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3 EDIZIONE

02 SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Dimensionamento e verifica degli impianti elettrici

MANUALI DIDATTICI
TRAINING LIBRARY
2 0 06
La Realtà GEWISS

Le Sedi
Il Gruppo GEWISS è una realtà internazionale,
con oltre 1.600 dipendenti, impianti GEWISS GROUP
produttivi e logistici d’avanguardia in Italia, CENATE SOTTO (BG) - ITALY
Francia, Germania, Inghilterra, Spagna,
Portogallo e recentemente India e Cina.
GEWISS FRANCE
Con filiali commerciali, agenzie e distributori, LES ULIS - FRANCE
il Gruppo GEWISS è presente in più di
80 Paesi in tutto il mondo.

GEWISS DEUTSCHLAND
MERENBERG - GERMANY

MERZ
GAILDORF - GERMANY

GEWISS UK
CHIPPENHAM - UNITED KINGDOM

GEWISS IBÉRICA
MADRID - SPAIN

GEWISS PORTUGAL
PENAFIEL - PORTUGAL

GEWISS ELECTRICAL DEVICES


SUZHOU - CHINA

C&S - GEWISS INDIA


NEW DELHI - INDIA

GEWISS S.P.A. - I - 24069 CENATE SOTTO - Via A.Volta, 1 (Bergamo) - Italy - Fax +39 035 945 222 - Tel. +39 035 946 111 - gewiss@gewiss.com - www.gewiss.com

> AZIENDA > PRODOTTI > INFORMAZIONI > COMMERCIALE > SERVIZI 1
Documentazione Generale

DIN

EURO
L’offerta tecnologicamente avanzata di apparecchi
modulari e scatolati, si integra con la vasta gamma di

DOMO
EURO

quadri e armadi di distribuzione, centralini e quadri


combinati dando vita al Sistema di Protezione GEWISS.
Una gamma dal design
evoluto con soluzioni
BLOC

EURO
all'avanguardia nella
distribuzione dell'energia e
Connessioni industriali all'avanguardia per la pluralità
dell'informazione, nella
di funzioni applicative garantite ed un sistema integrato di quadri
gestione della sicurezza e
di distribuzione per impianti speciali, sia fissi che mobili, per un
del comfort.
coordinamento elettrico, estetico e funzionale.

BOX LITE
EURO
EURO

GEWISS è da anni leader di I sistemi di canalizzazione GEWISS, Completano L’Impianto Elettrico


mercato nel settore delle cassette sono l’elemento di unione dei vari Integrato prodotti di
di derivazione e contenitori componenti dell'impianto integrato, illuminotecnica tecnologicamente
speciali, alle quali affianca una proposti per ogni tipo di ed esteticamente evoluti, ideali per
linea completa e coordinata di realizzazione dalle passerelle in impieghi che spaziano
centralini e quadri di metallo e PVC, ai canali in dall'industria alle applicazioni
distribuzione da parete e plastica, fino ai tubi protettivi rigidi stradali, dal decorativo per
incasso. e pieghevoli. interni ed esterni
all’illuminazione di emergenza.

CD DATA CENTER
Il Catalogo Multimediale e tutta la documentazione
GEWISS in formato digitale, inclusi fogli istruzione e
disegni DXF: per consultare con un rapido sistema di
ricerca tutte le informazioni utili sul mondo GEWISS.

2 > AZIENDA > PRODOTTI > INFORMAZIONI > COMMERCIALE > SERVIZI
Documentazione Tecnica

QUADRI AS-ASC-ASD

QUADRI DI DISTRIBUZIONE

MANUALI DIDATTICI
Una raccolta di manuali
specialistici di approfondimento,
dedicati ai principali temi
dell’impiantisca elettrica.
SISTEMI DI BASSA TENSIONE

CD SOFTWARE
Un sistema completo e professionale di
software, valido supporto all’attività di
CABLAGGIO STRUTTURATO progettazione e preventivazione.

> AZIENDA > PRODOTTI > INFORMAZIONI > COMMERCIALE > SERVIZI 3
Indice

LEGGI E NORME PAG. 7

INTRODUZIONE PAG. 7

LE LEGGI PAG. 8

LA PROGETTAZIONE DELL’IMPIANTO PAG. 10

NORME TECNICHE PAG. 12

L’IMPIANTO ELETTRICO PAG. 15

CLASSIFICAZIONE DEI SISTEMI ELETTRICI IN BASE ALLA TENSIONE NOMINALE PAG. 15

CLASSIFICAZIONE DEI SISTEMI DI DISTRIBUZIONE PAG. 16

IMPIANTO DI TERRA PAG. 18

PARTI COSTITUTIVE DELL’IMPIANTO DI TERRA PAG. 18

DETERMINAZIONE DELLA RESISTENZA DI TERRA RT PAG. 20

DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI PAG. 24

LE CONDUTTURE PAG. 25

CADUTA DI TENSIONE NEI CAVI PAG. 32

LE CORRENTI DI CORTOCIRCUITO PAG. 38

SCELTA DELL’INTERRUTTORE A VALLE DEI TRASFORMATORI PAG. 39

CRITERI PER LA SCELTA DELLE PROTEZIONI CONTRO IL CORTOCIRCUITO PAG. 43

RIFASAMENTO PAG. 47

4 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


SCELTA DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE PAG. 51

INTERRUTTORI MODULARI SERIE 90 PAG. 51

SCATOLATI SERIE MTS PAG. 65

INTERRUTTORI DIFFERENZIALI PAG. 86

SERIE 90 RESTART PAG. 97

COORDINAMENTO DELLE PROTEZIONI PAG. 107

PROTEZIONI DI SOSTEGNO O BACK-UP PAG. 113

SCELTA DEI DISPOSITIVI DI COMANDO PAG. 121

INTERRUTTORI DI MANOVRA SEZIONATORI PAG. 121

SEZIONAMENTO PAG. 122

COMANDO PAG. 126

PROTEZIONE E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI PAG. 129

PROTEZIONI DEI CIRCUITI DI ILLUMINAZIONE PAG. 129

PROTEZIONI DALLE SOVRATENSIONI PAG. 133

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 5


Il sistema di Protezione

I PRODOTTI Il Sistema di Protezione GEWISS nasce dalla sinergia e perfetta integrazione di apparecchi
modulari e scatolati con quadri e armadi di distribuzione, centralini e quadri combinati con
prese industriali, per soddisfare ogni esigenza applicativa dal residenziale al terziario
avanzato, fino all’industriale.

Il Sistema consente di ottenere molteplici soluzioni applicative, garantite da una gamma di


prodotti con corrente nominale fino a 1.600 A e potere d’interruzione fino a 100 kA. La
progettazione è semplificata dall’accurata verifica dei coordinamenti elettrici, mentre la
rapidità d’installazione e la manutenzione sono garantite dalla standardizzazione dei
componenti. Infine, la forte compatibilità funzionale tra i prodotti dell’offerta, porta la
sicurezza e l’affidabilità dell’impianto a livelli molto elevati. Tutto in un design moderno ed
esteticamente gradevole.

IL KNOW-HOW La realizzazione del Sistema di Protezione GEWISS è stata possibile grazie alla comprovata
capacità progettuale dell’azienda, unita al know-how sempre rinnovato nell’utilizzo dei
materiali, nell’industrializzazione e nell’automazione dei processi produttivi.

Ne è una chiara testimonianza il Laboratorio Prove GEWISS, tra i pochi autorizzati a certificare
IMQ la propria offerta secondo la procedura SMT (Supervised Manufacturer’s Testing): il
Laboratorio esegue prove che in precedenza venivano effettuate presso i laboratori IMQ ed
emette direttamente i rapporti di prova, necessari per l'ottenimento del marchio stesso, con una
semplice supervisione da parte IMQ che ne avalla la conformità.

Inoltre, GEWISS ha ottenuto l’accreditamento ACAE, che le permette di certificare LOVAG i


prodotti di bassa tensione a prevalente uso industriale e terziario, non coperti dalla certificazione
IMQ. La certificazione LOVAG è riconosciuta a livello internazionale.

In particolare, GEWISS può fornire quadri di distribuzione cablati e montati già certificati,
eseguendo prove di laboratorio per conto terzi e fornendo un ulteriore servizio ai propri clienti.
Tutto questo dimostra ancora una volta la capacità e la qualità tecnica di GEWISS, unite ad
un’elevata qualità morale, comprovata dai continui feed-back positivi rilevati dagli enti
certificatori tramite azioni di follow-up sul prodotto e sul mercato.

Infine, GEWISS oggi vanta l'impianto tecnologicamente più avanzato nella produzione degli
interruttori automatici compatti Serie 90 MTC: una linea produttiva di 110 m x 60 m in grado
Nuova linea automatizzata
di produrre un polo ogni 2 secondi in più di quaranta varianti. L’impianto è interamente gestito
da un sistema di supervisione informatico che permette di monitorare costantemente l’intero
apparato, garantendo un elevato standard qualitativo, grazie ad accurati test sia meccanici
che elettrici effettuati su ogni singolo prodotto.

I SERVIZI A supporto del Sistema di Protezione, GEWISS offre servizi ad alto valore aggiunto quali
software di progettazione e configurazione d’impianto, caratterizzati da un’interfaccia
grafica semplice ed intuitiva, manuali tecnici dedicati ai diversi sistemi proposti, disponibili on-
line, ed un servizio di assistenza tecnica qualificato (SAT), accessibile anche via Internet.

6 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Leggi e Norme

INTRODUZIONE L’impianto elettrico è l’insieme delle macchine, delle apparecchiature, dei componenti e
degli accessori destinati alla produzione, trasformazione, trasporto e distribuzione
dell’energia elettrica.
La presente guida considera solo la parte di impianto utilizzatore in bassa tensione, costituito
da tutti i componenti elettrici tra loro interconnessi, con caratteristiche coordinate, non
alimentati tramite prese a spina e dagli apparecchi utilizzatori fissi alimentati tramite prese a
spina destinate unicamente alla loro alimentazione.
Di fatto l’impianto elettrico sopra definito è l’impianto utilizzatore che, generalmente,
comprende:
- i circuiti di distribuzione;
- i circuiti terminali;
- gli apparecchi di sezionamento, di protezione e di comando;
- i quadri di ogni tipo contenenti gli apparecchi;
- le prese a spina per l’allacciamento degli utilizzatori mobili.

Dal punto di vista delle competenze progettuali e installative, l’impianto utilizzatore va


considerato come una unità a sé stante, in grado di garantire funzionalità e sicurezza di
funzionamento.
L’impianto utilizzatore deve altresì essere coordinato:
- verso monte con l’impianto dell’Ente distributore che è tenuto a fornire i necessari dati
riguardanti le correnti di cortocircuito, il sistema di distribuzione, i limiti di tensione e
frequenza;
- verso valle con gli utilizzatori di cui si devono almeno poter presumere le funzioni, i dati
elettrici e la classe di protezione contro il pericolo di elettrocuzione.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 7


Leggi e Norme

LE LEGGI In qualsiasi ambito e in particolare nel settore elettrico è opportuno, per realizzare gli impianti
“a regola d’arte”, il rispetto di tutte le norme tecniche di pertinenza.
La conoscenza delle norme tecniche, è quindi il presupposto fondamentale per un approccio
corretto alle problematiche degli impianti elettrici che devono essere realizzati conseguendo
quel “livello di sicurezza accettabile” che non è mai assoluto, ma è, al progredire della
tecnologia, determinato e regolato dal normatore.

La legge di riferimento per il rispetto della regola d’arte è la 186 dello 01/03/68 “Disposizioni
concernenti materiali e impianti elettrici” che si compone di due articoli:
Art. 1 - Tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed
elettronici devono essere realizzati e costituiti a regola d’arte.
Art. 2 - I materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni ed impianti elettrici ed
elettronici realizzati secondo le norme del Comitato Elettrotecnico Italiano si considerano costruiti
a regola d’arte.
Grazie a questa legge venne offerto per la prima volta in Italia, a tutti gli operatori del settore
elettrico, un preciso riferimento (le norme CEI) per poter realizzare e gestire in modo corretto
gli impianti, le macchine e le apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Negli anni poi sono state emanate numerose leggi concernenti gli impianti elettrici utilizzatori.

Disposizioni legislative riguardanti il settore elettrico. Nel seguito vengono richiamate quelle
più significative:
• D.P.R. n. 547 del 27/4/1955
“Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”
Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 12/7/1955 n. 158
• D.P.R. n. 302 del 19/3/1956
“Norme generali per l’igiene del lavoro”
Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 30/4/1956 n. 105
• Legge n. 1341 del 13/12/1964
Linee elettriche aeree esterne
• Legge n. 791 del 18/10/1977
“Attuazione della direttiva del Consiglio delle Comunità Europee (n. 72/23/CEE) relativa
alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere
utilizzato entro alcuni limiti di tensione”
Gazzetta Ufficiale 2/11/1977 n. 298
• D.M. del 15/12/1978
“Designazione del Comitato Elettrotecnico Italiano di Normalizzazione Elettrotecnica ed
Elettronica”
Gazzetta Ufficiale 28/6/1979 n. 176
• D.M. del 5/10/1984
“Attuazione della direttiva (CEE) n. 47 del 16/1/1984 che adegua al progresso tecnico la
precedente direttiva (CEE) n. 196 del 6/2/1979 concernente il materiale elettrico destinato
ad essere impiegato in atmosfera esplosiva già recepito con il Decreto del Presidente della
Repubblica 21/7/1982 n. 675”
Gazzetta Ufficiale 18/10/1984 n. 338

8 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


• Legge n. 818 del 7/12/1984
“Nulla osta provvisorio per le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, modifica
agli Articoli 2 e 3 della Legge 4/3/1982 n. 66 e norme integrative all’ordinamento del
corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco”
Gazzetta Ufficiale 10/12/1984 n. 338
• D.M. dell’8/3/1985
“Direttive sulle misure più urgenti ed essenziali di prevenzione incendio ai fini del rilascio
del Nulla osta provvisorio di cui alla Legge 7/12/1984 n. 818”
Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 22/4/1985 n. 95
• D.M. del 27/3/1985
“Modificazioni al decreto Ministeriale 16/2/1982, contenente l’elenco dei depositi e
industrie pericolosi, soggetti alle visite e controlli di prevenzione incendi”
Gazzetta Ufficiale 26/4/1985 n. 98
Per quanto concerne i luoghi con pericolo d’esplosione o d’incendio le numerose leggi
vigenti verranno ricordate nel fascicolo 18 “Classificazione dei luoghi con pericolo
d’esplosione e d’incendio”.
• Legge n. 46 del 5/3/1990
“Norme per la sicurezza degli impianti”
• D.P.R. 447 del 6/12/1991
“Regolamento d’attuazione della legge 46/1990
• D.M. del 20/2/1992
“Modello di dichiarazione di conformità dell’impianto alla regola d’arte”
• Direttiva 93/68 CEE del 22-7-93
Riguardante la marcatura CE del materiale elettrico
• DPR 392 del 18-4-94
“Emendamenti alla legge 46/90 e al DPR 447”
• DPR n. 459 24/07/1996
• Regolamento per l’attuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e
93/68/CEE concernenti di riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relativi alle
macchine
• D.LGS n. 615 12/11/1996
Attuazione della direttiva 89/336/CEE del Consiglio del 3 maggio 1989 in materia di
riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilità
elettromagnetica, modificata e integrata dalle direttive 92/ 31/ CEE, 93/ 68/ CEE, 93/
97/ CEE
• D.LGS n°626 25/11/1996
Attuazione della direttiva 93/68/CEE (che notifica la direttiva 73/23/CEE) in materia di
marcatura CE del materiale elettrico destinato all’essere utilizzato entro taluni limiti di
tensione

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 9


Leggi e Norme

LA PROGETTAZIONE Con l’entrata in vigore della Legge 46/90 le competenze dei soggetti coinvolti (committente,
DELL’IMPIANTO progettista, installatore), sono state chiaramente definite.
In particolare il committente è tenuto a rivolgersi a una impresa abilitata e a un progettista
regolarmente iscritto al rispettivo Albo. Il progetto deve essere chiaramente definito in tutte le
sue parti, sicché il progettista risulta inequivocabilmente coinvolto per la parte di sua
responsabilità.

Inoltre legge 46/90 e i successivi decreti attuativi hanno chiarito quando è necessario redigere
il progetto dell’impianto elettrico.
Immobili adibiti ad uso abitativo
Il progetto è obbligatorio se viene soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni:
• Superficie>400m2 per singola unità abitativa
• Locali soggetti a normativa specifica del CEI anche solo parzialmente
• Locali con pericolo di esplosione
• Locali con maggior rischio in caso di incendio
Servizi condominiali
Il progetto è obbligatorio se viene soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni:
• Potenza impiagata>6kW
• Locali soggetti a normativa specifica del CEI anche solo parzialmente
• Locali con pericolo di esplosione
• Locali con maggior rischio in caso di incendio
• Centrale termica a gas >35kW
• Classe compartimento antincendio ?30
• Altezza di gronda >24m
• Autorimessa condominale con capienza > 9 autoveicoli che non si affacciano su spazio a
cielo libero
Immobili adibiti ad attività produttive, commerciali, terziarie ed altri usi
Il progetto è obbligatorio se viene soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni:
• Superficie>200m2
• Alimentazione utenza con tensione >1000Vac
• Locali soggetti a normativa specifica del CEI anche solo parzialmente
• Locali con pericolo di esplosione
• Locali con maggior rischio in caso di incendio.
Una corretta progettazione deve avvenire nel rispetto della Guida CEI 0-2 che indica in
funzione del tipo di impianto elettrico, la documentazione di progetto necessaria (Tab. 1.1).

10 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


● Tab. 1.1 - Consistenza
della documentazione di DOCUMENTAIZONE DI PROGETTO DESTINAZIONE D’USO DEGLI EDIFICI, DELLE COSTRUZIONI E DEI LUOGHI

progetto in relazione alla


DOCUMENTAZIONE DEL CIV CIV CIV TER TER IND IND AGR AGR
destinazione d’uso degli PROGETTO DI MASSIMA AB BT CB BT CB BT CB BT CB
edifici, delle costruzioni
Relazione tecnica O O O O O O O O O
e dei luoghi
Schema elettrico generale O O O O O O O
Schemi e piani d’installazione, tabelle delle O O O O O O O O O
dotazioni impiantistiche, disegni
planimetrici
Preventivo sommario delle spese F F F F F F F F F
DOCUMENTAZIONE DEL CIV CIV CIV TER TER IND IND AGR AGR
PROGETTO DEFINITIVO AB BT CB BT CB BT CB BT CB
Relazione tecnica sulla consistenza e O O O O O O O O O
tipologia dell’impianto elettrico
Schema elettrico generale F O O O O O O O
Schemi e piani d’installazione O O O F F F F F F
Potenze installate, potenze assorbite e F O O O O O O O
relativi dimensionamenti
Tabelle e diagrammi di coordinamento F O F O O O F O
delle protezioni
Elenco dei componenti elettrici O O O O O O O O
Elenco delle condutture elettriche O O O O O O O O
Specifiche tecniche dei componenti elettrici F O O O O O O O O
Documenti di disposizione funzionale O O O O O O O O
Schemi delle apparecchiature assiemate di O O O O O O O O O
protezione e di manovra (quadri)
Disegni planimetrici F F O O O O O O
Dettagli d’installazione F O O O O O O O
Documentazione specifica relativa agli O O O O O O O O
ambienti e applicazioni particolari
Documentazione relativa alla protezione O O O O O O O O
contro i fulmini (quando prevista)
Capitolato speciale d’appalto prestazionale F F F F F F F F
e descrittivo
Computi metrici, stime e prezzi unitari F F F F F F F F F
Disposizione di sicurezza, operative e di F F F F F F F F
manutenzione, conseguenti alle scelte
progettuali
Legenda:
CIVAB: Unità immobiliari o loro parti destinate ad uso abitativo, facenti parte di un edificio con più unità immobiliari (es. appartamento), al di
sotto dei limiti dimensionali ai fini della progettazione, indicati nella Legge 46/90 e nel DPR 447/91.
CIVBT: Unità immobiliari diverse da quelle di CIVAB adibite ad uso civile, cioè: abitativo, studio professionale, sede di persone giuridiche
private, associazioni, circoli, conventi e simili, alimentati direttamente a tensione non superiore a 1000 V c.a.
CIVCB: Unità immobiliari come sopra, alimentate con cabina propria.
TERBT: Edifici, costruzioni e luoghi, adibiti ad attività commerciali, di intermediazione di beni e servizi, sedi di società, uffici, destinati a
ricevere il pubblico (culto, intrattenimento, pubblico spettacolo), scuole, edifici adibiti a pubbliche finalità dello Stato o di Enti pubblici
territoriali istituzionali od economici, alimentati direttamente a tensione non superire a 1000 V c.a.
TERCB: Edifici, costruzioni e luoghi come sopra, alimentati con cabina propria.
INDBT: Edifici, costruzioni e luoghi adibiti ad attività produttive (artigiane, industriali, magazzini e depositi, cantieri ecc.), alimentati
direttamente a tensione non superiore a 1000 V c.a.
INDCB: Edifici, costruzioni e luoghi come sopra, alimentati con cabina propria.
AGRBT: Edifici, costruzioni e luoghi adibiti ad attività agricole, alimentati direttamente a tensione non superiore a 1000 V c.a.
AGRCB: Edifici, costruzioni e luoghi come sopra, alimentati con cabina propria.
O: Documento previsto nella generalità dei casi.
F: Documento da prevedere quando le caratteristiche del progetto lo richiedono (facoltativo).

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 11


Leggi e Norme

NORME TECNICHE Sono l’insieme delle prescrizioni sulla base delle quali devono essere progettate, costruite e
collaudate, le macchine, le apparecchiature, i materiali e gli impianti, affinché sia garantita
l’efficienza e la sicurezza di funzionamento.
Le norme tecniche in generale, sono emanate da organismi nazionali e internazionali; in
particolare, in ambiente elettrico, gli enti normatori preposti alla redazione delle norme sono
quelli riportati nella Tab. 1.2.

● Tab. 1.2
Enti normativi nazionali INTERNAZIONALE EUROPEO ITALIANO
e internazionali
ELETTROTECNICA ED
ELETTRONICA IEC CENELEC CEI
TELECOMUNICAZIONI ITU ETSI CONCIT
ALTRI SETTORI ISO CEN UNI

Il CEI Il primo Ente a occuparsi del settore elettrico è stato il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano)
fondato nel 1907 dall’AEI (Associazione Elettrotecnica Italiana) con lo scopo di emanare
normative elettriche atte a stabilire i requisiti che devono avere i componenti elettrici. Nel 1964
il CEI è stato riconosciuto e oggi ne fanno parte: il CNR, l’AEI, l’ENEL e l’ANIE.
Il CEI, tramite un’apposita convenzione con il CNR, è l’Ente incaricato dell’emanazione di
norme nel settore elettrotecnico ed elettronico. Nel 1967 con il DPR dell’11/7 viene
riconosciuta personalità giuridica al CEI e con il DPR n. 837 del 9/9/72 viene approvato il
nuovo statuto. Nel 1968, con la Legge dell’1/3/68 n. 186, viene riconosciuta alle norme
emanate del CEI la presunzione assoluta di adeguatezza alla “regola dell’arte” dei materiali,
delle apparecchiature, degli impianti ecc. costituiti conformemente alle norme del Comitato
Elettrotecnico Italiano. Nel 1978 con il DM del 15 dicembre il CEI viene riconosciuto come
unico organismo italiano a rappresentare l’Italia in sede internazionale nei comitati CENELEC
(European Committee for Electrotechnical Standardization) e IEC (International Electrotechnical
Commission).

12 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


TAB. 1.3 - PRINCIPALI NORME PER GLI IMPIANTI ELETTRICI
FASCICOLI N. NORMA ANNO COM. TECN. TITOLO
6578 CEI 0-2 2002 0 Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici. (2a ediz.)
2910 CEI 0-3 1996 0 Legge 46/90 Guida per la compilazione della dichiarazione di conformità e relativi allegati. (1a ediz.)
5026 CEI 0-3; V1 0 Legge 46/90 Guida per la compilazione della dichiarazione di conformità e relativi allegati.
5025 CEI 11-1 1999 11 Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata. (9a ediz.)
3407 CEI 11-17 1997 11 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. Linee in cavo. (2a ediz.)
3703 CEI 11-18 1997 11 Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica.
Dimensionamento degli impianti in relazione alle tensioni. (1a ediz.)
7491 CEI 11-35 2004 11 Guida all’esecuzione delle cabine elettriche d’utente. (2a ediz.)
6957 CEI 11-37 2003 11 Guida per l’esecuzione degli impianti di terra di stabilimenti industriali per sistemi
di I, II e III categoria. (2a ediz.)
7543 CEI EN 60439-1 (17- 13/1) 2005 17 Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT)
5862 CEI EN 60439-1/A2 2000 17 Parte 1: Apparecchiature di serie soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature non
(17- 13/1) di serie parzialmente soggette a prove di tipo (ANS). (4a ediz.)
5863 CEI EN 60439-2 2000 17 Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione
(17- 13/2) (quadri elettrici per bassa tensione) Parte 2: Prescrizioni particolari per i condotti sbarre. (2a ediz.)
6230 CEI EN 60439-3 2001 17 Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT)
(17- 13/3) Parte 3: Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate di protezione e di manovra
destinate a essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso.
Quadri di distribuzione (ASD).
5666 CEI EN 60439-4 2000 17 Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT)
(17- 13/4) Parte 4: Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate per cantiere (ASC). (1a ediz.)
5756 CEI 17-43 2000 17 Metodo per la determinazione delle sovratemperature, mediante estrapolazione per apparecchiature
assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) non di serie (ANS). (2a ediz.)
3449R CEI 17-52 1997 17 Metodo per la determinazione della tenuta al cortocircuito delle apparecchiature assiemate non di
serie (ANS). (1a ediz.)
5120 CEI 17-70 1999 17 Guida all’applicazione delle norme dei quadri di bassa tensione. (1a ediz.)
3516 CEI UNEL 35024-1 1997 20 Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a
4610 CEI UNEL 35024-1/EC 1997 20 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua.
Portate di corrente in regime permanente per posa in aria.
3517 CEI UNEL 35024-2 1997 20 Cavi elettrici ad isolamento minerale per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente
alternata e a 1500 V in corrente continua.
Portate di corrente in regime permanente per posa in aria.
2730 CEI 23-49 1996 23 Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1: prescrizioni
6331 CEI 23-49; V1 2001 23 generali. Parte 2: prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione
6936 CEI 23-49; V2 2003 23 ed apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile. (1a ediz.)
7204 CEI 23-51 2004 23 Prescrizione per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni
fisse per uso domestico e similare. (2a ediz.)
6778 CEI 31-35/A 2003 31 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas.
Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30).
Classificazione dei luoghi pericolosi. Esempi di applicazioni.
2789 CEI 31-27 1996 31 Guida per l’esecuzione degli impianti elettrici nelle centrali termiche non inserite in un ciclo
di produzione industriale. (Abrogata il 9/2001)
7177 CEI 31-30 2004 31 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte 10: Classificazione
dei luoghi pericolosi. (2a ediz.)
7297 CEI EN 60079-14 2004 31 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte 14: Impianti elettrici
(31-33) nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere). (2a ediz.)
7296 CEI EN 60079-17 2004 31 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte 17: Verifica e
(31-34) manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas
(diversi dalle miniere). (2a ediz.)
3666 CEI 64-12 1998 64 Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario. (1a ediz.)
2930 CEI 64-14 1996 64 Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori. (1a ediz.)
5779 CEI 64-14; V1 2000 64 Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori.
4830 CEI 64-15 1998 64 Impianti elettrici negli edifici pregevoli per rilevanza storica e/o artistica. (1a ediz.)
(segue)

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 13


Leggi e Norme

(SEGUE) TAB. 1.3 - PRINCIPALI NORME PER GLI IMPIANTI ELETTRICI


FASCICOLI N. NORMA ANNO COM. TECN. TITOLO
5492 CEI 64-17 2000 64 Guida all’esecuzione degli impianti elettrici nei cantieri.
5901 CEI 64-50 2001 64 Edilizia residenziale. Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori, e per la
predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati o criteri generali.
7630 CEI 64-51 2005 64 Guida all’esecuzione degli impianti elettrici nei centri commerciali. (2a ediz.)
7631 CEI 64-52 2005 64 Guida all’esecuzione degli impianti elettrici negli edifici scolastici. (2a ediz.)
6273 CEI 64-53 2001 64 Criteri particolari per edifici ad uso prevalentemente residenziale. (1a ediz.)
6365 CEI 64-54 2002 64 Criteri particolari per locali di pubblico spettacolo. (1a ediz.)
6367 CEI 64-55 2002 64 Criteri particolari per le strutture alberghiere. (1a ediz.)
4618 CEI 64-7 1998 64 Impianti elettrici di illuminazione pubblica. (3a ediz.)
7321 CEI 64-8/1 2004 64 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a
1500 V in corrente continua Parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamenti. (5a ediz.)
7322 CEI 64-8/2 2004 64 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a
1500 V in corrente continua Parte 2: Definizioni. (5a ediz.)
7323 CEI 64-8/3 2004 64 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a
1500 V in corrente continua Parte 3: Caratteristiche generali. (5a ediz.)
7324 CEI 64-8/4 2004 64 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a
1500 V in corrente continua Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza. (5a ediz.)
7325 CEI 64-8/5 2004 64 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e
1500 V in corrente continua Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici. (5a ediz.)
7326 CEI 64-8/6 2004 64 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a
1500 V in corrente continua Parte 6: Verifiche. (5a ediz.)
7327 CEI 64-8/7 2004 64 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a
1500 V in corrente continua Parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari. (5a ediz.)
7495 CEI 64-8; V1 2004 64 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c. -
7526 CEI 64-8; V2 2005 64 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c. -
3681 CEI 81-1 1998 81 Protezione delle strutture contro i fulmini. (3a ediz.)
2924 CEI 81-4 1996 81 Protezione delle strutture contro i fulmini. Valutazione del rischio dovuto al fulmine. (1a ediz.)
4814 CEI 81-4; V1 1998 81 Protezione delle strutture contro i fulmini. Valutazione del rischio dovuto al fulmine.
5180 CEI 81/3 1999 81 Valori medi del numero di fulmini a terra per anno e per chilometro dei Comuni d’Italia, in ordine
alfabetico. (3a ediz.)
6364 CEI 81-8 2002 81 Guida di applicazione all’utilizzo di limitatori di sovratensione sugli impianti elettrici utilizzatori
di bassa tensione.

14 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


L’impianto elettrico

CLASSIFICAZIONE DEI La Norma CEI 64-8 definisce sistema elettrico la “parte di un impianto elettrico costituito dal
SISTEMI ELETTRICI IN complesso dei componenti elettrici aventi una determinata tensione nominale”; inoltre, secondo
BASE ALLA TENSIONE
la Norma CEI 11-1 la suddivisione dei sistemi elettrici avviene in quattro categorie, come
riportato dalla Tab. 2.1.
NOMINALE

● Tab 2.1 - Classificazione SISTEMI DI


dei sistemi elettrici in TENSIONE NOMINALE Un [V]
CATEGORIA
relazione alla tensione
0 (zero) ≤ 50 c.a.
nominale Un ≤ 120 c.c.
I 50 < Un ≤ 1.000 c.a.
120 < Un ≤ 1.500 c.c.
II 1000 < Un ≤ 30.000 c.a.
1500 < Un ≤ 30.000 c.c.
III Un > 30.000

La distribuzione dell’energia elettrica alle utenze alimentate in bassa tensione, avviene invece
in funzione del sistema di conduttori attivi (vedere Tab. 2.2) e del loro modo di collegamento
a terra.

● Tab 2.2 - Distribuzione


dell’energia elettrica in SISTEMA N° CONDUTTORI ATTIVI

funzione del sistema di


Monofase 2 (fase-fase)
conduttori attivi 2 (fase-neutro)
Trifase 3 (L1-L2-L3)
4 (L1-L2-L3-N)

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 15


L’impianto elettrico

CLASSIFICAZIONE Delle 2 lettere TN-TT-IT, la prima indica lo stato del neutro del secondario del trasformatore di
DEI SISTEMI DI distribuzione; la seconda il modo con cui le masse sono collegate a terra presso l’utente.
DISTRIBUZIONE
La lettera S significa conduttore di neutro N e di protezione PE separati; la lettera C conduttore
di neutro e di protezione riuniti in un solo conduttore (PEN).

Sistema TN Un punto del sistema è collegato direttamente a terra e le masse dell’impianto sono collegate a
quel punto per mezzo del conduttore di protezione (PE o PEN).
Il sistema TN si suddivide in:
- TN-S dove il conduttore di neutro e di protezione sono separati;
- TN-C dove la funzione di neutro e di protezione sono combinate in un unico conduttore;
- TN-C-S dove le funzioni di neutro e di protezione sono combinate in un unico conduttore solo
in una parte del sistema.
Il sistema TN è da impiegare solo in impianti con cabina propria di trasformazione.

● Fig. 2.1
Sistema TN

Nel sistema TN-C-S la continuità del conduttore di protezione non deve mai venir meno; la
stessa è prioritaria anche rispetto alla continuità del conduttore neutro.
Pertanto, nell’effettuare la separazione del conduttore PEN nei due conduttori PE ed N si deve
aver cura di collegare il PEN ed un adeguato giunto (o morsetto di separazione) realizzando
poi un collegamento stabile con un secondo giunto in corrispondenza del morsetto a cui verrà
collegato il PE e viceversa omettendo il collegamento con il morsetto da cui partirà il neutro N.

16 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Sistema TT Neutro collegato direttamente a terra, masse dell’impianto collegate a un impianto di terra
elettricamente indipendente dal primo.

● Fig. 2.2
Sistema TT

Sistema IT Centro-stella del trasformatore non collegata a terra (se non tramite un’impedenza Z), mentre le
masse sono collegate a terra.

● Fig. 2.3
Sistema IT

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 17


Impianto di terra

PARTI COSTITUTIVE Per la corretta applicazione delle norme CEI, è necessario definire l’impianto di terra
L’IMPIANTO DI TERRA distinguendo le seguenti parti, ognuna delle quali è soggetta a specifiche prescrizioni
dimensionali.

