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Il Secolo breve racchiude gli anni che vanno dallesplosione della prima guerra mondiale fino al collasso
dellURSS, i quali, per quanto possiamo ora considerarli retrospettivamente, formano un periodo storico
coerente che giunto al termine. Non si pu dubitare del fatto che negli ultimi anni 80 e nei primi anni
90 finita unepoca nella storia del mondo e che ne iniziata una nuova.
La struttura del Secolo breve appare come quella di un trittico o di un sandwich storico. A unet della
catastrofe che va dal 1914 fino ai postumi della seconda guerra mondiale, ha fatto seguito una trentina di
anni di straordinaria crescita economica e di trasformazione sociale , che probabilmente ha modificato la
societ umana pi profondamente di qualunque altro periodo di analoga brevit.
Quegli anni possono essere considerati come una specie di Et delloro e cos furono visti non appena
giunsero al termine allinizio degli anni 70. Lultima parte del secolo stata una nuova epoca di
decomposizione , di incertezza, di crisi e, addirittura, per larghe parti del mondo come lAfrica, lex URSS
e le ex nazioni socialiste dellEuropa orientale, unEt di catastrofe. Dal punto di osservazione degli anni
90 sembra che il Secolo breve sia passato attraverso una breve Et delloro, nel suo cammino da
unepoca di crisi a unaltra epoca di crisi, verso un futuro sconosciuto, ma non necessariamente
apocalittico.
Il libro comincia con la prima guerra mondiale che ha segnato il crollo della civilt occidentale
dellOttocento. Questa civilt era capitalistica nelleconomia, liberale nella struttura istituzionale e
giuridica, borghese nellimmagine caratteristica della classe che deteneva legemonia sociale. Era una
civilt che si gloriava dei progressi della scienza, del sapere e dellistruzione e che credeva nel progresso
morale e materiale; era anche profondamente persuasa della centralit dellEuropa, luogo di origine delle
rivoluzioni nelle scienze, nelle arti, nella politica e nellindustria; la sua economia si era diffusa in tutto il
mondo cos come i suoi soldati avevano conquistato e assoggettato la maggior parte dei continenti. La
popolazione europea era cresciuta fino a formare un terzo della razza umana e i maggiori stati del
continente europeo costituivano il sistema della politica mondiale.
I decenni che vanno dallo scoppio della prima guerra mondiale fino agli esiti rovinosi della seconda furono
per questa societ unepoca catastrofica. Quella societ su squassata da due guerre mondiali, alle quali
seguirono due ondate di ribellione mondiale e di rivoluzione che portarono al potere un sistema che
affermava di essere lalternativa storicamente alla societ borghese e capitalistica e che si estese
dapprima su un sesto della superficie del mondo e, dopo la seconda guerra mondiale, su un terzo della
popolazione del pianeta.
Gli enormi imperi coloniali, costruiti prima e durante lEt degli imperi, furono scossi e crollarono nella
polvere.
Per di pi una crisi economica mondiale di vastit senza precedenti mise in ginocchio anche le pi robuste
economie capitalistiche e sembr rovesciare la costruzione di ununica economia mondiale che era stata
un risultato assai notevole del capitalismo liberale ottocentesco. Perfino gli USA , immuni dalla guerra e
dalla rivoluzione , sembrarono prossimi al collasso. Mentre leconomia barcollava, le istituzioni della
democrazia liberale scomparvero fra il 1917 e il 1942 in ogni paese, tranne che in una piccola fetta
dEuropa, nel Nordamerica e nellAustralasia, sotto lavanzata del fascismo e dei movimenti e regimi
autoritari a esso imparentati.
Solo la temporanea e insolita alleanza del capitalismo liberale e del comunismo, che si coalizzarono per
autodifesa contro la sfida del fascismo, salv la democrazia; infatti la vittoria sulla Germania hitleriana fu
ottenuta dallArmata rossa. Per molti aspetti un momento storicamente paradossale nei rapporti tra
capitalismo e comunismo, i quali, per la maggior parte del Novecento, furono improntati a un
inconciliabile antagonismo. E unironia della storia di questo strano secolo ce il risultato pi duraturo
della Rivoluzione di Ottobre, il cui obiettivo era il rovesciamento del capitalismo su scala planetaria, sia
stato quello di salvare i propri nemici, sia nella guerra, con la vittoria militare sulle armate hitleriane,sia
nella pace, procurando al capitalismo, dopo la seconda guerra mondiale lincentivo e la paura che lo
portarono ad autoriformarsi: infatti il capitalismo trasse dai principi delleconomia pianificata dei regimi
socialisti, allora assai popolari, alcuni metodi per una riforma intera.
Senza il crollo della societ borghese ottocentesca nellEt della catastrofe, non ci sarebbero state n la
Rivoluzione dOttobre n lUnione Sovietica. Senza la crisi della societ borghese, il sistema economico
improvvisato col nome di sistema socialista sulle rovine della struttura rurale eurasiatica dellex impero
zarista non avrebbe considerato se stesso n sarebbe stato considerato dagli altri, come una realistica
alternativa mondiale alleconomia capitalistica.
Fu la grande crisi economica degli anni 30 cos come fu la sfida al fascismo a trasformare lURSS in una
delle due superpotenze il cui confronto domin, attraverso lequilibrio del terrore, la seconda met del
Secolo breve, dando stabilit alle strutture politiche internazionali.
