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Martina si era gia slacciata il reggiseno mentre si avvicinava allo studio del marito, e con piccoli

strattoni lo fece scivolare fuori dalla scollatura, liberando il seno dalla costrizione. Capricorno
infatti la mandava a chiamare soltanto quando doveva rimproverarla di qualcosa o quando aveva
voglia di fare sesso sulla grande scrivania rotonda, e per quanto ci avesse riflettuto, quel giorno era
certa di non aver commesso errori dei quali sarebbe stata rimproverata.
Spalanc l'ampio portone scuro ed entr senza indugio nella grande sala scarna. Al suo interno vi
era soltanto la scrivania di suo marito e la sedia. Il resto erano tappeti e tende, anch'essi austeri.
L'uomo stava scrivendo qualcosa, la piuma che stringeva nella mano si muoveva rapida da sinistra a
destra, ed egli non sollev lo sguardo dalla pergamena davanti a se.
<<Siediti>> Le disse. Martina obbed, sedendo sulla piccola poltrona accanto a quella di
Capricorno ed appoggiando la testa sulla sua spalla.
L'uomo fin di scrivere in silenzio, per altri due o tre minuti. Poi pos la piuma sul piccolo gancio
accanto al calamaio, pieg la pergamena e la imbust. Sospir rumorosamente e si appoggi
stiracchiandosi allo schienale della sua poltrona nera. Rivolse un grosso sorriso a sua moglie, che lo
ricambi.
<<Ho qualcosa per te>> Disse, e dalla pila di carta davanti a lui recuper una lettera ancora
sigillata. La porse a Martina, che perplessa, l'apr.

Tranquilla perch questa lettera incantata, Capricorno non la pu leggere.


L'Ordine ha un piano, un piano di merda secondo me ma si pu aggiustare.
Tu tieni duro e fallo contento finch ce la fai, non sei mai da sola. Mi manchi sorellina.
Quando non ce la fai pi sputagli nel the, cos ridi un po. Appena sei fuori dal palazzo ce ne
andiamo lontano e lasciamo tutti qui. Ti prego credi in me.
Ti amo ti amo ti amo ti amo
Ti amo ti amo ti amo
Ti amo ti amo
Ti amo
Ti

Martina si lasci sfuggire un sorriso, e quando alz gli occhi vide che Capricorno sorrideva con lei.
Divenne seria di colpo, trattenendo il respiro.
<<Chi ?>> Le chiese l'uomo, sorridendo ancora.
<<Mio fratello>>
<<E cosa scrive?>>
<<Che gli manco>> Martina rimise rapida la lettera nella busta, ma una nuova occhiata al marito
sorridente le fece capire che era inutile, lui l'aveva letta.
<<Non gli avevi chiesto di non farsi pi sentire?>> Le domand.
<<Si>>
<<Allora credo che non ti abbia preso abbastanza sul serio.>> Prese una pergamena pulita,
nuovamente la penna e le porse entrambi a sua moglie, che lo guardava intimorita.
<<Cerca di essere convincente questa volta, perch l'ultima che concedo a te e a lui. Se dovesse
scriverti o cercarti di nuovo, lo faccio sventrare come un maiale>> Capricorno diceva questo mentre
continuava a sorridere dolcemente. Dal portone entr Arkan, a passo svelto come un soldatino
d'antichi ordini, salut con un cenno della mano sua sorella, troppo assorta nei suoi pensieri per
accorgersi che fosse entrato. Capricorno con una rapida mossa del capo gli intim il silenzio e torn
a rivolgersi a Martina.
<<Scegli bene le parole quindi. Perch sai che la mia parola legge, e faccio tutto quello che
dico.>>
Arkan vide la ragazza chinarsi a scrivere con fervore qualcosa, gli occhi arrossati come se stesse per
piangere. Guard Capricorno con aria severa trattenendosi dal dargli un pugno in faccia. L'uomo
ricambi il suo sguardo con un sorriso gioviale, ricordandogli soltanto con quell'espressione che
non poteva fare niente per aiutare sua sorella, ancora.
Martina scriveva in fretta lasciando che le parole si posassero di getto sul foglio, come se le stesse
vomitando suo malgrado. Era arrabbiata con Slater perch non l'aveva ascoltata, perch non l'aveva
presa sul serio quando gli aveva chiesto di non farsi sentire, perch non aveva realmente capito
quale pericolo corresse e se fosse successo qualcosa la responsabilit sarebbe stata maggiormente la
sua, non certo di Slater. Diede voce a questa rabbia in una lettera che le fece sanguinare il cuore.

