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7 - GLI EGIZI

Le origini del popolo egizio: il fiume Nilo

La civilt egiziana si svilupp nella regione dell'Africa bagnata dal fiume Nilo, che
il fiume pi lungo del mondo.
L'Egitto ancor oggi una terra molto vasta, occupata in gran parte dal deserto,
con solo una stretta striscia di terreno fertile lungo il fiume: la valle del Nilo. In
Egitto piove pochissimo: la terra molto arida. Ma il Nilo costituisce una
importantissima fonte dacqua (che esso prende alla sorgenti vicino allEquatore,
dove invece piove molto in primavera) e anche la principale via di comunicazione
dei territori che attraversa.
Gli Egizi hanno potuto sfruttare le piene molto regolari del Nilo. Infatti ogni
anno nei mesi estivi l'onda di piena arriva in Egitto, facendo gonfiare il fiume
che anticamente straripava e inondava le terre circostanti.
In autunno, le acque si ritiravano lasciando sul suolo un deposito di fango molto
fertile detto "limo", che rendeva il terreno fertilissimo. Era allora possibile
seminare.

Bastava seminare per ottenere raccolti abbondantissimi. Senza molta fatica, gli
antichi egizi coltivavano cos la terra. Ecco perch essi adoravano il fiume Nilo
come un dio e si consideravano come suoi figli.
Tuttavia lEgitto stato anche il risultato del paziente lavoro degli uomini.
Le piene del Nilo infatti risultavano talvolta troppo abbondanti e
provocavano inondazioni, oppure erano troppo scarse e ne derivavano
carestie. Per queste ragioni gli Egizi impararono a regolare le acque del
Nilo costruendo canali e argini.
Inoltre il Nilo navigabile e costituisce unottima via di comunicazione: tramite
esso gli Egizi si spostavano con facilit da un villaggio allaltro.
La storia degli egizi

Intorno al 4500 a.C. i villaggi di canna e fango intorno al fiume Nilo cominciarono
a trasformarsi in piccole o grandi citt, che si organizzarono in due regni, uno pi
a Sud e uno pi a Nord: i Regni del Basso e Alto Egitto, governati ciascuno dal
proprio re.
Verso il 3200 a. C., il re Menes, dopo una serie di lotte, unific sotto di s i due
regni. Menes divent cos il primo faraone egiziano; fu venerato come un
dio e prese il nome di Narmer.
Con lunificazione dei due regni, inizi la lunga storia della civilt degli
Egizi che dur tremila anni.

LEgitto fu quindi il primo vero grande stato unitario del mondo antico.
LEgitto, ricco e potente, fu per molto tempo temuto dagli altri popoli che non
osavano attaccare i suoi confini. Ma, ampliando i loro territori, iniziarono ad avere
difficolt a controllarli e a governarli e cos lentamente si indebolirono e lEgitto fu
conquistato prima dal popolo guerriero degli Assiri intorno al 600 a.C., e poi dai
Persiani, dai Macedoni e, infine, dai Romani.
La societ egizia e la piramide sociale

Gli Egizi organizzarono la loro societ in modo molto rigido: la popolazione


viveva suddivisa rigorosamente in caste (classi sociali), che non potevano
comunicare fra loro, secondo una struttura a piramide.
- Al di sopra di tutti cera il faraone, la massima autorit anche religiosa. Egli
aveva potere assoluto.
- Poi venivano i sacerdoti, che erano responsabili del culto. Erano figure
molto importanti, rispettate e potenti, scelte direttamente dal faraone; si
occupavano anche degli studi di astronomia, matematica, medicina.
- Venivano poi i nobili, i funzionari e gli scribi: i comandanti guerrieri,
erano nobili e guidavano lesercito.
Lo scriba occupava una posizione di rilievo, perch conosceva la difficile
arte della scrittura.
- Vi erano poi i soldati, i mercanti e gli artigiani, che con il loro lavoro
creavano oggetti di uso quotidiano e per il commercio.
- I contadini costituivano la maggior parte della popolazione egizia: a loro
toccava il duro lavoro nei campi.
- Infine, sul gradino pi basso, vi erano servi e schiavi: I servi vivevano alle
dipendenze dei ricchi. Ai servi di citt, nelle ville, si richiedeva di cucinare e di
accudire la casa, il giardino, i bambini. Invece i servi di campagna erano
praticamente dei contadini, costretti a lavorare pesantemente nei campi e nelle
grandi costruzioni. Gli schiavi in genere erano prigionieri di guerra
provenienti dalle popolazioni sconfitte. Dovevano lavorare molto duramente
ma, malgrado tutto, venivano comunque trattati bene dai loro padroni, anche
perch questi ultimi potevano essere denunciati se li maltrattavano o se
abusavano di loro.

