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altri
ancora
con
una
coda
quasi
normale.
IL GATTO SIAMESE
La leggenda racconta di un meraviglioso castello allinterno del quale il re del Siam
viveva felice con la sua bellissima figlia.
Nei dintorni del castello vi era un favoloso giardino pieno di piante e fiori e una
grandissima piscina che comunicava, attraverso un passaggio molto stretto, con il
fiume infestato da enormi coccodrilli.
Il re adorava i gatti e ne accoglieva tantissimi allinterno della sua dimora. Un giorno,
dovendo partire per un lungo viaggio e molto preoccupato di dover lasciare la
giovane principessa da sola per tanto tempo, chiam a raccolta i suoi gatti e chiese
loro di vegliare sulla sua amata figlia e di prendersi cura di lei fino al suo ritorno.
La principessa amava fare il bagno nella grande vasca durante le giornate pi calde e
i gatti la seguivano ovunque e la tenevano docchio. Un giorno per un grosso
coccodrillo riusc ad attraversare il canale che collegava la piscina al fiume e a
raggiungere la fanciulla. I felini, che per fortuna non lavevano mai persa di vista, si
accorsero immediatamente del pericolo e immergendo le loro codine in acqua
riuscirono ad attirare lattenzione del coccodrillo. Purtroppo per loro per il grosso
animale riusc a staccare un pezzo della loro splendida coda.
Ed per questo che secondo la leggenda esistono due tipi di Siamesi. Quelli con la
coda lunga che sono i gatti che erano rimasti a fare da guardia allinterno del castello
e quelli invece con la coda corta che termina con una specie di nodo, sono i
coraggiosi felini che hanno difeso la principessa e le hanno salvato la vita.
Una variante di questa leggenda invece racconta che la principessa prima di fare il
bagno nella grande piscina, era solita togliersi tutti gli anelli ed infilarli nella coda dei
suoi splendidi gatti. Per non perderli poi annodava la codina allestremit. I gatti poi
si giravano continuamente a controllare che i preziosi gioielli fossero sempre dove la
fanciulla li aveva lasciati, ed per questo che i loro splendidi occhi sono leggermente
strabici.
capriole,
ballando
cantando
squarciagola.
Il marito, che era rimasto illeso, chiuse il cancello del villaggio con un ramo di palma
e, tornando a casa, raccont a tutti come, uccidendo il felino, si fosse estinta tutta la
trib della sua sposa.
IL MANEKI NEKO
La leggenda del gatto che saluta molto antica. In Giappone viene considerato un
vero e proprio portafortuna.
Secondo una delle sue tante versioni, a Edo, lattuale Tokio, si trovava il bellissimo
tempio di Gotoku, in un quartiere molto povero. Il tempio era per da tempo in
decadenza, a causa della mancanza di fondi per pagare le ingenti spese. I suoi
giardini, una volta fiorenti e pieni di fontane zampillanti, erano ormai ricoperti da
una fitta foresta e lunico monaco che vi dimorava era caduto nella pi profonda
disperazione.
Tutte le sere pregava di fronte allaltare davanti al quale ancora qualcuno portava
delle offerte di fiori.
Il monaco nelle sue preghiere chiedeva solo un po di fortuna per il suo tempio.
Sperava con tutto il cuore che un giorno potesse ritornare al suo antico splendore.
Una sera davanti alla porta del tempio vide un gatto malconcio che gli si avvicin e
cominci a fargli le fusa. Il vecchio condivise allora con lui la scodella di riso che
aveva preparato per la cena e il fuoco davanti al quale si riscaldava. Da allora
diventarono inseparabili e il monaco si rivolgeva spesso al gatto pensando: se solo
potessi portarmi un po di fortuna.
Una notte si scaten un terribile temporale. Un gruppo di samurai, guidati da un
ricco signore, si ritrovarono nei pressi dei giardini del tempio e si ripararono sotto un
IL GATTO TIGRATO
Una volta, quando era ancora selvaggio, il gatto tigrato viveva insieme a una tigre.
Un giorno la tigre chiese al gatto di procurarle un po di calore perch faceva molto
freddo. Il gatto cerc e trov una casa degli uomini con allinterno un bel fuoco. Il
gatto entr senza farsi vedere, rub un tizzone ardente dal camino e lo port alla
tigre. La tigre fu molto contenta. Passarono i giorni ma il gatto non era pi lo stesso,
non faceva che pensare a quel bel posto caldo e accogliente. Un giorno salut la
tigre e le disse che sarebbe andato a vivere in quella casa e che sarebbe restato l
per sempre.
Una leggenda cristiana narra invece che fu la Madonna stessa a regalare a questi
gatti il segno particolare che ricorda il suo nome. Si narra infatti che, nella stalla di
Betlemme, oltre al bue e allasinello ci fosse anche una grossa gatta tigrata gravida
che, proprio in quella santa notte, diede alla luce i suoi cuccioli. Subito dopo aver
dato le prime cure ai piccoli, la gatta si avvicin alla mangiatoia e, con la sua
morbida pelliccia, contribu a riscaldare il piccolo Ges. Per ringraziarla, la Madonna
regal a questa micia e a tutti i gatti tigrati il caratteristico segno sulla fronte a
forma di M in ricordo del suo nome.