cambiamenti traduttivi in
Gran Torino
VALENTINA DADA
Dicembre 2009
© Clint Eastwood, Gran Torino, Warner Bros, Burbank, 2008
Abstract in italiano
English Abstract
Directed by and starring Clint Eastwood, Gran Torino was released on screens in
America in December 2008 and in Italy on 13th March 2009. In this thesis, the
original version has been compared with the Italian dubbed one in a comparative
analysis aimed at finding out the translation strategy in terms of acceptability and
adequacy. A targeted translation-oriented analysis has been carried out, with a
focus on the distorted names, racist insults and politically incorrect expressions
occurring in the movie. The results of this analysis show that the translation
strategy has been mainly target-oriented, influenced by both the dominant of the
movie’s fluency and its direct understanding and all those factors which are
involved in a multi-media product, such as intonation, word length, prosody and
lip synch. Moreover, a tendency to soften some scatological expressions has been
noticed: this sometimes contradicts the idiolect of certain characters, leading to
linguistic flattening.
Zusammenfassung
Gran Torino – ein Film von und mit Clint Eastwood – erschien in den
amerikanischen Kinosälen im Dezember 2008, in Italien hingegen am 13. März
2009. In dieser Diplomarbeit wurde das Original mit der italienischen
Synchronisation durch eine Komparativanalyse verglichen, die darauf abzielt,
eine geeignete Übersetzungsstrategie hinsichtlich der Akzeptabilität und
Angemessenheit des Filmtextes zu finden. Im Mittelpunkt dieser
Übersetzungskritik stehen v.a. die im Film häufig vorkommenden Entstellungen
der Namen, rassistischen Schimpfnamen und die politisch inkorrekten
Bemerkungen. Daraus ergibt sich, dass die Übersetzungsstrategie vor allem
benutzerorientiert und an zwei Faktoren gebunden war: sowohl an das Hauptziel
der sprachlichen Flüssigkeit und des unmittelbaren Verständnisses des Films als
auch an alle mit einem multimedialen Text verflochtenen Aspekte, wie z.B.
Intonation, Länge der Worte, Prosodie und Lippensynchronität. Darüber hinaus
wurde auch eine Tendenz zur Abschwächung mancher skatologischen Ausdrücke
bemerkt: Dies widerspricht manchmal dem Idiolekt einiger Figuren und
verursacht eine linguistische Abflachung.
Indice
Introduzione ...................................................................................................................... 7
Capitolo I ........................................................................................................................... 9
1.1 Biografia e opere principali .................................................................................. 9
1.2 Un mondo perfetto ............................................................................................... 14
1.3 Mystic River .......................................................................................................... 15
1.4 Million Dollar Baby ............................................................................................ 16
1.5 Gran Torino .......................................................................................................... 17
1.5.1 Trama ............................................................................................................. 17
1.5.2 Informazioni generali ................................................................................... 18
1.5.3 I personaggi principali ................................................................................. 21
1.5.4 Ricezione critica ........................................................................................... 24
Capitolo II ....................................................................................................................... 28
2.1 Cenni di teoria della traduzione applicata al doppiaggio ................................ 28
2.2 Analisi narratologica del film ............................................................................. 34
2.2.1 Il punto di vista ............................................................................................. 34
2.2.2 La dimensione temporale ............................................................................ 34
2.2.3 La dimensione spaziale ................................................................................ 35
2.2.4 Livello sintattico e linguistico..................................................................... 36
2.2.5 Livello semantico ......................................................................................... 37
2.2.6 Spettatore modello e spettatore empirico .................................................. 38
2.2.7 Dominanti e sottodominanti ........................................................................ 39
Capitolo III ...................................................................................................................... 40
3.1 Il metodo d’analisi ............................................................................................... 40
3.2 Thao e gli sfottò dei latino-americani ............................................................... 41
3.3 Walt, Martin e l’arte del “parlare tra uomini” .................................................. 44
3.4 Walt e Thao a tu per tu ........................................................................................ 48
3.5 Come diventare uomo: Walt e Martin docent .................................................. 53
3.6 Il testamento ......................................................................................................... 56
Conclusioni ..................................................................................................................... 60
Bibliografia ..................................................................................................................... 63
Introduzione
Quando ci si addentra nei meandri della traduzione e dell’interpretazione,
specialmente nel primo caso, si tende a sviluppare una forma mentis diversa da
quella di chi non è a contatto tutti i giorni con le lingue straniere. In particolare, si
professione – tale per cui, di fronte a un testo di qualsivoglia genere che è stato o
in che modo verrà tradotto nella nostra lingua madre. Situazioni di questo genere
un film.
del film stesso che mi è stata sottoposta a lezione proprio dal mio relatore. Dopo
aver visto il film – per altro di grande qualità e spessore – mossa da questa
battute, è nata l’idea di fare di Gran Torino e dei cambiamenti traduttivi applicati
padroneggiare nel corso del triennio, ho vestito i panni del critico (dilettante) della
adeguatezza.
Le conclusioni a cui sono giunta hanno avallato l’ipotesi mossa in partenza, non
anglofono ha capito poteva essere colto da quello italiano con una traduzione
spettatore. E ciò che è emerso dal confronto delle due versioni ha confermato la
1.1 Biografia e opere principali
Clinton Eastwood, Jr., nasce il 30 maggio 1930 a San Francisco, nel pieno
della Grande Depressione. Per diversi anni suo padre, Clinton Sr., ex contabile,
scarrozza la famiglia in giro per la California a bordo di una roulotte, alla ricerca
di un lavoro. Clint viene spesso lasciato dalla nonna, a Oakland, dove finiranno
Nel 1948, subito dopo il diploma alla Oakland Technical High School, va
guerra di Corea, non va al fronte, ma fa l’istruttore di nuoto a Fort Ord, sulla costa
californiana. Qui conosce una troupe della Universal e l’aspirante attore David
Janssen, che lo incoraggiano a entrare nel mondo del cinema. Nel 1953 si
Johnson, da cui avrà due figli, Kyle e Alison. Dopo un provino alla Universal, gli
viene offerto un contratto per settantacinque dollari a settimana per dieci mesi:
comincia così a lavorare in alcuni film di serie B, come Revenge of the Creature
(La vendetta del mostro, 1954) e Tarantula (Tarantola, 1955). Il successo arriva
con la serie televisiva prodotta dalla CBS, Rawhide, in cui Clint veste i panni di
sette anni e mezzo, per un totale di 217 episodi. Nella metà degli anni Sessanta ha
inizio il sodalizio con il regista Sergio Leone, maestro del cinema western
destinati a lasciare un segno non solo nella storia del cinema, ma anche nella
carriera e nella vita di Eastwood. Per un pugno di dollari (1964), Per qualche
diventare una star internazionale e una vera e propria icona: sguardo di ghiaccio,
bruciata dal sole e poncho (la leggenda vuole: mai lavato nell’arco dei tre film!).
