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da TRECCANI:

GMEZ de la SERNA, Ramn


Enciclopedia Italiana (1933)
GMEZ de la SERNA, Ramn. -
Scrittore spagnolo, nato a Madrid il 5
luglio 1891. Originale, d'un umorismo
piuttosto cerebrale, cre un nuovo
genere letterario con le sue
gregueras: intraducibile parola da lui
coniata per designare le imponderabili
voci delle cose, che egli esprime in
brevi componimenti, i quali hanno a
volta a volta dell'aforisma e del
commento arguto.
Di feconda attivit, ha scritto circa
ottanta volumi, fra cui El rastro
(1915), Gregueras (1917),
Muestrario (1917), El circo (1917), La
viuda i anca y negra (1917), Pombo
(1918), Senos (1920), El doctor
Inverosmil (1921), El torero Caracho
(1926), Seis falsas novelas (1929),
La Nardo (1931), ecc. Perfino quelli
dei suoi libri che egli qualifica
romanzi, non sono per lo pi che
narrazioni slegate e frammentarie,
dove si sbizzarrisce il suo
temperamento impetuoso,
esuberante e funambolesco. Molto del
G. stato tradotto in italiano: e in
Italia la sua opera ha trovato
diffusione, anche per qualche
analogia tra il suo spirito e quello che
pervade certe opere di F. T. Marinetti
e soprattutto di M. Bontempelli.
(traduttori vari)
Il sogno un deposito di oggetti
smarriti.
Nellelenco del telefono siamo tutti
esseri microscopici.
Sui fili del telegrafo rimangono,
quando piove, delle lacrime che
rendono tristi i telegrammi.
Ci sono cieli sporchi in cui sembra
che siano stati sciacquati i pennelli
di tutti gli acquarellisti del mondo.
Il tram approfitta delle curve per
piangere.
Larcobaleno il nastrino che si
mette la natura dopo essersi lavata
la testa.
Il foglietto del calendario ci consola
perch il suo 7 o il suo 22 ci sono
noti da moltissimo tempo. Che
spavento se invece apparisse il
giorno numero 30.117 della nostra
vita!
I laghi sono le pozzanghere rimaste
dopo il diluvio.
La chiave ci prende in giro fingendo
di non appartenere alla serratura a
cui appartiene.
Tuono: un baule rotola gi dalle
scale del cielo.
I baci sono come francobolli: ce n
che si attaccano e altri che non
prendono.
Un foglio di carta nel vento come
un uccello ferito a morte.
Chitarra: donna con quattro
fianchi.
Che tragedia: invecchiavano le sue
mani e non invecchiavano i suoi
anelli.
Lacqua non ha memoria: per
questo cos limpida.
Lorgoglio del rospo atroce,
perch dedica il suo concerto alle
stelle.
Lascensore bussa davanti a tutte
le porte davanti a cui passa, ma
solo una gli d retta.
Le spighe fanno il solletico al
vento.
Gli zeri sono le uova da cui sono
nate le altre cifre.
Catalogo: ricordo di ci che si
scorder.
Il neonato saluta se stesso dando
la mano al proprio piede.
Nelle macchine da scrivere sorride
la dentiera dellalfabeto.
Le costole servono per ubicare i
dolori: Mi fa male tra questa e
questa
Quando il treno parte mentre
siamo affacciati al finestrino,
rubiamo addii che non sono per
noi.
Le rondini sfiorano appena lo
stagno come se prendessero
lacqua sufficiente per farsi il segno
della croce.
Lacqua si scioglie i capelli nelle
cascate.
Il coccodrillo una valigia che
viaggia da sola.
I remi piangono.
Nel guardaroba vuoto rimane il
cappello dell uomo invisibile.
E un duello alla pistola! gridarono
gli alberi e cominciarono a correre.
Si confuse, accavall la gamba
sinistra sopra la gamba sinistra e si
ritrov senza la gamba destra.
Vi sono alcuni lettori sadici che si
rallegrano se la critica parla male
dun libro perch cos evitano di
comprarlo. Se, viceversa, la critica
buona, non lo comprano lo stesso
per paura duna delusione.
In certi film tutto il dramma sta nel
fatto che la donzella si scordata
le persiane aperte e che dalla
strada o dal giardino si vede tutto.
Nelle sale cinematografiche vi
sempre qualcuno il cui dramma
coincide con quello che si sta
proiettando sullo schermo.
Nel buio del cinema i dongiovanni
perdono spesso il loro tempo, ma li
consola il trionfo dei dongiovanni di
celluloide al quale assistono sullo
schermo.
Certi mattini appaiono come giorni
accigliati, che si svegliano solo
dopo essersi lavata la faccia.
Il massimo di piet che ci concede
il Monte di Piet dimpegnare
lorologio.
Parlare come scrivere nellaria.
