette direttamente i rapporti di prova, necessari per l'ottenimento del marchio stesso, con una
semplice supervisione da parte IMQ che ne avalla la conformità.
In particolare, GEWISS può fornire quadri di distribuzione cablati e montati già certificati,
eseguendo prove di laboratorio per conto terzi e fornendo un ulteriore servizio ai propri clienti.
Tutto questo dimostra ancora una volta la capacità e la qualità tecnica di GEWISS, unite ad
un’elevata qualità morale, comprovata dai continui feed-back positivi rilevati dagli enti
certificatori tramite azioni di follow-up sul prodotto e sul mercato.
Infine, GEWISS oggi vanta l'impianto tecnologicamente più avanzato nella produzione degli
interruttori automatici compatti Serie 90 MTC: una linea produttiva di 110 m x 60 m in grado
Nuova linea automatizzata
di produrre un polo ogni 2 secondi in più di quaranta varianti. L’impianto è interamente gestito
da un sistema di supervisione informatico che permette di monitorare costantemente l’intero
apparato, garantendo un elevato standard qualitativo, grazie ad accurati test sia meccanici
che elettrici effettuati su ogni singolo prodotto.
I SERVIZI A supporto del Sistema di Protezione, GEWISS offre servizi ad alto valore aggiunto quali
software di progettazione e configurazione d’impianto, caratterizzati da un’interfaccia
grafica semplice ed intuitiva, manuali tecnici dedicati ai diversi sistemi proposti, disponibili on-
line, ed un servizio di assistenza tecnica qualificato (SAT), accessibile anche via Internet.
INTRODUZIONE L’impianto elettrico è l’insieme delle macchine, delle apparecchiature, dei componenti e
degli accessori destinati alla produzione, trasformazione, trasporto e distribuzione
dell’energia elettrica.
La presente guida considera solo la parte di impianto utilizzatore in bassa tensione, costituito
da tutti i componenti elettrici tra loro interconnessi, con caratteristiche coordinate, non
alimentati tramite prese a spina e dagli apparecchi utilizzatori fissi alimentati tramite prese a
spina destinate unicamente alla loro alimentazione.
Di fatto l’impianto elettrico sopra definito è l’impianto utilizzatore che, generalmente,
comprende:
- i circuiti di distribuzione;
- i circuiti terminali;
- gli apparecchi di sezionamento, di protezione e di comando;
- i quadri di ogni tipo contenenti gli apparecchi;
- le prese a spina per l’allacciamento degli utilizzatori mobili.
LE LEGGI In qualsiasi ambito e in particolare nel settore elettrico è opportuno, per realizzare gli impianti
“a regola d’arte”, il rispetto di tutte le norme tecniche di pertinenza.
La conoscenza delle norme tecniche, è quindi il presupposto fondamentale per un approccio
corretto alle problematiche degli impianti elettrici che devono essere realizzati conseguendo
quel “livello di sicurezza accettabile” che non è mai assoluto, ma è, al progredire della
tecnologia, determinato e regolato dal normatore.
La legge di riferimento per il rispetto della regola d’arte è la 186 dello 01/03/68 “Disposizioni
concernenti materiali e impianti elettrici” che si compone di due articoli:
Art. 1 - Tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed
elettronici devono essere realizzati e costituiti a regola d’arte.
Art. 2 - I materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni ed impianti elettrici ed
elettronici realizzati secondo le norme del Comitato Elettrotecnico Italiano si considerano costruiti
a regola d’arte.
Grazie a questa legge venne offerto per la prima volta in Italia, a tutti gli operatori del settore
elettrico, un preciso riferimento (le norme CEI) per poter realizzare e gestire in modo corretto
gli impianti, le macchine e le apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Negli anni poi sono state emanate numerose leggi concernenti gli impianti elettrici utilizzatori.
Disposizioni legislative riguardanti il settore elettrico. Nel seguito vengono richiamate quelle
più significative:
• D.P.R. n. 547 del 27/4/1955
“Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”
Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 12/7/1955 n. 158
• D.P.R. n. 302 del 19/3/1956
“Norme generali per l’igiene del lavoro”
Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 30/4/1956 n. 105
• Legge n. 1341 del 13/12/1964
Linee elettriche aeree esterne
• Legge n. 791 del 18/10/1977
“Attuazione della direttiva del Consiglio delle Comunità Europee (n. 72/23/CEE) relativa
alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere
utilizzato entro alcuni limiti di tensione”
Gazzetta Ufficiale 2/11/1977 n. 298
• D.M. del 15/12/1978
“Designazione del Comitato Elettrotecnico Italiano di Normalizzazione Elettrotecnica ed
Elettronica”
Gazzetta Ufficiale 28/6/1979 n. 176
• D.M. del 5/10/1984
“Attuazione della direttiva (CEE) n. 47 del 16/1/1984 che adegua al progresso tecnico la
precedente direttiva (CEE) n. 196 del 6/2/1979 concernente il materiale elettrico destinato
ad essere impiegato in atmosfera esplosiva già recepito con il Decreto del Presidente della
Repubblica 21/7/1982 n. 675”
Gazzetta Ufficiale 18/10/1984 n. 338
LA PROGETTAZIONE Con l’entrata in vigore della Legge 46/90 le competenze dei soggetti coinvolti (committente,
DELL’IMPIANTO progettista, installatore), sono state chiaramente definite.
In particolare il committente è tenuto a rivolgersi a una impresa abilitata e a un progettista
regolarmente iscritto al rispettivo Albo. Il progetto deve essere chiaramente definito in tutte le
sue parti, sicché il progettista risulta inequivocabilmente coinvolto per la parte di sua
responsabilità.
Inoltre legge 46/90 e i successivi decreti attuativi hanno chiarito quando è necessario redigere
il progetto dell’impianto elettrico.
Immobili adibiti ad uso abitativo
Il progetto è obbligatorio se viene soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni:
• Superficie>400m2 per singola unità abitativa
• Locali soggetti a normativa specifica del CEI anche solo parzialmente
• Locali con pericolo di esplosione
• Locali con maggior rischio in caso di incendio
Servizi condominiali
Il progetto è obbligatorio se viene soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni:
• Potenza impiagata>6kW
• Locali soggetti a normativa specifica del CEI anche solo parzialmente
• Locali con pericolo di esplosione
• Locali con maggior rischio in caso di incendio
• Centrale termica a gas >35kW
• Classe compartimento antincendio ?30
• Altezza di gronda >24m
• Autorimessa condominale con capienza > 9 autoveicoli che non si affacciano su spazio a
cielo libero
Immobili adibiti ad attività produttive, commerciali, terziarie ed altri usi
Il progetto è obbligatorio se viene soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni:
• Superficie>200m2
• Alimentazione utenza con tensione >1000Vac
• Locali soggetti a normativa specifica del CEI anche solo parzialmente
• Locali con pericolo di esplosione
• Locali con maggior rischio in caso di incendio.
Una corretta progettazione deve avvenire nel rispetto della Guida CEI 0-2 che indica in
funzione del tipo di impianto elettrico, la documentazione di progetto necessaria (Tab. 1.1).
NORME TECNICHE Sono l’insieme delle prescrizioni sulla base delle quali devono essere progettate, costruite e
collaudate, le macchine, le apparecchiature, i materiali e gli impianti, affinché sia garantita
l’efficienza e la sicurezza di funzionamento.
Le norme tecniche in generale, sono emanate da organismi nazionali e internazionali; in
particolare, in ambiente elettrico, gli enti normatori preposti alla redazione delle norme sono
quelli riportati nella Tab. 1.2.
● Tab. 1.2
Enti normativi nazionali INTERNAZIONALE EUROPEO ITALIANO
e internazionali
ELETTROTECNICA ED
ELETTRONICA IEC CENELEC CEI
TELECOMUNICAZIONI ITU ETSI CONCIT
ALTRI SETTORI ISO CEN UNI
Il CEI Il primo Ente a occuparsi del settore elettrico è stato il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano)
fondato nel 1907 dall’AEI (Associazione Elettrotecnica Italiana) con lo scopo di emanare
normative elettriche atte a stabilire i requisiti che devono avere i componenti elettrici. Nel 1964
il CEI è stato riconosciuto e oggi ne fanno parte: il CNR, l’AEI, l’ENEL e l’ANIE.
Il CEI, tramite un’apposita convenzione con il CNR, è l’Ente incaricato dell’emanazione di
norme nel settore elettrotecnico ed elettronico. Nel 1967 con il DPR dell’11/7 viene
riconosciuta personalità giuridica al CEI e con il DPR n. 837 del 9/9/72 viene approvato il
nuovo statuto. Nel 1968, con la Legge dell’1/3/68 n. 186, viene riconosciuta alle norme
emanate del CEI la presunzione assoluta di adeguatezza alla “regola dell’arte” dei materiali,
delle apparecchiature, degli impianti ecc. costituiti conformemente alle norme del Comitato
Elettrotecnico Italiano. Nel 1978 con il DM del 15 dicembre il CEI viene riconosciuto come
unico organismo italiano a rappresentare l’Italia in sede internazionale nei comitati CENELEC
(European Committee for Electrotechnical Standardization) e IEC (International Electrotechnical
Commission).
CLASSIFICAZIONE DEI La Norma CEI 64-8 definisce sistema elettrico la “parte di un impianto elettrico costituito dal
SISTEMI ELETTRICI IN complesso dei componenti elettrici aventi una determinata tensione nominale”; inoltre, secondo
BASE ALLA TENSIONE
la Norma CEI 11-1 la suddivisione dei sistemi elettrici avviene in quattro categorie, come
riportato dalla Tab. 2.1.
NOMINALE
La distribuzione dell’energia elettrica alle utenze alimentate in bassa tensione, avviene invece
in funzione del sistema di conduttori attivi (vedere Tab. 2.2) e del loro modo di collegamento
a terra.
CLASSIFICAZIONE Delle 2 lettere TN-TT-IT, la prima indica lo stato del neutro del secondario del trasformatore di
DEI SISTEMI DI distribuzione; la seconda il modo con cui le masse sono collegate a terra presso l’utente.
DISTRIBUZIONE
La lettera S significa conduttore di neutro N e di protezione PE separati; la lettera C conduttore
di neutro e di protezione riuniti in un solo conduttore (PEN).
Sistema TN Un punto del sistema è collegato direttamente a terra e le masse dell’impianto sono collegate a
quel punto per mezzo del conduttore di protezione (PE o PEN).
Il sistema TN si suddivide in:
- TN-S dove il conduttore di neutro e di protezione sono separati;
- TN-C dove la funzione di neutro e di protezione sono combinate in un unico conduttore;
- TN-C-S dove le funzioni di neutro e di protezione sono combinate in un unico conduttore solo
in una parte del sistema.
Il sistema TN è da impiegare solo in impianti con cabina propria di trasformazione.
● Fig. 2.1
Sistema TN
Nel sistema TN-C-S la continuità del conduttore di protezione non deve mai venir meno; la
stessa è prioritaria anche rispetto alla continuità del conduttore neutro.
Pertanto, nell’effettuare la separazione del conduttore PEN nei due conduttori PE ed N si deve
aver cura di collegare il PEN ed un adeguato giunto (o morsetto di separazione) realizzando
poi un collegamento stabile con un secondo giunto in corrispondenza del morsetto a cui verrà
collegato il PE e viceversa omettendo il collegamento con il morsetto da cui partirà il neutro N.
● Fig. 2.2
Sistema TT
Sistema IT Centro-stella del trasformatore non collegata a terra (se non tramite un’impedenza Z), mentre le
masse sono collegate a terra.
● Fig. 2.3
Sistema IT
PARTI COSTITUTIVE Per la corretta applicazione delle norme CEI, è necessario definire l’impianto di terra
L’IMPIANTO DI TERRA distinguendo le seguenti parti, ognuna delle quali è soggetta a specifiche prescrizioni
dimensionali.
Il dispersore È costituito dai corpi metallici in intimo contatto con il terreno ed è la parte destinata a
disperdere o a captare le correnti di terra. Il dispersore può essere “intenzionale” quando è
installato unicamente per scopi inerenti alla messa a terra dell’impianto elettrico oppure “di
fatto” quando si utilizza una struttura avente altri scopi primari.
Sono ad esempio dispersori di fatto le armature metalliche interrate delle fondazioni in
calcestruzzo, le camicie metalliche di pozzi, le tubazioni metalliche interrate ecc.
In ogni caso un elemento metallico fa parte del dispersore se contribuisce in misura significativa
alla dispersione delle correnti oppure se, essendo necessario al funzionamento, è soggetto
all’azione corrosiva del terreno: ad esempio una corda nuda direttamente interrata, destinata
a collegare fra loro due parti disperdenti, fa parte del dispersore; la stessa corda se isolata dal
terreno e protetta dall’azione corrosiva non è più facente parte del dispersore, bensì del
conduttore di terra (CT).
Il conduttore di terra È un elemento destinato a collegare il dispersore al collettore di terra oppure i diversi elementi
del dispersore fra loro, ma che non è in intimo contatto con il terreno (ciò non significa che
debba essere isolato elettricamente da terra).
Il conduttore di terra può essere costituito da cavo isolato, corda metallica nuda, piattina
metallica, tubi metallici o altri elementi strutturali metallici inamovibili con le seguenti
caratteristiche di affidabilità, di continuità elettrica e resistenza alla corrosione:
- percorso breve;
- giunzioni con saldatura a forte o con appositi robusti morsetti o manicotti protetti contro la
corrosione;
- assenza di sollecitazioni meccaniche;
- opportuno dimensionamento.
Il collettore (o nodo) È l’elemento al quale confluiscono i conduttori di terra, i conduttori di protezione principali, i
principale di terra conduttori equipotenziali principali. Esso può essere costituito da un morsetto o da una sbarra
meccanicamente robusti e atti ad assicurare, nel tempo, la continuità elettrica.
Deve essere possibile il sezionamento, solo mediante l’uso di un attrezzo, almeno del
conduttore di terra per poter effettuare le verifiche. Uno stesso impianto può comprendere uno
o più collettori di terra (per esempio uno per ogni montante). Non è invece lecito realizzare
impianti di terra senza collettori o con una o più giunzioni inaccessibili tra dispersore e
conduttori di protezione.
Conduttori Sono tutti gli elementi destinati a collegare le masse alle masse estranee e le masse estranee tra
equipotenziali loro, allo scopo di assicurare l’equipotenzialità.
In teoria quindi non dovrebbero, sia in condizioni ordinarie che di guasto, essere attraversati
da corrente (tanto che la sezione di questi conduttori è dettata da ragioni di resistenza
meccanica e non elettrica). Si distinguono in conduttori equipotenziali principali (EQP) e
supplementari (EQS). I conduttori equipotenziali principali collegano le strutture metalliche
principali dell’edificio (impianto termo-idraulico, armature del calcestruzzo, grondaie ecc.) al
collettore di terra con connessioni in genere realizzate alla base dell’edificio.
Si ricorda che i collegamenti equipotenziali principali devono sempre essere realizzati nei sistemi
TT e TN con protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica del circuito
guasto. I conduttori equipotenziali supplementari collegano in loco le masse estranee (in genere già
collegate al collettore di terra) al morsetto di terra locale per costituire un’ulteriore sicurezza.
Si ricorda che questi collegamenti non sono indispensabili negli ambienti ordinari e sono
obbligatori in taluni ambienti particolari (bagni, docce, piscine, luoghi conduttori ristretti).
● Fig. 3.1
Esempi costruttivi
di un impianto di terra
DETERMINAZIONE Per ricavare il valore della resistenza di terra si possono seguire le indicazioni riportate al
DELLE RESISTENZE DI capitolo 2 della Guida CEI 64-12; “Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici
TERRA RT per uso residenziale e terziario”, in funzione del sistema di distribuzione (TT o TN).