Il dispersore È costituito dai corpi metallici in intimo contatto con il terreno ed è la parte destinata a
disperdere o a captare le correnti di terra. Il dispersore può essere “intenzionale” quando è
installato unicamente per scopi inerenti alla messa a terra dell’impianto elettrico oppure “di
fatto” quando si utilizza una struttura avente altri scopi primari.
Sono ad esempio dispersori di fatto le armature metalliche interrate delle fondazioni in
calcestruzzo, le camicie metalliche di pozzi, le tubazioni metalliche interrate ecc.
In ogni caso un elemento metallico fa parte del dispersore se contribuisce in misura significativa
alla dispersione delle correnti oppure se, essendo necessario al funzionamento, è soggetto
all’azione corrosiva del terreno: ad esempio una corda nuda direttamente interrata, destinata
a collegare fra loro due parti disperdenti, fa parte del dispersore; la stessa corda se isolata dal
terreno e protetta dall’azione corrosiva non è più facente parte del dispersore, bensì del
conduttore di terra (CT).

Il conduttore di terra È un elemento destinato a collegare il dispersore al collettore di terra oppure i diversi elementi
del dispersore fra loro, ma che non è in intimo contatto con il terreno (ciò non significa che
debba essere isolato elettricamente da terra).
Il conduttore di terra può essere costituito da cavo isolato, corda metallica nuda, piattina
metallica, tubi metallici o altri elementi strutturali metallici inamovibili con le seguenti
caratteristiche di affidabilità, di continuità elettrica e resistenza alla corrosione:
- percorso breve;
- giunzioni con saldatura a forte o con appositi robusti morsetti o manicotti protetti contro la
corrosione;
- assenza di sollecitazioni meccaniche;
- opportuno dimensionamento.

Il collettore (o nodo) È l’elemento al quale confluiscono i conduttori di terra, i conduttori di protezione principali, i
principale di terra conduttori equipotenziali principali. Esso può essere costituito da un morsetto o da una sbarra
meccanicamente robusti e atti ad assicurare, nel tempo, la continuità elettrica.
Deve essere possibile il sezionamento, solo mediante l’uso di un attrezzo, almeno del
conduttore di terra per poter effettuare le verifiche. Uno stesso impianto può comprendere uno
o più collettori di terra (per esempio uno per ogni montante). Non è invece lecito realizzare
impianti di terra senza collettori o con una o più giunzioni inaccessibili tra dispersore e
conduttori di protezione.

18 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


I conduttori di Sono gli elementi destinati a collegare le masse al collettore principale di terra. In genere sono
protezione (PE) costituiti da cavi unipolari isolati o da anime di cavi multipolari isolate contraddistinte dal colore
giallo-verde. Si possono impiegare anche conduttori nudi a percorso indipendente dalla
conduttura principale o altre strutture metalliche inamovibili con opportune caratteristiche di
continuità elettrica e di affidabilità meccanica.
Nei sistemi TN, quando l’interruzione del guasto a terra è affidata a dispositivi a massima
corrente, è opportuno, per ridurre la reattanza induttiva dell’anello di guasto, che i conduttori
di protezione siano incorporati nella stessa conduttura comprendente i conduttori di fase o,
quanto meno, che corrano paralleli nelle immediate vicinanze.

Conduttori Sono tutti gli elementi destinati a collegare le masse alle masse estranee e le masse estranee tra
equipotenziali loro, allo scopo di assicurare l’equipotenzialità.
In teoria quindi non dovrebbero, sia in condizioni ordinarie che di guasto, essere attraversati
da corrente (tanto che la sezione di questi conduttori è dettata da ragioni di resistenza
meccanica e non elettrica). Si distinguono in conduttori equipotenziali principali (EQP) e
supplementari (EQS). I conduttori equipotenziali principali collegano le strutture metalliche
principali dell’edificio (impianto termo-idraulico, armature del calcestruzzo, grondaie ecc.) al
collettore di terra con connessioni in genere realizzate alla base dell’edificio.
Si ricorda che i collegamenti equipotenziali principali devono sempre essere realizzati nei sistemi
TT e TN con protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica del circuito
guasto. I conduttori equipotenziali supplementari collegano in loco le masse estranee (in genere già
collegate al collettore di terra) al morsetto di terra locale per costituire un’ulteriore sicurezza.
Si ricorda che questi collegamenti non sono indispensabili negli ambienti ordinari e sono
obbligatori in taluni ambienti particolari (bagni, docce, piscine, luoghi conduttori ristretti).

● Fig. 3.1
Esempi costruttivi
di un impianto di terra

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 19


Impianto di terra

DETERMINAZIONE Per ricavare il valore della resistenza di terra si possono seguire le indicazioni riportate al
DELLE RESISTENZE DI capitolo 2 della Guida CEI 64-12; “Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici
TERRA RT per uso residenziale e terziario”, in funzione del sistema di distribuzione (TT o TN).

I sistemi TT

● Fig. 3.2 SISTEMA TT


Determinazione delle
resistenze di terra
nei sistemi TT

DETERMINAZIONE DELLA Ia

SI È PREVISTA NO
PROTEZIONE

DIFFERENZIALE

Ia = I∆n = CORRENTE Ia = CORRENTE DI INTERVENTO


DIFFERENZIALE NOMINALE DELLA PROTEZIONE CONTRO
LE SOVRACORRENTI
(in 5 sec. o a scatto
istantaneo)

AMBIENTI PARTICOLARI
SI ad esempio:
NO
- CANTIERI
- LOCALI AD USO MEDICO

Rt ≤ 25 / Ia Rt ≤ 50 / Ia

20 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


L’uso generalizzato di protezioni differenziali rende agevole l’ottenimento del valore richiesto
per la resistenza di terra.
Infatti con un interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale I∆n = 0,3 A in
ambienti ordinari abbiamo:

● Fig. 3.3 TIPO DI FORMULE


Resistenza dei DIMENSIONI (m)
DISPERSORE
CEI 64-12 CEI 11-1
principali dispersori:
ρ è la resistività del terreno
(vedi Tab. 3.1)
ρ ρ 4L
Picchetto Rd = 2 Rd = ln
P 2πL D

ρ ρ 2L
πL
Corda Rd = 2 Rd = ln
L D

ρ ρ 2πP
πP
Anello Rd = 2 Rd s = 2
ln
P D

ρ ρ
Maglia Rd = = Rd = =
4r 4r

● Tab. 3.1 TIPO TERRENO ρ MIN ρ MAX


Resistività
Terreno paludoso 2 18
del terreno, valori
Argilla 5 10
espressi in m.
Marne 5 15
Arenarie argillose 8 40
Gessi 8 60
Calcare quarzifero 25 500
Altre arenarie 50 350
Granito e grès 60 450
Ghiaia 65 400
Terreno sabbioso umido 50 100
Calcare 100 150
Terreno sabbioso secco 150 200
Anidriti/salgemma 200 10000
Calcestruzzo umido 50 100
Acqua di fiume 10 40

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 21


Impianto di terra

I sistemi TN La resistenza di terra viene determinata sulla base dei seguenti dati che devono essere forniti,
su richiesta del progettista, dall’Ente distributore:
- valore della corrente di guasto a terra (IG);
- tempo di eliminazione del guasto (t).

Noti questi dati, si può calcolare il valore della tensione totale di terra, che non deve superare
il valore, aumentato del 20%, corrispondente al tempo t, riportato nella seguente tabella.

● Tab. 3.2 TEMPO DI TENSIONE DI


ELIMINAZIONE CONTATTO
DEL GUASTO (S) AMMISSIBILE UTP (V)
10 80
1,1 100
0,72 125 Ad esempio si assume:
0,64 150 - IG = 150 A
0,49 220
0,39 300
- t = 0,7 s
0,29 400
0,2 500
si deve avere:
0,14 600
0,08 700
0,04 800

Qualora sia disponibile (o calcolabile) il valore della corrente IT che l’impianto di terra disperde
nel terreno, il valore della resistenza di terra può venire calcolato sulla base di tale corrente IT,
anziché sulla base della corrente IG.
Dall’esempio si nota che il valore di RT deve poter risultare piuttosto basso; ciò implica
particolare attenzione nella fase di studio del dispersore.
Un esempio di metodo, che può essere seguito per la determinazione della resistenza di terra,
è indicato nel seguente diagramma.

22 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


● Fig. 3.4
Determinazione delle SISTEMA TN
resistenze di terra
nei sistemi TN

DIMENSIONAMENTO PER GUASTO A TERRA SUL LATO MT


RICHIESTE A ENTE DISTRIBUTORE DI:
- CORRENTE CONVENZIONALE DI GUASTO VERSO TERRA (I )
G

- TEMPO DI ELIMINAZIONE GUASTO IN MT

CALCOLO DELLA RESISTENZA DI TERRA

TEMPO DI ELIMINAZIONE RESISTENZA DI TERRA RT


DEL GUASTO (S)

10 1,2 · 80 / IG
1,1 1,2 · 100 / IG
0,72 1,2 · 125 / IG
0,64 1,2 · 150 / IG
0,49 1,2 · 220 / IG
0,39 1,2 · 300 / IG
0,29 1,2 · 400 / IG
0,2 1,2 · 500 / IG
0,14 1,2 · 600 / IG
0,08 1,2 · 700 / IG
0,04 1,2 · 800 / IG

Nota
Nel caso che il valore RT richiesto non possa essere ottenuto perché si viene a determinare un
valore di tensione totale di terra UT superiore al limite ammesso, è necessario riconsiderare la
configurazione del dispersore. Si precisa tuttavia che è possibile progettare l’impianto di terra
limitando le dimensioni di passo e di contatto.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 23


Dimensionamento degli impianti

Le conduttore elettriche adempiono il loro servizio in modo ottimale solo se sono state dimensionate
correttamente ed equipaggiate con adeguati dispositivi di manovra e protezione. Il progetto del
dimensionamento elettrico coinvolge la completa conoscenza delle caratteristiche delle condutture
stesse, dell’andamento delle correnti e dei fenomeni elettrici che si possono manifestare.
La corrente che viene considerata per il ridimensionamento di un conduttore e la corrente di
impiego IB; partendo da questo il progettista svolge una serie di considerazioni e calcoli per
determinare le altre grandezze della rete elettrica: portata dei cavi IZ, caduta di tensione della
linea ∆V, energia specifica passante I2t, ecc.
La Fig. 4.1 riassume lo schema logico che deve essere seguito per un corretto dimensionamento
del cavo e la corretta scelta delle protezioni.

● Fig. 4.1 CALCOLO DELLA CORRENTE D’IMPIEGO IB E COS(ϕ)


Schema di massima
per il dimensionamento
degli impianti
SCELTA CAVO E TIPO DI POSA

IPOTESI SEZIONE CAVO AUMENTO SEZIONE CAVO

CALCOLO CDT

SI

NO NO
OK? RIFASARE?

SI

CALCOLO CTO/CTO

SCELTA DELLE PROTEZIONI

CALCOLO I2t

CONFRONTO NO
CON K2S2 DEL CAVO AUMENTO SEZIONE CAVO

OK?

SI

FINE

24 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


LE CONDUTTURE Si definisce conduttura l’insieme costituito da uno o più conduttori elettrici e dagli elementi che
assicurano l’isolamento, il fissaggio e la protezione necessaria. La conduttura è completata dagli
Definizione elementi di giunzione e derivazione atti a realizzare l’insieme dei circuiti di distribuzione o
di conduttura
terminali costituenti la rete di distribuzione nell’ambito dell’impianto utilizzatore.

Caratterizzazione I cavi in uso negli impianti elettrici utilizzatori in BT sono caratterizzati fondamentalmente dalla
dei cavi tensione nominale, dal materiale isolante, dalla guaina protettiva, dalla flessibilità, dal numero
delle anime e dalla sezione del conduttore di ciascuna anima (Fig. 4.2).

TIPO DI POSA U0/U

Posa fissa 300/500V


Ambienti speciali o posa interrata 450/750V oppure 0.6/1kV

● Fig. 4.2
Particolari dei cavi

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 25


Dimensionamento degli impianti

Tipo di posa dei cavi Il tipo di posa dei cavi è definito dalla tabella 52 C della norma CEI 64-8/5 richiamati nella
seguente tabella:
● Tab. 4.2
Tipo di posa dei cavi

CODICE TIPO RIFERIMENTO CODICE TIPO RIFERIMENTO


DESCRIZIONE DESCRIZIONE
64-8 POSA PORTATA 64-8 POSA PORTATA

Cavi senza guaina in tubi protettivi circolari posati Cavi unipolari senza guaina in tubi protettivi non
1 A1 23 A2
entro muri termicamente isolanti circolari posati in cavità di strutture
Cavi multipolari in tubi protettivi circolari posati Cavi unipolari senza guaina in tubi protettivi non
2 B1 24 A2
entro muri termicamente isolanti circolari annegati nella muratura
Cavi senza guaina in tubi protettivi circolari posati Cavi multipolari (o unipolari con guaina) in tubi
3 A2 24A B2
su o distanziati da pareti protettivi non circolari annegati nella muratura
Cavi multipolari in tubi protettivi circolari posati o Cavi multipolari (o unipolari con guaina) posati in
3A B2 25 A4 / B2
distanziati da pareti controsoffitti o pavimenti sopraelevati
Cavi senza guaina in tubi protettivi non circolari Cavi senza guaina e cavi multopolari (o unipolari con
4 A2 31 A2 / B2
posati su pareti guaina) in canali posati su parete con percorso orizz.
Cavi multipolari in tubi protettivi non circolari posati Cavi senza guaina e cavi multopolari (o unipolari con
4A B2 32 A2 / B2
su pareti guaina) in canali posati su parete con percorso vert.
Cavi senza guaina in tubi protettivi annegati nella Cavi senza guaina posati in canali incassati
5 A2 33 A2
muratura nel pavimento
Cavi multipolari in tubi protettivi annegati nella Cavi multipolari posati in canali incassati
5A B2 33A B2
muratura nel pavimento
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), con o Cavi senza guaina in canali sospesi
11 A4 / B4 34 A2
senza armatura, posati su o distanziati da pareti
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), Cavi multipolari (o unipolari con guaina)
11A A4 / B4 34A B2
con o senza armatura, posati su soffitti in canali sospesi
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), con o Cavi senza guaina in tubi protettivi circolari posati
12 B4 41 A2
senza armatura, su passerelle non perforate entro cunicoli chiusi, con percorso orizz. o verticale
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), Cavi senza guaina in tubi protettivi posati entro
13 A5 / B3 42 A2
con o senza armatura, su passerelle perforate cunicoli ventilati incassati nel pavimento
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), A5 / A6 Cavi unipolari con guaina e multipolari posati in
14 A7 / B3 43 A4 / B2
con o senza armatura, su mensole cunicoli aperti o ventilati con percorso orizz. o verticale
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), A5 / A6 Cavi multipolari (o cavi unipolari con guaina) posati
15 A7 / B3 51 A1 / B1
con o senza armatura, fissati da collari direttamente entro pareti termicamente isolanti
Cavi multipolari (o unipolari con guaina), con o A5 / A6 Cavi multipolari (o cavi unipolari con guaina) posati diretta-
16 A7 / B3 52 A4 / B4
senza armatura, su passerelle a traversini mente nella muratura senza protezione meccanica addizionale
Cavi unipolari con guaina (o multipolari) sospesi o Cavi multipolari (o unipolari con guaina) posati nella
17 A5 / B3 53 A4 / B4
incorporati in fili o corde di supporto muratura con protezione meccanica addizionale
Conduttori nudi o cavi senza guaina su isolatori Cavi senza guaina posati in elementi scanalati
18 A3 71 A1

Cavi multipolari (o unipolari con guaina) in cavità Cavi senza guaina posati in canali provvisti
21 A4 / B2 72 A2
di strutture di elementi di separazione
Cavi unipolari senza guaina in tubi protettivi Cavi senza guaina in tubi protettivi o cavi unipolari
22 A2 73 A1 / B1
circolari posati in cavità di strutture con guaina (o multipolari) posati in stipiti di porte
Cavi multipolari (o unipolari con guaina) in tubi Cavi senza guaina in tubi protettivi o cavi unipolari
22A B2 74 A1 / B1
protettivi circolari posati in cavità di strutture con guaina (o multipolari) posati in stipiti di finestre

26 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Tipi di posa consentite Il tipo di posa della conduttura deve essere coordinato con l’ambiente di installazione e il cavo in
uso. Alcuni tipi di cavo non possono essere utilizzati in ambienti particolari e con pose non idonee.
L’impiaego appropiato dei cavi è indicato dalla guida CEI 20-40
Riassumiamo di seguito le pose consentite in relazione agli ambienti e ai cavi in uso più comuni

FG7(O)M1-0,6/1kV
● Tab. 4.3

FG7(O)R-0,6/1kV
FROR-450/750 V
Tipi di posa consentite

N07G9-K

H07RN-F
H05VV-F

H03VV-F

N1VV-K
N07V-K
H05V-K
in base al tipo di cavo

Fissa SI SI SI SI NO SI SI SI SI SI
Mobile NO NO NO SI SI SI SI NO NO NO
Esterna NO NO NO NO NO NO SI SI SI SI
TIPO POSA
Sotto traccia SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
Cunicolo interrato NO NO NO NO NO NO NO SI SI SI
Direttamente interrato NO NO NO NO NO NO NO SI SI SI
Residenziali SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI
APPLICAZIONI Industria e artigianato NO SI SI NO NO SI SI SI SI SI
A rischio incendio NO SI SI NO NO SI NO SI SI SI
Fiere NO NO NO NO NO SI NO SI SI SI
AMBIENTI Cantieri NO NO NO NO NO NO SI SI SI NO
Cablaggio SI SI SI SI SI SI SI

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 27


Dimensionamento degli impianti

Portata dei cavi La portata di un cavo dipende dalla sezione, dal tipo di conduttore e dall’isolante, ma anche
dalla temperatura ambientale e dalle condizioni di posa.
Per determinare la portata si utilizzano tabelle CEI-UNEL in base se il tipo di posa è in aria o interrata.
Portate di corrente in regime permanente per cavi con posa in aria.
Secondo la Norma CEI-UNEL 35024/1 (fascicolo 3516), per determinare la portata di un
cavo posato in aria utilizza la seguente relazione:
IZ = I0 x k1 x k2

Le variabili sono definite nel seguente modo:


● Tab. 4.4:
IZ : portata cavo
Portate dei cavi I0 : Valore di portata ricavato dalle tabelle 4.4 per i cavi unipolari o 4.5 per i cavi multipolari
unipolari per posa in aria. k1 : Fattore di correzione per temperature ambiente diverse da 30°C
Tabella riferimenti A. k2 : fattore di correzione per più circuiti installati

RIFERIMENTO TIPO TIPO DI NUMERO SEZIONE mmq


CONDUTTORI
PORTATA POSA ISOLAMENTO CARICATI 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300 400
2 14,5 19,5 26 34 46 61 80 99 119 151 182 210 240 273 320 - -
PVC
3 13,5 18 24 31 42 56 73 89 108 136 164 188 216 245 296 - -
A1
2 19 26 36 45 61 81 106 131 158 200 241 278 318 362 424 - -
Cavi in tubo incassato EPR
in parete isolante 3 17 23 31 40 54 73 95 117 141 179 216 249 285 324 380 - -
2 17,5 24 32 41 57 76 101 125 151 192 232 269 309 353 415 - -
PVC
3 15,5 21 28 36 50 68 89 110 134 171 207 239 275 314 369 - -
A2
2 23 31 42 54 75 100 133 164 198 253 306 354 402 472 555 - -
EPR
Cavo in tubo in aria 3 20 28 37 48 66 88 117 144 175 222 269 312 355 417 490 - -
2 19,5 26 35 46 63 85 112 138 168 213 258 299 344 392 461 - -
PVC
3 15,5 21 28 36 57 76 101 125 151 192 232 269 309 353 415 - -
A3
2 24 33 45 58 80 107 142 175 212 270 327 - - - - - -
Conduttori nudi o cavi EPR
senza guaina su isolatori 3 20 28 37 48 71 96 127 157 190 242 293 - - - - - -
PORTATA (A)

2 - - - - - - - - - - - - - - - - -
PVC
3 19,5 26 35 46 63 85 110 137 167 216 264 308 356 409 485 561 656
A4
2 - - - - - - - - - - - - - - - - -
EPR
Cavi in aria libera a trifoglio 3 24 33 45 58 80 107 135 169 207 268 328 383 444 510 607 703 823
2 22 30 40 52 71 96 131 162 196 251 304 352 406 463 546 629 754
PVC
3 19,5 26 35 46 63 85 114 143 174 225 275 321 372 427 507 587 689
A5
2 27 37 50 64 88 119 161 200 242 310 377 437 504 575 679 783 940
Cavi in aria libera EPR
in piano a contatto 3 24 33 45 58 80 107 141 176 216 279 342 400 464 533 634 736 868
2 - - - - - - 146 181 219 281 341 396 465 521 615 709 852
PVC
3 - - - - - - 146 181 219 281 341 396 465 521 615 709 852
A6
2 - - - - - - 182 226 275 353 430 500 577 661 781 902 1085
Cavi in aria libera distanziati EPR
su un piano orizzontale 3 - - - - - - 182 226 275 353 430 500 577 661 781 902 1085
2 - - - - - - 130 162 197 254 311 362 419 480 569 659 795
PVC
3 - - - - - - 130 162 197 254 311 362 419 480 569 659 795
A7
2 - - - - - - 161 201 246 318 389 454 527 605 719 833 1008
Cavi in aria libera EPR
distanziati su piano verticale
3 - - - - - - 161 201 246 318 389 454 527 605 719 833 1008

Portate calcolate per temperatura ambiente di 30°C e un singolo circuito.

28 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


● Tab. 4.5: Portate dei cavi multipolari per posa in aria. Tabella riferimenti B.

RIFERIMENTO TIPO TIPO DI NUMERO SEZIONE mmq


CONDUTTORI
PORTATA POSA ISOLAMENTO CARICATI 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300
2 14 18,5 25 32 43 57 75 92 110 139 167 192 219 248 291 334
PVC
3 13 17,5 23 29 39 52 68 83 99 125 150 172 196 223 261 298
B1
2 18,5 25 33 42 57 76 99 121 145 183 220 253 290 329 386 442
Cavi in tubo incassato EPR
in parete isolante 3 16,5 22 30 38 51 68 89 109 130 164 197 227 259 295 346 396
2 16,5 23 30 38 52 69 90 111 133 168 201 232 258 294 344 394
PVC
3 15 20 27 34 46 62 80 99 118 149 179 206 225 255 297 339
PORTATA (A)

B2
2 22 30 40 51 69 91 119 146 175 221 265 305 334 384 459 532
EPR
Cavo in tubo in aria 3 19,5 26 35 44 60 80 105 128 154 194 233 268 300 340 398 455
2 22 30 40 51 70 94 119 148 180 232 282 328 379 434 514 593
PVC
3 18,5 25 34 43 60 80 101 126 153 196 238 276 319 364 430 497
B3
Cavi in aria libera idistanziato
2 26 36 49 63 86 115 149 185 225 289 352 410 473 542 641 741
da parete/soffitto EPR
o su passarella 3 23 32 42 54 75 100 127 158 192 246 298 346 399 456 538 621
2 19,5 27 36 46 63 85 112 138 168 213 258 299 344 392 461 530
PVC
3 17,5 24 32 41 57 76 96 119 144 184 223 259 299 341 403 464
B4
2 24 33 45 58 80 107 138 171 209 269 328 382 441 506 599 693
Cavi in aria fissato alla EPR
parete/soffito 3 22 30 40 52 71 96 119 147 179 229 278 322 371 424 500 576
Portate calcolate per temperatura ambiente di 30°C e un singolo circuito.

● Tab. 4.6: Fattori di correzione.

FATTORE K1 FATTORE K2
TEMP. TIPO DI ISOLAMENTO
AMBIENTE PVC EPR
10 1,22 1,15 TIPO
15 1,17 1,12 POSA
DI CIRCUITI O CA VI MULTIPOLARI

20 1,12 1,08 Singolo strato su muro,


Raggrupati in fascio, pavimento o passarelle Strato su passarelle perforate Strato su scala posa cavi o
25 1,06 1,04 annegati non preforate Strato a soffitto orizzontali o verticali graffato a sostegno

35 0,94 0,96 1 1,00 1,00 0,95 1,00 1,00


40 0,87 0,91 2 0,80 0,85 0,81 0,88 0,87
45 0,79 0,87 3 0,70 0,79 0,72 0,82 0,82
50 0,71 0,82 4 0,65 0,75 0,68 0,77 0,80
55 0,61 0,76 5 0,60 0,73 0,66 0,75 0,80
60 0,50 0,71 6 0,57 0,72 0,64 0,73 0,79
NUMERO

65 - 0,65 7 0,54 0,72 0,63 0,73 0,79


70 - 0,58 8 0,52 0,71 0,62 0,72 0,78
75 - 0,50 9 0,50 0,70 0,91 0,72 0,78
80 - 0,41 12 0,45
16 0,41 Non si applicano ulteriori riduzioni per più di 9 circuiti o cavi multipolari
20 0,38

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 29


Dimensionamento degli impianti

Portate di corrente in Secondo la Norma CEI-UNEL 35026 (fascicolo 5777), per determinare la portata di un cavo
regime permanente interrato utilizza la seguente relazione:
per cavi con posa
interrata IZ = I0 x k1 x k2 x k3 x k4

Le variabili sono definite nel seguente modo:

IZ : portata cavo
I0 : Valore di portata ricavato dalla tabella 4.7
k1 : Fattore di correzione per temperature del terreno diversa da 20°C
● Tab. 4.7: Portate dei cavi k2 : fattore di correzione per più circuiti installati
per posa interrata. k3 : fattore di correzione per posa a profondità diversa da 0.8m
Tabella riferimenti C. k4 : fattore di correzione per resistività diversa da 1,5 K*m/W

TIPO TIPO DI NUMERO SEZIONE mmq


CONDUTTORI
POSA ISOLAMENTO CARICATI 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240
2 22 29 38 47 63 82 105 127 157 191 225 259 294 330 386
Cavi unipolari PVC
in tubi interrati 3 20 26 34 43 57 74 95 115 141 171 201 231 262 293 342
a contatto
(1 cavo per tubo) 2 26 34 44 54 73 95 122 148 182 222 261 301 343 385 450
EPR
3 23 31 40 49 67 85 110 133 163 198 233 268 304 340 397
PORTATA (A)

2 21 27 36 45 61 78 101 123 153 187 222 256 292 328 385


PVC
Cavi unipolari
3 18 23 30 38 51 66 86 104 129 158 187 216 246 277 325
in tubo interrato
2 24 32 41 52 70 91 118 144 178 218 258 298 340 383 450
EPR
3 21 27 35 44 59 77 100 121 150 184 217 257 287 323 379
2 19 25 33 41 56 73 94 115 143 175 208 240 273 307 360
PVC
Cavi multipolari
3 16 21 28 35 47 61 79 97 120 148 175 202 231 259 304
in tubo interrato
2 23 30 39 49 66 86 111 136 168 207 245 284 324 364 428
EPR
3 19 25 32 41 55 72 93 114 141 174 206 238 272 306 360
Le portate sono calcolate per una temperatura del terreno di 20°C, una resistività termica di 1,5K*m/W, una profondità di posa di 0,8m e un singolo circuito

Fattori K1, K2, K3, K4 per cavi in posa interrata

FATTORE K1 FATTORE K3
TEMP. TIPO DI ISOLAMENTO TEMP. TIPO DI ISOLAMENTO PROFONDITÀ FATTORE
AMBIENTE PVC EPR AMBIENTE PVC EPR DI POSA (m) CORRETTIVO

10 1,10 1,07 50 0,63 0,77 0,5 1,02


15 1,05 1,04 55 0,55 0,71 0,8 1,00
20 0,95 0,96 60 0,45 0,65 1 0,98
25 0,89 0,93 65 - 0,60 1,2 0,96
35 0,84 0,89 70 - 0,53 1,5 0,94
40 0,77 0,85 75 - 0,46
45 0,71 0,80 80 - 0,38

30 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


In tubi protettivi direttamente interrati In tubi protettivi direttamente interrati
(Un cavo multipolare per ciascun tubo) (Un cavo unipolare per ciascun tubo)
FATTORE K2 FATTORE K2
NUMERO DISTANZA TRA I CIRCUITI (m) NUMERO DISTANZA TRA I CIRCUITI (m)
DI CAVI A contatto 0,25 0,5 1 DI CIRCUITI A contatto 0,25 0,5 1
2 0,85 0,90 0,95 0,95 2 0,80 0,90 0,90 0,95
3 0,75 0,85 0,90 0,95 3 0,70 0,80 0,85 0,90
4 0,70 0,80 0,85 0,90 4 0,65 0,75 0,80 0,90
5 0,65 0,80 0,85 0,90 5 0,60 0,70 0,80 0,90
6 0,60 0,80 0,80 0,90 6 0,60 0,70 0,80 0,90

Cavi multipolari Cavi unipolari


FATTORE K4 FATTORE K4
RESISTIVITÀ DEL FATTORE RESISTIVITÀ DEL FATTORE
TERRENO (K*m/W) CORRETTIVO TERRENO (K*m/W) CORRETTIVO

1 1,06 1 1,08
1,2 1,04 1,2 1,05
1,5 1,00 1,5 1,00
2 0,91 2 0,90
2,5 0,84 2,5 0,82

Sezione minima dei I conduttori di neutro non devono avere la stessa sezione dei conduttori di fase.
conduttori di neutro Per i conduttori dei circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mm2 se in rame (25 mm2 se in
alluminio), è ammesso il neutro di sezione ridotta, ma comunque non inferiore a 16 mm2
(rame), 25 mm2 (alluminio), purché siano soddisfatte le seguenti condizioni:
- il carico sia essenzialmente equilibrato e comunque il neutro di sezione ridotta assicuri la
necessaria portata in servizio ordinario
- sia assicurata la protezione contro le sovracorrenti.

Sezione dei La sezione dei conduttori di terra e protezione, può essere dedotta dalla Tab. 6.11. Se
conduttori di terra dall’applicazione della tabella risultasse una sezione non unificata occorrerà adottare il
e protezione conduttore avente sezione unificata in eccesso rispetto al valore calcolato.

● Tab. 6.11 SEZIONE S f (mm2) DEI CONDUTTORI SEZIONE S p (mm2) DEL CORRISPONDENTE
Sezione dei conduttori DI FASE DELL’IMPIANTO CONDUTTORE DI PROTEZIONE
di terra e protezione
S f ≤ 16 Sp = Sf
16 < S f ≤ 35 16
S f > 35 Sp = Sf / 2

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 31


Dimensionamento degli impianti

CADUTA DI TENSIONE Si definisce caduta di tensione la differenza fra il valore della tensione nel punto di
NEI CAVI alimentazione (origine) e quello nel punto di utilizzazione dell’energia elettrica.

Nella Norma CEI 64-8 troviamo una raccomandazione volta a contenere la c.d.t ai morsetti
dell’utilizzatore entro il limite del 4% della tensione nominale. Il motivo è che i motori elettrici
sono costruiti per funzionare in servizio normale, con una variazione di tensione non superiore
al ± 5 % del valore nominale.
Un abbassamento eccessivo di tensione causa sicuramente:
- problemi per le utenze più sensibili
- un aumento del tempo di avviamento dei motori.

Poiché la coppia motrice di un motore asincrono trifase varia in funzione del quadrato della
tensione, ne consegue che è importante contenere il valore della caduta di tensione entro il 10%
nella fase di avviamento del motore. Inoltre tale inconveniente è anche sinonimo di perdite
poiché la potenza dissipata è proporzionale al quadrato della corrente.

Valore della caduta Il valore della caduta di tensione può essere calcolato mediante la formula classica:
di tensione
(1) ∆U = k · IB · L · (R· cos ϕ + X · sen ϕ)

volendo il valore percentuale si avrà:


∆U
(2) ∆u % = --------------- 100
Un

Dove:
IB è la corrente assorbita dall’utenza in A
K è un fattore di tensione pari a 2 nei sistemi monofasi e bifasi e a
1,73 nei sistemi trifasi
L è la lunghezza della linea in km
R è la resistenza di un chilometro di cavo (Ω/km)
X è la reattanza di un km di cavo (Ω/km)
Un è la tensione nominale dell’impianto in V
cos ϕ è il fattore di potenza del carico.

