I Metodi audio-orali o audio-linguali sono lapplicazione pi diretta dellapproccio strutturalisitico. esercizi strutturali di ripetizione, di sostituzione e di trasformazione. I pattern drill sono costituiti da una serie di sequenze stimolo risposta presentate con un ritmo incalzante al fine di impedire una riflessione consapevole e di privilegiare la memorizzazione spontanea: Sintagmatici: modificano la struttura del sintagmi Paradigmaici: che legano un verbo ad un oggetto Combinati: che presentano sequenze sempre pi complesse Metodi audio-visivi (S.G.A.V.)
I metodi audio-visivi (talora indicati con la sigla
S.G.A.V.,Strutturo-Globali-Audio-Visivi) presentano limmagine come veicolo del significato in una impostazione strutturale, cio morfosintattica del tutto simile a quella degli audio-orali. . Lo sforzo di ridurre la polisemia dellimmagine, che ancora maggiore della polisemia della parola, ad una relativa monosemia, rivela presto le difficolt di questi metodi e induce a scegliere immagini in bianco e nero piuttosto che a colori, fisse piuttosto che mobili, disegni piuttosto che fotografie, per poi abbandonarli presto, sostituendoli con metodi solo parzialmente audio-visivi. Approccio comunicativo Il decennio chiave inizia nel 1962 con Austin con How to do things with words. Nascita della pragmatica linguistica Lintroduzione dei parametri sociolinguistici decreta la fine degli approcci grammaticalistici e apre la strada ai metodi situazionali competenza comunicativa : sapere la lingua e sapere integrare linguaggi verbali e non verbali saper fare lingua, cio della padronanza dei processi cognitivi, oltre che linguistici, che sottostanno alle abilit linguistiche saper fare con la lingua: dimensione legata ai codici linguistici ed extra-linguistici e al loro uso in situazione (dimensione strategica, socio- pragmatica e culturale) Wilkins, Widdowson si appropriano delle riflessioni nate intorno agli speech act Creare un repertorio di communicative function: pretesa universale Categoria di nozione Stabilire dei livelli di competenza comunicativa omogenei fa le varie lingue: Il livello soglia: soglia dellautonomia comunicativa Il Livello Soglia definisce il grado minimo di competenza comunicativa necessario alladulto per socializzare, ossia per inserirsi nel luogo di studio, lavoro e residenza stabilendo rapporti personali con i nativi. Per ciascuna lingua sono stati individuati le strutture e i vocaboli necessari, distinguendo tra le forme di cui basta una conoscenza ricettiva, al fine di comprendere linterlocutore, e quelle che devono essere padroneggiate anche sul versante produttivo. Sillabi nozionali-funzionali per inglese, francese, tedesco, italiano e spagnolo, ecc. allo scopo di offrire a docenti e autori di materiali didattici uno strumento utile per la pianificazione dei contenuti dei corsi di lingue per adulti fino a un livello linguistico di sopravvivenza. il Threshold-Level del 1973, il Niveau-Seuil del 1976, e il Livello Soglia per litaliano del 1981. Il Livello Soglia per litaliano stato elaborato da Nora Galli De Paratesi nel 1981. Il gruppo di riferimento, formato da apprendenti adulti che intendono trascorrere periodi pi o meno lunghi in Italia, ulteriormente suddiviso in sei sottogruppi: a) visitatori senza lavoro; b) studenti di italiano in universit estere o italiane; c) studenti di altre materie presso universit italiane; d) tecnici venuti in Italia per corsi di addestramento professionale; e) commercianti che vengono in Italia per affari; f) studiosi che vengono in Italia per scopo di ricerca. a) argomenti (lessico di base o specialistico); b) ruoli sociali e psicologici degli interlocutori (interazione fra pari o inferiore/superiore, scambi emotivamente neutri o con tensioni psicologiche); c) situazioni ambientali (dove si svolge linterazione); d) interazione connessa con gli argomenti (funzioni comunicative); e) attivit linguistiche (orali o scritte); f) atti comunicativi (come esprimere le funzioni comunicative selezionate); g) nozioni generali e specifiche; h) grado di abilit. Infine vengono presentate le liste degli atti comunicativi e delle nozioni generali e specifiche che costituiscono il corpus su cui potranno basarsi i docenti e gli autori di materiali didattici per graduare i propri contenuti, o per fare gli adeguamenti necessari nel caso di destinatari diversi. La definizione di competenza comunicativa si deve a Dell Hymes, che nellacronimo S.P.E.A.K.I.N.G. riesce a inserire tutti gli elementi costitutivi di un atto comunicativo concreto. Lapproccio comunicativo scaturisce dunque da una maggiore attenzione alla variazione della lingua e alla considerazione della stessa come comunicazione e interazione.