I sistemi TT
DETERMINAZIONE DELLA Ia
SI È PREVISTA NO
PROTEZIONE
DIFFERENZIALE
AMBIENTI PARTICOLARI
SI ad esempio:
NO
- CANTIERI
- LOCALI AD USO MEDICO
Rt ≤ 25 / Ia Rt ≤ 50 / Ia
ρ ρ 2L
πL
Corda Rd = 2 Rd = ln
L D
ρ ρ 2πP
πP
Anello Rd = 2 Rd s = 2
ln
P D
ρ ρ
Maglia Rd = = Rd = =
4r 4r
I sistemi TN La resistenza di terra viene determinata sulla base dei seguenti dati che devono essere forniti,
su richiesta del progettista, dall’Ente distributore:
- valore della corrente di guasto a terra (IG);
- tempo di eliminazione del guasto (t).
Noti questi dati, si può calcolare il valore della tensione totale di terra, che non deve superare
il valore, aumentato del 20%, corrispondente al tempo t, riportato nella seguente tabella.
Qualora sia disponibile (o calcolabile) il valore della corrente IT che l’impianto di terra disperde
nel terreno, il valore della resistenza di terra può venire calcolato sulla base di tale corrente IT,
anziché sulla base della corrente IG.
Dall’esempio si nota che il valore di RT deve poter risultare piuttosto basso; ciò implica
particolare attenzione nella fase di studio del dispersore.
Un esempio di metodo, che può essere seguito per la determinazione della resistenza di terra,
è indicato nel seguente diagramma.
10 1,2 · 80 / IG
1,1 1,2 · 100 / IG
0,72 1,2 · 125 / IG
0,64 1,2 · 150 / IG
0,49 1,2 · 220 / IG
0,39 1,2 · 300 / IG
0,29 1,2 · 400 / IG
0,2 1,2 · 500 / IG
0,14 1,2 · 600 / IG
0,08 1,2 · 700 / IG
0,04 1,2 · 800 / IG
Nota
Nel caso che il valore RT richiesto non possa essere ottenuto perché si viene a determinare un
valore di tensione totale di terra UT superiore al limite ammesso, è necessario riconsiderare la
configurazione del dispersore. Si precisa tuttavia che è possibile progettare l’impianto di terra
limitando le dimensioni di passo e di contatto.
Le conduttore elettriche adempiono il loro servizio in modo ottimale solo se sono state dimensionate
correttamente ed equipaggiate con adeguati dispositivi di manovra e protezione. Il progetto del
dimensionamento elettrico coinvolge la completa conoscenza delle caratteristiche delle condutture
stesse, dell’andamento delle correnti e dei fenomeni elettrici che si possono manifestare.
La corrente che viene considerata per il ridimensionamento di un conduttore e la corrente di
impiego IB; partendo da questo il progettista svolge una serie di considerazioni e calcoli per
determinare le altre grandezze della rete elettrica: portata dei cavi IZ, caduta di tensione della
linea ∆V, energia specifica passante I2t, ecc.
La Fig. 4.1 riassume lo schema logico che deve essere seguito per un corretto dimensionamento
del cavo e la corretta scelta delle protezioni.
CALCOLO CDT
SI
NO NO
OK? RIFASARE?
SI
CALCOLO CTO/CTO
CALCOLO I2t
CONFRONTO NO
CON K2S2 DEL CAVO AUMENTO SEZIONE CAVO
OK?
SI
FINE
Caratterizzazione I cavi in uso negli impianti elettrici utilizzatori in BT sono caratterizzati fondamentalmente dalla
dei cavi tensione nominale, dal materiale isolante, dalla guaina protettiva, dalla flessibilità, dal numero
delle anime e dalla sezione del conduttore di ciascuna anima (Fig. 4.2).
● Fig. 4.2
Particolari dei cavi
Tipo di posa dei cavi Il tipo di posa dei cavi è definito dalla tabella 52 C della norma CEI 64-8/5 richiamati nella
seguente tabella:
● Tab. 4.2
Tipo di posa dei cavi
Cavi senza guaina in tubi protettivi circolari posati Cavi unipolari senza guaina in tubi protettivi non
1 A1 23 A2
entro muri termicamente isolanti circolari posati in cavità di strutture
Cavi multipolari in tubi protettivi circolari posati Cavi unipolari senza guaina in tubi protettivi non
2 B1 24 A2
entro muri termicamente isolanti circolari annegati nella muratura
Cavi senza guaina in tubi protettivi circolari posati Cavi multipolari (o unipolari con guaina) in tubi
3 A2 24A B2
su o distanziati da pareti protettivi non circolari annegati nella muratura
Cavi multipolari in tubi protettivi circolari posati o Cavi multipolari (o unipolari con guaina) posati in
3A B2 25 A4 / B2
distanziati da pareti controsoffitti o pavimenti sopraelevati
Cavi senza guaina in tubi protettivi non circolari Cavi senza guaina e cavi multopolari (o unipolari con
4 A2 31 A2 / B2
posati su pareti guaina) in canali posati su parete con percorso orizz.
Cavi multipolari in tubi protettivi non circolari posati Cavi senza guaina e cavi multopolari (o unipolari con
4A B2 32 A2 / B2
su pareti guaina) in canali posati su parete con percorso vert.
Cavi senza guaina in tubi protettivi annegati nella Cavi senza guaina posati in canali incassati
5 A2 33 A2
muratura nel pavimento
Cavi multipolari in tubi protettivi annegati nella Cavi multipolari posati in canali incassati
5A B2 33A B2
muratura nel pavimento
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), con o Cavi senza guaina in canali sospesi
11 A4 / B4 34 A2
senza armatura, posati su o distanziati da pareti
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), Cavi multipolari (o unipolari con guaina)
11A A4 / B4 34A B2
con o senza armatura, posati su soffitti in canali sospesi
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), con o Cavi senza guaina in tubi protettivi circolari posati
12 B4 41 A2
senza armatura, su passerelle non perforate entro cunicoli chiusi, con percorso orizz. o verticale
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), Cavi senza guaina in tubi protettivi posati entro
13 A5 / B3 42 A2
con o senza armatura, su passerelle perforate cunicoli ventilati incassati nel pavimento
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), A5 / A6 Cavi unipolari con guaina e multipolari posati in
14 A7 / B3 43 A4 / B2
con o senza armatura, su mensole cunicoli aperti o ventilati con percorso orizz. o verticale
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), A5 / A6 Cavi multipolari (o cavi unipolari con guaina) posati
15 A7 / B3 51 A1 / B1
con o senza armatura, fissati da collari direttamente entro pareti termicamente isolanti
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), con o A5 / A6 Cavi multipolari (o cavi unipolari con guaina) posati diretta-
16 A7 / B3 52 A4 / B4
senza armatura, su passerelle a traversini mente nella muratura senza protezione meccanica addizionale
Cavi unipolari con guaina (o multipolari) sospesi o Cavi multipolari (o unipolari con guaina) posati nella
17 A5 / B3 53 A4 / B4
incorporati in fili o corde di supporto muratura con protezione meccanica addizionale
Conduttori nudi o cavi senza guaina su isolatori Cavi senza guaina posati in elementi scanalati
18 A3 71 A1
Cavi multipolari (o unipolari con guaina) in cavità Cavi senza guaina posati in canali provvisti
21 A4 / B2 72 A2
di strutture di elementi di separazione
Cavi unipolari senza guaina in tubi protettivi Cavi senza guaina in tubi protettivi o cavi unipolari
22 A2 73 A1 / B1
circolari posati in cavità di strutture con guaina (o multipolari) posati in stipiti di porte
Cavi multipolari (o unipolari con guaina) in tubi Cavi senza guaina in tubi protettivi o cavi unipolari
22A B2 74 A1 / B1
protettivi circolari posati in cavità di strutture con guaina (o multipolari) posati in stipiti di finestre
FG7(O)M1-0,6/1kV
● Tab. 4.3
FG7(O)R-0,6/1kV
FROR-450/750 V
Tipi di posa consentite
N07G9-K
H07RN-F
H05VV-F
H03VV-F
N1VV-K
N07V-K
H05V-K
in base al tipo di cavo
Fissa SI SI SI SI NO SI SI SI SI SI
Mobile NO NO NO SI SI SI SI NO NO NO
Esterna NO NO NO NO NO NO SI SI SI SI
TIPO POSA
Sotto traccia SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
Cunicolo interrato NO NO NO NO NO NO NO SI SI SI
Direttamente interrato NO NO NO NO NO NO NO SI SI SI
Residenziali SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
APPLICAZIONI Industria e artigianato NO SI SI NO NO SI SI SI SI SI
A rischio incendio NO SI SI NO NO SI NO SI SI SI
Fiere NO NO NO NO NO SI NO SI SI SI
AMBIENTI Cantieri NO NO NO NO NO NO SI SI SI NO
Cablaggio SI SI SI SI SI SI SI
Portata dei cavi La portata di un cavo dipende dalla sezione, dal tipo di conduttore e dall’isolante, ma anche
dalla temperatura ambientale e dalle condizioni di posa.
Per determinare la portata si utilizzano tabelle CEI-UNEL in base se il tipo di posa è in aria o interrata.
Portate di corrente in regime permanente per cavi con posa in aria.
Secondo la Norma CEI-UNEL 35024/1 (fascicolo 3516), per determinare la portata di un
cavo posato in aria utilizza la seguente relazione:
IZ = I0 x k1 x k2
2 - - - - - - - - - - - - - - - - -
PVC
3 19,5 26 35 46 63 85 110 137 167 216 264 308 356 409 485 561 656
A4
2 - - - - - - - - - - - - - - - - -
EPR
Cavi in aria libera a trifoglio 3 24 33 45 58 80 107 135 169 207 268 328 383 444 510 607 703 823
2 22 30 40 52 71 96 131 162 196 251 304 352 406 463 546 629 754
PVC
3 19,5 26 35 46 63 85 114 143 174 225 275 321 372 427 507 587 689
A5
2 27 37 50 64 88 119 161 200 242 310 377 437 504 575 679 783 940
Cavi in aria libera EPR
in piano a contatto 3 24 33 45 58 80 107 141 176 216 279 342 400 464 533 634 736 868
2 - - - - - - 146 181 219 281 341 396 465 521 615 709 852
PVC
3 - - - - - - 146 181 219 281 341 396 465 521 615 709 852
A6
2 - - - - - - 182 226 275 353 430 500 577 661 781 902 1085
Cavi in aria libera distanziati EPR
su un piano orizzontale 3 - - - - - - 182 226 275 353 430 500 577 661 781 902 1085
2 - - - - - - 130 162 197 254 311 362 419 480 569 659 795
PVC
3 - - - - - - 130 162 197 254 311 362 419 480 569 659 795
A7
2 - - - - - - 161 201 246 318 389 454 527 605 719 833 1008
Cavi in aria libera EPR
distanziati su piano verticale
3 - - - - - - 161 201 246 318 389 454 527 605 719 833 1008
B2
2 22 30 40 51 69 91 119 146 175 221 265 305 334 384 459 532
EPR
Cavo in tubo in aria 3 19,5 26 35 44 60 80 105 128 154 194 233 268 300 340 398 455
2 22 30 40 51 70 94 119 148 180 232 282 328 379 434 514 593
PVC
3 18,5 25 34 43 60 80 101 126 153 196 238 276 319 364 430 497
B3
Cavi in aria libera idistanziato
2 26 36 49 63 86 115 149 185 225 289 352 410 473 542 641 741
da parete/soffitto EPR
o su passarella 3 23 32 42 54 75 100 127 158 192 246 298 346 399 456 538 621
2 19,5 27 36 46 63 85 112 138 168 213 258 299 344 392 461 530
PVC
3 17,5 24 32 41 57 76 96 119 144 184 223 259 299 341 403 464
B4
2 24 33 45 58 80 107 138 171 209 269 328 382 441 506 599 693
Cavi in aria fissato alla EPR
parete/soffito 3 22 30 40 52 71 96 119 147 179 229 278 322 371 424 500 576
Portate calcolate per temperatura ambiente di 30°C e un singolo circuito.
FATTORE K1 FATTORE K2
TEMP. TIPO DI ISOLAMENTO
AMBIENTE PVC EPR
10 1,22 1,15 TIPO
15 1,17 1,12 POSA
DI CIRCUITI O CA VI MULTIPOLARI
Portate di corrente in Secondo la Norma CEI-UNEL 35026 (fascicolo 5777), per determinare la portata di un cavo
regime permanente interrato utilizza la seguente relazione:
per cavi con posa
interrata IZ = I0 x k1 x k2 x k3 x k4
IZ : portata cavo
I0 : Valore di portata ricavato dalla tabella 4.7
k1 : Fattore di correzione per temperature del terreno diversa da 20°C
● Tab. 4.7: Portate dei cavi k2 : fattore di correzione per più circuiti installati
per posa interrata. k3 : fattore di correzione per posa a profondità diversa da 0.8m
Tabella riferimenti C. k4 : fattore di correzione per resistività diversa da 1,5 K*m/W
FATTORE K1 FATTORE K3
TEMP. TIPO DI ISOLAMENTO TEMP. TIPO DI ISOLAMENTO PROFONDITÀ FATTORE
AMBIENTE PVC EPR AMBIENTE PVC EPR DI POSA (m) CORRETTIVO
1 1,06 1 1,08
1,2 1,04 1,2 1,05
1,5 1,00 1,5 1,00
2 0,91 2 0,90
2,5 0,84 2,5 0,82
Sezione minima dei I conduttori di neutro non devono avere la stessa sezione dei conduttori di fase.
conduttori di neutro Per i conduttori dei circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mm2 se in rame (25 mm2 se in
alluminio), è ammesso il neutro di sezione ridotta, ma comunque non inferiore a 16 mm2
(rame), 25 mm2 (alluminio), purché siano soddisfatte le seguenti condizioni:
- il carico sia essenzialmente equilibrato e comunque il neutro di sezione ridotta assicuri la
necessaria portata in servizio ordinario
- sia assicurata la protezione contro le sovracorrenti.
Sezione dei La sezione dei conduttori di terra e protezione, può essere dedotta dalla Tab. 6.11. Se
conduttori di terra dall’applicazione della tabella risultasse una sezione non unificata occorrerà adottare il
e protezione conduttore avente sezione unificata in eccesso rispetto al valore calcolato.
● Tab. 6.11 SEZIONE S f (mm2) DEI CONDUTTORI SEZIONE S p (mm2) DEL CORRISPONDENTE
Sezione dei conduttori DI FASE DELL’IMPIANTO CONDUTTORE DI PROTEZIONE
di terra e protezione
S f ≤ 16 Sp = Sf
16 < S f ≤ 35 16
S f > 35 Sp = Sf / 2
CADUTA DI TENSIONE Si definisce caduta di tensione la differenza fra il valore della tensione nel punto di
NEI CAVI alimentazione (origine) e quello nel punto di utilizzazione dell’energia elettrica.
Nella Norma CEI 64-8 troviamo una raccomandazione volta a contenere la c.d.t ai morsetti
dell’utilizzatore entro il limite del 4% della tensione nominale. Il motivo è che i motori elettrici
sono costruiti per funzionare in servizio normale, con una variazione di tensione non superiore
al ± 5 % del valore nominale.
Un abbassamento eccessivo di tensione causa sicuramente:
- problemi per le utenze più sensibili
- un aumento del tempo di avviamento dei motori.
Poiché la coppia motrice di un motore asincrono trifase varia in funzione del quadrato della
tensione, ne consegue che è importante contenere il valore della caduta di tensione entro il 10%
nella fase di avviamento del motore. Inoltre tale inconveniente è anche sinonimo di perdite
poiché la potenza dissipata è proporzionale al quadrato della corrente.
