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PARTE Narratività

James Joyce
L’AUTORE
James Joyce nacque a Dublino nel 1882. Ebbe un’educa- capitale irlandese, dominata da piccinerie e incapacità di
zione severa e frequentò i migliori collegi della città. affrontare i grandi problemi senza false ipocrisie. Nel
Dopo la morte della madre (1903) le condizioni familiari 1917 apparve il Ritratto dell’artista giovane, più cono-
divennero critiche ed egli entrò in seminario, per poi sciuto con il titolo di Dedalus; in esso l’autore tenta una
uscirne quasi subito. Incominciò a pubblicare i primi la- sorta di autobiografia interiore, in cui spiega il suo di-
vori poetici (Musica da camera, Poesie da un soldo) venire di artista. Ormai i maggiori scrittori europei
quando ancora frequentava l’università, dove entrò in erano entrati in rapporto di amicizia con lui. Conobbe
contatto con alcuni tra i maggiori letterati del suo anche lo psicanalista Carl Gustav Jung, con il quale ap-
tempo. Si recò poi a Parigi, e da lì a Zurigo; infine a Pola profondì le sue conoscenze sulla psicologia del pro-
e poi a Trieste, dove entrò in amicizia con Italo Svevo. fondo. Nel 1922 apparve il suo capolavoro, Ulisse, uno
Durante la prima guerra mondiale ritornò a Zurigo, e dei libri fondamentali della letteratura moderna.
poi di nuovo a Parigi. All’avvicinarsi della seconda guerra mondiale, lasciava la
Nel 1914 pubblicò l’opera narrativa Gente di Dublino, che Francia e si stabiliva a Zurigo dove, tormentato da pro-
consta di 15 racconti incentrati sulla vita pubblica della blemi familiari e di salute, morì nel 1941.

L’OPERA
Scritto fra il 1914 e il 1919, ma pubblicato solo nel 1922 L’opera di Joyce si può definire anche l’epopea del quo-
a Parigi, sollevando scandali e polemiche a non finire, tidiano, con tutti gli ingredienti di una vita comune: una
l’Ulisse è forse l’opera più rivoluzionaria del primo No- città moderna, individui incolori, una giornata costellata
vecento dal punto di vista delle tecniche narrative e lin- di cose piccole e di pensieri banali, una continua insod-
guistiche. disfazione, un senso di esilio da una patria di cui si è
Il romanzo non ha una vera e propria trama, ed è di una perduta ogni traccia.
tale complessità da renderne quasi impossibile il rias- Il titolo del romanzo fa intendere che Joyce vuole para-
sunto. In esso è seguito nello svolgersi della sua giornata gonare il suo personaggio all’Ulisse omerico, ma i viaggi
un agente pubblicitario di Dublino, Leopold Bloom, un e le scoperte del mondo fatte da Ulisse avvengono tutte
ebreo di mezza età e di mediocre cultura, materialista, nel profondo dell’io. Leopold è il moderno Ulisse, alla ri-
sensuale ma di temperamento indolente. Il 16 giugno cerca di una verità che crede di trovare dentro se stesso;
1904 egli, dopo aver fatto colazione con la moglie Molly, Stephen rappresenta Telemaco, il figlio di Ulisse, che
esce di casa per recarsi a un funerale. Vagabondando gira anch’egli nei meandri dell’inconscio alla ricerca di
per la città incontra in luoghi diversi un giovane inse- un padre. Molly è Penelope, anche se, al contrario del-
gnante, Stephen Dedalus, un giovane artista e idealista l’eroina omerica, è infedele, e tuttavia, nonostante le sue
che lo salva da un’aggressione e che alla fine Leopold infedeltà, rimane ad attendere il marito. E ancora: il fu-
conduce a casa sua. Rimane a parlare con lui fino a notte nerale a cui si reca Leopold rappresenta la discesa agli
fonda, e, quando Stephen se ne va, Leopold si corica ac- inferi; il salvataggio dall’aggressione subìta da Stephen
canto alla moglie e con lei, tra la veglia e il sonno, ricorda è riconducibile all’episodio di Polifemo.
il passato, immagina e fantastica. L’azione del romanzo ha la durata di un giorno: ogni capitolo
Entrambi i personaggi, Stephen e Leopold, pur nella loro corrisponde a un’ora particolare, in cui vengono registrati i
apparente contraddittorietà, hanno in comune una carat- pensieri e le azioni dei tre protagonisti, mentre il racconto
teristica: l’incapacità di concretizzare i loro desideri. Si com- segue il rifrangersi di ogni esperienza nella coscienza dei
pletano a vicenda: Leopold, che ha perduto un figlio, ricerca personaggi: gli incontri, le chiacchiere, i gesti più banali si
in Stephen un altro figlio. Quest’ultimo, che ha rifiutato il mescolano con le sensazioni, i pensieri, i ricordi.
padre naturale, è alla ricerca di una figura paterna. Joyce registra tutto ciò che avviene nella coscienza

