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Ci
I CONTEMPORANEI ITALIANI

GALLERIA' NAZIONALE
DEL BECIILO XIX

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ENRICO CIALDINI
GENERALE D' ARMATA

TORINO
DALLUNIONE TIPOGRAFIGO-EDITRIGE
Via Carlo Alberto, n 33, casa Po'mba,
1861
Diritti di riproduzione e traduzione riservati.
ENRICO CIALDINI
GENERALE DARMATA

La lunga servit avendo spuntate le


armi nelle mani de patrioti dItalia, e la
tirannide cacciato questi in esiglio, ne
venne di buono che sorgendo qua e l,
in Europa e fuori, guerre di Iiberte din
dipendenza, glltaliani vi andarono per
alare le spade e tenerle pronte pel caso
in cui la patria loro ne invocasse laiuto.
II Portogallo e la Spagna furono ampia
palestra in cui si addestramno molti de'
nostri, che poscia vennero in gran numero
a porre a servigio dItalia il senno altrove
spiegato, lacquistata esperienza, il dimo
strato valore. Tra questi va distinto Enrico
Cialdini, che, tornato con bella fama da
1 ENRICO GIALDINI
Spagna, rese in breve il suo nome popolare
e stimato nellesercito nostro. Laparola
severa e persuasiva , lo stile vigoroso, le
idee vivaci e nuove che danno impronta
speciale a' soi scritti ed agli ordini da
lui emanati, il sentire ed i modi risoluti,
talvolta imperiosi, la volont ferma e de
cisa, un colpo docchio pronto e sicuro ,
sono qualit che, unite a riputazione di
guerriero valoroso, fecero agevolmente
correre il nome di lui di bocca in bocca;
Ora appartiene alla storia; e scevri di
qualsiasi parzialit ne tracciamo la vita
perch possa soddisfare "a legittima cu
riosit ead opere di maggior conto servire.
Mio nipote Enrico (cosi ci scrivea
Iegregio suo zio avvocato Francesco),
glio del povero mio fratello ingegnere
Giuseppe e della Luigia Santyan y Vela
sco, nacque nella nostra villa in Ca
stelvetro di Modena, il giorno 10 ago
sto 1813.
( Suo padre and, pi tardi, ad abitare
in Reggio colla famiglia in qualit din
gegnere nell Uizio di acque e strade.
Quivi Enrico principi la sua istruzione
presso i Gesuiti, i quali, avendo scorto
nel giovinetto molta svegliatezza dinge1
gno e concepitoue belle speranze, cer
ENRICO CIALDINI 5
cafono a'ezionarlo al loro sistema , e
lo circondarouo di speciali premura per
adescarlo. Ma Enrico , sentendosi per
istinto avverso ai Reverendi Padri ed alle >
loro dottrine, non corrispose per nulla
alle aspettative Iojolesche; per la qual
cosa mutarono essi lapparente affetto in
odio reale, e le tenere cure in astiosa
persecuzione. La vivacit del fanciullo ne
porgeva loro il destro.
Un bel giorno discgn colla penna un
asino euu gesuita, e fra lunoe laltro mise
il segno matematico di uguaglianza (z).
Era delitto da non perdonarsi; e per que
sto, e per altri scherzi di lui, i Padri
giunsero al punto di cacciarlo dalle scuole
come ragazzo scapestrato, indocilc a qual
siasi ammonizione, e ad ogni disciplina
scolastica e religiosa.
II fanciullo amava lo studio; applica
vasi a cose amene ed a gravi. Aveva otto
anni quando suo padre, maravigliato dal
lattitudine che mostrava per le matema
tiche elementari, si diede a fargli lezioni
serali in cui lo scolaro progrediva note
volmente; dimodoch a dieci anni poteva
studiare e comprenderei trattati di geo
metria di Brunacci e di Euclide.
Dindole vivace ma ottima , amava e
6 I ENRICO CIALDINI
rispettava assai i genitori , amava i con
iunti ed i compagni con sentimento pro
fondo. Aveva molta inclinazione a far
epigrammi, e vi riusciva con ispirito su
eriore alla sua et. Di complessione ro
Eustissimo e quasi presago del proprio
avvenire, era intollerante dell inerte ri
poso, sprezzante dei pericoli, dicendo
soventi volte che a tutto doveva abi- _
tuarsi. .
Volendolo avviare alla scienza me
dica, convenne mandarlo a Parma, er
ch lespulsione dalle scuole gesuittche
gli rompeva ogni carriera nei dominii
estensi. Ivi attese agli studii; e portato
comera alle arti belle, faceva vita con
molti artisti di pittura e dincisione, fre
quentando moltissimo lo studio Toschi.
Studi il disegno sotto il professore
Callegari; ed io conservo un ritratto del
generale Poniatowsky, che fuil suo primo
lavoro eseguito nel 1826.
Sopravvennero i casi del 1831; allora
Enrico parve sorgere a nuova vita po
tendo seguirc il naturale suo slancio, e
si arruol volontario a Reggio nelle mi
lizie nazionali, cominciando sin dallora a
combattere per litaliana indipendenza. Ma
le sorti nostre essendo tornate in peggio,
,nnmc CIALDINI
si ridusse co suoi compagni, duce il_ge
' nerale Zucchi, a Bologna; e,da qmvt,
pure incalzato dagli Austriaci, SI batt a
' Rimini, ripar ad Ancona, e dopo la ca-_
pitolazione di questa piazza, imbarcatos1
in un legno che fece sosta per un mese
a Messina, pose piede a Ma_rs1gha e se
nand a Parigi, ove si diede di nuovo agli
studii scientici , ,
Scorsero due anni senza chegli pen'
'sasse a differente carriera; quando avve
nimenti per lui inaspettati gli fecero vol
gere ad altra parte i destini della vita.
Il Portogallo stava per divenire teatro,
di lotta politica, la quale non poteva spio
gliersi se non che in guerra frattimda.
Giovanni VI, imperatore del Brasile e re
di Portogallo, moriva nel 1826, forse di
veleno propinatogli infa'ranci Lasciava
sette gli : due maschi e cinque femmine;
Don Pedro, che stava. a Rio Janeiro, Don
Miguel, chera lontano dalla Corte per ri
petuti tentativi alla libert ed alla vita del
padre, alle istituzioni liberali del regno;
Donna Maria Teresa vedova dellInfante
Don Pietro Carlo di Spagna, Donna Maria
Francesca dAssisi moglie dellInfante di
Spagna Don Carlo, Donna Maria Isabella,
Donna Maria Assunta, Donna Anna di Ges
I
I
8 ENRICO CIALDINI
Maria. Reggente del regno no allarrivo
di Don Pedro fu nominata Donna Maria
Isabella, e tutti, persino Don Miguel da
Vienna, riconobbero i legittimi diritti del
nuovo Sovrano.
Don Pedro diede una Costituzione al
Portogallo ; tenneper s la cqrona del
Brasile, ed abdic, nel 1828, al trono di
Portogallo in favore di sua glia Donna
Maria, promettendola sposa a Don Miguel.
Il Papa diede la dispensa pel matrimonio,
e le prime formalit, degli sponsali cele
braronsi a Vienna, essendo la fanciulla
rappresentata dal conte di Villasecca.
Falso, intrigante, traditore, avido, di
dominio assoluto, Don Mignel parti da
Vienna, and a Lisbona, nominato dal fra
tello reggente del regno; convoc i tre
Stati, e fe decidere che la corona di Por
togallo apparteneva a lui sino dalla morte
del padre. Il opolo si sollev ; ma la som
mossa fu so ocata colle armi e coi sup
plizii. Don Miguel regn assoluto, coi preti
e col sangue.
La amma della libert fu mantenuta viva
a Terceira, e ben presto tutto larcipelago
delleAzzorre venne tolto, nel 1830, aldo_mi
mo usurpato. Allora Don Pedro, abdicato
alla corona del Brasile in favore di suo Ii

4-_. ..a -m l__


a
ENRICO CIALDJNI a
glia Don Pedro ll, arti per lEuropa af
ne di sostenere i iritti di Donna Maria.
Giunto iulnghilterra, combin col mar
chese di Palmella un piano-di spedizione,
concluse un prestito, comper qualche
bastimento, reclut volontarj, e parti per
la Francia. l\i dispose per larruolamento
daltri volontarii ; ed oltre a Francesi, si pu
sego sotto le sue bandiere Portoghesi,
Polacchi, Tedeschi, Italiani, quasi tutti
esuli dalle patrie?loro per ingratitudine di
sorte. Pescia il 40 febbraio 1832 sim
barc a Belle-lsle, ese nand a Terceira,.
' Cialdini trovavasi allora a Parigi; ardeva
di desiderio di partire co suoi compagni,
abbandonando studii e speranze future per
combattere una guerra di libert. Ma col- V
pito dal bolera; ebbelungo spossamento; '
di modo che non pot far parte della
' prima spedizione; e mantenendosi fermo
nel proposito, lo pose in atto] nel marzo
del 1833, andando ad Oporto, ed ingag
giandosi granatiere nel 2 reggimento di
' fanteria leggiera della Regina, ove trova
vasi mista a soldati daltra nazioni_la mag
gior parte deglltaliani arruolati.
Lasciando la Erancia, portava con s
molte lettere di personaggi distintissimi,
fra cui del generale Lal'ayette ;, ma non
10 ENRICO CIALDINl
alle raccomandazioni ,_ bens a se meda-L
simo,vplendo andar debitore della pro
pria sorte nella carriera militare, giunto
in.vista d0porto le gett tutte in mare.
Non audo g1iari chebb occasione di
mostrare il suo valore e, la. suscettibilit
per lonoreela dignit della nazione anni
apparteneva. Un sergente Manlius, tede
sco, sarrischi in presenza sua di dir
male deglltaliani; Cialdini lo rimbece
severamente; gli animi si riscaldarpno ,Sl
venne'al duello; ed il tedesco ebbele sue;
Lesercito di Don Pedro stava allora in
Oporto, assediata, dai Miguelisti.0ra av
venne Che ungiorno Cialdini con tre com
pagni si ponevano attorno ad una zup
piera piena di riso test levato_ dal fuoco;
quando lallarme sparso pel campo fece
abband0nre il posto ecor;rere ove chia
- mava dovereed onore. i nemici avevano as
salito, e tu combattimento fortissimo,nel
quale la vittoria venne comprata dai costi
tuzionali a prezzo di moltissimp sangue.
a A sera, raccontava una volta Cialdini;
sono tornato al posto che aveva abban
donato alcune ore prima; ho trovato la
zuppiera, vi eranoi quattro cucchiai,
ma io solo al desco; gli altrifpoveretti!
erano morti. Questo mi fece vivissima

-..-u- 4. - , _ un.
ENRICO CIALDINI 1l
impressione, e rimasi addolorata e me
lanoonicgper varii giorni . E quando
narrava questo fatto , diciannove anni
dopo che fu accaduto, si vedeva il suo
volto composto a mestizia pel rinnovarsi
damare memoria; dimostrando cosi come
il suo animo indomito sia aperto a deli
cati affetti.
Il 5 luglio il conte,di San Lorenzo,
generale mignelista, credendo che il pre
sidio di Oporto fosse considerevolmente
diminuito per la partenza di truppe im
barcatesi alle foci del Douro e dirette a
Lisbona, e che la prima linea rimanesse
difesa soltanto da stranieri e da volon
tarii, decise di dare un assalto generale,
e lo diede. La zu'a, che incominci poco
dopo il mezzogiorno, dur no a sera;
il nemico, tornato pi volte ed in pi luo
ghiallassalto, fu respinto; e glltaliani
fecero prodigii di valore, specialmente a
Villa Vanzeller. Cialdini era sergente da
cinque giorni; ed in quel sanguinoso
combattimento mostr il coraggio ed il
sa ne freddo che gli permisero sempre
di istinguersi. Ebbe lo schak traforato
da una palla da fucile; e come aveva per
duto la baionetta, e non poteva difendersi
colla punta da un sorgente di cavalleria
' 12 marco CIALDINI
che glistava addosso, capovolse il fucile,
men colpi tali sul muso del cavallo da
farlo impennare e fuorviare, si che egli
ebbe tempo di unirsi a suoi e mettersi
in salvo.
Venti giorni dopo, Bourmont, che aveva
preso il comando supremo delle truppe
migueliste, volle di nuovo assalire le linee
di difesa con tuttoil pende delle sue forze.
Dopo molte ore di combattimento fu re
spinto con perdite immense. Ed anche
in questa azione gloriosa si distinse Ciel-
dini, ed in modo tale, che, sebbene sem
plice sergente, fu creato cavaliere del
lordine di Torre e Spada, avendo la sua
compagnia dato voto unanime perch a
lui fosse concessa lonoricenza.
Intanto le truppe imbarcate sul Douro
e guidate dal duca di Terceira, serano
impadronite di Lisbona; per la qual cosa
lesercito miguelista, in massima parte
raccolto sotto Oporto, lev lassedio di
questa citt, e si pose in marcia verso
la capitale. Allora alcuni corpi delle truppe
di Don Pedro imbarcaronsi ad Oporto
alla stessa volta, e fra esse trovavasi il 2
reggimento di fanteria leggera della Re
gina. Don Pedro si diede ad ordinare
molti battaglioni di volontarii, a compie.
:
\

