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Già, perché com’è nato lo champagne?

Trovo che sia corretto dire che “lo champagne ha inventato se stesso”, quindi è nato per
una serie di eventi che si sono concatenati tra loro. E con Dom Pérignon, allora, come la
mettiamo? Beh, se potrebbe non essere del tutto plausibile dire che il monaco Pierre abbia
‘inventato’ lo champagne, è invece possibile, anzi, bisogna correttamente dire che lo
champagne è nato grazie ad alcune sue geniali intuizioni e alla sua innegabile abilità ad
aver messo insieme tutti quegli eventi di cui sopra. Ma vediamo meglio.

Il monaco benedettino Pierre Pérignon mentre assaggia le uve dei vigneti dell’Abbazia di
Hautvillers, di cui era ‘cellérier’.L’Abbazia di Hautvillers com’era nel periodo di suo massimo
splendore, prima che fosse in gran parte distrutta durante la Rivoluzione Francese.
Nel 1668, all’età di 30 anni, il monaco benedettino Pierre Pérignon, originario della
regione di Argonne (quella adiacente alla Champagne nota per la foresta dalla quale si
ricavava – e si ricava – il legno delle pièce…) arriva all’Abbazia di Saint-Pierre
d’Hautvillers e viene nominato cellérier, un termine che all’interno delle abbazie
indicava quello che oggi chiameremmo ‘food and beverage manager’. Come tale, pertanto,
doveva occuparsi della produzione del vino, importantissima per le abbazie,
fondamentale per quella di Hautvillers. Infatti, tutti i Re di Francia venivano incoronati a
Reims e, nel viaggio da Parigi, l’Abbazia di Hautvillers rappresentava l’ultima tappa del
viaggio. Qui la corte del Re acquistava parecchio vino, ragion per cui era importante averne
di eccellente da vendere loro… Ecco, perché, appena arrivato, Pierre Pérignon si occupa di
recuperare e ampliare i vigneti dell’abbazia, ma, essendo anche quello che oggi
chiameremmo agronomo ed enologo, peraltro molto bravo, ebbe diverse
importanti intuizioni, rivoluzionarie per l’epoca. Così, coltivò le vigne in modo da farle
produrre naturalmente meno (concetto delle basse rese), capì che non bisognava
vendemmiare tuti i vigneti lo stesso giorno, ma farlo a seconda dell’ottimale grado
di maturazione di ciascuno. Non solo. Pierre Pérignon comprese il diverso valore di
vigneti in luoghi differenti (concetto di Cru), mise a punto la pressatura soffice per fare
modo che i vini non fossero più gris com’era fino ad allora, bensì blanc, quindi capì che
unendo vini di vigneti diversi il risultato finale era superiore alla somma algebrica del
valore dei singoli: insomma, inventò l’assemblage… Infine, andò alla ricerca nella natia
Argonne, in realtà patria del vetro, di una bottiglia più pesante, necessaria per la
rifermentazione, e si dedicò allo sviluppo dei tappi sugheroper la chiusura ermetica della
bottiglia, senza la quale la rifermentazione sarebbe stata impossibile. Sommando tutto ciò,
avrebbe ‘scoperto’ e messo a punto lo champagne tra il 1690 e il 1714.

Dom Pérignon lascerà serenamente questa terra il 14 settembre 1715, probabilmente


non immaginando neanche lontanamente di aver rivoluzionato il mondo. E non solo quello
del vino.

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