Con i soldi incassati con la trilogia del dollaro, Clint fonda nel 1967 la sua
Hang ‘Em High (Impiccalo più in alto, 1968). Sempre nel 1968, l’attore inizia un
altro sodalizio artistico che dà un’ulteriore svolta alla sua carriera e al suo stile,
ovvero una collaborazione con il regista americano Don Siegel, che non solo
stile e mestiere anche alla sua futura carriera registica. Il primo film che i due
cuoio, 1968), al quale seguono la commedia western Two Mules for Sister Sara
(Gli avvoltoi hanno fame, 1970), The Beguiled (La notte brava del soldato
Jonathan, 1971), Dirty Harry (Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo, 1971) e,
infine, Escape from Alcatraz (Fuga da Alcatraz, 1979), vero e proprio classico del
cinema carcerario. Negli anni Settanta inizia a lavorare anche dietro la macchina
da presa, scelta che gli varrà la vera consacrazione nell’olimpo del cinema. La sua
prima regia risale al 1971, con il thriller Play Misty for Me (Brivido nella notte),
10
in cui, tra l’altro, regala un memorabile cameo all’amico-mentore Don Siegel (è il
barman). Oltre all’esordio in regia, tra il ’68 e il ’71 Eastwood interpreta ben otto
film, tra cui due film bellici Where Eagles Dare (Dove osano le aquile, 1969) e
Kelly’s Heroes (I guerrieri, 1970). Durante gli anni ’70 continua a interpretare
film western, film d’azione e polizieschi. I primi due western che segue da regista
sono High Plains Drifter (Lo straniero senza nome, 1973) e The Outlaw Josey
Wales (Il texano dagli occhi di ghiaccio, 1976). Un western che gli fa guadagnare
quattro Oscar come miglior regia e film, migliore attore non protagonista e
montaggio e con cui Clint celebra la morte del mito del West è Unforgiven (Gli
spietati, 1992), capolavoro crepuscolare che dedica a Sergio Leone e Don Siegel,
dell’ultimo western tout court di Eastwood, anche se nel 2000 realizza Space
Cowboys, una vera e propria miscela di generi, che va dalla fantascienza alla
con uno Shuttle della Nasa e la vera frontiera è la Luna). Space Cowboys, tra
l’altro, è il primo film di Eastwood a fare largo uso di effetti speciali, insieme a
nel 1974 Eastwood recita in Thunderbolt and Lightfoot (Una calibro 20 per lo
poliziotto cult Harry Callaghan (nella versione originale si chiama Callahan), noto
al pubblico italiano come “Harry la Carogna”, sempre pronto a sparare con la sua
(Coraggio…fatti ammazzare, 1983 – unico film della serie di cui Eastwood firma
11
anche la regia) e The Dead Pool (Scommessa con la morte, 1988). Nel 1978
donne, da cui avrà anche dei figli. Nel 1996 si sposa con la conduttrice televisiva
Negli anni ’80 si dedica anche alla carriera politica, divenendo sindaco di Carmel,
in California. Gira ancora dei polizieschi, come City Heat (Per piacere…non
salvarmi più la vita, 1984) e Pink Cadillac (1989) e un film di guerra, Heartbreak
Grenada nell’83, intervento sul quale Reagan impose il silenzio dei media. Il
progetto più ambizioso di questi anni è Bird (1988), un film sulla vita di Charlie
«Bird» Parker, il sassofonista che rinnovò il jazz all’inizio degli anni Quaranta.
Gli anni Novanta sono per Eastwood il decennio dei premi e dei riconoscimenti
ufficiali, decennio in cui incassa un successo dopo l’altro: nel 1990 ha l’occasione
di girare il suo primo film sul cinema, White Hunter, Black Heart (Cacciatore
bianco, cuore nero), una biografia romanzata della vita del regista, attore e
sceneggiatore statunitense John Huston, a cui rende omaggio. Nel 1993 dirige un
storia di un uomo che, dopo essere evaso e aver rapito un bambino, si lancia in
una fuga tanto frenetica quanto vana. Con questo film Clint Eastwood si erge
come uno dei registi più sensibili ed etici nel panorama americano. Egli amplia il
suo repertorio con un film d’amore, The Bridges of Madison County (I ponti di
Madison County, 1995) e film thriller, come Absolute Power (Potere assoluto,
12
1997) e True Crime (Fino a prova contraria, 1999). Insieme a Gli Spietati e Un
mondo perfetto, Mystic River (2003) e Million Dollar Baby (2004) sono l’asso di
appieno il suo status di icona di Hollywood. Nel 2000 gli viene conferito il Leone
d’Oro alla Carriera al Festival di Venezia. Mystic River gli farà piovere una
con Million Dollar Baby che ottiene ben quattro statuette agli Oscar 2005 per
miglior attore non protagonista a Morgan Freeman. Il film si aggiudica anche due
Golden Globe per la migliore regia e sempre per la migliore attrice protagonista.
Tra il 2006 e il 2007 dirige due film bellici, Flags of Our Fathers e Letters from
Iwo Jima (Lettere da Iwo Jima): entrambi ambientati durante la seconda guerra
mondiale, si tratta di due film complementari che raccontano i fatti inerenti alla
caduti di entrambi gli schieramenti. Nel 2008 esce nelle sale cinematografiche
d’Oro al Festival del Film di Cannes del 2008 e ha vinto uno Special Award dopo
essere stato proiettato in prima a tale Festival. Il 2008 è anche l’anno di Gran
Torino (che sarà oggetto di analisi nelle prossime pagine). Nel febbraio 2010
13
post-apartheid, che sarà interpretato da Matt Demon e Morgan Freeman nel ruolo
di Nelson Mandela. Con i suoi ultimi film, Clint Eastwood dimostra di essere uno
Texas, 1963: Butch Haynes (K. Costner) evade dalla prigione dove sta scontando
quarant’anni per rapina a mano armata e inizia una lunga, impossibile fuga verso
l’Alaska con un bambino preso in ostaggio, Phillip. Il ranger Red Garnett (C.
il posto alla tenerezza. Il paradosso della storia che viene raccontata nel film sta
nel mondo fantastico che Butch crea intorno al piccolo ostaggio: intelligente e
affettuoso, egli inventa per il bambino un ambiente in cui i sogni diventano realtà
rappresenta una sconsolata analisi morale della società USA e tratta grandi temi
14
1.3 Mystic River
Il film esce nelle sale nel 2003, tratto dall’omonimo romanzo di Dennis
Lehane (in Italia è uscito però con il titolo La morte non dimentica). Con il suo
storie intrecciate di tre uomini, Jimmy, Dave e Sean, i tragici eventi che hanno
pedofili, che lo tengono chiuso in uno scantinato e abusano di lui: riesce a fuggire
dopo quattro giorni, ma niente sarà più come prima. Vent’anni dopo, sempre nello
circoscritta in una periferia dell’America che, di solito, non ci è dato vedere nel
cinema.
15
e i crimini peggiori. La società è vista come gioco delle parti, come un carro in
maschera.
formidabile per Eastwood regista e attore: recita nel ruolo di Frankie Dunn,
alla dolorosa rottura con sua figlia, ha sempre evitato di affezionarsi troppo a
pugile che manda avanti la palestra e che riesce a vedere oltre quella “scorza
ruvida” di Frankie. Un giorno entra in modo prorompente nella vita di Frankie una
costo. La sua energia vitale riesce a contagiare il riluttante Frankie che, pur senza
ammetterlo, vede in lei la figlia che non vede ormai da anni. Inizia così il loro
sodalizio, che comprende la totale dedizione della donna per quell’uomo che
sembra essere l’ultimo legame tra lei e il resto dell’umanità. Anche Scrap si
che è di fatto uno stile consolidato. Ai temi dell’amore paterno e della paternità
sfidata senza arroganza, mostrando quanto siano differenti in ogni essere umano i
temi della vita e le scelte che da essa derivano. Un film sulla crudeltà
16
1.5 Gran Torino
Segue, in questa sezione, un’analisi approfondita del film oggetto di questa tesi.