ENRICO cur.prm i3
tarei vecchi ed a formare nuovi reggi
menti di linea, per poter respingere leser
cito fraterno che ascendeva a circa 50,000
uomini. Ebhero luogo parecchi scontri
nelle vicinanze di Lisbona; ma il fatto pi
importante fu quello del 10 ottobre, in cui
lesercito di Don Pedro assali quello di
Don Miguel, e lo cacci lungi dalla citt
che assediava. In quel giorno, come sem
pre, il 2 reggimento di fanteria di linea
della Regina si cuopri di gloria; in quel
giorno, come sempre, sebbene negli ultimi
e bassissimi gradi della milizia, Cialdini
si mostr valoroso e calmo.
Prese parte in tutti gli altri combatti
menti che si diedero in questa campagna;
fu allassedio di Santarem, alla battaglia
di Asseiceira; e qualche mese dopo la ca
pitolazione di Evora Monte, che pose ne
alla guerra, ebbe la promozione a sotto
tenente nel medesimo reggimento, es
sendo gi passato pei gradi di sergente
maggiore, di sergente quartier mastro e
di portabandiera.
Durante il suo soggiorno in Portogallo
fu colpito da sciagura che vivamente lo
commosse. Suo padre, danimo eminente
italiano, riparava a Bologna dopo gli av
nimenti del 1831. Ma il governo de preti
I
14 ENRICO CIALDINI
lo consegn al ferocissimo Francesco IV
Duca di Modena, il quale lo sotto oSe a
processo e lo condann a parecc ianni
di carcere. Questa notizia addolor assai
il cuore del ti lio Enrico, sia per la dis
grazia del pa re, sia per la condizione in
cui veniva lasciata la madre, a cui egli con
ogni possa cerc tosto di recare sollievo.
Il 2 di fanteria leggera della Regina
and poscia a far parte del corpo dosser
vazione a Tras los Montes, sulla frontiera
di Galizia, destinato a sorvegliare i movi
menti dei Carlisti, che gi si agitavano
nella Spagna. ivi, scorso alcun tempo, il
reggimento fu sciolto, restando al soldo
di Portogallo per altri sei mesi.
Ma i valorosi che lo componevano non
rimasero a lungo inerti.
Ferdinando VII di Spagna, sposo a Cri
stina di Napoli, aveva promulgato un de
creto, nel 1830, col quale aboliva la legge
Salice introdotta dai Borboni, e ristabi
liva lantica legge di successione femmi
nile. Cosi rimaneva erede del trono la
glia Isabella, ed escluso il fratello Don
Carlo. La morte di Ferdinando, nel 1833,
fu segnale di sollevazione poi partigiani di
Don Carlo, il quale era sostenuto da tutti
coloro che sono puntello all'assolutismo ,
ENRICO CIALDINI > 15
ma Cristina, nominata reggente nell'et
minorenne della glia, mantenne in vigore
una Costituzione data pochi mesi prima,
e ls appoggi a quanto diliberale non
esaltato si trovava nella nazione.
Don Carlo, che si era ritirato in Porto
gallo allorch Ferdinando viveva ancora,.
parti per lInghilterra dopo la capitola
zionediEvora, e di li, dopo breVe dimora,
giunse nella Navarra , sede principale
della ribellione capitanata da Zumalacar
regni, che sul nire del 1834 riport al
cuni vantaggi sulle truppe della Regina.
La campagna del 1835 nonfu guari fa
vorevole ai Cristini; per la qual cosa ,
oltre al decreto di una leva di _100,000
uomini, il governo di Madrid si di a re
clutar soldati in Inghilterra, a prendere
al suo soldo la legione straniera di Fran
cia, e ad aprire trattative per riunirei
corpi di volontarii test sciolti in Porto
gallo, ove avevano fatto la guerra.
Il comandante il 2 reggimento di fan
teria leggera della Regina, era Gaetano
Borse di Carminati , genovese , gi nelle
guardie del corpo di Re Vittorio Emanuele,
ed emigrato dal 1821 per le politiche vi
cende. A lui si rivolse il governo spa
gnuolo per riuscire nellintento; ed ot
16 ENRICO /CIALDINl
tenne infatti, nellottobre del 1835, la fori
mazioue delcorpo dei Cacciatori di Oporti),
composto per la maggior parte di soldati
portoghesi e di ufficiali italiani; nella
minor parte di graduati e gregarii si
vedevano uomini di tutte le nazioni.
E fu appunto il 22 ottobre 1835 che
Enrico Cialdini entr nei Cacciatori di
Oporto col grado di luogotenente; ma rat
tenuto da malattia in lortogollo, non pot
partire insieme ai compagni. .
Il corpo comandato da Borso and
in Catalogna sotto gli ordini supremi del
generale Mina; e Cialdini, rimesso in sa
lute e giunto in Ispagna , venne qualche
tempo dopo nominato aiutante di campo
di Borso.
l Cacciatori di Oporto si distinsero ben
presto vicino aBarcellona, e specialmente
al Bruch , dove esistevano alcune opere
di forticazione fatte da Manfredo Fanti,
luogotenente nei medesimi Cacciatori ;
poi nel 29 giugno 1836, alla battaglia di
Cherta, ove Cialdini meri t per la sua con
dotta la croce di S. Ferdinando, e poscia
ebbe promozione a capitano.
In questanno ebbe anche la medaglia
di distinzione per lassedio e presa di
Cantaveja.
ENRlCO GIALDINI y 17
Le operazioni militari ed insurrezionali
dei Carlisti serano estese dalle provincie
Basche e dalla Navarra alla-Catalogna ,
allAragona , alla Castiglia Vecchia ed al
regnpdi Valenza; capi di guerriglia si
gettavano ora su di un luogo ora-su di un
altro, enelle fatali loro compa_rse e spa
rizioni lasciavano memorie di sacco e di
sangue. Noi non terremo dietro ai fatti
che quael si compierono; ci limiter mo
soltanto a quelli a cui ebbe parte il Cial
dini, e fortuna di segnalarsi.
Nel 1837 Don Carlos passava lEbro e
si univa a Cabrera, il quale percorreva da
lungo tempo il regno di Valenza e la Bassa
Aragona. I Carlisti trovavausi nella forte
posizione di Chiva, non molto distante da
Valenza; ed Oraa, comandante lesercito
costituzionale del centro di cui facevano
parte i cacciatori di Oporto, li assali con
orze assai minori, e li sconsse piena
mente. Il capitano Cialdini di prove
brillantssime di valore; epperci, oltre
alla medaglia di distinzione distribuita in
quella battaglia memorauda, venne pro
clamato benemerito di Spagna con ordine
del giorno dellesercito, e promosso al
grado di secondo comandante per merito
di guerra. f
Cialdini . 2
18 ENRICO CIALDINI
Nel giugno dellanno'segueute, Cabrera
aveva riunito le sue forze a Morella, nella
Bassa Aragona, e lesercito del centro
cominci le sue opere contro questa forte
posizione. Scorsi parecchi giorni, si apr
la breccia, e il 16 agosto si ordih las
salto. Cialdini chiese ed ottenne di pren
dervi parte, sebbene la sua carica daiu
tante di campo gli ssasse il posto vicino
a Borso, comandante di brigata, e non a
anco od alla testa degli assalitori. I co
stituzionali diedero la scalata sotto un
fuoco micidiale; ma non ebbero felice
successo, perch al di l dellabreccia
stava unimmensa catasta di legna inca
tramata a cui iCar-Iisti posero fuoco tutto
ad un tratto, mentre gettavauo fra i ne
mici uu numero immenso di granate di
vetro che scoppiavano facendo strage. In
mezzo alla scena di distruzione Cialdini
vede colpito un maggiore, nipote di 0raa;
non misura il pericolo, si getta fra una
grandine di palle, e torna col compagno
ferito mortalmente, non potendo per sal
vare se non che un cadavere dalla rab
bia nemica.
Dopo lo sforzo infausto, che dest la
costernazione in Ispagna, Oraa fu co-
stretto a levare lassedio ed a ritirarsi po
ENRICO CIALDINI 19
scia verso Valenza inseguito dal nemico.
Il suo esercito, dovendo passare per una
gola di montagne, aveva alla coda i Cac
ciatori di Oporto che proteggevanolariti
rata; e questi, per arrestare limpeto dei
Carlisti, si fermarono innanzi allingresso
dello stretto, volsero la fronte, e fatto
fuoco, data la carica, e respinti i nemici
pi vicini, si gettarono poscia .nella gola
correndo a precipizio per raggiungere
lesercito gi in salvo e schierato in bat
taglia dalla parte opposta. Ma tosto Pne
mici ripresero di nuovo loffensiva, e lan-
ciaronsi addosso agli ultimi fuggiaschi
menandone orribile strage. Cialdini stava
col cuore agitato e locchio inquieto guar
dando i reduci, come per riconoscervi
ualcuuo della cui sorte tremava, e ve
dendo arrivare quasi gli ultimi senza scor
gervi la persona cercata, dov Guido? n
domando ad un ufficiale suo amico tutto
grondante di sangue. - E ferito, lo
trascinano qm, non so se potr salvars1
dallinimico II. -- Cialdini non disse altro;
balza in sella sul primo cavallo che gli si
affaccia, si lancia nella gola, vede Guido
suo fratello in pericolo estremo di cadere
in mano dei Carlisti, ein un istante lo pone
sul cavallo; ma questi non pu stare in.
20 ENRICO CIALDINI
sella, perch la gamba in cui era ferito gli
cadeva penzolon'e, e i movimenti troppo
solleciti cagionavangli insopportabili do
lori. Enrico le fa scendere, se lo mette
in ispalla, e correndo affettuoso verso il
campo cristino, il quale trovavasi in
terreno alquanto elevato, trae a salva
mento il fratello, e cade mezzo morto per
la fatica in mezzo ai compagni plaudenti.
Guido serviva nei Cacciatori di Oporto;
era sottotenente; e la grave ferita ripor
tata in una gamba glimped di conti
nuare il mestiere delle armi, per cui si
ritir a Valenza ove attualmente si trova.
Altre distinzioni ebbe in quellanno
Cialdini, che col suo valore percorreva
rapidamente la carriera delle armi; ri
cev la medaglia pei fatti darmi di Chesta
e Iniesta, e gli venne conferitoil grado
di comandante di battaglione per merito
di guerra.
Nelle ripetute lotte contro i faziosi ac
cadde che il generale Borse venne una
volta a trattative con uno de loro capi e
ne accett la resa salve le vite. Questatte
di umanit non piacque a Wan-Hallen,
che allora comandava lesercito a cui ap
parteneva il corpo di Borse; e perci
ingiunse a questi di far fucilare senza
ENRICO CIALDINI 21
piet i prigionieri commessi alla sua fede.
Borse riut sdegnosamente; e in causa
del suo nobile contegno gli venne tolto il
comando dei Cacciatori di Oporto e gli
si di quello di una divisione territoriale
presse a Tarragona. (lonservatolo per qual
che tempo, diede le sue dimissibni dal
servizio nel 1839, alloreh Wan-Hallen
and a comandare lesercito accampato in
que paesi. Fu allora che Cialdini lasci le
truppe straniere; e desiderando di conti
nuare nel mestiere delle armi, chiese des
sere ammesso nellesercito regolare spa
gnuolo, ove fu accettato col grado di
sottotenente di fanteria. Con questa ri
soluzione segui anche lesempio del suo
amico e camerata Manfredo Fanti, e se ne
trov contento; imperoech in brevissimo
tempo, e prima che la guerra fosse effet
tivamente terminata in tutta la penisola
nel 1840, egli era gi capitan e di fanteria
nellesercito, ed una medaglia di pi gli
fregiava il petto perla battaglia di Pera
Campo.
Il trattato di Bergara, concluso nel 1839
tra Espartoro e Maroto, poneva ne alla
lotta degli eserciti regolari; ma avendola
i faziosi continuata sotto la direzione di
Cabrera, non si pot dire totalmente ter
22 ENRICO GIALDINI
minala se non che nel 1840, allorquando,
presa Morella da Espartero, Cabrera si
trov costretto dopo varii combattimenti
a cedere il terreno e riparare in Francia.
Dopo questi fatti a Cui prese parte attiva,
Cialdini and a Barcellona col suo reggi
mentof'ch'era quello di Almanza n 18, e
vi stette sino ai primi di ottobre del1841.
In que giorni sera scoperta una congiura
per togliere il potere supremo della reg
genza ad Espartero duca di Vittoria, e ri
metterlo nelle mani della regina Cristina
a cui era stato tolto. Diego Lon, Concha,
Borso di Carminati , 0l)onnell, ne l'ace
vano parte; i tre primi furono arrestati e
fucilati; il quarto trovavasi co suoi nella
Navarra, da dove ebbe poi mezzo di fug
gire. Si mandarono truppe contro di lui ,
e fra esse il reggimento di Almanza; e
giunto questo a Pamplona, Cialdini ln
arrestato perch in sospetto di parteg
giare per la cospirazione, essendo stato
lunghi anni aiutante di campo di Borso.
Rimasto er alcuni giorni consegnato alla
guardia el reggimento, venne lasciato in
libert perch innocente, ma posto in
aspettativa con obbligo di dimorare a
Barcellona. Ivi nuovi sospetti, nuovo ar
resto e nuova liberazione per innocenza.
ENRICO cutmm es
Subite codeste peripezie, chiese ed ot
tenne di cambiare soggiorno e andarsene
a Valenza, ove stette. lungo tempo_in
aspettativa. Le cause che lo mantennero
in questa posizione furono parecchie. lel
trattato di Bergara , tutti coloro che pre
stavano servizio regolare nellesercito Car
lista acquistarono il diritto di conservare
il loro posto nelle tru pe cristine, locch
port esuberanza du ciali, moltiplicata
ancora dal passaggio che fece lesercito
costituzionale dal piede di guerra a quello
di pace; quindi la necessil di porne mol
tissimi in aspettativa , e naturalmente
quelli che godevano minor simpatia presso
chi trovavasi al potere. Ecco i motivi per
cui Cialdini stette due anni 'circa senza
prestare servizio attivo.
In tale condizione trovavasi a Valenza,
quando s invaghi di donzella apparte
nente a famiglia distinta. Sebbene corri
sposto dalla fanciulla, ebbe a soffrire
opposizione dai parenti di essa; i quali
lo amavano e lo stimavano bens, ma il
suo carattere focoso, la facilit sua di ri
correre al duello portando allestremo lo
scrupolo donore, la qualit di straniero ,
e la condizione di aspettativa, erano do
stacolo allassenso paterno. Vinse nal
'24 ENRICO CIALDINI
mente ogni contrariet, e si spos alla
donna che amava. '
Nel 1843 Narvaez gli offri il posto di
suo aiutante di campo; e sebbene sul
principio fosse restoad accettare, alla
ne ced allinvito, ed in talecarica si
trov nel tempo dei celebri pronuncia
mz'entos che atterrar'ono il reggente Espar
tero dal potere. Capo di stato maggiore
di Narvaez era La Pezuela, fratello a di
stinto letterato,-e che avendo servito sotto
Borso qual colonnello di cavalleria cono
sceva moltissimo Cialdini. La sua simpatia
pei giovane italiano saccrebbe viem-mag
giormente perch lo trov istruito nelle
lettere e dotato di buon gusto per la poe
sia, a cui egli portava passione. La Pezuela
aveva tradotto la Gerusalemme Liberata
in ispagnuolo, e ricorreva a Cialdini per
ch il lavoro esaminasse e correggesse;
l'atto curiosissimo, che..mentre i-d ne guer
rieri marciavano verso la capitale della
Spagna per darvi o ricevere morte, 'si
trattenessero nel cammino recitando le
ottave di Torquato nelle due armoniose
lingue sorelle. '
Giunto presso Madrid, allorch questa
capitalesi era armata ed asserragliata a
favore del reggente, Cialdini , and nella
NRICO CIALDINI ' 25
citt per ordine di Narvaez afne dintimare
la resa. Presentatosi alle porte, fu condotto
cogli occhi bendati innanzi ai capi della
parte ostile, e poscia ricondotto fuori
dopo chebbe un riuto allintimazione.
Lasciato libero, savvi al suo campo;
quando le guardie nazionali, senza rispet
tare linviolabilit del parlamentario, gli
- fecero fuoco addosso dalle mura ; ma
dato di sprone al cavallo, si pose tosto
al sicuro.
Piaceva a Narvaez il giovane ufciale; e
tanta stima ripose in lui, da aldargli il
governo delle operazioni da farsi contro
Madrid nel tratto di terreno che si stende
da Porta Alcal a Porta Recoletos. Esami
nata accuratamente la posizione, saccorse
Cialdini che in certo luogo stavano collo
cati due cannoni di piccolo calibro, e che
in certe ore del giorno erano custoditi da
pochi uomini, perch il nerbo delle forze
ivi appostato si disperdeva o si allonta
nava.eGli venne in mente dimpadronirsi
de due pezzi sorprendendo il nemico; ed
atal uopo , col favore delloscurit, fece
occupare alcune case che trovavansi in
faccia ed a poca distanza dai baluardi ne
mici, e nascondervi le scale necessarie per
la salita. Appena vide opportuno il mo
aa ENRICO cmimm
mento , fece portar fuori le scale ed ap
poggiare al muro, aprire le nestre , e
mentre una parte de suoi faceva improv
visamente una scarica contro il nemico ,
altri, con esso lui alla testa, ascendevano
sulle mura e lo ingavano, e gettati i can
noni gi dalle mura, li trascinarono to,stn
in salvo. Fatto il colpo, le truppe ripresero
le loro primitive posizioni. -
La destrezza e lfaudacia ricevettero gli
encomii di Narvaez, il quale non tard
guari a promuovere Cialdini al grado di
capo di battaglione; ma, presa la capitale,
Cialdini prefer di entrare in un reggi
mento anzich rimanere applicato allo
stato maggiore, e fu messo in quello che
portava il nome di S. Ferdinando, ove
pochi mesi dopo ebbe il grado di tenente
colonnello.
Istituitasi una Guardia civile che cor
rispondeva al nostro corpo dei Carabinieri,
ventr col grado di comandante nel 1844
e vi fu promosso a tenente-colonnello
capo di legione nel 1847. Il duca de Abu
mada , che comandava quel crpo, mise
moltissimo affetto al giovine italiano e mol
tissima stima; e tanta, da inviarlo a Pa
rigi per istudiarvi tutto quanto concerneva
la gendarmeria francese, afne di perfe
ENRICO GIALDINI 27
zionare listituzione spagnuola. Ivi trova
vasi Cialdini allo scoppiare della rivo*
luzione di Francia ed alla vigilia della
guerra dItalia.
Fra le sue opinioni ben stabilite era
quella che colle piccole cospirazioni, coi
meschini attentati, non si potesse giun
gere alla liberazione di quellltalia che
stava al sommo de suoi pensieri. Qual
grande avvenimento dovesse renderla in
dipendente, egli non sapeva prima del
1847, non vedeva ben chiaro; pure non
disperava; e quando veniva sollecitato il
far parte di stte tenebrose, rispondeva
sempre dessere pronto a spargere il suo
sangue per la patria, ma apertamente,
lealmente, colla nazione non colle com
briccole.
E mantenne la parola. Appena ud i
primi rumori di guerra nel 1848, appena
seppe lItaliain armi e Carlo Alberto sceso
in campo per sostenere i conculcati diritti,
decise di partire immediatamente dalla
Spagna e correre nella penisola italica ad
orireisuoi servigi. Nonlo ritenne splen
didezza di posizione e suppliche damici
che lo avrebbero voluto spagnuolo; ma
egli sapeva dessereitaliano, enon poteva
riposare sugli allori acquistati mentre nella