Le prime gocciole del temporale
scendono a bassa quota per vedere
se c terra per atterrare.
Il cielo ha questo di buono: che
non soffre invasioni di formiche.
Ci sono tante persone davanti alla
gabbia delle scimmie, queste
stanno facendo forse una
conferenza.
Il peggiore momento per un povero
quando anche i bottoni della sua
giacca lo abbandonano.
Lo spaventapasseri sembra una
spia appena fucilata.
Una collana di perle come un
rosario di peccati.
Il numero 6 un numero incinto.
Una matita scrive soltanto lombra
delle parole.
La luna l'occhio di bue della barca
della notte.
La polvere piena di vecchi e
dimenticati starnuti.
Le due uova che prendiamo
sembra siano gemelli, e invece non
sono nemmeno cugini di terzo
grado.
Ci che pi importa nella vita non
essere morti.
Le parole sono lo scheletro delle
cose e per questo motivo resistono
pi a lungo delle cose.
Lacrima: si rotto il termometro
femminile.
I cinesi scrivono dallalto in basso,
perch la parola comincia in cielo e
finisce in terra.
Capitalista: un ginnasta con molti
telefoni.
Caff: un inchiostro per scrivere
pensieri reconditi.
Quando il vento disperato,
prende un secchio e lo lancia via.
Luomo che corre in bicicletta pare
che sia montato sopra uno
scheletro metallico.
Visti nellombra, siamo tutti in
lutto.
Macchina da scrivere: un anfiteatro
di lettere.
Gli altri ci vedono come la
macchina fotografica: in senso
inverso.
Ponendo un orecchio nella cassetta
della posta si sente un mormorio di
addii.
Futuro: il plagio del passato.
Le mie palpebre sono due
ghigliottine che tagliano la testa
alla luce.
I miei testicoli sono due globi
oculari di riserva.
I miei nervi sono i fulmini del mio
corpo.
Sono appeso ai miei tendini come
un ginnasta agli anelli.
Quando cammino, la mia testa se
ne sta assisa sulla portantina.
Dal mio collo a cilindro uscito a
sorpresa il coniglio della mia testa.
Sui due emisferi del mio culo
tatuato il mappamondo.
I mie capezzoli sono due dischi
volanti parcheggiati sul petto.
I miei piedi si mascherano con dei
passamontagna puzzolenti.
Spudorato, il mio viso si mostra
sempre nudo. Il mio viso uno
sfacciato.
sempre lo stesso brufolo che si
reincarna uno spropositato numero
di volte.
I miei nei sono costellazioni di
buchi neri.
Le donne dipingono sulle unghie lo
stemma araldico del loro sesso.
I talloni delle donne guardano il
mondo dallalto in basso
Per la degustazione dei miei baci
non richiesto il diploma da
sommelier
Attorno al mio sesso cresce una
folta criniera da pecora nera
Il mio corpo esplode al rallentatore,
si espande in una raggiera di peli
Mi stiracchio: i miei muscoli
sbadigliano
La mia schiena sostenuta da una
colonna formata da una pila di
capitelli.
Sono un nano sulle cui spalle sta
seduta una pila di giganti.
Le mie ossa sono il partito
conservatore del mio corpo.
Respirare tutta latmosfera,
carbonizzandola.
Il mio naso volta le spalle al
profumo del cielo.
Lodore lanima delle cose.
Farsi venire il fiatone, frammentare
il vento, drammatizzandolo.
Giunte al bivio dei miei occhi, le
immagini non sanno decidersi, si
dividono in due.
Nelle mie orbite covo due uova.
Il mio sguardo sbatte contro il
vetro dei cristallini, la mosca vuole
uscire dalla finestra.
Faccio mulinare lo sguardo,
sciabolo le immagini.
Le mie sopracciglia sono due
scolopendre dai fianchi sinuosi.
Due millepiedi si dimenano sopra i
miei occhi.
Le mie braccia sono due code che
mi sono cresciute di lato.
Le mie mani sono due animali
innestati sul mio corpo.
Quando prego, intreccio le mani,
rivolgo a dio le parti di me stesso
che mi conoscono meglio.
Frugando nel mio ombelico, non si
cava un ragno dal buco.
Questa pagina lho scritta tutta con
i mignoli.
Se uno conosce troppo se stesso,
smette di salutarsi.
Lamore nasce dal desiderio
improvviso di rendere eterno il
passeggero.
I cani ci mostrano la lingua come
se ci avessero presi per il dottore.
Il lettore - come la donna - ama di
pi chi pi lha ingannata.
Affacciandoci al fondo del pozzo ci
facciamo un ritratto da naufraghi.
Il sogno un deposito doggetti
smarriti.
La vestaglia da bagno rende frati le
donne, ma depongono subito
labito.
Chi gioca a dadi sembra che getti
in aria le ossa in sovrappi.