1.5.1 Trama
origini polacche, reduce dalla Guerra di Corea di carattere burberi e spavaldo, che
si trova a fare i conti con un mondo in continuo mutamento, costretto dai suoi
vicini di casa che sono emigranti a confrontarsi con i suoi pregiudizi in lui ben
dei piccoli lavori di riparazione nelle case, bevendo birra e recandosi una volta al
mese dal barbiere. Nonostante l’ultimo desiderio espresso dalla moglie, ormai
deceduta, fosse che il marito si confessasse, per Walt – che tiene il suo fucile M-1
sempre pronto e carico – non c’è nulla da confessare. E non c’è nessuno di cui si
Le persone che un tempo erano i suoi vicini di casa sono ormai quasi tutte morte
dal sudest asiatico, che lui disprezza. È pieno di risentimento per quasi tutto
quello che vede intorno a sé: le grondaie spioventi, i prati incolti e pieni di
loro, il modo in cui i suoi figli siano diventati perfetti estranei… . Walt aspetta
solo che il resto della sua vita passi. Fino alla notte in cui qualcuno cerca di
rubargli la sua Gran Torino del ’72. Ancora splendente e scintillante come il
17
primo giorno, la Gran Torino mette a rischio la vita del suo vicino di casa
banda, diventando suo malgrado l’eroe del quartiere, soprattutto per la madre di
Thao e per sua sorella più grande, Sue, che insistono affinché Thao si metta a
lavorare per Walt per fare ammenda del tentativo di furto. Nonostante all’inizio
Walt non voglia avere nulla a che fare con queste persone, alla fine cede e fa
improbabile che cambierà le loro vite. Walt può insegnare tante cose al giovane
Thao: come si parla tra uomini, come si ripara una staccionata e come si lavora
con un paio di tronchesi e un rotolo di nastro adesivo (ma mai e poi mai gli
insegnerà a sparare).
“diverso” non è così disprezzabile e troverà molte più cose in comune con queste
persone che con la sua stessa famiglia. Alla fine, sarà proprio Walt a liberare Thao
disarmato a farsi uccidere dai giovani teppisti Hmong perché i testimoni riescano
2008, in Italia tre mesi più tardi, il 13 marzo. Si tratta di un film che va dritto
all’essenza emotiva e morale del cinema con una totale economia di mezzi
espressivi: un vecchio, grintoso e ringhioso, disamorato di quasi tutti gli esseri che
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lo circondano (tranne la vecchia cagna Daisy). Un ragazzo cinese e sua sorella,
che tentano faticosamente di integrarsi nella vita americana. Due case vicine,
interni, una chiesa, un giovane prete che non si arrende davanti ai peccatori
recalcitranti, ma che cede all’istinto davanti alle ingiustizie. Una bellissima auto
d’epoca, la Ford Gran Torino del 1972, lustrata e ferma nel garage, e le auto
termine (quella di Walt Kowalski). Dopo A Perfect World, Mystic River e Million
Dollar Baby, dopo aver sviscerato gli aspetti più oscuri e le conseguenze più
Eastwood ci offre con Gran Torino non un film sulla nostalgia di qualcosa di
paternità che si cela dietro questa pellicola: i legami di sangue non significano
relazione di paternità non sia limitabile al legame di sangue, ma sia sempre atto di
19
Un film, questo, che prende le sembianze di un vero e proprio romanzo di
tramonto della vita. Kowalski consegna a Thao le chiavi per il mondo degli adulti,
impara che si possono avere molte più cose in comune con i “musi gialli” che con
i propri figli.
Oltre a ciò, Gran Torino è il primo film importante che descrive personaggi della
comunità degli Hmong, una tribù etnica di diciotto clan sparpagliati tra le colline
del Laos, Vietnam, Tailandia e altre parti dell’Asia, che hanno avuto un passaggio
difficile verso gli Stati Uniti a seguito del loro coinvolgimento nella Guerra del
Vietnam (dopo la fine della Guerra sono stati portati in America come rifugiati
per aver aiutato gli americani durante il conflitto). Per le riprese Eastwood ha
voluto descrivere gli Hmong nel modo più autentico possibile, scegliendo
esclusivamente attori Hmong per quei ruoli nel film, anche se non erano attori
professionisti. Per trarre ispirazione per il design della casa di Thao e Sue, lo
Hmong con un intenso lavoro di ricerca. L’attrice che interpreta Sue ha portato sul
20
1.5.3 Personaggi principali
ridicolo, isolato dalla famiglia, con pochi amici, che passa il tempo su una veranda
con una bandiera americana sullo sfondo a bere birre in compagnia della sua
golden retriever Daisy. Lancia insulti razzisti con la normalità con cui altre
persone pronunciano parole e verbi, ma man mano che stabilisce dei tenui rapporti
umani con le persone Hmong che si sono trasferite nel suo quartiere, gli strati di
Dorothy, nel momento in cui l’uomo ha raggiunto il capitolo finale di una vita che
cinquant’anni trascorsi allo stabilimento locale della Ford. La guerra però è finita
da tempo, la fabbrica è stata chiusa, sua moglie è morta e i figli, ormai cresciuti,
dedicargli. Uno dei pochi piaceri nella vita di Walt è quello di lucidare la sua Ford
Gran Torino del 1972, su cui lui stesso ha montato il blocco dello sterzo quando
lavorava allo Ford: essa rappresenta il suo orgoglio e la sua gioia, è il suo
lavoro manuale, alla costruzione di uno dei miti del proprio Paese. Servita,
inizialmente non vuole avere nulla a che fare con i vicini Hmong, Walt si accorge
a poco a poco di avere molte più cose in comune con loro di quante ne abbia con i
suoi figli viziati e fannulloni. E così inizia a vedere in Thao qualcosa che vale di
21
più del suo disprezzo, si libera dei pregiudizi che abitavano in lui all’inizio del
vita ed è alla ricerca di qualcuno, o qualcosa, che dia un senso a tutto e che calibri
Thao Vang Lor (Bee Vang) è il vicino di casa di Walt, sedicenne, altrettanto
isolato come Walt. Vive con la madre, la nonna e una sorella più grande, Sue. È
l’unico maschio della famiglia e non ha alcun punto di riferimento maschile cui
rifarsi. È goffo e insicuro in quanto è circondato da tutte quelle donne, che sono
immagini maschili (e femminili) della loro cultura d’origine è tangibile, così come
Thao viene liberato dai fardelli del sangue e può andarsene con l’eredità di Walt:
Walt e a farsi breccia nella sua facciata spinosa e permalosa. È molto più
americanizzata del resto della famiglia, è quella che si muove con più
22
consapevolezza tra le due culture, perché «le ragazze si adattano meglio». Sue è
prende in giro con soprannomi dispregiativi, ma alla fine è l’unica che riesce a
stabilire un contatto tra Walt e Thao. Sue vuole che suo fratello diventi amico di
Walt perché se questo non accade e il ragazzo entra nella banda, si rovinerà la
vita. Lei capisce che Walt può diventare come un padre per lui e se Thao ascolterà
i consigli di Walt, probabilmente potrà vivere una vita migliore e potrà crescere
meglio.