28 ENRICO CIALDINI
patria sua'si combatteva una guerra di
vita o di morte.
E se ne venne. Giunse a Modena ; ma
il comando delle truppe regolari era gi
stato afdato a Cucchi-ari; delle irregolari
non voleva saperne. Gli si oerse quello
della gendarmeria che si stava ordinando;
ma non pot soffrire glindngi nemmanco
di un giorno; al suo orecchio tuonava di
continuo il cannone del Mincio, e pare
vain mille anni di non essere sul terreno
dazione. And a Milano.
Intanto la prima fase della campagna del
1848, che abbraccia il periododi tempo in
cui il Lombardo -Veneto, meno le fortezze,
era'in potere deglltaliani, volgeva sven
turatamente al Suo ne; e stava per suo
cederle la seconda, nella quale il Veneto
fu nuovamente occupato dagli Austriaci.
Le principali forze italiane, che trova
vansi in gran parte del territorio della pe
nisola il quale si stende fra la sinistra
dellAdige, il Po clAdriatico, obbedivano
agli ordini del generaleGiovanni Durando;
ed avevano cmpito dimpedirc la con
giunzione di Nugent e Radctzky, a cui
quegli, venendo dalllsonzo, recava un
soccorso di oltre 15,000 uomini. Dopo
manovre lungo la Piave e la Brenta, dopo
sumco CIALDINI 99
lunione dei due generali nemici, dopo un
inutile tentativo fatto dain Austriaci per
prendere Vicenza, ques_ta.citt stava per
sostenere un assalto di forze poderosis
,simc. Durando laveva munita dopera di
fensive, ed aveva alquanto forticato i
monti Berici Chela dominano. In questo
frattempo, voltosi ad un ufciale del suo
stato maggiore, Cialdini devessere a
Milano, disse; andate subito, ed invi
tatelo a recarsi qui. Luiciale esce, e
mentre scende le scale trova Cialdini che
le saliva. Impaziente daspettare a Milano,
mal ricevuto da quel Governo provvisorio
che non vollegiovarsi de suoi servigii ,
nel timore di non prender parte attiva
alla lotta, e sapendo che il Veneto era
minacciato, correva a Vicenza in cerca di
posto in un combattimento. Era la vigilia
del grande assalto ', e siccome icolli Berici
formavano la chiave della posizione, cos
Durando vi mandava 3000 uomini delle
migliori truppe comandate dal colonnello
Massimo dAzeglio, capo del suo stato
maggiore, a cui diede per coadiutore il
colonnello Cialdini. Arrivato questi allim
provviso, e posto cosi subito in azione,
non aveva nemmanco ununiforme ita
liana da indossare, non essendoin ancora
30 ENRICO CIALDINI
giunto il brevetto modenese della nomina
a colonnello di gendarmeria avvenuta al
cuni giorni prima; per la qual cosa ebbe
una tunica dallAzeglio e se ne vesti : certo
non doveva essere troppo elegante per la_
. sensibile differenza daltezza fra dAzcglio
e lui; ma era un_uniforme, e tanto ha
stava. v
Il combattimento, impegnatosi alla
punta del giorno 10 giugno sui monti
Berici, non tard ad estendersi, e verso
muzogiorno il fuoco era spaventevole da
tutte le parti. Un ufciale, mandato da
Durando sui colli per assumere notizie,
trov Cialdini nei punti pi avanzati e
pi esposti, che collo zigaro in bocca e
le braccia incrocicchiate osservava i mo
vimenti dei nemici. Tornato a Durando,
lufficiale di conto della condizione delle
cose, ed aggiunse alla relazione: Posso
poi dirvi, generale, che fra poco avremo
notizia della morte del colonnello Cial
dini . E pochi minuti dopo si seppe che
era ferito mortalmente. Trasportato poscia
in una casa, e visitato dai medici e chi
rurghi, gli si pronosticarono poche ore
di vita. \
Intanto le sorti di Vicenza volsero al
peggio. A sera Durando si trov costretto
ENRIGO CIALDINI 31
a' concludere una convenzione, frai cui
patti fu quello di aver cura dei feriti.
Cialdini rimase quindi a Vicenza; era
colpito al basso ventre, la palla gli aveva
forato un intestino, e tutto portava a cre
dere che sarebbe morto in breve di can
crena. La sua tempra ferrea la vinse;
una fortunata adesione della parte lesa
colle pareti addominali lipar al guasto
formatosi nello squarciamento del tubo
intestinale; e a poco a poco si trov in
via di guarigione nch dopo molte set
timane pot alzarsi dal letto.
Senza parlare delle tenere cure ricevute
in casa dellavvocato Pasini, e come tutti
iVicentini avessero a cuore la sorte di
lui, diremo che fuvvi uno fra nemici il
quale mostr molto interesse pel giovane
colonnello. Il tenente maresciallo DAspre,
uno degli espugnatori di Vicenza, ne
chiedeva notizie soventi volte, e soventi
volte and egli medesimoa trovarlo, seco
trattenendosi intorno alle guerre di Por
togallo e di Spagna, ed allimpossibilit
per gl'ltaliani di sostenere una lotta col
lAustria. Le ragioni contrarie di Cialdini
nol persuadevano: peccato che sia morto
a Padova prima del 1859 l forse , se
avesse vivuto, pi che colle parole Cial
32 ENRICO ClALDINI
dini lo avrebbe persuaso coi fatti. Del
resto, allorch il con'valescente volle par
tire pel Piemonte; DAspre gli diede una
carta speciale, afnch le moleste polizie V
non lo tormentassero colle lor.vessa
zioni. Tanta fu la stima e la simPatia che
aveva concepito pei valoroso italiano!
Dopo il disastro di Custoza e larmi
stizio di Milano, erasi riparata in. Piemonte
buona parte delle truppe e dei volontarii
parmensi e modenesi. Il governo decise che
se ne fermasse un reggimento, e ne afd
la cura ed il comando al colonnello Cial
dini giunto in novembre negli Stati Sardi.
Per progressione regolare in ordine ai
reggimepti piemontesi e lombardi ebbe il
numero 23, e componevasi di elementi
piuttosto eterogenei e di difcile mistura.
Ufciali di vecchio regime, ufciali nuovi
ma digiunidistruzionc militare; e, quel
ch peggio, vecchi soldati, specialmente
estensi, che ,avversavano il nuovo ordine
di cose, e giov:mi volontarii a cui pesava
il freno della disciplina. Cialdini seppe
demare, e diremo di pi seppe magne
tizzare questi esseri malcontenti ; domarli
collinfondere profondo rispetto al suo
personale coraggio, opponendosi una volta
colla spada ad un ammutinameuto quasi
ENRICO CIALDINl 33
generale; magnetizzarli colla parola che,
conviene confessarlo, persuade ed incanta.
Narreremo un fatto da cui si trarr idea
della sua fermezza ed energia. \
Una sera trovavasi al teatro in Torino,
allorch gli si annuncia essere il reggi
mento in rivolta per uscire dal quar
tiere; i,granatieri della 1 compagnia, i
quali erano di guardia, aver resistito alla
moltitudine irrompente; urli e schiam
mazzi l'arsip clamorosi; correre pericolo
che linsubordinazione resti vincitrice e i
soldati sortauo a loro capriccio. Il colon
nello va immantinente al quartiere, fa
splendido elogio alla compagnia dei gra
natieri e ne dispone gli animi alla cieca
obbedienza ne suoi comandi; e mentre le
grida continuavano ne corridoi, egli va
nel mezzo della corte ove pu essere udito
da tutti, e con voce alta e decisa esclama:
prescritto che aquestora tutti siano in
letto ed in silenzio; io vengo per visitare le
stanze; chi non si trover coricato e dor
mcnte sar severamente punito. Granatieri,
seguitemil Poi, accompagnato da due
uomini colla baionetta spianata e da un
altro colla lanterna , savvi nei corridoi.
Tanto ardireystupelcce i riottosi, che tosto
corsero alle camere loro, spogliaronsi e
I
Cialdini 3
34 ENRICO CIALDINI
coricaronsi. Il colonnello visit i letti ,
esamin il volto de soldati rischiarato
dalla lanterna; tutti gli occhi erano chiusi.
Il reggimento era l'atto; chi aveva tanto
potere era sicuro di condurlo a sua voglia.
Infatti, nel marzo del I849, il colonnello
riusc a condurre in campo il suo 239, il
quaie doveva in quella lotta infeliceoperar
fatti che_lenissero l'amarezza di tanti altri.
Il 23 venne destinato a far parte della
2 divisione comandata dal generale Bs.
Gli Austriaci, varcato il Ticino a Pavia
e nelle vicinanze, e non trovando seria
resistenza alla Cava, continuarono la mar
cia per volgersi poi a destra e dar batta
glia allesercito sardo vicino a Novara.
Accortosi, bench tardi, di questo'piano,
ilcomandante supremo del nostro eser
cito fece che le divisioni piemontesi si
raccogliessero con sollecitudine Ira Mor
tara e Vigevano; per la qual cosa toccando
alla 2 di collocarsi innanzi a questa citt,
prendeva posizione alla Sforzesca. Il ne-V
mico assali a Borgo S. Siro la vauguardia
di questa divisione, la quale ,_' dopo aver
sostenuto lurto per lungo tempo, si ri
pieg alla Sforzesca. Ivi trovavansi il 17 e
il 23 di linea. Prima di cominciareil fuoco7
Cialdini tenne un discorso alle sue truppe;
ENRlCO CIALDINI 35
e talmente seppe eccitarle collo stimolo
dellonor militare e nazionale, talmente
metterle in pensiero colla minaccia di
terribile rigore, che, emulando il 17,as-
salirono due volte il nemicoalla baionetta
c lo fecero indietreggiare. il 23% ilslio
bravo colonnello Cialdini, dice il Duca di
Dino (1), si comportarono in modo degno
delogi. Il colonnello Cialdini abituato
a riceverne sul campodi battaglia ; seb
bene ferito gravemente a Vicenza da una
palla che gli pass il basso 'ventre, e non
guarito da questa ferita crudele, nondi
meno marci sempre in prima la .
E non era effettivamente guarito ; pochi
giorni dopo scriveva a suo zio che la
sciando il letto, trattenutovi dallesaspe
rata ferita, era montato a cavallo; ma il
suo 23 ignorava daverenlla testa il pro
prio colonnello quasi morente .
Malgrado infruttuose prove di valore
per parte dei nostri, il nemico impadro
nivasi (li Mortara; e lesercito Sardo rac
coglievasi aNovara, separato da ogni base
e da ogni comunicazione, costretto a dar
battaglia quando sarebbe convenuto a
Radetzky.
(l) La campagne du Pie'mont en 1849 (extrait
da la Revue des deum mondes).
36 ENRICO CIALDINI
La 2l divisione, recatasi a Novara, -fu
messa a cavallo della stradadilllortara, e
la sera del 22 marzo. trovavasi al suo
posto.
Il 23 marzo era segnato dal destino ad
essere uno de giorni pi luttuosi nelle
storie delle nazioni; Italiani ed Austriaci
dovevano venire alle mani con esito de
cisivo.
La nostra fronte della battaglia erafor
mala da tre divisioni su due linee, dal
Terdoppio allAgogna.
La 2 divisione occupava il centro. Ri
mase inoperosa per molte ore, essendo
disegno del generale in capo Chzarnow
sky di stancare il nemico negli assalti
della Bicocca, e poscia verso sera piom
bargli addosso con truppe fresche, ,rom
perle e l'ugarlo. Ma la cosa and total
mente al contrario. Verso sera tutte le
forze austriache erano sul campo, davano
lassalto simultaneo allintiera nostra linea
e ci minacciavanola ritirata. Il 23, come
altri reggimeuti della divisione Bs, era
stato esposto eollarma al piede alla gran
dine dei proiettili nemici; pure_in virt
del suo colonnello non si mosse, non
di segno n dimpazienza n di scorag
giamento; il nome acquistato alla Sfor
ENRICO CIALDINI 3'!
zesea serviva dincentivo a mostrare intre
pidezza, non essendo ancora venuto il
momento delle slancio. Cialdini animava
gli ufciali, animava i soldati;diceva do
versi coronare a Novara le prove felici
della Sforzesca;og'ni italiano dover mo
strare come sappia vincere o morire. In
tanto giungeva lordine davanzarsi e
veniva]aecolto con fragorosi evviva : il 47
ed il 23,marciavano pieni dardore, allor
ch vennero assaliti furiosamente da quat
tro colonne nemiche. Simpegn il fuoco;
i nostri ricacciavano gli Austriaci e gua
dagnavano terreno; quando arrivava lor
dine ehe que due reggimenti, gi troppo
inoltrati, si ritirassero, essendo lala si
nistra stata oppressa dal nemico; e la
ritirata fu eseguita regolarmente sotto la
protezione dell artiglieria. Lonorevole
contegno del reggimento valse alla sua
bandiera lamedaglia dargento al valor
militare.
Dopo linlaustissima giornata, il colon
nello Cialdini , decorato egli pure di due
medaglie al valor militare pei fatti di
' Vicenza e quelli della Sforzesca-e di No
vara, and col 23" a Chivasso, indi al
campo di S. Maurizio, poscia di nuovo
in accantonamento a Chivasso. Ivi si di
38 ENRICO GIALDINl
congedo a coloro che lo chiedevano e che
non appartenevano agli Stati Sardi, per
cui il corpo rlov quasi totalmente rifarsi
con nuovi elementi. Il colonnello spieg
allora tutta quell intelligenza , attivit,
energia, che gli sono proprie; e tanto
infuse distima ed affetto ne suoi subordi- '
nati, che ben presto la fama di buon orga '
nizzatorc s aggiunse a quella di capitano '
valoroso, e sali in alte regioni della ge -
rarchia militare. Non dobbiamo tacere
per che si attribuiva un difetto al suo
carattere, di essere cio impetuoso; ed
e"ettivamente lo era; non a discendere
ad eccessi triviali, maa lasciarsi traspor
tare a parole e ad atti che, sebbene giusti
nel fondo, potevano per avventura repu-
tarsi troppo severi. .
Ma questa pecca veniva largamente-w, _
compensata da altre pregievoli doti, tra
le quali primeggiava la sollecitudine esem
plare pei ben essere del soldato e per
linteresse de suoi ufciali : anzi dobbiamo
soggiungerc che non esit talvolta a com
promettere la propria posizione allor
che trattavasi di difendere diritti altrui
che gli sembravano lesi. Il suo contegno,
estremamente autorevole nel servizio, che
mantenne la pi rigorosa disciplina nei
ENRIGG (ALBINI 39
corpi da lui successivamente comandati,
e quello di buon camerata allorch di ser
vizio pi non trattavasi, gli conciliarono
cieca ducia di tutti e simpatia presso
ch Universale. Y.
Sciolto il 23 di linea al 1 gennaio del
1850, ebbe il comando del 14; la sua
riputazione si conferm, si estese; il mi
nistro La Marmora sac001se davere un