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Il romanzo percorso 05

senza dare giudizi su ciò che riscontra. La realtà appare Ma la tecnica più innovativa usata da Joyce è quella del
così deformata e caotica, frantumata in mille pezzi che monologo interiore* o anche del flusso di coscienza*, con
non è possibile ridurre a unità. cui registra il sovrapporsi nella coscienza di idee, ricordi,
Lo stile si adatta di volta in volta agli avvenimenti: Joyce stati d’animo, impulsi inconsci, senza seguire un ordine
usa codici diversi a seconda delle situazioni, facendo la e scardinando continuamente la coesione del racconto,
parodia dei principali tipi di linguaggio (ad esempio il come avviene nel sogno, dove le immagini si sovrap-
linguaggio giornalistico, quello della filosofia, quello bu- pongono richiamandosi l’una all’altra in un processo
rocratico, ecc.). spontaneo.

James Joyce

Il mattino di Mr Bloom
Nel testo che segue siamo agli inizi della giornata di Leopold Bloom. In esso i pre-
parativi per la colazione, l’uscita e l’inizio del suo vagabondaggio per la città si so-
vrappongono ai suoi pensieri e alle immagini della città che il protagonista
attraversa. L’episodio, il quarto della seconda parte del romanzo, coincide con il
libro V dell’Odissea, in cui Mercurio si reca dalla ninfa Calipso ingiungendole di la-
sciar libero Ulisse, da lei trattenuto nell’isola di Ogigia. La realtà presente, i vari
aspetti della società dublinese, le persone che la popolano, gli avvenimenti insi-
gnificanti e casuali di una giornata qualunque si affollano senza che l’autore si pre-
occupi di dar loro un senso. Il nuovo Ulisse, cioè l’uomo moderno, non è un eroe
come quello di Omero, ma un uomo qualunque, in una città caotica e labirintica, che
cerca, senza forse neppure rendersene conto, la sua identità.

Mr Leopold Bloom mangiava con gran gusto le interiora di animali e di volatili.


Gli piaceva la spessa minestra di rigaglie,1 gozzi piccanti,2 un cuore ripieno ar-
rosto, fette di fegato impanate e fritte, uova di merluzzo fritte. Più di tutto gli
piacevano i rognoni di castrato3 alla griglia che gli lasciavano nel palato un fine
gusto d’urina leggermente aromatica.
I rognoni erano nel suo pensiero mentre si muoveva quietamente per la cucina,
sistemando le stoviglie per la colazione di lei4 sul vassoio ammaccato. Luce e aria
gelida nella cucina ma fuori una dolce mattina d’estate dappertutto. Gli facevano
venire un po’ di prurito allo stomaco.
I carboni si arrossavano.
Un’altra fetta di pane e burro: tre, quattro: giusto. Non le piaceva5 il piatto
troppo pieno. Giusto. Lasciò il vassoio, sollevò il bollitore dalla mensola e lo
mise di sbieco sul fuoco. Stava lì, grullo e accosciato,6 col beccuccio sporgente.

