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17 maggio 2018 - 08:57 > Versione online

Elezioni 2018, la Lega 'attrae'il web ma il


M5s stravince sui social
Il rapporto "Mapping italian news" dell'UniversitàdiUrbino ha analizzato gli articoli a tema
politico pubblicati nei sei mesi precedenti il voto del 4 marzo 2018. Tra i temi più discussi:
immigrazione, privilegi delle élite e gli scandali legati ai leader politici Dalla storia
strappalacrime di nonna Peppina, la terremotata del maceratese costretta a lasciare la sua
abitazione, al sacchetto-gate che dal primo giorno dell'anno ha invaso le nostre bacheche di
Facebook. I temi che nei mesi che hanno preceduto le elezioni politiche hanno interessato, e
influenzato, il pubblico, sono i più svariati. E non sempre di natura strettamente politica. Non solo
gli argomenti, anche la modalità di diffusione del singolo articolo o la fonte da cui è stato diffuso
hanno orientato le preferenze dei cittadini, andando a delineare, almeno in parte, l'attuale
divisione politica. Ad analizzare la situazione pre-voto - 'leggendo'le interazioni su Facebook di
ogni singolo articolo - è uno studio dell'UniversitàdiUrbino ( Mapping italian news ) presentato
in un incontro pubblico. Lo studio ha analizzato (dal 1 settembre 2017 al 4 marzo 2018) oltre
84mila articoli prodotti da 4000 fonti online italiane. rep Commento Berlusconi tra editoria e
politica: cosa c'è dietro la chiusura di Quinta Colonna e Dalla vostra parte di DINO AMENDUNI
Vincenti, anche sul web, si sono dimostrate le due forze politiche che stanno cercando un accordo
di governo, Lega e Movimento 5 stelle. Se la prima ha catalizzato su di sé la maggior parte delle
fonti online, attraendo anche media storicamente legati ad esempio a Forza Italia, come
IlGiornale.it e Tgcom.it, è alla seconda che va il primato di livello di engagement prodotto su
Facebook (cioè la somma di interazioni, commenti e condivisioni), raggiunto anche grazie a una
precisa strategia che ha sfruttato l' attivismo delle community online. • I NUMERI DEL
SUCCESSO Sulla base di un algoritmo che misura quanto una singola fonte sia vicina all'una o
all'altra forza politica, oppure indipendente, il progetto Mine stila una classifica dei partiti sia in
termini assoluti (numero di articoli prodotti) che in termini 'ponderati'(quantità di reazioni
registrate). Così la Lega mostra una rilevante potenza di fuoco e si piazza al primo posto in
termini assoluti, con oltre 18mila url create da fonti di parte. Al secondo posto (duemila in meno)
si piazzano gli articoli di fonti indipendenti, slegate da forze politiche (come Repubblica.it e
Corriere.it). I numeri cambiano, invece, se si considera il livello di engagement. Subito dietro ai
primi in classifica - le testate, per così dire, 'neutrali'- si piazza il Movimento 5 stelle, con oltre 21
milioni tra condivisioni, commenti e reazioni. Un numero molto alto se si confronta la mole di
notizie prodotte quotidianamente dai cosiddetti organi di partito, come ilblogdellestelle.it e
beppegrillo.it, con quella delle testate tradizionali. A determinare il successo è una strategia social
specifica. Gli utenti, in particolare quelli vicino al Movimento 5 Stelle, hanno amplificato la
diffusione di contenuti più in linea con la propria visione del mondo, condividendoli, e, in
contrasto, hanno lavorato per delegittimare le fonti e le notizie negative per il proprio partito o
positive per i concorrenti politici, attraverso il massiccio ricorso ai commenti. Condivido ciò che
mi piace e attacco i miei avversari nei commenti, in sintesi. Ne è un esempio la notizia di Renzi
che in Tv mostra il documento del suo conto in banca: "Ho solo 15 mila euro non mi sono
arricchito con la politica". L'articolo è stato commentato da quasi 25mila persone, e condiviso da
poco meno di 2000. L’obiettivo, secondo gli studiosi: sfruttare l’algoritmo di Facebook che
spinge in alto i contenuti con più interazioni, al fine di mostrare opinioni che contraddicono quelle
espresse nella notizia. Marginali rimangono, invece, le altre due forze politiche: Partito
democratico e Forza Italia, nonostante i loro rispettivi leader siano i più citati dai pezzi sul web.
Su oltre 84.000 notizie analizzate, infatti, oltre 30.000 hanno menzionato nel titolo o nella
descrizione, uno o più leader dei cinque partiti principali. Tra questi il più chiamato in causa con
oltre il 30% di ricorrenze è stato Matteo Renzi, seguito da Silvio Berlusconi (26,5%), Matteo
Salvini (22%) e, in ultimo, Luigi Di Maio (20,3%). Il leader pentastellato, però, ha generato in
media molte più interazioni rispetto ai suoi avversari, andando a raggiungere, nei sei mesi, il
livello di engagement dell'ex leader del Pd. • FACEBOOK: L'INFORMAZIONE DI "PARTE",
SUPER PARTES E PROBLEMATICA Per giungere alle conclusioni qui sopra gli studiosi -
come detto - hanno dovuto classificare le fonti. Lo hanno fatto sulla base della tipologia di utente