ufficiale superiore da tenersi a calcolo e
lo tenne.
Nel 1854, le spade riunite di Francia e
dInghilterra furono sgnainate per dare
unicolpo ai trattati del 1815, protestando
per di volerli mantenere integri. Al loro
trattato dalleanza aderiva anche il Regno
Sardo, e nei primimesi del 1855 un corpo
sceltissimo di oltre 45,060 uomini, sotto
il comando del valente generale Alfonso
LaMarmma, venne destinato alla guerra
d'Oriente che si combatteva in Crimea.
Questo corpo era composto di cinque
brigate, dette provvisorie, una delle quali,
la_3*, venne affidata al colonnello Cialdini.
Penetrato del cmpito suo, il colon
nello si pose a tuttuomo ad organare la
brigata, dandole linsieme tanto necessa
rio pel buon esito delle militari operazioni.
A tal uopo raun tutti gli ufficiali, e loro
40 suaco CIALDINI
tenne lunghissimo discorso che dest una
viva, una profonda impressione, sino a
commuoverli tutti ed a strappare le la
crime ad alcuni. Spieg loro i motivi che
indussero alla guerra di Crimea, quelli
che decisero il governo nostro a pren
dervi parte; la necessit cio di riaprire
con una vittoria le pagine della nostra
storia militare, che erano state chiuse
con una scontta ; e di prepararsi po
tenti sostegni per intraprendere un giorno
la santa guerra dindipendenza che stava
in cima dogni mente, in fondo dogni
cuore. Sonovi giorni di lutto, disse
egli, che provengono da disgrazie molte
volte indipendenti dalla generosit e dal
valore; s0nvi giorni in cui gli eserciti ,
per quanto onorati e coraggiosi, ven
gono circondati da un velame oscuro che
bisogna assolutamente squarciare. Car
tagine ebbe Zama, Roma Canne, Francia
'Waterloo. Tale fu per noi quello di No
vara; e dobbiamo ad ogni costo ri
prenderci l aureola brillantissima che ci
diedero le battaglie dellAssietta, di Gua
stalla, di Torino, di Goito. Il governo ce
ne o're loccasione, e non ce la lasce
remo certamente sl'uggire . Indi descrisse
la Crimea, svolgendo tutti i particolari
ENRICO ClALDINI ' M
intorno alla posizione geograca, ai ca
ratteri topograci, alle produzioni na
turali, agli abitanti, al terreno militar
mente considetato; Parlo dei disagi che
un lungo assedio in inespite lande, ove
trovavansi numerosissimi eserciti, avrebbe
recato; ma lidea, soggiunse, che ivi
sta l'onore che abbiamo a cogliere a larga
mano, ci far sopportare con pazienza ed
abnegazione qualsiasi patimento . Dimo
str la necessit della concordia e buona
armonia tra gliutliciali, che, sebbene di
reggimenti diversi, dovevano eSSere ani
mati da emulazione non mai da gelosia.
Raccomand di mantenere la disciplina
frai soldati. Siamo esempi di valore e
di virt, esclam, ed il Re e la patria ci
proclameranno degni di loro .
Gli ufciali se nandarono pieni di
ducia nglloro comandante, e ieni del de
siderio di far onore alla loro andiera.
Animati cos gli ufficiali, il colonnello
volle fare altrettanto coi soldati ; il giorno
dopo riuni tutta la brigata e le parl colle
seguenti parole: -
Ufciali, bassuliiciali e soldati l
Osservai nella solenne rivista passata
sei giorni or sono da S. M. il Re, osser
vai pi ancora stamane la vostra bella
42 ENRICO CIALDINl
tenuta, il passo disinvolto, lo sguardo al
tiero, e ci che pi monta per me, las
petto vostro marziale che mempie lanimo
di soddisfazione e di gioia. .
Voi tutti tenete lo sguardo a me ri
volto; ssatelo pur sempre su di me, egli
mi commuove, ed io sono superbo di co
mandare una truppa cos distinta. Il sol
dato valoroso tieu sempre sollevato lo
sguardo al suo condottiero, e non lo ab
bassa al suolo cheper numerarvii nemici
caduti; il vile solo invece , il codardo
china gli Occhi a terra per celare il pallore
che gli copre la fronte. Nel vostro sguar
do foriero di magnanime azioni, io vi
leggo larga profezia di gloria.
Miei cari commilitonil Fra poco noi
abbandoneremo questo patrie suolo, e,
lontani le mille miglia da questa privile
giata parte dItalia, ci segmrannoivoti e
le preci dei parenti, a cui sta a cuore
lonore e la gloria dItalia. Fra i disagi ed
i pericoli rammentatevi la patria vostra e
l'onor suo.
Chi di voi oser riedere in patria
senza aver adempito al suo dov=re? Chi
di voiardir rivedere questi luoghi se non
avr la coscienza davere strettamentecom
piuto il suo mandato? Chi di voi loserebbe ?
ENRICO GIALDNI 43
(Miei cari fratelli ,darme! Eccovi la
bandiera consegnata_vi dal magnanimo
nostro Re Vittorio Emanuele Ii; ecco il
sacro nazionale vessillo; ricuopritelo di
nuovaglorin, riportatelo lregiat dallori,
e qui in questo stesso luogo, qui sotto
questo cielo, giurate dinanzi al Dio degli
"eserciti che lo benedisse, dinanzi al Re
ed ,alla Nazione, giurate di difenderlo
eroicamente, a costo del vostro sangue,
della vostra.vita, perch al vostro ri
torno ve se ne chieder uno strettissimo
conto._lo pel primo il giuro, giuratelo
vo1 pure. V ' '
VIVA IL Re! VIVA LO STATUTO! VIVA LA
NOSTRA BANDIERA!
_ Una generale emozione, un fremito
universale invase gli astanti, i quali ripe
terono pi" volte il nobile grido_del loro
comandante.
La 3' brigata simbarc in maggio per
urli lOriente, e il 31 di quel mese il colon
.giu nello eiscrivev la seguente lettera da Ka
sll " mara, la quale descrive le posizioni occu
pate allora dai nostri, ed esprime le idee
pnlll'l del colonnello sulle condizioni militari di
li li que giorni. _
;3 mm Se possedete una carta _della_ Crimea,
260' troverete il luogo da cui Vi scrivo sulla
ebbe l
44 ENRICO CIALDINI
destra di Balaclava, e a due ore ineirca
pi avanti.
Al mio arrivo, che fu il 48, la linea
degli alleati giungeva alla Teernaja sotto
Sebastopoli soltanto in faccia alle rovine
dlnkermann e si ripiegava su Balaclava
ove quasi tangente moriva sul mare.
( Ma venerd scorso (Q5) gli alleati avan
zarono con 40,000 uomini, e, senza quasi
alcuna resistenza dei Russi, stabilirono la
nostra linea sulla sinistra immediata della
Tcernaja sino ad un villaggio detto Karlowa
o Karlol'kapus e ripiegarono la nostra
destra appoggiandola al torrente (che par
tendo dal Demir Kapu scende lambendo
il piede al monte Cirkakajassi ed afuisce
poi nella Tcernaja oltre Karlowa, poco
prima di Ciarluna) e sui grandi plateaux
che troverete marcati nella direzione di
Kamara a Kucciut-Miskomia, prima della
grande strada, e sul punto in cui il ter
rente, biforcato nella sua origine, si riu
nisce. I plateaux scuoprono la gran valle
del Baidar, ricca di 13 o 14 villaggi, che
ricorda assai le valli delle Alpi nostre, ed
sbocco possibile a molte truppe.
Non potrete forse gustare questi det
tagli se non avete una gran carta della
Crimea.
ENRICO CIALDINI 45
a La brigata di riserva (Ansaldi), e la
2 (Fanti), le sole sbarcate, presero parte
a questo movimento. La mia brigata,
menoi bersaglieri, giunta nalmente,
come pure una.parte di quella di Mollard.
Fra sei od otto giorni tutto il corpo di
spedizione sar riunito. Occupiamo la
linea fra Karlowa e i grandi plateaua: di
cui tenni parola, ed abbiamo a fronte il
torrente che affluisce nella Tcernaja, alle
spalle Kamara, di cui solo restano la
chiesa e due o tre case.
Abbiamo qualche avamposto oltre il
torrente, ed una compagnia di bersaglieri
al di l della Tcernaja allestrema nostra
sinistra. I plateaux interessantissimi alla
destra nostra sono tenuti dai dieci batta
glioni inglesi. ' -
Siamo dunque a cavallo della Teer
naja, umile umicello, minore del Crosto
lo (1), incassato, collacque poche e quote.
Credeva prima di vederlo, giudicando
dalle carte, credeva la Teernaja ume ad
altissime sponde, di cui la destra fosse
irta 'e scoscesa. Invece la Tcernaja, nella
parte pi bassa, scorre lietamente per una
valle che si allarga in modo considerevole
(i) Paragone scherzoso col piccolo torrente che
corre a Reggio nellEmilia.
66 ' ENRICO CIALDINI
da Karlowa a Sebastopoli. Le formidabili
posizioni russe, le creste insuperabili, le
batterie innumerevoli ,' gl inespuguabili
trinceramenti, di cui tanto ci parlarono i
giornali avversi alla spedizione, sono assai ,
pio indietro, a quasi due ore. _'
La resistenza di Sebastopoli devesi alla
stagione in cui ebbe luogo lo sbarco de
gli alleati. Il freddo, le piogge, la neve,
le privazioni, ridussero oltre misura il
numero de combattenti. Dae neces4
sit di stringerci e di abbandonare molto
terreno. La piazza era mediocremente
munita al loro giungere, e le difese con
tro cui si sta lottando da tre mesi furono
uostruttedai Russi questinverno sul ter
reno abbandonato, come dissi, dagli al;
leati. Tali opere, oltrech fortissime e
ben intese, latte a,distanza dalla piazza, _
consentono la formazicine di grosse (20- f
lonne di 15 o 20 mila uomini, che col
favore della notte sbucano rovinose sui
zig zag 0ve talvolta riescono a portar
danno ai lavori, ma da cui sono poi
sempre ricondotte sanguinosamente nella
piazza. In similimischie il macello molto;
limpeto primo del neinico dura general
mente poco. Ora quel che importa, e a
cui si lavora con ogni sforzo, si di
ENRICO CIALDINI 47
avanzare le parallele alla piazza. Le sor
tite allora divengono impossibili o nulle
per mancanza di sviluppo. Poche forze
bastano quindi a contenere questa parte
della piazza. Abbiamo in Crimea oltre
dugentomila uomini, orenti e provvisti,
di cui 40 mila fra Eupatoria e Kerctch
occupato dai nostri pochi giorni sono.
Bisogna manovrare e riuscire a rovescio
delle posizioni nemiche oltre la Tcernaja
che sarebbe pericoloso attaccar di fronte.
Investire laltra parte di Sebastopoli sulla
destra della baja, e poi rivolgersi allar
mata russa, batteria e scacciarla. Seba
stopoli cadr forse con maggiore facilit.
Eccovi un piano di campagna tutto
mio : ignoro quello dei Generali in capo,
ma senza dubbiqs_ar migliore.
Gli eserciti alleati sono agguerriti,
animatissimi e dcnti . . .. .. '
La Crimea pi bella di quanto di"
cevasi. . . . ..
Questa sua serenit, e, direm quasi,
conteptezza (perch la lettera contiene
qualche scherzo ed epigramma,.che gli
sono famigliari), venne ben presto turbata
da gravissima sciagura. Il colera invgdeva
le le dellesercito e mieteva a centinaia
e centinaia le vite. Il colonnello non fu
48 ENRICO CIALDIN
secondo a nessuno nelle cure paterne ai
suoi dipendenti, non lasci occasione per
alleggerirne i dolori, e confortarne le spe
rame. Passarono quei giorni nefasti, e
saspettavano in premio quelli di batta
glia e di vittoria. Il 1 agosto, ilcolonnello
veniva promosso a maggior generale, e
il 46, i Russi, usciti dai loro campi, assa
lirono le nostre linee, ma furono vigoro
samente respinti. In questo splendido
combattimento, che rimarr imperituro
nella storia come quello che aperse nuova
ra di gloria dopo la Novara infanstissima,
non ebbe la sorte di agire la 3 brigata,
per cui il suo comandante pubblicava
questordine del giorno :
Fortuna ci tolse di prender parte al
tiva alla gloriosa battaglia; del 16 agosto.
Gli sguardi vostri rivolti a sinistra espri
mewmo con quanta emula invidia vede
vate i prodigi dei battaglioni francesi e
della nostra 2' divisione.
i vostri volti, calmi e sicuri, dimo
stravano che occorrendo non sareste stati
minori al paragone.
Vidi con grata sorpresa che nel mat
tino del 16 tutti accorreste alle armi,
pualunque fosse lo stato vostrodi sa
nte. .
ENRICO CIALDINI 49
Quando tuona il cannone la 3' bri
gata non ha pi malati.
Vidi con soddisfazioneyla sprezzante
indifferenza con cui accoglieste il lusso
dartiglieria che il nemico spieg su voi.
Gli avamposti del 7, fatti lungo bersaglio
a Suoi fuochi, meritano onorevole ricordo
per fermo e dignitoso contegno.
Rammento con piacere i nomi dei
Caporali Griva e Torelli comandanti due
piccoli posti, e quello del soldato Giu
liano sentinella alle armi della gran guar
dia di destra.
Il desiderio donore tralucc dal vostro
aspetto, dal vostro contegno. Voi, miei
cari compagni , decimati dal colera e
dalle febbri, scemando di numero ingi
gantite di animo.y
a Voi meritate un_ giorno da_mpia
Ioria.
E il Dio delle armi lo far sorgere anche
per voi a ricompensa delle vostre virt .
Il 6 di settembre il generale La Mar
mora riun i comandanti di brigata, e par
tecip che gli alleati lo avevano invitato
a mandare una brigata a prender parte
all'onore dellassalto di Sebastopoli.
Fu stabilito{che se ne destinasse una che
non avesse preso viva parte nel fatto
Cialdini 4
50 ENRICO CIALDINI
del 16, ossia quella di Fanti, o di Cial
dini , o di Decavero. Per non far torto a
nessuno si tir a sorte a chi spettasse
lonore, e la fortuna favor la 3.' _
Il di appresso questa Brigata and sotto
Sebastopoli, fu unita alla 4! Divisione
francese chc doveva impadronirsi del ba
stione del centro, e le venne assegnato las
salto del bastione del Miti, mentre le al
tre divisioni francesi dovevano prendere
Malakoif e glln"glesiil Redan.
Prima di entrare nelle trincee; il gene
rale Cialdini tenne questeparole a' suoi
soldati : .
Compagni darmi !
Fuvvi un giorno di giuramento; voi
lo rammentate; fu giorno di parole; oggi
giorno di fatti.
Compagni di brigata! .
Voi siete chiamati a battervi a fianco
di due potenti e valorose armate: im
porta assolutamente che la bandiera ita
liana sventoli sulle mura di Sebastopoli,
conviene assolutamente battersi e morire
tutti anzich veder disonorata la nostra
bandiera, e provar al mondo che gllta
liani sanno battersi'al pari di qualsiasi
altra nazione!
V1v.un Ra! VIVAIL PIEMONTEI VIVA...I
\
.

