Tecnologia
di Emanuele Lorenzo Cavassa1
L’insostenibile effimeratezza dei bit
Ogni 15 secondi, nel mondo, un hard disk
muore. I supporti ottici dimezzano ogni 2
anni la possibilità di essere letti. Le chiavette
USB e le memory card, dopo circa 1000 cicli
di lettura/scrittura, smettono di funzionare.
Eppure, affidiamo sempre più al digitale la
memorizzazione dei nostri ricordi, dalle fo-
tografie, ai contatti, ai film, ai documenti. E,
per piacere o per lavoro, abbiamo tutti sem-
pre più a che fare con l’impalpabilità dei bit,
sempre meno con la rassicurante presenza
dei supporti analogici. Infatti, la maggior par-
te delle fotografie scattate rimane in formato
digitale e non verrà mai stampata.
Oggi posso sfogliare le foto dei miei nonni,
dei loro padri, perché sono state stampate
nella loro epoca. Tra trent’anni, i miei nipo-
ti potranno ancora vedere le foto scattate da
me?  termine un backup replicato su più supporti
La permanenza dei dati digitali e la loro con-
servazione è uno dei problemi più sentiti dal-
le persone (tutti hanno perso delle foto a cui
tenevano, o dei documenti importanti almeno
una volta nella vita), oltre che uno dei princi-
pali argomenti di dibattito da parte dei tecnici
e dei produttori di dispositivi. Se nessun sup-
porto può essere perfetto ed eterno per pre-
servare infinitamente i nostri ricordi (anche
la carta, in fondo, si danneggia e se esposta
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Blogger e techwriter, si occupa di tecnologia e new media dal 2001. Gestisce il sito ilifetutorial.org e lavora come Genius
presso 1Place.
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a luce, umidità, aria le nostre foto possono
danneggiarsi e svanire), è vero che una buona
strategia di backup consente di poter mettere
al riparo i documenti importanti, riuscendo a
conservarli praticamente in eterno. La paro-
la magica è: molteplicità. Mantenere in una
sola posizione i file a cui teniamo è il modo
migliore per essere sicuri che quei file possa-
no diventare cenere, metaforicamente parlan-
do. Un solo had disk si può rompere, cadere,
essere perso, venire rubato. Due hard disk
hanno una probabilità dimezzata di rompersi
contemporaneamente. Due hard disk più DVD
o Blue Ray rendono le possibilità di perdita
dei propri dati vicino allo zero.
Ma, come detto in apertura, ogni supporto
fisico prima o poi esaurisce la sua capacità
di essere letto o scritto. Se quindi nel breve
può essere sufficiente, come possiamo essere
sicuri che le nostre famose foto possano arri-
vare fino ai pronipoti?
Il backup multiplo, una questione spaziale,
dunque, va a questo punto esteso lungo la li-
nea temporale, andando di volta in volta, ogni
tre anni almeno, a sostituire i dischi sui quali
si salvano i propri documenti. Sembra com-
plicato? La questione non è semplice, ovvia-
mente, ma esistono dei dispositivi che aiuta-
no l’organizzazione del backup e l’uso di più
dischi negli anni.
Cassettini esterni per dischi che consentono
di inserire due o più dischi contemporane-
amente, che effettuano quel che si chiama
“mirroring” ovvero la doppia copia su en-
trambi i dischi di tutte le informazioni salva-
te. Questi cassetti consentono di sostituire a
caldo, senza cioè dover spegnere o scollegare
il cassetto, i dischi eventualmente danneg-
giati. In questo modo è preservata l’integrità
delle informazioni anche in tempi lunghi, è
sufficiente infatti inserire un disco nuovo nel
sistema affinché tutti i documenti vengano co-
piati sul nuovo hard disk e siano ulteriormente
protetti. Il costo di questi sistemi ovviamente
è maggiore del tanto al chilo sugli hard disk
esterni che si possono trovare nella grande
distribuzione, ma il salvataggio dei dati non
ha prezzo.  Una bella comodità, impagabile. n
Vi racconto una storia. Pochi giorni fa il mio
fido MacBook bianco, con me da quasi quat-
tro anni, ha deciso di smettere di accender-
si. Da tecnico Apple, non mi ci è voluto molto
per poter elaborare una diagnosi: morte della
scheda logica del portatile. Nulla la cui sosti-
tuzione non costi quasi come un computer
nuovo, per cui l’unica soluzione era passare
ad un MacBook Pro nuovo, certamente più
performante del mio di quattro anni fa. Una
buona scusa, insomma. Ma i dati? Per fortuna
in ogni Mac c’è un sistema di backup automa-
tico, Time Machine (per Windows e Linux si
può istallare Ghost), che da sola, su un hard
disk esterno, salva ogni ora tutto quello che
faccio: è stato sufficiente attaccare il disco
di backup al nuovo portatile per riavere tutti i
programmi, i documenti e le mie impostazioni
sul Mac nuovo. 
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