Valore della caduta Il valore della caduta di tensione può essere calcolato mediante la formula classica:
di tensione
(1) ∆U = k · IB · L · (R· cos ϕ + X · sen ϕ)
Dove:
IB è la corrente assorbita dall’utenza in A
K è un fattore di tensione pari a 2 nei sistemi monofasi e bifasi e a
1,73 nei sistemi trifasi
L è la lunghezza della linea in km
R è la resistenza di un chilometro di cavo (Ω/km)
X è la reattanza di un km di cavo (Ω/km)
Un è la tensione nominale dell’impianto in V
cos ϕ è il fattore di potenza del carico.
TAB. 4.9 - RESISTENZA E REATTANZA SPECIFICA DEI CAVI UNIFICATI (TABELLA UNEL 35023-70)
sez. [mm2] 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300
CAVO UNIPOLARE
r [mΩ/m] 14,8 8,91 5,57 3,71 2,24 1,41 0,889 0,641 0,473 0,328 0,236 0,188 0,153 0,123 0,0943 0,0761
x [mΩ/m] 0,168 0,156 0,143 0,135 0,119 0,112 0,106 0,101 0,101 0,0965 0,0975 0,0939 0,0928 0,0908 0,0902 0,0895
CAVO BIPOLARE, TRIPOLARE
r [mΩ/m] 15,1 9,08 5,68 3,78 2,27 1,43 0,907 0,654 0,483 0,334 0,241 0,191 0,157 0,125 0,0966 0,0780
x [mΩ/m] 0,118 0,109 0,101 0,095 0,0861 0,0817 0,0813 0,0783 0,0779 0,0751 0,0762 0,0745 0,0745 0,0742 0,0752 0,0750
mm2 mV / Am mV / Am mV / Am mV / Am mV / Am mV / Am mV / Am mV / Am
1 44,2 35,6 38,3 30,8 45,0 36,1 39,0 31,3
1,5 29,7 23,9 25,7 20,7 30,2 24,3 26,1 21,0
2,5 17,8 14,4 15,4 12,5 18,2 14,7 15,7 12,7
4 11,1 9,08 9,65 7,87 11,4 9,21 9,85 7,98
6 7,41 6,10 6,42 5,28 7,56 6,16 6,54 5,34
10 4,47 3,72 3,87 3,22 4,55 3,73 3,94 3,24
16 2,82 2,39 2,44 2,07 2,87 2,39 2,48 2,07
25 1,78 1,55 1,54 1,34 1,81 1,55 1,57 1,34
35 1,28 1,15 1,11 0,993 1,31 1,14 1,13 0,988
50 0,947 0,878 0,820 0,760 0,967 0,866 0,838 0,750
70 0,656 0,641 0,568 0,555 0,669 0,624 0,579 0,541
95 0,473 0,494 0,410 0,428 0,484 0,476 0,419 0,412
120 0,375 0,413 0,325 0,358 0,383 0,394 0,332 0,342
150 0,306 0,356 0,265 0,308 0,314 0,341 0,272 0,295
185 0,246 0,306 0,213 0,265 0,251 0,289 0,217 0,250
240 0,189 0,259 0,163 0,224 0,193 0,245 0,167 0,212
300 0,152 0,229 0,132 0,198 0,156 0,215 0,135 0,186
400 0,121 0,202 0,105 0,175 0,125 0,189 0,108 0,164
Note:
(1) La temperatura di riferimento assunta è di 80 °C. I valori della tabella sono applicabili, con sufficiente approssimazione, per tutti i cavi per
energia, rigidi, semirigidi, o flessibili isolati con le varie qualità di gomma o di materiale termoplastico, aventi temperature caratteristiche fino
a 85 °C.
(2) Per avere la caduta di tensione espressa in volt occorre moltiplicare i valori in tabella per la corrente, in ampere, e per la lunghezza della
linea in metri, e quindi dividere per 1000.
(3) La caduta di tensione dev’essere calcolata con i seguenti riferimenti:
- tra fase e neutro in caso di corrente alternata monofase
- tra fase e fase nel caso di corrente alternata trifase.
(4) Nei casi in cui i valori di cos ϕ sono diversi da quelli previsti nella tabella, si può utilizzare la seguente formula per il calcolo della caduta di
tensione:
∆V = k x (R cos ϕ + X cos ϕ)
dove:
∆V = caduta di tensione per valori unitari di corrente e lunghezza
k = coefficiente (1 per linee monofasi, 1,73 per linee trifasi)
R = resistenza unitaria del cavo
X = reattanza unitaria del cavo
ϕ = fattore di potenza.
Il valore ∆V deve essere moltiplicato per la corrente, per la lunghezza della linea e diviso per 1000.
● Tab. 4.11 sez. [mm2] 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300
Caduta di tensione % Ib [A]
a cos ϕ = 0,85 per 100 m 4 2,19 1,33 0,83 0,56 0,34 0,22 0,14
6 3,29 1,99 0,125 0,84 0,51 0,33 0,21 0,16 0,12
di cavo
10 5,49 3,32 2,08 1,40 0,85 0,54 0,35 0,26 0,20 0,14 0,11
16 8,78 5,30 3,33 2,23 1,36 0,87 0,56 0,41 0,32 0,23 0,17 0,14 0,12 0,11
20 10,97 6,63 4,17 2,79 1,70 1,09 0,70 0,52 0,39 0,29 0,22 0,18 0,15 0,13 0,11
25 13,71 8,29 5,21 3,49 2,13 1,36 0,88 0,65 0,49 0,36 0,27 0,23 0,19 0,16 0,14 0,12
32 10,61 6,66 4,47 2,73 1,74 1,12 0,83 0,63 0,46 0,35 0,29 0,25 0,21 0,18 0,15
40 8,33 5,59 3,41 2,18 1,41 1,04 0,79 0,57 0,44 0,36 0,31 0,26 0,22 0,19
50 10,41 6,98 4,26 2,72 1,76 1,29 0,99 0,71 0,55 0,45 0,39 0,33 0,28 0,24
63 8,80 5,37 3,43 2,21 1,63 1,24 0,90 0,69 0,57 0,49 0,42 0,35 0,31
80 11,17 6,81 4,36 2,81 2,07 1,58 1,14 0,87 0,72 0,62 0,53 0,44 0,39
90 7,66 4,90 3,16 2,33 1,77 1,28 0,98 0,82 0,70 0,59 0,50 0,44
100 8,52 5,45 3,51 2,59 1,97 1,43 1,09 0,91 0,77 0,66 0,55 0,48
125 6,81 4,39 3,24 2,46 1,78 1,36 1,13 0,97 0,82 0,69 0,61
150 8,17 5,27 4,88 2,96 2,14 1,64 1,36 1,16 0,99 0,83 0,73
175 9,53 6,15 4,53 3,45 2,50 1,91 1,59 1,36 1,15 0,97 0,85
200 10,89 7,03 5,18 3,94 2,85 2,18 1,81 1,55 1,32 1,11 0,97
225 7,91 5,83 4,44 3,21 2,46 2,04 1,74 1,48 1,24 1,09
250 6,47 4,93 3,57 2,73 2,27 1,94 1,65 1,38 1,21
275 5,42 3,93 3,00 2,49 2,13 1,81 1,52 1,33
300 4,28 3,27 2,72 2,32 1,98 1,66 1,45
325 3,55 2,95 2,52 2,14 1,80 1,57
350 3,17 2,71 2,31 1,94 1,70
375 2,91 2,47 2,07 1,82
400 2,64 2,21 1,94
450 2,49 2,18
500 2,42
● Tab. 4.12 sez. [mm2] 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300
Caduta di tensione % Ib [A]
a cos ϕ = 0,9 per 100 m 4 2,32 1,40 0,88
6 3,48 2,10 1,32 0,88 0,54 0,34 0,22 0,16 0,12
di cavo
10 5,80 3,50 2,20 1,47 0,90 0,57 0,37 0,27 0,20 0,15 0,11
16 9,28 5,60 3,52 2,35 1,43 0,91 0,59 0,43 0,33 0,23 0,18 0,15 0,12 0,10
20 11,60 7,00 4,40 2,94 1,79 1,14 0,73 0,54 0,41 0,29 0,22 0,18 0,15 0,13 0,11
25 14,50 8,75 5,49 3,68 2,24 1,43 0,92 0,67 0,51 0,37 0,28 0,23 0,19 0,16 0,13 0,12
32 11,21 7,03 4,71 2,87 1,83 1,17 0,86 0,65 0,47 0,35 0,29 0,25 0,21 0,17 0,15
40 8,79 5,89 3,58 2,28 1,47 1,08 0,81 0,58 0,44 0,36 0,31 0,26 0,22 0,19
50 7,36 4,48 2,85 1,83 1,34 1,02 0,73 0,55 0,45 0,39 0,33 0,27 0,23
63 5,64 3,60 2,31 1,69 1,28 0,92 0,70 0,57 0,49 0,41 0,34 0,29
80 7,16 4,57 2,93 2,15 1,63 1,17 0,88 0,73 0,62 0,52 0,43 0,37
90 8,06 5,14 3,30 2,42 1,83 1,31 0,99 0,82 0,69 0,59 0,48 0,42
100 8,95 5,71 3,66 2,69 2,03 1,46 1,10 0,91 0,77 0,65 0,54 0,47
125 7,13 4,58 3,36 2,54 1,83 1,38 1,14 0,96 0,81 0,67 0,58
150 8,56 5,50 4,03 3,05 2,19 1,66 1,36 1,16 0,98 0,81 0,70
175 9,99 6,41 4,71 3,56 2,56 1,93 1,59 1,35 1,14 0,94 0,81
200 11,41 7,33 5,38 4,07 2,92 2,21 1,82 1,54 1,30 1,08 0,93
225 8,25 6,05 4,58 3,29 2,48 2,05 1,74 1,46 1,21 1,05
250 6,72 5,09 3,65 2,76 2,27 1,93 1,63 1,34 1,16
275 5,59 4,02 3,04 2,50 2,12 1,79 1,48 1,28
300 4,38 3,31 2,73 2,31 1,95 1,61 1,40
325 3,59 2,96 2,51 2,12 1,75 1,51
350 3,18 2,70 2,28 1,88 1,63
375 2,89 2,44 2,02 1,75
400 2,60 2,15 1,86
450 2,42 2,09
500 2,33
Esempio Con un cavo trifase in rame della sezione di 50 mm2 e lunghezza 130 m (0,13 km) si alimenta
un motore trifase (400 V) che assorbe:
125 A nominali con cos ϕ = 0,8
625 A (pari a 5 In) in fase di avviamento con
cos ϕ = 0,35
LA PROTEZIONE La protezione contro le sovracorrenti nelle reti di distribuzione elettrica in bassa tensione, è una
CONTRO componente importante del problema più generale della sicurezza e dall'affidabilità degli
LE SOVRACORRENTI
impianti elettrici.
In tale ottica è necessario che i conduttori attivi di un circuito elettrico siano protetti da uno o più
dispositivi in grado di interrompere automaticamente l'alimentazione quando si produce
sovracorrente.
Sovracorrente è una qualsiasi corrente superiore alla portata IZ che può circolare nel cavo.
Si tratta di correnti dannose, giacché producono aumenti di temperatura oltre il limite
ammissibile. In funzione della loro entità e del tempo di mantenimento le sovracorrenti possono
generare aumenti lenti o repentini della temperatura e anche la fusione degli isolanti se non
addirittura del conduttore di rame.
Per meglio studiare il problema si usa suddividere le sovracorrenti in due famiglie: i
sovraccarichi e i corto circuiti.
La protezione contro i sovraccarichi e i corto circuiti può essere assicurata sia in modo separato,
con dispositivi distinti, sia in modo unico con dispositivi che assicurano entrambe le protezioni.
Per assicurare la protezione il dispositivo deve:
- interrompere sia la corrente di sovraccarico sia quella di corto circuito, in qualunque punto
della linea, prima che esse provochino nel conduttore un riscaldamento tale da danneggiare
l'isolamento;
- essere installato in generale all'origine di ogni circuito e di tutte le derivazioni aventi portate
differenti (diverse sezioni dei conduttori, diverse condizioni di posa e ambientali, nonché un
diverso tipo di isolamento del conduttore) (Fig. 4.3).
● Fig. 4.3
Ciascuna partenza ha
un proprio dispositivo di
protezione
1) IB ≤ IN ≤ IZ 2) If ≤ 1,45 IZ
● Fig. 4.4
Condizioni limite (minima
e massima protezione)
di una conduttura
contro il sovraccarico
LE CORRENTI Scopo del presente paragrafo è il calcolo delle correnti di corto circuito nei vari punti di
DI CORTO CIRCUITO diramazione dell’impianto e la conseguente appropriata scelta dei dispositivi di manovra e
protezione.
Pcc = 500 MVA R1 = (U202/Pcc • 103) cosϕcc = (4002/500 • 103) • 0,15 = 0,0480 mΩ
20000/400 V
Supponendo la sezione del PE = 1/2 sezione di fase RPE = 0,45 mΩ XPE = 0,30 mΩ
400 V
Icc presunta = = 32,91 kA
3• 2
(0,313 + 6,4 + 0,30) + (0,048 + 0,225) 2
con U20
Sn = potenza nominale del trasformatore, in kVA.
U20 = tensione nominale secondaria (a vuoto) del
trasformatore, in V.
In = corrente nominale del trasformatore, lato BT, in A
In
(valore efficace). Iccn
La corrente di corto circuito trifase a piena tensione,
immediatamente ai morsetti di BT del trasformatore, è
esprimibile con la relazione (nell’ipotesi di potenza
infinita al primario)
In x 100
Icn =
Ucc%
dove:
Ucc% = tensione di corto circuito del trasformatore, in %.
In = corrente nominale, lato BT, in A (valore efficace).
Icn = corrente di corto circuito nominale trifase, lato BT, in A (valore efficace).
Scelta dell’interruttore La tabella che segue mostra alcune possibili scelte di interruttori MTS Gewiss in funzione delle
MTS Gewiss caratteristiche del trasformatore da proteggere.
Attenzione: le indicazioni sono valide alle condizioni indicate in tabella; per condizioni diverse
è necessario rivedere i calcoli e adeguare le scelte.
SN [KVA] 50 100 160 200 250 315 400 500 630 800 1000
Ucc (1) % 4 4 4 4 4 4 4 4 6 6 6
In (2) [A] 72 144 231 289 361 455 577 722 909 1155 1443
Icn (2) [kA] 1,8 3,6 5,8 7,2 9 11,4 14,4 18 15,2 19,3 24,1
Perdite a vuoto W 90 320 460 550 650 780 930 1100 1300 1550 1700
Perdite in c.c. W 1100 1750 2350 2750 3250 3850 4600 5450 6500 7900 10500
Interruttore MTS Gewiss MTS160 MTS160 MTS250 MTSE630 MTSE630 MTSE630 MTSE800 MTSE800 MTSE1600 MTSE1600 MTSE1600
MTSE250 (400) (400)
SN [KVA] 100 160 200 250 315 400 500 630 800 1000
(1)
Ucc % 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6
In (2) [A] 144 231 289 361 455 577 722 909 1155 1443
Icn (2) [kA] 2,4 3,9 4,8 6 7,6 9,6 12,1 15,2 19,3 24,1
Perdite a vuoto W 360 480 560 645 780 910 1060 1210 1300 1655
Perdite in c.c. W 1785 2400 2820 3150 4050 4550 5600 6750 8000 9200
Interruttore MTS Gewiss MTS160 MTS250 MTSE630 MTSE630 MTSE630 MTSE800 MTSE800 MTSE1600 MTSE1600 MTSE1600
MTSE250 (400) (400)
(1) Per valori della tensione di corto circuito percentuale U’cc% diversi dai valori Ucc% indicati in tabella, la corrente di corto circuito nominale
trifase I’cn diventa:
Icn Ucc%
I’cn =
U’cc%
(2) I valori calcolati sono relativi ad una tensione U20 di 400 V, per valori di U’20 diversi, moltiplicare In e Icn per i fattori k seguenti:
Esempio applicativo
Per il calcolo della corrente nominale del trasformatore vale quanto indicato precedentemente.