Ti avevo chiesto di non farti pi sentire ma come al solito non dai proprio retta a niente e a nessuno.
Tu mi hai fatto solo male, non ti mai fregato niente di quello che sentivo io anche se sapevi
benissimo che essere fratello e sorella mi faceva male in quelle cose ma l'importante era soltanto
che tu scopassi. Sinceramente non so che intendi quando dici che mi ami, ma non quello che
intendo io visto che una persona quando ti ama non ti ferisce. Perch dovrei credere in te? Con tutte
le cazzate che hai fatto e che hai fatto fare a me? Sinceramente non ho bisogno di un fratello anzi
non ho bisogno di te come fratello, perfino Capricorno mi rispetta pi di te. Basta Slatero per favore
sparisci dalla mia vita perch non ce la faccio pi, non rispondere perch tanto inutile e non venire
perch dopo peggio.

La rilesse sette volte. Voleva aggiungere altro ma non sapeva cosa, e mentre era ancora li a riflettere
Capricorno gliela tolse da sotto gli occhi e la lesse. Annu col capo calvo e ridacchi, poi prese il
mento della ragazza e la baci <<Brava bambina mia >> disse, per poi darle un altro bacio pi
profondo e stringendola a se con forza.
Arkan era ancora in piedi davanti a loro, visibilmente infastidito. L'affetto che nutriva per sua
sorella era grande, come la felicit di aver ritrovato una parte della sua famiglia, e se inizialmente
aveva dovuto accettare suo malgrado che Capricorno la sposasse, adesso che con lei si erano stretti
molto i rapporti vedere il corpo maturo dell'uomo che la toccava gli procurava un grosso ed
intollerabile fastidio che non riusciva pi a gestire. Anche se lei pi di una volta gli aveva detto che
Capricorno non le dispiaceva fisicamente e che al letto era dolce e anche piuttosto bravo, lui non
riusciva ad accettare quel rapporto, perch anche se l'anima indomabile di lei trovava certamente
eccitante una situazione di potere come quella in cui il marito la sottometteva, Arkan sapeva che
l'uomo aveva delle mire pericolose nei confronti di sua sorella, e lo sapeva anche lei, e che lei lo
accettasse o dovesse inevitabilmente accettarle non significava certo che dovesse farlo anche lui.
E lui non lo accettava, qualcosa avrebbe fatto appena possibile.
Capricorno si stacc dal bacio, lecc il collo della ragazza fin sotto al mento e torn a guardare
Arkan.
<<Devi proprio farlo ogni volta davanti a me?>> Gli chiese il ragazzo, duro.
<<Lo faccio quando mi va. Mi va davanti a te, mi va quando tu non ci sei>>
<<Lo sai che mi da molto, molto fastidio>>
<<Lo sai che non un mio problema...>> Capricorno infil una mano tra le cosce della ragazza, che
per rispettare suo fratello si ritrasse, salvo poi essere afferrata con forza da Capricorno e forzata ad
aprire le gambe.
<<E'un tuo grosso problema se alla tua et amoreggi con una ragazzina. Non reggi il confronto con
una donna vera e propria?>>
Capricorno ritrasse la mano, serio. Bench non fosse, e non potesse, sentirsi punto sul vivo, il tono
di Arkan lo aveva seccato. Come una puntura d'ape, leggera, sul dito. Seccato.
Gli porse la lettera di Slater, perch la leggesse. Il ragazzo la lesse e gliela riconsegn, senza
aggiungere altro.
<<E di questo cosa pensi?>> Gli domand.
<<Io e lui siamo molto diversi>> Rispose Arkan.
<<Ne sei sicuro?>>
<<Sicurissimo. Non giudico l'amore, deve servire molto coraggio per andare al letto con una
persona a cui vuoi molto bene, ne serve molto di pi per sostenere un innamoramento>>
Capricorno annu, sempre con seriet <<Certamente devi essere felice di avere con lei un rapporto
sano. L'hai ritrovata eppure vi volete bene come se foste davvero cresciuti assieme>>
<<Non potrebbe essere altrimenti>> Arkan guard Martina e le sorrise, lei fece altrettanto, davvero
felice che fosse li con lei, davvero felice che non fosse Slater.
<<L'unico pezzo della tua famiglia che ti rimasto...>> Continu Capricorno. Arkan annu.
L'uomo rimase in silenzio qualche secondo, poi porse la pergamena che aveva finito di scrivere
poco prima e la lettera di Martina ad Arkan e gli chiese di spedirle per suo conto. Il ragazzo usc
dalla stanza, ancora rallegrato dal pensiero di avere sua sorella con se.
Martina rest accanto ad un Capricorno silenzioso ma sorridente, e ne era lieta in realt, soltanto
perch non sapeva che quella notte egli avrebbe scatenato una mirata e punitiva Tempesta.

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