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sonora -rarissima- ridacchiata. Un braccio e mezzo di imbarazzante pigrizia, rivestita sulla sua scarsa statura da
abiti neri da marinaio di lungo corso: doppiopetto ben allacciato, calzoni a sbuffo, alti stivali al ginocchio e il
sinistro cela infoderato il Comitato di Benvenuto. Una fusciacca cremisi spicca annodata al bicipite destro, e sotto
riposano Calma, Dignità e Classe, tripletta di pugnali da lancio. Lunghe trecce BIONDE incorniciano un visino
pallido, di tratti volpini, pallido di chi viene dal Nord profondo: quegli abiti seriosi malcelano un fisico pieno di
curve, assolutamente e terribilmente femminile. <..e insomma, si poteva restare un altro po', vi presentavo
qualche amico... non è nemmeno plenilunio!> adduce alla volta di Thorberg, avanzando in fretta verso la radura.
21:33 Mattitude [Cascata] rimane fermo a guardare con attenzione la cascata ed il laghetto stando in postura
eretta alle sponde dello stesso. Il busto è leggermente piegato in avanti all'interno del nero pettorale in cuoio
borchiato così come il capo, abbassato e con l'incolto mento bianco a toccare la parte superiore della gorgiera
dell'armatura. I capelli bianchi ricadono sui grossi spallacci in ferro battuto dalle sembianze di teste di leone e
sullo schienale metallico, ove è presente un mantello rosso scuro dalle insegne degli scorpioni. Le gambe sono
divaricate e leggermente piegate, ponendosi vicino all'acqua ed entrambe le braccia, nude sotto gli spallacci,
sono distese in avanti e verso il basso, con le mani appoggiate poco sopra le ginocchia per sorreggere il peso del
corpo.
21:37 Thorberg [BoscoDeiLupi] Ampia casacca a coprire il busto, con alcuni bottoni lasciati liberi dalle asole così
da scoprire parte del petto, colletto alzato e barba folta che lo accarezza ad ogni passo compiuto. Maniche
arrotolate sugli avambracci e pantaloni di cuoio su cui spiccano due fusciacche intrecciate all'altezza del pube: da
destra una cremisi, da sinistra una totalmente nera, a fare il paio con il cuoio nero che copre le gambe, morendo
all'altezza dei polpacci, lì dove viene stretto dalla presa degli stivali. Ascolta Glykeria e sospira pesantemente.
<Vertigo, io capisco che mi vogliate morto, ma possiamo aspettare almeno che mi passi la sbronza?> Domanda
sornione, non è ubriaco, ma pare una di quelle solite frasi che gli escono usualmente dalle labbra, conoscendone
le attitudini piuttosto dirette. <E la prossima volta che mi dite "vi porto a fare un giro", rimango in taverna.>
Borbotta
21:45 Glykeria [PressiCascata] <incede nell'erba alta, spaziando rapidamente fra i cespugli,
così da abbandonare il limitare del Bosco dei Lupi a favore della Radura: il fragore della
cascata già udibile all'orecchio. Un'alzata di spalle esili alle istanze del colossale Thorberg, di
manine ben cacciate in tasca e sorrisetto placido, d'anima candida.> Quanta importanza vi
date- non vi voglio morto. <...> Non subito, almeno. <ironia sporca a corrodere l'aria, ma il
successivo verbo ne manca, del tutto, sollevando di quel tanto il nasino per cercare di
guardarlo bene in volto.> Sto per presentarvi qualcuno d'importante: prima del Re, è bene
scalare la gerarchia. <...> Mi raccomando a voi. <e null'altro afferma, quella minuscola
canaglia: prende passo più rapidamente, a fronte di quelle gambette corte che si ritrova. E già