1 minestra di rigaglie: minestra a base di in- l’animale, e il castrato è un maschio di pe- in un discorso indiretto senza differenze di
teriora di volatili (rigaglie). cora che viene reso particolarmente grasso tono.
2 gozzi piccanti: altro piatto costituito da in- privandolo dei testicoli. 6 grullo e accosciato: l’espressione è riferita
teriora di animali conditi con spezie pic- 4 colazione di lei: della moglie Molly, che al bollitore, che appare a Mr Bloom come
canti. Fin dall’inizio, in queste predilezioni viene introdotta senza descrizione, indiret- uno sciocco (grullo) accoccolato (acco-
per cibi popolari, il protagonista appare tamente attraverso i gesti del marito. sciato) sul fornello. Anche qui i pensieri di
come un uomo comune, non diverso dalla 5 Non le piaceva: è Mr Bloom che viene colto Mr Bloom si inseriscono nelle azioni che
moltitudine di persone che, come lui, man- mentre prepara il piatto per la moglie e ri- egli compie, come se lo scrittore potesse
giano ogni giorno cibi di poco costo. flette nello stesso tempo su quello che fa. Le “vedere” contemporaneamente gli uni e le
3 rognoni di castrato: il rognone è il rene del- azioni e i pensieri sono sullo stesso piano, altre.

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PARTE Narratività

Tazza di tè fra poco. Bene. Bocca secca. La gatta interita7 girò attorno a una
gamba del tavolo con la coda ritta.
– Mkgnao!
– Oh, sei qui, disse Mr Bloom, distogliendosi dal fuoco.
La gatta rispose miagolando e girò di nuovo interita intorno a una gamba del ta-
volo, miagolando. Proprio come quando incede impettita sulla mia scrivania.
Prr. Grattami la testa. Prr.8
Mr Bloom guardava curioso, gentile, la flessuosa forma nera. Pulita a vedersi: la
lucidità del pelo liscio, il bottoncino bianco sotto la radice della coda, i lampeg-
gianti occhi verdi. Si chinò verso di lei, mani sulle ginocchia.
– Latte per la miciolina, disse.
– Mrkgnao! piagnucolò la gatta.
Li chiamano stupidi. Capiscono quello che si dice meglio di quanto noi non si
capisca loro. Capisce tutto quel che vuole. Vendicativa anche. Chi sa che cosa le
sembro io. Alto come una torre? No, mi salta benissimo.9
– Ha paura dei polli, lei, disse canzonatorio. Paura del pìopìo.10 Mai vista una mi-
ciolina così sciocchina.
Crudele. La sua natura. Curioso che i topi non stridono11 mai. Sembra gli piaccia.
– Mrkrgnao! disse forte la gatta.
Guardò in su con gli occhi avidi ammiccanti per la vergogna, miagolando la-
mentosamente e a lungo, mostrandogli i denti biancolatte. Egli guardava le fes-
sure nere degli occhi che si restringevano per l’avidità fino a che gli occhi
divennero pietre verdi. Poi s’avvicinò alla credenza, prese il bricco che il lattaio
di Hanlon gli aveva appena riempito, versò il latte tiepido gorgogliante in un
piattino e lo posò lentamente in terra.
– Grr! esclamò lei e corse a lambire.
Guardò i baffi splendere metallici nella debole luce mentre lei ammusava12 tre
volte e leccava lievemente. Chissà se è vero che se glieli tagli non pigliano più
topi. Perché? Risplendono al buio, forse, le punte. O una specie di antenne al
buio, forse.
Tese l’orecchio al leccottìo.13 Uova e prosciutto,14 no. Niente uova buone con
questa siccità. Ci vuole acqua fresca e pura. Giovedì: non è nemmeno giornata
per un rognone di castrato da Buckley.15 Fritto nel burro, un zinzino16 di pepe.
Meglio un rognone di maiale da Dlugacz.17 Aspettando che l’acqua bolla. Leccò18
più lentamente, poi ripulì ben bene il piattino. Perché hanno la lingua così ru-
vida? Per leccare meglio, tutta buchi porosi. Niente da mangiare per lei? Si guardò
intorno. No.

