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Il palazzo era buio ed umido, spoglio.

Lungo le pareti le guardie erano in fila, nere come le ombre


degli angoli ad ogni passo, immobili come le colonne che le sovrastavano.
Cockerell camminava davanti a loro e salutava con un cenno della testa chiunque incontrasse e nel
grande androne dove si trovavano, gravido di guardie e di armi, era la loro unica protezione.
Vir bruscamente a destra e le ragazze lo seguirono lungo un corridoio di legno decorato con trofei
animali, vittime delle cacce di Capricorno, cervi, volpi, castori e cinghiali allineati sopra le loro
teste per ricordare a chi percorresse quel corridoio che tutti erano prede, al cospetto di Capricorno.
Il corridoio termin in un'anticamera stretta e spoglia, in cui Cockerell le perquis di nuovo.
Spalanc la porta della sala del trono. In quella stanza ampia e pesante non c'era nulla, oltre le sedie
reali. Capricorno era al centro, aveva fatto sistemare il trono su un piedistallo di bronzo raffigurante
scene bibliche. Accanto a lui, su un piedistallo di bronzo liscio invece, c'era il trono pi piccolo
dove sedeva sua moglie. La ragazza quando vide le sue amiche sussult.
<<Bene! Chi abbiamo qui? Le mie protette!>>
Deborah prese istintivamente la mano di Beatrice, che gliela strinse. Cockerell rimase indietro,
accanto alla porta, mentre le ragazze avanzavano lentamente.
<<Fermatevi li!>> Ordin Capricorno, indicando una striscia di metallo che sbucava dal pavimento
ad un paio di metri dal trono. Le giovani si arrestarono e vennero affiancate da due giacche nere.
Deborah guard Martina e abbozz un sorriso per salutarla. Not un grosso livido rotondo sulla
guancia destra dell'amica. Lei non ricambi il sorriso.
<<La Regina mi ha chiesto di proteggere le sue pi care amiche. Ma mi saltato alla mente che le
sue pi care amiche non hanno giurato fedelt al loro Re....>> Capricorno accavall le gambe.
Beatrice lo fissava negli occhi azzurri, limpidi. Non poteva credere fossero davvero cos chiari.
Da una porticina minuscola di legno, all'estrema destra della stanza, usc un omino gobbo, vecchio e
con un grosso nasone ricurvo. Aveva una bottiglia di vino rosso in una mano, un calice di cristallo
nell'altra e una salvietta di seta appoggiata sulla spalla. Si avvicin al trono salendo le scalette del
piedistallo, lucid il calice di vetro con la seta e lo porse a Capricorno. Egli non si volt neppure a
guardarlo, nemmeno mentre il vecchio gli versava il vino. Poi l'omino fece un grande inchino e se
ne and, in fretta.
Il Re dondol il bicchiere, annus il vino e bevve <<Perfetto>> disse, porgendolo alla moglie.
<<Prendi e bevine, questo il mio sangue>> Scoppi a ridere. Martina allontan il calice da lei con
una leggera spinta della mano. Capricorno alz le spalle << Donne astemie>> comment, rivolto
alle sue ospiti.
<<Che cosa dice l'Ordine della Fenice di me?>> Chiese. Le due amiche non risposero, incerte se
fosse una domanda o il preludio ad una minaccia.
<<Le recensioni sono buone? Le critiche dei detrattori superano i complimenti degli affezionati?>>
Bevve un altro sorso. Guard prima Deborah, sorridendo, poi Beatrice.<<Se volete la mia
protezione dovrete guadagnarvela. Magari vi faccio ballare, o raccontare storielle divertenti. Non lo
so ancora.>>
<<Ma guarda, io non la volevo nemmeno>> Disse Beatrice. Martina guard lei, con gli occhi
sgranati, poi Deborah, supplicandola di far tacere l'amica in qualche modo. Ma il sorriso sulle
labbra di Capricorno non si era spento, sembrava anzi pi divertito.
<<Lo so, lo so. Che cosa te ne fai della mia protezione quando hai quella di Albus Silente. Ho detto
bene?>>
Beatrice annu, storcendo la propria bocca in una smorfia dai lati verso il basso <<Si>>.
Cockerell ridacchi dal fondo della sala.
<<Lo vedi quell'uomo li? Quello che vi ha accompagnate qui, a casa mia? Davanti a me?>> Chiese
il Re indicandogli proprio Cockerell, che alz una mano e salut Beatrice agitando le dita con fare
civettuolo.
<<Sa aprirti la faccia in due met perfette. Beh forse non proprio perfette...>>
Cockerell rise di nuovo. Beatrice lo guardava, impietrita, cercando di sembrare temeraria.
<<Invece di aprirti la faccia in due met quasi perfette ti ha scortata qui da me. E non lo ha fatto di
certo perch glielo ha chiesto Albus Silente.>>
Un formicolio gelido si arrampic lungo la nuca di Beatrice. Deborah le pos una mano sulla spalla,
tirandola a se. Beatrice le scans la mano, secca. Si sent in colpa. Non le spieg che era arrabbiata
con s stessa e non con lei. L'impotenza era una delle sensazioni che tollerava meno.

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