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Architettura e Percezione Sensoriale: Esplorare i Confini dello Spazio che ci Circonda e Creare un

Nuovo Dominio fra Arte e Scienza. Nasce l’Architettura Polisensoriale

di Claudio Catalano

“Possediamo oggi scienza esattamente nella misura in cui ci siamo risolti ad accogliere la
testimonianza dei sensi, nonché nella misura in cui li affiniamo, li armiamo e insegniamo
loro a “pensare” fino in fondo.” F. Nietzsche

La percezione dell’ambiente antropizzato si è sviluppata attraverso il dominio del senso


della vista e dell’udito a discapito degli altri sensi e delle possibili interazioni fra essi. Già
nella Grecia classica il senso della vista aveva un importanza primaria per il processo di
conoscenza: Platone e Aristotele consideravano la visione come la più importante facoltà
dell’uomo perché più vicina all’intelletto. Nel Rinascimento, la rappresentazione dello
spazio caratterizzata dall’invenzione della prospettiva ha fatto della vista il cardine del
mondo percepito. Le moderne tecnologie digitali, basano il proprio rapporto con l’uomo
esattamente sulla vista e sull’udito. Le informazioni vengono elaborate per essere percepite
dall’occhio o dall’orecchio, la iper stimolazione visiva ed uditiva anestetizza le percezioni
basate sulla totalità dei sensi, la realtà virtuale è priva di tutti quei segnali che, elaborati dal
nostro cervello, ci aiutano ad avere una complessa concezione spaziale. Mentre la nostra
esperienza del mondo si basa su una complessa integrazione dei sensi, l’architettura basata
sulla fruizione superficiale viene pensata e realizzata per il solo senso della vista
rendendola in questo modo pura immagine che non crea un ambiente sensorialmente
interessante.

Secondo l’architetto finlandese Juhani Pallasmaa, l’architettura si è trasformata in


un’arte visiva: invece di proporre la creazione di un microcosmo per l’esistenza umana e
una rappresentazione del mondo incarnata, insegue immagini retiniche dalla comprensione
immediata. Soltanto un’architettura che preveda un’esperienza multi-sensoria può essere
significativa: uno spazio che si può misurare con gli occhi, il movimento il tatto, gli odori,
che realizzi cioè una compresenza di sensazioni che mettano in rapporto l’intera percezione
del nostro corpo con l’ambiente costruito.
 Onnipolitano: Lo Spazio che ci Circonda, Senza Limiti

Paul Virilio parla di abitante onnipolitano cioè di cittadino della “città senza limiti”
che smarrisce i riferimenti spazio- temporali nel nuovo habitat prodotto dall’impoverimento
di stimoli sensoriali. L’elemento caratterizzante è la constatazione della simultaneità dei
luoghi e della compressione spazio-temporale che fanno dell’habitat o dell’ambiente un
entità estranea al nostro corpo. Nella situazione di onnipolitano le persone diramano
attività, ambizioni e progetti in molte e diverse direzioni, tutte viabili, nessuna definitiva.
Nelle frequenti dislocazioni le persone non hanno più il tempo per “stare” e “sentire” la
città e finiscono spesso in una situazione di privazione sensoriale. Secondo Gaetano
Mirabella “ i sensi diventano sempre più ”estranei” perché sempre più coadiuvati da
“protesi” tecnologiche, che riproducono tecnologicamente processi che appartengono
all’uomo, rendendoli tuttavia per lui irriconoscibili. Sembra che l’uomo contemporaneo
voglia abbandonare il suo statuto di individuo per innestarsi in un corpo più vasto
trasformando l’onda isolata che rappresenta la sua mente, nel mare di una “presenza
definitiva” Per essere parte attiva di questa intensa consapevolezza, si avverte che bisogna
sparire come individui e divenire flusso che scorre senza ostacoli e senza opposizioni. …”
 Nuova Architettura Polisensoriale

La percezione è una funzione la cui peculiarità consiste nel farci raggiungere degli
oggetti nello spazio attraverso degli stati della nostra persona, i quali, a questo titolo, sono
soggettivi e non spaziali ( H. Jonas, philosophische Untersuchungen und meta physische
vermutungen) Gli strumenti di misurazione e le tecnologie di osservazione possono essere
assimilati a protesi di senso mediante le quali percepiamo aspetti diversi del mondo, la cui
configurazione cambia al variare del sistema di misura-osservazione: altri mondi appaiono
in funzione al mezzo, la tecnica diventa ponte fra la mente e mondo, si potrebbe pensare ad
una scoperta-generazione della realtà percepita attraverso il sistema di misura.

