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Di 'na finestra s'affaccia la luna

e 'nta llu menzu la stidda Diana.


Su' tanti li splenduri ca mi duna,
lampu mi parsi di la tramuntana.
C' lu Gaitu, e gran pena mi duna
Voli arrinunz a la fidi cristiana
Nun vi pigghiati dubbi patruna
L'amanti ca v'amau, v'assisti e v'ama.

***

Nebrodi

Anche le donne di questi paesi non si sottraggono alla pratica dei sortilegi. Sotto la guida di esperte streghe
e fattucchiere, chiuse nell'intimo delle loro cucine, hanno spesso trafficato per la conquista di un tesoro: il
marito.
Marito che si innamori di altra donna, sar recuperato all'affetto coniugale bagnando un suo fazzoletto in un
catino d'acqua nel quale siano state immerse 30 monete e una cartina magica; oppure lasciando imputridire
alle pareti di casa della rivale il cadavere di una gallina nera. Ma talvolta pi dell'amore pu la vendetta; e
arance e limoni adeguatamente scongiurati dalla maliarda, vengono trafitti da spilli infilzati con foga dalle dita
della donna offesa: "Tanti spinguli mettu 'nta st'aranciu, tanti dulura acuti avissi...tanti spinguli 'nta
st'aranciu, tanta malanni chiuvissiru supra..." e con gesto sicuro, a sugello dell'imprecazione, l'arancia
malefica viene gettata in fondo a un pozzo.
Non meno importanti i riti atti a "sfatturare"; ritrovato l'oggetto che ha operato la malia, va bruciato e le sue
ceneri sparse sotto il tetto della fattucchiera; poi il giorno della Candelora, si chiuder la porta di casa e la
donna che disincanta, le comari e le vicine si affanneranno a spargere acqua e sale sul pavimento e sulle
pareti dell'abitazione colpita da maleficio, si denuderanno il petto, si scioglieranno i capelli, e in ginocchio,
con voce ossessionante, ripeteranno la formula dello scongiuro:

"O Signuri, 'un cci accunsientu!


Acqua e sali ogni mumientu
Acqua e sali, o gran Signura,
ppi lavari sta fattura...
Sicca la lingua, abbirmati i denti,
li cani sfatti, ogni pilu 'n sirpenti.
L'uocci abbruciati, vileni nill'ossa,
setti jastimi suora la s fossa!"

E ormai tranquille, discorrendo tra loro con voce tornata normale del prossimo parto di una comare o del
giorno pi propizio per fare il bucato, le donne prenderanno a ricomporsi la lunga treccia nera. I capelli
femminili sono preziosi; non solo perch da secoli costituiscono uno dei pi sicuri mezzi di seduzione sul
sesso maschile, ma anche e soprattutto perch non c' filtro amoroso che mescolato e bollito insieme a un
ciuffetto di capelli possa risultare innocuo.
Per questo quando le selve dei Nebrodi e della Caronie lasciano il passo all'autunno e si fa preoccupante la
caduta dei capelli, le donne si affrettano ad ungersi la cute con l'infallibile schirpiuna , unguento di tarantole
che si ottiene friggendo tre tarantole ben grosse in olio d'oliva bianca, e a bagnarsi le chiome con un infuso
di buccia d'arancia cotta col ranno. Dalle finestre di Naso e dei paesi vicini si poteva vedere un tempo, nel
chiarore incerto della prina notte di luna dopo il novilunio, splendere sulle facciate bianche delle case lucidi
capelli neri che penzolavano dal davanzale; il silenzio delle strade addormentate era intatto, ma si poteva
essere sicuri che la propietaria della capigliatura stava mormorando la sua invocazione al pallido astro
notturno:
Ti salutu Luna Nova,
ca d'ogni misi s'arrotrova:
jisti vecchia e turnasti nova:
wuantu su' longhi li t pizzi,
tantu allonga li me trizzi.

E poi, gia che c'era, aprofittando dell'attenzione della giovanissima Luna, qualche comare aggiungeva in
fretta:
"Abbunda la mia casa
di lana di linu
e di formaggiu picurinu.

Se anche da queste parti i capelli delle streghe sono del pi assoluto nuru giuittu, quelli delle fate spesso
sono biondo-oro. E di nuovo nerissime, secondo i canoni della bellezza siciliana, sono le chiome delle
"donni di notti" .
A Mistretta, a Tindari, a Sant'Agata, questi esseri fantastici che abbondano in tutta la Sicilia, vengono
chiamati anche "patruni di casa", "belli signuri", e "Diu l'accrisci"; e hanno la lucidezza delle chiome,
l'opulenza delle forme, il brio e il capriccio che sono propri delle pi affascinanti ragazze del luogo.
Sono esseri che abitano in giardini, nelle macchie, nei boschi, filtrano attraverso le serrature e possono farsi
amiche o nemiche del padrone di casa. Nel secondo caso, l'uomo non tarder ad acciuncare, rattrappire
nelle membra. La notte protegge le loro apparizioni e l'alba si affretta a trasformarle in grossi rospi per
sottrarle alla vista degli esseri umani.