Il potere di interruzione minimo di ogni interruttore di protezione lato BT deve risultare superiore
al maggiore dei seguenti valori (l’esempio è relativo alla macchina 1 della figura e vale per tre
macchine in parallelo):
- Icc1 (corrente di corto circuito del trasformatore 1) in caso di guasto immediatamente a valle
dell’interruttore I1;
- Icc2 + Icc3 (Icc2 e Icc3 = correnti di corto circuito dei trasformatori 2 e 3) in caso di corto circuito
a monte dell’interruttore I1.
Gli interruttori I4 e I5 sulle partenze devono possedere un potere di interruzione superiore
a Icc1 + Icc2 e Icc3; naturalmente il contributo alla corrente di corto circuito di ciascun
trasformatore viene attenuato dalla linea di collegamento trasformatore-interruttore (da
determinare caso per caso).
TAB. 4.16 - SCELTA DEGLI INTERRUTTORI MTS IN FUNZIONE DELLA CORRENTE D’IMPIEGO E DELLA CORRENTE PRESUNTA DI CORTOCIRCUITO
TRASFORMATORI INTERRUTTORE A (SECONDARIO DEL TRASFORMATORE) INTERRUTTORE B (PARTENZA LINEA UTENZA)
Scelta rapida La tabella che segue permette di definire il valore della corrente di cortocircuito trifase in un
degli interruttori punto della rete a valle di un cavo conoscendo i seguenti dati:
secondari e terminali - Il valore della corrente di cortocircuito trifase a monte del cavo.
- La lunghezza e la sezione del cavo (supponendo che sia in rame).
Conoscendo il valore della corrente di cortocircuito a valle risulterà agevole dimensionare in
modo corretto l’interruttore automatico scegliendo un potere di interruzione almeno pari o
superiore al valore della corrente di cortocircuito Icc. nel punto di installazione.
Nota: qualora i valori della Icc a monte e della lunghezza del cavo, non risultino in tabella, è
opportuno adottare i seguenti valori:
- Il valore della Icc a monte immediatamente superiore.
- La lunghezza del cavo immediatamente inferiore
In questo modo la Icc a valle risulterà sempre maggiore di quella effettiva a favore della sicurezza.
SEZIONE
2
DEI CAVI [MM ] LUNGHEZZA DEI CAVI [M]
E’ concesso installare il dispositivo di protezione dal cortocircuito entro una distanza massima
di 3 m dall’inizio della conduttura quando il tratto considerato sia realizzato in modo tale da
rendere minima la possibilità che si manifesti un cortocircuito e che sia ridotto al minimo il
pericolo di incendio o di danni alle persone.
I dispositivi per la protezione da cortocircuito devono:
a) presentare un potere di interruzione adeguato in funzione della massima corrente presunta
di cortocircuito che si può manifestare nel circuito considerato. Per i circuiti trifase occorre
considerare sia il guasto trifase che quello monofase.
b) intervenire in tempi tali da evitare surriscaldamenti dei conduttori oltre il limite ammesso.
Icc2t ≤ K2S2
dove:
ρ, L, S hanno gli stessi significati di cui al punto (A)
Uo = tensione di fase
m = rapporto tra la resistenza del conduttore di neutro e quella del conduttore di fase (rapporto
tra le sezioni se sono costituite dallo stesso materiale).
Le due formule non tengono conto della reattanza delle condutture; occorre perciò introdurre in
caso di cavi con sezione superiore a 95 mm2 i seguenti fattori correttivi.
2
SEZIONE MM 120 150 185 240
K 0,9 0,85 0,80 0,75
● Fig. 4.5
Cavo protetto
dal sovraccarico
Lunghezza massima
protetta
Le tabelle che seguono devono essere usate quando non è presente la protezione termica, e
tengono conto di un coefficiente di tolleranza di intervento magnetico di 1,2.
Note: nelle formule si è tenuto conto di una riduzione dell’80 % della tensione di alimentazione
dovuta alla corrente di cortocircuito rispetto alla tensione nominale di alimentazione (coeff. 0,8
e dell’aumento della resistenza dei conduttori dovuti al riscaldamento (coeff. 1,5).
● Fig. 4.7
Esempio di rifasamento di
un carico ohmico-induttivo
e diagramma fasoriale
prima del rinfasamento
(interruttore T aperto) e
dopo rifasamento
(interrutore T chiuso)
Il valore della capacità C e della potenza della batteria di condensatori, necessaria per
effettuare il rifasamento (nel contratto con l’Ente distributore è di norma sufficiente garantire un
cosϕ ≥ 0.9) è dato dalle seguenti formule:
TAB. 4.22 - FATTORE DI CALCOLO DELLA POTENZA DELLA BATTERIA DI CONDENSATORI DI RIFASAMENTO KC [KVAR/KW]
COSϕ DI PARTENZA COSϕ’ DA OTTENERE
0,80 0,85 0,90 0,91 0,92 0,93 0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1
0,40 1,557 1,668 1,805 1,832 1,861 1,895 1,924 1,959 1,998 2,037 2,085 2,146 2,288
0,41 1,474 1,605 1,742 1,769 1,798 1,831 1,860 1,896 1,935 1,973 2,021 2,082 2,225
0,42 1,413 1,544 1,681 1,769 1,738 1,771 1,800 1,836 1,874 1,913 1,961 2,022 2,164
0,43 1,356 1,487 1,624 1,709 1,680 1,713 1,742 1,778 1,816 1,855 1,903 1,964 2,107
0,44 1,290 1,421 1,558 1,651 1,614 1,647 1,677 1,712 1,751 1,790 1,837 1,899 2,041
0,45 1,230 1,360 1,501 1,586 1,561 1,592 1,626 1,659 1,695 1,737 1,784 1,846 1,988
0,46 1,179 1,309 1,446 1,532 1,502 1,533 1,567 1,600 1,636 1,677 1,725 1,786 1,929
0,47 1,130 1,260 1,397 1,473 1,454 1,485 1,519 1,532 1,588 1,629 1,677 1,758 1,881
0,48 1,076 1,206 1,343 1,425 1,400 1,430 1,464 1,497 1,534 1,575 1,623 1,684 1,826
0,49 1,030 1,160 1,297 1,370 1,355 1,386 1,420 1,453 1,489 1,530 1,578 1,639 1,782
0,50 0,982 1,112 1,248 1,326 1,303 1,337 1,369 1,403 1,441 1,481 1,529 1,590 1,732
0,51 0,936 1,066 1,202 1,276 1,257 1,291 1,323 1,357 1,395 1,435 1,483 1,544 1,686
0,52 0,894 1,024 1,160 1,230 1,215 1,249 1,281 1,315 1,353 1,393 1,441 1,502 1,644
0,53 0,850 0,980 1,116 1,188 1,171 1,205 1,237 1,271 1,309 1,349 1,397 1,458 1,600
0,54 0,809 0,939 1,075 1,144 1,130 1,164 1,196 1,230 1,268 1,308 1,356 1,417 1,559
0,55 0,769 0,899 1,035 1,103 1,090 1,124 1,156 1,190 1,228 1,268 1,316 1,377 1,519
0,56 0,730 0,865 0,996 1,063 1,051 1,085 1,117 1,151 1,189 1,229 1,277 1,338 1,480
0,57 0,692 0,822 0,958 0,986 1,013 1,047 1,079 1,113 1,151 1,191 1,239 1,300 1,442
0,58 0,665 0,785 0,921 0,949 0,976 1,010 1,042 1,076 1,114 1,154 1,202 1,263 1,405
0,59 0,618 0,748 0,884 0,912 0,939 0,973 1,005 1,039 1,077 1,117 1,165 1,226 1,368
0,60 0,584 0,714 0,849 0,878 0,905 0,939 0,971 1,005 1,043 1,083 1,131 1,192 1,334
0,61 0,549 0,679 0,815 0,843 0,870 0,904 0,936 0,970 1,008 1,048 1,096 1,157 1,299
0,62 0,515 0,645 0,781 0,809 0,836 0,870 0,902 0,936 0,974 1,014 1,062 1,123 1,265
0,63 0,483 0,613 0,749 0,777 0,804 0,838 0,870 0,904 0,942 0,982 1,030 1,091 1,233
0,64 0,450 0,580 0,716 0,744 0,771 0,805 0,837 0,871 0,909 0,949 0,997 1,058 1,200
0,65 0,419 0,549 0,685 0,713 0,740 0,774 0,806 0,840 0,878 0,918 0,966 1,007 1,169
0,66 0,388 0,518 0,654 0,682 0,709 0,743 0,775 0,809 0,847 0,887 0,935 0,996 1,138
0,67 0,358 0,488 0,624 0,652 0,679 0,713 0,745 0,779 0,817 0,857 0,905 0,966 1,108
0,68 0,329 0,459 0,595 0,623 0,650 0,684 0,716 0,750 0,788 0,828 0,876 0,937 1,079
0,69 0,299 0,429 0,565 0,593 0,620 0,654 0,686 0,720 0,758 0,798 0,840 0,907 1,049
0,70 0,270 0,400 0,536 0,564 0,591 0,625 0,657 0,691 0,729 0,769 0,811 0,878 1,020
0,71 0,242 0,372 0,508 0,536 0,563 0,597 0,629 0,663 0,701 0,741 0,783 0,850 0,992
0,72 0,213 0,343 0,479 0,507 0,534 0,568 0,600 0,634 0,672 0,712 0,754 0,821 0,963
0,73 0,186 0,316 0,452 0,400 0,507 0,541 0,573 0,607 0,645 0,685 0,727 0,794 0,936
0,74 0,159 0,289 0,425 0,453 0,480 0,514 0,546 0,580 0,616 0,658 0,700 0,767 0,909
0,75 0,132 0,262 0,398 0,426 0,453 0,487 0,519 0,553 0,591 0,631 0,673 0,740 0,882
0,76 0,105 0,235 0,371 0,399 0,426 0,460 0,492 0,526 0,564 0,604 0,652 0,713 0,855
0,77 0,079 0,209 0,345 0,373 0,400 0,434 0,466 0,500 0,538 0,578 0,620 0,687 0,829
0,78 0,053 0,183 0,319 0,347 0,374 0,408 0,440 0,474 0,512 0,552 0,594 0,661 0,803
0,79 0,026 0,156 0,292 0,320 0,347 0,381 0,413 0,447 0,485 0,525 0,567 0,634 0,776
0,80 0,130 0,266 0,294 0,321 0,355 0,387 0,421 0,459 0,499 0,541 0,608 0,750
0,81 0,104 0,240 0,268 0,295 0,329 0,361 0,395 0,433 0,473 0,515 0,582 0,724
0,82 0,078 0,214 0,242 0,269 0,303 0,335 0,369 0,407 0,447 0,489 0,556 0,698
0,83 0,052 0,188 0,216 0,243 0,277 0,309 0,343 0,381 0,421 0,463 0,530 0,672
0,84 0,026 0,162 0,190 0,217 0,251 0,283 0,317 0,355 0,395 0,437 0,504 0,645
0,85 0,136 0,164 0,191 0,225 0,257 0,291 0,329 0,369 0,417 0,478 0,620
0,86 0,109 0,140 0,167 0,198 0,230 0,264 0,301 0,343 0,390 0,450 0,593
0,87 0,083 0,114 0,141 0,172 0,204 0,238 0,275 0,317 0,364 0,424 0,567
0,88 0,054 0,085 0,112 0,143 0,175 0,209 0,246 0,288 0,335 0,395 0,538
0,89 0,028 0,059 0,086 0,117 0,149 0,183 0,230 0,262 0,309 0,369 0,512
0,90 0,031 0,058 0,089 0,121 0,155 0,192 0,234 0,281 0,341 0,484
Nota:
Qc = Kc P
con P = potenza attiva e Kc ricavato dalla tabella
Nella Tab. 4.23 vengono indicati tutti i dati utili per la scelta di un interruttore MTS per manovra
di batterie di condensatori.
Si precisa inoltre che, a regime, la presenza o meno di altre batterie di condensatori in parallelo
a quella manovrata dall’interruttore non apporti alcun peggioramento delle condizioni di
esercizio.
La scelta del tipo di interruttore, dovrà essere fatta tenendo conto anche del valore della corrente
di corto circuito presunta a monte dell’interruttore: a parità di corrente nominale, quindi, potrà
essere scelto nella Tab. 4.23 l’interruttore avente l’adeguato potere di interruzione.
Tabelle per la scelta Le tabelle che seguono sono idonee alla scelta della potenza reattiva da installare per il
della potenza reattiva rifasamento dei motori asincroni trifasi e per trasformatori trifasi. In riferimento alla Tab. 4.23si
deve scegliere l’interruttore della serie MTS corrispondente alla potenza reattiva scelta.
GLI INTERRUTTORI Gli interruttori automatici modulari rispondono ai requisiti delle norme CEI EN 60898 e CEI EN
MODULARI SERIE 90 60947-2.
Sono caratterizzati dall’avere dispositivi di protezione contro le sovracorrenti aventi curve
d’intervento diverse in funzione delle applicazioni impiantistiche (Fig. 5.2, 5.3, 5.4).
Queste curve si differenziano per il diverso campo di funzionamento degli sganciatori
magnetici.
● Fig. 5.1
Serie 90
Apparecchi modulari
Caratteristica È costituita dal diagramma generalmente logaritmico indicato nelle successive figure che
di intervento rappresentano per uno specifico tipo di interruttore i tempi di intervento in funzione della
degli sganciatori sovracorrente.
termici e magnetici
CORRENTI DI PROVA
● Fig. 5.2
In corrente nominale di funzionamento che non deve provocare l’intervento
dell’interruttore.
Curva di intervento
Inf corrente convenzionale di non intervento è quella corrente che
tempo/corrente
l’interruttore deve poter sopportare senza intervenire.
caratteristica B
If corrente convenzionale di intervento è quella corrente che sicuramente
provoca l’intervento dell’apparecchio entro il tempo convenzionale.
Im Corrente di intervento istantaneo è la minima corrente che sicuramente
provoca l’intervento dello sganciatore elettromagnetico
Nel tratto compreso fra Inf e If l’intervento è incerto.
Prima del limite Inf non si dovrebbe avere possibilità di intervento degli
sganciatori
Dopo il limite verticale di If l’intervento sarà sicuro.
CORRENTI DI PROVA
● Fig. 5.3
In corrente nominale di funzionamento che non deve provocare l’intervento
dell’interruttore.
Curva di intervento
Inf corrente convenzionale di non intervento è quella corrente che
tempo/corrente
l’interruttore deve poter sopportare senza intervenire.
caratteristica C
If corrente convenzionale di intervento è quella corrente che sicuramente
provoca l’intervento dell’apparecchio entro il tempo convenzionale.
Im Corrente di intervento istantaneo è la minima corrente che sicuramente
provoca l’intervento dello sganciatore elettromagnetico
Nel tratto compreso fra Inf e If l’intervento è incerto.
Prima del limite Inf non si dovrebbe avere possibilità di intervento degli
sganciatori
Dopo il limite verticale di If l’intervento sarà sicuro.