Nulla torna, ma tutto si somiglia.
Quando la donna chiede macedonia
per due, perfeziona il peccato
originale.
Ci sono certe pastiglie di farmacia
che ci curano, se non altro, dalla
tristezza di aver perso tanti bottoni
della biancheria intima.
La bandiera sale su per lasta come
se fosse lacrobata pi agile del
mondo.
I fiori muoiono in odore di santit.
Il grillo misura le pulsazioni della
notte.
La malinconia dei fiumi d'America
che sono cos grandi che non
possono avere ponti.
Nei mantici che collegano i vagoni
del treno si sente il tango del
viaggio.
L'importante non avere o non
avere dei microbi, ma che siano
ammaestrati.
Il primo bacio un furto.
Le farfalle le fanno gli angeli nelle
ore dufficio.
La rondine arriva da tanto lontano
perch freccia e arco
contemporaneamente.
Le galline si sistemano sulle
stecche del pollaio come per
assistere a una rappresentazione
del "Don Giovanni" con il gallo nel
ruolo di protagonista.
Quel che d pi fastidio alle statue
di marmo che hanno sempre i
piedi freddi.
Il tram approfitta delle curve per
piangere.
Non abbiamo il giusto rispetto della
nostra ombra, non pensiamo
abbastanza a lei. Per rimediare a
quest'ingiustizia, io la saluto, le
parlo, e spesso esco appositamente
per portarla a passeggio lungo il
muro su cui spicca meglio.
Preferisco le macchine da scrivere
usate, perch hanno gi esperienza
e conoscono lortografia.
Di ci che si dice al buio rimane
copia su carta carbone.
Il cieco muove il suo bastone
bianco come a misurare la
temperatura dell'indifferenza
umana.
Quella donna mi ha guardato come
si guarda un taxi libero.
La lucertola la spilla dei muretti.
Giorno senza quotidiani: l'assassino
esibizionista rimanda il delitto a
dopodomani.
Gabbiani: ancore delle navi che
percorrono i cieli.
Il divano un letto senza capo n
coda.
Conferenza: il pi lungo addio che
si conosca.
Il seggiolino del pianoforte il
cavatappi del concerto.
Ci sono coppie sposate che si
voltano la schiena dormendo
perch uno non rubi all'altro i sogni
ideali.
Fine estate: depositi di moscerini
morti sulle lampade dei treni.
Gli occhi dei gatti stanno
guardando attraverso il buco della
serratura della stanza da letto del
mistero.
Quel che difende le donne che
pensano che tutti gli uomini siano
uguali, mentre ci che perde gli
uomini che credono che tutte le
donne siano diverse.
L'arancia, sotto il suo berretto
doro, ha la testa bendata.
Tutti i salami simpiccano.
Ci che pi inorgoglisce la forchetta
battere uova, giacch un favore
extra che non rientra nei suoi
doveri.
La camicia stirata ci attende con le
braccia in croce.
Lelettricit fa parte del sistema
nervoso di Dio.
La medicina si offre di curare tra
centanni quelli che stanno
morendo adesso.
Nei giorni di vento, i giunchi hanno
lezione di scherma.
La mezzaluna mette la notte tra
parentesi.
Era un tale moralista che
perseguitava le congiunzioni
copulative.
Chi nelle stazioni si siede sulla
propria valigia sembra un esiliato
dal mondo.
Le viti sono chiodi pettinati con la
riga in mezzo.
Un secondo un secolo in
miniatura.
La donna si dipinge le unghie per
avere dieci cuori a portata di mano.
I libri sono gli unici che trattengono
la polvere dei secoli: in senso
materiale e spirituale.
Una saponetta nuova come la
mano di una nuova fidanzata.
Il fisarmonicista dipana il filo della
musica con le due mani occupate
dalla nera matassa.
Gli armadi a specchio sono come
confessionali che conoscono tutti i
nostri calzini rammendati.
Sulla carta vetrata c la mappa del
deserto.
Il suggeritore leco prima della
parola.
Lunico ricordo retrospettivo che
resta al giorno quel rumorino che
fa la sveglia quando passa per la
stessa ora in cui ha suonato
l'ultima volta.
Vini di "riserva speciale" vuol dire
che non diranno a nessuno come
sono stati adulterati.
La meridiana segna le ore col
pugnale che uccide.
Il cipresso un pozzo che si fatto
albero.
Quando la luna passa da un lato
all'altro della strada, ci viene voglia
di darle il braccio, aiutandola come
un cieco.
Il vento maldestro: non sa
chiudere una porta.
Luna: cinematografo con vecchi
film.
Grazie alle gocce di rugiada il fiore
ha occhi per vedere la bellezza del
cielo.
Lalfabeto un nido da cui escono
stormi e stormi di parole.
Leggi e pensa, che per non pensare
hai dei secoli.

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