film mentre celebra il funerale della moglie di Walt e che insiste nel cercare di far
avverare l’ultimo desiderio della donna, quello di far confessare Walt. Padre
dovrebbe essere una guida, ma rimane al livello di quello che ha imparato sui
dal seminario» e il rapporto che si instaura tra i due è a senso unico: Walt gli fa
capire senza mezzi termini che il modo solito di trattare con le persone con lui non
ragazzino e per Walt non può capire, nemmeno lontanamente, quello che ha
più con lo sciamano Hmong che gli rivela le verità nascoste con cui lui ha
convissuto per tutti questi anni). La figura di padre Janovich è il rovescio delle
gang Hmong: figure maschili, emblema della violenza. Eastwood gioca qui con
23
così come l’anaffettività dei figli sono sempre illuminati a giorno, mentre il reale
della violenza comparirà in poche scene notturne: Thao che tenta di rubare la Gran
Torino; Walt che scaccia la gang dal prato di casa; fino allo stupro di Sue e
l’epilogo finale.
figura che si potrebbe definire suo amico, con cui scambia di buon cuore epiteti
razziali e che aiuta Walt ad allenare Thao nell’arte di “diventare uomo”. Si tratta
uno dei due figli di Walt. Eastwood riserva giusto un paio di scene per descrivere
il rapporto complesso che vi è tra i due: Mitch è l’opposto di suo padre. Walt è
stato operaio e ha lavorato sodo; suo figlio è una persona superficiale, che cerca di
spedire il padre in una pensione. Walt non riesce a parlare con suo figlio e Mitch
«[…] Clint volto di pietra ci spiega una cosa bella e semplice: che
24
«Ma il film, duro e forte, è un canto amaro sul dolore di vivere e di morire».
minoranze etniche, è raccontato con una classicità perfetta, con una calma e una
«[…] a portrait of disintegrating family values and the urgent need for cultural
flexibility; […] an impressive blueprint of basic values that most of our society
«Gran Torino is about two things, I believe. It’s about the belated flowering of a
man’s better nature. And it’s about Americans of different races growing more
La critica, italiana e non, parla a una sola voce in merito a questo film,
tessendone le lodi sia per il tipo di cinema che Eastwood offre e per la grande
maestria con cui interpreta il suo personaggio, sia per i temi che affronta e il modo
25
in cui riesce a dare uno spaccato di difficile e possibile integrazione in
proprio nella sua semplicità e immediatezza, nella sua capacità di sentire e di far
sentire quello che più è umano. In Eastwood non c’è piagnisteo - c’è la
fuori di Clint Eastwood, che potesse interpretare questo ruolo: sguardi al vetriolo
carta vetrata ai limiti dell’auto caricatura. Un’abilità, questa, più che ammirevole
agli occhi di recensori e critici. Per non parlare della destrezza con cui Eastwood è
di centosedici minuti.
La critica, tuttavia, non promuove Gran Torino a tutti gli effetti, per due motivi:
scurrile, infarcito di vituperi e insulti razzisti (negli Usa il film rientra nella
26
presenza di un genitore o di un adulto); in secondo luogo, per il modo in cui il
film dipinge la condizione in cui versano gli Hmong, poco fedele alla realtà, che
invece sembra essere molto più complessa e difficile. Molti critici sostengono che
hollywoodiano con un uomo bianco con una pistola, anche se si tratta di Clint
27
2.1 Cenni di teoria della traduzione applicata al doppiaggio
Questo lavoro di analisi, tuttavia, non prende in considerazione il film per intero
bensì è frutto di una cernita ben definita, incentrata sugli appellativi razzisti, le
Ciò che ho cercato di mettere a punto è una (modesta) critica della traduzione
ovvero la versione italiana del film. Senza dimenticare che, nel caso specifico, non
lavorato con i copioni nelle due lingue alla mano), bensì a una traduzione
traduttiva è stata vincolata da una serie di componenti che vanno oltre i valori
28
Ad ogni modo, si tratta di una critica della traduzione in cui il raffronto non
punto di vista sarebbe sbilanciato a favore di uno dei due poli della coppia
traduttiva.
Tra le diverse congetture che hanno scandito il mio lavoro di analisi ho provato a
enunciato che, nella cultura ricevente, abbia un significato culturale analogo: nel
1993: 17 in Osimo 2004: 45). Nel secondo caso, la strategia perseguita sarebbe
di inserire nel metatesto esotismi, non vissuti come tali dal lettore del prototesto
propria (del lettore). Una traduzione è detta «adeguata» quando prevede che il
29
prototesto sia conservato come espressione di una cultura diversa: il traduttore
costringendo il lettore a uno sforzo per recepire il testo come altro; la lettura
culture. Nel caso specifico di Gran Torino, alla luce di queste nozioni ho cercato
adattamento alle norme della cultura d’arrivo, anche se a scapito della “fedeltà” al
sua forza innovativa. Una strategia source-oriented implica invece una scelta di
30
La strategia traduttiva sarà stata vincolata, con tutta probabilità, anche da altri
può coincidere più o meno con il cosiddetto lettore empirico, cioè il lettore che
effettivamente legge il testo (bisogna tuttavia ricordare che, nel caso specifico, il
spettatore empirico).
Quanto invece alla dominante, essa non è altro che la componente intorno a cui si
sottodominanti.
parola con il gesto, e ogni parola assume significato dal contesto generale e dal
corpus culturale espresso dall’intero film, a dover essere ogni volta ricostruita non
31
diversi codici: intervenire, come si fa con il doppiaggio, su una delle componenti
totale”, in quanto deve affrontare non solo i valori semantici e pragmatici delle
numerose fasi, intorno a cui ruotano diverse figure professionali, prima fra tutte
dell’attore sullo schermo, dei movimenti di tutto il suo corpo: delle labbra, prima
di tutto, ma non solo di quelle. Il problema del cosiddetto “sincrono” (in gergo
Per sincrono labiale si intende il rispetto dei movimenti delle labbra determinati
particolare alle parole che contengono consonanti che provocano la totale chiusura
delle labbra (b,m,p), a quelle che provocano una semichiusura (f,v), a tutte quelle
che non provocano la chiusura delle labbra, alle vocali che provocano in apertura
Per sincrono gestuale si intende il rispetto dei movimenti del corpo, in funzione
dei quali decidere cosa far dire all’attore. Ogni espressione genera dei movimenti
32
– delle mani, della testa, degli occhi – e costringe a una determinata costruzione
della frase per far coincidere questi movimenti, immutabili, col nuovo testo.