Quantunque il crollo del socialismo sovietico e le sue conseguenze enormi abbiano costituito levento pi
spettacolare nei Decenni di crisi che sono seguiti allEt delloro, questi decenni sono stati un periodo di
crisi universale o mondiale. La crisi ha colpito le varie parti del mondo con modalit e in gradi differenti,
ma tutti i paesi sono stati coinvolti, a prescindere dagli assetti politici, sociali ed economici, giacch lEt
delloro aveva creato uneconomia mondiale unitaria sempre pi integrata che funzionava al di l delle
frontiere nazionali. E che sempre pi oltrepassava le frontiere ideologiche. Allinizio sembrava una pausa
momentanea nel grande balzo in avanti delleconomia, ma poi apparve chiaro che si trattava di unepoca
di difficolt di lungo periodo per risolvere la quale i paesi capitalistici cercarono soluzioni radicali, quelle di
un libero mercato senza restrizioni, mentre i paesi socialisti furono trascinati verso situazioni di rottura
con il passato altrettanto e anche pi radicali di quelle dei paesi occidentali e infine verso il crollo. Questo
crollo pu essere considerato il segnale della fine del Secolo breve, cos come la prima guerra mondiale
sta a indicare il suo inizio.
Con il trapasso dagli anni 80 agli anni 90 si fatto evidente che la crisi mondiale non era solo una crisi
generale in senso economico, ma anche in senso politico. Il crollo dei regimi comunisti dallIstria a
Vladivostok non ha solo prodotto incertezza politica, instabilit, caos e guerra civile su unarea enorme
del pianeta, ma ha anche distrutto il sistema che aveva stabilizzato le relazioni internazionali negli ultimi
quarantanni. Le tensioni economiche hanno minato i sistemi politici di democrazia liberale, di tipo
parlamentare o presidenziale, che avevano funzionato egregiamente nei paesi di capitalismo avanzato
dopo la seconda guerra mondiale. Le tensioni economiche hanno anche minato tutti i sistemi politici
operanti nel Terzo mondo. Le stesse unit basilari della vita politica, gli stati nazionali indipendenti, che
esercitavano la loro sovranit su un certo territorio, sono state frantumate dalle forze di uneconomia
soprannazionale e transnazionale e dalle spinte secessionistiche di particolari regioni e gruppi etnici. (vedi
ad esempio le guerre nella ex Jugoslavia).
Ancor pi palese dellinstabilit economica e politica mondiale stata la crisi sociale e morale.
Ora paragoniamo il mondo dei nostri giorni con quello del 1914.
Ai nostri giorni la popolazione non solo cresciuta numericamente, ma anche in peso e in altezza rispetto
alle generazioni precedenti; inoltre meglio nutrita e vive pi a lungo. Il mondo pi ricco di quanto lo
sia mai stato prima, sia nella capacit di produrre beni e servizi sia nella loro variet illimitata. A met del
secolo, per alcuni decenni, sembr che si fosse trovato il metodo per distribuire con una certa equit
almeno una parte di questa enorme ricchezza alle classi lavoratrici dei paesi pi ricchi, ma alla fine del
secolo lineguaglianza ha preso di nuovo il sopravvento. Oggi lumanit ha un grado di istruzione di gran
lunga pi alto di quello che aveva nel 1914. il mondo permeato da una tecnologia rivoluzionaria in
costante progresso, basata sui trionfi della scienza , che poteva essere prevista nel 1914, ma che allora
era appena iniziata a livello pionieristico. Forse la conseguenza pratica pi evidente di questo progresso
tecnologico stata una rivoluzione nei trasporti e nelle comunicazioni che ha pressoch annullato il
tempo e la distanza.
Diversamente dal lungo diciannovesimo secolo che parve ed effettivamente fu un periodo di progresso
materiale, intellettuale e morale quasi ininterrotto, vale a dire di miglioramento nelle condizioni della vita
civile, nel Novecento, a partire dal 1914, c stata una netta regressione dai livelli di civilt ( massacri,
morti, convenzioni non rispettate, genocidi).
Tuttavia il mondo alla fine del Secolo breve non pu essere paragonato con il mondo ai suoi inizi. E
infatti un mondo qualitativamente diverso per almeno tre aspetti.
In primo luogo non pi un mondo eurocentrico. Il Novecento ha portato al declino e alla caduta
dellEuropa: il tasso di crescita pari allo zero, mentre forte la pressione dellimmigrazione che
proviene dalle regioni povere del pianeta. Le industrie che erano sorte sul suolo europeo sono emigrate
altrove. I paesi che un tempo guardavano , al di l degli oceani, allEuropa oggi guardano altrove. L
Australia, la Nuova Zelanda , gli USA scorgono il loro futuro nellarea del Pacifico. Le grandi potenze del
1914 , tutte europee, sono scomparse e ci spiega lo sforzo di creare una comunit europea unita e
sopranazionale e di inventare il senso di unidentit europea.
La seconda trasformazione stata pi significativa. Fra il 1914 e i primi anni 90il mondo diventato un
campo operativo assai di pi di quanto non lo fosse nel 1914. in effetti, per molti scopi, soprattutto negli
affari economici, il mondo ora lunit operativa primaria e le unit pi vecchie , come le economie
nazionali, definite dalle politiche degli stati territoriali, si sono ridotte a complicazioni delle attivit
transnazionali.
La terza trasformazione la disintegrazione dei vecchi modelli delle relazioni umane e sociali da cui
deriva anche la rottura dei legami tra generazioni.
Sotto leffetto dello straordinario boom economico dellEt delloro e in seguito grazie ai mutamenti sociali
e culturali che ne sono derivati e che rappresentano la pi profonda rivoluzione sociale dallet della
pietra il ramo ha cominciato a rompersi. Alla fine del secolo stato possibile capire come sar un mondo
nel quale il passato ha perso il suo ruolo.