ENRICO CIALDINI 51
voleva soggiungere IIru.u, ma la sua
voce fu coperta da quella de soldati che
ripeterono il grido di VIVA IL RE aggiun
gendovi quello di Viva n. GENERALE.
Non essendo riusciti gllnglesi nei tre
assalti dati valorosamentc al gran Redan,
rest sospeso quello dei bastioni del cen
troe del Mdt, inutile anzi perigliosa riu
scendo Ioccupazione di questi nch il
Redan restava in potere del nemico.
Le truppe nostre rimanevano quindi
inoperose nelle trincee, esposte al fuoco
nemico che poneva molti uomini fuori di
combattimento; quando essendosi_i Fran
cesi impadroniti di Malako', il Md! venne
abbandonato dai Russi.
E neppure questa volta la 3 brigata
ebbe la sorte di mostrare il suo valore;
torn quindi dolentiSsima alle sue posi
zioni antiche. .
Finita la guerra, il generale Cialdini ,
reduce a Torino, veniva nominato aiu
tante di campo del Re.
Ed anche in questa onorevolissima ca
rica, seppe contenersi in modo da farsi
rispettare con un contegno dignitoso, sce
vro di servilit. cortigianesca, e da conci
Iiarsi la benevolenza del personaggio au
gusto al quale per motivo di servigio si
52 . ENHICO_CIALDINI
trovava soventi volte vicino. Gli uicii
suoi lo portarono parecchie ate ad essere
destinato a far parte del seguito donore
di alcuni principi stranieri che visitarono
i nostri Stati o la Corte nostra.
Era morto in Crimea il povero gene
rale, Alessandro La Marmora, benemerito
dellesercito per la formazione del corpo
dei bersaglieri, amato da quanti lo cono
scevauo per lealt di carattere, per nobilt
di cuore. Gli si doveva nominare un suc
cessore nella carica dispettore dei bersa
glieri ', e il Ministro della guerra, fratello
allestinto, vi destino Cialdini, come ca
pace di sostenere il compito arduo e
delicato. , _
Altre incombenze ebbe questi prima che
la guerra del 1859 scoppiasse; fra cui
lispettorato della scuola dIvrea e la su
, prema direzione del campo di S. Maurizio,
nel quale raccoglievansi per 40 giorni le
truppe di 2 categoria per esservi istruite
da ufficiali, sotto-ucialbe caporali della
scuola anzidetta.
Intanto i destini d'Italia, preparati da
lunga mano, con pazienza, perduranza, co
raggio e senno altissimo di politica, volge- -
vano al compimento: il disegno 'di Vittorio
Emanuele, lopera insuperabile del conte
ENRICO CIALDINI 53
di Cavour, le ansie del popolo italiano,
stavano per raggiungere il desiderato ne.
Da ogni parte della penisola correvano a
torme i giovani volontarii per combattere
una guerra che ormai era divenuta indu
bitabile e vicina. Il conte-di Cavour, col
I'acutezza del Suo sguardo,.vide come si
dovesse trar partito da tutti gli elementi
che potevano giovare alla causa italiana
se bene adoperati, epperci non volle sol
tanto chela valorosa gioventnelle le
dellesercito si ascrivesse, ma si formasse
un corpo di partigiani, sotto la guida di
condottiero animoso, e diutciali di pro
vato coraggio ma di breve o interrotta car
riera, i quali non potevano far parte delle
truppe regolari. Per questoine si ordin
dapprima la formazione dei Cacciatori
delle Alpi, poscia di quelli degli Apenninz,
e venne nominato duce dei primi il ge
nerale Giuseppe Garibaldi. A creare ed
ordinare questi corpi fu destinato il gene
rale Cialdini ; e la delicata biwgna venne
condotta con tanta prudenza, con tanta
energia, ehe'in breve il generale Garibaldi
poteva entrare in campagna e cominciare
le sue arditissime imprese. I
Terminato questo cmpito,il generale
Cialdini veniva destinato al comando della
54 ENRICO CIALDINI
quarta Divisione, e lo assumeva col se_
guente ordine del giorno:
Volle la sovrana benevolenza alidarmi
il comando di questa Divisione, e nein
attuali momenti non poteva. far cosa pi
lusinghiera e pi onorevole per me.
a lo ripongo la mia piena ducia nella
vostra disciplina e militare istruzione; la
mia piena ducia nella costanza e nel va
Iore dellanimo vostro. - A questora in
Piemonte e nellItalia tutta ogni cuore
batte, ogni labbro prega per voi che di
fender dovete il vostro re, le vostre case,
le vostre famiglie; Iddio benedice a chi
salva la patria , il Cielo accoglie chi
muore per essa; ma Dio e gli uomini
ripudiano i vili. - Fra pochi giorni ve
drete il nemico , quel nemico che manda
la giovent lombarda a morire sul pati
bolo o nel carcere duro , e condanna le
donne italiane allignominia del bastone;
egli vi noto. Con diversa fortunan co
noscestea Goito, a Pastrengo, a Custoza,
a Santa Lucia, a Novara.
Vincitori o vinti l'oste soli allora a com -
batterio; ora avete a anco e pugnante
con voi un esercito che la Francia, la
possente Francia ne invia. Rinasca fra
voi, rinasca la nobile gara che prodi
m:co GIALDINI ' 55
giosi fatti produsse sulla Cerynaja. Niuno
preteda il soldato piem0ntese, niuno si
dica pi valeroso di\lui.
(L Ufciali, SottUfciali, e Soldati!
il Il vento chespira dallAlpi nostre re
ohi fra breve allegenti italiane_un grido
di Vittoria.,li, cinta di nuova yaureola,
torreggi si alto -,la icroce di Savoia, che
tutto il mondo la Veda da lungi e la
saluti . '
Con queste, parole preparava ad ani
mose gesta la sua valoroso Divisione, la
quale non venne meno. allaspettazione del
Re e della patria. Tra i primi fatti della
guerra sannovera la sortita del generale
Cialdini dalla piazza di Casale il 6 mag
gio, e la presa fatta al nemico di 470 capi
di bestiami che aveva raccolti sul nostro
territori'o.
Poi, il 21 maggio, il Generale, vo
'- lendosi impadrpnire del capo sinistro del
ponte di Vercelli e proteggere la costru
zione di un altro ponte sulla Sesia, ordi
' nave a due colonne di gnadare la Sosia
e sloggiare gli Austriaci dallopposta ripa.
Ardite mosse ed assalti alla baionetta li
herargno dal nemico la sinistra del ume,
.dal passo di Albano sino a Torrione; ed
il possesso di questo terreno venne assicq'
56 ENRlCU CALDINI
rato da partecchie ricognizioni o'ensive che
posteriormente si eseguirono.
Nove giorni do 0 , anniversario della
celebre battaglia i-Goitocombattuta nel
1848, il generale Cialdini partiva da Ver
celli per ordine di S. M. e dirigeva la sua
divisione verso Palestro. La strada pros
sima al villaggio era per un tratto an.
cheggiata da risaie, poi rimaneva incassata
in un altopiano con ripe Scoscese, a piede
del quale correva il cavo del Lago. li ter
reno si prestava a lacile=difesa, ad offesa
difcilissima; gli Austriaci occupavano il
paese ed avevano asscrragliato un ponte
che vi conduceva; ma il valore dei,nostri
vinse ogni resistenza, e le truppe della
4 divisione, dopo un fuoco sostenuto
dalla vanguardia (composta di due batta
glioni di bersaglieri, una sezione darti
glicria e due squadroni di cavalldggieri),
rinforzata a'destra da due battaglioni del
9 di linea, a sinistra da alcune compagnie
del-10, al centro da unaltra sezione di
artiglieria superavano il ponte, caccia
vano gli Austriaci nel villaggio, e vi en
travano esse pure, impadronendosene a
palmo a palmo. _
Nuovo rinforzo venuto da Robbio in
euorava il nemico, il quale occup le case
ENRICU ClALDINI 57
posteallosbocco del villaggio, il cimitero
e una via che unisce questo a quello. Ivi,
salutaronocon vivissimo fuoco le nostre
truppe che tentavano dirrompere; ma
prvvide disposizioni del colonnello Bri
gnone, comandante il 9 di linea, ed il
soccorso da li chiesto e condotto subito
dal generale Cialdini, fecero si che tutta
la divisione si pose in moto, e dopo, osti
nato combattimento, gli Austriaci furono
cacciati dagli ultimi ripari a punta di baio
netta , e Si ritirarono precipitosameute
verso Robbio, lasciando nelle nostre mani
pi di 100 feriti, moltearmi e 184-prigio
nieri, fra cui tre ufciali.
Mentre accadeva questo combattimento,
il nemico veniva pure cacciato da Con
enza e Vinzaglio, a_sinistra di Palestro,
dalla 2 e dalla 3Il divisione, comandate
dai generali Fanti e Durando; e, nel riti
, rarsi, piombava sugli avamposti del 16
di linea che facea parte delle truppe di
Cialdini. Ma ben presto venne l'ugato colla
baionetta, e lasci ai nostri due cannoni
cogli avantreni. .
Questo fatto brillantissimo empi di
gioia il paese, rinvigori sempre pi l'a
nimo dellesercito, e fu promessa di'nuovi
trion e di vittoria nale.
' sa ENRICO cni.mm
E quasi non bastasse a dar gloria ai
primordii della guerra , volle la sorte che
Il nemim tentasse, il giorno dopo, di
prendere Palestro.
Appena occupato dalla 4* divisione il
villaggio e laltopiano di Palestro, il Ge
nerale, conscio dellimportanza somma
della posizione rispetto alle ulteriori ope
razioni dellesercito alleato, e prevedendo
che il nemico nulla lascierehbe dintentato
per riconquistarla , prese le necessarie
disposizioni per la sola difesa. e
Durante la notte, narra il generale
Cialdini al capo dello stato maggiore del
lesercito (I), il maresciallo Canrobert, che
col suo corpo darmata sitrovava a Pra
rolo, gittava i ponti sulla Sesia, non senza
difcolt pel continuo ingrossare delle
acque, e dalle 5 del mattino cominciava
ad eseguire il passaggio del ume con le
sue divisioni, coperto dalle posizioni.oc
cupate dalla 4 divisione. Verso le 8 del
mattino, il 3 reggimento di Zuavi, stato
posto da S. M. lImperatore dei Francesi
a disposizione di S. M. il Re, veniva dal
Torrione , ove aveva pernottato, a pren
dere posizione sul davanti e lungo_la
(i) V. Relazione sul combattimento di Palestro del
1 giugno. Gazzetta Ulliciale.
ENRICO CIALDINI 59
strada che da Palestro conduce alla Sesia.
1: Verso le 10 del mattino , il nemico,
con imponenti forze, sbueava dalle strade
di Robbio e da quella di Rosasco , attac
cando con vigore la nostra linea davam
posti. Questa seconda colonna, composta
della brigata Szabo, faceva ripiegare i no
stri avamposti sul cavo Sartirana, e pas
sando pel ponte della Brida, attaccava con
forze preponderanti le due compagnie po
ste alla cascina San Pietro, che, furono
forzate ad abbandonare la- posizione ri
iiegandosi lentamente. All attacco , il 4
attaglione del 10 reggimento, a sinistra
della strada di Robbio , fu costretto a ri
piegarsi sull_altipiano, eseguendo per i
suoi fuochi di ritirata; A destra della
strada , il 3 battaglione del 10" reggi
mete veniva opportunamente sostenuto
da due compagnie del 9 reggimento, col
condotte dal prode colonnello Brignone,
e successivamente dal 2 battaglione dello
stesso reggimento; e queste truppe, non
solosostennero lattacco nemico, ma pren
dendo una vigorosa offensiva, lo ricaccia
vano alla baionetta assai lungi dalla linea
degli avamposti.
Sin dal principio dellazione essendomi
apparsa lintenzione del nemico di girare
60 ENRICO (WALDINI
la destra della mia posizione, e fors'anco
di gettarsi sui ponti francesi, avevo spinto
da quella parte il 7 battaglione bersa
glieri, e snceessivamente il 46 reggimento
di fanteria, portandolo cos dalla sinistra
alla destra della mia posizione.
& Avevo contemporaneamente rafforzato
dartiglieria la destra e la sinistradell'alti
piano, e portato lartiglieriadellaestrema
sinistra sulla destra della posizione pro
tetta dai cavi, onde prendere/di anco
l attacco della destra. Il 7 battaglione
bersaglieri collabituale suo slancio attac
cava vigorosamente il nemico, gli ripren
deva alla baionetta la gi perduta cascina
S. Pietro; ma avendo a lottare contro forze
di molto superiori, si limit a mantenere
le riacquistate posizioni sino allarrivo dei
primi battaglioni del 16 reggimento ed
alla vigorosa oleiisiva presa dal 3 reggi
mento diZuavi. Questo ammirabile reggi
mento, vista la destra minacciata, si spin
geva in colonna_pr0fonda al stione della
fan/ara sul dinanzi della sua fronte; pas
sav'a a guado la Sesiet.ta,ed irrompendo alla
baionetta Sul nemico, ne faceva tremendo
scempio sul ponte della Brida precipitava
nel canaledi Sartirana, pronlondissimq,
gran parte della-brigata Szabo,jmpadro
ENRICO CIALDINI 61
nendosi di una parte'della batteria da 46
che aveva paseato il ponte, e di buon nu
mero di prigionieri.
' Questo vigoroso attacco venne ardi
ta mente secondato dal 7 battaglione ber
. saglieri e dalle primetruppe giunte del
16 , le quali simpadronirono degli altri
pezzi della batteria, di qualche cassone
e di molti prigionieri. Il, colonnello dei
Zuavi, lasc1ato-a guardia del ente un
drappello di bersaglieri, colla aionetta
