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Lezione n°39 del 22/05/2017

Materia: Anatomia
Appunti di: Giulia Belponer
Argomento: Pleure e Pericardio; vascolarizzazione dell’addome

Nella lezione precedente sono stati trattati i genitali esterni femminili e maschili e il peritoneo.

PLEURE E PERICARDIO

SIEROSE TORACICHE
Le sierose toraciche, ovvero Pleure e Pericardio, a livello strutturale non si discostano molto dal Peritoneo,
sierosa della cavità addominale; questa similitudine trova risposta nell’organogenesi. Inizialmente, infatti,
prima della formazione del diaframma, non c’è una suddivisione in cavità toracica e addome; con la compar-
sa del muscolo diaframmato, che si forma dalla parete anteriore e si porta poi posteriormente fino a raggiun-
gere il rachide, la cavità splancnica primitiva, rivestita dalla propria sierosa primitiva (non può essere defini-
ta né peritoneo né pleura e nemmeno pericardio), dà origine al torace e addome, rivestiti rispettivamente dal-
le pleure e pericardio e dal peritoneo. Il diaframma piega la sierosa primitiva e la trasforma in sierosa toraci-
ca (che si differenzierà in pleure e pericardio) e in sierosa addominale (peritoneo).

L’intestino toracico, rappresentato dall’esofago, contrariamente all’intestino addominale, non varia di lun-
ghezza rispetto al torace stesso (ovvero: se il torace è lungo 30 cm, l’esofago sarà lungo 30 cm, non di più),
in quanto non sono presenti delle anse o pieghe tipiche della regione intestinale dell’addome.
Nel corso dell’organogenesi, l’esofago si trova attaccato a un suo meso dorsale, questo meso si fonde imme-
diatamente con la parete posteriore, portandosi alquanto posteriormente, nel retroperitoneo primitivo che cor-
risponde alla parte connettivale del mediastino, chiamato anche Mediastino Posteriore.

Il mediastino posteriore è l’omologo del retroperitoneo, mentre il mediastino anteriore è l’omologo


dell’organo intraperitoneale.
[paragone strutturale torace e addome: cuore sta a stomaco come esofago e grossi vasi stanno a reni e a
grossi vasi]
A livello del torace si verifica un ulteriore sviluppo che coinvolge il cuore: il cuore per un primo momento
presenta un proprio mesocardio e delle espansioni laterali che corrispondono ai polmoni. Si vengono così a
creare il sacco pericardico e i due sacchi pleurali.
(Il mesocardio fetale presenta posteriormente il mesoesofago, che si è, però, già unito alla parete posteriore).

SENI PERICARDICI
I seni pericardici presentano
un’organogenesi molto complessa
(per questo non verrà trattata in que-
sto corso).

I seni pericardici sono due: Seno


Trasverso e Seno Obliquo, questi
corrispondono ai punti di riflessione
del pericardio parietale sul foglietto
viscerale a livello rispettivamente
del tronco arterioso e dei tronchi
venosi. Ciò è dovuto alla particolare
struttura vascolare del cuore: esso
non presenta un solo “tubo” vascolare (come gli altri organi), ma presenta diversi vasi importanti (Aorta, Ar-
teria Polmonare, le 4 Vene Polmonari e le 2 Vene Cave). Di conseguenza, siccome i tubuli sono molti e di-
sposti su piani diversi, le varie riflessioni non potranno essere semplicistiche, ma si portano ad esempio tra il
tronco della polmonare e l’aorta, frapponendosi tra essi (come se il pericardio cercasse di avvolgere ogni

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singolo vaso, insinuandosi tra essi). I seni pericardici sono però particolari perché non originano da strutture
rotonde o da sierose laterali che si insinuano in strutture rotonde, come nel caso delle pleure; l’origine deriva
dal fatto che il cuore passa da struttura “con un’entrata e un’uscita ai poli opposti” a una struttura che si pie-
ga, portando l’entrata e l’uscita sulla stessa faccia.
Grazie a questi seni il cardiochirurgo può raggiungere strut-
ture anatomiche altrimenti inaccessibili se non con sposta-
menti non ottimali del cuore.
Stessa cosa succede alla Pleura Mediastinica che va a costi-
tuire il Seno Interazigos Esofageo.