I faraoni, re dEgitto

I faraoni erano considerati figli degli dei e si credeva che da loro dipendessero le
piene del Nilo, la fertilit dei campi, la vita degli animali e delle piante.
I faraoni si fecero costruire dei grandiosi palazzi e delle splendide tombe, fra cui le
gigantesche piramidi.
Menes fu il primo faraone dell'Egitto unito, fece dell'Alto e Basso Regno un solo
stato, con capitale Menfi.
Cheope, Chefren e Micerino: fecero costruire le pi famose piramidi.
Tutankhamom: divenne faraone nel 1356 a.C. e govern per diciotto anni. La
scoperta della sua tomba, nella Valle dei Re, uno dei pi importanti
ritrovamenti di tutti i tempi: tra gli splendidi oggetti rinvenuti c' la maschera del
faraone, tutta doro e tempestata di pietre preziose.

Amenofi IV (o Akhenaton ): govern l'Egitto nel quattordicesimo secolo a.C.,


volle un Egitto di prosperit e promosse il culto del dio Aton, il disco solare che d
vita e dispensa il bene.
Ramesse o Ramses II: regn per sessantasette anni, fu un guerriero e combatt
contro i popoli del mare e gli Ittiti.
L'ultimo re d'Egitto fu una regina, Cleopatra, che si uccise per non diventare
ostaggio dei conquistatori romani.
Lagricoltura
In Egitto, il lavoro della terra era regolato dalle piene del Nilo. Infatti,
durante lestate il Nilo straripava; in autunno le acque si ritiravano,
lasciando sui campi un sottile strato di limo. A questo punto, i contadini
potevano seminare; in primavera provvedevano al raccolto.
Il fango, ogni anno, cancellava i confini tra i campi; questo obbligava gli
Egizi a ripetere le misurazioni. Essi svilupparono cos molte conoscenze
geometriche. Al di l del buon terreno, i contadini egizi avevano dunque
diversi problemi: dovevano pagare molte tasse e cerano rischi che il
raccolto andasse perduto a causa di qualche animale.
In realt, il Paese presentava laspetto di una rigogliosa vallata grazie
allazione coordinata e continua dei contadini: il terreno era fertile, vero,
ma andava comunque lavorato con laratro e le zappe. La vita dei campi era
assai dura: una parte del raccolto andava allo Stato, unaltra veniva presa
dai proprietari delle terre; ai contadini restava solo la parte minore. I loro
attrezzi erano semplicissimi: la zappa, la falce e laratro.
In Egitto, le prime piante coltivate furono lorzo, il frumento e la vite. Altre
piante furono invece introdotte pi tardi, come gli ortaggi e i legumi.
Dapprima, lolio venne ricavato dai semi del sesamo e dal lino, mentre in
seguito si coltiv lulivo. Le fibre del lino vennero adoperate per tessere
stoffe. Una pianta molto preziosa era il papiro, dal quale si ricavavano fogli
su cui scrivere.

li Egizi
Le altre attivit
Gli Egizi non erano solo agricoltori: allevavano capre, da cui ricavavano latte
e formaggio; bovini, maiali, galline e pecore ed api. Nei campi si facevano
aiutare da asini e buoi.
Le ampie zone paludose che fiancheggiavano il Nilo erano abitate da popolazioni
di cacciatori e pescatori che lavoravano il papiro e praticavano la pesca. Per
conservare i pesci li si faceva seccare al sole.
Il territorio offriva anche altre risorse, come le pietre tra cui il calcare,
larenaria, il granito, lalabastro- che venivano estratte dai rilievi circostanti
ed erano utilizzate per costruire monumenti o, lavorate con scalpelli e
trapani, per produrre vasi o altri oggetti.
In Egitto esisteva anche un fiorente artigianato. Nelle botteghe degli artigiani si
lavoravano materiali diversi.
Gli egizi conciavano e lavoravano il cuoio, per realizzare sandali, impugnature di
armi e porte di templi.
La stoffa era ottenuta dalla pianta del lino, che veniva battuta e ridotta in filo
usando il fuso, poi tessuta con il telaio. Con giunchi, palme, steli di grano si
preparavano stuoie, corde, canestri e sandali.
I falegnami provvedevano a costruire mobili e sarcofagi.

