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LEGGENDE SUI GATTI

LA NASCITA DEL GATTO DI MANX


Una leggenda narra che quando No fece salire gli animali sullArca per salvarli dal
Diluvio Universale, una coppia di gatti arriv in ritardo, quando le porte della nave
stavano quasi per chiudersi. Riuscirono a salire ma le loro code rimasero incastrate e
furono tagliate via.
Una variante di questa leggenda racconta che la coda gli fu strappata via con un
morso da un cane, sempre mentre si trovavano sullArca, e che i gatti per la
vergogna di non avere pi la coda e non volendo farsi vedere in quello stato, si
gettarono in mare e nuotarono fino a raggiungere lisola di Man, dove si stabilirono
e da cui presero il nome.
In realt questa razza si originata intorno al XVIII secolo, proprio sullisola di Man,
da cui il nome, situata tra lInghilterra e lIrlanda.
Il gatto Manx ha subto nel tempo una mutazione genetica che lo ha privato della
coda, anche se ne esistono alcuni esemplari con una coda molto piccola, quasi un
moncone,

altri

ancora

con

una

coda

quasi

normale.

IL GATTO SACRO DI BIRMANIA


Secondo la leggenda, in Birmania, i monaci Khmer costruirono agli inizi del XVIII
secolo un bellissimo tempio sotterraneo denominato Tempio dei Gatti proprio
perch vi dimoravano pi di cento gatti tutti bianchi.
In seguito, i monaci Kittah, decisero di dedicare il tempio alla dea TsunKyanKse. La
dea era rappresentata da una bellissima statua in oro con degli splendidi occhi di
zaffiro ed era vegliata giorno e notte da un monaco guardiano di nome Mun-Ha. Egli
amava restare per lungo tempo in meditazione ai piedi della dea e aveva come unica
compagnia un bellissimo gatto bianco di nome Sihn.
Una notte, dei briganti si introdussero nel tempio per rubare la preziosissima statua
uccidendo a tale scopo Mun-Ha. Ma nel momento in cui il suo corpo cadde senza
vita ai piedi della statua, il suo fedele gatto gli si accucci sul capo guardando
intensamente la dea come per chiedere vendetta. La dea, commossa dal coraggio e
dalla devozione del gatto, trasform i colori del corpo di Sihn: il suo manto cominci
a tingersi di color oro come il mantello che ricopriva la statua, i suoi occhi
diventarono di uno spettacolare color blu-zaffiro e le zampe, la coda, il musetto e le
orecchie si tinsero del colore della terra bruna sulla quale poggiava la statua della
dea. Soltanto le parti che erano a contatto con il corpo del monaco restarono
bianche a ricordo della purezza della sua anima.
Il gatto, poi, si volt verso la porta del tempio fissandola. In questo modo, gli altri
monaci si accorsero dell'arrivo dei briganti e corsero a chiudere tutte le porte
salvandosi dalla distruzione. Sihn vegli il corpo del suo amato padrone per sette
giorni e poi mor. Gli altri 99 gatti del tempio si tramutarono anchessi nello stesso
colore di Sihn e da quel giorno furono considerati sacri e venerati.

IL GATTO SIAMESE
La leggenda racconta di un meraviglioso castello allinterno del quale il re del Siam
viveva felice con la sua bellissima figlia.
Nei dintorni del castello vi era un favoloso giardino pieno di piante e fiori e una
grandissima piscina che comunicava, attraverso un passaggio molto stretto, con il
fiume infestato da enormi coccodrilli.
Il re adorava i gatti e ne accoglieva tantissimi allinterno della sua dimora. Un giorno,
dovendo partire per un lungo viaggio e molto preoccupato di dover lasciare la
giovane principessa da sola per tanto tempo, chiam a raccolta i suoi gatti e chiese
loro di vegliare sulla sua amata figlia e di prendersi cura di lei fino al suo ritorno.
La principessa amava fare il bagno nella grande vasca durante le giornate pi calde e
i gatti la seguivano ovunque e la tenevano docchio. Un giorno per un grosso
coccodrillo riusc ad attraversare il canale che collegava la piscina al fiume e a
raggiungere la fanciulla. I felini, che per fortuna non lavevano mai persa di vista, si
accorsero immediatamente del pericolo e immergendo le loro codine in acqua
riuscirono ad attirare lattenzione del coccodrillo. Purtroppo per loro per il grosso
animale riusc a staccare un pezzo della loro splendida coda.
Ed per questo che secondo la leggenda esistono due tipi di Siamesi. Quelli con la
coda lunga che sono i gatti che erano rimasti a fare da guardia allinterno del castello
e quelli invece con la coda corta che termina con una specie di nodo, sono i
coraggiosi felini che hanno difeso la principessa e le hanno salvato la vita.
Una variante di questa leggenda invece racconta che la principessa prima di fare il
bagno nella grande piscina, era solita togliersi tutti gli anelli ed infilarli nella coda dei
suoi splendidi gatti. Per non perderli poi annodava la codina allestremit. I gatti poi
si giravano continuamente a controllare che i preziosi gioielli fossero sempre dove la
fanciulla li aveva lasciati, ed per questo che i loro splendidi occhi sono leggermente
strabici.