● Fig. 5.4
In corrente nominale di funzionamento che non deve provocare l’intervento
dell’interruttore.
Curva di intervento
Inf corrente convenzionale di non intervento è quella corrente che
tempo/corrente
l’interruttore deve poter sopportare senza intervenire.
caratteristica D
If corrente convenzionale di intervento è quella corrente che sicuramente
provoca l’intervento dell’apparecchio entro il tempo convenzionale.
Im Corrente di intervento istantaneo è la minima corrente che sicuramente
provoca l’intervento dello sganciatore elettromagnetico
Nel tratto compreso fra Inf e If l’intervento è incerto.
Prima del limite Inf non si dovrebbe avere possibilità di intervento degli
sganciatori
Dopo il limite verticale di If l’intervento sarà sicuro.
Gli interruttori automatici con caratteristica B vengono forniti per la protezione di carichi
resistivi (scaldabagni elettrici, apparecchi elettrici di riscaldamento, fornelli ecc.) e di linee per
impianti di illuminazione di una certa lunghezza, gli interruttori con caratteristica C sono adatti
per la protezione, in generale, di tutti i tipi di circuiti con carichi resistivi o limitatamente induttivi
(lampade a fluorescenza e a scarica di gas, apparecchi televisivi ecc.).
In alternativa possono essere installati anche gli interruttori con caratteristica D, per carichi
fortemente induttivi o con elevate correnti di inserzione, come trasformatori, batterie di
condensatori ecc.
La gamma degli interruttori modulari GEWISS è completata dalle versioni per corrente
continua, dagli interruttori salvamotore, dagli interruttori differenziali magnetotermici e dagli
interruttori per applicazione speciali.
Scelta La scelta degli apparecchi deve essere effettuata in funzione dei seguenti parametri principali:
degli apparecchi Corrente nominale di impiego (In): è la corrente che l’apparecchio può sopportare in servizio
ininterrotto e corrisponde anche alla corrente termica dell’interruttore.
Tensione nominale di impiego (Ue): è il valore della tensione di progetto che il costruttore
prescrive unitamente alla corrente nominale. Ogni apparecchio può avere diverse tensioni
nominali di impiego in relazione al servizio ed alle prestazioni che deve svolgere.
Tensione nominale di isolamento (Ui): costituisce il valore per il quale è stato dimensionato e
verificato con prove, l’isolamento elettrico dell’apparecchio.
Potere di interruzione nominale in cortocircuito (Icn): rappresenta il massimo valore della
corrente di cortocircuito che l’apparecchio è in grado di interrompere per due volte secondo un
determinato ciclo.
6 6 6
10 10 10
13 13 13
16 16 16
20 20 20
25 25 25
32 32 32
(1)
Potere di interruzione del singolo polo Icn=6kA
10 20 15 30 25 12,5 25 20 25 50 40 20 40 30 15 30 25 15 25 20 16 20 25 50 30
10 (1P) 10 15 20 15 12,5 15 12,5 25 30 25 20 25 20 15 20 15 15 15 15 16 16 25 25 25
75% Icu 75% Icu 75% Icu 75% Icu 75% Icu 75% Icu 75% Icu 50% Icu 75% Icu
10 10 10 20 20 20 20 10 25
10 10 10 15 15 15 15 10 20
10 15 15 25 25 25 25 15 30
6 15 15 20 20 20 20 12 25
10 15 15 25 25 25 25 15 25
10 12 12 20 20 20 20 12 20
≤35 ≤35 ≤35 ≤35 ≤35 ≤35 ≤35 ≤50 ≤50
≤25 ≤25 ≤25 ≤25 ≤25 ≤25 ≤25 capicorda capicorda
10000 10000 10000 10000 10000 10000 10000 10000 10000
3 3 3 3 3 3 3 3 3
si si si si si si si si si
si si si si si si si si si
Blocco BD Blocco BD Blocco BD Blocco BD Blocco BD Blocco BD Blocco BD Blocco BD Blocco BD
IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40
IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40
55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95%
-25 +60 -25 +60 -25 +60 -25 +60 -25 +60 -25 +60 -25 +60 -25 +60 -25 +60
30 30 30 30 30 30 30 30 30
C B D C B D C C D C
1 1
2 2
3 3
4 4
6 6 6 6 6 6 6
10 10 10 10 10 10 10
13 13 13 13 13 13
16 16 16 16 16 16 16
20 20 20 20 20 20 20 20
25 25 25 25 25 25 25 25
32 32 32 32 32 32 32 32
40 40 40 40 40 40 40 40
50 50 50 50 50 50
63 63 63 63 63 63 63
80 80
100 100
125
Potenza dissipata Le seguenti tabelle riportano i valori di potenza dissipata dagli interruttori automatici Serie 90
al fine di consentire la verifica dei valori di sovratemperatura all’interno di un quadro in
coerenza a quanto previsto dalle norme CEI 17-13 e CEI 17-43; permette inoltre di verificare
che la potenza dissipata dagli apparecchi sia inferiore o uguale a quella che il centralino è in
grado di dissipare secondo le disposizioni delle norme CEI 23-49 e CEI 23-51.
Le curve riportate nella seguente pagina esprimono l’energia passante in funzione della
MTC 100 - Versioni 1P+N, 2P - 230V corrente di cortocircuito Icc. riferita alla corrente del dispositivo di protezione per i diversi
modelli di interruttori per la protezione differenziale.
Qui sopra sono riportate le curve di limitazione dell’energia passante in funzione della
corrente di cortocircuito espressa in kA. Le varie curve sono riferite a diversi valori di
corrente nominale dell’apparecchio di protezione.
50/63A
50/63A 32/40A
50/63A 32/40A 25A
25A 20A
32/40A
20A 13/16A
I t (A s)
2 2
I t (A s)
2 2
I t (A s)
2 2
13/16A 10A
25A 10A
20A 6A
10000 10000 10000
13/16A
10A 6A
6A
3/4A
3/4A
1/2A 1/2A
1000 1000 1000
50/63A
50/63A 32/40A
50/63A 32/40A
25A 25A
32/40A 20A
I2t (A2s) I2t (A2s) 20A I2t (A2s) 13/16A
13/16A 10A
25A 6A
10A
20A 10000
10000 10000
13/16A
10A 6A
6A
32/40A
32/40A 25A
32/40A 25A 20A
20A 13/16A
13/16A 10A
I2t (A2s) I2t (A2s) 10A I2t (A2s)
25A
20A
6A
10000
13/16A 10000
10000
6A
10A
6A
C C C
Icc (A) Icc (A) Icc (A)
Tipo C 1P 230V 3P e 4P 400V - MT 100 Tipo C 2P 230V - MT 100 Tipo C 2P 400V - MT 100
6A
10000 10000 10000
32/40A 32/40A
25A 25A
20A 20A
13/16A 32/40A 13/16A
10A
10A
25A
I2t (A2s) I2t (A2s) 20A I2t (A2s)
6A
13/16A
10A 6A
10000 10000 10000
6A
C C C
Icc (A) Icc (A) Icc (A)
Tipo C 1P-230V 3P e 4P 400V - MT 250 Tipo C 2P 230V - MT 250 Tipo C 2P 400V - MT 250
I2t (A2s)
I2t (A2s) I2t (A2s)
MTHP160 - Curva C-D 2P 230V MTHP160 - Curva C-D 2P 400V MTHP160 - Curva C-D 1P 230V 3P 4P 400V
1P (kA) 1P (kA)
10 10
1 1
1 10 1 10
Icc presunta (A) Icc presunta (A)
10 10
10
1 1 1
10
10 30 10
10 30
30 1 10
1 1
Icc presunta (A) Icc presunta (A) Icc presunta (A)
● Fig. 5.5
Serie MTSE
Scelta Gli interruttori GEWISS, Serie MTS (Fig. 5.5) scatolati sono caratterizzati da:
degli apparecchi - dimensioni di ingombro estremamente compatte
- elevato grado di standardizzazione
- sensibile limitazione della corrente di guasto (anche nei tipi non limitatori)
- possibilità di realizzare ogni tipo di coordinamento delle protezioni.
Nella Tab. 5.9 vengono riportate le caratteristiche elettriche degli interruttori scatolati GEWISS,
Serie MTS.
Sganciatori Gli sganciatori elettronici a microprocessore (Fig. 5.6 e 5.7), rilevano, tramite trasformatori
elettronici amperometrici, il valore efficace delle forme d’onda delle correnti dell’impianto. Questi valori
vengono elaborati da un’unità elettronica di protezione che, in caso di sovraccarico,
cortocircuito e guasto verso terra, attiva uno sganciatore a demagnetizzazione che agisce sul
dispositivo di sgancio dell’interruttore, provocandone l’apertura.
● Fig. 5.6
Sganciatore elettronico
SEP/A
● Fig. 5.7
Sganciatore elettronico
SEP/B
Contro sovraccarico con intervento l1 = 0,4 - 0,5 - 0,6 - 0,7 - 0,8 - 0,9 - 0,95 - 1 x In a 6 xl1 a 6x l1 a 6x l1 a 6x l1
ritardato a tempo lungo inverso e l1 = 0,4 - 0,5 - 0,55 - 0,6 - 0,65 - 0,7 - 0,75 - 0,8 - 0,85 - 0,875 - t1 = 3s t1 = 6s t1 = 12s t1 = 18s
caratteristica di intervento secondo una 0,9 - 0,925 - 0,95 - 0,975 - 1 x In (tolleranza :+ 10% fino a 2 x ln: + 20% oltre 2 x In)
NON
curva a tempo dipendente (l 2t = costante) Sgancio tra 1,05 ... 1,30 x l1 (IEC 60947-2)
ESCLUDIBILE
Pt=cost
a 8 xl1 a 8x l1 a 8x l1 a 8x l1
ON
Contro corto circuito con intervento l2 = 1 -2 -3 - 4 -6 - 8 - 10 x ln t2 = 0,05s t2 = 0,1s t2 = 0,25s t2 = 0,5s
ritardato a tempo breve inverso e Tolleranza : + 10% (tolleranza : + 20%)
caratteristica di interventoo a tempo
dipendente (l 2t = costante) oppure a Pt=cost l2 = 1 -2 -3 - 4 -6 - 8 - 10 x ln t2 = 0,05s t2 = 0,1s t2 = 0,25s t2 = 0,5s
ESCLUDIBILE tempo indipendente OFF Tolleranza : + 10% (tolleranza : + 20%)
Contro guasto a terra con intervento l4 = 0,2 - 0,3 - 0,4 - 0,6 - 0,8 - 0,9 - 1 x ln fino a 3,25 x 14 fino a 2,25 x 14 fino a 1,6 x 14 fino a 1,25 x 14
ritardato a tempo breve inverso e Tolleranza : + 20% t4 = 100ms t4 = 200ms t4 = 400ms t4 = 800ms
caratteristica di intervento secondo una (tolleranza :+ 10% fino a 2 x ln: + 20% oltre 2 x In)
ESCLUDIBILE curva a tempo dipendente (l2t = costante)
Note:
1) L’indicazione “IR” identifica la corrente di taratura per la protezione delle fasi (L1-L2-L3) e del neutro (seconda riga).
2) Gli sganciatori termomagnetici che equipaggiano gli interruttori MTS 160 e
MTS 250, hanno l’elemento termico a soglia regolabile 0,7 ÷ 1 x In. Il
valore di corrente regolato che si ottiene agendo sull’apposito selettore è da
intendersi nominale a 40°C. L’elemento magnetico ha soglia di intervento
fissa, con valori d’intervento che variano in funzione della taratura delle
fasi.
3) Le soglie di intervento della protezione magnetica sono funzione della
taratura adottata sia per la protezione delle fasi (L1-L2-L3) che del neutro.
Gli sganciatori denominati 10 x Ith sono indicati per tutte le applicazioni di
distribuzione, mentre gli sganciatori 5 x Ith trovano impiego dove è richiesta
una soglia di intervento magnetico bassa.
FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C RIMOVIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 ESTRAIBILE Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 160 1 160 1 160 1 160 1 Anteriori in piatto 160 1 160 1 160 1 152 0,95
Terminali anteriori per cavi 160 1 160 1 160 1 160 1 Terminali anteriori per cavi 160 1 160 1 160 1 152 0,95
Terminali posteriori per cavi 160 1 160 1 160 1 152 0,95 Terminali posteriori per cavi 160 1 160 1 160 1 144 0,9
Posteriori filettati 160 1 160 1 160 1 152 0,95 Posteriori filettati 160 1 160 1 160 1 144 0,9
170 170
155 155
150 150
Terminali posteriori per cavi
Terminali posteriori per cavi
145
Posteriori filettati 145 Posteriori filettati
140 140
135 135
130 130
125 125
120 120
FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C RIMOVIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 ESTRAIBILE Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 250 1 250 1 250 1 237,5 0,95 Anteriori in piatto 250 1 250 1 250 1 225 0,9
Terminali anteriori per cavi 250 1 250 1 250 1 37,5 0,95 Terminali anteriori per cavi 250 1 250 1 250 1 225 0,9
Terminali posteriori per cavi 250 1 250 1 250 1 225 0,9 Terminali posteriori per cavi 250 1 250 1 250 1 200 0,8
Posteriori filettati 250 1 250 1 250 1 225 0,9 Posteriori filettati 250 1 250 1 250 1 200 0,8
FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C RIMOVIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 ESTRAIBILE Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 400 1 400 1 400 1 380 0,95 Anteriori in piatto 400 1 400 1 400 1 380 0,95
Terminali anteriori per cavi 400 1 400 1 400 1 380 0,9 Terminali anteriori per cavi 400 1 400 1 380 1 360 0,9
Terminali posteriori per cavi 400 1 400 1 400 1 360 0,9 Terminali posteriori per cavi 400 1 400 1 380 1 360 0,9
Posteriori filettati 400 1 400 1 400 1 320 0,8 Posteriori filettati 400 1 380 0,95 360 1 320 0,8
Anteriori in piatto
Anteriori in piatto
Terminali anteriori per cavi
Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi
Terminali posteriori per cavi
Posteriori filettati
Posteriori filettati
FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C ESTRAIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 630 1 598,5 0,95 567 0,9 504 0,8 Anteriori in piatto 630 1 504 0,8 441 0,7 378 0,6
Terminali anteriori per cavi 630 1 567 0,9 504 0,8 441 0,7 Terminali anteriori per cavi 630 1 567 0,9 504 0,8 441 0,7
Posteriori filettati 630 1 504 0,8 441 0,7 378 0,6 Posteriori filettati 630 1 441 0,7 378 0,6 315 0,5
Anteriori in piatto
Posteriori in piatto
Posteriori filettati
FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C ESTRAIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 630 1 630 1 630 1 598,5 0,95 Anteriori in piatto 630 1 630 1 598,5 0,95 567 0,9
Terminali anteriori per cavi 630 1 630 1 598,5 0,95 567 0,9 Posteriori in piatto verticali 630 1 630 1 598,5 0,95 567 0,9
Terminali posteriori per cavi 630 1 630 1 598,5 0,95 567 0,9 Posteriori in piatto orizzontali 630 1 598,5 0,95 567 0,9 504 0,8
Posteriori filettati 630 1 630 1 567 0,9 504 0,8
Posteriori filettati
FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C ESTRAIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 800 1 800 1 800 1 760 0,95 Anteriori in piatto 800 1 800 1 760 0,95 720 0,9
Terminali anteriori per cavi 800 1 800 1 760 0,95 720 0,9 Posteriori in piatto verticali 800 1 800 1 760 0,95 720 0,9
Terminali posteriori per cavi 800 1 800 1 760 0,95 720 0,9 Posteriori in piatto orizzontali 800 1 760 0,95 720 0,9 640 0,8
Posteriori filettati 800 1 800 1 720 0,9 640 0,8
Posteriori filettati
FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C ESTRAIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 1250 1 1250 1 1250 1 1187,5 0,95 Anteriori in piatto 1250 1 1250 1 1187,5 0,95 1125 0,9
Terminali anteriori per cavi 1250 1 1250 1 1250 1 1187,5 0,95 Posteriori in piatto verticali 1250 1 1250 1 1187,5 0,95 1125 0,9
Terminali posteriori per cavi 1250 1 1250 1 1187,5 0,95 1125 0,9 Posteriori in piatto orizzontali 1250 1 1250 1 1125 0,9 1000 0,8
Posteriori filettati 1250 1 1250 1 1250 1 1125 0,9
FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C ESTRAIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 1600 1 1520 0,95 1440 0,9 1280 0,8 Anteriori in piatto 1600 1 1440 0,9 1280 0,8 1120 0,7
Posteriori in piatto verticali 1600 1 1520 0,95 1440 0,9 1280 0,8 Posteriori in piatto verticali 1600 1 1440 0,9 1280 0,8 1120 0,7
Posteriori in piatto orizzontali 1600 1 1440 0,9 1280 0,8 1120 0,7 Posteriori in piatto orizzontali 1600 1 1280 0,8 1120 0,7 906 0,6
Anteriori in piatto
Posteriori in piatto verticali Anteriori in piatto
Posteriori in piatto verticali
Potenze dissipate
F: Interruttore fisso
P: Interruttore rimovibile
W: Interruttore estraibile
Im = 10 x Ith Im = 10 x Ith
Im = 10 x Ith Im = 5 x Ith
MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600
MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600
MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600
MTSE 1600
MTS/E 630
MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600
MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600
INTERRUTTORI La protezione contro i guasti dovuti al fluire di una corrente verso terra per perdita di isolamento
DIFFERENZIALI di un conduttore, per contatto diretto di una persona con una parte in tensione del circuito o per
contatto indiretto, è garantita da interruttori corredati di sganciatori che intervengono per
corrente differenziale I∆ (interruttori differenziali).