Vi era poi chi si occupava della costruzione e della decorazione delle tombe o
dei templi: pittori, architetti, muratori, operai.
Si producevano ceramiche e mattoni dargilla e si lavoravano i metalli.
Molto rinomata era la produzione di oggetti in vetro dalle forme raffinate e dalle
bellissime tinte
e di gioielli in oro e pietre preziose provenienti dai paesi del lontano Oriente.
Gli orefici erano numerosi. Nei laboratori di oreficeria, gli artigiani scaldavano
loro sul fuoco e lo lavoravano con tenaglie. Loro liquido veniva poi versato in
stampi delle forme volute e quindi lasciato solidificare.

Questi manufatti venivano richiesti dai mercanti che li esportavano in molti


luoghi del Mediterraneo.
Infatti lEgitto aveva numerose relazioni con altri popoli e Paesi per ragioni di
commercio. Cos, in Libano e in Siria, i mercanti egizi esportavano grano, tessuti
in lino e papiro scambiandoli con il legno di cedro, indispensabile alla costruzione
delle loro imbarcazioni. In Egitto, infatti, cerano pochissimi alberi. Da Cipro
giungeva il rame, da Creta prodotti artigianali.
I commerci avvenivano anche allinterno dellEgitto, soprattutto attraverso il Nilo.
La scrittura
Gli Egizi ci hanno lasciato moltissimi testi scritti: sui monumenti, sulle pareti
delle tombe, dei templi e dei palazzi, e soprattutto sui rotoli di papiro, che sono
dei lunghissimi fogli, che gli Egizi fabbricavano utilizzando le piante di papiro che
crescevano spontaneamente lungo le rive del Nilo.
Per scrivere usavano cannucce tagliate e inchiostri a base di polveri di carbone o
di ossido di manganese, forse rese fluide e legate con latte, resine, cera dapi,
bianco duovo, acqua. Le superfici di scrittura erano rappresentate, oltre che da
fogli di papiro, da pietra (anche dura) incisa con scalpelli, da tavolette di legno e
da superfici murarie o di terracotta su cui dipingevano con pennelli (bastoncini
con una estremit schiacciata e sfrangiata) e colori di origine minerale o vegetale.
Gli antichi Egizi scrivevano con dei piccoli segni chiamati geroglifici, parola che
significa scrittura sacra.
Questi segni erano disegni che rappresentavano oggetti, ma anche azioni. Sono
quindi degli ideogrammi. Per esempio, per scrivere casa gli Egizi facevano il
disegno di una casa, per scrivere mangiare disegnavano un uomo che portava la
mano alla bocca e cos via.
Con il passare del tempo alcuni di questi segni servirono per indicare non solo
parole intere, ma anche alcuni suoni: i fonogrammi. Per esempio il segno che
indicava il Sole e che si leggeva RA veniva usato per scrivere parole che
iniziavano con questa sillaba; il segno che indicava lavvoltoio veniva usato anche
per scrivere la vocale A.
Tuttavia, erano pochi in Egitto quelli che sapevano leggere e scrivere: erano gli
scribi. Ad essi spettava il compito di tenere il conto delle merci ammassate nei
magazzini dei faraoni e di dirigere tutti lavori pubblici. Per questa loro importante
funzione essi erano ricchi ed onorati.
La religione

Nellantico Egitto, la religione aveva una grandissima importanza.