7 interita: irrigidita, tesa. L’espressione è popo- di prima persona (noi, io). Mr Bloom.
lare, e si riferisce all’atteggiamento della gatta 10 Paura del pìopìo: paura del verso stridulo e 16 un zinzino: un pizzico, una spolverata.
che sta lì tutta protesa nel desiderio di man- acuto (pìopìo) che emettono i polli. Il linguag- 17 rognone di maiale da Dlugacz: un rene di ma-
giare qualcosa. gio regredisce fino a diventare intessuto di iale che si può trovare da Dlugacz, il norcino.
8 Proprio come... Prr: il discorso diretto libero* versi. 18 Aspettando... Leccò: il primo verbo ha come
riporta i pensieri di Mr Bloom, che, osservan- 11 non stridono: non emettono gridi quando ven- soggetto Mr Bloom, il secondo la gatta. Os-
dola, interpreta anche i desideri e il verso gono acchiappati dai gatti. serva come l’autore continui a sovrapporre
della stessa gatta (Prr). 12 ammusava: toccava col muso (il latte). le azioni e i pensieri, cambiando addirittura
9 Li chiamano stupidi... benissimo: si inseri- 13 leccottìo: il rumore prodotto dal leccare. i soggetti, senza preoccuparsi di introdurre
scono qui, nuovamente, i pensieri di Mr 14 Uova e prosciutto: le sensazioni fisiche si me- le parole o di attirare l’attenzione del lettore
Bloom, che riflette sul comportamento della scolano ai pensieri, nel flusso di coscienza*. sul soggetto diverso. Subito dopo aver an-
gatta. Osserva come il discorso, che può sem- 15 non è... Buckley: non è neppure il giorno in cui notato che la gatta leccò e ripulì ben bene
brare indiretto, è in realtà un discorso diretto dal macellaio Buckley si può trovare un ro- il piattino passa a quello che nel frattempo
libero*: la “spia” di questo procedimento è la gnone di castrato. Il piatto che, come ab- Mr Bloom pensa: Perché hanno la lingua
presenza, nelle frasi successive, di pronomi biamo visto all’inizio del brano, piace tanto a così ruvida?

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Il romanzo percorso 05

Con le scarpe che scricchiolavano in sordina salì la scala fino al vestibolo, si fermò
alla porta della camera da letto. Forse le piacerebbe19 qualcosa di saporito. Fet-
tine di pane imburrato le piacciono la mattina. Forse però: una volta tanto.
Disse a bassa voce nel vestibolo vuoto:
– Vado qui all’angolo, torno tra un minuto.
Udita la sua voce20 dir questo soggiunse:
– Vuoi niente per colazione?
Un debole grugnito assonnato21 rispose:
– Mn.
No. Non voleva niente. Sentì poi un profondo sospiro caldo, più debole, men-
tre la donna si rivoltava e gli anelli d’ottone ballonzolanti della lettiera tintinna-
vano. Bisogna mi decida a farli riparare. Peccato. Fin quassù da Gibilterra.22
Dimenticato quel po’ di spagnolo che sapeva. Chissà quanto l’ha pagato suo
padre.23 Vecchio stile. Eh sì, naturalmente. Comprato all’asta del governatore.
Venduto al primo colpo. Tenace nel contrattare, il vecchio Tweedy. Sissignore.
Fu a Plevna. Vengo dalla gavetta, signore, e ne sono fiero. Eppure aveva abba-
stanza cervello da far soldi coi francobolli. Questo si chiama esser previdenti.
La sua mano tolse il cappello dal piolo, sopra il suo cappotto pesante con le ini-
ziali, e l’impermeabile usato comprato all’ufficio oggetti smarriti.24 Francobolli:
figurine dal retro adesivo.25 Direi che un sacco d’ufficiali siano nel giro. È natu-
rale. La scritta sudaticcia nell’interno del cappello gli disse muta: Plasto i mi-
gliori capp.26 Sbirciò rapido all’interno della banda di cuoio. Cartoncino bianco.
Bene al sicuro.
Sulla soglia si tastò nella tasca posteriore dei pantaloni per accertarsi se aveva la
chiave. Non c’è. Nei pantaloni che mi sono cambiato. Devo prenderla. La pa-
tata27 c’è. L’armadio scricchiola. Inutile disturbarla.28 Quando s’è rivoltata era
piena di sonno. Si tirò dietro la porta d’ingresso molto piano, ancora un po’,
finché la parte inferiore del battente ricadde piano sulla soglia, lento coperchio.
Sembrava chiusa. Va bene finché torno comunque.
Attraversò dalla parte del sole, evitando la botola malferma della cantina del nu-
mero settantacinque. Il sole si avvicinava al campanile della chiesa di S. Giorgio.
Sarà una giornata calda immagino. Specialmente con questo vestito nero si sente
di più. Il nero conduce, riflette (rifrange?), il calore. Ma non potevo uscire con
quel vestito chiaro.29 Come andassi a un picnic. Le palpebre gli si abbassavano
spesso dolcemente30 mentre camminava nel beato tepore. Il furgoncino del pane
di Boland che distribuisce a domicilio in telai il nostro quotidiano ma lei prefe-
risce le forme di pane di ieri rivoltate nel forno con la crosta superiore calda croc-
chiante. Ti fa sentir giovane. In qualche luogo dell’Oriente: mattina presto:

19 Forse le piacerebbe: alla moglie, natural- mente, che, come si capisce dalle righe suc- bolli.
mente. cessive, aveva comprato quel letto per la fi- 27 La patata: è un portafortuna che Mr Bloom
20 Udita la sua voce: Mr Bloom sente se stesso glia a un’asta. tiene in tasca.
parlare, come se si ascoltasse dall’esterno. 24 ufficio oggetti smarriti: l’ufficio dove do- 28 disturbarla: si riferisce ancora alla moglie
21 grugnito assonnato: risposta della moglie vrebbero essere portate le cose perdute da mezzo addormentata.
piena di sonno, che sembra il verso di un ani- chi le trova. Dopo un po’ di tempo vengono 29 non potevo uscire con quel vestito chiaro:
male, perché non è intelligibile. vendute per pochi soldi. perché doveva recarsi a un funerale. Il ve-
22 da Gibilterra: si tratta del letto matrimoniale 25 Francobolli... adesivo: tra i pensieri di Mr stito chiaro non sarebbe stato adatto.
che Molly, figlia del maggiore irlandese Bloom compaiono i francobolli, che teneva 30 Le palpebre... dolcemente: Mr Bloom si la-
Tweedy e di un’ebrea spagnola, sposandosi nascosti nel cappello. scia trascinare dai suoi pensieri, nel tepore
con Mr Bloom aveva portato con sé da Gi- 26 Plasto i migliori capp: è la scritta all’interno del mattino. Tutto il capoverso che segue ac-
bilterra, dove aveva trascorso la giovinezza. del cappello, sulla banda di cuoio, sotto alla compagna il suo vagabondare in luoghi lon-
23 Chissà... padre: si tratta di Tweedy, natural- quale Mr Bloom ha nascosto i suoi franco- tani, in diverse ore del giorno.