Gli interruttori differenziali vengono classificati in base a:
- presenza o meno delle protezioni contro le sovracorrenti
- potere di interruzione intrinseco o condizionato
- tempo di intervento (rapidi o selettivi)
- sensibilità differenziale
- forme d’onda rilevabili.
Relativamente a quest’ultimo punto, ossia alla forma d’onda della corrente di dispersione a cui
sono sensibili, gli interruttori differenziali si classificano in:
- Tipo AC (solo per corrente alternata) adatti per tutti gli impianti in cui si prevedono correnti
di terra di forma sinusoidale. Sono insensibili a correnti impulsive oscillatorie smorzate e sono
conformi alle Norme CEI EN 61008 e 61009.
- Tipo A (per corrente alternata e/o pulsante con componenti continue) adatti per impianti con
apparecchi utilizzatori muniti di dispositivi elettronici per raddrizzare la corrente o per la
parzializzazione di tensione e corrente (velocità, tempo, intensità luminosa, ecc.). Vengono
alimentati direttamente dalla rete, senza interposizione di trasformatori di isolamento.
- Tipo B (per corrente alternata e/o pulsante e/o continua) adatti per impianti dove sono
presenti inventers, avviatori statici e ogni tipologia di carico che possa generare una corrente
di dispersione verso terra di tipo continuo.
- Tipo A immunizzato (stesse caratteristiche del Tipo A ma con una maggiore immunità ai
disturbi di rete e alle scariche atmosferiche) adatti dove si hanno frequenti scatti intempestivi
per problemi di rete. Non è comunque una soluzione al 100% dei problemi. Infatti, per avere
il massimo di sicurezza di continuità del servizio occorre utilizzare i riarmi automatici della
Serie 90 Restart.
- Tipo S (per corrente alternata e/o pulsante con componente continua) adatti per realizzare la
selettività con interruttori differenziali di tipo generale.
- Dispositivo differenziale adattabile. Con riferimento alla Norma CEI EN 61009 appendice
G, è permesso assemblare, una sola volta, interruttori differenziali sul posto, cioè fuori
fabbrica, utilizzando blocchi differenziali adattabili, ad appropriati interruttori automatici.
Ogni manomissione deve lasciare danneggiamento visibile permanente. L’interruttore
differenziale così ottenuto mantiene sia le caratteristiche elettriche dell’interruttore automatico
sia quelle del blocco differenziale.
Nelle Tabb. 5.13, 5.14, 5.15 vengono presentati i dispositivi differenziali del sistema GEWISS
con le caratteristiche salienti di ciascun dispositivo.
TIPO BD
• ≤63, ≤125
• ≤63, ≤125
TIPO SD
EN 61008-1
AC A
100 125 25 40 63 80 100 125
230 230 230 230 230 230 230 230
400 400 400 400 400 400 400 400
500 500 500 500 500 500 500 500
50 50 50 50 50 50 50 50
2 4 4 2 4 2 4 2 4 2 4 2 4 4
• (2) • (3)
• (2) • (4) • (4) • (2) • (3,4) • (2) • (3,4) • (2) • (4) • (2) • (4) • (2) • (4) • (4)
• (2) • (4) • (4) • (2) • (3,4) • (2) • (3,4) • (2) • (4) • (2) • (4) • (2) • (4) • (4)
• (4) • (4) • (2) • (3) • (2) • (4) • (4) • (4)
250 250 250 250 250 250 250 250
1000 1250 630 630 630 800 1000 1250
100÷253 100÷253 100÷253 100÷253 100÷253 100÷253
170÷440 220÷415 170÷440 170÷440 170÷440 170÷440 170÷440 220÷415
≤25 (2P) ≤25 ≤25 ≤25 (2P) ≤25 (2P) ≤25 (2P)
≤35 (4P) ≤50 (4P) ≤35 (4P 4m) ≤35 (4P 4m) ≤35 (4P) ≤35 (4P) ≤35 (4P) ≤50 (4P)
si si si si si si si si
IP20 IP20 IP20 IP20 IP20 IP20 IP20 IP20
55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95%
-25 + 40 -25 + 40 -25 + 40 -25 + 40 -25 + 40 -25 + 40 -25 + 40 -25 + 40
2P 4P 4P 2P 4P 2P 4P 2P 4P 2P 4P 2P 4P 4P
4,5 4,5
6 6
6 6 6 6 6 6
10 10 10 10 10 10
10 10 10 10 10 10
10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10
10 10 10 10 10 10
6000 (gL 100A) 6000 (gL 63A) 6000 (gL 63A) 6000 (gL 63A) 6000 (gL 80A) 6000 (gL 100A)
6000 (gL 63A) 6000 (gL 63A)
10000 (gL 100A) 10000 (gL 125A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 100A) 10000 (gL 125A)
TIPO SD
EN 61008-1
A[S]
40 63 80 100
230 230 230 230
400 400 400 400
500 500 500 500
50 50 50 50
2 4 2 4 2 4 2 4
6 6 6 6
10 10 10 10
10 10 10 10
10 10 10 10 10 10 10 10
10 10 10 10
6000 (gL 63A) 6000 (gL 63A) 6000 (gL 80A) 6000 (gL 100A)
10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 100A)
N°
Poli moduli 25 40 63 80 100 125
Caratteristica di intervento
= differenziali istantanei
= differenziali immunizzati
= differenziali selettivi
5
32 25
10 32
5 25
10
20
13/16 20
10
10
4 6 13/16
10
6
4
10
3
10
3
10
2 10
500 1.000 4.500 10.000 100.000 Icc (A) 500 1.000 4.500 10.000 1 100.000 Icc (A)
32
10
5 25
32
5 25
10
20
13/16 20
10
4 6 13/16
10
10
6
4
10
3
10
3
10
2 10
500 1.000 6.000 10.000 100.000 Icc (A) 1 500 1.000 6.000 10.000 100.000 Icc (A)
MDC 100
MTC- VERSIONI
100 MDC 1P+N, 2PVERSIONI
100- - 230V 1P+N e 2P - 230V
2 2
I t (A s)
6
10
32
10
5 25
20
13/16
10
10
4 6
3
10
2
10
500 1.000 10.000 100.000 Icc (A)
Sganciatori differenziali Gli interruttori della seria MTS sono predisposti per il montaggio abbinato con sganciatori
Serie MTS differenziali. Gli interruttori automatici differenziali che ne derivano garantiscono, oltre alla
protezione contro i sovraccarichi e cortocircuiti tipica degli interruttori automatici, anche quella
contro le correnti di guasto verso terra. Gli sganciatori differenziali possono essere montati
anche sugli interruttori di manovra-sezionatori; in tal caso si ha un interruttore differenziale
“puro”, che garantisce la sola protezione differenziale. I differenziali puri, sensibili alla sola
corrente di guasto a terra, trovano generalmente applicazione come sezionatori principali nei
quadri di distribuzione rivolti alle utenze finali.
Gli sganciatori differenziali sono realizzati in conformità alla normative: IEC 947-2 appendice
B, IEC 255-3 e IEC 1000.
Per gli interruttori MTS 160 ed MTS 250 sono disponibili sganciatori per il montaggio
affiancato all’interruttore o per il montaggio in posizione sottoposta. Questi sganciatori,
realizzati con tecnologia elettronica analogica, agiscono direttamente sull’interruttore mediante
un solenoide di apertura che viene alloggiato nell’apposita cava ricavata nella zona del terzo
polo. Non è necessaria alcuna alimentazione ausiliaria perché vengono alimentati direttamente
dalla rete e la loro funzionalità è garantita anche con una sola fase in tensione e/o in presenza
di correnti unidirezionali pulsanti con componenti continue. Le condizioni di funzionamento
dell’apparecchio possono essere controllate tramite un pulsante di prova del circuito elettronico,
nonché un indicatore di intervento differenziale.
● Fig. 5.8
MTS 160 - MTS 250
Montaggio affiancato
● Fig 5.9
Le cause più frequenti
degli scatti intempestivi
Recentemente Gewiss ha presentato una nuova serie di prodotti, integrati nel più ampio
catalogo di interruttori modulari, che risolvono in maniera definitiva i possibili inconvenienti
dei differenziali. La serie 90 ReStart si compone da differenti tipologie di riarmi automatici
sia per interruttori differenziali che per magnetotermici-differenziali modulari e da
interruttori differenziali puri con riarmo automatico e autodiagnosi incorporata.
Il prodotto di più completo della serie, ReStart/Autotest, è un differenziale puro che esegue
una autodiagnosi settimanale, simulando a tutti gli effetti il test eseguito premendo l’apposito
pulsante, con il vantaggio di non togliere tensione all’impianto a valle. Ma questa non è la sola
caratteristica. Il dispositivo elimina anche il primo inconveniente, cioè gli scatti intempestivi.
L’autodiagnosi ReStart/Autotest è un differenziale puro monoblocco con unità di riarmo incorporata che
esegue in automatico e con cadenza settimanale un test dello sganciatore differenziale in
tutto e per tutto identico al test eseguito con la pressione dell’apposito tasto.
Al momento del test, viene prima chiuso un bypass gia incorporato in ReStart/Autotest, e
dopo pochi istanti viene creata una situazione di squilibrio delle correnti e il relè
differenziale scatta. La continuità di servizio è garantita dal bypass chiuso in precedenza.
La protezione per le persone è comunque garantita dal fatto che il toroide di rivelazione
della corrente differenziale è sempre attraversato dalla corrente di potenza, quindi sempre
pronto ad intervenire in caso di anomalia nella somma delle correnti.
L’elettronica interna controlla se l’apertura dei contatti di potenza principali avviene
correttamente a seguito dell’iniezione della corrente differenziale. In caso questi non
vengano aperti dal relè differenziale, ReStart/Autotest segnala all’utente l’anomalia
attraverso un led frontale, indicandogli che la protezione differenziale potrebbe non essere
in piena efficienza.
Se, come è normale e auspicabile, i contatti di potenza principale si aprono regolarmente,
il test è positivo e l’unità integrata di riarmo procede alla richiusura dei contatti di potenza
principali. Infine il bypass si apre e il test è eseguito regolarmente.
Come si può facilmente intuire l’utilizzo di ReStart/Autotest in impianti elettrici residenziali
comporta almeno tre vantaggi molto importanti.
Il vantaggio più importante in termini di sicurezza, è quello di eseguire la “manutenzione”
del differenziale in automatico ogni settimana, garantendo un’efficienza costante dalla
protezione per i contatti indiretti.
Il Riarmo Automatico Tutta la serie 90 ReStart risolve l’effetto delle perturbazioni di rete più frequente nei
differenziali: lo scatto intempestivo. Attraverso il riarmo automatico dei differenziali puri o
dei magnetotermici differenziali il dispositivo elimina l’inconveniente dello scatto
intempestivo alla radice rialimentando l’impianto in tempi rapidi. ReStart riesce a
discriminare l’intervento dovuto a guasto da quello dovuto a disturbi (scatto intempestivo)
procedendo ad un controllo del buono stato dell’impianto a valle a seguito di uno scatto del
differenziale. Nel caso il controllo avesse esito favorevole, cioè non venissero rilevate fughe
verso terra consistenti, il dispositivo riarma rialimentando il carico e eliminando il disagio
dovuto a lunghi black-out
Il controllo dell’impianto preventivo al riarmo permette di rialimentare l’impianto in
sicurezza per le persone e le cose, evitando inutili rischi per l’utenza e evitando rischi di
incendio.
La versione per magnetotermici differenziali, a seguito di uno scatto esegue, oltre al
controllo della presenza di eventuali guasti a terra, anche un controllo sull’impedenza di
linea in modo da escludere la possibilità di un riarmo in caso di corto circuito.