alle reni mise il nemico in piena rotta.
Mentre si passava questo brillante e de
cisivo episodio della giornata , il nemito,
che aveva fatto- qualehe progresso sulla
nostra sinistra, accennava con una carica
alla baionetta ad un attacco sullaltipiano
stesso. Ma arrestato da due ben diretti
colpi di metraglia della nostra artiglieria;
veniva successivamente ricacciato e fugato
da vigorosa cariche alla baionetta eseguite
dal 6 battaglione bersaglieri, e dal _1 e 2
battaglione del 10 reggimento fanteria,
guidati dal suo valoroso colonnello Regis,
il quale inseguire il nemico ben oltre la
linea degli avamposti, e veniva solo rile
vato nella sua posizione negli ultimi periodi
della giornata da due battaglioni del-15
reggimento fanteria, essendo i due batta
62 ENRICO CIALDINl
glioni del 10 restati privi di munizioni.
Cooperarono singolarmente a respingere
lattacco sulla destra una batteria francese
collocata sulla riva destra della Sosia, che
prendeva di anco il nemico, ed una se
zione dellistessa artiglieria , che nellul
timo periodo della giornata, collocata sullo
stradale di Robbio, riduceva, dopo pochi
colpi, al silenzio l'artiglieria nemica che
proteggeva la ritirata.
Alle 2 dopo mezzogiorno, il nemico ,
respinto e fugato su tutta la linea, era in
piena ritirata verso Robbio e Rosasco ,
_ lasciandoci nelle mani mille prigionieri,
seicento feriti, un numero considerevole
di morti, d'armi, di bagagli ed una intera
batteria da 16.
Le nostre perdite furono in morti e
feriti disgraziatamente assai gravi, come
risulta dagli stati che qui ho lonore di
trasmettere, ma incomparabilmnte mi
nori di quelle del nemico.
Non e mestieri, signor Generale, che
io le accenni la mirabile condotta della
4' divisione in questa circostanza. Le
truppe combatterono sotto gli occhi di
S. M., che ebbe campo di apprezzare
quanto sia grande la loro devozione alla
sua Persona ed alla patria, e di quale ab
\
ENRICO ;CIALDINI 63
negazione, nel pericolo, esse sieno capaci.
: Le numerose azioni di valore perso
nale contenute nellelenco che qui unito
ho lonore di trasmetterle, fanno fede che
ilRe pu sempre contare con ducia sulla
divisione che mi reco ad alto onore di co
mandare .
Il Re volle ricompensare lintelligente
e fortunato guerriero; ed annunziava con
ordine del giorno a tutto lesercito, che
pei grandi servigi prestati, il maggior ge
nerale Enrico Cialdini veniva promosso al
grado di Luogotenente Generale.
Passato il Ticino, il Generale cos par
lava il 7 giugno alle sue truppe:
SOldll!
Dalla riva del Ticino io volsi ieri lo
sguardo indietro, e mirai con compiacenza
il glorioso sentiero da voi seguito per
giungere sin qui.
Voi segnaste con piede sicuro le orme
del vostro passaggio sulla Sosia e sul Po,
e scolpiste in cifre indelebili il nome della
4 divisione a Frassineto , a Casale, al
Torrione , a Borgo Vercelli, a Villata, a
Palestro.
Il vasto laberinto delle risaie, i fre
quenti corsi dacqua, i umi senza ponti,
il numero dei nemici, la forza delle loro
si aumco CIAL)INI
posizioni, le marcie, le veglie, le fatiche
continue di Un mese davanguardia, lu
ropo per voi cose di poco momento ;voi
sapestc tutto sostenere, tutto superare.
Frattanto il nome della 4 divisione .
corresul labbro di ognpnot
Il Re ci onora di un lusinghiero ordine
del giorno. , , \
Larmata ci encomia, la patria ci ap
plaude , e dovunque volgete ,' vi attende
un saluto, una stretta dimano, un evviva.
7 Soldati, da quanto faceste io traggo
Speranza di grandi cose; denti nel vostro
valore e nel senno di chi conduce leser
cito, avanzate sul territorio nemico, ed in
breve dai poggi di Verona griderete alle
genti italiane: Il Tedesco spari. .
Dopo igloriosi combattimenti di Pale
stro, la 4 divisione doveva secondare {al-'
cuni movimenti di Garibaldi al Chiese;
partedi essa occup Rezzato, dopo che i
Cacciatori delle, Alpi ebbero una zntl'a san
guinosa sotto Castenedolo; ma non ebbe a
prendere parte ad alcuna azione. Continu
le marce; e giunta vicino al lago di Garda,
pieg a sinistra e and a Sale verso
Rocca dAnl'o contro agli sbocchi del _'Ii
rolo. ivi sorprese un campo trincerato a
Bagolino, e vi pose il fuoco. Fatto larmi
ENRICO CIALDlNI V 85
stizio di Villafranca, venne a Brescia, e
vi rimase sino alla formazione dei corpi
darmata, che avvenne nel 1860 dopo
lannessione dellItalia Centrale al regno
di Vittorio Emanuele. Allora il generale
Cialdini and colla sua divisione a Bolo
gna, e assunse il comando del 4 corpo, a
cui le antiche sue truppe vennero unite.
In quei giorni il generaleCaribald1 era
sbarcato a Marsala, e di vittoriain vittoria
era giunto a Napoli, avendo per divisa
Italia e Vittorio Emanuele. 'Ma sebbene
valorosiSsimamente combattessero egli ed
isuoi, pure non aveva materiali e forze
bastanti a prendere le fortezze cherano in
mano del nemico; ed una lunga guerra,
scerpando gli uomini, avrebbe potuto met
tere in pericolo gli acquistati enormi van
taggi. Per questo motivo , per la palese
volont dei popoli napoletani e siciliani di
voler far parte dun regno italiano, e per
la presenza dei mercenarii di Lamoricire
negli Stati Ponticii che concnlcavano la
libert dei popoli, ne impedivano le aspi
razioni e ne minacciavano il riposo e la
sicurezza, il governo di Vittorio Emanuele
risolvevasi a dar mano allimpresa dellIta
lia meridionale, e domandava a quello
del Papa lo scioglimento dei corpi stra
Cialdt'ni _ 5
66 ENRICO CIALDINI
nieri ; ed al riuto di questo, ed allinsnrre
zione generale delle Marche e dellUmbria,
il Re Vittorio deeidevasi di mandare le
sue truppe in quei paesi per ristaurarvi
lordine civile.
Poco prima di questa decisione, lIm
peratore dei Francesi andava colllmpera
trice a visitare i popoli savoiardi non ha
guari passati al suo governo, ed in quella
circostanza mandaronsi a complimentarlo
il ministro Farini ed il generale Cialdini.
Gli avvenimenti che seguirono diedero
motivo a grandi commenti; ma noi, senza
fermarci ad alcuna osservazione, accen
niamo il fatto e continuiamo il nostro rac
conto.
Il 4 e 5 corpo darmata vennero de
stinati allimpresa per gli Stati Ponticii ;
luno, comandato dal generale Cialdini,
da Rimini domva entrare nelle Marche;
1' altro , comandato dal generale Della
Rocca, da Arezzo nellUmbria: ambedue
obbedivano al comando supremo del ge
nerale Manfredo Fanti. Il giorno Il set
tembre 1860 era destinato perch si var
cassero i conni; ed il generale Cialdini
emanava un ordine del giorno alle sue
tmppe per darne la novella.
Soldati del 4 corpo darmata! diceva
ENRICO CIALUI.\'I 61
vegli; vi conduco contro una masnnda di
briachi stranieri, clic setedoree vaghezza
di sacvheggio trasse nei nostri paesi.
a Combattete, disperdctc inesorabil
mente quei compri stearii , e per mano
vostra sentano lira dlinpopolochc vuole
la sua nazionalit e la sua indipendenza.
Soldati! Linnlta Perugia domanda
vendetta, e, bench tarda, lavr u.
Passato il cmdine,,mand una divisione
(13:) ad occupare Urbino e Fossmnbrmm.
una (7) verso Fano, e ponendosi egli
stesso alla tustadi unaltra (4') e della
riserva, mosse-alla volta di IN-sam, fc'
cingere improvvisamente la citt, le in
tim resa. ed al riuto incominci il film-u
' esimpadroni della citt, mentre la guar
nigione e il delegato monsig. Bell. erausi
'riparati nel forte. ,
Entrando in citt, narra il generale
Cialdini (I) , avvennero casi singola. ha
alcune nestre, e specinhueute da quelle
di un convento di monache, e dai sotter
ranei di alcuni palazzi, fu fatto fuoco con
tro di noi D. ,
Occupato con molti stenti il colle di
(I) Rapporto a S. E. il Generale in rape, sulle
operazioni del t corpo darmata, dall'H al 2.! set.
tembre, V. Gazzetta Ufciale del Regno.
. /
63 ENRICO CIALDN .
Loreto, che domina il forte, le artiglierie
cominciaronpa fulminare; sospesi i colpi
nella,notte per non offendere la citt , si
riprese il fuo(:o allalbaseguente, e la ,
guarnigione chiese di uscire cogli onori
di guerra. Cialdini riut e continu il
fuoco, -e venti minuti dopo il'presidio_s ,
rese a discrezine. Q
/ Una delle sue divisioni (13) ebbe on
, dine dal comandante in capo di riunirsi al
5 corpo, che 'daArezzo inoltravasi verso
Foligno; per cui il generale Cialdini deve
pensare ad eseguire il suo cmpito con
forza sensibilmente diminuite.
Il 43 settembre and a Sinigaglia, ove
sperava aver notizie precise del nemico,
ed ove fu costretto a,fermarsi perch,i
viveri ed i parchi non erano giuti; ivi
seppe che Lamoricire trovavasi a Foli
gno ove rannava truppe, e poscia, nella
notte del 14, gli giunse la nuova che si .
dirigeva a marcie forzate verso Ancona
con 3 o 4 mila uomini, seguito ad un
giorno di distanza dal generale Pimodan
con altri 5 o 6 mila. Assicuravasiche nella
stessa notte dormiva a Macerata.
Atine dimpedire che Larporicire si
gettasse in Ancona, il generale Cialdini;
con savio ragionamentoe colpo docchio
. ENRICO CIALDINI 69
sicuro, occup le alture di Osimo e di
Caslelldardo, prolungando le sue forze
sino alle Crocette per chiudere la via al
nemico. Le sue truppe fecero una marcia
forzata di 38 migliaio 28 ore; erano spos
sale, malconcie assai dall'ardore del sole,
dal lungo cammino, dalla scarzezzza del
cibo; pure non mandavano un lamento.
Mi piangeva il cuore a tante pene,a
tanta abnegazione. diceva poscia il gene
rale negl intimi discorsi di famiglia; ma
sapeva di quanto giovamento sarebbe riu
scita la mossa che quelle truppe esegui
vano, e mi trovai costretto a far tacere la
compaSSione posponendola al dovere. I
soldati mi compresero e mi obbedirono.
Che bravi soldati! Ci dicendo, gli oc
chi gli sinuniidimno, e qualche lacrima
gli scendeva sulla guancia; ma egli vol
geva la faccia altr0ve, quasi lemesse che
questa espressione dellanimo suo fosse
giudicata debolezza.
Il 17 settembre, le truppe riposarno e,
si rifocillarono. - \
l.amoricire, raggiunto da Pimodan,
tenta, il 18 , di aprirsi un passaggio fra
le due divisioni del 4 corpo 'd armata;
Pimodan assale luriosmente le nostre
posizioni avanzate, ove lAspio mette nel
10 tannico cuan ,
Musone; ma il generale Cialdini, assicu
I'ntn alle spalle da un reggimento che occu
paVa (Innwrarm per online provvidissimo
dato dal brigadiere Grigia, vi manda il
nerbo delle sue forze che lo respingono
Con impetuosa cariche alla baionetta. So
praggiungono altre colonne guidate da
Lainoricire; ma prese di anco dalla ca
valleria, respinte di fronte dai fanti, e
straziate dalle artiglierie che le fulmina
vano, fuggirnnodisordinata verso Loreto,
lasciando in mano dei nostri 400 prigio
nier-i,l'ra cui Iimodan ferito e morente,
artiglierie, cassoni, bagagli ed uninnit .
darmi e di zaini. >
intan10 una colonna nemica, uscita da
Ancona per dar mano allimpresa di La
nioricnre vista la mala parata, torn pre
_eipitnsanwnte nella piazza, lasciando in
manodei nostri, che ne assalirono la coda,
Circa 300 prigionieri.
Lamoricire , che Voleva disperdere gli
Islamiti (cos nella sua aberrazione chia
mava' glltaliani), fugg a briglia sciolta
dal campo, ve con una trentina di cava
lieri riusc a guadagnare Ancona correndo
lungo la marina.
(lalcolando la stanchezza e il disordine
in cui dovevano trovarsi le forze nemiche
marco CIALDINI n
riparate a Loreto, il generale Cialdini si
persuase come non fossero in condizione
da sfuggirgli, e a prott delloscurit
della sera per chiu ere loro ogni possibile
ritirata. Allindomani, Recanati, SantAgo
stino, le Case Lunghe, erano occupati dai
nostri , ed il nemico, non avendo pi via
di salvezza, domand di capitolare. Cen
tocinquanta ufciali di ogni arma e di
ogni grado , e pi di 4,000 uomini , con
undici pezzi dartiglieria, munizioni , ca
valli, bagagli e le restanti guide del ge
nerale Lamoricire, andarono a deporre
le armi a Recanati, nelle cui mura rima
sero rinchiusi finch il generale avesse
potuto provvedere alla loro partenza per
Macerata e Livorno.
Due otre mila uomini, per la maggior
parte indigeni e pratici del paese, cam
biando luniforme con abiti borghesi tolti
ai villani delle campagne vicine, andarono
dispersi. Ma non poterono sfuggire alle
colonne che il generale Fanti avanzava
su tutte le strade, da Val Chientia Val
Potenza (1).
Cos niva la battaglia di Casteldardo.
Conseguenza di un piano generale di cam