TAB. 4.9 - RESISTENZA E REATTANZA SPECIFICA DEI CAVI UNIFICATI (TABELLA UNEL 35023-70)
sez. [mm2] 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300
CAVO UNIPOLARE

r [mΩ/m] 14,8 8,91 5,57 3,71 2,24 1,41 0,889 0,641 0,473 0,328 0,236 0,188 0,153 0,123 0,0943 0,0761
x [mΩ/m] 0,168 0,156 0,143 0,135 0,119 0,112 0,106 0,101 0,101 0,0965 0,0975 0,0939 0,0928 0,0908 0,0902 0,0895
CAVO BIPOLARE, TRIPOLARE

r [mΩ/m] 15,1 9,08 5,68 3,78 2,27 1,43 0,907 0,654 0,483 0,334 0,241 0,191 0,157 0,125 0,0966 0,0780
x [mΩ/m] 0,118 0,109 0,101 0,095 0,0861 0,0817 0,0813 0,0783 0,0779 0,0751 0,0762 0,0745 0,0745 0,0742 0,0752 0,0750

32 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


● Tab. 4.10
Cadute di tensione massime CAVI UNIPOLARI CAVI BIPOLARI CAVI TRIPOLARI

ammissibili per cavi per


SEZIONE CORRENTE ALTERNATA CORRENTE ALTERNATA CORRENTE ALTERNATA CORRENTE ALTERNATA
energia isolati con gomma NOMINALE MONOFASE TRIFASE MONOFASE TRIFASE
o con materiale
termoplastico. cos ϕ 1 cos ϕ 0,8 cos ϕ 1 cos ϕ 0,8 cos ϕ 1 cos ϕ 0,8 cos ϕ 1 cos ϕ 0,8

mm2 mV / Am mV / Am mV / Am mV / Am mV / Am mV / Am mV / Am mV / Am
1 44,2 35,6 38,3 30,8 45,0 36,1 39,0 31,3
1,5 29,7 23,9 25,7 20,7 30,2 24,3 26,1 21,0
2,5 17,8 14,4 15,4 12,5 18,2 14,7 15,7 12,7
4 11,1 9,08 9,65 7,87 11,4 9,21 9,85 7,98
6 7,41 6,10 6,42 5,28 7,56 6,16 6,54 5,34
10 4,47 3,72 3,87 3,22 4,55 3,73 3,94 3,24
16 2,82 2,39 2,44 2,07 2,87 2,39 2,48 2,07
25 1,78 1,55 1,54 1,34 1,81 1,55 1,57 1,34
35 1,28 1,15 1,11 0,993 1,31 1,14 1,13 0,988
50 0,947 0,878 0,820 0,760 0,967 0,866 0,838 0,750
70 0,656 0,641 0,568 0,555 0,669 0,624 0,579 0,541
95 0,473 0,494 0,410 0,428 0,484 0,476 0,419 0,412
120 0,375 0,413 0,325 0,358 0,383 0,394 0,332 0,342
150 0,306 0,356 0,265 0,308 0,314 0,341 0,272 0,295
185 0,246 0,306 0,213 0,265 0,251 0,289 0,217 0,250
240 0,189 0,259 0,163 0,224 0,193 0,245 0,167 0,212
300 0,152 0,229 0,132 0,198 0,156 0,215 0,135 0,186
400 0,121 0,202 0,105 0,175 0,125 0,189 0,108 0,164

Note:
(1) La temperatura di riferimento assunta è di 80 °C. I valori della tabella sono applicabili, con sufficiente approssimazione, per tutti i cavi per
energia, rigidi, semirigidi, o flessibili isolati con le varie qualità di gomma o di materiale termoplastico, aventi temperature caratteristiche fino
a 85 °C.
(2) Per avere la caduta di tensione espressa in volt occorre moltiplicare i valori in tabella per la corrente, in ampere, e per la lunghezza della
linea in metri, e quindi dividere per 1000.
(3) La caduta di tensione dev’essere calcolata con i seguenti riferimenti:
- tra fase e neutro in caso di corrente alternata monofase
- tra fase e fase nel caso di corrente alternata trifase.
(4) Nei casi in cui i valori di cos ϕ sono diversi da quelli previsti nella tabella, si può utilizzare la seguente formula per il calcolo della caduta di
tensione:
∆V = k x (R cos ϕ + X cos ϕ)
dove:
∆V = caduta di tensione per valori unitari di corrente e lunghezza
k = coefficiente (1 per linee monofasi, 1,73 per linee trifasi)
R = resistenza unitaria del cavo
X = reattanza unitaria del cavo
ϕ = fattore di potenza.
Il valore ∆V deve essere moltiplicato per la corrente, per la lunghezza della linea e diviso per 1000.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 33


Dimensionamento degli impianti

● Tab. 4.11 sez. [mm2] 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300
Caduta di tensione % Ib [A]
a cos ϕ = 0,85 per 100 m 4 2,19 1,33 0,83 0,56 0,34 0,22 0,14
6 3,29 1,99 0,125 0,84 0,51 0,33 0,21 0,16 0,12
di cavo
10 5,49 3,32 2,08 1,40 0,85 0,54 0,35 0,26 0,20 0,14 0,11
16 8,78 5,30 3,33 2,23 1,36 0,87 0,56 0,41 0,32 0,23 0,17 0,14 0,12 0,11
20 10,97 6,63 4,17 2,79 1,70 1,09 0,70 0,52 0,39 0,29 0,22 0,18 0,15 0,13 0,11
25 13,71 8,29 5,21 3,49 2,13 1,36 0,88 0,65 0,49 0,36 0,27 0,23 0,19 0,16 0,14 0,12
32 10,61 6,66 4,47 2,73 1,74 1,12 0,83 0,63 0,46 0,35 0,29 0,25 0,21 0,18 0,15
40 8,33 5,59 3,41 2,18 1,41 1,04 0,79 0,57 0,44 0,36 0,31 0,26 0,22 0,19
50 10,41 6,98 4,26 2,72 1,76 1,29 0,99 0,71 0,55 0,45 0,39 0,33 0,28 0,24
63 8,80 5,37 3,43 2,21 1,63 1,24 0,90 0,69 0,57 0,49 0,42 0,35 0,31
80 11,17 6,81 4,36 2,81 2,07 1,58 1,14 0,87 0,72 0,62 0,53 0,44 0,39
90 7,66 4,90 3,16 2,33 1,77 1,28 0,98 0,82 0,70 0,59 0,50 0,44
100 8,52 5,45 3,51 2,59 1,97 1,43 1,09 0,91 0,77 0,66 0,55 0,48
125 6,81 4,39 3,24 2,46 1,78 1,36 1,13 0,97 0,82 0,69 0,61
150 8,17 5,27 4,88 2,96 2,14 1,64 1,36 1,16 0,99 0,83 0,73
175 9,53 6,15 4,53 3,45 2,50 1,91 1,59 1,36 1,15 0,97 0,85
200 10,89 7,03 5,18 3,94 2,85 2,18 1,81 1,55 1,32 1,11 0,97
225 7,91 5,83 4,44 3,21 2,46 2,04 1,74 1,48 1,24 1,09
250 6,47 4,93 3,57 2,73 2,27 1,94 1,65 1,38 1,21
275 5,42 3,93 3,00 2,49 2,13 1,81 1,52 1,33
300 4,28 3,27 2,72 2,32 1,98 1,66 1,45
325 3,55 2,95 2,52 2,14 1,80 1,57
350 3,17 2,71 2,31 1,94 1,70
375 2,91 2,47 2,07 1,82
400 2,64 2,21 1,94
450 2,49 2,18
500 2,42

● Tab. 4.12 sez. [mm2] 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300
Caduta di tensione % Ib [A]
a cos ϕ = 0,9 per 100 m 4 2,32 1,40 0,88
6 3,48 2,10 1,32 0,88 0,54 0,34 0,22 0,16 0,12
di cavo
10 5,80 3,50 2,20 1,47 0,90 0,57 0,37 0,27 0,20 0,15 0,11
16 9,28 5,60 3,52 2,35 1,43 0,91 0,59 0,43 0,33 0,23 0,18 0,15 0,12 0,10
20 11,60 7,00 4,40 2,94 1,79 1,14 0,73 0,54 0,41 0,29 0,22 0,18 0,15 0,13 0,11
25 14,50 8,75 5,49 3,68 2,24 1,43 0,92 0,67 0,51 0,37 0,28 0,23 0,19 0,16 0,13 0,12
32 11,21 7,03 4,71 2,87 1,83 1,17 0,86 0,65 0,47 0,35 0,29 0,25 0,21 0,17 0,15
40 8,79 5,89 3,58 2,28 1,47 1,08 0,81 0,58 0,44 0,36 0,31 0,26 0,22 0,19
50 7,36 4,48 2,85 1,83 1,34 1,02 0,73 0,55 0,45 0,39 0,33 0,27 0,23
63 5,64 3,60 2,31 1,69 1,28 0,92 0,70 0,57 0,49 0,41 0,34 0,29
80 7,16 4,57 2,93 2,15 1,63 1,17 0,88 0,73 0,62 0,52 0,43 0,37
90 8,06 5,14 3,30 2,42 1,83 1,31 0,99 0,82 0,69 0,59 0,48 0,42
100 8,95 5,71 3,66 2,69 2,03 1,46 1,10 0,91 0,77 0,65 0,54 0,47
125 7,13 4,58 3,36 2,54 1,83 1,38 1,14 0,96 0,81 0,67 0,58
150 8,56 5,50 4,03 3,05 2,19 1,66 1,36 1,16 0,98 0,81 0,70
175 9,99 6,41 4,71 3,56 2,56 1,93 1,59 1,35 1,14 0,94 0,81
200 11,41 7,33 5,38 4,07 2,92 2,21 1,82 1,54 1,30 1,08 0,93
225 8,25 6,05 4,58 3,29 2,48 2,05 1,74 1,46 1,21 1,05
250 6,72 5,09 3,65 2,76 2,27 1,93 1,63 1,34 1,16
275 5,59 4,02 3,04 2,50 2,12 1,79 1,48 1,28
300 4,38 3,31 2,73 2,31 1,95 1,61 1,40
325 3,59 2,96 2,51 2,12 1,75 1,51
350 3,18 2,70 2,28 1,88 1,63
375 2,89 2,44 2,02 1,75
400 2,60 2,15 1,86
450 2,42 2,09
500 2,33

34 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


● Tab. 4.13 sez. [mm2] 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300
Caduta di tensione % Ib [A]
a cos ϕ = 0,35 per 100 m 4 4,62 2,83 1,80 1,23 0,78 0,52 0,36 0,28 0,23 0,18 0,15 0,13 0,12 0,11 0,10
6 6,93 4,24 2,71 1,85 1,16 0,78 0,53 0,41 0,34 0,27 0,23 0,20 0,18 0,17 0,15 0,14
di cavo
10 11,56 7,07 4,51 3,09 1,94 1,30 0,89 0,69 0,56 0,44 0,38 0,33 0,30 0,28 0,25 0,24
16 18,49 11,31 7,22 4,94 3,10 2,07 1,42 1,10 0,90 0,71 0,60 0,53 0,49 0,44 0,41 0,38
20 23,11 14,14 9,02 6,17 3,88 2,59 1,78 1,38 1,13 0,89 0,75 0,67 0,61 0,55 0,51 0,48
25 28,89 17,67 11,28 7,71 4,85 3,24 2,22 1,73 1,41 1,11 0,94 0,83 0,76 0,69 0,64 0,60
32 22,62 14,43 9,87 6,20 4,15 2,84 2,21 1,80 1,42 1,21 1,07 0,97 0,89 0,81 0,77
40 18,04 12,34 7,75 5,18 3,55 2,76 2,25 1,78 1,51 1,33 1,22 1,11 1,02 0,96
50 15,43 9,69 6,48 4,44 3,45 2,82 2,22 1,88 1,66 1,52 1,39 1,27 1,20
63 12,21 8,16 5,60 4,35 3,55 2,80 2,37 2,10 1,92 1,75 1,60 1,51
80 15,51 10,36 7,11 5,52 4,51 3,55 3,01 2,66 2,43 2,22 2,04 1,91
90 17,45 11,66 8,00 6,22 5,07 4,00 3,39 3,00 2,74 2,50 2,29 2,15
100 19,39 12,96 8,89 6,91 5,63 4,44 3,77 3,33 3,04 2,77 2,54 2,39
125 16,19 11,11 8,63 7,04 5,55 4,71 4,16 3,80 3,47 3,18 2,99
150 19,43 13,33 10,36 8,45 6,66 5,65 4,99 4,56 4,16 3,82 3,59
175 22,67 15,55 12,08 9,86 7,77 6,59 5,83 5,32 4,85 4,45 4,19
200 25,91 17,77 13,81 11,27 8,89 7,53 6,66 6,08 5,55 5,09 4,78
225 29,15 19,99 15,54 12,67 10,00 8,47 7,49 6,84 6,24 5,72 5,38
250 22,22 17,26 14,08 11,11 9,41 8,32 7,60 6,93 6,36 5,98
275 15,49 12,22 10,36 9,15 8,36 7,63 7,00 6,58
300 13,33 11,30 9,99 9,12 8,32 7,63 7,18
325 12,24 10,82 9,88 9,01 8,27 7,77
350 11,65 10,64 9,71 8,90 8,37
375 11,41 10,40 9,54 8,97
400 11,09 10,18 9,57
450 11,45 10,76
500 11,96

Esempio Con un cavo trifase in rame della sezione di 50 mm2 e lunghezza 130 m (0,13 km) si alimenta
un motore trifase (400 V) che assorbe:
125 A nominali con cos ϕ = 0,8
625 A (pari a 5 In) in fase di avviamento con
cos ϕ = 0,35

La caduta di tensione sul quadro di alimentazione, per


effetto di altri carichi, è di 3,5 V tra le fasi.

Si chiede la caduta di tensione percentuale ai morsetti del S = 50 mm2 Cu


L = 130 m
motore nel funzionamento normale ed in fase di IB = 125 A
avviamento. IAVV = 625 A

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 35


Dimensionamento degli impianti

LA PROTEZIONE La protezione contro le sovracorrenti nelle reti di distribuzione elettrica in bassa tensione, è una
CONTRO componente importante del problema più generale della sicurezza e dall'affidabilità degli
LE SOVRACORRENTI
impianti elettrici.
In tale ottica è necessario che i conduttori attivi di un circuito elettrico siano protetti da uno o più
dispositivi in grado di interrompere automaticamente l'alimentazione quando si produce
sovracorrente.
Sovracorrente è una qualsiasi corrente superiore alla portata IZ che può circolare nel cavo.
Si tratta di correnti dannose, giacché producono aumenti di temperatura oltre il limite
ammissibile. In funzione della loro entità e del tempo di mantenimento le sovracorrenti possono
generare aumenti lenti o repentini della temperatura e anche la fusione degli isolanti se non
addirittura del conduttore di rame.
Per meglio studiare il problema si usa suddividere le sovracorrenti in due famiglie: i
sovraccarichi e i corto circuiti.
La protezione contro i sovraccarichi e i corto circuiti può essere assicurata sia in modo separato,
con dispositivi distinti, sia in modo unico con dispositivi che assicurano entrambe le protezioni.
Per assicurare la protezione il dispositivo deve:
- interrompere sia la corrente di sovraccarico sia quella di corto circuito, in qualunque punto
della linea, prima che esse provochino nel conduttore un riscaldamento tale da danneggiare
l'isolamento;
- essere installato in generale all'origine di ogni circuito e di tutte le derivazioni aventi portate
differenti (diverse sezioni dei conduttori, diverse condizioni di posa e ambientali, nonché un
diverso tipo di isolamento del conduttore) (Fig. 4.3).

● Fig. 4.3
Ciascuna partenza ha
un proprio dispositivo di
protezione

La frontiera tra sovracarico e cortocircuito è quanto mai labile e soggettiva, mancando un


oggettivo criterio per fissarla.
Anche le Norme CEI non si sbilanciano eccessivamente a riguardo; pur tuttavia studiano
separatamente queste correnti e ne prevedono il controllo e l'interruzione secondo procedure
diverse e quasi indipendenti.

36 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


La condizione di protezione dal sovraccarico di una conduttura avente corrente di impiego IB e
portata IZ è espressa dalle seguenti relazioni:

1) IB ≤ IN ≤ IZ 2) If ≤ 1,45 IZ

dove If è la corrente di intervento del dispositivo di protezione.


Come si nota, la corrente nominale IN del dispositivo di protezione deve essere compresa tra la
corrente di impiego IB e la portata del conduttore IZ e la sua corrente convenzionale di
intervento If non deve superare del 45% IZ entro il tempo convenzionale di apertura del relativo
dispositivo di protezione. Quest'ultima condizione si impone quando il dispositivo di protezione
ha caratteristica d'intervento non interamente contenuta entro valori inferiori alla curva limite di
sovraccaricabilità dei cavi.
Nella Fig. 4.4 si evidenzia la possibilità di trovare la migliore condizione di protezione solo nel
caso in cui la corrente di impiego IB è significativamente inferiore alla portata IZ dei conduttori.
I dispositivi di protezione contro i sovraccarichi possono essere installati in qualsiasi punto della
conduttura protetta purché a monte non sia prevista alcuna derivazione e la conduttura sia
protetta anche contro il cortocircuito.
Negli impianti IT la protezione contro i sovraccarichi deve sempre essere installata all’origine
del circuito a meno che:
- il circuito non sia protetto all’origine conto le correnti di guasto verso terra da un interruttore
differenziale;
- l’intero circuito, utilizzatori e condutture comprese, sia del tipo a doppio isolamento (classe II)

● Fig. 4.4
Condizioni limite (minima
e massima protezione)
di una conduttura
contro il sovraccarico

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 37


Dimensionamento degli impianti

LE CORRENTI Scopo del presente paragrafo è il calcolo delle correnti di corto circuito nei vari punti di
DI CORTO CIRCUITO diramazione dell’impianto e la conseguente appropriata scelta dei dispositivi di manovra e
protezione.

Pcc = 500 MVA R1 = (U202/Pcc • 103) cosϕcc = (4002/500 • 103) • 0,15 = 0,0480 mΩ

cosϕcc = 0,15 X1 = (U202/Pcc • 103) senϕcc = (4002/500 • 103) • 0,98 = 0,313 mΩ

Z1 = R12 + X12 = 0,317 mΩ

20000/400 V

U202 Ucc 4002 5


• • Ztrasf ≅ Xtrasf
1250 kVA
Ztrasf = = = 6,4 mΩ
Ucc% = 5% An 100 1250 100

Nella situazione circuitale presunta, la reattanza per metro


lineare Xl = 0,1 mΩ
Linea 4 x 240 mm2/
per fase L 12 Xl 0,1
lunghezza 12 m R3 = ρ = 18 • = 0,225 mΩ X3 = l • = 12 • = 0,30 mΩ
S 4 • 240 n° 4
conduttori

Supponendo la sezione del PE = 1/2 sezione di fase RPE = 0,45 mΩ XPE = 0,30 mΩ

Icc presunta = 32,91 kA


U20
Calcolo della Icc presunta:
3• (X1 + X2 + X3)2 + (R1 + R3)2

400 V
Icc presunta = = 32,91 kA
3• 2
(0,313 + 6,4 + 0,30) + (0,048 + 0,225) 2

È pertanto opportuno installare un apparecchio avente Icu ≥ Icc ossia, ad esempio un


MTS 160 N o MTS 250 N (Icu = 36 kA).

38 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


SCELTA Per la protezione lato BT dei trasformatori MT/BT la scelta degli interruttori deve tenere conto
DELL’INTERRUTTORE fondamentalmente della corrente nominale del trasformatore protetto, lato B.T., da cui
GENERALE A VALLE
dipendono la portata dell’interruttore e la taratura delle protezioni e della massima corrente di
corto circuito nel punto di installazione, che determina il potere di interruzione minimo che deve
DEI TRASFORMATORI
possedere l’apparecchio di protezione.
La corrente nominale del trasformatore, lato BT, viene
determinata dall’espressione
Sn x 103
√3 x U20
In =
Sn

con U20
Sn = potenza nominale del trasformatore, in kVA.
U20 = tensione nominale secondaria (a vuoto) del
trasformatore, in V.
In = corrente nominale del trasformatore, lato BT, in A
In
(valore efficace). Iccn
La corrente di corto circuito trifase a piena tensione,
immediatamente ai morsetti di BT del trasformatore, è
esprimibile con la relazione (nell’ipotesi di potenza
infinita al primario)
In x 100
Icn =
Ucc%
dove:
Ucc% = tensione di corto circuito del trasformatore, in %.
In = corrente nominale, lato BT, in A (valore efficace).
Icn = corrente di corto circuito nominale trifase, lato BT, in A (valore efficace).

La corrente di corto circuito si riduce, rispetto ai valori dedotti dall’espressione precedente, se


l’interruttore è installato ad una certa distanza dal trasformatore tramite un collegamento in
cavo o in sbarra, in funzione dell’impedenza del collegamento.

Scelta dell’interruttore La tabella che segue mostra alcune possibili scelte di interruttori MTS Gewiss in funzione delle
MTS Gewiss caratteristiche del trasformatore da proteggere.
Attenzione: le indicazioni sono valide alle condizioni indicate in tabella; per condizioni diverse
è necessario rivedere i calcoli e adeguare le scelte.

TAB. 4.14 - SCELTA DELL’INTERRUTTORE MTS IN FUNZIONE DEL TRASFORMATORE IN OLIO

SN [KVA] 50 100 160 200 250 315 400 500 630 800 1000
Ucc (1) % 4 4 4 4 4 4 4 4 6 6 6
In (2) [A] 72 144 231 289 361 455 577 722 909 1155 1443
Icn (2) [kA] 1,8 3,6 5,8 7,2 9 11,4 14,4 18 15,2 19,3 24,1
Perdite a vuoto W 90 320 460 550 650 780 930 1100 1300 1550 1700
Perdite in c.c. W 1100 1750 2350 2750 3250 3850 4600 5450 6500 7900 10500
Interruttore MTS Gewiss MTS160 MTS160 MTS250 MTSE630 MTSE630 MTSE630 MTSE800 MTSE800 MTSE1600 MTSE1600 MTSE1600
MTSE250 (400) (400)

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 39


Dimensionamento degli impianti

TAB. 4.15 - SCELTA DELL’INTERRUTTORE MTS IN FUNZIONE DEL TRASFORMATORE IN RESINA

SN [KVA] 100 160 200 250 315 400 500 630 800 1000
(1)
Ucc % 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6
In (2) [A] 144 231 289 361 455 577 722 909 1155 1443
Icn (2) [kA] 2,4 3,9 4,8 6 7,6 9,6 12,1 15,2 19,3 24,1
Perdite a vuoto W 360 480 560 645 780 910 1060 1210 1300 1655
Perdite in c.c. W 1785 2400 2820 3150 4050 4550 5600 6750 8000 9200
Interruttore MTS Gewiss MTS160 MTS250 MTSE630 MTSE630 MTSE630 MTSE800 MTSE800 MTSE1600 MTSE1600 MTSE1600
MTSE250 (400) (400)

(1) Per valori della tensione di corto circuito percentuale U’cc% diversi dai valori Ucc% indicati in tabella, la corrente di corto circuito nominale
trifase I’cn diventa:
Icn Ucc%
I’cn =
U’cc%
(2) I valori calcolati sono relativi ad una tensione U20 di 400 V, per valori di U’20 diversi, moltiplicare In e Icn per i fattori k seguenti:

Esempio applicativo

Per il calcolo della corrente nominale del trasformatore vale quanto indicato precedentemente.
Il potere di interruzione minimo di ogni interruttore di protezione lato BT deve risultare superiore
al maggiore dei seguenti valori (l’esempio è relativo alla macchina 1 della figura e vale per tre
macchine in parallelo):
- Icc1 (corrente di corto circuito del trasformatore 1) in caso di guasto immediatamente a valle
dell’interruttore I1;
- Icc2 + Icc3 (Icc2 e Icc3 = correnti di corto circuito dei trasformatori 2 e 3) in caso di corto circuito
a monte dell’interruttore I1.
Gli interruttori I4 e I5 sulle partenze devono possedere un potere di interruzione superiore
a Icc1 + Icc2 e Icc3; naturalmente il contributo alla corrente di corto circuito di ciascun
trasformatore viene attenuato dalla linea di collegamento trasformatore-interruttore (da
determinare caso per caso).

40 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Attenzione: la tabella sottostante fa riferimento alle condizioni specificate nella pagina
precedente; le indicazioni per la scelta degli interruttori sono fornite solo in funzione della corrente
di impiego e della corrente presunta di corto circuito. Per una scelta corretta devono essere
considerati anche altri fattori quali selettività, protezione di back-up, decisione di impiegare
interruttori limitatori, ecc. È quindi indispensabile una puntuale verifica da parte dei progettisti.
Occorre inoltre tenere presente che le correnti di corto circuito riportate in tabella sono
determinate nell’ipotesi di potenza infinita a monte dei trasformatori e trascurando le
impendenze delle sbarre e delle connessioni agli interruttori: i valori così determinanti
risultano superiori a quelli reali.

TAB. 4.16 - SCELTA DEGLI INTERRUTTORI MTS IN FUNZIONE DELLA CORRENTE D’IMPIEGO E DELLA CORRENTE PRESUNTA DI CORTOCIRCUITO
TRASFORMATORI INTERRUTTORE A (SECONDARIO DEL TRASFORMATORE) INTERRUTTORE B (PARTENZA LINEA UTENZA)

NUMERO DI CORRENTE CORRENTE CORRENTE


CORRENTE
TRASFORMATORI NOMINALE DEL DI CORTO CIRCUITO TOTALE
DI CORTO
IN PARALLELO TRASFORMATORE PRESUNTA TIPO DI DISPONIBILE CLASSE DI PRESTAZIONE
CIRCUITO
E RELATIVA LATO B.T. INTERRUTTORE IN CORTOCIRCUITO
PRESUNTA
POTENZA SN IN ICC I
[KA]
[KVA] [A] [KA] [A]
1x100 144 3,6 MTS160B 144 3,6 B
1x160 231 5,8 MTS250N/MTSE250N 231 5,8 B-N
1x250 361 9 MTSE630N (400A) 361 9 B-N
2x250 361 9 MTSE630N (400A) 722 18 N
1x400 577 14,4 MTSE630N 577 14,4 B-N
2x400 577 14,4 MTSE630N 1154 28,8 N-S
1x630 909 15,1 MTSE1600N (1000A) 909 15 N-S
2x630 909 15,1 MTSE1600N (1000A) 1818 30 S-H
3x630 909 30,2 MTSE1600N (1000A) 2727 45 S-H
1x800 1155 19,3 MTSE1600N (1250A) 1155 19,3 N-S
2x800 1155 19,3 MTSE1600N (1250A) 2310 38,6 S-H
3x800 1155 38,6 MTSE1600N (1250A) 3465 57,9 L
1x1000 1443 24,1 MTSE1600N 1443 24,1 S-H
2x1000 1443 24,1 MTSE1600N 2686 48,2 H
3x1000 1443 48,2 MTSE1600S 4329 72,3 L

Scelta rapida La tabella che segue permette di definire il valore della corrente di cortocircuito trifase in un
degli interruttori punto della rete a valle di un cavo conoscendo i seguenti dati:
secondari e terminali - Il valore della corrente di cortocircuito trifase a monte del cavo.
- La lunghezza e la sezione del cavo (supponendo che sia in rame).
Conoscendo il valore della corrente di cortocircuito a valle risulterà agevole dimensionare in
modo corretto l’interruttore automatico scegliendo un potere di interruzione almeno pari o
superiore al valore della corrente di cortocircuito Icc. nel punto di installazione.
Nota: qualora i valori della Icc a monte e della lunghezza del cavo, non risultino in tabella, è
opportuno adottare i seguenti valori:
- Il valore della Icc a monte immediatamente superiore.
- La lunghezza del cavo immediatamente inferiore
In questo modo la Icc a valle risulterà sempre maggiore di quella effettiva a favore della sicurezza.

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Dimensionamento degli impianti

TAB. 4.17 - DETERMINAZIONE ICC A VALLE DI UN CAVO

SEZIONE
2
DEI CAVI [MM ] LUNGHEZZA DEI CAVI [M]

1,5 1,2 1,7 2,3 3,3 5 6 9 12


2,5 1 1,4 1,9 2,6 3,9 5 6 10 13 16
4 1,2 1,6 2,3 3 4 6 8 10 17 20 25
6 1,2 1,7 2,4 3,4 5 6 9 12 15 25 30 37
10 1 1,4 2 2,8 3,9 6 7 10 15 21 25 41 50 62
16 1,1 1,6 2,2 3,1 4 6 9 12 16 24 33 39 66 70 99
25 1,2 1,6 2,3 3,3 5 7 9 14 18 25 38 51 61 103 123 154
35 esempio 1 1,5 2,1 3,1 5 6 9 13 19 25 34 52 71 85 143 174 215
50 1,3 2 2,8 4 6 9 13 18 26 35 48 74 99 120 201 242 303
70 1,6 2,5 3,6 5 8 12 17 24 36 48 66 101 136 164 276 332
95 1,9 2,9 4 7 10 15 22 31 46 62 86 132 178 215 362 435
120 2,1 3,3 5 8 12 17 26 37 55 76 104 160 217 262
150 2,3 3,6 5 8 13 20 30 43 65 89 122 189 256 310
185 2,4 3,9 6 9 15 22 34 49 74 102 140 218 295 357
240 2,6 4 6 10 16 24 37 55 84 116 161 250 340
300 2,7 4 7 11 17 26 41 60 92 127 177 276 375
2 x 120 4 7 10 15 23 35 52 74 111 151 208 321
2 x 150 5 7 11 17 26 39 59 86 129 177 244 378
2 x 185 5 8 12 18 29 44 67 98 147 203 281
3 x 120 6 10 15 23 35 52 77 112 166 227 312
3 x 150 7 11 16 25 39 59 89 130 194 266 367
3 x 185 7 12 17 28 44 66 100 147 221 304
Icc a monte [kA] Icc a valle [kA]
100 91 86 80 71 60 49 38 29 21 16 12 8 6 5 3 3 2
90 83 79 74 67 57 47 37 29 21 16 12 8 6 5 3 3 2
80 75 72 68 61 53 45 36 28 21 16 12 8 6 5 3 3 2
70 66 64 61 55 49 42 34 27 20 16 12 8 6 5 3 3 2
60 57 55 53 49 44 38 32 25 19 15 12 8 6 5 3 3 2
50 48 47 45 42 38 34 29 24 18 15 11 8 6 5 3 3 2
45 44 43 41 39 36 32 27 23 18 14 11 8 6 5 3 3 2
40 39 38 37 35 32 29 25 21 17 14 11 8 6 5 3 3 2
35 esempio 34 34 33 31 29 27 23 20 16 13 11 8 6 5 3 3 2
30 30 29 29 27 26 24 21 18 15 13 10 7 6 5 3 3 2
25 25 25 24 23 22 21 19 17 14 12 10 7 6 5 3 3 2
22 22 22 21 21 20 19 17 15 13 11 9 7 6 5 3 3 2
15 15 15 15 15 14 13 13 12 10 9 8 6 5 4 3 3 2
10 10 10 10 10 10 10 9 9 8 7 6 5 4 4 3 3 2
7 7 7 7 7 7 7 7 7 6 6 5 4 4 4 3 3 2
5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 4 4 4 3 3 2 2 2
4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 3 3 3 2 2 2
Note alla tabella:
1) I valori della tabella sono stati calcolati considerando:
La tensione trifase di 400 V
I cavi trifasi in rame
La temperatura del rame di 20° C
2) Nel caso di una tensione trifase concatenata di 230 V dividere le lunghezze indicate nella tabella per √3 = 1,732
3) Se sono installati cavi in parallelo occorre dividere la lunghezza per in numero dei cavi in parallelo.

42 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


CRITERI PER LA SCELTA I criteri per la scelta del dispositivo di protezione contro i cortocircuiti vengono indicati dalla
DELLE PROTEZIONI Norma CEI 64-8 al capitolo 53.
CONTRO IL Tutti i conduttori devono risultare adeguatamente protetti dal cortocircuito all’inizio della conduttura
CORTOCIRCUITO fatta eccezione per i seguenti tre casi per i quali è richiesta però la verifica del minimo pericolo in
caso di cortocircuito e che non vi sia presenza nelle vicinanze di materiali combustibili:
1) condutture che collegano sorgenti di energia (generatori, batterie, trasformatori, raddrizzatori)
con i rispettivi quadri purché siano previsti su questi ultimi adeguati dispositivi di protezione;
2) circuiti la cui interruzione improvvisa può dar luogo a pericoli;
3) alcuni circuiti di misura.

E’ concesso installare il dispositivo di protezione dal cortocircuito entro una distanza massima
di 3 m dall’inizio della conduttura quando il tratto considerato sia realizzato in modo tale da
rendere minima la possibilità che si manifesti un cortocircuito e che sia ridotto al minimo il
pericolo di incendio o di danni alle persone.
I dispositivi per la protezione da cortocircuito devono:
a) presentare un potere di interruzione adeguato in funzione della massima corrente presunta
di cortocircuito che si può manifestare nel circuito considerato. Per i circuiti trifase occorre
considerare sia il guasto trifase che quello monofase.
b) intervenire in tempi tali da evitare surriscaldamenti dei conduttori oltre il limite ammesso.

Questa condizione deve essere verificata in qualsiasi punto dell’impianto (normalmente


all’inizio e nel punto più lontano della conduttura).

La condizione da rispettare per corto circuito all’inizio della conduttura è:

Icc2t ≤ K2S2

La precedente condizione è verificata quando la curva di K2 S2 si trova sopra la caratteristica


I2t del dispositivo di protezione per tutti i valori fino alla corrente Icc presunta.
Nei casi in cui la protezione termica del cavo è omessa o sovradimensionata bisogna verificare anche
la condizione di cortocircuito nel punto più lontano della conduttura. Questo si realizza calcolando la
Iccmin e confrontandola con la corrente magnetica del dispositivo di protezione Iccmin ≥ Im.
La Norma CEI 64-8, all’art. 533.3 (commento) suggerisce una formula approssimativa per
calcolare Icc in fondo ad una conduttura basata sui presupposti che, durante il cortocircuito,
all’inizio della conduttura considerata si abbia una tensione pari all’80% del valore nominale e
la resistenza della linea aumenti del 50% per l’incremento della temperatura del cavo in corto
circuito. Nel caso invece in cui sia nota l’impedenza del circuito a monte della linea la formula
non è più valida, pur restando validi i coefficienti riduttivi.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 43


Dimensionamento degli impianti

A) in caso di neutro non distribuito (cortocircuito fase-fase)


0,8U
Icc/MIN =
1,5 2L
S
dove:
U = tensione concatenata
ρ = resistività del conduttore a 20°C (Ω mm2/m)
L = lunghezza della conduttura protetta (m)
S = sezione della conduttura protetta (mm2)

B) in caso di neutro distribuito (cortocircuito fase-neutro)

dove:
ρ, L, S hanno gli stessi significati di cui al punto (A)
Uo = tensione di fase
m = rapporto tra la resistenza del conduttore di neutro e quella del conduttore di fase (rapporto
tra le sezioni se sono costituite dallo stesso materiale).

Le due formule non tengono conto della reattanza delle condutture; occorre perciò introdurre in
caso di cavi con sezione superiore a 95 mm2 i seguenti fattori correttivi.

2
SEZIONE MM 120 150 185 240
K 0,9 0,85 0,80 0,75

Anche se si utilizzano interruttori automatici, non correttamente scelti per la protezione da


sovraccarico, occorre verificare sia il valore massimo sia quello minimo della corrente di cortocircuito.
La Fig. 4.3 mostra una conduttura protetta sia dal cortocircuito che dal sovraccarico, mentre la
Fig. 4.4 rappresenta una conduttura protetta parzialmente solo dal cortocircuito.