Il professore sottolinea che questi argomenti, così spiegati,


sono molto dettagliati per questo corso, vengono trattati so-
litamente in corsi altamente specializzati, per noi basta sa-
pere che esistono e dove si trovano.

CIRCOLAZIONE DELL’ADDOME
A livello dell’addome è presente una vascolarizzazione (e innervazione) parietale e viscerale; gli organi si
distinguono in organi retroperitoneali veri, organi retroperitoneali falsi, organi intraperitoneali e organi sotto-
peritoneali.

ARTERIE VISCERALI
- Organi retroperitoneali VERI: hanno dei rami viscerali PARI che originano dall’Aorta Addominale (rami
laterali)
- Organi intraperitoneali, retroperitoneali/ sottoperitoneali FALSI: hanno rami dell’Aorta Addominale IM-
PARI (rami anteriori)
- Organi sottoperitoneali propriamente detti (apparato urogenitale): hanno rami dell’Aorta Addominale e
dell’Iliaca Interna PARI.

[il professore riprende la lezione scorsa in merito alla suddivisione dell’intestino in anteriore, medio e po-
steriore e alla relativa vascolarizzazione:
- Intestino Anteriore: irrorato dal Tronco Celiaco
- Intestino Medio: irrorato dalla Mesenterica Superiore
- Intestino Posteriore: irrorato dalla Mesenterica Inferiore]

VENE VISCERALI
- Organi intraperitoneali, retroperitoneali/ sottoperitoneali FALSI (tubo digerente): scaricano nella Vena
Porta; tramite questa vena raggiungono il fegato, poi entrano nelle Vene Epatiche e infine Vena Cava In-
feriore
- Organi retroperitoneali VERI (tutti tranne il tubo digerente): scaricano direttamente nella Vena Cava Infe-
riore
- Organi sottoperitoneali VERI (vescica, prostata/utero): scaricano nella Vena Iliaca Interna, successiva-
mente nella Comune e si portano nella Vena Cava.

ARTERIE DEGLI ORGANI RE-


TROPERITONEALI VERI
- Arterie Renali;
- Arterie Pieniche: originano tendenzialmente
dall’arteria renale (sempre possibilità di va-
rianti anatomiche);

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- Arterie Ureterali: originano tendenzialmente dall’Aorta (la porzione superiore dell’uretere può essere va-
scolarizzata dalle arterie ureterali che originano o dalle renali o dalle gonadiche);
- Arterie Surrenali: originano principalmente o dalla renale o direttamente dall’Aorta ma anche
dall’Arteria Frenica, arteria di parete (tecnicamente parlando).

Dobbiamo quindi sapere da quale/i vaso/i sono vascolarizzati i vari organi (da cosa è vascolarizzato il re-
ne? Risposta: Arterie Renali. Da cosa è vascolarizzato il sistema pelvico ureterali? Risposta: rami della re-
nale, rami della gonadica, rami della genitale e da rami dell’aorta. Da cosa è vascolarizzato il surrene? Ri-
sposta: generalmente da 3 rami: renale, aorta e dal ramo della frenica (ramo di parete).

ARTERIE CHE VASCOLARIZZANO IL TUBO DIGERENTE (E GHIAN-


DOLE ANNESSE)
Mentre a livello dell’esofago toracico troviamo le Arterie Esofagee, ovvero rami dell’Aorta toracica, nella
parte addominale troviamo tre componenti arteriose principali: Tronco Celiaco, Mesenterica Superiore e
Mesenterica Inferiore. I rami di questi vasi formano numerose anastomosi: non troviamo zone irrorate solo
da singoli vasi, ma tali zone risultano vascolarizzate da rami che originano da tutte e tre le arterie.
Per quanto riguarda, però, la porzione inferiore del retto e il canale anale, essa è irrorata dai rami dell’Arteria
Iliaca Interna.
Riassumendo: il tubo digerente nelle sue porzioni estreme presenta vascolarizzazioni diverse: la parte supe-
riore, ultimo segmento dell’esofago, segue la vascolarizzazione del torace; la parte inferiore, ovvero retto e
canale anale, segue la vascolarizzazione della pelvi.

I rami delle arterie principali (tronco celiaco, mesenterica superiore e inferiore) originariamente erano tutti
intraperitoneali, successivamente, dopo la parziale adesione del meso alla parete posteriore, alcuni dei vasi
contenuti in esso si sono “trasformati” in retroperitoneali FALSI.