(1) V. Rapporto citato.


12 ENRICOGIALDINl
pagna, immaginato con molto studio e '
sagacit, essa ebbe compimento con una
giustezza di concetto straordinaria per
opera di chi la diresse. La scelta del ter
reno, le mosse rapidissima, labilit nel
prevalersi della vittoria, recarono al Ge
nerale vincitore, ed ai distinti ufficiali che
lo secondarono, lencomio degli uomini
darte e della nazione che diveniva sempre
pi libera e forte. ,
Dopo ci, il Generale dispose le sue
truppe ad un largo blocco della piazza di
Ancona; e, giunte quelle-del 5 corpo
darmata, la strinse pi efcacemente in
sieme ad esse, sotto il comandosupremq
del generale Fanti, e colla valida coope
razione della marina, che obbediva agli
ordini dellammiraglio Pers_ano. Le truppe
del 4 corpo presero Borgo Pio, ed avreb
bero insieme alle altre continuato felice
mente le ulteriori operazioni, se il nemico
non avesse chiesto e stipulata una capi
tolazi0ne che venne firmata il 29 settembre.
La campagna delle Marche e dellUm
bria dur diciotto giorni; conseguenza
politica fu la liberazione di popoli gene
rosi danna tirannide immorale e-scom
posta; conseguenze militari, il [possesso
delle piazze di Pesaro, di Urbino, di Pe
\
anmco cm.nmr f 13
rugia, di Spoleto, di San Leo e di Ancona;_
lacquisto di 28 pezzi da campagna, 160
da piazza, 20,000 fucili, munizioni ecarri
dogni genere e magazzini di vestiario ,
500 cavalli, e laver fatto prigionieri di
guerra 47 o 18 mila uomini con tutti i
generali nemici.
Presa Ancona, il le vi and'e vi assunse
il comando delle truppe , che in ottobre
entrarono nelle provincie napoletane per
la via degli Abruzzi. [borbonici , aiutati
da una feccia di gente ignorante e feroce,
commettcvano atti di barbarie nella'pr0
vincia di Molise; per cui il,popolo stra
ziato salutava con grido di gioia larrivo
dei soldati liberatori. Cialdini, gi ele
vato al grado. di generale darmata, ebbe
il 20 ottobre uno scontro al Macerone
presso Isernia con un corpo di 5 o 6
mila borbonici, e ne fece prigioni molte
centinaia con cinquanta ufciali, fra cui il
generale Scotti-Douglas. ludignato delle
atrocitpi dabelve che da uomini per
petrate, Cialdini mand una minaccia spa
ventevole agli assassini per arrestare il
corso alle loro nefandezze, e scriveva que
ste tremende parole al governatore di
Molise, afne dimpedire le stragi col ter
,rore non potendolo fare colla voce del
74 ENRICO CIALDINI
l'umanit. u Faccia pubblicare che fucile
tutti i paesani armati che piglio, e do
quartiere soltanto alle truppe. Ho gi in
cominciato ). Questordine di sangue im
ped eusione di sangue: Cialdini non
voleva uccidere per vendetta, non per
ferocia: voleva schiacciare lidra della ri
bellione allItalia, afnch la madre non
fosse percossa dai figli; ma incrudelire
non mai. Un solo venne fucilato per ordine
suo; la morte di un malfattore imped
nuovi delitti e molte pene.
Il 26 ottobre incontravasi con circa
20,000 borbonici comandati dal generale
Bar-balunga, vicino a Sessa; li ruppe, li
fng , li disperse; e prigionieri, e carri ,
e cannoni, e munizioni caddero in suo
potere.
Oramai non rimaneva pi ai borbonici
se non che Capua, Gaeta e Civitella del
Tronto sul continente; Messina nellisola
di Sicilia. Capua cedeva in breve al gene
rale Della Rocca, Civitella del Tronto
aveva pochissima importanza; rimaneva
Gaeta e Messina; la prima delle quali po
derosissima, capace di lungo assedio, di
lunghissima ed ostinata resistenza.
Ma prima d'investire Gaeta era mestieri
di rompere l'esercito borbonico, il quale
mvmco cmi.nnn 75
trovavasi al Garigliano. Assaliti con grande
impeto dai nostri comandati dal Re me
desimo, battuti di anco dalla otta, i
borbonici si dispersero, lasciandoci tende,
carri, armi e prigioni. Tosto le truppe
nostre occuparono Mola di Gaeta e pa
recchie posizioni intorno alla" citt; la
otta di lersano doveva investirla dal lato
di mare; quando lammiraglio francese
Le Barbier de Tiuan ebbe ordine dal suo
governo dimpedire le operazioni militari
dalla parte marittima , per proteggere le
persone della famiglia borbonica le quali
si trovavano chiuse.in Gaeta insieme al Re
ed alla Regina.
I nostri si Iimitarono allora alle opere
dinvestimento dal lato di terra. Il generale
Cialdini, a cui veniva afdata la direzione
suprema dellassedio,aveva il suo quar
tiere generale a Mola di Gaeta; quando il
42 novembre i borbonici, accampati fuori
della citt, mossero ad assalire la nostra
linea; ma vennero battuti, come al solito;
perdettero 1,500 prigioni, ed il resto fu
costretto a ricovrarsi entro la piazza, di
modoch i nostri restrinsero la linea del
blocco.
Il 29, la guarnigione di Gaeta fece una
sortita per impadronirsi di alcune posi
76 ENRICO CIALDINI
zininei- sobborghi; ma fu respinta con
perdite considerevoli.
Nel mese di dicembre fuvvi tregua, non
osservata onestamente dai borbonici; s'pi
A rata, ricominoi il fuoco degli assedianti,
a cui gli assediati rispondevano. '
Finalmente il 18 gennaio la squadra
francese se nand dalle acque di Gaeta
e ci lasci libero il mare; litaliana ne
prese il posto. Le operazioni di guerra si
attivarono da tutte le parti e si prevedeva
vicina la ne della catastrofe. I
Pochi di prima della partenza dei Fran
cesi, Cialdini pubblicava questordine del
giorno:
Soldati!
Gravi considerazioni hanno consigliato
il governo del nostro Re di aderire ai de
siderii di S. M. lImperatore dei Francesi,
ordinandomi di sospendere le ostilit sino
alla sera del 19 corrente.
La otta francese deve partire e la
sciare nelle ac ne di Gaeta un solo va
scello che si a lontanerpur anche allo
spirare dellarmistizio.
Limperatore vuol forse con ci faci
litare alla piazza un onorevole mezzo di
desistere da una lotta senza speranza, e
di por ne cos ad uninutile eusione di
mimo cuwmr 71
sangue. Non so quale accoglienza trove
ranno in Gaeta questi umani intendimenti,
e questultimo diplomatico tentativo. Ma
so che-in ogni caso il Re conda e lItalia
spera nel valor vostro, ed in quello della
nostra squadra, per dare all'assedio una
soluzione diversa e pi consentanea a
voto di tutti noi, usi e combattere, non a
trattare, e denti nelle armi nostre pi
che nei diplomatici consigli. .
Soldati! " ' y
A voi noto da molti anni il sentiero
della vittoria. Ricorretelo di nuovo e ri
s ondate alla ducia sovrana; rispondete
a le speranze della patria penetrando per
la brecciain Gaeta, ed inal erando la bari- >
diera italiana e la _oroce di, Savoia sulla
Torre antica dOrl;1ndo.y
Narrai che un vapore spagnuolo ve
nisse'fermato, e, vi sitrovasse unciale
portatore di dispacei al suo_ ambasciatore
presso Francesco il. Condotto alla pre
senza del generale Cialdini, dicesi che
questi glintimasso dandarsene soggiun
gendogli che se il suo ambasciatore si la
sci chiudere in piazza bloccata, deve
subirne di buon animo tutte le conse
gnenze.
Ugual sorte non ebbe un vapore da
78 ENRICO CIALDINI
guerra francese, il quale aveva pi nobile
compito da eseguire. Recava a Re Fran
cesto una lettera dellimperatore Napo
leone Ill, che consigliava acedere la
piazza, essendo vana ormai ogni resi
stenza. Questa lettera fu portata al suo
destino dal Mozambano.
Il 6 febbraio scoppiava nella piazza un
deposito di granate, che faceva saltare
in aria la cortina detta di SantAntonio.
Allora si present al generale Cialdini un
parlamentario per domandare un armi
stizio di 48 ore afne di sepellire i morti
e togliere le vittime dalle macerie. Il ge
nerale ader a questatto di umanit col
patto che non si riparasse ai danni ca
gionati dalle nostre artiglierie, offerse
medicinali pei feriti , e mand alla piazza
ghiaccio e mignatte. Ma il nemico , man
cando alla. parola, apprott dellarmi
stizio per costruire opere nuove e i guasti
delle antiche riparare; per la qual cosa il
generale ruppe ogni relazione colla piazza
e dichiar che dallora in poi non avrebbe
pi fatto concessione alcuna. Spirato lar
mistizio, ricominc il bombardamento.
Il 42 sintavolarono i negoziati della
resa; interrotti a sera, si ripresero al
mattino seguente, mentre i nostri sma
_ ENRICO CIALDINI 19
scheravano altre due batterie di breccia.
Durante il tempo delle negoziazioni il no
stro fuoco si mantenne sempre vivissimo.
I commissarii stavano combinando gli
ultimi articoli della capitolazione allorch
si ud un violento scoppio, ed un tele
gramma annunciava dal Borgo che la bat
teria di Transilvania pi non esisteva. Al
giungere della notizia, i commisarii napo
letani rimasero sconcertati; ma il generale
Cialdini li rassicur, dicendo loro come
noi siamo nemici generosi, e come le con
dizioni della resa non sarebbero mutate
malgrado la catastrofe avvenuta.
In virt della capitolazione, il generale
Cialdini avrebbe occupato il giorno ap
presso il monte Orlando e tutte le forti
cazioni; dopo la partenza del Re e della
Regina, tutta la citt; locoh venne fedel
mente eseguito. '
La nuova corse colla velocit del ful
mine er tutta Italia libera; bench aspet
tata, est vivissimo entusiasmo. Il nome
di Cialdini e dei Sommi che lo coadiuva
rono, fra cui primeggiavano i generali
Men_abrea e Valfr, veniva esaltato con am
mirazione e con riconoscenza. '
Il generale Cialdini bandiva a suoi sol
dati il segueutc ordine del giorno, che
80 ENRICO GIALDINI
rimarr consegnato alla storia qual docu
mento di nobile e delicato sentire.
Soldati!
( Gaeta ,cadutal Il vessillo italiano e
la vittrice croce di.Savoia sventolario sulla
torre dOrlando. Quanto io presagiva il
13dello scorso gennaio, voicompicste il 13
del corrente mese. Chi,comanda soldati
quali voi siete, pu farsi sicuramente
profeta di vittorie.
1 Voi riduceste in 90 giorni una piazza
celebre per sostenuti assedii ed accresciuta
difese, una piazza che sul principio del
secolo seppe resistere per quasi sei mesi
ai primi soldati d'Europa.
c La storia dir le fatiche e i disagi che
pa'tiste, Iabnega2ione , la costanza ed il
valore che dimostraste; la storia'naprerj
giganteschi lavori da voi eseguiti in si
breve tempo. Il Re e la patria applaudono
il vostro trionfo, il Re e_la patria vi rin
graziano.
Soldati! _
Noi combatte,mmo contro Italiani e fu
questo necessario ma doloroso uicio. Ep
perci non potrei invitarvi a dimostrazioni
di gioia, non potrei invitarvi agl'insultanti
tripudi del vincitore.
u Stimo pi degno di voie di me il ra
ENRICO CIALDINI 81
dunarvi questoggi sullistmo e sotto le
mura di Gaeta, dove verr celebrata una
gran messa funebre. L pregheremo pace
ai prodi che durante qdesto memorabile
assedio perirouo combattendo, tanto nelle
nostre linee quanto'su'i baluardi nemici.
La morte copre di un mesto volo le
discordie umane, e gli estinti son tutti
eguali agli occhi dei generosi. ,
Le ire nostre daltmnde non sanno
sopravvivere alla pngna. . '
il Il soldato di Vittorio Emanuele com
batte e perdona . '
Restava ancora la cittadella di'Messina
in potere dei borbonici. Allorchx Garibaldi
liber quella citt,_le truppe nemiche si
rinchiuser0 nel forte, ed il comandante
Pergola prometteva di non molestare al
cuno'se non molestato, e di aspettare le
sorti della guerra per le future sue deci
sioni. Presa Gaeta, Cialdini mand una
copia della capitolazione al generale Qliiam
brera , che si trovava colla sua brigata a
Messina, anch invitasse alla resa il co
mandante della fortezza; ma avendo que
sti risposto con un riuto, e detto volersi
difendere sino agli e;tremi, il governo
mand ordine a Cialdini dimbarcar trup
pe, artiglierie e materiali da guerra, e
Cialdini 6
81. ENRCO CiAbl)iNll
andar egli stesso a dirigere lassedio della
cittadella. Lammiraglio Persano colla sua
squadra passava dalle acque napoletane a
quelle di Messina. ;
Saput0 ci, il coinandante,Feqrgola scri
veva al generale Cialdini che, vedendo
sbarcare materiali da guerra, e SOS et
tande si cominciassero lavori desse. io,
intendeva valersi dogni mezzo di difesa,
non solo centro lo sbarco ed i lavori, ma
ben ance contro la 'citt di Messina. Ac
ceso disdegno per linumaria dichiara
zione, il generale rispondeva cosi:
a lit-risposta alla lettera chElla mi ha
fatto lonore di dirigermiquestoggi, devo
dirle: ' v ,
1' Che il ile Vittorip;Ema_nxiele es
sendo stato proclamato Be dItalia dal
Parlamento italiano, la di iei condotta sar
oramai considerata come aperta ribellione.
, 2 Che per conseguenza non dar a
lei ne alla sua guarnigione ca itolazione
di sorta, e che dovranno arren ersi a di
screzione. , .
u 3 Che se Ella fa litoco sulla citt, l'ar
fucilare, dopo la presa della cittadella,
tanti ufciali e soldati della guarnigione
Quante saranno state le vittime cagionato
dal di lei fuoco .so_vra Messina.
1
ENRICO CMLDlNI 83
iiu della 4 Chei di lei beni e quelli degli uffi
t)ll su ciali saranno conscati per indennizzare
letane i idanni recati alle famiglie dei cittadini.
5 Eper ultimo, che consegner Lei
li SCll ei suoi subordinati al popolo di Messina.
ggdklllfltl ( Ho. costume di tener parola, e senza
505 ill' essere accusato di jattanza, le prometto
isselim chElla e i suoi saranno quanto prima
ldllesal nelle mie mani. '
rorli ma Dopo ci, i'acciac0mecrede. le non
un. ' _ riconoscer pi nella S. V. ill. un mili
lichiari' tare, ma un vile assassino, e per tale lo
terr lEuropa intiera .
1;; mi ha llosto sincominciarono i lavori dasse
gi, detti dio e venne proclamato il blocco dal lato
di.rttare. Ma sembra che la lettera del
iilB el' generale Cialdini abbia prodotto il salu
talia . tare effetto di volgere lanimo di Fergola
.olllSara ' a migliori consigli e risparmiare ogni inu
belll0[l tile eusioue di sangue.
, dii0l Di fatto il comandante Fergola scrisse di
iolllorle nuovo a Cialdini per ispiegargli come la
r5l 3 dl. sua resistenza fesse dettata da sentimento
donore militare, e dichiarargli dimpe
iii. fl gnarsi a rispettare Messina per quanto
uadtlllai possibile.
illllla'lme Cialdini rimase tocco da queste espres.
sioni pi umane e pi nobili; e cedendo
ang subito lo sdegno concepito, rispose feli
84 ENRICO CIALDINI
citando il comandante del mutato linguag
gio e dei suoi sentimenti. Soggiungevagli
che ora sarebbe fortunato di stringergli
la mano dopo lassedio, perch amava far
la guerra. senzastio e nirla senza rancori.
Qualche giorno dopo,Fergola, vedendo
inutile ogni resistenza, e sentendo aver
adempito al suo dovere militare, intavol
trattative, il cui risultato cos espresso
da un telegramma del generale Cialdini,
mandato il 43 marzo al ministero della
guerra: '
( La cittadella si resa a discrezione.
Dopo aver sofferto per quattro giorni il
fuoco del nemico, oggi a mezzogiorno ho
aperto quello delle mie batterie, di cui
due eranoa 400 metri dalla piazza. La
nostra artiglieria fu ammirabile, il suo
fuoco ecacissimo. Noi abbiamo fatto
scoppiare varii depositi di granate cariche
e prodotto un vasto incendio.
Alle ore 5 la cittadella inalber la
bandiera bianca; Alle ore 6 riutai ogni
capitolazione, concedendo tre ore a riet
tere. Alle 9; sera tutta la guarnigione si
resa a discrezione. La otta ha l'atto due
ore di fuoco.
Sono nostri prigioni 5 generali, 450
ufciali, da 4 a 5 mila uomini, 'con 300
ENRICO CIALDINI 65
cannoni :-tutto ci approssimativamente .
Alla caduta di Messina tenne dietro ben
testo la resa di Civitella del Tronto, e
cosi avevano ne le operazioni di guerra
nellItalia meridionale.
Torino esaltante, proponeva di dar se
gno dalta onoranza al Generale che sera
coperto di gloria e tanti servigi aveva resi
alla patria sua; e lItalia concorreva pre
murosamente nelle offerte che si racco
glievano per fare una corona dalloro e
presentarla allillustre guerriero.
Il lavoro venne eseguito a Torino dal
lesimio artista cavalier Borani; nel nastro
leggevasi la seguente iscrizione:
AD ENRICO CIALDINI
A PALESTRO - maremmano -- 152mm
- GAETA
VINCITORE SEMPRE
ITALIA 4864.