La formalizzazione dello spazio collettivo non può non passare per una progettazione che
tenga conto di processi polisensoriali nella fruizione del luogo, oltre al piacere visivo-
estetico, lontani quindi dall’estetismo postmoderno, le relazioni umane negli spazi privati e
collettivi saranno improntate sull’influenza fra cose e persone. Plasmare un mondo
attraverso la globalità della percezione oltre alla sola astrazione visiva sarà un passo verso
uno spazio umano sostenibile che si trasforma e si modella in sintonia con il nostro sentire.
Pre-vedere simili luoghi significa avere a disposizioni tutti i dati del reale, e lavorare con le
percezioni prevedendo mappature legate ai sensi che nella loro variabilità e interrelazione
vanno a conformare nuovi sistemi di intendere il mondo. I mezzi tecnologici della
percezione allargata saranno strumenti di progetto e di fruizione dei luoghi.
 Trasformazioni: Linguaggi di Confine fra Arte e Scienza

L’integrazione corpo-ambiente è alla base di un funzionalismo sensoriale caratterizzato


da una integrazione fra artificio e natura secondo i dettami di una ecologia profonda che
basa la sua essenza sull’autopoiesi dove l’uomo è perfettamente cosciente dei processi
evolutivi dell’ambiente dato che avrà aumentato le sue capacità percettive e i suoi sensi non
lo inganneranno sulla giusta direzione delle trasformazioni di cui egli è osservatore e
fautore. L’ecosistema digitale”, nell’accezione che descrive la relazione tra dinamiche
evolutive, reti informatiche e la capacità di tali sistemi di auto-organizzarsi deve integrarsi
con l’ecosistema naturale e all’ambiente umano dove tutti i sensi contribuiscono alla
fruizione-costruzione del mondo.

Attore principale del costituirsi dell’ambiente-organismo vivente è l’uomo che


interagisce con il contesto, i sistemi di interazione sono fondamentali per la perfetta
integrazione uomo-natura: l’ambiente antropizzato può essere schematizzato secondo una
disposizione di layer che interagiscono fra loro, i layer (livelli di percezione sensoriale)
saranno alla base della prefigurazione del processo di creazione e fruizione dello spazio;
essi sono delle mappe dimensionali relative alle caratteristiche fisico-chimiche del contesto
e descrivono le caratteristiche della materia, i campi elettromagnetici, l’ambiente sonoro
(soundscape), la composizione dell’atmosfera, le proprietà termiche etc.
I Layer sono implementati all’interno di un software e permettono di decidere la
direzione evolutiva dello spazio tenendo conto di una logica che pone il coinvolgimento
uomo-natura ad un livello del sentire espresso in modo totalizzante ricordando però che,
parafrasando Merlau Ponty, questa è soltanto un ipotesi ausiliaria formulata per salvare il
pregiudizio di un mondo oggettivo e prevedibile ma che obbiettivamente dobbiamo
riconoscere l’indeterminato come fenomeno positivo: un territorio dove le analisi logico–
scientifiche non possono dare un quadro sufficientemente completo ma possono però
munirci di una matrice di trasformazione della realtà non secondo sistemi astratti ma con un
linguaggio di confine fra il dominio dell’arte e quello della scienza.