(Il professore sottolinea che in questo caso può essere usato il termine sottoperitoneali con l’accezione di
appena dietro il peritoneo per indicare la posizione di questi rami. Risulta comunque un termine “pericolo-
so” e può facilmente essere frainteso).

L’intestino è un organo dotato di mobilità e proprio per questa


peculiarità vi è la possibilità che si formino pieghe che possono
andare a chiudere un vaso e mandare in necrosi il tratto di inte-
stino da esso irrorato; per evitare o limitare queste complica-
zioni, sono evidenti numerose anastomosi tra i rami dei tre vasi
principali. Queste anastomosi sono sia sulla superficie
dell’organo sia in profondità, a livello della tonaca sottomucosa
e garantiscono il funzionamento sistemico dell’organo, anche a
seguito di occlusione di vasi.
La porzione dell’intestino più mobile è il Tenue Mesenteriale e
in corrispondenza troviamo anastomosi suddivise in gerarchie
diverse.
Nel tipico organo retroperitoneale vero, sia esso parenchimato-
so o cavo, al contrario, il vaso afferente arriva e ramifica, senza creare particolari anastomosi proprio perché
non è mobile e non rischia il blocco dei vasi.

VASCOLARIZZAZIONE ARTERIOSA

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A livello addominale si individuano 4 rami principali che originano dall’Aorta Addominale: Tronco celiaco,
Mesenterica Superiore, Mesenterica Inferiore e Renali.

TRONCO CELIACO
Il Tronco Celiaco è il primo ramo viscerale dell’addome, non è il primo ramo dell’Aorta Addominale perché
prima troviamo i rami (pari) delle Arterie Freniche Inferiori; questo tronco vascolarizza tutte quelle strutture
dell’intestino anteriore.

I rami che originano dal tronco celiaco sono:


- Arteria Gastrica di sinistra: si porta verso
l’alto, successivamente si inserisce nel pic-
colo omento e percorre la piccola curvatura
dello stomaco;
- Arteria Lienale (o Splenica): si porta ver-
so il basso, resta nel retroperitoneo (percor-
rendo il margine superiore del pancreas)
tranne nel suo tratto finale che si inserisce
nel legamento pancreatico-lienale per poi
portarsi all’Ilo della milza;
- Arteria Epatica Comune: si mantiene nel
retroperitoneo fino in prossimità del collo
del pancreas per poi piegare verso l’alto ed
inserirsi all’interno della parte densa del
piccolo omento. Questo vaso corrisponde al
pavimento del Foro di Winslow (o forame
epiploico). Il ramo che si porta verso l’alto
prende il nome di Arteria Epatica e vascolarizza il fegato mentre il ramo che prosegue verso il basso pren-
de il nome di Gastro-Duodenale. L’arteria gastroduodenale si porta posteriormente alla prima porzione del
duodeno. Questo ramo dell’epatica comune vascolarizza, quindi, il duodeno (con l’arteria gastroduodena-
le) e lo stomaco (con l’arteria gastroepiploica destra). L’arteria gastroepiploica di destra si va ad anasto-
mizzare con la gastroepiploica di sinistra, ramo dell’arteria lienale.

A livello della piccola curvatura troviamo l’anastomosi tra l’arteria gastrica di sinistra e l’arteria gastrica di
destra, che, nella maggior parte dei casi, origina dall’arteria
epatica (ci sono moltissime varianti anatomiche che riguar-
dano l’origine dell’arteria gastrica di destra e in generale
sulla vascolarizzazione di questo tratto).
L’arteria Gastroepiploica di sinistra si va a inserire nel le-
gamento Gastrolienale.

Quindi alla domanda “Parlami della vascolarizzazione del-


lo Stomaco” la risposta più corretta ed esaustiva sarà:
quest’organo presenta una vascolarizzazione anastomotica
data da tutti e tre i rami del tronco celiaco.

N.B. Il nome Gastroepiploica indica i distretti da essa irro-


rati: stomaco e al grembiule omentale (unica struttura peri-
toneale con dei vasi propri di calibro significativo).
Per raggiungere il Tronco Celiaco e l’inizio dei suoi rami si passa attraverso la retrocavità degli Epiplon.

