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di Claudio Catalano
“Possediamo oggi scienza esattamente nella misura in cui ci siamo risolti ad accogliere la
testimonianza dei sensi, nonché nella misura in cui li affiniamo, li armiamo e insegniamo
loro a “pensare” fino in fondo.” F. Nietzsche
Paul Virilio parla di abitante onnipolitano cioè di cittadino della “città senza limiti”
che smarrisce i riferimenti spazio- temporali nel nuovo habitat prodotto dall’impoverimento
di stimoli sensoriali. L’elemento caratterizzante è la constatazione della simultaneità dei
luoghi e della compressione spazio-temporale che fanno dell’habitat o dell’ambiente un
entità estranea al nostro corpo. Nella situazione di onnipolitano le persone diramano
attività, ambizioni e progetti in molte e diverse direzioni, tutte viabili, nessuna definitiva.
Nelle frequenti dislocazioni le persone non hanno più il tempo per “stare” e “sentire” la
città e finiscono spesso in una situazione di privazione sensoriale. Secondo Gaetano
Mirabella “ i sensi diventano sempre più ”estranei” perché sempre più coadiuvati da
“protesi” tecnologiche, che riproducono tecnologicamente processi che appartengono
all’uomo, rendendoli tuttavia per lui irriconoscibili. Sembra che l’uomo contemporaneo
voglia abbandonare il suo statuto di individuo per innestarsi in un corpo più vasto
trasformando l’onda isolata che rappresenta la sua mente, nel mare di una “presenza
definitiva” Per essere parte attiva di questa intensa consapevolezza, si avverte che bisogna
sparire come individui e divenire flusso che scorre senza ostacoli e senza opposizioni. …”
Nuova Architettura Polisensoriale
La percezione è una funzione la cui peculiarità consiste nel farci raggiungere degli
oggetti nello spazio attraverso degli stati della nostra persona, i quali, a questo titolo, sono
soggettivi e non spaziali ( H. Jonas, philosophische Untersuchungen und meta physische
vermutungen) Gli strumenti di misurazione e le tecnologie di osservazione possono essere
assimilati a protesi di senso mediante le quali percepiamo aspetti diversi del mondo, la cui
configurazione cambia al variare del sistema di misura-osservazione: altri mondi appaiono
in funzione al mezzo, la tecnica diventa ponte fra la mente e mondo, si potrebbe pensare ad
una scoperta-generazione della realtà percepita attraverso il sistema di misura.
La formalizzazione dello spazio collettivo non può non passare per una progettazione che
tenga conto di processi polisensoriali nella fruizione del luogo, oltre al piacere visivo-
estetico, lontani quindi dall’estetismo postmoderno, le relazioni umane negli spazi privati e
collettivi saranno improntate sull’influenza fra cose e persone. Plasmare un mondo
attraverso la globalità della percezione oltre alla sola astrazione visiva sarà un passo verso
uno spazio umano sostenibile che si trasforma e si modella in sintonia con il nostro sentire.
Pre-vedere simili luoghi significa avere a disposizioni tutti i dati del reale, e lavorare con le
percezioni prevedendo mappature legate ai sensi che nella loro variabilità e interrelazione
vanno a conformare nuovi sistemi di intendere il mondo. I mezzi tecnologici della
percezione allargata saranno strumenti di progetto e di fruizione dei luoghi.
Trasformazioni: Linguaggi di Confine fra Arte e Scienza
Bibliografia di riferimento
Claudio Catalano è nato ad Adelaide (Australia) nel 1967. Si trasferisce in Italia negli
anni settanta e si laurea in architettura presso l’Università degli studi di Napoli “Federico
II. Dagli anni novanta svolge la libera professione in ambito nazionale e internazionale con
sedi i Benevento, Bari e Dubai. All’attività progettuale classica affianca una ricerca teorica
basata sul connubio fra arte e scienza nell’ottica di un’integrazione dell’uomo nella realtà
mediante un coinvolgimento polisensoriale. E’ membro dell’Open Network for New
science & Art e fondatore di Science&Design associazione di scienziati, designer, artigiani,
e artisti, la cui funzione è quella di favorire la produzione di nuove idee e tecnologie
nell’ambito dei materiali interattivi e delle tecnologie atte allo sviluppo di spazi e oggetti
polisensoriali.
Il suo metodo progettuale passa dal disegno al processo, in cui non è più il prodotto
finito ad essere determinato, ma una serie parametri iniziali che si evolvono interagendo
con la realtà e definendo in tal modo un metodo inteso come analisi del campo
d’interrelazione tra esseri umani, flussi di persone, sistemi materiali e ambiente. Il processo
progettuale basato sulla sovrapposizione di layer percettivo-dimensionali enfatizza
l’interattività ambientale aumentandone la qualità sensoriale nella convinzione che rapporto
tra gli abitanti e il loro habitat si estende aldilà degli scenari tradizionali fino a suggerire i
confini di una vera e propria ecologia profonda per un definitivo superamento della
logica dicotomica-meccanicistica ormai inadatta alle esigenze di integrazione totale
dell’uomo con la natura.
Claudio Catalano
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