IL GATTO DEI BA-RONGA


Una leggenda dei Ba-Ronga (una popolazione del Sudafrica) racconta che le vite di
un intero villaggio erano racchiuse nel corpo di un gatto
Quando una delle figlie del capo trib si spos, volle a tutti i costi portare nella
nuova casa il gatto del villaggio. I genitori sapevano bene che nel felino erano
racchiuse tutte le vite e si opposero alla decisione della figlia. Alla fine per Titishan,
questo era il nome della fanciulla, la spunt portando con s il gatto nascondendolo
al marito. Un giorno, quando la ragazza si trovava al lavoro nei campi, il gatto fugg
dal suo nascondiglio, entr nella capanna e, per fare uno scherzo, indoss
lequipaggiamento da guerra dello sposo, mettendosi a ballare e cantare. Alcuni
bambini delle capanne vicine, sentendo tanto trambusto, corsero a vedere cosa
stesse accadendo e scoprirono, con grande sorpresa, che il gatto faceva salti
altissimi e

capriole,

ballando

cantando

squarciagola.

Completamente affascinati, i bambini chiesero di poter partecipare al gioco.


Ricevuto un rifiuto, corsero allora a chiamare lo sposo che, colto da grande paura, lo
uccise.
Nello stesso istante Titishan cadde a terra moribonda. Il marito, disperato, avvolse il
corpo del gatto morto in una stuoia e lo port al paese nato insieme alla moglie.
Quando i parenti videro la giovane sposa moribonda, la rimproverarono aspramente
per non aver voluto ascoltare i saggi consigli che le erano stati dati, ma alla vista
della stuoia contenente il gatto morto caddero tutti esanimi uno dopo laltro; fu cos
che mor tutto il Clan del Gatto.

Il marito, che era rimasto illeso, chiuse il cancello del villaggio con un ramo di palma
e, tornando a casa, raccont a tutti come, uccidendo il felino, si fosse estinta tutta la
trib della sua sposa.

IL MANEKI NEKO
La leggenda del gatto che saluta molto antica. In Giappone viene considerato un
vero e proprio portafortuna.
Secondo una delle sue tante versioni, a Edo, lattuale Tokio, si trovava il bellissimo
tempio di Gotoku, in un quartiere molto povero. Il tempio era per da tempo in
decadenza, a causa della mancanza di fondi per pagare le ingenti spese. I suoi
giardini, una volta fiorenti e pieni di fontane zampillanti, erano ormai ricoperti da
una fitta foresta e lunico monaco che vi dimorava era caduto nella pi profonda
disperazione.
Tutte le sere pregava di fronte allaltare davanti al quale ancora qualcuno portava
delle offerte di fiori.
Il monaco nelle sue preghiere chiedeva solo un po di fortuna per il suo tempio.
Sperava con tutto il cuore che un giorno potesse ritornare al suo antico splendore.
Una sera davanti alla porta del tempio vide un gatto malconcio che gli si avvicin e
cominci a fargli le fusa. Il vecchio condivise allora con lui la scodella di riso che
aveva preparato per la cena e il fuoco davanti al quale si riscaldava. Da allora
diventarono inseparabili e il monaco si rivolgeva spesso al gatto pensando: se solo
potessi portarmi un po di fortuna.
Una notte si scaten un terribile temporale. Un gruppo di samurai, guidati da un
ricco signore, si ritrovarono nei pressi dei giardini del tempio e si ripararono sotto un

albero. Ad un tratto, il ricco signore vide il gatto che li guardava da lontano e


che, seduto sulle zampine posteriori, gli agitava una delle zampe anteriori in cenno
di saluto. Il signore ed i samurai andarono verso di lui; un attimo dopo l'albero fu
colpito da un fulmine.
Quando cercarono di avvicinarglisi, il gatto si allontan, si ferm qualche metro pi
avanti si rimise nella stessa posizione e continu a salutare fin quando scomparve
dietro la ricca vegetazione che nascondeva il tempio. I samurai lo seguirono e si
ritrovarono allinterno del tempio decadente e al cospetto del monaco che fu cos
gentile da offrire loro cibo e riparo.
Il signore, riconoscente, decise allora di farne il tempio della sua famiglia e di
riportarlo agli antichi splendori. Il monaco insieme al suo amato gatto che tanto gli
aveva portato fortuna continuarono a vivere tranquilli e sereni tra le sue mura.
Quando molto tempo dopo il gatto mor, il vecchio monaco in segno di riconoscenza
fece erigere una statua di un gatto seduto sulle zampe posteriori con una zampina
sollevata in segno di saluto.
Da allora il gatto che saluta viene considerato un vero e proprio portafortuna e lo
si pu trovare in quasi tutte le case giapponesi e non solo.

IL GATTO TIGRATO
Una volta, quando era ancora selvaggio, il gatto tigrato viveva insieme a una tigre.
Un giorno la tigre chiese al gatto di procurarle un po di calore perch faceva molto
freddo. Il gatto cerc e trov una casa degli uomini con allinterno un bel fuoco. Il
gatto entr senza farsi vedere, rub un tizzone ardente dal camino e lo port alla

tigre. La tigre fu molto contenta. Passarono i giorni ma il gatto non era pi lo stesso,
non faceva che pensare a quel bel posto caldo e accogliente. Un giorno salut la
tigre e le disse che sarebbe andato a vivere in quella casa e che sarebbe restato l
per sempre.

Una leggenda cristiana narra invece che fu la Madonna stessa a regalare a questi
gatti il segno particolare che ricorda il suo nome. Si narra infatti che, nella stalla di
Betlemme, oltre al bue e allasinello ci fosse anche una grossa gatta tigrata gravida
che, proprio in quella santa notte, diede alla luce i suoi cuccioli. Subito dopo aver
dato le prime cure ai piccoli, la gatta si avvicin alla mangiatoia e, con la sua
morbida pelliccia, contribu a riscaldare il piccolo Ges. Per ringraziarla, la Madonna
regal a questa micia e a tutti i gatti tigrati il caratteristico segno sulla fronte a
forma di M in ricordo del suo nome.

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