I chirurghi del fegato prima di rimuovere l’organo


provvedono a legare il peduncolo, devono però tener
conto della possibile variante anatomica riguardo
l’origine della gastrica di destra: se questa si genera
molto in alto e l’epatica viene legata troppo in basso,
si rende inefficiente l’arteria e di conseguenza si pro-

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voca un potenziale danno allo stomaco, danno contenuto grazie alle varie anastomosi. Bisogna quindi pre-
stare attenzione a questa possibile variante.

Il professore consiglia di non imparare i vasi a memoria, non bisogna imparare lo “schemino" riassuntivo
di ogni singolo organo.

L’Arteria Gastroduodenale passa dietro la porzione iniziale del duodeno e da questa porzione originano dei
rami proprio per questo tratto di organo. Successivamente l’arteria si suddivide in due rami: Gastroepiploica
di destra (descritta precedentemente) e l’Arteria Pancreaticoduodenale superiore che decorre verso il basso
dando dei vasi per la parte superiore della porzione discendente del duodeno e per la testa del pancreas.

L’arteria pancreatico duodenale superiore si ramifica in:


- arteria pancreaticoduodenale superiore POSTERIORE;
- arteria pancreaticoduodenale superiore ANTERIORE;
Questi due rami si anastomizzano quasi a pieno canale con il rispettivo ramo posteriore e anteriore
dell’arteria Pancreaticoduodenale Inferiore, ramo dell’arteria mesenterica superiore.

VISIONE POSTERIORE:
Possiamo vedere l’Aorta, Tronco celiaco, Arteria Epatica co-
mune, Arteria Gastroduodenale, con le varie diramazioni.

N.B. la figura mostra una situazione particolare (variante ana-


tomica) dove risulta complicato descrivere le arterie gastro-
duodenali in quanto l’arteria pancreaticoduodenale origina
dopo che la gastroduodenale ha dato origine all’Arteria Ga-
stroepiploica.

MESENTERICA SUPERIORE
La mesenterica superiore si porta in avanti passando sopra (a mo’ di ponte) alla terza porzione del duodeno
(porzione orizzontale). Dà origine all’arteria pancreaticoduodenale inferiore (con i due rami anteriore e po-
steriore che vanno ad anastomizzarsi con i rispettivi rami dell’arteria pancreaticoduodenale superiore); suc-
cessivamente originano due ordini di rami:
- Rami di destra: sono tutti rami retroperitoneali FALSI (il
professore usa il termine finti) in quanto sono rami che era-
no intraperitoneali ma si sono appoggiati alla parete poste-
riore. Partendo dal basso verso l’alto sono: Arteria Ileocoli-
ca, Arteria Colica di destra e Arteria Colica Media (arte-
ria che si porta vero l’alto nel retroperitoneo fino a incontra-
re il mesocolon trasverso e diventare intraperitoneale). Le
arterie Ileocolica e Colica di destra vascolarizzano, invece,
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l’ultima parte dell’Ileo e il Colon di destra, fino al primo terzo/metà di destra del Colon trasverso. Questi
rami hanno un solo ordine di arcate anastomotiche.
- Rami di sinistra: sono tutti rami intraperitoneali. Sono dette Arterie Intestinali o rami per l’intestino te-
nue mesenteriale che si portano all’interno del Mesentere e a vascolare il Digiuno e l’Ileo, le principali
sono le Arterie Digiunali. Questi rami presentano ben 4 ordini di arcate anastomotiche.

MESENTERICA INFERIORE
L’arteria mesenterica inferiore origina al di
sotto del duodeno sempre dall’Aorta, va a
vascolarizzare parte del Colon trasverso, Co-
lon discendente, Sigma e gran parte del Ret-
to. I suoi rami sono solo di sinistra e sono
tutti retroperitoneali FALSI. Procedendo in
senso antiorario, da destra a sinistra, incon-
triamo: Arterie Rettali superiori, le Arterie
Sigmoidee (di solito 2 o 3) e l’Arteria Coli-
ca di sinistra. Quest’ultima si porta nel re-
troperitoneo verso l’alto, raggiunge il meso-
colon trasverso, vascolarizzando la flessura
Colica di sinistra e con un’ampia arcata ana-
stomotica si unisce all’Arteria colica media
(ramo della mesenterica superiore). Questa
arcata è chiamata Arcata del Riolano.
Questo corrisponde al limite tra intestino
medio e intestino posteriore.

In blu è indicato l’intestino posteriore e in fucsia l’intestino medio (iniziato a


metà duodeno).