cerca MATTITUDE con lo sguardo, nell'oscurità, dopo quel criptico annuncio.>
21:48 Mattitude [Cascata] Mph, mapperchè devono sempre rovinare la pace del luogo? {Si
rialza da quella posizione leggermente supina, facendo tornare il busto completamente eretto
all'interno del pettorale in cuoio e girando al contempo il capo, seppur di poco, verso la propria
destra ed in direzione delle voci.} Honottiani...o amici? {Dilata dunque le narici, iniziando ad
annusare con cura l'aria e facendo affidamento al proprio istinto naturale per cercare di aiutarsi
nella ricerca.} Oppure la donna di ieri, anche se spero di no che le devo soldi, scrad. {Il
braccio sinistro è dunque disteso lungo il fianco corrispondente, come privo di vita, mentre il
braccio destro scivola lentamente verso sinistra, con l'avambraccio che scivola lungo il
pettorale all'altezza del ventre finchè la mano non si appoggia sull'impugnatura della spada
bastarda, infoderata al fianco sinistro.}
mette i piedi e torna a guardare Glykeria che gli fa strada e gli risponde. Voce che si mesce al
suono della cascata in lontananza che va a cercare subito con lo sguardo, inconsciamente.> E
l'Apocalisse si scatenò tra i mortali, gli immortali e tutte le razze, quando il Vertigo istigò
troppo l'Amaranto. <Commenta alla prima di lei, facendosi serio quando capisce che lo scherzo
termina. S'acciglia ed annuisce.Sente anche il richiamo di MATTITUDE al di là del limitare
della Cascata, osserva Glykeria e scuote le spalle.> Essendo uomo credo non dobbiate alcuna
moneta a me. <Considerando l'incipit della frase del Mannaro. Non fa battute in merito. Al
resto non risponde, lasciando che sia proprio la donna che lo accompagna a farsi portavoce
anche per lui.>
22:03 Glykeria [Cascata] <quel che raccoglie del verbo di MATTITUDE, trascinato dal
vento, fa sì che la donnina cacci fuori le piccole mani guantate di rosso -fino alle nocche- dalle
tasche, a palme in su, in mostra di un plateale gesto di resa. La vede arrivare così, il buon
Mannaro: bionda, florida di forme da aver persino modificato la camminata strascicata in
leggermente ancheggiante, sorridente di quel tanto fra le trecce.> Elegos. <...> Siamo
Honottiani dissidenti e cercavamo il Re Scorpione per saldare il conto del Paratico. <...>
Dicono sia di un milione di monete d'oro. <esordisce così, quella gran canaglia di una BIONDA,
di vocetta aspra e sottile, ricacciando rapidamente le piccole mani in tasca, raggiunto un
braccio di distanza da MATTITUDE. Un cenno del mento volpino, gli indica quel gigante di
Thorberg.> Lui è Amaranto. <...> Viene dalle mie terre, è un Razziatore come me.
Simpaticissimo.
22:05 Mattitude [Cascata] Mbeh signor Amaranto, cò tutti sti elfi effemminati non mi
sempre qualche passo dietro adesso che hanno a che fare con MATTITUDE che esordisce in
maniera estremamente diretta. S'acciglia, lo guarda e scuote il capo mentre le mani si portano
al bordo dei pantaloni.> No no, quale glabro. Son pieno di peli che non so nemmeno dove
metterli. <Con l'intento di chi davvero s'abbasserebbe i calzoni per mostrare i peli pubici. Non
lo fa, si ferma molto prima, ma sorride ampiamente. Che stia scherzando in maniera sincera o
meno non è dato sapere.> E salve anche voi. <Non cibandosi d'un saluto che non gli
appartiene. Quando lo vede reagire alle forme della donna, guarda la donna, solleva le
sopracciglia e si fa dubbioso.> Mi state dicendo che si sono modificate in qualche maniera?