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PARTE Narratività

muoversi all’alba, viaggiare intorno davanti al sole, rubargli una giornata di cam-
mino. Seguitare sempre così mai diventare più vecchio d’un giorno tecnicamente.
Camminare lungo una spiaggia, paese straniero, arrivare alla porta d’una città,
sentinella lì, vecchio soldataccio anche lui, i baffoni del vecchio Tweedy appog-
giato a una specie di lunga lancia. Vagare per strade all’ombra di tende. Volti in
turbante che passano accanto. Oscure caverne di negozi di tappeti, un omone.
Turko il terribile, seduto a gambe incrociate a fumare una pipa dalle grandi vo-
lute. Grida di venditori per le strade. Bere acqua aromatizzata al finocchio, sor-
betto. Vagabondare tutto il giorno. C’è caso di incontrare qualche ladrone. Be’,
incontriamolo. S’avvicina il tramonto. Le ombre delle moschee lungo le colonne:
sacerdote con un cartiglio arrotolato.31 Un fremito negli alberi, segnale, il vento
della sera. Io passo avanti. Cielo d’oro evanescente. Una madre sta a guardare
dalla soglia. Chiama i figli a casa nella loro lingua oscura.32 Muro alto: oltre esso
corde pizzicate33 Luna nel cielo notturno, violetto, colore delle giarrettiere nuove
di Molly. Corde. Ascolta. Una fanciulla suona uno di quegli strumenti, come si
chiamano: ribeche.34 Io passo.
Probabilmente non è affatto così. Roba che si trova nei libri: nella scia del sole.
Sole raggiante sulla testata. Sorrise, compiaciuto. Quello che disse Arthur Grif-
fith della testatina sopra all’articolo di fondo del Freeman:35 il sole dell’autono-
mia che sorge a nord-ovest36 dal vicolo dietro la banca d’Irlanda. Prolungò il suo
sorriso compiaciuto. Trovata da giudeo37 quella: sole dell’autonomia che sorge a
nord-ovest.
Si avvicinò alla mescita di Larry O’Rourke. Dall’inferriata della cantina veniva
fuori a fiotti il molle fortore38 della birra. Dalla porta aperta il bar sprizzava ef-
fluvi di zenzero,39 polvere di tè, briciole di biscotti. Buon locale, comunque: pro-
prio dove finisce il traffico della città. Per esempio M’Auley40 laggiù: niente bene
come posizione. Certo se facessero passare una linea tranviaria lungo la Circon-
vallazione Nord dal mercato del bestiame fino al porto41 il valore andrebbe su
come un razzo.
Testa calva dietro la persiana.42 Vecchio volpone. Non c’è da provare a lavorar-
selo per un’inserzione.43 Del resto il suo mestiere lo sa meglio lui. Eccolo là, pro-
prio lui, il mio bravo Larry, appoggiato in maniche di camicia al recipiente dello
zucchero attento al garzone in grembiule che fa la pulizia con secchia e cencio.
Simon Dedalus gli fa il verso a perfezione,44 con gli occhi strizzati. Sa che cosa
le dico? Che cosa Mr O’Rourke? Sa che cosa? I russi, i giapponesi se li mange-
rebbero per colazione.

31 cartiglio arrotolato: pergamena arrotolata, sorge a nord-ovest (e non a est) è una tro- del luogo, ora pensa che se fosse meglio col-
dove è scritto un testo sacro. vata pubblicitaria. L’autonomia si riferisce legato con un mezzo pubblico il valore degli
32 lingua oscura: lingua sconosciuta. Intanto alla libertà che Mr Bloom sogna di aver con- immobili crescerebbe.
però si è fatta sera, e l’aggettivo oscura in- quistato. 42 Testa calva dietro la persiana: lo sguardo di
troduce il buio della notte. 37 da giudeo: da ebreo. Gli ebrei sono tradizio- Mr Bloom si posa su una testa intravista die-
33 corde pizzicate: si sente, oltre il muro, il nalmente abili negli affari. tro alla persiana e l’osservazione si inseri-
suono di uno strumento a corde, pizzicate 38 molle fortore: odore dolciastro e penetrante. sce nei suoi pensieri.
dalla mano del suonatore. 39 effluvi di zenzero: lo zenzero è una polvere 43 a lavorarselo per un’inserzione: per riuscire
34 ribeche: la ribeca è un antico strumento a piccante ricavata dalla radice della pianta a strappargli un’inserzione pubblicitaria per
corde, di cui ha appena sentito il suono. omonima, usata in Inghilterra e in Irlanda per il giornale. Mr Bloom, infatti, si guadagna da
35 Freeman: è il giornale per cui Mr Bloom la- preparare un particolare tipo di birra e per vivere vendendo le inserzioni.
vora vendendo pubblicità. fare alcuni dolciumi. 44 gli fa il verso a perfezione: Simon Dedalus è
36 il sole dell’autonomia che sorge a nord- 40 M’Auley: è uno dei locali che si trovano dove il padre di Stephen, uno dei protagonisti del
ovest: è appunto la testatina, cioè una breve finisce il traffico della città. romanzo: Mr Bloom dice che sa imitare
frase sopra al titolo che serve ad attirare 41 lungo la Circonvallazione Nord... fino al molto bene Larry, il proprietario della bot-
l’attenzione del lettore: in essa il sole che porto: prima ha elogiato in cuor suo la quiete tega.