Inizialmente gli Egizi adoravano divinit rappresentate dagli animali che
proteggevano e agevolavano il lavoro degli uomini.
Nel corso del tempo, accanto a questi dei-animali vennero adorati elementi
naturali come il Nilo e gli astri, primo fra tutti il Sole. Il loro aspetto poteva essere
in parte umano, in parte animalesco.
Gli Egizi erano dunque politeisti, cio adoravano molte divinit, addirittura 700.
Tra queste, le pi importanti erano:
Ra: era Il dio-Sole, il pi importante dellEgitto. Simbolo di rinascita, egli dava la
luce e la vita ed era il creatore delluniverso. Ra nasceva ogni giorno allalba e
attraversava il cielo su un carro di fuoco. Veniva spesso rappresentato con il
disco solare sul capo e la testa di falco, lanimale a lui sacro.
Anubi: era il primo dio dei defunti e per questo a lui venivano indirizzate molte
preghiere per i morti durante le funzioni funebri, come le imbalsamazioni. Si
riteneva che mostrasse ai morti la strada per laldil. Tutte le offerte fatte ai morti
venivano portate da Anubi nellaltro mondo. In genere veniva rappresentato con
laspetto di uno sciacallo nero con una folta coda o come un uomo con la testa di
sciacallo: infatti questo animale mangia i resti degli animali morti.

Vi era poi la famiglia divina composta da:


Osiride, dio delloltretomba, che divent il dio in cui si incarnava il faraone dopo
la morte. Un tempo era stato re dEgitto, ma era poi stato ucciso dal fratello Seth;
la moglie Iside aveva mummificato il suo corpo assicurandogli cos la vita eterna
nellaldil.

Iside, sua moglie, dea della luna, portava sul capo il disco lunare fra due corna.
Era la dea delle attivit domestiche, della maternit e della fertilit.
Horus, il dio-falco, loro figlio, dio del cielo.

Altri dei molto venerati erano:


Thot: era Dio egizio della luna, della scrittura, della magia e delle scienze come la
matematica e la geometria. Era rappresentato sotto forma di ibis, un uccello che
vola sulle rive del Nilo.
Bastet: Era generalmente rappresentata come un gatto, un animale molto amato
dagli Egizi e da essi considerato sacro. Spesso era rappresentata come una donna
con la testa di gatto e a volte era circondata da una cucciolata di gattini. Il
profumo avrebbe avuto un ruolo importante nel rituale di purificazione del suo
culto.

Seth: era il dio del male. Il suo volto veniva raffigurato come un animale indefinibile,
una via di mezzo tra un asino e un cane. Aveva ucciso il fratello maggiore Osiride per
invidia dei suoi poteri e della sua popolarit. Horus aveva esiliato Seth nel deserto ma
si credeva che fosse tornato per perseguitare gli uomini, spandendo discordia e
rissosit.

Nut: era la dea del cielo. Il suo corpo si identificava con il vasto cielo ed era
ricoperto di stelle. Era la madre di Osiride, Iside, Nefti e Seth. Il suo compito
principale era quello di sorreggere sulla schiena Ra, il dio sole, mentre ogni giorno
attraversava il cielo. Si pensava che il dio-sole, Ra, nel suo viaggio notturno, fosse
da lei ingoiato dopo il tramonto, per essere partorito di nuovo all'alba.

Ciascuna divinit aveva i propri sacerdoti, i propri templi, le proprie terre: i


sacerdoti di un dio avevano anche il compito di amministrarne i beni del dio, e
naturalmente guadagnavano parecchio denaro. Essi celebravano complicatissimi
riti, tra cui quello di entrare ogni mattina nella parte pi nascosta del tempio,
aprire lo scrigno in cui era racchiusa la statua del dio, e dargli il buongiorno. La
cerimonia si ripeteva al momento della buonanotte.
I templi
Gli Egizi edificarono numerosi templi dedicati ai loro tanti dei.