Il sincrono lineare è il rispetto della lunghezza, della durata della frase originale,
anche quando l’attore si trova fuori campo. È il cosiddetto ritmo interno della
Tutta la ricerca del dialoghista deve quindi convergere sulla parola, sulla frase che
altrove quello che si è costretti a sacrificare da una parte, tenendo sempre presente
33
2.2 Analisi narratologica del film
Il film viene raccontato in buona parte dal punto di vista del protagonista,
personaggio e di vedere le cose con i suoi occhi. È come se anche gli spettatori
prendessero parte alla metamorfosi che il protagonista vive nel corso della storia,
l’insofferenza che abita in Walt, che non fa esclusivo riferimento alle differenze
sull’ombelico di fuori mostrato dalla nipote in chiesa). Nel corso del film la
finale, nelle poche scene che intercorrono tra la morte del protagonista e i titoli di
Per quel che concerne la successione degli eventi, essi sono strutturati in
segnalata in termini assoluti ben precisi, bensì in termini più relativi: sappiamo
34
soltanto che la storia è ambientata nella Detroit del ventunesimo secolo, ma non
Il film presenta una ciclicità piuttosto evidente tra l’altro, in quanto si apre con la
nella stessa maniera, con il funerale di Walt: è all’interno di questi due estremi
protagonista con Thao e la sua famiglia e anche con padre Janovich (il punto di
svolta del loro rapporto si ha con la battuta mi chiami Walt pronunciata dal
forte è legata all’epilogo finale: lo spettatore è portato a pensare che Walt voglia
solamente nella sua astrazione simbolica: il colpo di pistola Walt può solo
mimarlo.
dimensione spaziale risulta essere molto sobria, essenziale: due case, una chiesa e
Walt è all’insegna dell’abbandono e del degrado; solo la sua abitazione spicca tra
le altre, dando l’impressione di essere stata curata per anni; il prato è sempre ben
tagliato, non c’è una cosa fuori posto: questo mette ancora più in evidenza il
35
un mondo a sé stante. Oltre a ciò, la scelta di Detroit come location del film non è
di certo casuale: per un uomo che ha lavorato cinquant’anni alla Ford non poteva
Gran Torino: Detroit è gemellata con Torino, città considerata dagli americani la
“Detroit d’Italia” e il modello Gran Torino della Ford era stato un omaggio al
capoluogo piemontese.
riflette senza ombra di dubbio anche nel livello sintattico degli scambi dialogici.
queste si fanno più lunghe, non sono mai particolarmente complesse. In linea di
Del resto, è proprio la natura intrinseca della lingua parlata a richiedere l’uso di
una sintassi diversa: parlando, infatti, c’è una scarsa pianificazione di quanto si
dice, cosa che non accade invece nella lingua scritta. Inoltre, il livello sintattico
delle battute, così come quello linguistico, è inevitabilmente vincolato anche dalla
natura dei personaggi stessi, dal loro socioletto e idioletto. Per socioletto s’intende
scene del film. Sono immigrati, di bassa estrazione sociale, con uno scarso livello
36
di istruzione: il modo in cui parlano è elementare e molto volgare, usano un
quanto tale, non può subire delle modifiche arbitrarie in sede di doppiaggio. In
però, dove tutti i personaggi parlano in modo sfrontato e senza troppe remore,
emerge la figura più contenuta e discreta di padre Janovich: anche se le sue parole
non vogliono essere auliche, è netto il divario linguistico tra questo personaggio,
precedenza.
Da ultimo, troviamo non pochi segnali discorsivi nel corso di tutto il film, che
sono, per l’appunto, tipici dell’oralità, per non parlare della gestualità, altrettanto
importante.
A parer mio, riecheggiano nel film due campi semantici principali: l’uno
legato alla sfera religiosa, l’altro alle popolazioni asiatiche e ai loro tratti
distintivi.
verbali che avvengono tra Walt e padre Janovich: più di una volta si parla di vita e
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espressioni, più o meno felici, che rimandano alle Sacre Scritture e alla religione
come flock, sheep, spoken your piece oltre al fatto che molte imprecazioni sono
religiose, come Jesus, Jesus Christ, Christ all Friday, Lord Jesus e for Christ’s
sake.
Il secondo campo semantico è forse quello più evidente, relativo alle peculiarità,
fisiche e non, delle popolazioni orientali: il colore della pelle, i tratti somatici, il
riso (pensiamo ai diversi epiteti gook, zipper head, egg roll, zip, slope ecc.).
Lo spettatore modello può essere dato da tutti coloro che sono appassionati
spettatore medio, di età adulta, che non necessariamente deve avere delle
condizione del popolo Hmong. Bisogna pur sempre ricordare che le parole qui
alla comprensione e alla fruizione del film. Quanto allo spettatore empirico, posso
ipotizzare che questo abbia coinciso in buona parte con lo spettatore modello.
Forse, in realtà, il film è stato visto anche da una fascia di pubblico cui non era
direttamente rivolto per via del linguaggio altamente volgare e delle scene di
bambini). Mentre negli Usa i ragazzi al di sotto dei diciassette anni dovevano
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alcun tipo di censura: probabilmente ciò giustifica la scelta di edulcorare certe
espressioni.
ritrova con un metatesto di cui non conosce il prototesto, perciò non può e non sa
basa quindi sulla qualità del film (immagini, audio, ecc.) e sulla scorrevolezza del
film stesso: di norma il lettore modello non sempre è disposto a cooperare con
spettatore modello, che desidera soltanto staccare la spina per un paio d’ore e
paragrafo precedente. Anzitutto, senza alcun tipo di divieto nelle sale italiane il
cinematografico.
39
3.1 Il metodo d’analisi
doppiata in italiano, che verrà proposta nelle seguenti pagine, si è fatto ricorso a
dall’alto verso il basso, che parte dall’analisi traduttologica del testo specifico e,
alterazioni della poetica del testo introdotte dai cambiamenti traduttivi; tutto ciò in
basso verso l’alto, nel senso che non è prevista un’analisi preventiva della poetica
comparativa.
traduttologica. Questo perché i singoli testi, per quanto possano avere alcune
caratteristiche in comune con altri testi, devono parte della loro individualità a
formato prestabilito per l’analisi del testo (come avverrebbe con il modello
40
3.2 Thao e gli sfottò dei Latino-Americani
[0.13.22 – 0.13.40]
LATINO 1: Yo... Hey! Is you… is you a LATINO 1: Ehi, oh, cosa sei? Cosa sei,
boy or is you a girl, man? I can’t tell! un maschietto o una femminuccia? Non
LATINO 2: Hey, chiquito, hey, if you si capisce…
was in the bin I could fuck you in the LATINO 2: Ehi, culo giallo, se eri nella
ass and you’d be my bitch. mia cella ti rompevo il culo, diventavi la
LATINO 1: What are you reading, gook, mia puttana.
Jackass and The Rice Stalk? Yeah, LATINO 1: Ehi, che stai leggendo,
that’s right, keep walking... keep Pollifrocino o Giallaneve?
walking! LATINO 2: Ehi finocchietto giallo,
LATINO 2: Hey, look at me when I’m guardami quando ti parlo.
talking to you, ho!
Thao cammina per strada mentre legge. Si trova sul marciapiede quando si
loro gli stanno alle costole. Resta tutto il tempo con gli occhi fissi sul libro,
Hmong, non indica una mancanza di rispetto, bensì rappresenta il loro modo di
Commento
senso dispregiativo di Pollicino e Biancaneve, che a loro volta altro non sono che
un rimando intertestuale a due fiabe, per altro ben conosciute in Italia. Per
riferimento alle due fiabe è considerato implicito nella cultura italiana, viene cioè
intertestuale. Jackass and The Rice Stalk è una versione deformata della fiaba
inglese Jack and The Beanstalk. Si tratta di un rimando intertestuale esplicito per
spettatore straniero che vede il film in lingua originale non è detto che lo farà:
anzi, con tutta probabilità, non coglierebbe il rimando. Dato che ciò che è
culturale. In realtà, esisterebbe una traduzione italiana per Jack and The
potuto storpiare quella e restare così fedele alla versione originale. Tuttavia, non
avrebbe ottenuto lo stesso effetto umoristico che la versione originale ha avuto sul
cercare delle fiabe ben radicate nella cultura d’arrivo, onde evitare di
“disorientare” lo spettatore.