● Fig. 4.5
Cavo protetto
dal sovraccarico

44 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


● Fig. 4.6
Cavo non protetto
dal sovraccarico

Lunghezza massima
protetta

Le tabelle che seguono devono essere usate quando non è presente la protezione termica, e
tengono conto di un coefficiente di tolleranza di intervento magnetico di 1,2.

● Tab. 4.18 S fase S fase


Fattore di correzione da
=1 =2
S neutro S neutro
applicare alle lunghezze
massime
TRIFASE 400 V O BIFASE 400 V SENZA NEUTRO 1
TRIFASE 400 V + NEUTRO 0,58 0,39
MONOFASE 230 V FASE + NEUTRO 0,58

Note: nelle formule si è tenuto conto di una riduzione dell’80 % della tensione di alimentazione
dovuta alla corrente di cortocircuito rispetto alla tensione nominale di alimentazione (coeff. 0,8
e dell’aumento della resistenza dei conduttori dovuti al riscaldamento (coeff. 1,5).

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 45


Dimensionamento degli impianti

TAB. 4.19 - PROTEZIONE DEL CAVO - LUNGHEZZA MASSIMA PROTETTA [M]

sez. regolazione magnetica [A]


[mm2] 20 30 40 50 60 70 80 90 100 120 140 160 180 200 240 280 320 400 440 480 520
1,5 370 247 185 148 123 106 93 82 74 62 53 46 41 37 31 26 23 19 17 15 14
2,5 617 412 309 247 206 176 154 137 123 103 88 77 69 62 51 44 39 31 28 26 24
4 658 494 395 329 282 247 219 198 165 141 123 110 99 82 71 62 49 45 41 38
6 741 593 494 423 370 329 296 247 212 185 165 148 123 106 93 74 67 62 57
10 705 617 549 494 412 353 309 274 247 206 176 154 123 112 103 95
16 790 658 564 494 439 395 329 282 247 198 180 165 152
25 772 686 617 514 441 386 309 281 257 237
35 720 617 540 432 393 360 332
50 772 617 561 514 475
70 786 720 665
95
120
150
185
240
300

TAB. 4.20 - PROTEZIONE DEL CAVO - LUNGHEZZA MASSIMA PROTETTA [M]

sez. regolazione magnetica [A]


2
[mm ] 560 600 650 700 800 900 1000 1100 1250 1600 2000 2500 3200 4000 5000 6300 8000 10000 12500
1,5
2,5
4 35 33 30 28 25 22 20
6 53 49 46 42 37 33 30 27
10 88 82 76 71 62 55 49 45 40 31 25 20
16 141 132 122 113 99 88 79 72 63 49 40 32 25 20
25 220 206 190 176 154 137 123 112 99 77 62 49 39 31 25 20 15 12 10
35 309 288 266 247 216 192 173 157 138 108 86 69 54 43 35 27 22 17 14
50 441 412 380 353 309 274 247 224 198 154 123 99 77 62 49 39 31 25 20
70 617 576 532 494 432 384 346 314 277 216 173 138 108 86 69 55 43 35 28
95 670 586 521 469 426 375 293 235 188 147 117 94 74 59 47 38
120 667 593 533 485 427 333 267 213 167 133 107 85 67 53 43
150 630 572 504 394 315 252 197 157 126 100 79 63 50
185 664 585 457 365 292 228 183 146 116 91 73 58
240 556 444 356 278 222 178 141 111 89 71
300 667 533 427 333 267 213 169 133 107 85

46 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


RIFASAMENTO Generalmente, nelle applicazioni industriali, gli utilizzatori sono di tipo ohmico-induttivo e
possono presentare un angolo di sfasamento tensione-corrente ϕ che può essere anche
Calcolo della particolarmente elevato. Si rende allora necessario rifasare, cioè diminuire tale angolo per
potenza rifasante ridurre il modulo della corrente totale IT circolante in linea.
Per rifasare si allaccia in parallelo al carico un condensatore che assorbe una corrente IC
sfasata di 90° in anticipo rispetto la tensione come mostrato nella Fig. 4.7.

● Fig. 4.7
Esempio di rifasamento di
un carico ohmico-induttivo
e diagramma fasoriale
prima del rinfasamento
(interruttore T aperto) e
dopo rifasamento
(interrutore T chiuso)

Il valore della capacità C e della potenza della batteria di condensatori, necessaria per
effettuare il rifasamento (nel contratto con l’Ente distributore è di norma sufficiente garantire un
cosϕ ≥ 0.9) è dato dalle seguenti formule:

rifasamento parziale P(tgϕ - tgϕ‘)


C = P C = P (tgϕ - tgϕ‘)
2πfV 2
dove:
P = potenza attiva dell’utilizzatore
tgϕ = tangente dell’angolo ϕ dell’utilizzatore (ricavabile dal cosϕ dello stesso) ovverosia
rapporto tra la reattanza induttiva e la resistenza dell’utilizzatore
tgϕ’ = tangente dell’angolo ϕ’ ossia dell’angolo tensione-corrente dopo il rifasamento (nel
caso si rifasi a cos ϕ’ = 0.9 si ha : tg ϕ’= 0.484)
f = frequenza di rete (50 Hz)
V = tensione di rete di alimentazione dell’utilizzatore.

● Tab. 4.21 MOTORE ASINCRONO cos ϕ tg ϕ


Cos ϕ di alcune
FATTORE DI CARICO % 0 0,17 5,80
apparecchiature
25 0,55 1,52
50 0,73 0,94
75 0,80 0,75
100 0,85 0,62
LAMPADE A INCANDESCENZA ≈1 ≈0
LAMPADE FLUORESCENTI NON RIFASATE ≈ 0,5 ≈ 1,73
LAMPADE FLUORESCENTI RIFASATE 0,86÷0,93 0,59÷0,39
LAMPADE A SCARICA 0,4÷0,6 2,29÷1,33
FORNI A RESISTENZA ≈1 ≈0
SALDATURA A PUNTI 0,8÷0,9 0,75÷0,48
SALDATURA AD ARCO ALIMENTATA DA GRUPPO STATICO MONOFASE ≈ 0,5 ≈ 1,73
TRASFORMATORE-RADDRIZZATORE 0,7÷0,8 1,02÷0,75

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 47


Dimensionamento degli impianti

TAB. 4.22 - FATTORE DI CALCOLO DELLA POTENZA DELLA BATTERIA DI CONDENSATORI DI RIFASAMENTO KC [KVAR/KW]
COSϕ DI PARTENZA COSϕ’ DA OTTENERE

0,80 0,85 0,90 0,91 0,92 0,93 0,94 0,95 0,96 0,97 0,98 0,99 1
0,40 1,557 1,668 1,805 1,832 1,861 1,895 1,924 1,959 1,998 2,037 2,085 2,146 2,288
0,41 1,474 1,605 1,742 1,769 1,798 1,831 1,860 1,896 1,935 1,973 2,021 2,082 2,225
0,42 1,413 1,544 1,681 1,769 1,738 1,771 1,800 1,836 1,874 1,913 1,961 2,022 2,164
0,43 1,356 1,487 1,624 1,709 1,680 1,713 1,742 1,778 1,816 1,855 1,903 1,964 2,107
0,44 1,290 1,421 1,558 1,651 1,614 1,647 1,677 1,712 1,751 1,790 1,837 1,899 2,041
0,45 1,230 1,360 1,501 1,586 1,561 1,592 1,626 1,659 1,695 1,737 1,784 1,846 1,988
0,46 1,179 1,309 1,446 1,532 1,502 1,533 1,567 1,600 1,636 1,677 1,725 1,786 1,929
0,47 1,130 1,260 1,397 1,473 1,454 1,485 1,519 1,532 1,588 1,629 1,677 1,758 1,881
0,48 1,076 1,206 1,343 1,425 1,400 1,430 1,464 1,497 1,534 1,575 1,623 1,684 1,826
0,49 1,030 1,160 1,297 1,370 1,355 1,386 1,420 1,453 1,489 1,530 1,578 1,639 1,782
0,50 0,982 1,112 1,248 1,326 1,303 1,337 1,369 1,403 1,441 1,481 1,529 1,590 1,732
0,51 0,936 1,066 1,202 1,276 1,257 1,291 1,323 1,357 1,395 1,435 1,483 1,544 1,686
0,52 0,894 1,024 1,160 1,230 1,215 1,249 1,281 1,315 1,353 1,393 1,441 1,502 1,644
0,53 0,850 0,980 1,116 1,188 1,171 1,205 1,237 1,271 1,309 1,349 1,397 1,458 1,600
0,54 0,809 0,939 1,075 1,144 1,130 1,164 1,196 1,230 1,268 1,308 1,356 1,417 1,559
0,55 0,769 0,899 1,035 1,103 1,090 1,124 1,156 1,190 1,228 1,268 1,316 1,377 1,519
0,56 0,730 0,865 0,996 1,063 1,051 1,085 1,117 1,151 1,189 1,229 1,277 1,338 1,480
0,57 0,692 0,822 0,958 0,986 1,013 1,047 1,079 1,113 1,151 1,191 1,239 1,300 1,442
0,58 0,665 0,785 0,921 0,949 0,976 1,010 1,042 1,076 1,114 1,154 1,202 1,263 1,405
0,59 0,618 0,748 0,884 0,912 0,939 0,973 1,005 1,039 1,077 1,117 1,165 1,226 1,368
0,60 0,584 0,714 0,849 0,878 0,905 0,939 0,971 1,005 1,043 1,083 1,131 1,192 1,334
0,61 0,549 0,679 0,815 0,843 0,870 0,904 0,936 0,970 1,008 1,048 1,096 1,157 1,299
0,62 0,515 0,645 0,781 0,809 0,836 0,870 0,902 0,936 0,974 1,014 1,062 1,123 1,265
0,63 0,483 0,613 0,749 0,777 0,804 0,838 0,870 0,904 0,942 0,982 1,030 1,091 1,233
0,64 0,450 0,580 0,716 0,744 0,771 0,805 0,837 0,871 0,909 0,949 0,997 1,058 1,200
0,65 0,419 0,549 0,685 0,713 0,740 0,774 0,806 0,840 0,878 0,918 0,966 1,007 1,169
0,66 0,388 0,518 0,654 0,682 0,709 0,743 0,775 0,809 0,847 0,887 0,935 0,996 1,138
0,67 0,358 0,488 0,624 0,652 0,679 0,713 0,745 0,779 0,817 0,857 0,905 0,966 1,108
0,68 0,329 0,459 0,595 0,623 0,650 0,684 0,716 0,750 0,788 0,828 0,876 0,937 1,079
0,69 0,299 0,429 0,565 0,593 0,620 0,654 0,686 0,720 0,758 0,798 0,840 0,907 1,049
0,70 0,270 0,400 0,536 0,564 0,591 0,625 0,657 0,691 0,729 0,769 0,811 0,878 1,020
0,71 0,242 0,372 0,508 0,536 0,563 0,597 0,629 0,663 0,701 0,741 0,783 0,850 0,992
0,72 0,213 0,343 0,479 0,507 0,534 0,568 0,600 0,634 0,672 0,712 0,754 0,821 0,963
0,73 0,186 0,316 0,452 0,400 0,507 0,541 0,573 0,607 0,645 0,685 0,727 0,794 0,936
0,74 0,159 0,289 0,425 0,453 0,480 0,514 0,546 0,580 0,616 0,658 0,700 0,767 0,909
0,75 0,132 0,262 0,398 0,426 0,453 0,487 0,519 0,553 0,591 0,631 0,673 0,740 0,882
0,76 0,105 0,235 0,371 0,399 0,426 0,460 0,492 0,526 0,564 0,604 0,652 0,713 0,855
0,77 0,079 0,209 0,345 0,373 0,400 0,434 0,466 0,500 0,538 0,578 0,620 0,687 0,829
0,78 0,053 0,183 0,319 0,347 0,374 0,408 0,440 0,474 0,512 0,552 0,594 0,661 0,803
0,79 0,026 0,156 0,292 0,320 0,347 0,381 0,413 0,447 0,485 0,525 0,567 0,634 0,776
0,80 0,130 0,266 0,294 0,321 0,355 0,387 0,421 0,459 0,499 0,541 0,608 0,750
0,81 0,104 0,240 0,268 0,295 0,329 0,361 0,395 0,433 0,473 0,515 0,582 0,724
0,82 0,078 0,214 0,242 0,269 0,303 0,335 0,369 0,407 0,447 0,489 0,556 0,698
0,83 0,052 0,188 0,216 0,243 0,277 0,309 0,343 0,381 0,421 0,463 0,530 0,672
0,84 0,026 0,162 0,190 0,217 0,251 0,283 0,317 0,355 0,395 0,437 0,504 0,645
0,85 0,136 0,164 0,191 0,225 0,257 0,291 0,329 0,369 0,417 0,478 0,620
0,86 0,109 0,140 0,167 0,198 0,230 0,264 0,301 0,343 0,390 0,450 0,593
0,87 0,083 0,114 0,141 0,172 0,204 0,238 0,275 0,317 0,364 0,424 0,567
0,88 0,054 0,085 0,112 0,143 0,175 0,209 0,246 0,288 0,335 0,395 0,538
0,89 0,028 0,059 0,086 0,117 0,149 0,183 0,230 0,262 0,309 0,369 0,512
0,90 0,031 0,058 0,089 0,121 0,155 0,192 0,234 0,281 0,341 0,484
Nota:
Qc = Kc P
con P = potenza attiva e Kc ricavato dalla tabella

48 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Scelta del tipo Il procedimento di scelta dell’interruttore e relative tarature degli sganciatori magnetotermici, si
di interruttore imposta nel seguente modo:
le norme IEC 831-1 e IEC 931-1 affermano che i condensatori devono poter funzionare a
regime con una corrente fino a 1,3 Ic del condensatore stesso, in valore efficace (ciò è dovuto
alla possibile presenza di armoniche di tensione in rete, causate ad esempio dalla saturazione
di circuiti magnetici di trsformatori a motori o da circuiti di conversione statica) e che è
ammessa una tolleranza del 10% in più sul valore reale della capacità rispetto a quello
corrispondente alla sua potenza nominale. Per cui sia il contattore sia l’interruttore devono
essere in grado di portare in permanenza una corrente pari a:

1,3 • 1,1 In = 1,43 In

Nella Tab. 4.23 vengono indicati tutti i dati utili per la scelta di un interruttore MTS per manovra
di batterie di condensatori.
Si precisa inoltre che, a regime, la presenza o meno di altre batterie di condensatori in parallelo
a quella manovrata dall’interruttore non apporti alcun peggioramento delle condizioni di
esercizio.
La scelta del tipo di interruttore, dovrà essere fatta tenendo conto anche del valore della corrente
di corto circuito presunta a monte dell’interruttore: a parità di corrente nominale, quindi, potrà
essere scelto nella Tab. 4.23 l’interruttore avente l’adeguato potere di interruzione.

● Tab. 4.23 MASSIMA POTENZA DELLA BATTERIA CORRENTE


Scelta degli interruttori INTERRUTTORE
DI CONDENSATORI IN KVAR NOMINALE
GEWISS in funzione della
400V 230V 230V
potenza della batteria di Tipo [A]
COLLEGAMENTO A TRIANGOLO COLLEGAMENTO A STELLA COLLEGAMENTO A TRIANGOLO
condensatori
10 3 5,5 MT 60 - MT 100 (D25) 25
20 6,5 11 MTHP 160 (D63) 50
30 10 16,5 MTHP 160 (D80) 63
40 13 22 MTHP 160 (D100) 100
50 16 27,5 MTS 160 B/N (125A) 125
70 13 38,5 MTS 160 B/N (125A) 160
100 33 55 MTS/MTSE 250 N/H/L (250A) 250
150 50 82,5 MTS/MTSE 630 N/H/L (320A) 320
125 41 69 MTS/MTSE 630 N/H/L (320A) 320
175 58 96,5 MTS/MTSE 630 N/H/L (400A) 400
200 66 110 MTS/MTSE 630 N/H/L (500A) 500

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 49


Dimensionamento degli impianti

Tabelle per la scelta Le tabelle che seguono sono idonee alla scelta della potenza reattiva da installare per il
della potenza reattiva rifasamento dei motori asincroni trifasi e per trasformatori trifasi. In riferimento alla Tab. 4.23si
deve scegliere l’interruttore della serie MTS corrispondente alla potenza reattiva scelta.

● Tab. 4.24 TRASFORMATORI IN OLIO PERDITE SECONDO TRASFORMATORI IN RESINA


Potenza reattiva da NORMA CEI 14-13 LISTA A NORMA CEI14-13 LISTA A
installare [kVAR]
Potenza Qr a vuoto Qr a carico Qr a vuoto Qr a carico
nominale [kVA]
100 2,5 6,1 2,5 8,1
160 3,7 9,6 3,6 12,9
200 4,4 11,9 4,2 15,8
250 5,3 14,7 4,9 19,5
315 6,3 18,3 5,6 24,0
400 7,5 22,9 5,9 29,3
500 9,4 28,7 7,4 36,7
630 11,3 35,7 8,0 45,1
800 13,5 60,8 10,2 57,4
1000 14,9 74,1 11,8 70,9
1250 17,4 91,4 14,7 88,8
1600 20,6 115,4 18,9 113,8
2000 23,8 142,0 21,6 140,2
2500 27,2 175,2 24,5 173,1
3000 29,7 207,5 - -
3150 - - 30,9 250,4

● Tab. 4.25 MOTORI TRIFASE: 230/400 V


Potenza reattiva da
POTENZA NOMINALE VELOCITÀ DI ROTAZIONE [G/MIN]
installare [kVAR]
[kW] [CV] 3000 1500 1000 750
22 30 6 8 9 10
30 40 7,5 10 11 12,5
37 50 9 11 12,5 16
45 60 11 13 14 17
55 75 13 17 18 21
75 100 17 22 25 28
90 125 20 25 27 30
110 150 24 29 33 37
132 180 31 36 38 43
160 218 25 41 44 52
200 274 43 47 53 61
250 340 52 57 63 71
280 380 57 63 70 79
355 482 67 76 86 98
400 544 78 82 97 106
450 610 87 93 107 117

50 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

GLI INTERRUTTORI Gli interruttori automatici modulari rispondono ai requisiti delle norme CEI EN 60898 e CEI EN
MODULARI SERIE 90 60947-2.
Sono caratterizzati dall’avere dispositivi di protezione contro le sovracorrenti aventi curve
d’intervento diverse in funzione delle applicazioni impiantistiche (Fig. 5.2, 5.3, 5.4).
Queste curve si differenziano per il diverso campo di funzionamento degli sganciatori
magnetici.

● Tab. 5.1 FREQUENZA NOMINALE 50/60 Hz


Principali caratteristiche
TENSIONE NOMINALE 400 V
degli interruttori
CORRENTE NOMINALE MAX. 125 A
automatici modulari
serie 90 POTERE D’INTERRUZIONE MAX. 25 kA
TEMPERATURA DI RIFERIMENTO 30 ° C

● Fig. 5.1
Serie 90
Apparecchi modulari

Caratteristica È costituita dal diagramma generalmente logaritmico indicato nelle successive figure che
di intervento rappresentano per uno specifico tipo di interruttore i tempi di intervento in funzione della
degli sganciatori sovracorrente.
termici e magnetici

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 51


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

CORRENTI DI PROVA

INTERVENTO TERMICO INTERVENTO ELETTROMAGNETICO

Caratteristica Corrente Corrente di Corrente di Tempo di Corrente di Corrente di Tempo di


di intervento nominale non intervento intervento intervento prova prova intervento
In Inf If intervento intervento
Im1 Im2
B da 6 a 63 A 1.13 In >1h 3 In > 0.1 s
1.45 In <1h 5 In < 0.1 s

● Fig. 5.2
In corrente nominale di funzionamento che non deve provocare l’intervento
dell’interruttore.
Curva di intervento
Inf corrente convenzionale di non intervento è quella corrente che
tempo/corrente
l’interruttore deve poter sopportare senza intervenire.
caratteristica B
If corrente convenzionale di intervento è quella corrente che sicuramente
provoca l’intervento dell’apparecchio entro il tempo convenzionale.
Im Corrente di intervento istantaneo è la minima corrente che sicuramente
provoca l’intervento dello sganciatore elettromagnetico
Nel tratto compreso fra Inf e If l’intervento è incerto.
Prima del limite Inf non si dovrebbe avere possibilità di intervento degli
sganciatori
Dopo il limite verticale di If l’intervento sarà sicuro.

CORRENTI DI PROVA

INTERVENTO TERMICO INTERVENTO ELETTROMAGNETICO

Caratteristica Corrente Corrente di Corrente di Tempo di Corrente di Corrente di Tempo di


di intervento nominale non intervento intervento intervento prova prova intervento
In Inf If intervento intervento
Im1 Im2
C da 1 a 125 A 1.13 In >1h 5 In > 0.1 s
1.45 In <1h 10 In < 0.1 s

● Fig. 5.3
In corrente nominale di funzionamento che non deve provocare l’intervento
dell’interruttore.
Curva di intervento
Inf corrente convenzionale di non intervento è quella corrente che
tempo/corrente
l’interruttore deve poter sopportare senza intervenire.
caratteristica C
If corrente convenzionale di intervento è quella corrente che sicuramente
provoca l’intervento dell’apparecchio entro il tempo convenzionale.
Im Corrente di intervento istantaneo è la minima corrente che sicuramente
provoca l’intervento dello sganciatore elettromagnetico
Nel tratto compreso fra Inf e If l’intervento è incerto.
Prima del limite Inf non si dovrebbe avere possibilità di intervento degli
sganciatori
Dopo il limite verticale di If l’intervento sarà sicuro.

52 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


CORRENTI DI PROVA

INTERVENTO TERMICO INTERVENTO ELETTROMAGNETICO

Caratteristica Corrente Corrente di Corrente di Tempo di Corrente di Corrente di Tempo di


di intervento nominale non intervento intervento intervento prova prova intervento
In Inf If intervento intervento
Im1 Im2
D da 6 a 100 A 1.13 In >1h 10 In > 0.15 s
da 6 a 100 A 1.45 In <1h 20 In < 0.15 s

● Fig. 5.4
In corrente nominale di funzionamento che non deve provocare l’intervento
dell’interruttore.
Curva di intervento
Inf corrente convenzionale di non intervento è quella corrente che
tempo/corrente
l’interruttore deve poter sopportare senza intervenire.
caratteristica D
If corrente convenzionale di intervento è quella corrente che sicuramente
provoca l’intervento dell’apparecchio entro il tempo convenzionale.
Im Corrente di intervento istantaneo è la minima corrente che sicuramente
provoca l’intervento dello sganciatore elettromagnetico
Nel tratto compreso fra Inf e If l’intervento è incerto.
Prima del limite Inf non si dovrebbe avere possibilità di intervento degli
sganciatori
Dopo il limite verticale di If l’intervento sarà sicuro.

Gli interruttori automatici con caratteristica B vengono forniti per la protezione di carichi
resistivi (scaldabagni elettrici, apparecchi elettrici di riscaldamento, fornelli ecc.) e di linee per
impianti di illuminazione di una certa lunghezza, gli interruttori con caratteristica C sono adatti
per la protezione, in generale, di tutti i tipi di circuiti con carichi resistivi o limitatamente induttivi
(lampade a fluorescenza e a scarica di gas, apparecchi televisivi ecc.).
In alternativa possono essere installati anche gli interruttori con caratteristica D, per carichi
fortemente induttivi o con elevate correnti di inserzione, come trasformatori, batterie di
condensatori ecc.
La gamma degli interruttori modulari GEWISS è completata dalle versioni per corrente
continua, dagli interruttori salvamotore, dagli interruttori differenziali magnetotermici e dagli
interruttori per applicazione speciali.

Scelta La scelta degli apparecchi deve essere effettuata in funzione dei seguenti parametri principali:
degli apparecchi Corrente nominale di impiego (In): è la corrente che l’apparecchio può sopportare in servizio
ininterrotto e corrisponde anche alla corrente termica dell’interruttore.
Tensione nominale di impiego (Ue): è il valore della tensione di progetto che il costruttore
prescrive unitamente alla corrente nominale. Ogni apparecchio può avere diverse tensioni
nominali di impiego in relazione al servizio ed alle prestazioni che deve svolgere.
Tensione nominale di isolamento (Ui): costituisce il valore per il quale è stato dimensionato e
verificato con prove, l’isolamento elettrico dell’apparecchio.
Potere di interruzione nominale in cortocircuito (Icn): rappresenta il massimo valore della
corrente di cortocircuito che l’apparecchio è in grado di interrompere per due volte secondo un
determinato ciclo.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 53


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

TAB. 5.2 - DATI TECNICI MAGNETOTERMICI


TIPO MTC
MTC 45 MTC 60 MTC 100

corrente nominale In [A] 6-32 6-32 6-32


categoria di impiego A A A
tensione nominale di impiego Ue [V] 230/400 230/400 230/400
tensione di isolamento Ui [V] 500 500 500
frequenza nominale [Hz] 50/60 50/60 50/60
tensione nominale di tenuta ad impulso Uimp [kV] 4 4 4
numero di poli 1 1+N 2,3,4 1 1+N,2 3,4 1+N, 2
CA IEC 60898 - CEI EN 60898 [A]
Icn 4500 6000 10000
Ics 1 Icn 1 Icn 0,75 Icn
CA IEC 60947-2 - CEI EN 60947-2 [kA] Ue [V]
Icu 230 4,5 6 6 7,5 10 10(1)
Potere di interruzione

400 4,5 4,5 6 (2P) 6


Ics 100% Icu 75% Icu 75% Icu
CC IEC 60947-2 - CEI EN 60947-2 [kA] Ue [V]
Icu (1 polo) 50 6 10
Ics 6 10
Icu (2 poli in serie) 110 6 10 10 (15 a 50V)
Ics 6 10 10 (15 a 50V)
Icu (4 poli in serie) 220 4,5 6
Ics 4,5 6
rigido ≤16 ≤16 ≤16
collegamento sezione cavo [mm2]
flessibile ≤10 ≤10 ≤10
durata elettrica (numero di cicli O-C) 10000 10000 10000
numero massimo accessori impiegabili 3 3 3
alimentazione monte/valle si si si
sezionamento visualizzato si si si
tipo di differenziale diff. monoblocco MDC diff. monoblocco MDC diff. monoblocco MDC
morsetti (con coprimorsetti) IP40 IP40 IP40
grado di protezione
altre parti IP40 IP40 IP40
tropicalizzazione 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95%
temperatura di impiego [°C] -25 +60 -25 +60 -25 +60
temperatura di riferimento [°C] 30 30 30
curva C C C
correnti nominali disponibili In [A]

6 6 6
10 10 10
13 13 13
16 16 16
20 20 20
25 25 25
32 32 32

(1)
Potere di interruzione del singolo polo Icn=6kA

54 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


MT MTHP
MT 60 MT 100 MT 250 MTHP 160 MTHP 250

1-63 1-25 32-63 6-20 25 32-40 50-63 63-125 20-63


A A A A A A A A A
230/400 230/400 230/400 230/400 230/400 230/400 230/400 230/400 230/400
500 500 500 500 500 500 500 500 500
50/60 50/60 50/60 50/60 50/60 50/60 50/60 50/60 50/60
4 4 4 4 4 4 4 6 6
1, 1+N 2,3,4 1 2 3,4 1 2 3,4 1 2 3,4 1 2 3,4 1 2 3,4 1 2 3,4 1 2,3,4 1 2 3,4

6000 10000 10000 25000 20000 15000 12500 10000 25000


1 Icn 0,75 Icn 0,75 Icn 0,75 Icn 0,75 Icn 0,75 Icn 0,75 Icn 0,75 Icn 0,75 Icn

10 20 15 30 25 12,5 25 20 25 50 40 20 40 30 15 30 25 15 25 20 16 20 25 50 30
10 (1P) 10 15 20 15 12,5 15 12,5 25 30 25 20 25 20 15 20 15 15 15 15 16 16 25 25 25
75% Icu 75% Icu 75% Icu 75% Icu 75% Icu 75% Icu 75% Icu 50% Icu 75% Icu

10 10 10 20 20 20 20 10 25
10 10 10 15 15 15 15 10 20
10 15 15 25 25 25 25 15 30
6 15 15 20 20 20 20 12 25
10 15 15 25 25 25 25 15 25
10 12 12 20 20 20 20 12 20
≤35 ≤35 ≤35 ≤35 ≤35 ≤35 ≤35 ≤50 ≤50
≤25 ≤25 ≤25 ≤25 ≤25 ≤25 ≤25 capicorda capicorda
10000 10000 10000 10000 10000 10000 10000 10000 10000
3 3 3 3 3 3 3 3 3
si si si si si si si si si
si si si si si si si si si
Blocco BD Blocco BD Blocco BD Blocco BD Blocco BD Blocco BD Blocco BD Blocco BD Blocco BD
IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40
IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40 IP40
55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95%
-25 +60 -25 +60 -25 +60 -25 +60 -25 +60 -25 +60 -25 +60 -25 +60 -25 +60
30 30 30 30 30 30 30 30 30
C B D C B D C C D C
1 1
2 2
3 3
4 4
6 6 6 6 6 6 6
10 10 10 10 10 10 10
13 13 13 13 13 13
16 16 16 16 16 16 16
20 20 20 20 20 20 20 20
25 25 25 25 25 25 25 25
32 32 32 32 32 32 32 32
40 40 40 40 40 40 40 40
50 50 50 50 50 50
63 63 63 63 63 63 63
80 80
100 100
125

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 55


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

Declassamento in In situazioni impiantistiche dove la temperatura ambiente è di valore superiore al riferimento


temperatura normativo di 30° C, gli interruttori automatici possono essere soggetti ad interventi intempestivi,
cioè ad aperture inopportune, in quanto l’innalzamento della temperatura viene interpretato
quale sovracorrente. Infatti la temperatura ambiente influenza la deformazione iniziale del
bimetallo; ad una temperatura maggiore di 30° C lo sganciatore termico interviente in tempi
più brevi comportandosi come un relè con corrente nominale più bassa.
Pertanto, è indispensabile tener conto del declassamento della corrente nominale qualora
l’interruttore si trovi ad operare in un ambiente con temperatura maggiore di 30° C.
Le tabelle che seguono riportano le massime correnti di utilizzo riferite alle diverse temperature.

TAB. 5.3 - INTERRUTTORI MAGNETOTERMICI COMPATTI MTC 45 - 60 - 100


Temperature
In (A)
10°C 20°C 30°C 40°C 50°C 60°C
6 7,2 6,6 6 5,7 5,3 5
10 11,8 10,8 10 9,6 9,1 8,6
13 15 14 13 12,4 11,7 11
16 18,2 17,2 16 15,2 14,3 13,4
20 22,8 21,4 20 19,5 18,9 18,4
25 28,5 26,8 25 24 23 22
32 36,5 34,2 32 30,8 29,5 28.8

TAB. 5.4 - INTERRUTTORI MAGNETOTERMICI MT 60 - 100 - 250


Temperature
In (A)
15°C 20°C 30°C 40°C 50°C 60°C
1 1,07 1,04 1,00 0,97 0,93 0,90
2 2,14 2,07 2,00 1,93 1,86 1,79
3 3,21 3,11 3,00 2,90 2,79 2,69
4 4,28 4,14 4,00 3,86 3,72 3,58
6 7 6,67 6,00 5,52 4,84 3,96
10 11,2 10,8 10,0 8,9 7,95 7,16
13 14,4 13,9 13 11,9 10,9 10
16 17,6 17,1 16,0 14,9 13,9 12,8
20 22 21,3 20,0 17,8 16,1 15,1
25 28,2 27,1 25,0 23,4 21,3 18,8
32 37 35,3 32,0 30,8 27,8 23,1
40 45 43,3 40,0 34,8 30 28
50 57,5 55 50,0 46,7 42,1 36,3
63 70 67,7 63,0 59,9 52,7 41,25

56 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


TAB. 5.5 - INTERRUTTORI MAGNETOTERMICI MTHP 160 - 250
Temperature
In (A)
20°C 30°C 40°C 50°C 60°C
20 21 20 17,5 16 15
25 26 25 24 22 19
32 35 32 30 28 23
40 42 40 35 33 28
50 55 50 47 42 36
63 66 63 59 53 48
80 85 80 75 70 63
100 107 100 93 87 78
125 135 125 115 107 97

Influenza di apparecchi adiacenti NR. APPARECCHI ADIACENTI FC


Una variazione della corrente di
1 1,00
intervento è causata anche dalla
presenza di più apparecchi da 2 a 3 0,87
montati adiacenti; in questo caso da 4 a 5 0,82
va considerato il fattore di da 6 a 9 0,77
moltiplicazione Fc dipendente dal ≥9 0,75
numero di apparecchi adiacenti
(vedi tabella).

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 57


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

Potenza dissipata Le seguenti tabelle riportano i valori di potenza dissipata dagli interruttori automatici Serie 90
al fine di consentire la verifica dei valori di sovratemperatura all’interno di un quadro in
coerenza a quanto previsto dalle norme CEI 17-13 e CEI 17-43; permette inoltre di verificare
che la potenza dissipata dagli apparecchi sia inferiore o uguale a quella che il centralino è in
grado di dissipare secondo le disposizioni delle norme CEI 23-49 e CEI 23-51.