<Chiede perplesso.> Ed io che speravo foste cresciuta bene almeno fisicamente. <Sorridendo
sardonico.>
22:16 Glykeria [Cascata] <malcela un violento arrossire, alle occhiate insistenti di
MATTITUDE su quel fisico prorompente che non le appartiene: gli regala un'occhiataccia, dal
sotto in su, la stessa che riceve Thorberg, in un rapido guizzo d'iridi.> Uno e uno due- è
successo per caso, e com'è successo se ne andrà. <...> Non ci fate troppo l'abitudine,
giovanotti. <svicola così dall'imbarazzo, con quella gran faccia di bronzo battuto che propina
ironia ispida da farabutto di porto basso. Indugia con lo sguardo grigio sul cielo notturno,
agganciando i pollici per le tasche. Dondola il peso del corpo fra punte e talloni, lentamente. E
poi, la spara grossa, con la vocina più quieta che c'ha.>.. ma io pensavo- Matt.. ma non lo
potremmo ospitare noi, l'Amaranto..? Cioè, non so- potrebbe essere adeguato a tutto quello
che.. mi avete insegnato. <e lascia cadere, così, di botto: come se niente fosse.>
22:19 Mattitude [Cascata] Elegos, a tutti e quattr...a tutti e due. {Scuote velocemente il
capo in un cenno di negazione alle proprie parole, lasciando che alcune ciocche di capelli
bianchi ricadano davanti al volto barbuto e scoprano la mezzaluna nera marchiata sulla fronte
stempiata.} Vertigo, non è abitudine ospitare individui che non conosciamo...ne siete a
conoscenza. {Alterna ora lo sguardo tra i due, abbassando leggermente le palpebre nel cercare
di avere una migliore visione nonostante il buio del luogo.} Tuttavia, se il signorinello vuole
imparare i nostri dettami e voi garantite per lui, non vedo perchè no. {Alza le braccia,
incrociandole sul pettorale in cuoio all'altezza del ventre, con le mani che vengono appoggiate
sui grossi bicipiti opposti.} Potrebbe diventare anche discepolo, non si sa mai. {Il volto rimane
serio e la narici dilatate, annusando i due umani con cura.}
22:23 Thorberg [Cascata] <Sogghigna notando il rossore che colpisce Glykeria quando si
sente così osservata, di contro osserva ancora, specie quando lei cerca di svicolarsi in quella
maniera tanto abile.> Spero per voi che si risolva in fretta, altrimenti potrebbe giungere molto
prima del previsto, l'Apocalisse. <Commenta sornione, giusto per cercare di metterle più
pressione. Poi rimane spiazzato dalla piega che prende la conversazione. Lei che propone,
MATTITUDE che risponde, ma non lascia chiuse tutte le porte. Osserva Glykeria, sorride e poi
rivolge la medesima espressione smargiassa verso il Mannaro.> Di quali dettami state
parlando? <Cercando di mettersi in mezzo anche lui, considerando che il discorso lo coinvolge
in maniera diretta.>
22:29 Glykeria [Cascata] <esala aria a denti stretti, in uno sbuffo da felino infastidito, a
commento del verbo di Thorberg, ostinatamente fissa nel suo scrutare il cielo denso di nubi
sopra di loro, tendendo il collo tanto da mostrare una macabra cicatrice rossastra che lo
percorre per tutta la circonferenza.> Occhio a pisciare controvento, amico mio: dicono che
torni in faccia. <sfottò, di caratura bonaria, di donnina con le mani in tasca e un mezzo sorriso
fra le guance spruzzate di lentiggini. Una lenta torsione del collo, l'attenzione si fa vivida su
MATTITUDE, occhi addosso al volto barbuto altrui. Annuisce, con una certa gravità.> Mi rendo
conto e mai avrei proposto un babbione qualunque: ma questo è un babbione speciale, è la
mia- diretta controparte, secondo le tradizioni delle mie terre. <...> Quindi, nessuno più
affidabile di lui, ai miei occhi. <afferma, di vocina bassa, molto seria.>
22:32 Mattitude [Cascata] Babbione speciale Amaranto, interessante nomignolo...penso che
22:37 Thorberg [Cascata] Ed attenzione voi: dicono che gli uccelli abbiano il brutto vizio di
far librare i loro escrementi sempre sul più basso. <Ribatte sardonico, però torna serio quando
nota la cicatrice rossa sul collo di lei. La vede, ma non dice niente, non commenta e non chiede
ora. Prende semplicemente nota dell'osservazione, Poi l'ascolta rispondere a MATTITUDE e
strabuzza gli occhi, specie quando sente il Mannaro darle corda.> Grazie, Vertigo. Sempre col
vento in poppa, oggi più che mai. <Sardonico ed ambiguo. Ascolta la risposta di Mattitude, lo
guarda avvicinarsi e sogghigna apertamente, strafottente e superbo.> Sono l'Amaranto. Sono
all'altezza di qualsiasi cosa e sì, ne sono interessato, per quanto vorrei mostrare una riserva su
chi dovrebbe insegnarmi l'umiltà ... <Indicandogli Vertigo.> Diciamo che non la conosco molto
sotto quell'aspetto. <Edulcorando un concetto decisamente opposto>
22:44 Glykeria [Cascata] Beh, almeno sull'alto.. andiamo sul sicuro. <borbotta mignon a
mezza bocca, in basso e sfottente contralto a certe parole di Thorberg, salvo poi sollevare le
spalle in gesto di quieta, assertiva noncuranza quando MATTITUDE le ammicca, smuovendo
un passo in sua direzione, cercandone il fianco sinistro.> E poi, mi chiedono perché dalle mie
terre sono venuta qua. <e gli indica proprio Thorberg, per tutta la sua colossale stazza: come
il parirazza non fosse lì. Carogna di una rossa, anche se bionda.> Quell'individuo lì, non
soltanto mi sottovaluta, ma cerca financo di screditarmi. <...> Ciò non toglie che sarà un
grande piacere somministrargli delle lezioni- se sarà all'altezza dell'elite. <ed è lì che lo fissa,
Thorberg, dritto negli occhi. Di pressante, criminale aspettativa: sorridente, persino.>
22:44 Mattitude [Cascata] L'umiltà è una cosa molto soggettiva, Amaranto...come potete
vedere non tutti possono possederla. {Continua a camminare lentamente in direzione del
bosco dei lupi, cercando di passare tra i due lungo il viale.} Vedremo presto se sarete
all'altezza...certamente dovete essere forte per sopportare Vertigo a lungo, ne sono sicuro.