La costruzione di un tempio impiegava tantissimi professionisti diversi: era


necessario progettare la costruzione, estrarre i materiali dalle cave e trasportarli
sul luogo, scolpire la pietra, dipingere le decorazioni.
- Lingresso era molto imponente; era delimitato da colonne.
- Il primo cortile interno era il luogo fino al quale potevano arrivare i fedeli. Solo
il faraone e i sacerdoti potevano spingersi oltre.
- Sempre nel primo cortile interno vi era un altare per i sacrifici.
- Il tempio era circondato da numerosissime colonne.
- Nella parte pi interna era conservata la statua del dio, che veniva esposta solo
in occasioni particolari.
Il culto dei morti
Gli egizi credevano che nell'aldil i defunti conducessero una vita simile a quella
sulla terra. Non avrebbero potuto per farlo, senza il corpo. Per questo
imbalsamavano i corpi dei defunti: cio li ungevano con degli oli speciali e li
avvolgevano in bende. Quindi li deponevano in artistiche casse chiamate
"sarcofagi", e li richiudevano nelle tombe. Dentro le tombe, mettevano poi del
cibo, dei profumi e degli oggetti della vita quotidiana, proprio perch credevano
che i morti, nellaldil, conducessero una vita del tutto simile a quella che
avevano vissuto qui sulla terra. Gli Egizi credevano che, oltre al corpo fisico,
luomo avesse unanima. Alla sua morte lanima, dopo aver affrontato il suo
viaggio nellaldil, rientrava nel suo corpo a riposare. Bisognava dunque impedire
al corpo di decomporsi perch lanima non poteva sopravvivere da sola. Da questa
convinzione nacque la pratica di mummificare i corpi nella speranza di
conservarli intatti. Lo storico greco Erodoto ci ha lasciato una dettagliata
descrizione del processo di imbalsamazione.
Dal corpo estraevano cervello e intestini e riempivano le cavit con mirra (una
sostanza profumata) e cannella. Il corpo, tenuto sotto sale per 70 giorni, era poi
avvolto da bende di lino spalmate di gomma e chiuso in una serie di bare di
legno, poste una nellaltra e dipinte con limmagine del defunto. Infine la
mummia, deposta in un sarcofago di pietra e portata nella tomba, era posta ritta
contro la parete e circondata da provviste, oggetti, vestiti, gioielli, amuleti,
soprattutto scarabei sacri, simboli della resurrezione. Indispensabile al defunto
era anche il Libro dei morti, un rotolo di papiro che conteneva preghiere che egli
doveva pronunciare davanti a Osiride, il dio delloltretomba..
Praticando limbalsamazione, gli Egizi ebbero una profonda conoscenza del
corpo umano: conoscevano infatti la posizione di molti organi interni e
sicuramente anche la funzione di alcuni di essi. Descrissero il cervello e vi
praticarono anche delle operazioni. Inoltre sono giunti fino a noi trattati di
medicina che suggerivano cure riconosciute valide ancora oggi per un gran
numero di malattie.
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Il mito di Osiride
Gli Egizi avevano elaborato un mito per spiegare la possibilit di continuare
a vivere dopo la morte.
Osiride era un giovane dio che venne ucciso dal dio Seth per gelosia. Iside,
sorella e moglie di Osiride, si trasform in falco e riusc a scoprire dove era
il corpo di Osiride. Lo imbalsam e lo fece rivivere con il battito delle sue
ali. Osiride, risorto, ebbe un figlio da Iside, Horus. Horus vendic suo padre
uccidendo il malvagio Seth. Osiride divent cos il re del regno dei morti.

Il dio che muore e che risorge veniva paragonato allalternarsi delle


stagioni, alle varie fasi delle piene del Nilo, al Sole che rinasce ogni mattina.
La morte e la rinascita erano considerate dunque parte del ciclo della
natura. Di conseguenza, si giunse a ritenere che anche luomo, parte della
natura, rinascesse dopo la morte.
Le piramidi
Il faraone era considerato un dio e quindi tutto ci che lo riguardava doveva
essere grandioso: la reggia, i templi e naturalmente la tomba.
Le tombe dei primi faraoni erano semplici fosse con allesterno una
costruzione piatta e rettangolare chiamata mastaba.

Da pi mastabe sovrapposte le une alle altre nacque la piramide a gradoni


che aveva una struttura molto simile a quella delle ziggurat
mesopotamiche.

Queste piramidi dovevano rappresentare una gigantesca scalinata su cui il


re sarebbe salito per unirsi al dio-Sole. Con il tempo vennero realizzate
piramidi con le pareti lisce su pianta quadrata.
Le piramidi e le mastabe spesso erano costruite nello stesso luogo
formando grandi complessi monumentali. Il complesso meglio conservato
a Giza: oltre alle tre famose piramidi di Cheope, Chefren e Micerino,

vi si trovano mastabe, templi e la gigantesca Sfinge, un monumento con il


corpo di leone e la testa di faraone posto a guardia della necropoli, cio la
citt dei morti: un insieme di tombe o monumenti funebri.
Le piramidi sono monumenti giganteschi: per costruirli era necessaria la
collaborazione di moltissime persone.