TAB. 5.6 - INTERRUTTORI MAGNETOTERMICI COMPATTI MTC 45 - 60 - 100


6 10 13 16 20 25 32
In (A)
Polo N Polo N Polo N Polo N Polo N Polo N Polo N
R (mΩ) 29,4 2,6 20,3 2,6 14,2 2,6 8,7 2,6 5,7 2,6 5,3 2,6 3,4 2,6
P (W) 1,06 0,09 2,03 0,26 2,4 0,44 2,22 0,67 2,27 1,04 3,34 1,63 3,45 2,66

TAB. 5.7 - INTERRUTTORI MAGNETOTERMICI MT 60 - 100 - 250


Caratteristica di intervento
In (A) B C D
P (W) R (mΩ) P (W) R (mΩ) P (W) R (mΩ)
1 – – 2,20 2200 – –
2 – – 2,70 675 – –
3 – – 2,30 256 – –
4 – – 2,20 138 – –
6 1,42 39 1,42 39 0,80 22
10 2,13 21 2,13 21 1,20 12
13 2,1 12,4 2,1 12,4 1,3 7,7
16 2,80 11 2,80 11 1,60 6,3
20 2,56 6,4 2,56 6,4 2,10 5,3
25 3,10 5 3,10 5 2,00 3,2
32 3,00 2,9 3,00 2,9 2,40 2,4
40 3,10 1,9 3,10 1,9 2,70 1,7
50 3,87 1,5 3,87 1,5 – –
63 4,51 1,2 4,51 1,2 – –

TAB. 5.8 - INTERRUTTORI MAGNETOTERMICI MTHP 160 - 250


In (A) 20 25 32 40 50 63 80 100 125
R (mΩ) 7 4,4 3,0 2,2 1,7 1,4 0,9 0,7 0,7
P (W) 2,8 2,7 3,1 3,5 4,2 5,6 5,6 7,4 11

58 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


CURVE DELL’ENERGIA SPECIFICA PASSANTE - INTERRUTTORI MODULARI MTC
MTC 45 - Versioni 1P+N, 2P - 230V MTC 45 - Versioni 1P, 3P, 4P - 230/400V e 2P - 400V

MTC 60 - Versioni 1P+N, 2P - 230V MTC 60 - Versioni 3P, 4P - 230/400V e 2P - 400V

Le curve riportate nella seguente pagina esprimono l’energia passante in funzione della
MTC 100 - Versioni 1P+N, 2P - 230V corrente di cortocircuito Icc. riferita alla corrente del dispositivo di protezione per i diversi
modelli di interruttori per la protezione differenziale.

Qui sopra sono riportate le curve di limitazione dell’energia passante in funzione della
corrente di cortocircuito espressa in kA. Le varie curve sono riferite a diversi valori di
corrente nominale dell’apparecchio di protezione.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 59


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

CURVE DELL’ENERGIA SPECIFICA PASSANTE - INTERRUTTORI MODULARI MT 60


Tipo C 1P + N 2P 230V - MT 60 Tipo C 2P 400V - MT 60 Tipo C 1P - 230V 3P e 4P 400V - MT 60

100000 100000 100000

50/63A

50/63A 32/40A
50/63A 32/40A 25A
25A 20A
32/40A
20A 13/16A
I t (A s)
2 2
I t (A s)
2 2
I t (A s)
2 2

13/16A 10A
25A 10A
20A 6A
10000 10000 10000
13/16A
10A 6A

6A
3/4A
3/4A

1/2A 1/2A
1000 1000 1000

100 100 100


100 1000 10000 100 100000 1000 10000 100 100000 1000 10000
C C C
Icc (A) Icc (A) Icc (A)

Tipo B 2P - 230V - MT 60 Tipo B 2P 400V - MT 60 Tipo B 1P-230V 3P e 4P 400V - MT 60

100000 100000 100000

50/63A

50/63A 32/40A
50/63A 32/40A
25A 25A
32/40A 20A
I2t (A2s) I2t (A2s) 20A I2t (A2s) 13/16A
13/16A 10A
25A 6A
10A
20A 10000
10000 10000
13/16A
10A 6A

6A

1000 1000 1000

100 100 100


100 1000 10000 100 100000 1000 10000 100 100000 1000 10000
C C C
Icc (A) Icc (A) Icc (A)

60 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


CURVE DELL’ENERGIA SPECIFICA PASSANTE - INTERRUTTORI MODULARI MT 60 - MT 100
Tipo D 2P 230V - MT 60 Tipo D 2P 400V - MT 60 Tipo D 1P - 230V 3P e 4P 400V - MT 60

100000 100000 100000

32/40A
32/40A 25A
32/40A 25A 20A
20A 13/16A
13/16A 10A
I2t (A2s) I2t (A2s) 10A I2t (A2s)
25A
20A
6A
10000
13/16A 10000
10000
6A
10A

6A

1000 1000 1000

100 100 100


100 1000 10000 100 100000 1000 10000 100 100000 1000 10000

C C C
Icc (A) Icc (A) Icc (A)

Tipo C 1P 230V 3P e 4P 400V - MT 100 Tipo C 2P 230V - MT 100 Tipo C 2P 400V - MT 100

100000 50/63A 100000 50/63A 100000

32/40A 32/40A 50/63A


32/40A
25A 25A
20A 20A 25A
13/16A 13/16A 20A
10A 10A 13/16A
I2t (A2s) 6A I2t (A2s) 6A I2t (A2s) 10A

6A
10000 10000 10000

1000 1000 1000

100 100 100


100 1000 10000 100 100000 1000 10000 100 100000 1000 10000 100
C C C
Icc (A) Icc (A) Icc (A)

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 61


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

CURVE DELL’ENERGIA SPECIFICA PASSANTE - INTERRUTTORI MODULARI MT 100 - MT 250


Tipo D 1P-230V 3P e 4P 400V - MT 100 Tipo D 2P 230V - MT 100 Tipo D 2P 400V - MT 100

100000 100000 100000

32/40A 32/40A
25A 25A
20A 20A
13/16A 32/40A 13/16A
10A
10A
25A
I2t (A2s) I2t (A2s) 20A I2t (A2s)
6A
13/16A
10A 6A
10000 10000 10000

6A

1000 1000 1000

100 100 100


100 1000 10000 100 100000 1000 10000 100 100000 1000 10000 1000

C C C
Icc (A) Icc (A) Icc (A)

Tipo C 1P-230V 3P e 4P 400V - MT 250 Tipo C 2P 230V - MT 250 Tipo C 2P 400V - MT 250

I2t (A2s) I2t (A2s) I2t (A2s)

Icc (A) Icc (A) Icc (A)

62 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


CURVE DELL’ENERGIA SPECIFICA PASSANTE - INTERRUTTORI MODULARI MTHP 160/250
MTHP250 - Curva C 2P 230V MTHP250 - Curva C 2P 400V MTHP250 - Curva C 1P 230V 3P 4P 400V

I2t (A2s)
I2t (A2s) I2t (A2s)

Icc (A) Icc (A) Icc (A)

MTHP160 - Curva C-D 2P 230V MTHP160 - Curva C-D 2P 400V MTHP160 - Curva C-D 1P 230V 3P 4P 400V

I2t (A2s) I2t (A2s) I2t (A2s)

Icc (A) Icc (A) Icc (A)

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 63


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

CURVE DI LIMITAZIONE DELLA CORRENTE DI PICCO - INTERRUTTORI MODULARI


MTC/MDC - Versioni 1P + N 2P 230V MTC/MDC - Versioni 1P 230V - 2P 3P 4P 400V

1P (kA) 1P (kA)

10 10

1 1
1 10 1 10
Icc presunta (A) Icc presunta (A)

MT - Versioni 1P + N 2P 230V MT - Versioni 1P 230V - 2P 3P 4P 400V MTHP - Versioni 1P 230V - 2P 3P 4P 400V

1P (kA) 1P (kA) 1P (kA)

10 10
10

1 1 1
10
10 30 10
10 30
30 1 10
1 1
Icc presunta (A) Icc presunta (A) Icc presunta (A)

64 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


SCATOLATI SERIE MTS Gli interruttori scatolati di tipo tripolare o quadripolare per le loro caratteristiche di
modulabilità, risultano particolarmente adatti per essere inseriti in un moderno sistema di
protezione per impianti elettrici. Questi apparecchi sono corredati di sganciatori
termomagnetici per la protezione contro il sovraccarico e contro il cortocircuito. Nei tipi con
corrente di impiego non molto elevata, gli sganciatori termici sono regolabili mentre quelli
magnetici sono ad intervento istantaneo per un valore fisso di corrente

● Fig. 5.5
Serie MTSE

Scelta Gli interruttori GEWISS, Serie MTS (Fig. 5.5) scatolati sono caratterizzati da:
degli apparecchi - dimensioni di ingombro estremamente compatte
- elevato grado di standardizzazione
- sensibile limitazione della corrente di guasto (anche nei tipi non limitatori)
- possibilità di realizzare ogni tipo di coordinamento delle protezioni.

Nella Tab. 5.9 vengono riportate le caratteristiche elettriche degli interruttori scatolati GEWISS,
Serie MTS.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 65


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

TAB. 5.9 - DATI TECNICI MAGNETOTERMICI SCATOLATI

TIPO MTS 160 MTS 250

Corrente ininterrotta nominale Iu (A) 160 160-250


Poli Nr. 3-4 3-4
Tensione nominale di impiego Ue (AC) 50-60Hz (V) 690 690
(DC) (V) 500 750
Tensione nominale di tenuta ad impulso Uimp (kV) 6 8
Tensione nominale di isolamento Ui (V) 690 800
Tensione di prova a frequenza industriale per 1 min. (V) 3000 3000
Potere di interruzione nominale limite in corto circuito Icu B N N H L
(AC) 50-60 Hz 220/230 V (kA) 25 50 65 100 170
(AC) 50-60 Hz 380/415 V (kA) 16 36 36 65 85
(AC) 50-60 Hz 440 V (kA) 10 20 30 50 65
(AC) 50-60 Hz 500 V (kA) 8 12 25 40 50
(3)
(AC) 50-60 Hz 690 V (kA) 6 8 14 18 20
(DC) 250 V - 2 poli in serie (kA) 16 35 35 65 85
(DC) 500 V - 2 poli in serie (kA) – – 35 50 65
(DC) 500 V - 3 poli in serie (kA) 16 35 – – –
(DC) 750 V - 3 poli in serie (kA) – – 20 35 50
Potere di interruzione nominale di servizio in cto cto, Ics (1) (%Icu) 100% 75% 100% 75% 75%
Potere di chiusura nominale in corto circuito (415 V) (kA) 32 74 74 143 187
Durata di apertura (415 V a Icu) (ms) 8 7 8 7 6
Corrente di breve durata ammissibile nominale per 1 s, Icw (kA) – –
Categoria di utilizzazione (EN 60947-2) A A
Attitudine al sezionamento SI SI
IEC 60947-2, EN 60947-2
Sganciatori magnetotermici T regolabile, M fisso 5 lth
T regolabile, M fisso 10 lth
T regolabile, M regolabile
solo magnetico M fisso
a microprocessore SEP/A
SEP/B
Intercambiabilità
Esecuzioni F-P F-P-W
Terminali esecuzione fissa EF - FC - FC CuAl - R F - EF - ES - FC
FC CuAl - RC - R
esecuzione rimovibile FC - R EF - FC - R
esecuzione estraibile (2) – EF - FC - R

Fissaggio su profilato DIN DIN EN 50022 DIN EN 50023


Vita meccanica (Nr. di manovre/operazioni orarie) 25000 /240 25000 /120
Vita elettrica (a 415 V) (Nr. di manovre/operazioni orarie) 8000 /120 10000 (160A) - 8000 (250A) /120
Dimensioni base, fisso 3/4 poli L (mm) 90 /120 105/140
P (mm) 70 103.5
H (mm) 120 170
Pesi fisso 3/4 poli (kg) 1.1/1.5 2.6/3.5
rimovibile 3/4 poli (kg) 1.3/1.7 3.1/4.1
estraibile 3/4 poli (kg) – 3.5/4.5
(1) Per interruttori MTS 250 N/H/L, MTSE 250 N/H/L, MTS 630 N/H, MTSE 630 N/H, MTS 800 N/S/H, MTSE 800 N/S/H, la prestazione percentuale di Ics a 690V è ridotta del 25%.
(2) Gli interruttori in versione estraibile vanno corredati con il frontale per comando a leva o con gli accessori ad essi alternativi come la maniglia rotante o il comando motore
(3) L’interruttore MTS 250 con potere di interruzione L a 690V può essere alimentato solo superiormente.

66 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


MTSE 250 MTS 630 - MTSE 630 MTS 800 - MTSE 800 MTSE 1600

160-250 400-630 630-800 1250-1600


3-4 3-4 3-4 3-4
690 690 690 690
– 750 750 –
8 8 8 8
800 800 800 800
3000 3000 3000 3000
N H L N H L N S H L S H L
65 100 200 65 100 200 65 85 100 200 85 100 200
36 65 100 36 65 100 36 50 65 100 50 65 100
30 50 80 30 50 80 30 45 50 80 40 55 80
25 40 65 25 40 65 25 35 40 65 35 45 70
18 22 30 20 25 30 20 22 25 30 20 25 35
– – – 35 65 100 35 50 65 100 – – –
– – – 35 50 65 20 35 50 65 – – –
– – – – – – – – – – – – –
– – – 20 35 50 16 20 35 50 – – –
100% 100% 75% 100% 100% 75% 100% 100% 100% 75% 100% 75% 50%
74 143 220 74 143 220 74 105 143 220 105 143 220
8 7 6 8 7 6 10 9 8 7 22 22 22
5 (400A) 7.6 (630A) - 10 (800A) 15 (1250A) - 20 (1600A)
A B (400A) - A (630A) B B
SI SI SI SI

F-P-W F - P (400A) - W F-W F-W


F - EF - ES - FC F - EF (400A) - ES - FC F - EF - ES - FC CuAl F - EF - ES - FC CuAl (1250A)
FC CuAl - RC - R FC CuAl (400A) - RC (400A) - R RC - R HR - VR
EF - FC - R EF - FC - R – –
EF - FC - R EF (400A) - ES - FC (400A) EF - HR - VR EF - HR - VR
R - VR (630A)
– – – –
20000/120 20000/120 20000/120 10000/120
10000 (160A) - 8000 (250A) /120 7000 (400A) - 5000 (630A) /60 7000 (630A) - 5000 (800A) /60 7000 (1250A) - 5000 (1600A) /20
105/140 140/184 210/280 210/280
103.5 103.5 103.5 138.5
254 254 268 406
4/5.3 5/7 9.5/12 17/22
4.5/5.9 6.1/8.4 – –
4.9/6.3 6.4/8.7 12.1/15.1 21.8/29.2
LEGENDA ESECUZIONI LEGENDA TERMINALI FC = Anteriori per cavi in rame RC = Posteriori per cavi in rame o alluminio
F = Fisso F = Anteriori FC CuAl = Anteriori per cavi in rame o alluminio HR = Posteriori in piatto orizzontali
P = Rimovibile EF = Anteriori prolungate R = Posteriori filettati VR = Posteriori in piatto verticali
W = Estraibile ES = Anteriori prolungati divaricati

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 67


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

Sganciatori Gli sganciatori elettronici a microprocessore (Fig. 5.6 e 5.7), rilevano, tramite trasformatori
elettronici amperometrici, il valore efficace delle forme d’onda delle correnti dell’impianto. Questi valori
vengono elaborati da un’unità elettronica di protezione che, in caso di sovraccarico,
cortocircuito e guasto verso terra, attiva uno sganciatore a demagnetizzazione che agisce sul
dispositivo di sgancio dell’interruttore, provocandone l’apertura.

● Fig. 5.6
Sganciatore elettronico
SEP/A

● Fig. 5.7
Sganciatore elettronico
SEP/B

Grazie ad una componentistica elettronica che garantisce assoluta affidabilità ed immunità da


qualsiasi disturbo di tipo elettromagnetico, gli sganciatori SEP/A e SEP/B rappresentano la
protezione ideale per ogni tipologia di circuito o utenza elettrica.
Le ampie e pressoché illimitate regolazioni sia della corrente sia del tempo di intervento
garantiscono un elevato grado di selettività fra le diverse grandezze della stessa gamma di
apparecchiature.

In pratica vengono garantite le seguenti funzioni protettive:


- L protezione contro il sovraccarico a tempo lungo inverso
- S protezione selettiva contro il cortocircuito a tempo breve inverso o dipendente o fisso
indipendente (solo SEP/B)
- I protezione istantanea contro il cortocircuito
- G protezione contro il guasto verso terra a tempo breve inverso o dipendente o regolabile
indipendente (solo SEP/B)

68 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Nella Tab. 5.10 e 5.11 vengono rispettivamente riportate le caratteristiche tecniche degli
sganciatori elettronici, nonché le curve e le soglie di intervento degli stessi.

● Tab. 5.10 TEMPERATURA DI FUNZIONAMENTO -25°C ÷ +70°C


Caratteristiche tecniche
UMIDITÀ RELATIVA 90%
FREQUENZA DI LAVORO 45 ÷ 66 Hz
COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA (LF E HF) IEC 947-2 Annex F
SCARICHE ELETTROSTATICHE IEC 1000-4-2
CAMPO ELETTROMAGNETICO IRRADIATO IEC 1000-4-3
TRANSITORI DI BREVE DURATA IEC 1000-4-4
MTBF PREVISTO 15 anni (a 45°C)
CARATTERISTICHE DEL CONTATTO DI
SEGNALAZIONE

MASSIMA CORRENTE INTERROTTA 0,5 A


MASSIMA TENSIONE INTERROTTA 24 Vcc/ca
POTERE D’INTERRUZIONE 3 W/VA
ISOLAMENTO CONTATTO/CONTATTO 500Vac
ISOLAMENTO CONTATTO/BOBINA 1000 Vac

TAB. 5.11 - SOGLIE E CURVE DI INTERVENTO


FUNZIONE DI PROTEZIONE SOGLIA DI INTERVENTO CURVE DI INTERVENTO

Contro sovraccarico con intervento l1 = 0,4 - 0,5 - 0,6 - 0,7 - 0,8 - 0,9 - 0,95 - 1 x In a 6 xl1 a 6x l1 a 6x l1 a 6x l1
ritardato a tempo lungo inverso e l1 = 0,4 - 0,5 - 0,55 - 0,6 - 0,65 - 0,7 - 0,75 - 0,8 - 0,85 - 0,875 - t1 = 3s t1 = 6s t1 = 12s t1 = 18s
caratteristica di intervento secondo una 0,9 - 0,925 - 0,95 - 0,975 - 1 x In (tolleranza :+ 10% fino a 2 x ln: + 20% oltre 2 x In)
NON
curva a tempo dipendente (l 2t = costante) Sgancio tra 1,05 ... 1,30 x l1 (IEC 60947-2)
ESCLUDIBILE

Pt=cost
a 8 xl1 a 8x l1 a 8x l1 a 8x l1
ON
Contro corto circuito con intervento l2 = 1 -2 -3 - 4 -6 - 8 - 10 x ln t2 = 0,05s t2 = 0,1s t2 = 0,25s t2 = 0,5s
ritardato a tempo breve inverso e Tolleranza : + 10% (tolleranza : + 20%)
caratteristica di interventoo a tempo
dipendente (l 2t = costante) oppure a Pt=cost l2 = 1 -2 -3 - 4 -6 - 8 - 10 x ln t2 = 0,05s t2 = 0,1s t2 = 0,25s t2 = 0,5s
ESCLUDIBILE tempo indipendente OFF Tolleranza : + 10% (tolleranza : + 20%)

Contro corto circuito con intervento l3 = 1,5 -2 - 4 -6 - 8 - 10 - 12 x ln (*)


istantaneo regolabile Tolleranza : + 20%
ESCLUDIBILE (*) Per S5 630, l3max = 8 x ln

Contro guasto a terra con intervento l4 = 0,2 - 0,3 - 0,4 - 0,6 - 0,8 - 0,9 - 1 x ln fino a 3,25 x 14 fino a 2,25 x 14 fino a 1,6 x 14 fino a 1,25 x 14
ritardato a tempo breve inverso e Tolleranza : + 20% t4 = 100ms t4 = 200ms t4 = 400ms t4 = 800ms
caratteristica di intervento secondo una (tolleranza :+ 10% fino a 2 x ln: + 20% oltre 2 x In)
ESCLUDIBILE curva a tempo dipendente (l2t = costante)

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 69


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

TAB. 5.12 - SCELTA DELLO SGANCIATORE TERMOMAGNETICO


IR (A)
L1 - L2 - L3 12,5 16 20 25 32 40 50 63 80 100 125 125 160 200 250 320 400 500 630 800
Neutro 12,5 16 20 25 32 40 50 63 80 100 125 80 100 125 160 200 250 320 400 500
MTS 160 ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■
MTS 250 (160 A) ■ ■ ■ ■ ■ ■
MTS 250 (250 A) ■ ■
MTS 630 (400 A) ■ ■
MTS 630 (630 A) ■
MTS 800 (630 A) ■
MTS 800 (800 A) ■
10 x Ith L1-L2-L3 500 500 500 500 500 500 500 630 800 1000 1250 1250 1600 2000 2500
Neutro 500 500 500 500 500 500 500 630 800 1000 1250 800 1000 1250 1600
5 x Ith L1-L2-L3 160 160 200 200 300 200 300 320 400 500 630 630 800 1000 1250
Neutro 160 160 200 200 300 200 300 320 400 500 630 400 500 625 800
Tm regolabile
L1-L2-L3 3200 4000 5000 6300 8000
Neutro 2000 2500 3200 4000 5000

Note:
1) L’indicazione “IR” identifica la corrente di taratura per la protezione delle fasi (L1-L2-L3) e del neutro (seconda riga).
2) Gli sganciatori termomagnetici che equipaggiano gli interruttori MTS 160 e
MTS 250, hanno l’elemento termico a soglia regolabile 0,7 ÷ 1 x In. Il
valore di corrente regolato che si ottiene agendo sull’apposito selettore è da
intendersi nominale a 40°C. L’elemento magnetico ha soglia di intervento
fissa, con valori d’intervento che variano in funzione della taratura delle
fasi.
3) Le soglie di intervento della protezione magnetica sono funzione della
taratura adottata sia per la protezione delle fasi (L1-L2-L3) che del neutro.
Gli sganciatori denominati 10 x Ith sono indicati per tutte le applicazioni di
distribuzione, mentre gli sganciatori 5 x Ith trovano impiego dove è richiesta
una soglia di intervento magnetico bassa.

70 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Declassamento in temperatura INTERRUTTORI CON SGANCIATORI MAGNETOTERMICI
INTERRUTTORI SCATOLATI MTS 160
TEMPERATURE
IN (A)
10 °C 20 °C 30 °C 40 °C 50 °C 60 °C 70 °C
16 14 ÷ 19 13 ÷ 18 11,5 ÷ 17 11 ÷ 16 10,5 ÷ 15 9,5 ÷ 14 8,5 ÷ 13
25 21 ÷ 30 19,5 ÷ 28 18,5 ÷ 26,5 17,5 ÷ 25 16,5 ÷ 23 15 ÷ 21 13 ÷ 19
40 33 ÷ 47 32 ÷ 45 30 ÷ 42 28 ÷ 40 26 ÷ 37 24 ÷ 34 21 ÷ 31
63 53 ÷ 74 50 ÷ 70 47 ÷ 66 44 ÷ 63 42 ÷ 60 38 ÷ 56 34 ÷ 52
100 84 ÷ 118 80 ÷ 112 76 ÷ 106 70 ÷ 100 65 ÷ 94 59 ÷ 85 49 ÷ 75
125 102 ÷ 145 100 ÷ 140 93 ÷ 133 88 ÷ 125 81 ÷ 116 75 ÷ 108 58 ÷ 101
160 130 ÷ 184 125 ÷ 176 120 ÷ 168 112 ÷ 160 106 ÷ 150 100 ÷ 140 90 ÷ 130

INTERRUTTORI SCATOLATI MTS 250


TEMPERATURE
IN (A)
10 °C 20 °C 30 °C 40 °C 50 °C 60 °C 70 °C
32 26 ÷ 43 24 ÷ 39 22 ÷ 36 19 ÷ 32 16 ÷ 27 14 ÷ 24 11 ÷ 21
50 37 ÷ 62 35 ÷ 58 33 ÷ 54 30 ÷ 50 27 ÷ 46 25 ÷ 42 22 ÷ 39
80 59 ÷ 98 55 ÷ 92 52 ÷ 86 48 ÷ 80 44 ÷ 74 40 ÷ 66 32 ÷ 58
100 83 ÷ 118 80 ÷ 113 74 ÷ 106 70 ÷ 100 66 ÷ 95 59 ÷ 85 49 ÷ 75
125 103 ÷ 145 100 ÷ 140 94 ÷ 134 88 ÷ 125 80 ÷ 115 73 ÷ 105 63 ÷ 95
160 130 ÷ 185 124 ÷ 176 118 ÷ 168 112 ÷ 160 106 ÷ 150 100 ÷ 104 90 ÷ 130
200 162 ÷ 230 155 ÷ 220 147 ÷ 210 140 ÷ 200 133 ÷ 190 122 ÷ 175 107 ÷ 160
250 200 ÷ 285 193 ÷ 275 183 ÷ 262 175 ÷ 250 168 ÷ 240 160 ÷ 230 150 ÷ 220

INTERRUTTORI SCATOLATI MTS 630


TEMPERATURE
IN (A)
10 °C 20 °C 30 °C 40 °C 50 °C 60 °C 70 °C
320 260 ÷ 368 245 ÷ 350 234 ÷ 335 224 ÷ 320 212 ÷ 305 200 ÷ 285 182 ÷ 263
400 325 ÷ 465 310 ÷ 442 295 ÷ 420 280 ÷ 400 265 ÷ 380 250 ÷ 355 230 ÷ 325
500 435 ÷ 620 405 ÷ 580 380 ÷ 540 350 ÷ 500 315 ÷ 450 280 ÷ 400 240 ÷ 345

INTERRUTTORI SCATOLATI MTS 800


TEMPERATURE
IN (A)
10 °C 20 °C 30 °C 40 °C 50 °C 60 °C 70 °C
630 520 ÷ 740 493 ÷ 705 462 ÷ 660 441 ÷ 630 405 ÷ 580 380 ÷ 540 350 ÷ 500
800 685 ÷ 965 640 ÷ 905 605 ÷ 855 560 ÷ 800 520 ÷ 740 470 ÷ 670 420 ÷ 610

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 71


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

DECLASSAMENTO IN TEMPERATURA - INTERRUTTORI CON SGANCIATORI ELETTRONICI


MTSE 250 (160A)

FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C RIMOVIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 ESTRAIBILE Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 160 1 160 1 160 1 160 1 Anteriori in piatto 160 1 160 1 160 1 152 0,95
Terminali anteriori per cavi 160 1 160 1 160 1 160 1 Terminali anteriori per cavi 160 1 160 1 160 1 152 0,95
Terminali posteriori per cavi 160 1 160 1 160 1 152 0,95 Terminali posteriori per cavi 160 1 160 1 160 1 144 0,9
Posteriori filettati 160 1 160 1 160 1 152 0,95 Posteriori filettati 160 1 160 1 160 1 144 0,9

170 170

165 Anteriori in piatto 165 Anteriori in piatto


Terminali anteriori per cavi
Terminali anteriori per cavi
160 160

155 155

150 150
Terminali posteriori per cavi
Terminali posteriori per cavi
145
Posteriori filettati 145 Posteriori filettati

140 140

135 135

130 130

125 125

120 120

MTSE 250 (250A)

FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C RIMOVIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 ESTRAIBILE Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 250 1 250 1 250 1 237,5 0,95 Anteriori in piatto 250 1 250 1 250 1 225 0,9
Terminali anteriori per cavi 250 1 250 1 250 1 37,5 0,95 Terminali anteriori per cavi 250 1 250 1 250 1 225 0,9
Terminali posteriori per cavi 250 1 250 1 250 1 225 0,9 Terminali posteriori per cavi 250 1 250 1 250 1 200 0,8
Posteriori filettati 250 1 250 1 250 1 225 0,9 Posteriori filettati 250 1 250 1 250 1 200 0,8

Anteriori in piatto Anteriori in piatto


Terminali anteriori per cavi Terminali anteriori per cavi

Terminali posteriori per cavi


Posteriori filettati Terminali posteriori per cavi
Posteriori filettati

72 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


MTSE 630 (400A)

FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C RIMOVIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 ESTRAIBILE Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 400 1 400 1 400 1 380 0,95 Anteriori in piatto 400 1 400 1 400 1 380 0,95
Terminali anteriori per cavi 400 1 400 1 400 1 380 0,9 Terminali anteriori per cavi 400 1 400 1 380 1 360 0,9
Terminali posteriori per cavi 400 1 400 1 400 1 360 0,9 Terminali posteriori per cavi 400 1 400 1 380 1 360 0,9
Posteriori filettati 400 1 400 1 400 1 320 0,8 Posteriori filettati 400 1 380 0,95 360 1 320 0,8

Anteriori in piatto

Anteriori in piatto
Terminali anteriori per cavi
Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi
Terminali posteriori per cavi
Posteriori filettati
Posteriori filettati

MTSE 630 (630A)

FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C ESTRAIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 630 1 598,5 0,95 567 0,9 504 0,8 Anteriori in piatto 630 1 504 0,8 441 0,7 378 0,6
Terminali anteriori per cavi 630 1 567 0,9 504 0,8 441 0,7 Terminali anteriori per cavi 630 1 567 0,9 504 0,8 441 0,7
Posteriori filettati 630 1 504 0,8 441 0,7 378 0,6 Posteriori filettati 630 1 441 0,7 378 0,6 315 0,5

Anteriori in piatto

Posteriori in piatto

Terminali anteriori per cavi


Anteriori in piatto
Posteriori filettati

Posteriori filettati

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 73


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

DECLASSAMENTO IN TEMPERATURA - INTERRUTTORI CON SGANCIATORI ELETTRONICI


MTSE 800 (630A)

FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C ESTRAIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 630 1 630 1 630 1 598,5 0,95 Anteriori in piatto 630 1 630 1 598,5 0,95 567 0,9
Terminali anteriori per cavi 630 1 630 1 598,5 0,95 567 0,9 Posteriori in piatto verticali 630 1 630 1 598,5 0,95 567 0,9
Terminali posteriori per cavi 630 1 630 1 598,5 0,95 567 0,9 Posteriori in piatto orizzontali 630 1 598,5 0,95 567 0,9 504 0,8
Posteriori filettati 630 1 630 1 567 0,9 504 0,8

Anteriori in piatto Anteriori in piatto


Posteriori in piatto verticali

Posteriori in piatto orizzontali

Terminali anteriori per cavi

Posteriori filettati

MTSE 800 (800A)

FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C ESTRAIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 800 1 800 1 800 1 760 0,95 Anteriori in piatto 800 1 800 1 760 0,95 720 0,9
Terminali anteriori per cavi 800 1 800 1 760 0,95 720 0,9 Posteriori in piatto verticali 800 1 800 1 760 0,95 720 0,9
Terminali posteriori per cavi 800 1 800 1 760 0,95 720 0,9 Posteriori in piatto orizzontali 800 1 760 0,95 720 0,9 640 0,8
Posteriori filettati 800 1 800 1 720 0,9 640 0,8

Anteriori in piatto Anteriori in piatto


Posteriori in piatto verticali

Posteriori in piatto orizzontali

Terminali anteriori per cavi


Terminali posteriori per cavi

Posteriori filettati

74 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


MTSE 1600 (1250A)

FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C ESTRAIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 1250 1 1250 1 1250 1 1187,5 0,95 Anteriori in piatto 1250 1 1250 1 1187,5 0,95 1125 0,9
Terminali anteriori per cavi 1250 1 1250 1 1250 1 1187,5 0,95 Posteriori in piatto verticali 1250 1 1250 1 1187,5 0,95 1125 0,9
Terminali posteriori per cavi 1250 1 1250 1 1187,5 0,95 1125 0,9 Posteriori in piatto orizzontali 1250 1 1250 1 1125 0,9 1000 0,8
Posteriori filettati 1250 1 1250 1 1250 1 1125 0,9

Anteriori in piatto Anteriori in piatto


Posteriori in piatto verticali Posteriori in piatto verticali

Posteriori in piatto orizzontali

Terminali anteriori per cavi

Posteriori in piatto orizzontali

MTSE 1600 (1600A)

FISSO fino a 40°C 50°C 60°C 70°C ESTRAIBILE fino a 40°C 50°C 60°C 70°C
Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1 Imax (A) I1
Anteriori in piatto 1600 1 1520 0,95 1440 0,9 1280 0,8 Anteriori in piatto 1600 1 1440 0,9 1280 0,8 1120 0,7
Posteriori in piatto verticali 1600 1 1520 0,95 1440 0,9 1280 0,8 Posteriori in piatto verticali 1600 1 1440 0,9 1280 0,8 1120 0,7
Posteriori in piatto orizzontali 1600 1 1440 0,9 1280 0,8 1120 0,7 Posteriori in piatto orizzontali 1600 1 1280 0,8 1120 0,7 906 0,6

Anteriori in piatto
Posteriori in piatto verticali Anteriori in piatto
Posteriori in piatto verticali

Posteriori in piatto orizzontali Posteriori in piatto orizzontali

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 75


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

Potenze dissipate

POTENZE DISSIPATE INTERRUTTORI SCATOLATI (W)


MTS 160 MTS 250 MTSE 250 MTS 630 MTSE 630 MTS 800 MTSE 800 MTSE 1600
Taratura Iu (A) F P F P-W F P-W F P-W F P-W F W F W F W
12,5 12,5 6 6,5
16 16 7,5 8,5
20 20 8 9
25 25 10 11
32 32 14 15 12 13
40 40 10 11
50 50 13 14 16 18
63 63 16 17
80 80 21 23 18 21
100 100 18 20 21 25 5 8
125 125 24 26 20 26
160 160 30 35 30 40 15 22
200 200 36 46
250 250 50 65 40 55
320 320 60 90 45 65
400 400 65 96 60 90
630 630 170 200 92 117 90 115
800 800 93 119 96 125
1000 1000 102 140
1250 1250 160 220
1600 1600 260 360

F: Interruttore fisso
P: Interruttore rimovibile
W: Interruttore estraibile

76 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Caratteristiche di intervento CURVE DI INTERVENTO - INTERRUTTORI SCATOLATI
MTS 160 MTS 250

Im = 10 x Ith Im = 10 x Ith

MTS 250 MTS 250

Im = 10 x Ith Im = 5 x Ith

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 77


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

MTS 250 MTS 630

Im = 5 x Ith Im = 5 ÷ 10 x Ith Ith = 0,7 ÷ 1 x In

MTS 800 (630A) MTS 800 (800A)

Im = 5 ÷ 10 x Ith Ith = 0,7 ÷ 1 x In Im = 5 ÷ 10 x Ith Ith = 0,7 ÷ 1 x In

78 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


CURVE DI INTERVENTO - INTERRUTTORI SCATOLATI
MTSE 250 - MTSE 630 - MTSE 800 - MTSE 1600
SEP/A - Funzioni LI - I SEP/B - Funzione LSI, S a tempo breve inverso (I2t = cost. ON)
N.B. Per MTSE 630 la soglia massima impostabile della funzione I è 8 x In N.B. Per MTSE 630 la soglia massima impostabile della funzione I è 8 x In

MTSE 250 - MTSE 630 - MTSE 800 - MTSE 1600


SEP/B - Funzione LSI, S a tempo indipendente (I2t = cost. OFF) SEP/B - Funzione G
N.B. Per MTSE 630 la soglia massima impostabile della funzione I è 8 x In

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 79


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

Curve dell’energia specifica passante

CURVE DELL’ENERGIA SPECIFICA PASSANTE 230V - INTERRUTTORI SCATOLATI


MTS 160 MTS 250

MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600

80 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


CURVE DELL’ENERGIA SPECIFICA PASSANTE 400 - 440V - INTERRUTTORI SCATOLATI
MTS 160 MTS 250

MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 81


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

CURVE DELL’ENERGIA SPECIFICA PASSANTE 690V - INTERRUTTORI SCATOLATI


MTS 160 MTS 250

MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600

MTSE 1600

MTS/E 800 (800A)

MTS/E 800 (630A)

MTS/E 630

MTSE 250 (250A)


MTSE 250 (160A)

82 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Caratteristiche di limitazione della corrente di picco

CURVE DI LIMITAZIONE DELLA CORRENTE DI PICCO 230V - INTERRUTTORI SCATOLATI


MTS 160 MTS 250

Per la corretta lettura e interpretazione delle curve di limitazione si faccia riferimento


MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600
all’esempio riportato in figura. A fronte di Icc presunta di 100 kA si avrebbe una corrente di
picco di cortocircuito Ip = 220 kA; l’interruttore inserito nell’impianto abbassa da 220 kA a
120 kA la corrente di picco limitando di fatto la Icc a soli 55 kA.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 83


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

CURVE DI LIMITAZIONE DELLA CORRENTE DI PICCO 400V - 440V - INTERRUTTORI SCATOLATI


MTS 160 MTS 250

MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600

84 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


CURVE DI LIMITAZIONE DELLA CORRENTE DI PICCO 690V - INTERRUTTORI SCATOLATI
MTS 160 MTS 250

MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 85


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

INTERRUTTORI La protezione contro i guasti dovuti al fluire di una corrente verso terra per perdita di isolamento
DIFFERENZIALI di un conduttore, per contatto diretto di una persona con una parte in tensione del circuito o per
contatto indiretto, è garantita da interruttori corredati di sganciatori che intervengono per
corrente differenziale I∆ (interruttori differenziali).
Gli interruttori differenziali vengono classificati in base a:
- presenza o meno delle protezioni contro le sovracorrenti
- potere di interruzione intrinseco o condizionato
- tempo di intervento (rapidi o selettivi)
- sensibilità differenziale
- forme d’onda rilevabili.
Relativamente a quest’ultimo punto, ossia alla forma d’onda della corrente di dispersione a cui
sono sensibili, gli interruttori differenziali si classificano in:
- Tipo AC (solo per corrente alternata) adatti per tutti gli impianti in cui si prevedono correnti
di terra di forma sinusoidale. Sono insensibili a correnti impulsive oscillatorie smorzate e sono
conformi alle Norme CEI EN 61008 e 61009.
- Tipo A (per corrente alternata e/o pulsante con componenti continue) adatti per impianti con
apparecchi utilizzatori muniti di dispositivi elettronici per raddrizzare la corrente o per la
parzializzazione di tensione e corrente (velocità, tempo, intensità luminosa, ecc.). Vengono
alimentati direttamente dalla rete, senza interposizione di trasformatori di isolamento.
- Tipo B (per corrente alternata e/o pulsante e/o continua) adatti per impianti dove sono
presenti inventers, avviatori statici e ogni tipologia di carico che possa generare una corrente
di dispersione verso terra di tipo continuo.
- Tipo A immunizzato (stesse caratteristiche del Tipo A ma con una maggiore immunità ai
disturbi di rete e alle scariche atmosferiche) adatti dove si hanno frequenti scatti intempestivi
per problemi di rete. Non è comunque una soluzione al 100% dei problemi. Infatti, per avere
il massimo di sicurezza di continuità del servizio occorre utilizzare i riarmi automatici della
Serie 90 Restart.
- Tipo S (per corrente alternata e/o pulsante con componente continua) adatti per realizzare la
selettività con interruttori differenziali di tipo generale.
- Dispositivo differenziale adattabile. Con riferimento alla Norma CEI EN 61009 appendice
G, è permesso assemblare, una sola volta, interruttori differenziali sul posto, cioè fuori
fabbrica, utilizzando blocchi differenziali adattabili, ad appropriati interruttori automatici.
Ogni manomissione deve lasciare danneggiamento visibile permanente. L’interruttore
differenziale così ottenuto mantiene sia le caratteristiche elettriche dell’interruttore automatico
sia quelle del blocco differenziale.