È interessante osservare il modo in cui avviene tale storpiatura e come è stata resa
in italiano. Jack and The Beanstalk viene trasformato in Jackass and The Rice
Stalk, dove jackass sta per ignorante e stupido mentre rice (che sostituisce bean,
fagiolo) allude chiaramente a uno dei luoghi comuni più diffusi contro le
solo ed esclusivamente di riso (da notare che questa parola viene messa in bocca a
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uno dei latino-americani, che potrebbe essere tra l’altro un messicano – e anche
molti fagioli. Potrebbe essere una mera casualità, ma alla fine del film il
diventano Pollifrocino e Giallaneve, dove nel primo caso l’offesa nei confronti di
Thao riguarda il fatto che venga considerato una femminuccia, mentre nel
secondo l’insulto è più razzista, legato al colore della pelle. Bisogna sottolineare
che nella versione italiana anche i turpiloqui ruotano intorno a questi due motivi:
sentiamo dire infatti culo giallo e finocchietto giallo. Nella versione originale non
è così: in inglese troviamo gook, che letteralmente significa muso giallo e ho, che
significa puttana. All’inizio uno dei ragazzi latino-americani dice chiquito, cosa
parola non viene resa in italiano, ma la perdita viene in un certo qual modo
compensata altrove: ad esempio, gook viene reso con culo giallo, il cui grado di
Infine, è interessante osservare anche l’uso, o per meglio dire, il non-uso del
incoerente con la natura stessa dei personaggi e con il loro socioletto immaginare
la frase se eri nella mia cella ti rompevo il culo, diventavi la mia puttana con una
43
3.3 Walt, Martin e l’arte del “parlare tra uomini”
[0.30.58 – 0.31.37]
BARBER: There, you finally look like a BARBIERE: Ecco qua, sembri di nuovo
human being again. You shouldn’t un essere umano adesso, ma perché fai
wait so long between haircuts, you passare tanto tempo fra un taglio e
cheap son of a bitch. l’altro, taccagno figlio di puttana.
WALT: I’m surprised you’re still WALT: Mi meraviglio che tu abbia
around. I was always hoping you’d ancora la licenza. Io spero sempre che tu
die off and get somebody here who crepi e che finalmente qui prendano
knew what the hell are they doing, qualcuno che sa fare il suo mestiere..e
instead you just keep hanging around invece ci sei sempre tu, con la grazia di
like the doo-wop dago you are. quell’impastapizze che sei..
BARBER: That’ll be ten bucks, Walt. BARBIERE: Fa dieci verdoni Walt.
WALT: Ten bucks? Jesus Christ, WALT: Dieci verdoni? Cristo santo,
Martin, are you half-Jew or Martin, non sarai mica diventato ebreo?
something? You keep raising the price Ogni volta il prezzo è più alto.
all the time BARBIERE: É dieci verdoni da cinque
BARBER: It’s been ten bucks for the anni, brutto testone d’un polacco figlio
last five years you hard-nosed Pollack di puttana.
son of a bitch. WALT: Il resto mancia ragazzo.
WALT: Well, keep the change. BARBIERE: Ci vediamo tra venti giorni
BARBER: See you in three weeks, scimunito!
prick. WALT: Sempre che tu c’arrivi, sacco di
WALT: Not if I see you first, dipshit. merda!
il barbiere da cui Walt si reca di tanto in tanto e con cui scherza scambiandosi
battute piuttosto pesanti. È il loro modo di parlare da uomini: dietro i loro scambi
schietto e pungente.
Commento
abbonda. Ciò mi permette, inoltre, di formulare una riflessione più generale sulle
espressioni volgari che ricorrono frequentemente nel film. Prendiamo come primo
44
esempio son of a bitch, che nel caso specifico, sentiamo pronunciare per ben due
volte da Martin e che viene giustamente reso in italiano con figlio di puttana. Un
contaminarlo con elementi che non sono propri di quell’idioletto, in altre scene
del film avviene l’esatto contrario. L’esempio più lampante è dato da una scena in
cui son of a bitch viene pronunciato da Walt. Sue e sua mamma vogliono che
Thao lavori per Walt per fare ammenda del tentativo di furto della Gran Torino.
non si aspetta che Thao si presenterà a lavorare per lui. Si sbaglia, e quando lo
vede arrivare, esclama stupito son of a bitch!, che in italiano viene completamente
appiattito con un misero cavolo. Cavolo non rientra per niente nelle corde di Walt;
usa le parolacce come fossero suoi intercalari, perché questo risulta essere il modo
Analogamente avviene anche per l’espressione what the hell, molto ricorrente
idiomatica non è stata omogenea: talvolta viene omessa del tutto – come nella
scena proposta – altre volte è resa con che cosa, che cavolo o che diavolo. La
realtà what the hell corrisponderebbe al nostro che cacchio. Tutti gli altri
traducenti sono evidenti riduzioni espressive, del tutto ingiustificate, così come le
45
omissioni: ciò non ha ripercussioni particolari sulla ricezione del testo
egli parla un perfetto americano senza accenti particolari che lascino intendere la
sua provenienza. Nella versione italiana, Martin viene doppiato con un accento
del sud che in passato sono emigrati in America in cerca di fortuna. L’intento di
offensiva dago: nella nostra lingua non esiste una parola che sia semanticamente
salvabile” e non perdere del tutto il senso della battuta, è probabile che i
tipici sugli italiani. Domandiamo a uno straniero cosa associa alla parola Italia e la
risposta sarà quasi sempre: pasta, pizza e mafia. Ora, la scelta del traducente è
stata senz’altro vincolata anche dal personaggio stesso cui la parola faceva
Era necessaria, quindi, una parola ironica che facesse intendere le sue origini e
impastapizze (con pasta o mafia sarebbe stato più difficile trovare una soluzione).
46
riferisce a chi canticchia ripetendo dei suoni melodici senza pronunciare le parole
emettendo suoni e parole senza senso. In questo caso è probabile che Walt abbia
scelto questa parola per infierire nello scambio reciproco di insulti, lasciando
intendere che Martin parla a vanvera e che dalla sua bocca escono solo
wop infatti è un’altra parola che in americano indica in senso spregiativo una
stato reso in italiano. Prick è una parola volgare; le accezioni date dai dizionari di
caso specifico, prick è stato reso con scimunito, che ha una componente di
47
3.4 Walt e Thao a tu per tu
[0.52.18 – 0.53.50]
WALT: Relax, zipper head, I’m not WALT: Rilassati muso giallo, non ti
gonna shoot you. I’d look down too, if voglio sparare. Anch’io guarderei per
I was you. You know, I knew you were terra se fossi in te. Ho capito che eri
a dipshit the first time I ever saw you, imbranato la prima volta che t’ho
but then I wouldn’t have thought visto, ma non credevo che fossi più
you’re even worse with women than imbranato con le donne che come ladro
you are at stealing cars, Toad. di macchine, Tardo.
