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Emmanuel Levinas *
di Cristian Ciocan
Premessa
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Il Medesimo e l’Altro
Levinas vede nell’intera storia della metafisica ed entro l’essenza del-
l’approccio ontologico un singolo schema operativo, una costellazio-
ne concettuale dominante: l’appartenenza reciproca delle categorie
fondamentali di Identità, Uno, Totalità ed Essere, sotto il paradigma
luminoso della Luce e di un Ego dominante. Tutte queste sono col-
locate da Levinas sotto la generica categoria del Medesimo (Même).
Il fatto che la filosofia sia l’opera del Medesimo significa che, in for-
me e intenzioni diverse, è uno schema identificante, unificante, assi-
milante, totalizzante, abbracciante e dominante. La filosofia come
ontologia comprende ogni ente (existant, Seiendes) alla luce del suo
principio, che è essere (être, existence, Sein). Questo orientamento
essenziale comporta in primis l’esclusione e l’espulsione dell’Altro –
che entra nell’ambito della riflessione solo in quanto ridotto al Mede-
simo –, e anche il dominio della differenza, la coercizione teoretica
di quanto non consente di essere catturato e integrato nelle strutture
dell’Identità.
Levinas mostra che la filosofia inizia da quanto la ragione riesce a
comprendere e a ricavare dal mondo, attraverso un’operazione di as-
similazione e assorbimento, di riduzione di quanto è differente al sé,
di integrazione del diverso in una totalità omogenea, unica e unitaria.
Il suo paradigma è quello della conoscenza, che implica la suprema-
zia della vista sull’orizzonte della luce, vale a dire l’integrazione di
quanto visto in una totalità e, in ultima analisi, il potere e il possesso.
La conoscenza significa appropriazione, il portare ciò che è estraneo
e differente nell’ambito di ciò che è proprio, inclusione dell’altro nel
sé, riduzione dell’esteriorità all’interiorità. Levinas mostra così che la
categoria parmenidea del to autò segna in modo ultimativo tutti gli
approcci filosofici futuri, sia che ci riferiamo all’identità delle idee
platoniche, al significato totalizzante della soggettività moderna che si
manifesta con Descartes ed è portata a compimento da Hegel, alla
struttura autocentrata e autofondante dell’io trascendentale husserlia-
no, o all’esserci che – in quanto je meines, ogni volta mio – esiste
sempre «in vista di se stesso» 3. La filosofia come ontologia è così
dominio dell’Identico sul Differente, egologia, solipsismo ed egoismo
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qui e ora che mi rivendica nella sua unicità, nella sua particolarità e
nella sua irriducibilità. Questo fenomeno che mostra il suo signifi-
cato come istanza etica pretende, partendo da sé e nella sua autori-
velazione, che questo ente eccezionale sia avvicinato a partire da al-
tri orizzonti, differenti da quelli della comprensione ontologica. È
questo stesso ente che rivendica, partendo da sé, un approccio di-
verso rispetto a quello ontologico, vale a dire quello etico.
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