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Il romanzo percorso 05

Fèrmati a scambiare una parola: sul funerale magari. Peccato il povero Dignam,45
Mr O’Rourke.
Voltando per Dorset street disse arzillo salutando attraverso la porta aperta:
– Buon giorno, Mr O’Rourke.
– Buon giorno a lei.
– Bel tempo, eh.
– Come no.
Dove li trovano i quattrini?46 Vengono garzoni dai capelli rossi dalla contea di Lei-
trim, sciacquano vuoti e scolano fondi di bicchiere in cantina. E poi, attenzione,
ti rispuntano come altrettanti Adam Findlater e Dan Tallon. Pensa anche alla con-
correnza. Sete universale. Bel rompicapo sarebbe attraversare Dublino senza pas-
sare davanti a nessun bar. Metter da parte non possono. Fregano gli ubriaconi,
forse. Segnano tre e riportano cinque. E con questo? Uno scellino qua uno là, a
sgoccioli. Forse sulle ordinazioni all’ingrosso. Fanno il doppio gioco coi viaggiatori
di commercio. Sistemala col padrone e ci dividiamo la torta, capito?47
Quanto farebbe al mese sulla birra soltanto? Diciamo dieci barili di merce. Di-
ciamo uno sconto del dieci per cento. No, di più. Dieci. Quindici. Oltrepassò
San Giuseppe, la scuola governativa. Urla di marmocchi. Finestre aperte. L’aria
fresca rinforza la memoria. Oppure un coro cadenzato. Abbicci dieffegi cappel-
lemmenne opicu errestiuvu vu doppio. Ragazzi sono? Sì. Inishturk. Inishark.
Inishboffin. Hanno l’aggiograffia. Io ho la mia. Slieve Bloom.48
J. Joyce, Ulisse, trad. di G. De Angelis, Mondadori

45 il povero Dignam: è il morto al cui funerale scorso immaginario che Mr Bloom attribui- 48 Abbicci... Slieve Bloom: sono le parole stor-
dovrebbe andare Mr Bloom. sce ai garzoni dei bar, i quali invitano i ven- piate di un coro di ragazzi che ripetono in-
46 Dove li trovano i quattrini?: dopo la breve pa- ditori ad aumentare il prezzo delle merci, e sieme una lezione, in cui si mescolano con
rentesi dei saluti, continua il flusso dei pen- poi dividere il guadagno (la torta) con loro in le lettere dell’alfabeto parole vere e inven-
sieri di Mr Bloom in discorso diretto legato*. cambio del loro interessamento presso il pa- tate, nomi geografici irlandesi e termini ine-
47 Sistemala col padrone... capito?: è un di- drone. sistenti.

VERIFICHE TESTUALI
l testo va analizzato molto accuratamente per com- sto». Non c’è nessuna espressione che introduca que-
prendere le caratteristiche delle tecniche narrative sti pensieri riportati direttamente (disse, pensò, ecc.):
usate dall’autore. si tratta del discorso indiretto libero*, in cui la voce nar-
Il brano inizia con la descrizione delle azioni di Mr rante è esterna al racconto e la focalizzazione interna*
Bloom, fatta da un narratore esterno* e onnisciente*. I coincide con il punto di vista* del protagonista. In que-
gusti di questo signore appaiono piuttosto rozzi e il per- sto caso l’autore usa i tempi storici.
sonaggio fin dall’inizio appare come un uomo banale e
senza “qualità”. Anche l’ambiente descritto è poco sin- 1 Individua nel testo, segnalandoli con un colore, tutti
golare. Quasi subito però ci accorgiamo che il narratore i punti in cui l’autore usa questa tecnica narrativa,
cede direttamente la parola ai pensieri di Mr Bloom, che che si serve del discorso indiretto libero e della foca-
interrompono il racconto mescolandosi all’apparente lizzazione interna fissa. Noterai come in quasi tutti
oggettività della scena. Ciò accade per esempio quando questi casi l’autore voglia riferire degli eventi esterni,
l’autore dice: «Un’altra fetta di pane e burro: tre, quat- oggettivi, anche se sembra riferire i pensieri del per-
tro: giusto. Non le piaceva il piatto troppo pieno. Giu- sonaggio.