Nelle Tabb. 5.13, 5.14, 5.15 vengono presentati i dispositivi differenziali del sistema GEWISS
con le caratteristiche salienti di ciascun dispositivo.

86 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


TAB. 5.13 - DATI TECNICI DIFFERENZIALI MAGNETOTERMICI COMPATTI

TIPO MDC 45 MDC 60 MDC 100

norma di riferimento EN 61009-1 EN 61009-1 EN 61009-1


corrente nominale In [A] 6-32 6-32 6-32
categoria di impiego A A A
tensione nominale di impiego Ue [V] 230/400 230/400 230
tensione di isolamento Ui [V] 500 500 500
frequenza nominale [Hz] 50 50 50
numero di poli 1+N 2,3,4 1+N 2 3,4 1+N, 2
CA IEC 61009 - CEI EN 61009 [A]
Icn 4500 6000 10000
Potere di interruz.

Ics 1 Icn 1 Icn 0,75 Icn


CA IEC 60947-2 - CEI EN 60947-2 [kA] Ue [V]
Icu 230 6 6 7,5 7,5 10 10
400 4,5 6 6
Ics 100% Icu 75% Icu 75% Icu
corrente differenziale nominale di intervento Tipo
I∆n [mA] AC 30 30 30
300 300 300
A 30 30 30
300 300 300
potere di interruzione e chiusura diff. nominale I∆m Icn interruttore Icn interruttore 6000
tensione di funzionamento tasto prova [V] 1P+N 93÷253 93÷253 93÷253
2P,3P,4P 170÷440 170÷440 93÷253
collegamento sezione rigido ≤35 ≤35 ≤35
cavo [mm2] flessibile ≤25 ≤25 ≤25
durata elettrica (numero di cicli O-C) 10000 10000 10000
numero massimo accessori impiegabili 3 3 3
sezionamento visualizzato si si si
grado di protezione morsetti (con coprimorsetti) IP40 IP40 IP40
altre parti IP40 IP40 IP40
tropicalizzazione 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95%
temperatura di riferimento [°C] 30 30 30
curva C C C
correnti nominali disponibili In [A] 6 6 6
10 10 10
13 13 13
16 16 16
20 20 20
25 25 25
32 32 32

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 87


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

TAB. 5.14 - DATI TECNICI BLOCCHI DIFFERENZIALI

TIPO BD

norma di riferimento EN 61009-1 app. G


tipo AC A A [S]
tensione nominale di impiego Ue [V] 230/400 230/400 230/400
tensione di isolamento Ui [V] 500 500 500
frequenza nominale [Hz] 50 50 50
numero di poli 2,3,4 2,3,4 2,3,4
corrente differenziale nominale di intervento [mA] In In In
I∆n 10 • ≤25
30 • • ≤25, ≤63 • ≤25, ≤63
100 • • ≤25, ≤63 • ≤25, ≤63
300 • • ≤25, ≤63 • ≤25, ≤63 • ≤25, ≤63
500 • • ≤25, ≤63 • ≤25, ≤63
1000 • ≤25, ≤63
regolabile
regolazioni disponibili
I∆n[mA]
t [ms]
potere di interruzione e chiusura diff. nominale I∆m Icn dispositivo associato Icn dispositivo associato Icn dispositivo associato
tensione di funzionamento tasto prova [V] 170÷440 170÷440 170÷440
collegamento sezione rigido ≤35 ≤35 ≤35
cavo [mm2] flessibile ≤25 ≤25 ≤25
alimentazione monte/valle si si si
grado di protezione morsetti (con coprimorsetti) IP40 IP40 IP40
altre parti IP40 IP40 IP40
tropicalizzazione 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95%

88 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


BDHP BDHP REGOLABILE

EN 61009-1 app. G EN 60947-2 app. G


AC A A [S] A
230/400 230/400 230/400 230/400
500 500 500 500
50 50 50 50
2,3,4 2,3,4 2,3,4 4
In In In In

• ≤63, ≤125 • ≤63, ≤125


• ≤63, ≤125 • ≤63, ≤125
• ≤63, ≤125 • ≤63, ≤125 • ≤63, ≤125

• ≤63, ≤125
• ≤63, ≤125

300, 500, 1000, 3000


0, 60, 150
Icn dispositivo associato Icn dispositivo associato Icn dispositivo associato Icu dispositivo associato
170÷440 170÷440 170÷440 170÷440
≤50 ≤50 ≤50 ≤50
capicorda capicorda capicorda capicorda
si si si si
IP40 IP40 IP40 IP40
IP40 IP40 IP40 IP40
55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95%

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 89


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

TAB. 5.15 - DATI TECNICI INTERRUTTORI DIFFERENZIALI PURI

TIPO SD

norma di riferimento EN 61008-1


tipo AC
corrente nominale In [A] 25 40 63 80
tensione nominale di impiego Ue [V] 2P 230 230 230 230
4P 400 400 400 400
tensione di isolamento Ui [V] 500 500 500 500
frequenza nominale [Hz] 50 50 50 50
numero di poli 2 4 2 4 2 4 2 4
corrente differenziale nominale di intervento (tra parentesi il n° di moduli)
I∆n [mA] istantanei 10 • (2)
30 • (2) • (3,4) • (2) • (3,4) • (2) • (4) • (2) • (4)
300 • (2) • (3,4) • (2) • (3,4) • (2) • (4) • (2) • (4)
500 • (2) • (3) • (2) • (4)
livello di immunità (8/20 µs) [A] 250 250 250 250
potere di interruzione e chiusura diff. nominale I∆m [A] 630 630 630 800
tensione di funzionamento tasto prova [V] 2P 100÷253 100÷253 100÷253 100÷253
4P 170÷440 170÷440 170÷440 170÷440
collegamento sezione cavo ≤25 ≤25 ≤25 (2P) ≤25 (2P)
[mm2] ≤35 (4P 4m) ≤35 (4P 4m) ≤35 (4P) ≤35 (4P)
alimentazione monte/valle si si si si
grado di protezione IP20 IP20 IP20 IP20
tropicalizzazione 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95%
temperatura di impiego [°C] -25 +40 -25 +40 -25 +40 -25 +40
coordinamento tra interruttori magnetotermici e differenziali [kA] 2P 4P 2P 4P 2P 4P 2P 4P
MTC45 4,5 4,5
MTC60 6 6
MT60 6 6 6 6 6 6
MT100 10 10 10 10 10 10
MT250 10 10 10 10 10 10
MTHP160 10 10 10 10 10 10 10 10
MTHP250 10 10 10 10 10 10
coordinamento tra fusibili e differenziali I∆c [A] 2P 2 mod. 6000 (gL 63A) 6000 (gL 63A) 6000 (gL 63A) 6000 (gL 80A)
4P 3 mod. 6000 (gL 63A) 6000 (gL 63A)
4P 4 mod. 10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A)

90 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


SD

EN 61008-1
AC A
100 125 25 40 63 80 100 125
230 230 230 230 230 230 230 230
400 400 400 400 400 400 400 400
500 500 500 500 500 500 500 500
50 50 50 50 50 50 50 50
2 4 4 2 4 2 4 2 4 2 4 2 4 4

• (2) • (3)
• (2) • (4) • (4) • (2) • (3,4) • (2) • (3,4) • (2) • (4) • (2) • (4) • (2) • (4) • (4)
• (2) • (4) • (4) • (2) • (3,4) • (2) • (3,4) • (2) • (4) • (2) • (4) • (2) • (4) • (4)
• (4) • (4) • (2) • (3) • (2) • (4) • (4) • (4)
250 250 250 250 250 250 250 250
1000 1250 630 630 630 800 1000 1250
100÷253 100÷253 100÷253 100÷253 100÷253 100÷253
170÷440 220÷415 170÷440 170÷440 170÷440 170÷440 170÷440 220÷415
≤25 (2P) ≤25 ≤25 ≤25 (2P) ≤25 (2P) ≤25 (2P)
≤35 (4P) ≤50 (4P) ≤35 (4P 4m) ≤35 (4P 4m) ≤35 (4P) ≤35 (4P) ≤35 (4P) ≤50 (4P)
si si si si si si si si
IP20 IP20 IP20 IP20 IP20 IP20 IP20 IP20
55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95%
-25 + 40 -25 + 40 -25 + 40 -25 + 40 -25 + 40 -25 + 40 -25 + 40 -25 + 40
2P 4P 4P 2P 4P 2P 4P 2P 4P 2P 4P 2P 4P 4P
4,5 4,5
6 6
6 6 6 6 6 6
10 10 10 10 10 10
10 10 10 10 10 10
10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10
10 10 10 10 10 10
6000 (gL 100A) 6000 (gL 63A) 6000 (gL 63A) 6000 (gL 63A) 6000 (gL 80A) 6000 (gL 100A)
6000 (gL 63A) 6000 (gL 63A)
10000 (gL 100A) 10000 (gL 125A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 100A) 10000 (gL 125A)

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 91


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

TAB. 5.15 - DATI TECNICI INTERRUTTORI DIFFERENZIALI PURI

TIPO SD

norma di riferimento EN 61008-1


tipo A immunizzato [IR]
corrente nominale In [A] 25 40 63 100
tensione nominale di impiego Ue [V] 2P 230 230 230 230
4P 400 400 400 400
tensione di isolamento Ui [V] 500 500 500 500
frequenza nominale [Hz] 50 50 50 50
numero di poli 2 4 2 4 2 4 2 4
corrente differenziale nominale di intervento (tra parentesi il n° di moduli)
immunizzati [IR] 30 • (2) • (4) • (2) • (4) • (2) • (4) • (2) • (4)
300 • (4) • (4) • (4) • (4)
selettivi [S] 300
1000
livello di immunità (8/20 µs) 3000A 3000A 3000A 3000A
potere di interruzione e chiusura diff. nominale I∆m [A] 630 630 630 1000
tensione di funzionamento tasto prova [V] 2P 100÷253 100÷253 100÷253 100÷253
4P 170÷440 170÷440 170÷440 170÷440
collegamento sezione cavo ≤25 (2P) ≤25 (2P) ≤25 (2P) ≤25 (2P)
[mm2] ≤35 (4P) ≤35 (4P) ≤35 (4P) ≤35 (4P)
alimentazione monte/valle si si si si
grado di protezione IP20 IP20 IP20 IP20
tropicalizzazione 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95%
temperatura di impiego [°C] -25 +40 -25 +40 -25 +40 -25 +40
coordinamento tra interruttori magnetotermici e differenziali 2P 4P 2P 4P 2P 4P 2P 4P
[kA] MTC45 4,5 4,5
MTC60 6 6
MT60 6 6 6 6 6 6
MT100 10 10 10 10 10 10
MT250 10 10 10 10 10 10
MTHP160 10 10 10 10 10 10 10 10
MTHP250 10 10 10 10 10 10
coordinamento tra fusibili e differenziali I∆c [A] 2P 6000 (gL 63A) 6000 (gL 63A) 6000 (gL 63A) 6000 (gL 100A)
4P 10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 100A)

92 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


SD

EN 61008-1
A[S]
40 63 80 100
230 230 230 230
400 400 400 400
500 500 500 500
50 50 50 50
2 4 2 4 2 4 2 4

• (2) • (4) • (2) • (4) • (2) • (4) • (3) • (4)


• (4)
3000A 3000A 3000A 3000A
630 630 1000 (2P) - 800 (4P) 1000
100÷253 100÷253 100÷253 100÷253
170÷440 170÷440 170÷440 170÷440
≤25 (2P) ≤25 (2P) ≤25 (2P) ≤25 (2P)
≤35 (4P) ≤35 (4P) ≤35 (4P) ≤35 (4P)
si si si si
IP20 IP20 IP20 IP20
55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95% 55°C - UR 95%
-25 +40 -25 +40 -25 +40 -25 +40
2P 4P 2P 4P 2P 4P 2P 4P

6 6 6 6
10 10 10 10
10 10 10 10
10 10 10 10 10 10 10 10
10 10 10 10
6000 (gL 63A) 6000 (gL 63A) 6000 (gL 80A) 6000 (gL 100A)
10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 80A) 10000 (gL 100A)

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 93


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

Potenze dissipate - Interruttori Differenziali

TAB. 5.16 - POTENZA DISSIPATA MDC 30 mA CLASSE A-AC/300 mA CLASSE A-AC


6 10 13 16 20 25 32
In (A)
Polo N Polo N Polo N Polo N Polo N Polo N Polo N
R (mΩ) 29,5 2,6 20,6 2,6 14,5 2,6 8,9 2,6 6,8 2,6 4,6 2,6 3,6 2,6
P (W) 1,06 0,09 2,06 0,26 2,45 0,44 2,28 0,67 2,72 1,04 2,88 1,63 3,67 2,66

TAB. 5.17 - POTENZA DISSIPATA PER POLO (W)


CORRENTE NOMINALE DEL MAGNETOTERMICO MT/MTHP ASSOCIATO (A)
1 2 3 4 6 10 16 20 25 32 40 50 63 80 100 125
Differenziale 2P 0,01 0,04 0,01 0,02 0,04 0,11 0,29 0,45 0,70 0,45 0,70 1,10 1,75 - - -
componibile BD 3P-4P 0,002 0,008 0,02 0,03 0,07 0,21 0,53 0,83 1,30 0,65 1,00 1,60 2,50 - - -
Diff. componibile BDHP 3P-4P - - - - - - - 0,2 0,3 0,5 0,8 1,25 2 1,4 2,2 3,4

TAB. 5.18 - POTENZE DISSIPATE - INTERRUTTORI SD


CORRENTE NOMINALE(A)


Poli moduli 25 40 63 80 100 125

2 2 2,2 5,4 6,2 10,4 11 -


3 6 6 - - - -
4
4 3,5 6 12 16 18 25

Caratteristica di intervento

= differenziali istantanei

= differenziali immunizzati

= differenziali selettivi

94 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Curve dell’energia specifica passante CURVE DELL’ENERGIA SPECIFICA PASSANTE - INTERRUTTORI MODULARI MDC
MDC 45 - VERSIONI
MTC 45 MDC 1P+N,
45-2P - 230V
VERSIONI 1P+N e 2P - 230V MTC
MDC 45 45 MDC
- VERSIONI 1P, 45- VERSIONI
3P, 4P - 230/400V1P,3P,4P - 230/400V e 2P - 400V
e 2P - 400V
2 2
I t (A s) 2
I t (A s)
2
6
10 10
6

5
32 25
10 32
5 25
10
20
13/16 20
10
10
4 6 13/16
10
6
4
10
3
10

3
10
2 10
500 1.000 4.500 10.000 100.000 Icc (A) 500 1.000 4.500 10.000 1 100.000 Icc (A)

M MTC 60 MDC 60- VERSIONI 1P,3P,4P - 230/400V e 2P - 400V


MDC 60 - VERSIONI
MTC 60 MDC 1P+N,2P - 230V
60- VERSIONI 1P+N e 2P - 230V M MDC 60 - VERSIONI 1P, 3P, 4P - 230/400V e 2P - 400V
2 2 2 2
I t (A s) I t (A s)
6 I 10
6
10

32
10
5 25
32
5 25
10
20
13/16 20
10
4 6 13/16
10
10
6
4
10
3
10

3
10
2 10
500 1.000 6.000 10.000 100.000 Icc (A) 1 500 1.000 6.000 10.000 100.000 Icc (A)

MDC 100
MTC- VERSIONI
100 MDC 1P+N, 2PVERSIONI
100- - 230V 1P+N e 2P - 230V
2 2
I t (A s)
6
10

32
10
5 25

20
13/16
10
10
4 6

3
10

2
10
500 1.000 10.000 100.000 Icc (A)

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 95


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

Sganciatori differenziali Gli interruttori della seria MTS sono predisposti per il montaggio abbinato con sganciatori
Serie MTS differenziali. Gli interruttori automatici differenziali che ne derivano garantiscono, oltre alla
protezione contro i sovraccarichi e cortocircuiti tipica degli interruttori automatici, anche quella
contro le correnti di guasto verso terra. Gli sganciatori differenziali possono essere montati
anche sugli interruttori di manovra-sezionatori; in tal caso si ha un interruttore differenziale
“puro”, che garantisce la sola protezione differenziale. I differenziali puri, sensibili alla sola
corrente di guasto a terra, trovano generalmente applicazione come sezionatori principali nei
quadri di distribuzione rivolti alle utenze finali.
Gli sganciatori differenziali sono realizzati in conformità alla normative: IEC 947-2 appendice
B, IEC 255-3 e IEC 1000.

Per gli interruttori MTS 160 ed MTS 250 sono disponibili sganciatori per il montaggio
affiancato all’interruttore o per il montaggio in posizione sottoposta. Questi sganciatori,
realizzati con tecnologia elettronica analogica, agiscono direttamente sull’interruttore mediante
un solenoide di apertura che viene alloggiato nell’apposita cava ricavata nella zona del terzo
polo. Non è necessaria alcuna alimentazione ausiliaria perché vengono alimentati direttamente
dalla rete e la loro funzionalità è garantita anche con una sola fase in tensione e/o in presenza
di correnti unidirezionali pulsanti con componenti continue. Le condizioni di funzionamento
dell’apparecchio possono essere controllate tramite un pulsante di prova del circuito elettronico,
nonché un indicatore di intervento differenziale.

Sganciatore differenziale affiancato all’interruttore


Questo sganciatore è completo di:
– cavi di potenza per il collegamento ai morsetti inferiori dell’interruttore;
– solenoide di apertura (da alloggiare nella zona del terzo polo);
– 2 staffe per il fissaggio su profilato DIN (una per l’interruttore e una per il differenziale);
– connettore spina per il collegamento del pulsante di apertura a distanza.
Lo sganciatore differenziale per l’interruttore MTS 160 è dotato di terminali anteriori per cavi,
mentre lo sganciatore differenziale per l’interruttore MTS 250 è dotato di terminali anteriori e
viene fornito anche di un frontale per l’interruttore (altezza 45 mm).

● Fig. 5.8
MTS 160 - MTS 250
Montaggio affiancato

96 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


SERIE 90 RESTART Gli interruttori differenziali ad alta sensibilità sono costruttivamente complessi e possono generare
due effetti indesiderati dovuti alle caratteristiche installative o alla cattiva manutenzione:
1. Scatti intempestivi
2. Mancato intervento del differenziale stesso.
Gli scatti intempestivi rappresentano la stragrande maggioranza degli interventi del differenziale e
sono tutti gli interventi del differenziale che non avvengono per guasto, ma sono dovuti ad anomalie
dell’alimentazione o dei carichi che comunque non rappresentano pericolo per le persone.
Le cause degli interventi intempestivi sono molteplici e da ricondursi a fenomeni transitori che
possono essere generati dall’esterno (cause esterne) o dall’interno (cause interne) dell’impianto
protetto dal differenziale. Il fenomeno più frequente è senza dubbio la fulminazione durante
eventi temporaleschi. Altra causa di tipo esterno sono le manovre di rete compiute dall’ente
distributore, o la presenza nelle vicinanze di grossi carichi (ad es. fabbriche).
Secondo evento indesiderato, meno sentito dall’utenza, è quella del possibile mancato intervento
dell’interruttore differenziale. La precisione di intervento degli attuali differenziali è garantita
grazie a tolleranze costruttive molto rigide e a meccanismi complessi, che, se non sottoposti ad
adeguata “manutenzione”, possono col tempo e con l’azione di agenti esterni, deteriorarsi e non
garantire il massimo livello di sicurezza per il quale sono stati progettati.

● Fig 5.9
Le cause più frequenti
degli scatti intempestivi

CAUSE INTERNE DOMESTICO TERZIARIO INDUSTRIA COMMERCIO


Carichi elettronici
Inserzioni di lampade a scarica
Inserzione di inverter
Disinserzione di carichi induttivi
Inserzione di linee con grandi capacità
verso terra (linee lunghe o schermate)
Inserzione di motori
Inserzione di trasformatori
Elevate correnti di inserzione
CAUSE ESTERNE DOMESTICO TERZIARIO INDUSTRIA COMMERCIO
Fulmini
Manovre sulla rete

Problema non presente Problema poco frequente Problema ricorrente

Recentemente Gewiss ha presentato una nuova serie di prodotti, integrati nel più ampio
catalogo di interruttori modulari, che risolvono in maniera definitiva i possibili inconvenienti
dei differenziali. La serie 90 ReStart si compone da differenti tipologie di riarmi automatici
sia per interruttori differenziali che per magnetotermici-differenziali modulari e da
interruttori differenziali puri con riarmo automatico e autodiagnosi incorporata.
Il prodotto di più completo della serie, ReStart/Autotest, è un differenziale puro che esegue
una autodiagnosi settimanale, simulando a tutti gli effetti il test eseguito premendo l’apposito
pulsante, con il vantaggio di non togliere tensione all’impianto a valle. Ma questa non è la sola
caratteristica. Il dispositivo elimina anche il primo inconveniente, cioè gli scatti intempestivi.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 97


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

Infatti, a seguito di uno scatto, ReStart/Autotest verifica l’integrità dell’isolamento


dell’impianto connesso a valle e, in caso l’isolamento risulti corretto, determinando quindi
l’effettiva intempestività dello scatto, il dispositivo si autoripristina, rialimentando in
sicurezza l’utenza collegata.

L’autodiagnosi ReStart/Autotest è un differenziale puro monoblocco con unità di riarmo incorporata che
esegue in automatico e con cadenza settimanale un test dello sganciatore differenziale in
tutto e per tutto identico al test eseguito con la pressione dell’apposito tasto.
Al momento del test, viene prima chiuso un bypass gia incorporato in ReStart/Autotest, e
dopo pochi istanti viene creata una situazione di squilibrio delle correnti e il relè
differenziale scatta. La continuità di servizio è garantita dal bypass chiuso in precedenza.
La protezione per le persone è comunque garantita dal fatto che il toroide di rivelazione
della corrente differenziale è sempre attraversato dalla corrente di potenza, quindi sempre
pronto ad intervenire in caso di anomalia nella somma delle correnti.
L’elettronica interna controlla se l’apertura dei contatti di potenza principali avviene
correttamente a seguito dell’iniezione della corrente differenziale. In caso questi non
vengano aperti dal relè differenziale, ReStart/Autotest segnala all’utente l’anomalia
attraverso un led frontale, indicandogli che la protezione differenziale potrebbe non essere
in piena efficienza.
Se, come è normale e auspicabile, i contatti di potenza principale si aprono regolarmente,
il test è positivo e l’unità integrata di riarmo procede alla richiusura dei contatti di potenza
principali. Infine il bypass si apre e il test è eseguito regolarmente.
Come si può facilmente intuire l’utilizzo di ReStart/Autotest in impianti elettrici residenziali
comporta almeno tre vantaggi molto importanti.
Il vantaggio più importante in termini di sicurezza, è quello di eseguire la “manutenzione”
del differenziale in automatico ogni settimana, garantendo un’efficienza costante dalla
protezione per i contatti indiretti.

Il Riarmo Automatico Tutta la serie 90 ReStart risolve l’effetto delle perturbazioni di rete più frequente nei
differenziali: lo scatto intempestivo. Attraverso il riarmo automatico dei differenziali puri o
dei magnetotermici differenziali il dispositivo elimina l’inconveniente dello scatto
intempestivo alla radice rialimentando l’impianto in tempi rapidi. ReStart riesce a
discriminare l’intervento dovuto a guasto da quello dovuto a disturbi (scatto intempestivo)
procedendo ad un controllo del buono stato dell’impianto a valle a seguito di uno scatto del
differenziale. Nel caso il controllo avesse esito favorevole, cioè non venissero rilevate fughe
verso terra consistenti, il dispositivo riarma rialimentando il carico e eliminando il disagio
dovuto a lunghi black-out
Il controllo dell’impianto preventivo al riarmo permette di rialimentare l’impianto in
sicurezza per le persone e le cose, evitando inutili rischi per l’utenza e evitando rischi di
incendio.
La versione per magnetotermici differenziali, a seguito di uno scatto esegue, oltre al
controllo della presenza di eventuali guasti a terra, anche un controllo sull’impedenza di
linea in modo da escludere la possibilità di un riarmo in caso di corto circuito.
L’utente ha in ogni momento la facoltà di intervenire manualmente ripristinando lui stesso
l’alimentazione, ma la segnalazione di pericolo di impianto con fuga a terra gli permetterà
di prendere delle precauzioni prima di procedere al tentativo di riarmo manuale in quanto
è già avvistato che il proprio impianto non è perfettamente in sicurezza

98 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


INTERRUTTORI DIFFERENZIALI CON RIARMO E AUTOTEST

TAB. 5.19 - DATI TECNICI

RESTART CON AUTOTEST

Caratteristiche Tecniche
Norme di riferimento: EN 61008-1
Sistema di distribuzione: TT - TN
Corrente nominale In: (A) 25 - 40
Tensione nominale: (V) 230 a.c. fase - neutro
Tensione di isolamento verso massa: (V) 2500 a.c. per 1 minuto
Tensione nominale di tenuta ad impulso Uimp: (kV) 4
Frequenza nominale: (Hz) 50
Tipo: A
Corrente differenziale nominale di intervento: (mA) 30
Numero di poli: 2
Larghezza in moduli DIN: 5
Potere di interruzione e chiusura diff. Nominale: (A) 630
Caratteristiche e funzionalità RESTART e Autotest
Potenza assorbita a riposo: (VA) circa 8
Potenza assorbita in stato di blocco: (VA) circa 8
Durata del ciclo di Autotest: (min) ≤3
Comando di richiusura: automatico
Tempo di richiusura: (s) ≤ 90
Richiusura contatti: istantanea
Intervallo minimo fra due richiusure successive: (min) 3
N° tentativi di richiusura consecutivi: 3
Manovre meccaniche (numero riarmi): 1000
Caratteristiche Meccaniche
Frequenza massima di manovra: (man/h) 15
Temperatura di impiego: (°C) Da -5° a +40°
Sezione morsetti potenza: (mm2) ≤ 25
Alimentazione: dall’alto
Grado di protezione: IP20
Tropicalizzazione: 55°C - UR 95%
Contatto ausiliario
Tensione di funzionamento/frequenza nominale: (V/Hz) 12÷230 a.c./50
Tensione d’isolamento: (V) 600
Corrente massima: (mA) 100 cos ϕ = 1
Corrente minima: (mA) 0,6
Tipo: phototriac
Tipo di funzionamento: configurabile
Sezione morsetti: (mm2) ≤ 2,5

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 99


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

TAB. 5.20 - TABELLA DELLE FUNZIONI

RESTART CON AUTOTEST

Autotest
Test automatico del differenziale: •
Protezione differenziale durante il test: •
Segnalazione luminosa presenza rete a valle: •
Segnalazione luminosa autotest in corso: •
Segnalazione luminosa eventuali anomalie dispositivo: •
RESTART
Richiusura automatica per scatto intempestivo: •
Segnalazione di richiusura in corso: •
Controllo elettronico presenza guasto a terra: •
Segnalazione guasto a terra: •
Blocco della richiusura in caso di guasto: •
Dispositivo di inserimento / esclusione di riarmo e autotest: •
Contatto ausiliario di remotizzazione stato (230V): •

Descrizione dispositivo

FUNZIONAMENTO AUTOMATICO-AUTOTEST E RESTART ATTIVI FUNZIONAMENTO MANUALE-AUTOTEST E RESTART NON ATTIVI

Morsetti di alimentazione
(Dal contatore) Sportello scorrevole in posizione Pulsante per test differenziale
di dispositivo inserito (ON)

Sinottico Led
di segnalazione

Avvio manuale della


funzione AUTOTEST
LED di segnalazione
e stato di
funzionamento

Contatto ausiliario

Leva di Sportello scorrevole in posizione


Morsetti di uscita (All’impianto)
comando di dispositivo disinserito (OFF)

100 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Principio di Il differenziale Autotest con riarmo effettua un auto-controllo settimanale della protezione
funzionamento differenziale. Il test consiste in una manovra meccanica ed elettrica di apertura con successiva
richiusura durante la quale viene assicurata sia la continuità di servizio dell’impianto che la
protezione delle persone.
Il modulo di riarmo automatico, oltre ad assicurare la richiusura dell’interruttore a conclusione
del test, integra nel dispositivo anche la funzionalità del Restart RD.