La piramide di Cheope la pi grande dellantico Egitto: alta 147 metri e


con lati lunghi 130 metri, era rivestita da lastre di granito. La struttura
interna molto complessa, anche perch la camera funeraria cambi
collocazione tre volte nel corso del tempo.
Per avere unidea dello sforzo che fu compiuto, considera che la piramide di
Cheope stata realizzata con quasi 2,5 milioni di blocchi di pietra. Ogni blocco
pesava in media 2500 kg e veniva trasportato su slitte di legno. Ogni slitta veniva
trainata da circa 172 uomini!
Malgrado sia molto grande, allinterno lo spazio piccolo: la piramide era
infatti una costruzione per i defunti, non era previsto che uomini vivi la
visitassero.
Ip
Le scienze nellantico Egitto
In Egitto, le scienze nacquero dalle necessit della vita quotidiana.
Dal bisogno di scavare canali, costruire dighe, tracciare i confini dei campi dopo
l'inondazione del Nilo, si svilupparono la geometria e la matematica.
Per misurare il livello del Nilo, ad esempio, gli egizi usavano il nilometro, un
pilastro a tacche che consentiva di verificare laltezza delle acque.
Dalla necessit di possedere un calendario esatto, che permettesse di conoscere
in anticipo l'inizio e la fine dei periodi di piena del Nilo, nacque invece
l'astronomia. Nel cielo riconoscevano alcune costellazioni e cinque pianeti.
Dividevano il giorno in 12 ore diurne e 12 notturne.
L'uso di imbalsamare i defunti port gli egizi ad una approfondita conoscenza
dell'anatomia del corpo umano, da cui nacque la medicina. I medici avevano
anche un'ottima conoscenza delle propriet curative delle erbe, e ognuno era
specializzato in una sola malattia: cerano chirurghi, dentisti, oculisti, ecc.
La vita quotidiana nellantico Egitto
Villaggi e citt
Il villaggio egizio era composto da capanne costruite con fango e paglia,
una vicina allaltra, prive di finestre e ricoperte da un tetto di foglie. Nelle
citt pi popolate, le case erano pigiate le une contro le altre, strette e alte,
con botteghe di artigiani al piano terreno. Erano costruite con mattoni di
fango e paglia ricoperti da un intonaco.

Le abitazioni avevano un tetto piatto che fungeva da terrazzo.


Nelle case pi ricche cera poi anche un ampio giardino; inoltre, le mura della
casa erano ornate di pitture che rappresentavano spesso dei fiori.

Nelle case cerano pochi mobili: qualche sgabello e piccoli tavoli. Al posto degli
armadi alcune nicchie alle pareti, qualche stuoia e un semplice letto
sollevato da terra per prevenire le punture degli scorpioni.
La famiglia
La famiglia era un vero clan: non si limitava ai genitori e ai figli. Spesso
comprendeva anche i parenti prossimi celibi, vedove o malati.