L’utente ha in ogni momento la facoltà di intervenire manualmente ripristinando lui stesso
l’alimentazione, ma la segnalazione di pericolo di impianto con fuga a terra gli permetterà
di prendere delle precauzioni prima di procedere al tentativo di riarmo manuale in quanto
è già avvistato che il proprio impianto non è perfettamente in sicurezza
Caratteristiche Tecniche
Norme di riferimento: EN 61008-1
Sistema di distribuzione: TT - TN
Corrente nominale In: (A) 25 - 40
Tensione nominale: (V) 230 a.c. fase - neutro
Tensione di isolamento verso massa: (V) 2500 a.c. per 1 minuto
Tensione nominale di tenuta ad impulso Uimp: (kV) 4
Frequenza nominale: (Hz) 50
Tipo: A
Corrente differenziale nominale di intervento: (mA) 30
Numero di poli: 2
Larghezza in moduli DIN: 5
Potere di interruzione e chiusura diff. Nominale: (A) 630
Caratteristiche e funzionalità RESTART e Autotest
Potenza assorbita a riposo: (VA) circa 8
Potenza assorbita in stato di blocco: (VA) circa 8
Durata del ciclo di Autotest: (min) ≤3
Comando di richiusura: automatico
Tempo di richiusura: (s) ≤ 90
Richiusura contatti: istantanea
Intervallo minimo fra due richiusure successive: (min) 3
N° tentativi di richiusura consecutivi: 3
Manovre meccaniche (numero riarmi): 1000
Caratteristiche Meccaniche
Frequenza massima di manovra: (man/h) 15
Temperatura di impiego: (°C) Da -5° a +40°
Sezione morsetti potenza: (mm2) ≤ 25
Alimentazione: dall’alto
Grado di protezione: IP20
Tropicalizzazione: 55°C - UR 95%
Contatto ausiliario
Tensione di funzionamento/frequenza nominale: (V/Hz) 12÷230 a.c./50
Tensione d’isolamento: (V) 600
Corrente massima: (mA) 100 cos ϕ = 1
Corrente minima: (mA) 0,6
Tipo: phototriac
Tipo di funzionamento: configurabile
Sezione morsetti: (mm2) ≤ 2,5
Autotest
Test automatico del differenziale: •
Protezione differenziale durante il test: •
Segnalazione luminosa presenza rete a valle: •
Segnalazione luminosa autotest in corso: •
Segnalazione luminosa eventuali anomalie dispositivo: •
RESTART
Richiusura automatica per scatto intempestivo: •
Segnalazione di richiusura in corso: •
Controllo elettronico presenza guasto a terra: •
Segnalazione guasto a terra: •
Blocco della richiusura in caso di guasto: •
Dispositivo di inserimento / esclusione di riarmo e autotest: •
Contatto ausiliario di remotizzazione stato (230V): •
Descrizione dispositivo
Morsetti di alimentazione
(Dal contatore) Sportello scorrevole in posizione Pulsante per test differenziale
di dispositivo inserito (ON)
Sinottico Led
di segnalazione
Contatto ausiliario
Legenda
Unità di Collegamenti
controllo meccanici
Contattore
di bypass
230V
Opzionale
NO
FUNZIONAMENTO DIFFERENZIALE SEGNALAZIONE
NORMALE SCATTATO? ANOMALIA
4 3
RIAPERTURA CIRCUITO RIARMO AUTOMATICO SI
DI BYPASS
GW 96 608
4
al combinatore
3
al combinatore
A1
A2
GW 96 608
2
al combinatore
1
al combinatore
A1
A2
Caratteristiche elettriche
Sistema di distribuzione: TT-TN
Tensione nominale Vn: (V) 230 a.c. fase/neutro
Larghezza moduli DIN: 2
Tensione di funzionamento: (V) Da 0,85 a 1,10 Vn
Tensione di isolamento verso massa: (V) 2500 V per 1 minuto
Frequenza nominale: (Hz) 50
Tensione di tenuta ad impulso Uimp: (kV) 4
Potenza assorbita a riposo: (W) 0
Potenza di azionamento: (W) 25
Potenza assorbita in stato di blocco: (W) 3
Potenza assorbita in stato di attesa: (W) - 1 -
Caratteristiche meccaniche
Comando di richiusura: AUTOMATICO
Tempo di richiusura: (s) ≤90 ≤115
Richiusura dei contatti: ISTANTANEA
Intervallo minimo fra due richiusure successive: (min) 3
N° max tentativi di richiusura consecutivi: 3 - 3
Lato di accoppiamento: A DESTRA
Manovre meccaniche (numero di riarmi): 1000
Frequenza massima di manovra: (man/h) 15
Temperatura di impiego: (°C) DA -5° A +40°C
Caratteristiche contatto ausiliario
Tensione di funzionamento/frequenza nominale: (V/Hz) - 12 ÷ 230 A.C./50 -
Tensione di isolamento: (V) - 600 -
Corrente massima: (mA) - 100 cos =1 -
Corrente minima di funzionamento: (mA) - 0,6 -
Tipo: - phototriac -
Numero di modalità di funzionamento 3
Capacità massima morsetti: (mm2) - 2,5 -
CICLO DI RIARMO Il ciclo di riarmo avviene dopo uno scatto intempestivo dell’interruttore e a seguito del controllo di
AUTOMATICO impianto. Il dispositivo effettua fino ad un massimo di 3 richiusure in caso di sganci successivi
ravvicinati (entro 3 minuti), a seguito dei quali il dispositivo va in blocco, segnala l’anomalia e
ReStart RD e RM permette il riarmo dell’interruttore solo manualmente. Dopo 3 minuti dal riarmo il conteggio si azzera.
BLOCCO
DISPOSITIVO
NO
SI
AVVIENE UN NO
SGANCIO CONTROLLO TEST OK? MANOVRA ALTRO SGANCIO RIARMO
INTERRUTTORE IMPIANTO DI RIARMO ENTRO 3 ESEGUITO
MINUTI?
NO SI
N° RIARMI = 3
SI
BLOCCO DISPOSITIVO
ReStart RD PRO Il ciclo di riarmo si differenzia dal ReStart per applicazioni residenziali per il fatto che a seguito di un
controllo impianto fallito, il dispositivo non va in blocco segnalando l’anomalia, ma si pone in stato di
attesa, segnalandolo attraverso un differente lampeggio del led frontale. Periodicamente viene
eseguito il controllo impianto e il dispositivo riarmerà esclusivamente in caso di controllo positivo.
Alternativamente resterà in stato di attesa fino ad intervento manuale. Il contatto ausiliario segnala lo
stato di attesa. E’ comunque presente la sicurezza supplementare del blocco in caso di terzo riarmo
fallito in breve tempo, in analogia al quanto previsto per il ReStart per applicazioni residenziali.
SI
SI NO FINE ALLARME
OK? RIARMO SCATTO IN 1’ OFF
ATTIVAZIONE NO
CONTATTO AUSILIARIO
ALLARME ON DISATTIVAIONE CONTATTO
AUSILIARIO (SE ATTIVO)
Led spento
ReStart RD e RM
Interruttore automatico
Fase di controllo impianto
Test impianto
guasto e blocco
Rilevazione
Inizio carica
intempestivo
Riarmo
Guasto
Intervento
di riarmo
molla
ReStart RD PRO
Interruttore automatico
Fase di controllo impianto
Test impianto
Rilevazione
Inizio carica
intempestivo
Controllo
Controllo
e attesa
e attesa
Riarmo
Guasto
dispositivo
guasto
guasto
Intervento
di riarmo
Interruttore automatico
Test impianto
Tensione a valle
Fine guasto
Rilevazione
Rilevazione
Controllo
Controllo
e attesa
e attesa
Riarmo
guasto
guasto
Guasto
UTILIZZO CON ALLARME Il contatto ausiliario integrato in restart pro permette di remotizzare la segnalazione dello stato
REMOTO/SISTEMA di attesa del dispositivo se questo non può riarmare per insufficiente isolamento. La
DI SUPERVISIONE segnalazione avviene solamente in caso di ritardo o impossibilità nel riarmo. Se il riarmo può
essere eseguito immediatamente non verrà data nessuna segnalazione per non generare falsi
allarmi (ad esempio segnalazionze di allarme che sparisce al seguito del riarmo).
Il contatto ausiliario del RESTART PRO é configurabile in tre modalità differenti attraverso la
pressione prolungata del tasto frontale. Il passaggio da una modalità alla successiva é
confermato dal lampeggio dei led frontali.
Coordinamento La mancanza di energia elettrica, anche per un breve tempo, può causare danni economici e,
selettivo in alcuni casi, compromettere la sicurezza delle persone. Ad esempio, in alcuni impianti ove è
richiesta la massima continuità di esercizio, quale:
- impianti industriali a ciclo continuo;
- impianti ausiliari di centrali;
- reti di distribuzione civili (ospedali, banche, ecc.);
- impianti di bordo;
predomina sulle altre esigenze quella di garantire il più possibile la continuità di
funzionamento.
La soluzione normalmente adottata è quella del coordinamento selettivo delle protezioni di
massima corrente, che consente di isolare dal sistema la parte di impianto interessata dal
guasto, facendo intervenire il solo interruttore situato immediatamente a monte di esso.
Si ricorre pertanto alla protezione selettiva, il cui scopo è quello di coordinare l’intervento fra
due interruttori, ad esempio A e B (Fig. 5.11) disposti tra loro in serie, in modo che in caso di
guasto in C si apra solo l’interruttore B, garantendo così la continuità del servizio al resto
dell’impianto alimentato dall’interruttore A.
● Fig. 5.11
Protezione selettiva
● Fig. 5.12
Tempi di intervento massimi
consentiti per assicurare
la selettività
Gradi di selettività La selettività fra due interruttori in cascata, può essere totale o parziale (Fig. 5.13);
in particolare:
● Fig. 5.13
Selettività totale e parziale
● Fig. 5.14
Selettività Questo tipo di selettività, usata abbastanza frequentemente negli impianti di B.T., si realizza
amperometrica regolando la soglia di intervento istantaneo a valori di corrente diversi fra gli interruttori A e B
e sfruttando la condizione favorevole del diverso valore assunto dalla corrente di cortocircuito
in funzione della posizione in cui si manifesta il guasto a causa dell’impedenza dei cavi.
Per effetto della limitazione dovuta a questa impedenza in certi casi è possibile regolare
l’intervento istantaneo dell’interruttore a monte del cavo ad un valore dell’intensità di corrente
superire a quello del massimo valore raggiungibile dalla corrente di guasto che percorre
l’interruttore a valle, pur assicurando quasi completamente la protezione della parte di impianto
compresa tra i due interruttori.
● Fig. 5.15
Diverse tipologie di
selettività amperometrica
a) Con interruttori tradizionali sia a monte che a valle: la selettività è tanto più efficace e sicura
quanto più grande è la differenza fra la corrente nominale dell’interruttore posto a monte e
quella dell’interruttore posto a valle.
Inoltre la selettività amperometrica generalmente risulta totale se la corrente di cortocircuito
in C è inferiore alla corrente magnetica d’intervento dell’interruttore A.
b) Con interruttori tradizionali con breve ritardo a monte e interruttori tradizionali a valle: la
selettività amperometrica, per valori di corrente di cortocircuito elevati, può essere migliorata
utilizzando interruttori a monte provvisti di relè muniti di breve ritardo (curva “S”).
La selettività è totale se l’interruttore A non si apre.
La possibilità di avere interventi selettivi senza l’introduzione di ritardi intenzionali riduce le
sollecitazioni termiche e dinamiche all’impianto in caso di guasto e frequentemente permette
di sotto-dimensionare alcuni suoi componenti.
Con questo principio è possibile realizzare la selettività totale anche tra interruttori limitatori
di diverso calibro fino a quei valori di corrente che non provocano l’apertura transitoria dei
contatti del limitatore a monte.
Selettività energetica È un tipo di selettività alla quale si ricorre quando fra due interruttori non è possibile impostare
un tempo di ritardo nell’intervento.
Questo sistema può consentire di ottenere un livello di selettività che va oltre il valore della
soglia magnetica dell’interruttore a monte, impiegando un interruttore limitatore a valle. Nel
caso si abbia a monte un interruttore del tipo B ma con Icw ≤ Icu, in funzione della limitazione
effettuata dall’interruttore a valle possiamo ottenere un limite di selettività superiore al valore
della soglia istantanea dell’interruttore a monte.
● Fig. 5.16
Selettività energetica
Per poter realizzare in maniera ottimale una selettività energetica occorre pertanto impiegare:
- sganciatori istantanei con tempo di risposta legato alla corrente di cortocircuito e di taglia
diversa.
- interruttori con una forte limitazione di corrente ed i contatti differenziati per taglia.
Selettività di zona o L’impiego di interruttori limitatori a valle permette inoltre una sensibile riduzione delle
”accelerata“
sollecitazioni termiche ed elettrodinamiche alle quali è soggetto l’impianto e di contenere i
ritardi intenzionali imposti agli interruttori installati a livello primario.
L’adozione del coordinamento selettivo delle protezioni comporta per sua natura
l’allungamento dei tempi di eliminazione dei guasti man mano che ci si avvicina alla sorgente
dell’energia e quindi dove il valore della corrente di guasto è maggiore.
In impianti importanti, nei quali i livelli di distribuzione possono diventare molti, questi tempi
potrebbero diventare inaccettabili sia per il valore elevato dell’energia specifica passante I2t ,
sia per l’incompatibilità con i tempi di estinzione prescritti dall’Ente fornitore di energia.
In questi casi può essere necessario adottare un sistema di selettività di zona o “accelerata”.
Questa tecnica, più sofisticata, consente di accorciare i tempi determinati dalla selettività
cronometrica tradizionale pur mantenendo la selettività degli interventi.
Questo tipo di coordinamento si basa sulle seguenti operazioni:
- immediata individuazione dell’interruttore a cui compete l’eliminazione selettiva del guasto;
- abbreviazione del tempo di intervento di tale interruttore;
- mantenimento del coordinamento selettivo degli interruttori a monte.
Il principio su cui basarsi per determinare quale sia l’interruttore più vicino al guasto
consiste nell’utilizzare la corrente di guasto come unico elemento di riferimento comune per
i vari interruttori e creare un interscambio di informazioni in base alle quali determinare in
modo praticamente istantaneo quale parte dell’impianto deve essere tempestivamente
staccata dal sistema.
● Fig. 5.17
Esempio delle varie
condizioni di guasto
Sistema F/N ~ 230 Vac 60 100 250 160 250 160 250 250
60 10 10 15 12,5 25 20 15 10 25 16 25 25 25 25 25 25 25
6/25 30 36 36 50 50 36 50 50
100
32/63 25 25 25 30 30 30 30 30 30 30
MT - 2P
6/20 50 65 65 65 65
250 25 40 50 50 50 50
32/63 30 36 36 36 36 36 36 36
160 20 25 25 25 25 25 25 25 25
MTHP - 2P
250 50 50 50 50 50
Tabelle di selettività Per una corretta lettura delle tabelle riportate nelle pagine che seguono, occorre tenere
presente:
1) La selettività è espressa in kA alla tensione di 400-415 V c.a. secondo la Icu delle Norme
IEC 947-2.
2) Le tabelle sono elaborate sotto le seguenti condizioni:
TAB. 5.25 - TABELLA DI SELETTIVITÀ MTS 160, MTS 250 E MTSE 250
In 320 400 500 320 400 630 630 800 630 800
valle
Im 3200 4000 5000 OFF OFF OFF 6300 8000 OFF OFF
MTC 45 6 ÷ 32 C T T T T T T T T T T
MTC 60 6 ÷ 32 C T T T T T T T T T T
MT 60 1 ÷ 63 B/C T T T T T T T T T T
MT 60 6 ÷ 40 D T T T T T T T T T T
MT 100 6 ÷ 63 C T T T T T T T T T T
MT 100 6 ÷ 40 D T T T T T T T T T T
MT 250 6 ÷ 63 C T T T T T T T T T T
MTHP 250 20 ÷ 63 C T T T T T T T T T T
16 500 30 30 30 30 30 30 T T T T
20 500 30 30 30 30 30 30 T T T T
25 500 30 30 30 30 30 30 T T T T
32 500 30 30 30 30 30 30 T T T T
40 500 30 30 30 30 30 30 T T T T
63 630 30 30 30 30 30 30 T T T T
80 800 30 30 30 30 30 30 T T T T
100 1000 24 24 24 24 24 24 T T T T
125 1250 24 24 24 24 24 24 T T T T
160 1600 24 24 24 24 24 24 T T T T
32 500 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30
50 500 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30
80 800 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30
100 1000 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30
MTS 250
125 1250 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30
160 1600 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30
200 2000 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30
250 2500 12 12 25 30 25 30
100 1200 11 11 11 11 11 11 20 25 20 25
250 3000 11 11 11 11 11 20 25 20 25
320 3200 15 20 15 20
500 5000
320 3800 15 20 15 20
630 7500
● Tab. 5.27
Tabella di selettività
MTSE 1600
SEZIONAMENTO
Interruttori di manovra sezionatori modulari
In<63A In≥63A
Norma di riferimento: EN 60947-3 EN 60947-3
Tensione nominale Un (V): 230-400 a.c. 230-400 a.c.
Tensione nominale d’isolamento Ui (V): 500 a.c. 500 a.c.