THAO: It’s Thao. THAO: Thao
WALT: What? WALT: Che cosa?
THAO: It’s not Toad, it’s Thao. My THAO: Non è Tardo, è Thao, il mio
name is Thao. nome è Thao.
WALT: Yeah, well you’re blowing WALT: Si, però ti fai scappare ragazze
over that girl it was there. Not that I come quella… oh, non che me ne
give two shits about a Toad like you. freghi un cazzo di un tardo come te.
THAO: You don’t know what you’re THAO: Lei non sa di cosa parla.
talking about. WALT: Ti sbagli riso lesso, io so
WALT: You’re wrong, egg roll. I know benissimo di che cosa sto parlando.
exactly what I’m talking about. I may Magari non sarò il più simpatico del
not be the most pleasant person to be mondo, ma ho convinto la donna più in
around, but I got the best woman who gamba del pianeta a sposarmi; c’ho
was ever on this planet to marry me. I lavorato, ma è stata la cosa più bella
worked at it, but it was the best thing che ho conquistato. Ma tu invece, tu
that ever happened to me, hands it lasci che Click Clack, Ding Dong e
down. But you? You know it, you let Charlie Chan si portino via Miss
Click Clack and Ding Dong and Faccia d’Angelo… tu a lei piaci, sai,
Charlie Chan just walk out with Miss anche se non so perché.
what’s-her-face. She likes you, you THAO: Chi?
know, but I don’t know why. WALT: Iam-Iam, sai, no, la ragazza con
THAO: Who? la maglia viola, non ha fatto altro che
WALT: Yum Yum, you know, that girl guardare te, stupidone…
in the purple sweater, she has been THAO: Vuole dire Iowa?
looking at you all day, stupid. WALT: Si, Iam-Iam, si… carina,
THAO: You mean Iowa? carina… molto graziosa, io c’ho
WALT: Yeah, Yum Yum, yeah, nice parlato… si, ma, tu te la sei fatta portar
girl, nice girl, very charming girl, I via sotto il naso dai tre porcellini e sai
talked to her. Yeah. But you? You let perché? Perché sei un povero
her just walk right out with the Three rammollito… beh, io devo andare… ti
Stooges. And you know why? ‘Cause saluto, panna smontata.
you’re a big fat pussy! Well, I gotta go.
Good day, puss-cake.
48
Walt viene invitato da Sue a casa sua, dove la sua famiglia, insieme ad altri
Hmong, sta facendo un barbecue. Inizia così ad avvicinarsi alla loro cultura,
e giungendo alla conclusione di avere più cose in comune con loro che con i suoi
figli. Durante questa festa Walt conosce anche Iowa, che nutre una simpatia per
Thao (simpatia per altro ricambiata) e incontra Thao, con cui avviene lo scambio
dialogico.
Commento
Questa scena offre innumerevoli spunti di riflessione, di vario genere. A
dialogici, sentiamo Walt pronunciare anche zip o slopes. In tutti e tre i casi, si
specularmente, avviene anche per l’epiteto terrone, con cui gli italiani del nord
hanno giocato sugli stereotipi tipicamente asiatici usati più comunemente dagli
italiani: il colore giallo della pelle e il riso. Da qui, ecco una serie di epiteti e
neologismi che sentiamo ripetutamente nel corso del film: muso giallo,
mangiariso, coniglio giallo. Un caso a parte è quello di egg roll, che nella
49
versione doppiata in italiano è tradotto con riso lesso: la strategia traduttiva che vi
semantica considerevole tra zipperhead e egg roll: nel primo caso, come già
persona; nel secondo, invece, troviamo una parola che rientra comunemente nel
lessico culinario asiatico e che viene usata in questo contesto come “pars pro toto”
esempio, parlano dei tedeschi chiamandoli Kartoffeln). Egg roll è difatti un piatto
tipico della cucina asiatica, per altro molto diffusa e radicata in America, come
dove c’è una scarsa conoscenza della cultura culinaria asiatica, che non va oltre il
pollo al limone, riso alla cantonese e involtini primavera. Forse proprio per questa
nostra cultura, alle popolazioni asiatiche, ovvero il riso, senza però esulare dal
contesto culinario: da qui, riso lesso che, a mio avviso, resta comunque una
primavera sarebbe stata sarcastica tanto quanto riso lesso, ma avrebbe perso la
50
italiano panna smontata. Puss-cake è un neologismo che Walt usa per indicare il
fatto che Thao sia debole, rammollito. In questo caso trovo che sia stato reso in
modo efficace nella cultura d’arrivo, senza che ci fosse un residuo comunicativo.
Si potevano proporre altre eventuali soluzioni, giocando con altre parole quali
La scena presa in esame rappresenta l’ennesima riprova del fatto che, in tutto il
film, molte espressioni scurrili sono state sfumate, se non del tutto omesse in
alcune circostanze. In questo caso abbiamo l’esempio di dipshit (che vorrebbe dire
minimo.
Veniamo ora a Toad e Tardo. In questo caso è evidente che la scelta traduttiva sia
stata fortemente vincolata dal nome Thao. In questo caso non mi sento di
un’altra. Alla base vi è il fatto che Walt, proprio per il disprezzo e la poca
semplicemente dei suoni, poco felici, che si avvicinano al nome Thao: in inglese
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In questa scena, inoltre, sono inseriti anche dei rimandi intertestuali, che meritano
Charlie Chan, che in italiano restano invariati. Walt sta facendo riferimento a tre
ragazzi asiatici di cui non conosce i nomi: li inventa schernendo il modo di parlare
Tuttavia, se Click Clack e Ding Dong sono dei suoni senza senso inventati per
romanzi dello scrittore Earl Derr Biggers che veste i panni di un investigatore di
pronunciati a caso che “fanno il verso” alle lingue orientali. Sarebbe stato difficile
ciò avrebbe interrotto la catena dei suoni. La scelta quindi di lasciare questa
italiano con un analogo culturale ben noto, ovvero i tre porcellini. The three
Stooges erano un trio comico esibitosi in farse e parodie tra il 1930 e il 1970,
“memoria televisiva” di Walt. In Italia erano conosciuti come I tre marmittoni, cui
per altro si ispirò anche una serie di cartoni animati. Tuttavia, nella nostra cultura
questo trio oggi non richiama nulla nella nostra mente (ci ricordiamo ad esempio
52
molto più facilmente dei famosi Stanlio e Ollio). Per questo motivo, si è preferita
una traduzione che fosse target-oriented, fornendo un analogo culturale che desse
l’idea di un trio divertente, che nel momento in cui veniva pronunciato facesse
sorridere lo spettatore.
A questo punto del film Walt comincia a mostrare il suo affetto paterno nei
confronti di Thao e lo guida nel suo percorso di “formazione”: gli trova un lavoro,
gli procura degli attrezzi di cui ha bisogno e cerca di renderlo un po’ più uomo.
Walt lo accompagna da Martin, il barbiere, per fargli vedere come parlano gli
53
Commento
espressiva che è stata applicata al testo d’arrivo. Pollack e chink sono entrambi
comunicativo permane.