I figli erano accolti come una benedizione degli dei ed erano considerati una gioia;
ma se il neonato era deforme, veniva abbandonato perch si credeva che fosse
colpito dalla maledizione degli dei.
La madre si prendeva cura delleducazione dei figli piccoli. Ma molto presto i
bambini iniziavano a seguire il padre per imparare un mestiere aiutando nel
lavoro dei campi e dellofficina. Le bambine restavano a casa e seguivano le
faccende domestiche.
Nelle famiglie nobili, invece, i figli andavano a scuola allet di 5 o 6 anni per
imparare a scrivere, leggere e contare e divenire, nel giro di qualche anno, scribi,
architetti o giudici.
I bambini egiziani portavano il cranio accuratamente rasato con una treccia che
ricadeva da un lato della testa, si coprivano i fianchi con un corto gonnellino e
andavano quasi sempre scalzi.
Giocavano allaperto e avevano un gran numero di giocattoli: trottole, biglie, palle
di stracci, bambole, cerchi e pupazzi.
La scuola
La scuola era chiamata camera di insegnamento ed era stata istituita per
formare i giovani che avrebbero dovuto diventare scribi ed occuparsi
delle funzioni amministrative dello stato.
Il maestro era indicato con il termine sebau. Di solito la scuola si trovava presso
un tempio, ma le lezioni potevano essere tenute anche allaperto.
I bambini dovevano frequentare le lezioni dalle prime ore del mattino a
mezzogiorno e sedevano su stuoie attorno al maestro. Ogni lezione si svolgeva in
un clima di grande severit, lo scarso impegno e gli errori venivano puniti
severamente.
Il primo compito dello scolaro era imparare a leggere e a scrivere: per questo
era usato un librone di esercizi chiamato kemit, una raccolta di nozioni utili e
semplici da capire e da trascrivere sotto dettatura. Dopo aver fatto pratica di
geroglifici, imparandoli anche a memoria, si procedeva alla lettura di documenti
pubblici.
Lo studio della matematica e della geometria era fondamentale non solo per
lamministrazione e la contabilit, ma anche per numerose professioni: quella
dellingegnere, dellagronomo, del pittore, dellastronomo e perfino del medico.
A fianco delle normali materie di studio erano previste lezioni di ginnastica per
irrobustire il corpo ed imparare le regole di vita, quali la lealt e la disciplina.
La lotta, gli esercizi acrobatici e la sfida con i bastoni erano i giochi pi amati.

Lalimentazione
Lalimento pi comune sulla tavola degli Egizi era il pane, garantito dai buoni
raccolti di cereali.
Si producevano pi di 40 tipi di pane, di tutte le forme, a volte con laggiunta di
miele, burro, latte e uova.
Si consumavano anche diversi tipi di vegetali: lattuga, aglio, cipolle e legumi:
(piselli, ceci e lenticchie).
Gli Egizi mangiavano anche molta frutta: uva, fichi, datteri e melograni.
Cucinavano carne di montone, di capra e di manzo.
Si usava anche tenere un piccolo allevamento di polli, conigli, anatre e oche, che
venivano mangiati arrostiti.
Grazie al Nilo abbondava il pesce.
A tavola si bevevano birra ricavata dallorzo e vino di uva e datteri.
Il ritrovamento di vere e proprie ricette incise su tavolette testimonia, inoltre, la
passione degli Egizi per i dolci, preparati con mandorle, datteri e miele, usato al
posto dello zucchero.
Mentre le persone ricche disponevano di tutte queste buone cose, la maggior
parte della popolazione si nutriva quasi esclusivamente di pane e cipolla.

Labbigliamento e le cure di bellezza


Tutti gli abiti erano fatti di lino e perci erano di colore bianco. I lini disegnati
con forme leopardate erano usati per i funerali.
In sostanza tali abiti non erano altro che lenzuoli pi o meno grandi drappeggiati
in vari modi.
I sandali erano le calzature pi diffuse: ne esistevano di moltissimi modelli, a
seconda della moda. Erano fatti in fibra di papiro, lino o cuoio.
Uomini e donne curavano molto il proprio corpo.
Gli Egizi sono considerati gli inventori della cosmesi, unarte che seguiva
ricette ben precise. I cosmetici avevano anche funzioni curative: per
esempio, per proteggersi dal Sole e dal vento, gli Egizi usavano unguenti
emollienti e profumati; per difendersi dalle infezioni e dal Sole, sia donne
che uomini si truccavano il contorno degli occhi. Il disegno intorno agli
occhi serviva anche a differenziare le persone: vi era quello per il faraone e
per le divinit e quello usato dalla gente comune.
I trucchi, oltre ad essere un elemento importantissimo delleleganza femminile,
erano considerati fluidi divini e perci appartenevano al corredo funerario del
defunto.
Le parrucche erano molto diffuse. Sia gli uomini che le donne si radevano
quotidianamente, ma indossavano le parrucche solo in caso di cerimonie o
occasioni speciali. Esse erano fatte di capelli veri ed erano piene di resine e cera
dapi ed avevano funzione sia estetica che igienica in quanto costituivano
unefficace protezione contro i pidocchi.

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