{Abbassa le braccia e mantiene i gomiti leggermente piegati, appoggiando le mani sul brunito
cinturone d'arme all'altezza dell'ombelico, sulla fibbia in ferraccio.} E voi,vertigo...sappiate che
sarà vostra diretta responsabilità così come sarà vostro compito farvi rispettare, da Scorpione
quale siete. {Alza leggermente il tono di voce nel rivolgersi alla donna, abbassando il capo e
portando il proprio sguardo sul sentiero innanzi a se, ignorando i due quasi del tutto.} Spero di
essere stato chiaro.
22:51 Thorberg [Cascata] <Quando Glykeria parla come se lui non fosse lì, sorride
ampiamente ed annuisce, di chi prende nota perfettamente di quel comportamento così simile
e così usuale al proprio che quasi gli sembra di vedersi allo specchio. Quando i loro sguardi
s'incrociano, alla fine, schiocca la lingua sul palato, solleva le spalle con noncuranza e sbuffa.>
Non insegnatemi troppo, Vertigo. Potrei riservarvi sorprese inaspettate. <Sogghignando per
poi passare con lo sguardo verso MATTITUDE, annuendo compiaciuto.> Vertigo è l'ultima
persona che ho imparato a rispettare, nonostante sia poco più d'una filibustiera ancorata nelle
taverne del reame. <Bastone e carota contemporaneamente. Presta ancora massima
attenzione alle parole del Mannaro ed annuisce, ma non risponde, specie quando sente che sia
proprio lei ad aver la responsabilità della propria istruzione. Un concetto già avanzato in
precedenza>
22:57 Glykeria [Cascata] <la massiccia figura del Mannaro le sfila al fianco, tanto che
mignon ha il tempo di compiere un pigro spostamento, appena due passi verso destra,
sull'erba umida, così da spiarne il sembiante.> Volete che venga con voi? <si premura,
dapprima, adocchiando la direzione presa da MATTITUDE: sul resto, annuisce per la seconda
volta, promuovendo nell'aria un>..me ne rendo conto. <a mezza bocca, con il peso della
responsabilità a gravarle fra capo e collo, esalando un gran sospiro a labbra appena dischiuse.
Lentamente, lo sguardo grigio abbandona la schiena del Mannaro a favore del volto del
parirazza, lassù. Lo fissa, in silenzio, palpebre appena socchiuse in guisa di felino diffidente,
accarezzando l'interno della guancia destra in punta di lingua, cafona come non mai. Il silenzio
s'allunga. E lei sorride appena.> Voi invece siete stata la terza, o la quarta. Ci devo pensare.
22:57 Mattitude [Pressi Cascata] Ma almeno c'ha un petto degno di mille e più monete. {Alza
il braccio destro e lo distende in aria, agitando la manona in segno di saluto una volta superati
i due, continuando a camminare con fare lento in direzione del bosco dei lupi.} Elegos Vertigo
et Elegos Amaranto...vi vedrò entrambi al covo, non fate troppo tardi. {Il braccio sinistro
rimane basso e la mano ben stretta attorno al cinturone d'arme, lasciando che il gomito
sinistor sbatta contro l'impugnatura della spada bastarda ad ogni passo compiuto.} Soprattutto
perchè a breve dovremo andare a Mot,scrad!