Analogamente avviene anche per Nip e il suo traducente mongolo. A questo punto
identificando il ragazzo con una razza che non è la sua, chiamandolo prima cinese
e poi giapponese. Questo elemento viene mantenuto nel metatesto, anche se Nip
viene reso con mongolo: nella nostra cultura, però, questa parola viene usata
espressione offensiva che prende di mira la provenienza geografica, come per Nip
e Pollack. In questo caso, mongolo rimanda ai tratti somatici del viso del ragazzo
dispone di così tante espressioni offensive nei confronti delle diverse popolazioni
orientali. Ciò si spiega col fatto che l’America è stata storicamente legata ai paesi
54
Mondiale, alla guerra in Vietnam e alla guerra in Corea) e questo ha influito anche
americane.
undertranslation, dove shit in your ears è stato reso con riso nelle orecchie. La
scelta di mitigare la parola shit con riso è certamente inopportuna, proprio alla
luce dello scambio verbale che è appena avvenuto tra Walt e Martin: trenta
secondi in cui i due personaggi si punzecchiano a vicenda senza peli sulla lingua,
parla “tra uomini”: riso nelle orecchie non è nello stile di Martin, se consideriamo
che lo scambio dialogico prosegue poi per diversi secondi, in cui lo sentiamo
pronunciare porca troia, ho appena fatto riparare i freni e quei figli di puttana mi
risulta dunque fuori luogo e incoerente, sebbene la scelta di riso non sia del tutto
priva di fondamento, bensì in linea con il luogo comune contro gli asiatici che
ricorre in tutto il film. Con una differenza, però, tra la versione originale e quella
doppiata: riso e altri neologismi che contengono questa parola vengono usati nel
che la scelta linguistica dello scenografo sia consapevole), perché nella versione
Proseguendo con il confronto tra testo di partenza e testo d’arrivo si nota che
questo non è l’unico caso di undertranslation, come già accennato nel commento
55
del secondo episodio. Get the shit out of your mouth diventa un comune e
colloquiale Sputa il rospo. Bullshit! This is a bar, you have a drink: in questo caso
bullshit viene omesso del tutto nella versione italiana dove si sente semplicemente
questo è un bar, ordini roba da uomo. E ancora: in uno scambio dialogico tra
Walt e Thao, quest’ultimo lo sollecita a smettere di fumare dopo che l’ha visto
sputare sangue. Walt replica dicendo so is joining a gang, you dipshit, che nella
versione doppiata diventa si…anche far parte di una gang fa male, dove you
dipshit è andato completamente perduto. Ora, a livello di fruizione del film, questi
protagonista, che, nel caso specifico, è colui che pronuncia le battute proposte
3.6 Il testamento
[1.50.30 – 1.50.50]
LAWYER: And I’d like to leave my NOTAIO: … e vorrei lasciare la mia auto
1972 Gran Torino to… my friend Thao del ’72 Gran Torino a… alla persona
Vang Lor, on the condition that you che più la merita, Thao Vang Lor, a
don’t chop top the roof like one of condizione che tu non scoperchi il tetto
those beaners, don’t paint any idiotic come uno stronzo messicano, che non
flames on it like some white-trash ci dipingi quelle ridicole fiamme come
hillbilly and don’t put a big gay spoiler un qualsiasi coatto bianco e che non ci
on the rear-end like you see on all the metti sul retro uno di quegli spoiler da
other zipper heads’ cars. It just looks checca che si vedono su tutte le
like hell. If you can refrain from doing macchine degli altri musi gialli, fa
any of that, it’s yours. veramente schifo. Se riesci a non fare
tutte queste cose, è tua.
Questa è la penultima scena del film. Walt è morto, i suoi figli con le
rispettive famiglie assistono alla lettura del testamento da parte del notaio. C’è
anche Thao, malgrado non sia ben accetto. Dalle espressioni dei volti di Mitch e
56
Steve, i figli di Walt, si percepisce immediatamente il loro malcontento perché il
padre non ha lasciato loro nulla in eredità, volutamente. Manca l’ultimo punto del
lascito, le speranze non sono ancora del tutto perdute: esso riguarda la Gran
Torino di Walt che, come scopriamo, viene lasciata a Thao, con grande delusione
Commento
Questa scena è ricca di spunti interessanti, che non sono solo inerenti alla
ulteriore in merito al fatto che la traduzione multimediale non può e non deve
fortemente vincolata da una serie di codici non verbali di cui si è già parlato nel
capitolo precedente. Prendiamo come esempio la parola friend, che in questo caso
viene tradotta con persona che più la merita: sorge spontaneo domandarsi cosa
Gran Torino. Quando il notaio legge la parola friend fa una pausa prima di
proprio quel “friend”. Potrebbe sembrare una banalità, ma questa parola in inglese
ragione è stato necessario individuare un’altra parola che fosse neutra e che al
57
contempo avesse la stessa valenza semantica di amico: da qui deriva
fagioli. Nella nostra cultura, nonché cultura d’arrivo, non esiste un epiteto razzista
Per questo è stato necessario far capire che si stesse parlando di messicani, ma al
per cui in americano esista un insulto razzista nei confronti dei messicani e in
italiano no: si tratta di un fattore culturospecifico. I rapporti non sempre felici tra
58
questione messicana, ma il fenomeno linguistico si verifica ugualmente, legato
Quanto a white-trash hillbilly, esso viene reso con coatto bianco. White-trash
Stati Uniti. Questo implicito culturale è del tutto assente in coatto bianco: ci
prototesto che non arriva a destinazione nel metatesto e nella cultura d’arrivo: in
altre parole, con il traducente coatto bianco lo spettatore italiano capisce che si
59
Conclusioni
Dopo una breve presentazione del regista e uno studio analitico di Gran
passaggio, questo, d’obbligo per poter formulare una critica della traduzione e
Fermo restando che la mia analisi è stata particolarmente mirata, incentrata sugli
edulcorato certe espressione scurrili ed epiteti volgari, una mossa, questa, talvolta
dettata dai vincoli di sincrono labiale. Ritengo, inoltre, che proprio per la natura
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parte compensato dalle immagini, che costituiscono uno strumento importante per
Alla luce del fatto che la maggior parte dei cambiamenti traduttivi sono stati
61
- egg roll - riso lesso
- Pollack - polacco
- Chink - cinesino
- Nip - mongolo
- white-trash hillbilly - coatto bianco
Omissioni - chiquito
- what the hell
- bullshit
- you dipshit
62
Bibliografia
Chines, Loredana e Varotti, Carlo, Che cos’è un testo letterario, Roma, Carrocci,
2003.
Kundera, Milan, Una frase, in I testamenti traditi, Milano, Adelphi, 2000, pp.
105-123.
Nergaard, Siri, Principi per una analisi descrittiva della traduzione, in Teorie
contemporanee della traduzione, Milano, Bompiani, 2002, pp. 181-223.
Zambetti, Sandro, AA. VV., Cineforum 483, anno 49, n.3, aprile 2009.
63
Riferimenti bibliografici
Levý, Jiří, La traduzione come processo decisionale, in Teorie contemporanee
della traduzione, Milano, Bompiani, 2002, pp. 181-223.
Sitografia
www.clinteastwood.net
www.comingsoon.it
www.film-review.it
www.imdb.com
www.mymovies.it
www.warnerbros.it/grantorino
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