ILIACA INTERNA
L’Arteria Iliaca Interna è sempre un ramo dell’Aorta, vascola-
rizza sia organi del tubo digerente, tramite i rami posteriori, sia
organi dell’apparato urogenitale, tramite rami anteriori. (Du-
rante la dissezione non è facilmente visibile).
L’arteria si divide in due tronchi:
- Tronco Posteriore: costituito prevalentemente da rami parie-
tali;
- Tronco Anteriore: rami sia parietali sia viscerali. Tra i rami
viscerali, più importanti, riconosciamo: Arteria Vescicale
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Superiore, Arteria Vescicale Inferiore, Arteria Rettale Media e Arteria Pudenda Interna
(nell’immagine corrisponde al n°8)
Con l’arteria rettale media, l’iliaca interna partecipa alla vascolarizzazione del tratto terminale del tubo dige-
rente (retto e gran parte dell’ano).

Nella donna troviamo la medesima organizzazione. È presente però anche l’arteria Arteria Uterina.
Tutto il complesso prostatico e delle vescichette deferenziali hanno una arteria specifica che deriva
dall’arteria Vescicale inferiore (non origina direttamente dall’iliaca interna).

Vascolarizzazione del retto: arteria rettale superiore (ramo mesenterica inferiore) e arteria rettale media de-
stra e sinistra (rami delle rispettive iliache interne).

Vascolarizzazione canale anale: il canale, trovandosi parzialmente al di sotto del perineo (nella sua porzione
terminale), è vascolarizzato da quell’arteria viscerale che si porta sotto al perineo: Arteria Pudenda Inter-
na. (con il suo ramo rettale inferiore).

Vascolarizzazione genitali esterni: essi sono vascolarizzati anche dalla corrispettiva maschile dell’arteria ute-
rina, ovvero l’Arteria Vescicolo-Deferenziale (detta anche semplicemente arteria deferenziale) ramo
dell’arteria vescicale inferiore (l’omologo dell’uterina non è l’arteria pudenda interna); essa però è conside-
rata un’arteria minimale: la vascolarizzazione principale è svolta dall’Arteria Pudenda Interna vascolariz-
zata i genitali esterni sia maschili sia femminili, comprese tutte le strutture perineali (corpi cavernosi, corpo
spongioso, muscolatura del perineo…). Da quest’arteria originano appunto rami specifici che si portano
all’interno, le principali sono: Arterie Dorsali del pene, Arterie Cavernose (corpi cavernosi e clitoride) e
Arteria bulbo-uretrale (corpo spongioso). Si dispongono quindi in 3 ordini.
Le strutture al di sotto del muscolo elevatore dell’ano sono vascolarizzate dall’Arteria Pudenda interna (nella
donna si ha, quindi, la porzione superiore della vagina irrorata da rami dell’arteria uterina e la porzione sotto
il muscolo irrorata dalla pudenda interna).
L’Arteria cavernosa viene anche chiamata Arteria Profonda, termine usato in ambito specialistico.

Queste strutture sono, ovviamente, rivestite da cute e sottocute a loro volta vascolarizzate dalla l’Arteria
Pudenda Esterna, ramo dell’Arteria Femorale.
Generalmente con il semplice termine di Arteria Pudenda ci si riferisce alla pudenda Interna.

Il professore ci suggerisce di studiare la vascolarizzazione dell’addome non con una visione troppo schema-
tica e “a memoria” ma con uno schema ragionato e con riferimenti logici.
Esempio 1: Vascolarizzazione del pene: il pene, genitale esterno maschile, si trova sotto al muscolo elevato-
re dell’ano, appartiene al perineo, quindi è vascolarizzato dall’arteria pudenda interna.
Esempio 2: Vascolarizzazione dello stomaco: lo stomaco è un organo che appartiene all’intestino anteriore
ed è quindi vascolarizzato dal tronco celiaco.
Esempio 3. Vascolarizzazione del duodeno: il duodeno appartiene all’intestino anteriore e all’intestino me-
dio, di conseguenza avrà una vascolarizzazione data sia dal tronco celiaco sia dalla mesenterica superiore.

In generale si classificano come vasi retroperitoneali falsi tutti i vasi che si portano agli organi retroperito-
neali falsi, ad esempio le arterie coliche destra, sinistra e per un tratto la media. La colica media poi si porta
intraperitoneale nel mesocolon trasverso.