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PARTE Narratività

Subito dopo compare la gatta, e il dialogo in forma di- sorgendo l’uno dall’altro e richiamandosi senza appa-
retta tra Mr Bloom e la gatta irrompe improvvisamente rente logica.
nel racconto, introdotto dai verbi «disse», «piagnu- Rileggi per esempio il seguente brano: «Sulla soglia si
colò», «esclamò», e sostituendosi alla voce del narra- tastò nella parte posteriore dei pantaloni per accer-
tore. In tal caso abbiamo il discorso diretto*, i tempi tarsi se aveva la chiave. Non c’è. Nei pantaloni che mi
dei verbi sono al presente, la focalizzazione interna* sono cambiato. Devo prenderla. La patata c’è. L’arma-
corrisponde al punto di vista* del personaggio. dio scricchiola. Inutile disturbarla. Quando s’è rivol-
tata era piena di sonno. Si tirò dietro la porta
2 Segnala nel testo questa tecnica, ogni volta che viene d’ingresso molto piano, ancora un po’, finché la parte
usata. Anche in questo caso il racconto sembra avere inferiore del battente ricadde piano sulla soglia, lento
una forma tradizionale, e l’autore sembra voler far coperchio. Sembrava chiusa. Va bene finché torno, co-
parlare il personaggio seguendo una forma di dialogo munque».
che ne riporta direttamente le parole. L’autore passa in questo brano da una tecnica narra-
tiva all’altra, intersecandole senza apparente motivo,
Già all’interno di questo primo tratto di testo, tuttavia, e anche le idee fluttuano da un oggetto all’altro (dalla
troviamo che l’autore immette improvvisamente i pen- chiave ai pantaloni alla patata, all’armadio), per ritor-
sieri del personaggio (e della gatta) senza farli prece- nare sulla moglie che dorme in un continuo monologo
dere da nessun verbo o espressione che introduca il interiore*.
discorso diretto: «La gatta rispose miagolando e girò
di nuovo interita intorno a una gamba del tavolo, mia- 4 Segna nel testo ogni volta che l’autore ricorre a que-
golando. Proprio come quando incede impettita sulla sto procedimento e trascrivi in un breve prospetto
mia scrivania. Prr. Grattami la testa. Prr». In questo quali sono le associazioni di idee che si formano nella
punto cambia improvvisamente il tempo dei verbi (da mente di Mr Bloom.
«rispose» si passa a «incede») e il discorso da indiretto
diventa diretto. Anche la gatta sembra pensare e l’au- Altre volte il pensiero è determinato da uno stimolo
tore riporta di seguito quanto sembra passarle per la proveniente dalla realtà esterna che sollecita un suc-
testa senza distinguerlo dai pensieri di Mr Bloom cedersi di sensazioni e di riflessioni, come in questo
(«Grattami la testa»). In questo caso abbiamo ancora caso: «No. Non voleva niente. Sentì poi un profondo so-
la focalizzazione interna*, il discorso diretto*, i tempi spiro caldo, più debole, mentre la donna si rivoltava e
del sistema del presente. gli anelli d’ottone ballonzolanti sulla lettiera tintinna-
vano. Bisogna mi decida a farli riparare. Peccato. Fin
3 Indica nel testo questo modo di narrare, con un terzo quassù da Gibilterra. Dimenticato quel po’ di spagnolo
colore o in un modo diverso dai precedenti. Vedrai che sapeva».
come le tre tecniche narrative che abbiamo segnalato In questo brano si parte da un modo narrativo, con i
si intersechino continuamente, creando un singolare verbi al passato e in terza persona, per saltare bru-
effetto di andirivieni dall’esterno (piano della narra- scamente a un altro, in prima persona e al presente.
zione oggettiva) all’interno (piano della narrazione Poi i pensieri si accavallano e si susseguono per ana-
soggettiva). logia, senza ordine logico, accompagnando il fluire
delle immagini in una sorta di “disordine” caotico.
L’autore attua il meccanismo delle libere associazioni
di idee, per cui pensieri lontani dal punto di vista lo- 5 Rileva tutte le volte che l’autore ha usato questo pro-
gico si richiamano l’un l’altro grazie a un qualsiasi ele- cedimento (dall’esterno all’interno) e anche qui an-
mento che li accomuni. Egli sembra voler riprodurre il nota quali stimoli esterni hanno suscitato il monologo
meccanismo con cui i pensieri germinano nella psiche, interiore.

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