Terminata la guerra, il Generale tornava


a Bologna, sede del comando del suo corpo
darmata.
Da ci che abbiamo narrato, senza
pompa di frasi, senza esagerazione di
cose, si scorge chi sia e quanto valga il
generale Cialdini; da suoi ordini del
86 ENRICO. CIALI)INI
giorno, concepiti e scritti da lui solo,
traspare tutto intiero il suo carattere;
animo vigoroso e ad ;un tempo sensi
bilissimo, si esalta nelle circostanze so
lenni, no ad innalzarsi alle sfere della
religione ed a quelle della poesia; le gesta
valorose , gli sforzi magnani-mi, lo com
muovono, e lo inteneriscono no alle la
grime; le turpi azioni, le opere di barba
rie, lo accendono di sdegno alto e ero,
sinoa chiudere per,un momento la via
n::
h-I<_r.'-qw-uvr-
della temperanza per aprir quella delline
sorabile giustizia.
Inspirato alle idee ed al sentimento del
bello, sia sico, sia morale, ama la musica,
la poesia , le arti , ama la societ e gli
amici, e ne profondamente riamato.
Incurante daccumulare pecuI-io, spende,
non sciupa, Iiberalmente il suo; se dovere
di delicatezzanon ce lo vietasse, diremmo
come ad opere generose molte volte lo
impieghi.
Egli deputato di Reggio dellEmilia al
Parlamento nazionale; nora non ne,eser
cit le funzioni, non comparve nellaula
dei Deputati; ma siamo convinti, e con
noi lo sono tutti imilit_ari che udirono i
suoi discorsi, che si distinguerqbbe assai
per maschia ed elegante eloquenza.
sumco CIALDINI sr
Noi vorremmo dire di pi sul suo carat
tere; ma per togliere ogni idea di par
zialit del labbro nostro, riferiremo invece
la pittura che un bravo ed intelligente
capitano di stato maggiore ne faceva in
una lettera, che non ha guari ci diresse.
Ecco, scrive egli, i suoi caratteri gene
rali : calma e maturit di giudizio nei
progetti, tenacit di proposito; ardimento
e fermezza nel condurli ad esecuzione;
coraggio personale a tutta prova e grande
freddezza al fuoco ; molta conoscenza della
guerra, specialmente di montagna; seve
rit molta, autorevolezza immensa ed un
certo dono naturale nel comandare da far
s che nessuno de suoi subordinati si az
zardi a fare osservazioni a suoi ordini, od
a noneseguirli con quellenergia chegli
ha il potere dimprimere.
In certe circostanze, e nel primo im
peto, spinge la severit no alla durezza,
e, se vuoi, no alla violenza; ma rinviene
in s prontamente; ed essendo dotato di
ottimo cuore, le disposizioni date in que
sta condizione di cose o dellanimo suo
non portano mai a conseguenze deplora
bili. Prova ne sia la seconda lettera aFer
gola da Messina.
Non serv mai in corpi speciali di
88 ENRICO CIALDINI
stato maggiore, dartiglieriao del Genio:
ma sul campo di battaglia dirige bene
anche queste armi. Pel resto, 0 per scelta
propria o per caso, ebbe sempre a suoi
ordini uiciali di merito eminentissimo ,
del Genio, dello Stato maggiore e dellar
tiglieria: Menabrca, Valfr, Grigia, Piola,
Franzini, Mattei ed altri, di cui va superbo
lesercito. (lapirai dunque che quando si
secondati da simili ufciali, tutti peri
tissimi nella loro sfera, si e sicuri di riu
scir bene.
a A tutte le doti del Cialdini, che per dir
vero sono moltissime, e tali da costituire
per se stesse un eminente generale, ag
giungi una fortuna da non trovarsi pari,
ed un grande accorgimento nell evitare
quegli ufcii che si scostano dal mestiere
propriamente detto. E un uomo dazione;
e render ancora, ne son certo , grandi
servigi al Re e allItalia a.
Marzo, 1864 .

FINE.

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Storia antica, moderna e contemporanea.
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C()Sllilllle Romanzi e Novelle inedite.
f3iei gli Invenzioni e Scoperte. - Esposizioni di belle arti ed industriali.
Rivista di nuovi libri, Teatri, Variet e Rebus, ecc.
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