VASCOLARIZZAZIONE VENOSA
Per quanto riguarda il drenaggio venoso, le
vene principali sono satelliti dell’arterie.
Tuttavia non è presente il corrispettivo ve-
noso del Tronco Celiaco e in sostituzione è
presente la Vena Porta.

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SCHEMA GENERALE:
- Organi retroperitoneali VERI: sono drenati da rami PARI della Vena Cava Inferiore;
- Organi intraperitoneali, retro/sottoperitoneali FALSI: sono drenati da rami IMPARI della Vena Cava Infe-
riore
- Organi sottoperitoneali: sono drenati da rami della Vena Iliaca Interna PARI.
Il drenaggio venoso dei diversi organi può seguire delle strategie diverse (discorso simile a quello delle ana-
stomosi arteriose extra-organo, in quel caso organi molto mobili presentavano tante anastomosi mentre orga-
ni meno mobili ne presentavano meno): si distinguono 3 tipologie di drenaggio venoso (ovvero il modo con
cui le vene originano dall’organo):
1. Per gli organi retroperitoneali VERI e organi intraperitoneali parenchimatosi: le vene originano diretta-
mente dall’organo;
2. Per gli organi del tubo digerente: le vene formano un plesso venoso sulla superficie esterna che si porta a
un plesso venoso perimuscolare sull’organo e da questo plesso originano le vene (stesso meccanismo
delle arterie);
3. Per gli organi del sottoperitoneo: dall’organo escono delle venule, queste si portano a un plesso venoso
esterno all’organo e da questo plesso (che va a circondare l’organo) originano le vene vere e proprie.

Quindi, prendendo come esempio le Vene Vescicali superiori e inferiori, queste si chiamano rispettivamente
superiore e inferiore perché originano dal plesso perivescicale a livello dell’apice superiore e dal plesso peri-
vescicale della base.

Le vene degli organi retroperitoneali seguono pedissequamente le relative arterie (il professore non aggiunge
altro in merito).
Per quanto riguarda le vene degli organi mesocolici, sono visibili delle differenze; si individuano: Vena Ga-
strica di sinistra, Vena Gastrica di destra (va ad anastomizzarsi con la sinistra), entrambe poi si portano
poi alla Vena Porta; Vena Gastroepiploica destra (che si porta nella mesenterica superiore), Vena Ga-
stroepiploica sinistra (che si porta nella lienale, così come le gastriche brevi); la Vena Mesenterica Supe-
riore (si fonde con la lienale) e Vena Mesenterica Inferiore che si portano alla vena porta.

In merito all’origine della Vena Porta ci sono opinioni diverse:


- visione a due rami (riportata anche sul nostro libro): unione di mesenterica superiore e arteria lienale;
- visione a tre rami (preferita dal professore): unione di arteria lienale, mesenterica inferiore e mesenterica
superiore.

Arteria Gastrica di sinistra e Arteria Gastrica di


destra sono rami collaterali della Vena Porta, non
rami costituenti.
La Vena Mesenterica superiore e Vena Mesente-
rica inferiore hanno gli stessi rami delle corrispet-
tive arterie, con arcata simile all’Arcata di Riola-
no, ma non è chiamata in questo modo.
La Vena Porta è tributaria, oltre ai vasi che la
vanno a costituire e alle vene gastriche, anche
delle Vene Cistiche e della Vena Ombelicale (nel
periodo prenatale) e delle cosiddette Vene Pa-
raombelicali. Con vene paraombelicali si identifi-
cano le vene adibite al drenaggio della porzione
di parete attorno all’ombelico che drenano poi
nella vena porta.
La vena ombelicale, nell’adulto, si è trasformata
nel legamento rotondo e anch’esso è drenato da
queste vene, sia a livello parietale sia internamen-
te.
Questa anastomosi è importante perché mette in comunicazione il circolo portale con la circolazione parieta-
le.

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La Vena Porta verrà ripresa nella prossima lezione.

Gli organi sottoperitoneali, infine, sono drenati da vene omonime delle corrispettive arterie: Vena Pudenda
Interna (strutture sotto l’elevatore dell’ano), Vena Dorsale profonda, Vena Dorsale superficiale (pudenda
esterna); nella donna si ha lo stesso schema (con la Vena Uterina…)

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