Tensione nominale d’impulso Uimp (kV): 4 4
Frequenza nominale (Hz): 50 50
Corrente nominale d’impiego Ie (A): 16 20 32 40 63 80 100 125
Categoria di utilizzo: AC-23B AC-22B
Potere di chiusura nominale (A): 160 200 320 400 189 240 300 375
Potere di interruzione nominale (A): 128 160 256 320 189 240 300 375
Corrente nominale ammissibile di breve durata Icw (A): 192 240 384 480 756 960 1200 1500
Corrente nominale condizionale di cortocircuito (kA):
MTC 45 4,5 4,5 4,5 3 3 3 3 3
MTC 60 - MT 60 6 4,5 4,5 3 3 3 3 3
MTC 100 - MT 100 6 4,5 4,5 3 3 3 3 3
MT 250 6 4,5 4,5 3 3 3 3 3
MTHP 160 - MTHP 250 3 3 3 3 3 3 3 3
Potenza dissipata per polo (W): 0,45 0,52 0,8 1,5 2 3,2 5 6
Sezione massima conduttori (mm2): 25 50
Schemi funzionali
1P 2P 3P 4P
Corrente termica convenzionale a 60 °C, Ith (A) 125 - 160 - 250 - 320 400 - 630 - 800 1000 - 1250 - 1600
Poli Nr. 3-4 3-4 3-4
Tensione nominale di impiego Ue (AC) 50-60Hz (V) 690 690 690
(DC) (V) 750 750 750
Corrente nominale, Iu (A) 100 - 160 - 250 - 320 400 - 630 - 800 1000 - 1250 - 1600
Tensione nominale di tenuta ad impulso Uimp (kV) 8 8 8
Tensione nominale di isolamento Ui (V) 800 800 800
Tensione di prova a frequenza industriale per 1 min. (V) 3000 3000 3000
Potere di chiusura nominale in corto circuito (415 V), Icm (kA) 10 30 52,5
Corrente di breve durata ammissibile nom. per 1 s, Icw (kA) 6,5 15 25
Attitudine al sezionamento SI SI SI
IEC 60947-3
Esecuzioni F-P-W F-W F-W
Terminali esecuzione fissa F - EF - FC F - EF - FC CuAl F - EF - FC CuAl (1250A)
FC CuAl - R - RC R - RC HR - VR
esecuzione rimovibile F - FC - R - -
esecuzione estraibile F - FC - R F - HR - VR F - HR - VR
Vita meccanica (Nr. di manovre/operaz. orarie) 25000/120 20000/120 10000/120
Dimensioni base, fisso L 3/4 poli (mm) 105/140 210/280 210/280
P (mm) 103,5 103,5 138,5
H (mm) 170 268 406
Pesi, fisso 3/4 poli (kg) 2,6/3,5 9,5/12 17/22
Nota: Tutti gli interruttori di manovra sezionatori sono equipaggiabili con gli accessori della serie MTSA nelle loro specifiche funzioni.
TAB. 6.5 - COORDINAMENTO TRA INTERRUTTORI AUTOMATICI SERIE MTS E INTERRUTTORI DI MANOVRA SERIE MTSM
MONTE MTS 250 MTS 630 MTS 800
MTS 160 MTS 1600
VALLE MTSE 250 MTSE 630 MTSE 800
Serie In Icc B N N H L N H L N S H L N H L
100 16 35 35 65 65 35 35 35 35 35 35 35
MTSM 160 16 35 35 65 65 35 50 50 35 35 35 35
250 250 35 65 100 35 65 65 35 50 65 65
320 35 65 100 35 50 65 100
MTSM 400 35 35 35 35 50 65 100
630 600 35 65 100 35 50 65 100
800 35 50 65 100
MTSM 1000 50 65 65
1600 1250 50 65 65
1600 50 65 65
TIPO MSS 125 COMMUTATORE I 0 II MSS 160 MSS 250 MSS 630
COMANDO Sono apparecchi di tipo bistabile nei quali applicando tensione per un breve periodo alla
bobina, si ottiene una variazione permanente dello stato del contatto (da ON a OFF e
Relè passo passo viceversa). Questi relè, utilizzati insieme a pulsanti del tipo NA, trovano largo impiego nei
circuiti di comando di tipo ciclico (ad esempio i circuiti di illuminazione).
20 A 24 A 40 A 63 A
Norme di riferimento CEI EN 61095 CEI EN 61095 CEI EN 61095 CEI EN 61095
CEI EN 60947-4-1 CEI EN 60947-4-1 CEI EN 60947-4-1
Corrente nominale di impiego (A) 20 24 40 63
Categoria di utilizzo AC7a AC7a AC7a AC7a
Tensione nominale Un (V) 230/400 a.c. 230/400 a.c. 230/400 a.c. 230/400 a.c.
Tensione comando bobina (V) 230 a.c. 230 a.c. - d.c. 230 a.c. - d.c. 230 a.c. - d.c.
24 a.c. 24 a.c. - d.c.
Tensione nominale d’isolamento Ui (V) 500 a.c. 500 a.c. 500 a.c. 500 a.c.
Tensione nominale d’impulso Uimp (kV) 4 4 4 4
Frequenza nominale (HZ) 50 50 50 50
Assorbimento bobina all’eccitazione 9VA 3,7VA/4W 4,4VA/5W 70VA/65W
Assorbimento bobina in mantenimento 2,5VA 3,7VA/4W 4,4VA/5W 4,2VA/4,2W
Tensione funzionamento bobina 0,85 - 1,1xUn 0,8 - 1,06xUn 0,8 - 1,06xUn 0,8 - 1,06xUn
Potenza nominale in AC3 (kW): 230 V monofase - 1,3 3,7 5
230 V trifase - 2,2 5,5 8
400 V trifase - 4 11 15
Potenza dissipata per polo (W) 1 1,2 3 6
Manovre elettriche in AC7a / AC1 150.000 150.000 150.000 150.000
Manovre elettriche in AC7b / AC3 - 500.000 170.000 240.000
Manovre meccaniche 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000
Corrente di cortocircuito condizionata (kA) 3 3 3 3
Durata minima comando chiusura (ms) 25 25 25 25
Temperatura di funzionamento (C°) -5...+40 -25...+55 -25...+55 -25...+55
Sezione max. conduttori contatti (mm2) 10 o 2x4 25 o 2x10 25 o 2x10 25 o 2x10
Sezione max. conduttori bobina (mm2) 4 o 2x2,5 4 o 2x2,5 4 o 2x2,5 4 o 2x2,5
PROTEZIONE I circuiti di illuminazione devono essere protetti contro il cortocircuito mediante interruttori
DEI CIRCUITI automatici. La protezione contro il sovraccarico può essere omessa nei circuiti che alimentano
DI ILLUMINAZIONE
gli apparecchi illuminanti negli ambienti normali, a condizione che esista la protezione contro
il cortocircuito e che la corrente di impiego degli apparecchi utilizzatori non sia superiore a
quella della conduttura. Rimane invece obbligatoria per tutti i circuiti elettrici ubicati nei luoghi
con pericolo di incendio e di esplosione nonché negli ambienti particolari trattati nella parte 7
della Norma CEI 64-8 per i quali siano prescritte condizioni diverse.
La corrente nominale dell’interruttore di protezione viene scelta in relazione al carico da
alimentare, la cui corrente di impiego IB può essere desunta:
- dai dati forniti dal costruttore degli apparecchi illuminanti.
- dal calcolo, in funzione della potenza nominale installata, della tensione di alimentazione e
del fattore di potenza.
La tabella che segue fornisce la corrente nominale dell’interruttore in relazione alla potenza
installata e al tipo di distribuzione.
TIPO DI POTENZA
NUMERO DI LAMPADE PER FASE
LAMPADA TUBO[W]
Singola 18 4 8 13 29 49 78 97 122 157 196 245 309 392 490
non rifasata 36 2 4 7 14 24 39 49 61 78 98 122 154 196 245
58 1 3 4 9 15 24 30 38 48 60 76 95 120 152
Singola 18 7 13 20 42 69 112 140 175 225 281 351 443 562 703
rifasata 36 3 7 10 21 35 56 70 87 112 140 175 220 281 351
58 2 4 6 13 21 34 42 54 69 87 109 137 174 218
Doppia 2x18=36 3 7 10 20 35 56 70 87 112 138 175 221 281 351
rifasata 2x36=72 1 3 5 10 17 28 35 43 56 70 87 110 140 175
2x58=118 1 2 3 6 10 17 21 27 34 43 54 68 87 109
In [A] 2P o 4P 100 1 2 3 6 10 16 20 25 32 40 50 63 80 100
PROTEZIONE DALLE In commercio esistono svariati tipi di limitatori di sovratensione in relazione alla sollecitudine
SOVRATENSIONI che devono sopportare, al grado di protezione che devono offrire ed al tipo di utenza da
proteggere.
Gli elementi caratteristici che compongono un limitatore di sovratensione sono normalmente i
seguenti.
Spinterometri Spinterometri in aria, in gas e a scarica frazionata che costituisce l’ultima generazione.
Negli spinterometri in aria la tensione di innesco è di qualche kV ed è legata alle condizioni
dell’aria ed alla distanza fra gli elettrodi. Gli spinterometri a gas possiedono una tensione di
innesco variabile fra 70 V e 10 kV in funzione delle caratteristiche costruttive.
Gli spinterometri ad aria frazionata sono costituiti da elettrodi a dischi di carbonio con
materiale isolante intermedio al quale viene affidato il compito dello spegnimento degli archi.
La loro tensione di innesco è normalmente inferiore a 2 kV.
Gli spinterometri possiedono una capacità di scarica molto elevata, hanno però una
tensione di innesco che aumenta con la rapidità del fronte d’onda della sovratensione e
pertanto può rivelarsi troppo elevata per la protezione diretta di apparecchiature sensibili
quali quelle elettroniche. Attualmente, nel settore degli scaricatori a scarica frazionata, è
stato superato lo svantaggio del livello di protezione elevato con più spinterometri collegati
in serie. Questa soluzione consente il frazionamento ed il controllo dell’arco elettrico
garantendo un livello di protezione limitato (inferiore a 2 kV) pur mantenendo elevate
capacità di scarica (circa 50 kA).
Varistori Sono costituiti da resistori al carburo di silicio o meglio all’ossido di zinco (nuova generazione)
con la caratteristica tensione/corrente non lineare. Il valore della resistenza non rimane costante,
ma diminuisce all’aumentare della tensione e quindi della corrente.
Questi componenti hanno un potere di innesco variabile da 30 a 1000 V ed potere di scarica
molto diversi.
Presentano il vantaggio di una capacità di scarica considerevole (sino a 40 kA 8/20)
indipendente dalla tensione di innesco, una ampia possibilità di scelta ed una rapidità di
risposta elevata.
Per contro hanno una modesta capacità di scarica agli impulsi di lunga durata, ed una capacità
tra gli elettrodi notevole che risulta negativa per l’impiego su circuiti ad alta frequenza.
Collegamento in serie I componenti degli SPD possono anche essere collegati in serie ed in parallelo.
e parallelo dei Il collegamento in serie si impiega quando occorre adattare un limitatore a tensioni di esercizio
componenti di un SPD non standardizzate o quando occorre una soglia di innesco elevata e sono generalmente
costituiti da uno spinterometro in serie ad un varistore. Il collegamento in parallelo viene
utilizzato per ottenere una elevata tensione di scarica o una bassa tensione di innesco.
Quando è necessario La protezione contro le sovratensioni può essere attuata quando richiesta dalle Norme CEI 81-1
proteggersi dalle e CEI 81-4 oppure quando si è acquisita un’esperienza di esercizio dell’impianto che ha messo
sovratensioni in evidenza il ripetersi di danni alle apparecchiature e l’interruzione della produzione. Le
norme CEI stabiliscono i requisiti minimi necessari per la sicurezza del sistema. In alternativa,
può essere utilizzata la Norma CEI 81-3 che fissa i valori medi del numero di fulmini a terra per
anno e per chilometro quadrato per i comuni d’Italia.
Caratteristiche SPD Tra le caratteristiche più importanti degli SPD troviamo la classe di prova secondo la Norma
IEC 61643-1. Correlando le classi di prova al tipo di fulminazione otteniamo le caratteristiche
indicate nella Tab. 7.1.
Imp = 20 kA 10/350µs Correnti o parti di correnti pro- Quadri elettrici in strutture soggette
I Uc = 255 V venienti dalla fulminazione diretta a fulminazione diretta
Up ≤ 4 kV
In = 15 kA 8/20 µs Correnti indotte da fulminazione Quadri elettrici in strutture soggette
Imax = 40 kA 8/20 µs indiretta a fulminazione indiretta
II Uc = 255 V
Up ≤ 1,5 kV
Uoc = 10 kV 1,2/50 µs Correnti indotte su circuiti elettrici Quadri elettrici utilizzatori soggetti
III Uc = 255 V interni per fulminazione indiretta a fulminazione indiretta
Up ≤ 1,2 kV
Scelta ed installazione Gli scaricatori GEWISS (classe II) possono essere utilizzati in impianti industriali o residenziali non
degli SPD dotati di impianto parafulmine (LPS esterno) dove si vuole ridurre le componenti di rischio (D-M-
G) di danni alle persone e danni economici agli utilizzatori previste dalla norma CEI 81-4.
Gli scaricatori GEWISS realizzano sia la protezione di modo comune che di modo differenziale:
- modo comune: protezione tra conduttori attivi e la terra (fase-terra, neutro-terra)
- modo differenziale: protezione tra i conduttori attivi (fase-neutro, fase-fase).
Ai fini di realizzare una corretta protezione delle apparecchiature presenti nell’impianto, deve
essere prestata attenzione al livello di protezione Up dello scaricatore. In particolare, deve
essere verificata la seguente relazione (Guida CEI 81-8):
U1 DMAX
Up
CARICO
I
U1
dove Up è il livello di protezione dello scaricatore, U1 e U1I le cadute di tensione sui cavi di
collegamento dell’SDP, Uprot il livello effettivo di protezione, Uten la tensione di tenuta all’impulso
del carico.
6 kV 4 kV 2,5 kV 1,5 kV
Al fine della corretta installazione, è importante prestare attenzione alla distanza massima di
cavo tra scaricatore ed apparecchiatura da proteggere. La distanza massima protetta DMAX
entro la quale la protezione dell’impianto è ottimale, varia in funzione della tensione di tenuta
all’impulso dei carichi e della tensione di protezione UPROT.
UPROT DMAX
Quando le distanze massime protette non sono rispettate, è necessario istallare più scaricatori
in cascata.
Gli scaricatori di sovratensione devono essere installati in modo differente a seconda del
sistema di distribuzione. Vengono di seguito riportate le diverse modalità installative.
Sistema TT Lo scaricatore, essendo di classe II, può essere installato anche a valle del differenziale. In tal
caso è opportuno utilizzare un interruttore differenziale selettivo per evitare scatti intempestivi.
SPD
Utilizzo degli Essendo gli scaricatori GEWISS tipo 1+1, ossia con protezione tra neutro e PE spinterometrica,
scaricatori nel possono essere installati anche a monte del differenziale da 30mA istantaneo, riducendo così
centralino domestico il rischio di scatti intempestivi causati da sovratensioni di origine atmosferica.
Gli scaricatori devono essere provvisti di protezione di back up contro il corto circuito, che può
essere realizzata sia con un fusibile che con un interruttore magnetotermico. Vengono riportati
nella tabella seguente i coordinamenti tra scaricatore e dispositivo di protezione.
INT. MAGNETOTERMICO
SCARICATORE CLASSE II FUSIBILE D PROTEZIONE
DI PROTEZIONE
Supporto alla
stesura
capitolati
ser v
Applicazioni iz
prodotti i
Supporto alla
GEWISS
al
preventivazione
la
a
ic
p ro g e
Supporto alla
a tecn
Certificazione
prodotti GEWISS
Le evoluzioni SAT progettazione
tt
normative
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