E quelle stesse donne che hanno trafitto di spilli malefici le arance, questi stessi uomini che hanno aspettato
che le tenebre notturne rivelassero ai loro sguardi il malizioso sorriso delle "donni di notti", partecipano
compunti alle cerimonie religiose nei loro paesi.
A San Fratello, durante la festa dell'Assunta, seguiranno in lunga processione la statua della Madonna
prelevata dalla Famiglia Paci che la conserva ormai da generazione in generazione e che la vigilia della
festa la adorna delle vesti piu belle e di quanti gioielli puo raccimolare.
"Nigra sum sed formosa" dovrebbe dire ai suoi fedeli la Madonna del santuario di Tindari, secondo quanto
una mano devota ha inciso sulla lapide posta ai suoi piedi; e nera e bellissima si erge sulle rovine dell'antica
acropoli la statua della Vergine scolpita con purissimo stile bizantino in uno scuro legno orientale, e accoglie
soddisfatta i continui pellegrinaggi che a lei giungono dai centri della provincia durante tutto l'anno.
Diversi e forse pi vicini al gusto dell'arcano che contraddistingue questa gente, sono i cortei che conducono
dagli stessi paesi gli "spiritati" fino alla lontana chiesa dedicata al Salvatore in Messina. Alla vista di un
cadavere, di un mostro che appaia improvviso, di sangue caldo sparso per terra, ognuno se non sta attento,
colto nel momento di paura con la bocca spalancata potr ingoiare uno spirito; tanto che di un grande terrore
si usa dire: "Minni pigghiai centu milia". Ma ne basta uno, di spirito, per fare un ottimo spirdatu.
Costui d'improvviso sapr imitare alla perfezione il cane, il gatto, il verso di ogni quadrupede domestico o
selvaggio; e se avr ingoiato uno spirito benigno parler speditamente l'inglese, se maligno schiumer dalla
bocca emettendo suoni inarticolati fra il plauso della gente accorsa allo spettacolo.
Si narra si un contadino che si mise a discutere contro un esimio teologo con argomenti della pi alta
filosofia, intercalando disinvoltamente frasi latine e frasi e greche; si narra inoltre che nell atto in cui uno
spirito maligno usciva dal corpo di una donna spirdata, un pesante candelabro di bronzo della chiesa si
mettesse velocemente a girare finch i bracci delle lampade parevano "pale di molino a vento";e il cronista
conclude con una sfida agli scettici filosofi razionalisti: "Io vorrei che quelli che fanno professione di filosofia
e vogliono che questi furori delli spirdati sieni cagionati da humori maninconici, mi dicessero donde nasceva
quel moto di quel candelabro. Era l'humuro maninconico di tanta forza...ch'ei potesse muover ancora un
corpo lontano e inanimato?Laonde bisogna credere e dire che quel candelabro fusse mosso da una
sostanza e natura separata, come sono i Demoni".
A scapito di tutti i filosofi del continente, arriver anche l'anno in cui, per forza di demonio, i mille mercanti di
Sicilia dalla barba nera sceglieranno una radura segreta tra le antiche querce dei Nebrodi per allestire la
spettacolare fiera annuale dei loro tesori. Non si sa n il giorno n il luogo scelto dai barboni neri, ma si sa
che la fiera occulta gira metodica tutte le radure deserte dell'isola; si sa che per sciorinare la loro merce
scintillante i mercanti prediligono l'estate e scelgono la pi azzurra notte di plenilunio e il monte pi dirupato.
Nel silenzio fondo del bosco in un baleno scivoleranno tra gli alberi gli uomini nelle loro pelli di capra a
esporre la pi fantasiosa mercanzia che bazar orientale abbia mai sognato: capre, pecore, mucche e
cammelli d'oro massiccio; arance, limoni, mele e ananas forgiati nel diamante pi puro, sete e
gioielli..Quando tutto sar pronto, alle borgate della valle giungeranno portate dal vento musiche arcane,
canti dolci e misteriosi, sfrenati gridi di gioia. E chi sa, se da uno dei tanti paesi dei Nebrodi vi sar una
ragazza coraggiosa che oser salire il monte, abbandonare nel folto la sua veste, e danzare con le chiome
sciolte alla luce della Luna, offendo allo spirito della notte, in cambio di una felicit ignota, stretto tra le dita
un bicchiere di candido latte appena munto.

Satriani, santi, streghe e diavoli


Pitr, Usi costumi credenze e pregiudizi del popolo siciliano
Cocchiara, La vita e larte del popolo siciciliano nel museo Pitr
Bonomo, Scongiuri del popolo siciliano

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