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17 maggio 2018 - 08:57 > Versione online

che rilancia su Twitter una notizia proveniente da una testata e sulla base di questo hanno
assegnato un punteggio a ciascun sito, collocandolo vicino a uno dei principali partiti politici. Il
panorama è ben definito. I siti dei principali quotidiani nazionali non sono stati assegnati a
nessuna parte politica, classificati come “cross-partisan” (super partes appunto) per il pubblico
etorogeneo che solitamente li rilancia. rep Approfondimento Mediaset a “populismo zero”, cade
anche Giordano di EMANUELE LAURIA Fanno eccezioni tre grandi testate: Il Fatto Quotidiano,
che l’analisi assegna al Movimento 5 Stelle, Il Giornale e Tgcom, con sorpresa considerati
affiliati alla Lega. In questo contesto lo studio sottolinea come un mese dopo il voto, Mediaset
abbia deciso di “licenziare” i giornalisti conduttori di tre programmi politici che andavano in onda
sulle sue reti (Belpietro, Del Debbio e Giordano). Una decisione motivata dall’azienda facendo
riferimento al basso livello di ascolti ma che in molti hanno interpretato come dovuta alla
tendenza a parlare di temi e notizie che hanno fatto gioco alla propaganda leghista. Da
sottolineare poi, l'alto engagement che su Facebook hanno raggiunto siti considerati di parte,
vicini ai pentastellati e ai leghisti. Come ilpopulista.it, legato al partito padano e
ilblogdellestelle.it, voce del Movimento. Ad entrare poi tra i principali attori, inserendosi con
delle loro news nella classifica delle 25 più condivise, anche tre siti che fanno informazione
'problematica', colpevoli cioè di produrre, consapevolmente o meno, notizie che confondono
l'opinione pubblica: ilfatto.it, italia24ore.com e inews24.it. Il primo, dal nome ingannevole e
facilmente riconducibile al quotidiano diretto da Peter Gomez, ha pubblicato il giorno prima delle
elezioni la notizia, falsa, delle 500.000 schede elettorali bollate con il logo del Pd, scoperte in
Sicilia. Il secondo sito di 'fake'ha diffuso la falsa notizia del senatore massacrato di botte da due
disoccupati, piazzandosi diciassettesimo per engagement. Inews24.it, invece, classificato come
sito che diffonde disinformazione e notizie anti-immigrazione, è entrato in classifica con una
breve news che denunciava l'incapacità dello Stato di fornire una sistemazione ad una donna
anziana colpita dal terremoto. • LUCA TRAINI E NONNA PEPPINA CAMPIONI DI
ENGAGEMENT Ad appassionare di più il pubblico durante i sei mesi di campagna elettorale è
stato il tema dell'immigrazione, problematizzata nella chiave'sicurezza'. Un tema dibattuto sui
social che ha dato spesso luogo ad aspre discussioni anche tra i leader, che si accusavano a
vicenda di incitare alla violenza, alla discriminazione, al razzismo e quindi, dopo 70 anni dalla
caduta del regime, al fascismo. Un caso su tutti: Luca Traini. L'autore del raid razzista a Macerata
che ha colpito volutamente persone di origine africana per vendicare la morte di Pamela
Mastropietro, ha permesso il ritorno a retoriche che orbinato attorno al fascismo e
all'antifascismo. Anche la critica di stampo populista alle élite, soprattutto quella politica invocata
come la causa principale dei fallimenti dello Stato nel proteggere i diritti dei più deboli, ha
veicolato un certo tipo notizie che riguardano individui e famiglie a basso reddito, disoccupati,
pensionati, anziani, vittime di disastri naturali. Come la storia di nonna Peppina, la 95enne di
Fiastra provincia di Macerata, che è stata una delle storie più condivise già da settembre del 2017,
tanto da restare nella classifica fino al giorno delle elezioni. Terremoto, sfrattata a 95 anni: "La
casetta di legno è abusiva" in riproduzione.... Anche gli scandali legati direttamente ai leader
politici, come il 'caso rimborsopoli'che ha coinvolto i Cinque stelle o l'inchiesta di Fanpage
"Bloody Money" che coinvolgeva rappresentanti del Pd, hanno scatenato i social e le
condivisioni, determinando il termometro dell'opinione pubblica.

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