● Fig. 5.9 Schema elettrico

Legenda

Dispositivo di Segnali elettrici


riarmo automatico
Potenza

Unità di Collegamenti
controllo meccanici

Contattore
di bypass

230V

Opzionale

A seguito dell’installazione è possibile avviare in modo manuale l’autotest (tramite la


pressione del tasto apposito) al fine di verificare il corretto cablaggio e sincronizzarne il
● Fig. 5.10
ciclo settimanale.
Ciclo di test settimanale

SETUP INIZIALE E AVVIO


MANUALE PRIMO
C ICLO SETTIMANALE
AUTOTEST
1 2
CHIUSURA CIRCUITO TEST DEL DIFFERENZIALE
DI BYPASS

NO
FUNZIONAMENTO DIFFERENZIALE SEGNALAZIONE
NORMALE SCATTATO? ANOMALIA
4 3
RIAPERTURA CIRCUITO RIARMO AUTOMATICO SI
DI BYPASS

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 101


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

Schema di cablaggio CABLAGGIO COMBINATORE CHE RICHIEDE UN NC


del contatto ausiliario
con combinatore
telefonico

GW 96 608

4
al combinatore

3
al combinatore

A1

A2

CABLAGGIO COMBINATORE CHE RICHIEDE UN NA

GW 96 608

2
al combinatore

1
al combinatore

A1

A2

102 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


RESTART - DISPOSITIVI DI RIARMO AUTOMATICO

TAB. 5.20 - DATI TECNICI


RD RD PRO RM

Caratteristiche elettriche
Sistema di distribuzione: TT-TN
Tensione nominale Vn: (V) 230 a.c. fase/neutro
Larghezza moduli DIN: 2
Tensione di funzionamento: (V) Da 0,85 a 1,10 Vn
Tensione di isolamento verso massa: (V) 2500 V per 1 minuto
Frequenza nominale: (Hz) 50
Tensione di tenuta ad impulso Uimp: (kV) 4
Potenza assorbita a riposo: (W) 0
Potenza di azionamento: (W) 25
Potenza assorbita in stato di blocco: (W) 3
Potenza assorbita in stato di attesa: (W) - 1 -
Caratteristiche meccaniche
Comando di richiusura: AUTOMATICO
Tempo di richiusura: (s) ≤90 ≤115
Richiusura dei contatti: ISTANTANEA
Intervallo minimo fra due richiusure successive: (min) 3
N° max tentativi di richiusura consecutivi: 3 - 3
Lato di accoppiamento: A DESTRA
Manovre meccaniche (numero di riarmi): 1000
Frequenza massima di manovra: (man/h) 15
Temperatura di impiego: (°C) DA -5° A +40°C
Caratteristiche contatto ausiliario
Tensione di funzionamento/frequenza nominale: (V/Hz) - 12 ÷ 230 A.C./50 -
Tensione di isolamento: (V) - 600 -
Corrente massima: (mA) - 100 cos =1 -
Corrente minima di funzionamento: (mA) - 0,6 -
Tipo: - phototriac -
Numero di modalità di funzionamento 3
Capacità massima morsetti: (mm2) - 2,5 -

TAB. 5.21 - TABELLA DELLE FUNZIONALITÀ


RD RD PRO RM

Richiusura automatica per scatto intempestivo: • • •


Segnalazione di richiusura in corso: • • •
Segnalazione di attesa in corso: •
Controllo presenza guasto a terra: • • •
Controllo presenza di cto-cto: •
Controllo ripetuto in caso di anomalia: •
Segnalazione di guasto: • • •
Blocco della richiusura in caso di guasto: • •
Blocco della richiusura in caso di tentativi falliti: • • •
Dispositivo di inserimento/esclusione del riarmo: • • •
Contatto ausiliario per segnalazioni remote: •
Configurabilità del contatto ausiliario: •
Segnalazione presenza tensione a valle: •
Protezione elettrica: PTC PTC PTC

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 103


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

CICLO DI RIARMO Il ciclo di riarmo avviene dopo uno scatto intempestivo dell’interruttore e a seguito del controllo di
AUTOMATICO impianto. Il dispositivo effettua fino ad un massimo di 3 richiusure in caso di sganci successivi
ravvicinati (entro 3 minuti), a seguito dei quali il dispositivo va in blocco, segnala l’anomalia e
ReStart RD e RM permette il riarmo dell’interruttore solo manualmente. Dopo 3 minuti dal riarmo il conteggio si azzera.

BLOCCO
DISPOSITIVO

NO

SI
AVVIENE UN NO
SGANCIO CONTROLLO TEST OK? MANOVRA ALTRO SGANCIO RIARMO
INTERRUTTORE IMPIANTO DI RIARMO ENTRO 3 ESEGUITO
MINUTI?

NO SI
N° RIARMI = 3
SI

BLOCCO DISPOSITIVO

ReStart RD PRO Il ciclo di riarmo si differenzia dal ReStart per applicazioni residenziali per il fatto che a seguito di un
controllo impianto fallito, il dispositivo non va in blocco segnalando l’anomalia, ma si pone in stato di
attesa, segnalandolo attraverso un differente lampeggio del led frontale. Periodicamente viene
eseguito il controllo impianto e il dispositivo riarmerà esclusivamente in caso di controllo positivo.
Alternativamente resterà in stato di attesa fino ad intervento manuale. Il contatto ausiliario segnala lo
stato di attesa. E’ comunque presente la sicurezza supplementare del blocco in caso di terzo riarmo
fallito in breve tempo, in analogia al quanto previsto per il ReStart per applicazioni residenziali.

SCATTO ATTIVAZIONE CONTATTO AUSILIARIO


INTERRUTTORE (SE NON ATTIVO)

CONTROLLO NO SI BLOCCO ALLARME


N° RIARMI =3 ON
IMPIANTO
(FISSO)

SI

SI NO FINE ALLARME
OK? RIARMO SCATTO IN 1’ OFF

ATTIVAZIONE NO
CONTATTO AUSILIARIO
ALLARME ON DISATTIVAIONE CONTATTO
AUSILIARIO (SE ATTIVO)

ATTESA 15’ (ATTESA)


legenda:

Led spento

CONTROLLO Led lampeggiante


IMPIANTO
Led acceso (attesa)

Led acceso (fisso)


NO SI
OK?

104 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


STATI DI FUNZIONAMENTO

ReStart RD e RM

Impianto sano Impianto guasto

Interruttore automatico
Fase di controllo impianto
Test impianto

Carica molla di riarmo


Lampeggio
Led di segnalazione

Tensione a valle Circa 15s Circa 75s

guasto e blocco
Rilevazione
Inizio carica
intempestivo

Riarmo

Guasto
Intervento

di riarmo
molla

ReStart RD PRO

Impianto sano Impianto guasto

Interruttore automatico
Fase di controllo impianto
Test impianto

Carica dispositivo riarmo


Led destra (presenza rete) Lampeggio
Led sinistra (di segnalazione)

Tensione a valle Circa 15s Max 75s


Rilevazione

Rilevazione
Inizio carica
intempestivo

Controllo

Controllo
e attesa

e attesa
Riarmo

Guasto
dispositivo

guasto

guasto
Intervento

di riarmo

Impianto guasto temporaneo

Interruttore automatico

Test impianto

Carica dispositivo riarmo


Led destra (presenza rete)
Led sinistra (di segnalazione)

Tensione a valle
Fine guasto
Rilevazione

Rilevazione
Controllo

Controllo
e attesa

e attesa

Riarmo
guasto

guasto
Guasto

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 105


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

UTILIZZO CON ALLARME Il contatto ausiliario integrato in restart pro permette di remotizzare la segnalazione dello stato
REMOTO/SISTEMA di attesa del dispositivo se questo non può riarmare per insufficiente isolamento. La
DI SUPERVISIONE segnalazione avviene solamente in caso di ritardo o impossibilità nel riarmo. Se il riarmo può
essere eseguito immediatamente non verrà data nessuna segnalazione per non generare falsi
allarmi (ad esempio segnalazionze di allarme che sparisce al seguito del riarmo).

Il contatto ausiliario del RESTART PRO é configurabile in tre modalità differenti attraverso la
pressione prolungata del tasto frontale. Il passaggio da una modalità alla successiva é
confermato dal lampeggio dei led frontali.

Quando il dispositivo, a seguito


Funzionamento
Normale Attesa di uno scatto e un difetto di
Stato 1 come contatto
impianto, va in attesa,
OFF ON
NA
il contatto chiude
Quando il dispositivo, a seguito
Funzionamento
Normale Attesa di uno scatto e un difetto
Stato 2 come contatto
di impianto, va in attesa,
OFF ON
NC
il contatto apre
Funzionamento Quando il dispositivo, a seguito di
intermittente Normale Attesa uno scatto e un difetto di impianto,
Stato 3 come frequenza va in attesa, il contatto apre
OFF ON
1 HZ e chiude ad intermittenza
Nota: Collegando al contatto ausiliario un relé provvisto di contatti in scambio é possibile avere la segnalazione sia dello stato di attesa, sia dell’avvenuto riarmo

106 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


COORDINAMENTO Il coordinamento dei dispositivi di protezione può essere di due tipi:
DELLE PROTEZIONI - selettivo (cronometrico, amperometrico, di zona);
- di sostegno (o back-up).

Coordinamento La mancanza di energia elettrica, anche per un breve tempo, può causare danni economici e,
selettivo in alcuni casi, compromettere la sicurezza delle persone. Ad esempio, in alcuni impianti ove è
richiesta la massima continuità di esercizio, quale:
- impianti industriali a ciclo continuo;
- impianti ausiliari di centrali;
- reti di distribuzione civili (ospedali, banche, ecc.);
- impianti di bordo;
predomina sulle altre esigenze quella di garantire il più possibile la continuità di
funzionamento.
La soluzione normalmente adottata è quella del coordinamento selettivo delle protezioni di
massima corrente, che consente di isolare dal sistema la parte di impianto interessata dal
guasto, facendo intervenire il solo interruttore situato immediatamente a monte di esso.
Si ricorre pertanto alla protezione selettiva, il cui scopo è quello di coordinare l’intervento fra
due interruttori, ad esempio A e B (Fig. 5.11) disposti tra loro in serie, in modo che in caso di
guasto in C si apra solo l’interruttore B, garantendo così la continuità del servizio al resto
dell’impianto alimentato dall’interruttore A.

● Fig. 5.11
Protezione selettiva

Al fine di realizzare un corretto coordinamento selettivo, si devono tener presente le seguenti


regole fondamentali:
1) Allo scopo di ridurre gli effetti di tipo termico ed elettrodinamico e contenere i tempi di
ritardo entro valori ragionevoli, il coordinamento selettivo non dovrebbe avvenire tra più di
quattro interruttori in cascata (Fig. 5.12).
2) Ciascun interruttore deve essere in grado di stabilire, supportare ed interrompere la massima
corrente di cortocircuito nel punto dove è installato.
3) Per assicurarsi che gli interruttori di livello superiore non intervengano, mettendo fuori
servizio anche parti di impianto non guaste, si devono adottare soglie di corrente di
intervento, ed eventualmente di tempo di intervento, di valore crescente partendo dagli
utilizzatori andando verso la sorgente di alimentazione.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 107


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

4) Per assicurare la selettività, l’intervallo dei tempi di intervento dovrebbe essere


approssimativamente di 0.1- 0.2 s. Il tempo massimo di intervento non dovrebbe
superare i 0.5 s.

● Fig. 5.12
Tempi di intervento massimi
consentiti per assicurare
la selettività

Gradi di selettività La selettività fra due interruttori in cascata, può essere totale o parziale (Fig. 5.13);
in particolare:

● Fig. 5.13
Selettività totale e parziale

108 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Tipi di selettività - Selettività totale. La selettività è totale se si apre solo l’interruttore B, per tutti i valori di corrente
inferiori o uguali alla massima corrente di cortocircuito presunta nel punto in cui è installato B.
- Selettività parziale. La selettività è parziale se si apre solo l’interruttore B per valori di
corrente di cortocircuito in C inferiori al valore IL, oltre il quale si ha l’intervento simultaneo
di A e B.
In molti tipi di impianto la selettività parziale viene ammessa, specie se la grande maggioranza
dei guasti viene coperta dall’intervento selettivo (nel caso di impianti di B.T. con linee di utenza
abbastanza lunghe a valle dell’interruttore B) e l’intervento simultaneo si verifica solo per guasti
poco probabili in prossimità del dispositivo di protezione B.
I tipi di selettività che si possono avere sono: cronometrica, amperometrica e di zona; nel
seguito verranno esaminati separatamente.
Selettività cronometrica È il tipo di selettività più efficace e si realizza con l’impiego di sganciatori o relè muniti di
dispositivi di ritardo intenzionale dell’intervento.
I ritardi vengono scelti con valori crescenti risalendo lungo l’impianto per garantire che
l’intervento sia effettuato dall’interruttore immediatamente a monte del punto in cui si è
verificato.
L’interruttore A interviene con ritardo ∆t rispetto all’interruttore B, nel caso che entrambi gli
interruttori siano interessati da una corrente di guasto di valore superiore a Im (Fig. 5.14).

● Fig. 5.14

L’interruttore A, ovviamente, dovrà essere in grado, come già detto, di sopportare le


sollecitazioni dinamiche e termiche durante il tempo di ritardo.

Selettività Questo tipo di selettività, usata abbastanza frequentemente negli impianti di B.T., si realizza
amperometrica regolando la soglia di intervento istantaneo a valori di corrente diversi fra gli interruttori A e B
e sfruttando la condizione favorevole del diverso valore assunto dalla corrente di cortocircuito
in funzione della posizione in cui si manifesta il guasto a causa dell’impedenza dei cavi.
Per effetto della limitazione dovuta a questa impedenza in certi casi è possibile regolare
l’intervento istantaneo dell’interruttore a monte del cavo ad un valore dell’intensità di corrente
superire a quello del massimo valore raggiungibile dalla corrente di guasto che percorre
l’interruttore a valle, pur assicurando quasi completamente la protezione della parte di impianto
compresa tra i due interruttori.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 109


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

A seconda degli interruttori impiegati, la selettività amperometrica può assumere condizioni


diverse (Fig. 5.15):

● Fig. 5.15
Diverse tipologie di
selettività amperometrica

a) Con interruttori tradizionali sia a monte che a valle: la selettività è tanto più efficace e sicura
quanto più grande è la differenza fra la corrente nominale dell’interruttore posto a monte e
quella dell’interruttore posto a valle.
Inoltre la selettività amperometrica generalmente risulta totale se la corrente di cortocircuito
in C è inferiore alla corrente magnetica d’intervento dell’interruttore A.

b) Con interruttori tradizionali con breve ritardo a monte e interruttori tradizionali a valle: la
selettività amperometrica, per valori di corrente di cortocircuito elevati, può essere migliorata
utilizzando interruttori a monte provvisti di relè muniti di breve ritardo (curva “S”).
La selettività è totale se l’interruttore A non si apre.
La possibilità di avere interventi selettivi senza l’introduzione di ritardi intenzionali riduce le
sollecitazioni termiche e dinamiche all’impianto in caso di guasto e frequentemente permette
di sotto-dimensionare alcuni suoi componenti.

c) Con interruttori tradizionali a monte e interruttori limitatori a valle: usando interruttori


limitatori a valle e, a monte di essi, interruttori tradizionali (dotati di potere d’interruzione
adeguato con sganciatori di tipo istantaneo) è possibile ottenere selettività totale.
In questo caso la selettività dell’intervento si realizza grazie ai tempi di intervento
estremamente ridotti dell’interruttore limitatore che riducono l’impulso di energia dovuto alla
corrente di guasto a valori tanto bassi da non causare l’intervento dell’interruttore a monte.

Con questo principio è possibile realizzare la selettività totale anche tra interruttori limitatori
di diverso calibro fino a quei valori di corrente che non provocano l’apertura transitoria dei
contatti del limitatore a monte.

Selettività energetica È un tipo di selettività alla quale si ricorre quando fra due interruttori non è possibile impostare
un tempo di ritardo nell’intervento.
Questo sistema può consentire di ottenere un livello di selettività che va oltre il valore della
soglia magnetica dell’interruttore a monte, impiegando un interruttore limitatore a valle. Nel
caso si abbia a monte un interruttore del tipo B ma con Icw ≤ Icu, in funzione della limitazione
effettuata dall’interruttore a valle possiamo ottenere un limite di selettività superiore al valore
della soglia istantanea dell’interruttore a monte.

110 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Per lo studio della selettività energetica non si confrontano le curve di intervento corrente/tempo
dei componenti installati in serie ma le curve dell’energia specifica (I2t) lasciata passare
dall’interruttore a valle e la curva dell’energia dell’interruttore a monte. Si ottiene la selettività
energetica se le due curve non hanno punti di intersezione. L’effetto di limitazione dell’energia
specifica passante è funzione del tipo di interruttore (meccanismo di apertura, contatti ecc.)
mentre il livello energetico di non sgancio è legato alle caratteristiche di intervento dello
sganciatore (soglia istantanea, tempo di intervento), nonché dalla soglia di repulsione dei
contatti (apertura incondizionata).

● Fig. 5.16
Selettività energetica

Per poter realizzare in maniera ottimale una selettività energetica occorre pertanto impiegare:
- sganciatori istantanei con tempo di risposta legato alla corrente di cortocircuito e di taglia
diversa.
- interruttori con una forte limitazione di corrente ed i contatti differenziati per taglia.

Selettività di zona o L’impiego di interruttori limitatori a valle permette inoltre una sensibile riduzione delle
”accelerata“
sollecitazioni termiche ed elettrodinamiche alle quali è soggetto l’impianto e di contenere i
ritardi intenzionali imposti agli interruttori installati a livello primario.

L’adozione del coordinamento selettivo delle protezioni comporta per sua natura
l’allungamento dei tempi di eliminazione dei guasti man mano che ci si avvicina alla sorgente
dell’energia e quindi dove il valore della corrente di guasto è maggiore.
In impianti importanti, nei quali i livelli di distribuzione possono diventare molti, questi tempi
potrebbero diventare inaccettabili sia per il valore elevato dell’energia specifica passante I2t ,
sia per l’incompatibilità con i tempi di estinzione prescritti dall’Ente fornitore di energia.
In questi casi può essere necessario adottare un sistema di selettività di zona o “accelerata”.
Questa tecnica, più sofisticata, consente di accorciare i tempi determinati dalla selettività
cronometrica tradizionale pur mantenendo la selettività degli interventi.
Questo tipo di coordinamento si basa sulle seguenti operazioni:
- immediata individuazione dell’interruttore a cui compete l’eliminazione selettiva del guasto;
- abbreviazione del tempo di intervento di tale interruttore;
- mantenimento del coordinamento selettivo degli interruttori a monte.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 111


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

Il principio su cui basarsi per determinare quale sia l’interruttore più vicino al guasto
consiste nell’utilizzare la corrente di guasto come unico elemento di riferimento comune per
i vari interruttori e creare un interscambio di informazioni in base alle quali determinare in
modo praticamente istantaneo quale parte dell’impianto deve essere tempestivamente
staccata dal sistema.

● Fig. 5.17
Esempio delle varie
condizioni di guasto

Guasto a valle dell’interruttore C: l’interruttore C interviene istantaneamente per guasti di


cortocircuito che insorgono a valle di esso, e gli interruttori A e B, in virtù dei ritardi impostati,
non intervengono e ritornano alle condizioni di esercizio normalmente non appena la
sovracorrente si estingue (pochi millisecondi).
Guasto a valle dell’interruttore B: il guasto dà luogo all’intervento dell’interruttore B
istantaneamente dall’insorgere del guasto stesso. L’interruttore A si comporta come nel caso
precedente.
Guasto a valle dell’interruttore A: la corrente di guasto interessa solo l’interruttore A e pertanto
dà luogo all’intervento istantaneo dell’interruttore stesso.

112 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


PROTEZIONE La protezione di sostegno è basata sul principio esattamente contrario rispetto a quello
DI SOSTEGNO “selettivo”: è richiesta l’apertura contemporanea dell’interruttore a monte e dell’interruttore a
(O BACK-UP) valle, oppure quella del solo interruttore a monte per valori della corrente di cortocircuito
superiori ad un certo valore limite. Tale tipo di protezione è ammesso dalle norme CEI 64-8 e
CEI EN 60947-2 A1.
Come rappresentato nella Fig. 5.18, gli interruttori
● Fig. 5.18
Protezione di back-up A e B, disposti in serie in un circuito, sono coordinati
in modo tale da intervenire simultaneamente in caso
di guasto in C per un valore di corrente superiore ad
una prefissata soglia, detta corrente di scambio. In
tal modo i due interruttori interagiscono tra loro
comportandosi come fossero una sola unità con due
interruzioni poste in serie che interrompono il
cortocircuito. Tutto ciò conferisce all’insieme e
quindi anche all’interruttore B un potere di
interruzione superiore a quello che l’interruttore B
stesso potrebbe fronteggiare da solo.
L’impiego di interruttori limitatori a monte consente maggiori margini di sicurezza.

La protezione di sostegno viene utilizzata in impianti elettrici in cui la continuità di esercizio


della parte non guasta non è requisito fondamentale, ma esistono altre esigenze prioritarie
quali:
1) la necessità di limitare gli ingombri delle apparecchiature elettriche;
2) la necessità di non modificare impianti esistenti anche se non più idonei alle nuove correnti
di guasto
3) il problema tecnico-economico di contenere il dimensionamento dei componenti dell’im-
pianto elettrico
La protezione di sostegno, pertanto, è applicabile quando non vi sono esigenze di selettività,
consente, in particolare, di proteggere impianti sottodimensionati rispetto alla corrente di
guasto presunta (ossia consente sensibili risparmi nel dimensionamento degli interruttori a
valle).

Condizioni indispensabili per la realizzazione della protezione di sostegno:


1) l’interruttore a monte deve avere un potere di interruzione almeno pari alla corrente di
cortocircuito presunta nel punto di installazione dell’interruttore a valle;
2) la corrente di cortocircuito e l’energia specifica, lasciata passare di fatto nell’impianto
dall’interruttore a monte non devono danneggiare l’interruttore a valle;
3) i due interruttori devono essere realmente in serie in modo da essere percorsi dalla stessa
corrente in caso di guasto.

È comunque necessario, in caso di adozione della protezione di sostegno, scegliere


combinazioni di apparecchi delle quali siano state verificate dal costruttore attraverso prove
pratiche, l’efficienza e le caratteristiche del complesso. Si deve infatti precisare che il valore del
potere di interruzione della serie non può essere ricavato teoricamente, ma può essere definito
solo con prove dirette, fatte in laboratorio.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 113


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

COORDINAMENTO I dispositivi di protezione contro il sovraccarico ed il cortocircuito devono avere un potere


DELLE PROTEZIONI d’interruzione almeno uguale alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione.
E’ tuttavia ammesso l’impiego di un dispositivo di protezione (interruttore) con potere di
interruzione inferiore a condizione che a monte vi sia un altro interruttore avente il necessario
potere di interruzione. In questo caso le caratteristiche dei due interruttori devono essere
coordinate in modo che l’energia specifica passante (I2t) lasciata passare dall’interruttore a
monte non risulti superiore a quella che può essere sopportata senza danno dall’interruttore a
valle e dalle condutture protette.
Il coordinamento dei dispositivi di protezione può essere di due tipi:
- di sostegno (o back-up)
- selettivo (amperometrico, cronometrico, di zona).
Tabelle di back-up Nella Tab. di back-up 5.22 vengono pertanto riportate le possibilità di protezione di sostegno
con i relativi poteri di interruzione riferiti alla tensione nominale Ue = 400 V ~, fra interruttori
GEWISS serie MTC e MT, serie MTHP e scatolati serie MTS, mentre nelle pagine successive
vengono riportate le tabelle di selettività.

● Tab. 5.22 VALORI IN KA EFF.


Tabella di back-up
400 Vac trifase
Sistema 3F ~ 400 Vac
trifase - monte MONTE MT MTHP MTS MTSE

Sistema F/N ~ 230 Vac 60 100 250 160 250 160 250 250

monofase - valle VALLE 6/25 32/63 6/20 25 32/63


10 10 25 16 36 36 65 85 36 65 100
(EN 60947-2) 15 12,5 25 20 15
45 6 10 10 10 15 15 10 10 25 10 10 10 10 10 10 10 10
MTC - 2P
60 7,5 10 10 10 15 15 10 10 25 10 10 10 10 10 10 10 10
230Vac monofase

60 10 10 15 12,5 25 20 15 10 25 16 25 25 25 25 25 25 25
6/25 30 36 36 50 50 36 50 50
100
32/63 25 25 25 30 30 30 30 30 30 30
MT - 2P
6/20 50 65 65 65 65
250 25 40 50 50 50 50
32/63 30 36 36 36 36 36 36 36
160 20 25 25 25 25 25 25 25 25
MTHP - 2P
250 50 50 50 50 50

Abbinamento non idoneo

114 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


TAB. 5.23 - TABELLA DI BACK-UP 3F~ 400V (EN 60947-2)
400VAC TRIFASE
MONTE
MT60 MT100 MT250 MTHP160 MTHP250 MTS160 MTS250 MTSE250 MTS/E630 MTS/E800 MTSE1600
In [A] 1,63 6¸25 32¸63 6¸20 25 32¸63 63¸125 20¸63 160 250 250 250 800 1600
VALLE
In [A] Icu [kA] 10 15 12,5 25 20 15 16 25 16 36 36 65 85 36 65 100 36 65 100 36 50 65 100 50 65 100
MTC/MDC45 4,5 6 12,5 10 20 15 12,5 10 10 6 6 6 6 6 6 6 6
MTC/MDC60 6 10 15 12,5 25 20 15 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10
MT60 10 15 12,5 25 20 15 16 25 16 20 16 16 16 16 16 16
1¸25 15 25 20 16 25 25 25 25 25 20 20 20
MT100
32¸63 12,5 25 20 15 16 25 25 25 25 25 20 20 20
6¸20 25 36 30 30 30 30 30 30
MT250 25 20 25 25 25 25 25 25 25 25
32¸63 15 25 16 20 20 20 20 20 20 20
MTHP160 16 25 20 20 20 20 20 20 20
MTHP250 25 30 30 30 30 30 30 30
16 36 36 40 50 25 36 40 20 20 20 20 20 20 20 40 40 40
160
36 65 85 65 100 65 65 50 65 65 40 40 40
MTS 36 65 85 65 100 65 65 50 65 65 40 40 40
250 65 85 100 100 100 85
85 100 100 100 85
36 65 100 65 50 65 100 40 40 40
MTSE 250 65 100 100 100 85
100
36 50 65 65 40 40 40
630 65 100 85
100
MTS/E 36 50 65 65 40 40 50
50 85 65
800
65 100 85
100

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 115


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

Tabelle di selettività Per una corretta lettura delle tabelle riportate nelle pagine che seguono, occorre tenere
presente:
1) La selettività è espressa in kA alla tensione di 400-415 V c.a. secondo la Icu delle Norme
IEC 947-2.
2) Le tabelle sono elaborate sotto le seguenti condizioni:

A – SGANCIATORI MAGNETOTERMICI I1 = 1· Ith I3 = 10 · Ith


B – SGANCIATORI SEP/A I1 = 1· ln I3 = 12 · In
C – SGANCIATORI SEP/B I1 = 1· In a valle I2 = OFF I3 = 12 · In
t1 = curva D a monte I2 = 10. In I3 = OFF
t2 = curva D

3) Negli sganciatori a microprocessore SEP/A e SEP/B le regolazioni amperometriche e


cronometriche delle funzioni L, S, I sono molteplici, pertanto risulta impossibile condensare in
una unica casella un valore numerico univoco di selettività.
4) I valori sono validi per sistema radiale (un trasformatore a monte).
5) La lettera “T” significa selettività totale.
6) I valori indicati sono relativi a condizioni di guasto bifase o trifase; la loro validità si estende
per condizioni di cortocircuito. In caso di sovraccarico è necessario verificare la selettività
con il reale profilo di correnti di carico, tramite le curve tempo-corrente.

116 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


● Tab. 5.24 MTHP 160
Tabella di selettività

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 117


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

TAB. 5.25 - TABELLA DI SELETTIVITÀ MTS 160, MTS 250 E MTSE 250

118 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


TAB. 5.26 - TABELLA DI SELETTIVITÀ MTS 630, MTSE 630, MTS 800 E MTSE 800
monte MTS 630 MTSE 630 MTS 800 MTSE 800

In 320 400 500 320 400 630 630 800 630 800
valle
Im 3200 4000 5000 OFF OFF OFF 6300 8000 OFF OFF

MTC 45 6 ÷ 32 C T T T T T T T T T T

MTC 60 6 ÷ 32 C T T T T T T T T T T

MT 60 1 ÷ 63 B/C T T T T T T T T T T

MT 60 6 ÷ 40 D T T T T T T T T T T

MT 100 6 ÷ 63 C T T T T T T T T T T

MT 100 6 ÷ 40 D T T T T T T T T T T

MT 250 6 ÷ 63 C T T T T T T T T T T

MTHP 160 80 ÷ 125 C T T T T T T T T T T

MTHP 160 63 ÷ 100 D T T T T T T T T T T

MTHP 250 20 ÷ 63 C T T T T T T T T T T

16 500 30 30 30 30 30 30 T T T T

20 500 30 30 30 30 30 30 T T T T

25 500 30 30 30 30 30 30 T T T T

32 500 30 30 30 30 30 30 T T T T

40 500 30 30 30 30 30 30 T T T T

MTS 160 50 500 30 30 30 30 30 30 T T T T

63 630 30 30 30 30 30 30 T T T T

80 800 30 30 30 30 30 30 T T T T

100 1000 24 24 24 24 24 24 T T T T

125 1250 24 24 24 24 24 24 T T T T

160 1600 24 24 24 24 24 24 T T T T

32 500 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30

50 500 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30

80 800 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30

100 1000 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30
MTS 250
125 1250 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30

160 1600 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30

200 2000 12 12 12 12 12 12 25 30 25 30

250 2500 12 12 25 30 25 30

100 1200 11 11 11 11 11 11 20 25 20 25

MTSE 250 160 1900 11 11 11 11 11 11 20 25 20 25

250 3000 11 11 11 11 11 20 25 20 25

320 3200 15 20 15 20

MTS 630 400 4000 15 20 15 20

500 5000

320 3800 15 20 15 20

MTSE 630 400 4800 15 20 15 20

630 7500

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 119


Scelta dei dispositivi di manovra e protezione

● Tab. 5.27
Tabella di selettività
MTSE 1600

120 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Scelta dei dispositivi di comando

INTERRUTTORI Sono apparecchi destinati a stabilire, portare ed interrompere la corrente nominali in


DI MANOVRA condizioni normali del circuito. Essi sono anche in grado di portare, per un tempo specificato,
SEZIONATORI
(1 sec.) la corrente di cortocircuito ma non sono in grado di interromperla; devono quindi
essere corredati di un dispositivo di protezione contro il cortocircuito. Nella posizione di aperto,
gli apparecchi di manovra presentano i requisiti di sezionamento prescritte per i sezionatori.
Usualmente negli impianti elettrici gli interruttori sezionatori di manovra svolgono le seguenti
funzioni:
- congiunzione di due sistemi di sbarre quando viene a mancare l’alimentazione di un semi
quadro,
- installazione in testa ad un quadro secondario allo scopo di isolare una parte di impianto,
- installazione a monte di una singola utenza per poterla isolare completamente dalla rete.
Per gli apparecchi usati nell’ambito industriale, la Norma CEI EN 60947-3 stabilisce tutte le
prescrizioni alle quali devono essere conformi.
In questa guida, con il termine sezionatore, vengono raggruppati apparecchi che pur avendo
caratteristiche funzionali e norme di riferimento diverse, presentano la caratteristica comune di
poter sezionare un circuito elettrico. Con lo stesso termine vengono pertanto considerati:
- gli interruttori di manovra sezionatori
- gli interruttori non automatici.
Nella scelta di queste apparecchiature di protezione e manovra, si deve tener conto dei
seguenti parametri:
- Caratteristiche della rete. La determinazione delle grandezze caratteristiche quali tensione,
frequenza e corrente nominale viene effettuata con gli stessi criteri adottati per gli interruttori
automatici.
- Categorie di impiego. Il valore della corrente di un interruttore di manovra, viene dichiarato
dal costruttore con riferimento alla tensione, alla frequenza ed alla categoria d’impiego.
Questa caratteristica si riferisce alla specifica applicazione alla quale è destinato l’interruttore
sezionatore ed al tipo di carico alimentato (resistivo o induttivo).
La tabella che segue, conforme alle prescrizioni della Norma CEI EN 60947-3, evidenzia le
categorie di impiego previste sia in corrente alternata che in corrente continua, oltre alle applicazioni
tipiche ed alle prestazioni nominali, in apertura ed in chiusura, che gli apparecchi devono avere.
Dalla tabella si può notare come per ogni categoria sono previste due tipi di utilizzazione, con
manovre frequenti e non frequenti. La gravosità delle operazioni di apertura e di chiusura aumenta
con l’aumentare della componente induttiva, pertanto a parità di valori della durata elettrica, gli
apparecchi possono subire declassamenti in funzione del tipo di carico alimentato.

CATEGORIA DI CATEGORIA NOMINALE CHIUSURA INTERRUZIONE NUMERO DI CICLI


UTILIZZAZIONE DI IMPIEGO I/IE U/UE COSϕ IC/IE UR/UE COSϕ DI OPERAZIONE
AC-20A - AC-20B Tutti i valori - - - - - - -
AC-21A - AC21B Tutti i valori 1,5 1,05 0,95 1,5 1,05 0,95 5
AC-22A - AC22B Tutti i valori 3 1,05 0,65 3 1,05 0,65 5
AC-23A - AC23B 0 < Ie ≤ 100 A 10 1,05 0,45 8 1,05 0,45 5
Legenda
100 A < Ie 10 1,05 0,35 8 1,05 0,35 5
I Corrente di chiusura
CATEGORIA DI CATEGORIA NOMINALE I/IE U/UE L/R IC/IE UR/UE L/R NUMERO DI CICLI
Ie Corrente di interruzione UTILIZZAZIONE DI IMPIEGO MS MS DI OPERAZIONE
In Corrente nominale di impiego
DC-20A - DC-20B Tutti i valori - - - - - - -
U Tensione applicata
DC-21A - DC21B Tutti i valori 1,5 1,05 1 1,5 1,05 1 5
Ue Tensione nominale di impiego
DC-22A - DC22B Tutti i valori 4 1,05 2,5 4 1,05 2,5 5
Ur Tensione di ritorno a frequenza
di esercizio o in c.c.
DC-23A - DC23B Tutti i valori 4 1,05 15 4 1,05 15 5

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 121


Scelta dei dispositivi di comando

SEZIONAMENTO
Interruttori di manovra sezionatori modulari

TAB. 6.1 - DATI TECNICI - SEZIONAMENTO

In<63A In≥63A
Norma di riferimento: EN 60947-3 EN 60947-3
Tensione nominale Un (V): 230-400 a.c. 230-400 a.c.
Tensione nominale d’isolamento Ui (V): 500 a.c. 500 a.c.
Tensione nominale d’impulso Uimp (kV): 4 4
Frequenza nominale (Hz): 50 50
Corrente nominale d’impiego Ie (A): 16 20 32 40 63 80 100 125
Categoria di utilizzo: AC-23B AC-22B
Potere di chiusura nominale (A): 160 200 320 400 189 240 300 375
Potere di interruzione nominale (A): 128 160 256 320 189 240 300 375
Corrente nominale ammissibile di breve durata Icw (A): 192 240 384 480 756 960 1200 1500
Corrente nominale condizionale di cortocircuito (kA):
MTC 45 4,5 4,5 4,5 3 3 3 3 3
MTC 60 - MT 60 6 4,5 4,5 3 3 3 3 3
MTC 100 - MT 100 6 4,5 4,5 3 3 3 3 3
MT 250 6 4,5 4,5 3 3 3 3 3
MTHP 160 - MTHP 250 3 3 3 3 3 3 3 3
Potenza dissipata per polo (W): 0,45 0,52 0,8 1,5 2 3,2 5 6
Sezione massima conduttori (mm2): 25 50

Schemi funzionali
1P 2P 3P 4P

Nota: I sezionatori da 63÷125A sono accessoriabili con contatti ausiliari.