Bibliografia di riferimento

Daniela Martellotti, Architettura dei sensi, Roma, Mancosu, 2004,


Renaud Barbaras La percezione, saggio sul sensibile, mimesis 2002
Anna Barbara Anthony Perliss Architetture invisibili, skira 2006
R. Murray schafer Il paesaggio sonoro, ricordi lim 2007
Gaetano Mirabella Pensiero liquido e crollo della mente Palladio editrice di Salerno
Maurice Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione, a cura di Andrea Bonomi,
Milano, Il Saggiatore
Juhani Pallasmaa, Gli occhi della pelle. L’architettura e i sensi, Milano, Jaca Book, 2007,,
(I. ed. britannica, 2005).
 Note Biografiche di Claudio Catalano

Claudio Catalano è nato ad Adelaide (Australia) nel 1967. Si trasferisce in Italia negli
anni settanta e si laurea in architettura presso l’Università degli studi di Napoli “Federico
II. Dagli anni novanta svolge la libera professione in ambito nazionale e internazionale con
sedi i Benevento, Bari e Dubai. All’attività progettuale classica affianca una ricerca teorica
basata sul connubio fra arte e scienza nell’ottica di un’integrazione dell’uomo nella realtà
mediante un coinvolgimento polisensoriale. E’ membro dell’Open Network for New
science & Art e fondatore di Science&Design associazione di scienziati, designer, artigiani,
e artisti, la cui funzione è quella di favorire la produzione di nuove idee e tecnologie
nell’ambito dei materiali interattivi e delle tecnologie atte allo sviluppo di spazi e oggetti
polisensoriali.

Il suo metodo progettuale passa dal disegno al processo, in cui non è più il prodotto
finito ad essere determinato, ma una serie parametri iniziali che si evolvono interagendo
con la realtà e definendo in tal modo un metodo inteso come analisi del campo
d’interrelazione tra esseri umani, flussi di persone, sistemi materiali e ambiente. Il processo
progettuale basato sulla sovrapposizione di layer percettivo-dimensionali enfatizza
l’interattività ambientale aumentandone la qualità sensoriale nella convinzione che rapporto
tra gli abitanti e il loro habitat si estende aldilà degli scenari tradizionali fino a suggerire i
confini di una vera e propria ecologia profonda per un definitivo superamento della
logica dicotomica-meccanicistica ormai inadatta alle esigenze di integrazione totale
dell’uomo con la natura.

[ Links utili e approfondimenti ]

 Claudio Catalano

 Agricoltura Verticale, il futuro della agricoltura? L’innovativo modello per


un’architettura sostenibile urbana che potrebbe rivoluzionare l’economia, la politica
e la società attuale

 L’Agricoltura Urbana Idroponica Sostenibile. Dal Science Barge una dimostrazione


concreta: dai tetti verdi ai giardini verticali, all’agricoltura sostenibile redditizia e
possibile

 Come realizzare un giardino pensile in 5 passi. Esplode la diffusione dei tetti verdi
in ogni città, coltivare prodotti alimentari freschi e biologici, risparmiando e
aiutando l’ambiente

 Architettura Sostenibile e Biomimesi: Il Futuro delle Città nel 2030? Ecco la


Visione di Sarah Mohd Salleh, fra Funghi Giganti, Giardini Verticali e
Autosufficienza Energetica

 L’Agricoltura Verticale. Dal Guru Dickson Despommier alla Texana Valcent di El


Paso per Esplorare Soluzioni Sostenibili per l’Agricoltura Urbana del Futuro
 L’Hacking dell’Architettura Concettuale. Urban Space Station: dal Tetto Verde
all’Agricoltura Urbana Passando per l’Open Source. Cibo, Verde, Qualità
Ambientale, Sviluppo di Comunità Umane e Compostaggio

 Architettura Sostenibile e Biomimesi: Il Futuro delle Città nel 2030? Ecco la


Visione di Sarah Mohd Salleh, fra Funghi Giganti, Giardini Verticali e
Autosufficienza Energetica

 Architettura Sostenibile: Anders Nyquist e la Progettazione Sistemica. La Sintesi


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firme internazionali. Ecco come legare il mare alla terra con la nuova architettura

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