122 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Interruttori di manovra sezionatori scatolati

TAB. 6.3- INTERRUTTORI SEZIONATORI DI MANOVRA

SERIE MTSM 250 MTSM 800 MTSM 1600

Corrente termica convenzionale a 60 °C, Ith (A) 125 - 160 - 250 - 320 400 - 630 - 800 1000 - 1250 - 1600
Poli Nr. 3-4 3-4 3-4
Tensione nominale di impiego Ue (AC) 50-60Hz (V) 690 690 690
(DC) (V) 750 750 750
Corrente nominale, Iu (A) 100 - 160 - 250 - 320 400 - 630 - 800 1000 - 1250 - 1600
Tensione nominale di tenuta ad impulso Uimp (kV) 8 8 8
Tensione nominale di isolamento Ui (V) 800 800 800
Tensione di prova a frequenza industriale per 1 min. (V) 3000 3000 3000
Potere di chiusura nominale in corto circuito (415 V), Icm (kA) 10 30 52,5
Corrente di breve durata ammissibile nom. per 1 s, Icw (kA) 6,5 15 25
Attitudine al sezionamento SI SI SI
IEC 60947-3
Esecuzioni F-P-W F-W F-W
Terminali esecuzione fissa F - EF - FC F - EF - FC CuAl F - EF - FC CuAl (1250A)
FC CuAl - R - RC R - RC HR - VR
esecuzione rimovibile F - FC - R - -
esecuzione estraibile F - FC - R F - HR - VR F - HR - VR
Vita meccanica (Nr. di manovre/operaz. orarie) 25000/120 20000/120 10000/120
Dimensioni base, fisso L 3/4 poli (mm) 105/140 210/280 210/280
P (mm) 103,5 103,5 138,5
H (mm) 170 268 406
Pesi, fisso 3/4 poli (kg) 2,6/3,5 9,5/12 17/22

Nota: Tutti gli interruttori di manovra sezionatori sono equipaggiabili con gli accessori della serie MTSA nelle loro specifiche funzioni.

● Tab. 6.4 POTENZA DISSIPATA (W)


Interruttori di
manovra-sezionatori VERSIONE
TIPO IU (40°C) [A]
FISSO RIMOVIBILE ESTRAIBILE
100 21 25 25
160 30 40 40
MTSM 250
250 50 65 65
320 80 105 105
400 40 48
MTSM 800 630 90 115
800 96 125
1000 102 140
MTSM 1600 1250 160 220
1600 260 360

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 123


Scelta dei dispositivi di comando

TAB. 6.5 - COORDINAMENTO TRA INTERRUTTORI AUTOMATICI SERIE MTS E INTERRUTTORI DI MANOVRA SERIE MTSM
MONTE MTS 250 MTS 630 MTS 800
MTS 160 MTS 1600
VALLE MTSE 250 MTSE 630 MTSE 800
Serie In Icc B N N H L N H L N S H L N H L
100 16 35 35 65 65 35 35 35 35 35 35 35
MTSM 160 16 35 35 65 65 35 50 50 35 35 35 35
250 250 35 65 100 35 65 65 35 50 65 65
320 35 65 100 35 50 65 100
MTSM 400 35 35 35 35 50 65 100
630 600 35 65 100 35 50 65 100
800 35 50 65 100
MTSM 1000 50 65 65
1600 1250 50 65 65
1600 50 65 65

124 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Interruttori di manovra sezionatori a comando rotativo

TAB. 6.6 - DATI TECNICI - INTERRUTTORI DI MANOVRA SEZIONATORI A COMANDO ROTATIVO

TIPO MSS 125 COMMUTATORE I 0 II MSS 160 MSS 250 MSS 630

norma di riferimento EN 60947-3 EN 60947-3


corrente termica Ith a 40°C (A) 63 100 125 160 250 400 630
tensione nominale di impiego Ue [V] 690 a.c 690 a.c 690 a.c 690 a.c 690 a.c 690 a.c 690 a.c
440 d.c 440 d.c 440 d.c 440 d.c 220 d.c 220 d.c 220 d.c
tensione di isolamento Ui [V] 800 a.c 800 a.c 800 a.c 800 a.c 800 a.c 1000 a.c 1000 a.c
tensione nominale d'impulso Uimp (kV) 8 8 8 8 8 12 12
categoria di impiego (corrente in A)
400V a.c. AC-22A / AC-22B 63 100 125 160 250 400 630
AC-23A / AC-23B 63 63 63 160 250 400 500
220V d.c. DC-22A / DC-22B 63 (*) 100 (*) 100 (*) 160 (*) 250 (*) 400 (*) 500 (*)
DC-23A / DC-23B 63 (*) 63 (*) 63 (*) 160 (*) 200 (*) 400 (*) 500 (*)
corrente ammissibile di breve durata per 1s Icw (kA) 2,5 2,5 2,5 4 9 13 13
potere di chiusura Icm (kA) (valore di picco) 12 12 12 16 23 45 45
corrente di corto circuito condizionata con fusibile gG (kA) 100 100 100 50 100 100 100
corrente massima fusibile gG (kA) 63 100 125 160 250 400 630
potenza dissipata per polo (W) 1,2 3,1 5,7 3,3 5,8 10,8 30,9
durata meccanica (n° cicli di manovra) 20.000 20.000 20.000 10.000 10.000 5.000 5.000
sezione max. conduttori (mm2) 50 50 50
larghezza max. barra (mm) 20 32 40 50
coordinamento tra interruttori automatici e sezionatori MSS
Icc max sopportabile dall'MSS [kA] MT 60 6 6 6
MT 100 10 10 10
MTHP 160 16 16 16 16
MTHP 250 25 25 25
MTS 160 B 12 11 11 16 16
N 12 11 11 20 36
MTS 250 N 10 10 10 16 36
H 10 10 10 16 36
L 10 10 10 16 36
MTSE 250 N 8 8 8 10 28
H 8 8 8 10 28
L 8 8 8 10 28
(*) 2 poli in serie per polarità. MTS 630 N 22 36 36
MTSE 630 H 22 55 55
L 22 55 55
MTS 800 N 36 36
MTSE 800 S 40 40
H 40 40
L 40 40

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 125


Scelta dei dispositivi di comando

COMANDO Sono apparecchi di tipo bistabile nei quali applicando tensione per un breve periodo alla
bobina, si ottiene una variazione permanente dello stato del contatto (da ON a OFF e
Relè passo passo viceversa). Questi relè, utilizzati insieme a pulsanti del tipo NA, trovano largo impiego nei
circuiti di comando di tipo ciclico (ad esempio i circuiti di illuminazione).

TAB. 6.7 - CARATTERISTICHE TECNICHE RELÈ PASSO PASSO


DATI TECNICI RELÈ PASSO-PASSO RELÈ PASSO-PASSO CENTRALIZABILE

1 polo 2/4 poli 1 poli 2/3 poli


Norme di riferimento CEI EN 60669-2-2 CEI EN 60669-2-2 CEI EN 60669-2-2 CEI EN 60669-2-2
Corrente nominale di impiego (A) 16 16 16 16
Tensione nominale Un (V) 230 a.c. 230 a.c. 230 a.c. 230 a.c.
Tensione comando bobina (V) 12/24/230 a.c. 12/24/230 a.c. 24/230 a.c. 24/230 a.c.
24 d.c. 24 d.c.
Tensione nominale d’isolamento Ui (V) 250 a.c. 250 a.c. 250 a.c. 250 a.c.
Tensione nominale d’impulso Uimp (kV) 4 4 4 4
Frequenza nominale (Hz) 50 50 50 50
Assorbimento bobina all’eccitazione 5VA 9VA 9VA/12W 9VA/12W
Assorbimento bobina in mantenimento 3,5VA 2,5VA 1VA/1W 1VA/1W
Tensione funzionamento bobina 0,9 - 1,1xUn 0,9 - 1,1xUn 0,9 - 1,1xUn 0,9 - 1,1xUn
Potenza max. lampade
Lampade ad incandescenza (W) 2400 2400 2400 2400
Lampade fluorescenti (W) 500 500 500 500
Lampade alogene (W) 1000 1000 1000 1000
Potenza dissipata per polo (W) 1,5 1,5 1,5 1,5
Manovre elettriche (Ie e cosϕ = 0,9) 100.000 100.000 100.000 100.000
Manovre meccaniche 200.000 200.000 200.000 200.000
Durata minima comando chiusura (ms) 25 25 25 25
Temperatura di funzionamento (C°) -5...+40 -5...+40 -5...+40 -5...+40
Sezione max. conduttori contatti (mm2) 4 o 2x2,5 10 o 2x4 10 o 2x4 10 o 2x4
Sezione max. conduttori bobina (mm2) 4 o 2x2,5 4 o 2x2,5 4 o 2x2,5 4 o 2x2,5

126 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Relè monostabili Apparecchi che commutano lo stato dei contatti (da ON a OFF e viceversa) e lo mantengono
fintanto che la bobina resta eccitata.

TAB. 6.8 - DATI TECNICI RELÉ MONOSTABILI


1 polo 2 poli 4 poli
Norme di riferimento CEI EN 61095 CEI EN 61095 CEI EN 61095
Corrente nominale di impiego Ie (A) 16 16 16
Tensione nominale Un (V) 230 a.c. 230 a.c. 230/400 a.c.
Tensione comando bobina (V) 12/24/230 a.c. 12/24/230 a.c. 24/230 a.c.
Tensione nominale d’isolamento Ui (V) 250 a.c. 250 a.c. 250 a.c.
Tensione nominale d’impulso Uimp (kV) 4 4 4
Frequenza nominale (Hz) 50 50 50
Assorbimento bobina all’eccitazione (VA) 4 9 14
Assorbimento bobina in mantenimento (VA) 2,4 2,5 6
Tensione funzionamento bobina 0,9 - 1,1xUn 0,9 - 1,1xUn 0,9 - 1,1xUn
Potenza max. lampade
Lampade ad incandescenza (W) 2400 2400 2400
Lampade fluorescenti (W) 500 500 500
Lampade alogene (W) 1000 1000 1000
Potenza dissipata per polo (W) 0,6 0,6 0,6
Manovre elettriche (pieno carico, cosϕ = 0,9) 100.000 100.000 100.000
Manovre meccaniche 1.000.000 1.000.000 1.000.000
Durata minima comando chiusura (ms) 25 25 25
Temperatura di funzionamento (C°) -5...+40 -5...+40 -5...+40
Sezione max. conduttori contatti (mm2) 4 o 2x2,5 10 o 2x4 10 o 2x4
Sezione max. conduttori bobina (mm2) 4 o 2x2,5 4 o 2x2,5 4 o 2x2,5

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 127


Scelta dei dispositivi di comando

Contattore Il contattore è un’apparecchio in grado di stabilire, sopportare ed interrompere le correnti di


manovra in condizioni ordinarie e di sovraccarico. È un componente elettrico di tipo
monostabile (mantiene il proprio stato fin tanto che la bobina è alimentata) previsto per un
elevato numero di manovre.
Se vengono azionati più dispositivi contemporaneamente occorre fare attenzione al
dimensionamento corretto del trasformatore. Se vengono installati più contattori adiacenti
alimentati in modo continuativo, l’eccessiva dissipazione di calore può danneggiare la bobina
degli stessi.

TAB. 6.9 - CARATTERISTICHE TECNICHE DEI CONTATTORI


CARATTERISTICHE ELETTRICHE

20 A 24 A 40 A 63 A
Norme di riferimento CEI EN 61095 CEI EN 61095 CEI EN 61095 CEI EN 61095
CEI EN 60947-4-1 CEI EN 60947-4-1 CEI EN 60947-4-1
Corrente nominale di impiego (A) 20 24 40 63
Categoria di utilizzo AC7a AC7a AC7a AC7a
Tensione nominale Un (V) 230/400 a.c. 230/400 a.c. 230/400 a.c. 230/400 a.c.
Tensione comando bobina (V) 230 a.c. 230 a.c. - d.c. 230 a.c. - d.c. 230 a.c. - d.c.
24 a.c. 24 a.c. - d.c.
Tensione nominale d’isolamento Ui (V) 500 a.c. 500 a.c. 500 a.c. 500 a.c.
Tensione nominale d’impulso Uimp (kV) 4 4 4 4
Frequenza nominale (HZ) 50 50 50 50
Assorbimento bobina all’eccitazione 9VA 3,7VA/4W 4,4VA/5W 70VA/65W
Assorbimento bobina in mantenimento 2,5VA 3,7VA/4W 4,4VA/5W 4,2VA/4,2W
Tensione funzionamento bobina 0,85 - 1,1xUn 0,8 - 1,06xUn 0,8 - 1,06xUn 0,8 - 1,06xUn
Potenza nominale in AC3 (kW): 230 V monofase - 1,3 3,7 5
230 V trifase - 2,2 5,5 8
400 V trifase - 4 11 15
Potenza dissipata per polo (W) 1 1,2 3 6
Manovre elettriche in AC7a / AC1 150.000 150.000 150.000 150.000
Manovre elettriche in AC7b / AC3 - 500.000 170.000 240.000
Manovre meccaniche 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000
Corrente di cortocircuito condizionata (kA) 3 3 3 3
Durata minima comando chiusura (ms) 25 25 25 25
Temperatura di funzionamento (C°) -5...+40 -25...+55 -25...+55 -25...+55
Sezione max. conduttori contatti (mm2) 10 o 2x4 25 o 2x10 25 o 2x10 25 o 2x10
Sezione max. conduttori bobina (mm2) 4 o 2x2,5 4 o 2x2,5 4 o 2x2,5 4 o 2x2,5

128 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Protezione e comando circuiti utilizzatori

PROTEZIONE I circuiti di illuminazione devono essere protetti contro il cortocircuito mediante interruttori
DEI CIRCUITI automatici. La protezione contro il sovraccarico può essere omessa nei circuiti che alimentano
DI ILLUMINAZIONE
gli apparecchi illuminanti negli ambienti normali, a condizione che esista la protezione contro
il cortocircuito e che la corrente di impiego degli apparecchi utilizzatori non sia superiore a
quella della conduttura. Rimane invece obbligatoria per tutti i circuiti elettrici ubicati nei luoghi
con pericolo di incendio e di esplosione nonché negli ambienti particolari trattati nella parte 7
della Norma CEI 64-8 per i quali siano prescritte condizioni diverse.
La corrente nominale dell’interruttore di protezione viene scelta in relazione al carico da
alimentare, la cui corrente di impiego IB può essere desunta:
- dai dati forniti dal costruttore degli apparecchi illuminanti.
- dal calcolo, in funzione della potenza nominale installata, della tensione di alimentazione e
del fattore di potenza.
La tabella che segue fornisce la corrente nominale dell’interruttore in relazione alla potenza
installata e al tipo di distribuzione.

TAB. 7.3 - DISTRIBUZIONE MONOFASE 230 V - LAMPADE FLUORESCENTI

TIPO DI POTENZA
NUMERO DI LAMPADE PER FASE
LAMPADA TUBO[W]
Singola 18 4 8 13 29 49 78 97 122 157 196 245 309 392 490
non rifasata 36 2 4 7 14 24 39 49 61 78 98 122 154 196 245
58 1 3 4 9 15 24 30 38 48 60 76 95 120 152
Singola 18 7 13 20 42 69 112 140 175 225 281 351 443 562 703
rifasata 36 3 7 10 21 35 56 70 87 112 140 175 220 281 351
58 2 4 6 13 21 34 42 54 69 87 109 137 174 218
Doppia 2x18=36 3 7 10 20 35 56 70 87 112 138 175 221 281 351
rifasata 2x36=72 1 3 5 10 17 28 35 43 56 70 87 110 140 175
2x58=118 1 2 3 6 10 17 21 27 34 43 54 68 87 109
In [A] 2P o 4P 100 1 2 3 6 10 16 20 25 32 40 50 63 80 100

TAB. 7.4 - COORDINAMENTO CON INTERRUTTORI

TAGLIA INTERRUTTORE CURVA C IN [A] 2P O 4P 6 10 16 20 25 32 40 50 63 80 100 125


TIPO DI LAMPADA POTENZA [W] NUMERO DI LAMPADE PER FASE

Ioduri metallici o sodio alta 150 3 5 8 11 13 17 22 27 34 44 54 68


pressione rifasata 250 2 3 5 6 8 10 13 16 20 26 33 41
400 1 2 3 4 5 6 8 10 12 16 20 25
1000 - 1 1 2 2 3 4 5 6 8 10

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 129


Protezione e comando circuiti utilizzatori

● Tab. 7.5 CARATTERISTICHE LAMPADE N. DI LAMPADE CONSENTITE PER FASE


Numero massimo per fase
Tipo di lampade P (W) 16 A
di lampade comandabili
Incandescenza (230 V) 15 133
da un relè passo passo 25 80
40 50
60 33
75 26
100 20
150 13
200 10
300 6
500 4
Fluorescenti due lampade (230V) 2x18 27
2x20 25
2x30 16
2x36 13
2x40 12
2x58 8
2x65 7
Fluorescenti rifasate in parallelo (230V) 18 27
20 25
30 16
36 13
40 12
58 8
65 7
Alogene non rifasate (230 V) 35 28
70 14
150 6
250 4
400 2
1000 1
Alogene 12 e 24 V 20 55
50 20
75 15
100 11
Vapori di sodio ad alta pressione o 50 7
ioduri metallici (230V) 70 6
150 3
250 2
Vapori di sodio a bassa pressione 18 15
(230V) 37 9
56 7
91 5
135 4
185 3
Vapori di mercurio ad alta pressione 50 8
(230V) 80 6
125 4
250 2
400 1

130 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Inserzione lampade La tabella seguente riporta il numero massimo di lampade comandabili da ciascun contattore.
Tali valori sono riferiti alla tensione nominale di 230V. Nel caso di lampade alimentate a 400V,
moltiplicare i valori riportati in tabella per 1,73.

● Tab. 8.13 CARATT. LAMPADE N. DI LAMPADE CONSENTITE CAPACITÀ


Numero massimo
Tipo di lampade Watt 20 A 24 A 40 A 63 A (µF)
di lampade comandabili
Incandescente 60 21 25 54 83
da un contattore 100 13 15 32 50
200 7 7 16 25
300 4 5 11 16
500 3 3 6 10
1000 1 1 3 5
Fluorescente Rifasate in parallelo
15 6 8 15 67 4,5
20 5 7 14 60 5
40 6 8 15 67 4,5
42 4 6 12 50 6
65 4 5 10 43 7
115 1 2 4 17 18
140 1 2 4 17 18
Vapori di mercurio ad alta Non rifasate
pressione 50 12 14 36 50
80 7 10 27 38
125 5 7 19 26
250 3 4 10 14
400 1 2 7 10
700 - 1 4 6
1000 - 1 3 4
2000/400 V - 1 3 4
Rifasate in parallelo
50 4 5 10 43 7
80 3 4 8 37 8
125 2 3 6 26 10
250 1 2 3 15 18
400 1 1 3 10 25
700 - - 1 5 45
1000 - - 1 4 60
2000/400 V - 1 2 2 35
Lampade con reattore
elettronico 1x18 15 24 55 76
2x18 8 18 34 48
1x36 12 16 34 47
2x36 7 11 20 29
1x58 11 14 32 46
2x58 6 8 17 24
Alogene (12V)
20 40 52 110 174
50 20 24 50 80
75 13 16 35 54
100 10 12 27 43
150 7 9 19 29
200 5 6 14 23
300 3 4 9 14
(segue)

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 131


Protezione e comando circuiti utilizzatori

● (segue) Tab. 8.13 CARATT. LAMPADE N. DI LAMPADE CONSENTITE CAPACITÀ


Numero massimo
Tipo di lampade Watt 20 A 24 A 40 A 63 A (µF)
di lampade comandabili
Vapori di sodio a bassa Non rifasate
da un contattore pressione 35 5 8 22 30
55 5 8 22 30
90 3 5 13 19
135 2 3 10 13
150 2 3 10 14
180 2 3 10 14
200 3 5 14 20
Rifasate in parallelo
35 1 4 15 20
55 1 4 15 20
90 1 3 10 30
135 2 7 45
150 2 8 40
180 2 8 40
200 1 3 12 25
Vapori di sodio ad alta Non rifasate
pressione o ioduri metallici 150 4 15 20
250 3 9 15
330 2 8 10
400 1 6 8
1000 3 4
Rifasate in parallelo
150 1 3 15 20
250 1 2 9 33
330 2 7 40
400 1 6 48
1000 2 106

132 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Protezione dei circuiti utilizzatori

PROTEZIONE DALLE In commercio esistono svariati tipi di limitatori di sovratensione in relazione alla sollecitudine
SOVRATENSIONI che devono sopportare, al grado di protezione che devono offrire ed al tipo di utenza da
proteggere.
Gli elementi caratteristici che compongono un limitatore di sovratensione sono normalmente i
seguenti.

Spinterometri Spinterometri in aria, in gas e a scarica frazionata che costituisce l’ultima generazione.
Negli spinterometri in aria la tensione di innesco è di qualche kV ed è legata alle condizioni
dell’aria ed alla distanza fra gli elettrodi. Gli spinterometri a gas possiedono una tensione di
innesco variabile fra 70 V e 10 kV in funzione delle caratteristiche costruttive.
Gli spinterometri ad aria frazionata sono costituiti da elettrodi a dischi di carbonio con
materiale isolante intermedio al quale viene affidato il compito dello spegnimento degli archi.
La loro tensione di innesco è normalmente inferiore a 2 kV.
Gli spinterometri possiedono una capacità di scarica molto elevata, hanno però una
tensione di innesco che aumenta con la rapidità del fronte d’onda della sovratensione e
pertanto può rivelarsi troppo elevata per la protezione diretta di apparecchiature sensibili
quali quelle elettroniche. Attualmente, nel settore degli scaricatori a scarica frazionata, è
stato superato lo svantaggio del livello di protezione elevato con più spinterometri collegati
in serie. Questa soluzione consente il frazionamento ed il controllo dell’arco elettrico
garantendo un livello di protezione limitato (inferiore a 2 kV) pur mantenendo elevate
capacità di scarica (circa 50 kA).
Varistori Sono costituiti da resistori al carburo di silicio o meglio all’ossido di zinco (nuova generazione)
con la caratteristica tensione/corrente non lineare. Il valore della resistenza non rimane costante,
ma diminuisce all’aumentare della tensione e quindi della corrente.
Questi componenti hanno un potere di innesco variabile da 30 a 1000 V ed potere di scarica
molto diversi.
Presentano il vantaggio di una capacità di scarica considerevole (sino a 40 kA 8/20)
indipendente dalla tensione di innesco, una ampia possibilità di scelta ed una rapidità di
risposta elevata.
Per contro hanno una modesta capacità di scarica agli impulsi di lunga durata, ed una capacità
tra gli elettrodi notevole che risulta negativa per l’impiego su circuiti ad alta frequenza.

Collegamento in serie I componenti degli SPD possono anche essere collegati in serie ed in parallelo.
e parallelo dei Il collegamento in serie si impiega quando occorre adattare un limitatore a tensioni di esercizio
componenti di un SPD non standardizzate o quando occorre una soglia di innesco elevata e sono generalmente
costituiti da uno spinterometro in serie ad un varistore. Il collegamento in parallelo viene
utilizzato per ottenere una elevata tensione di scarica o una bassa tensione di innesco.

Quando è necessario La protezione contro le sovratensioni può essere attuata quando richiesta dalle Norme CEI 81-1
proteggersi dalle e CEI 81-4 oppure quando si è acquisita un’esperienza di esercizio dell’impianto che ha messo
sovratensioni in evidenza il ripetersi di danni alle apparecchiature e l’interruzione della produzione. Le
norme CEI stabiliscono i requisiti minimi necessari per la sicurezza del sistema. In alternativa,
può essere utilizzata la Norma CEI 81-3 che fissa i valori medi del numero di fulmini a terra per
anno e per chilometro quadrato per i comuni d’Italia.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 133


Protezione e comando circuiti utilizzatori

Caratteristiche SPD Tra le caratteristiche più importanti degli SPD troviamo la classe di prova secondo la Norma
IEC 61643-1. Correlando le classi di prova al tipo di fulminazione otteniamo le caratteristiche
indicate nella Tab. 7.1.

● Tab. 7.1 CLASSE DI


CARATTERISTICHE IMPIEGO INSTALLAZIONE
PROVA

Imp = 20 kA 10/350µs Correnti o parti di correnti pro- Quadri elettrici in strutture soggette
I Uc = 255 V venienti dalla fulminazione diretta a fulminazione diretta
Up ≤ 4 kV
In = 15 kA 8/20 µs Correnti indotte da fulminazione Quadri elettrici in strutture soggette
Imax = 40 kA 8/20 µs indiretta a fulminazione indiretta
II Uc = 255 V
Up ≤ 1,5 kV
Uoc = 10 kV 1,2/50 µs Correnti indotte su circuiti elettrici Quadri elettrici utilizzatori soggetti
III Uc = 255 V interni per fulminazione indiretta a fulminazione indiretta
Up ≤ 1,2 kV

Scelta ed installazione Gli scaricatori GEWISS (classe II) possono essere utilizzati in impianti industriali o residenziali non
degli SPD dotati di impianto parafulmine (LPS esterno) dove si vuole ridurre le componenti di rischio (D-M-
G) di danni alle persone e danni economici agli utilizzatori previste dalla norma CEI 81-4.
Gli scaricatori GEWISS realizzano sia la protezione di modo comune che di modo differenziale:
- modo comune: protezione tra conduttori attivi e la terra (fase-terra, neutro-terra)
- modo differenziale: protezione tra i conduttori attivi (fase-neutro, fase-fase).
Ai fini di realizzare una corretta protezione delle apparecchiature presenti nell’impianto, deve
essere prestata attenzione al livello di protezione Up dello scaricatore. In particolare, deve
essere verificata la seguente relazione (Guida CEI 81-8):

U1 DMAX

Uprot = Up+U1+U1I < Uten

Up
CARICO

I
U1

dove Up è il livello di protezione dello scaricatore, U1 e U1I le cadute di tensione sui cavi di
collegamento dell’SDP, Uprot il livello effettivo di protezione, Uten la tensione di tenuta all’impulso
del carico.

134 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


La conoscenza di UTEN è necessaria per la corretta scelta degli scaricatori. Riassumiamo
brevemente quali siano gli ordini di grandezza per diverse tipologie di apparecchi:

6 kV 4 kV 2,5 kV 1,5 kV

Al fine della corretta installazione, è importante prestare attenzione alla distanza massima di
cavo tra scaricatore ed apparecchiatura da proteggere. La distanza massima protetta DMAX
entro la quale la protezione dell’impianto è ottimale, varia in funzione della tensione di tenuta
all’impulso dei carichi e della tensione di protezione UPROT.

UPROT DMAX

≤ 0,9 UTEN 10m


≤ 0,8 UTEN 20m
≤ 0,7 UTEN 30m
≤ 0,6 UTEN Nessun limite

Quando le distanze massime protette non sono rispettate, è necessario istallare più scaricatori
in cascata.

Nell’installazione di scaricatori di sovratensione, è opportuno seguire semplici regole di cablaggio:


• Utilizzare i cavi per il collegamento degli scaricatori di sezione ≥ 4 mm2 (guida CEI 81-8).
• Ridurre il più possibile le lunghezze dei cavi di cablaggio (con una corrente di scarica di 8kA
si ha una caduta di tensione di circa 1kV per ogni metro di cavo).
• Collegare gli scaricatori mediante “entra-esci“, sempre al fine di ridurre la lunghezza dei cavi.

Cablaggio corretto Cablaggio non corretto

dove Ut è la tensione tra conduttori attivi e terra durante la fase di scarica.

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 135


Protezione e comando circuiti utilizzatori

• Equipotenzialità dei conduttori di protezione, al fine di evitare differenze di potenziale tra


impianti di terra che ridurrebbero il beneficio introdotto dagli scaricatori.

Cablaggio corretto Cablaggio non corretto

Gli scaricatori di sovratensione devono essere installati in modo differente a seconda del
sistema di distribuzione. Vengono di seguito riportate le diverse modalità installative.

Sistema TT Lo scaricatore, essendo di classe II, può essere installato anche a valle del differenziale. In tal
caso è opportuno utilizzare un interruttore differenziale selettivo per evitare scatti intempestivi.

136 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Sistema TN-S Lo scaricatore, essendo di classe II, può essere installato anche a valle del differenziale. In tal
caso è opportuno utilizzare un interruttore differenziale selettivo per evitare scatti intempestivi.

Sistema TN-C SPD: utilizzare 3 scaricatori unipolari.

Sistema IT SPD: utilizzare 3 scaricatori unipolari.

SPD

MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE 137


Protezione e comando circuiti utilizzatori

Utilizzo degli Essendo gli scaricatori GEWISS tipo 1+1, ossia con protezione tra neutro e PE spinterometrica,
scaricatori nel possono essere installati anche a monte del differenziale da 30mA istantaneo, riducendo così
centralino domestico il rischio di scatti intempestivi causati da sovratensioni di origine atmosferica.

Gli scaricatori devono essere provvisti di protezione di back up contro il corto circuito, che può
essere realizzata sia con un fusibile che con un interruttore magnetotermico. Vengono riportati
nella tabella seguente i coordinamenti tra scaricatore e dispositivo di protezione.

INT. MAGNETOTERMICO
SCARICATORE CLASSE II FUSIBILE D PROTEZIONE
DI PROTEZIONE

Imax 40 KA In=50A In≤25A


tipo gG 14x51
Imax 15 KA In=25A In≤25A
tipo gG 10,3x38

138 MANUALI DIDATTICI 2006 > SISTEMI DI BASSA TENSIONE


Servizio Assistenza Tecnica

Supporto alla
stesura
capitolati
ser v
Applicazioni iz
prodotti i
Supporto alla
GEWISS

al
preventivazione

la
a
ic

p ro g e
Supporto alla
a tecn

Certificazione
prodotti GEWISS
Le evoluzioni SAT progettazione

tt
normative
Consulenza
Servizio
nz

Supporto alla
Assistenza io a z software
applicativi
te

documentazione ne
d’impianto Tecnica
s

s i
s a
Informazione
su marchi e
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REGIONI AGENZIE E UFFICI COMMERCIALI

Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria GEWISS S.p.A. - Filiale Piemonte / Liguria / Valle d’Aosta

(escluse Novara e Verbania) Uffici e Show Room - Via A. Volta, 1

24069 CENATE SOTTO (BG) 035 946 111 035 946 210 venditeitalia@gewiss.com

Lombardia GEWISS S.p.A. - Filiale Lombardia

(incluse Novara, Verbania e Piacenza) Uffici e Show Room - Via A. Volta, 1

24069 CENATE SOTTO (BG) 035 945 111 035 946 215 venditelombardia@gewiss.com

Veneto, Trentino Alto Adige e ELETTRORAPPRESENTANZE s.n.c.

Friuli Venezia Giulia Uffici e Show Room - Via Circonvallazione Est, 32

31033 CASTELFRANCO VENETO (TV) 0423 721 010 0423 497 989 info@elettrorappresentanze.com

Emilia Romagna BOCCHI & C. s.r.l.

(esclusa Piacenza) Uffici e Show Room - Via Cicogna, 85 - 40068 S. LAZZARO DI SAVENA (BO) 051 625 9009 051 625 9017 bocchi@bocchiagenzia.it

Toscana ELETTROTRE RAPPRESENTANZE s.n.c.

Uffici e Show Room - Via Don Luigi Sturzo, 116/C - 52100 AREZZO 0575 299 525 0575 370 953 eltresnc@tin.it

Uffici e Show Room - Viale Europa, 66/A - 50018 SCANDICCI (FI)

Umbria e Marche REL di Canalicchio Giuseppe

(e Rieti) Uffici e Show Room - Via dei Loggi, c/o NEC - 06087 PONTE SAN GIOVANNI (PG) 075 599 0070 075 599 0073 relagenzia@relagenzia.it

Uffici e Show Room - Via N. Abbagnano, 10 - 60019 SENIGALLIA (AN) 071 793 1229 071 791 3782

Abruzzo e Molise MASTROMAURO FRANCESCO RAPPRESENTANZE

Uffici e Show Room - Via Raiale, 159 - 65128 PESCARA 085 431 0996 085 430 9458 mastromaurofrancesco@tin.it

Lazio GEWISS S.p.A. - Filiale Lazio

(esclusa Rieti) Uffici e Show Room - Via Portuense, 1555 - Blocco R Modulo 24-25-26

00050 ROMA 06 400 40511 06 657 47782 venditelazio@gewiss.com

Campania GEWISS S.p.A. - Filiale Campania

(e Potenza) Centro Direzionale “Servillo 2” - Variante Nazionale delle Puglie, 3

80013 CASALNUOVO di NAPOLI (NA) 081 317 6122 081 842 6830 venditecampania@gewiss.com

Puglia e Basilicata TRAVERSA NICOLA

(esclusa Potenza) Uffici e Show Room - Via Michele Mitolo, 23 - 70124 BARI 080 501 9144 080 501 9326 agenziatraversa@nicolatraversa.it

Calabria A.C.E. s.a.s. di Ferro G.

Uffici e Show Room - C.da Pellegrina - 88021 BORGIA (CZ) 0961 951 065 0961 951 771 ace@abramo.it

Sicilia A.SI.EL di Polizzotto Nicola & C s.n.c

Via A De Gasperi, 189 - 90146 PALERMO 091 515 365 091 515 393 asiel@tin.it

Sardegna MAELETTRIC s.n.c.

Uffici e Show Room - Via Turati 4/D - 09045 QUARTU S. ELENA (CA) 070 884 222 070 883 980 maelettric@tiscalinet.it

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