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Lo so che complesso definire il mio Essere Alveare con una particella pronominale;
io/egli sarebbe la maniera pi corretta per rivolgersi a me/lui ma per non appesantire
troppo queste mie/sue memorie dora in poi parler di me stesso in prima persona.
Ma, come disse il grande Re, non vi scordate mai con chi state parlando.
Chi sono io? La domanda corretta chi Egli vuole che io sia.
Sorrido ancora al ricordo dellespressione che adombr il nobile viso di re Crimson al
suono sprezzante delle mie parole.
Le guardie al suo fianco ebbero un sussulto impercettibile, un fremito di metallo, un guizzo
di lama.
Ma non detti loro il tempo di metabolizzare i pensieri di dominio. Continuai con un sorriso
di scherno appoggiandomi allo schienale dellampia sedia di legno, la gamba destra
allungata sul bracciolo, le mani inguantate incrociate sotto il mento.
La buona riuscita del Grande Inganno dipendeva soprattutto dal mio atteggiamento,
dalla potenza delle mie immagini, dalle eco che avrebbero riverberato nella mente di
Crimson.
Perch la magia parola e suono che riveste di seta ed ombre la creativit, la magia
un ponte verso un golfo buio dove io sono solo, dove io posso essere te, sul bordo
dell'universo dove le cose hanno contorni indefiniti e spaventosi, dove la luce arte
occulta, dove tutto ha un occhio verso il passato ed uno verso il futuro, dove i fantasmi
sono labirinti di specchi, dove il potere sospeso tra le parole, nella gola tra le creste di
probabilit.
Eco di parole impossibili.
Egli cresce.
Egli Cresce.
Lentamente cresce.
Lentamente, come nebbia.
Nelloscurit,
Appena prima della luce,
cibandosi di sussurri,
appena prima della morte.
polvere e spiragli,
dissonanze,
casualit,
la danza in labirinti bui di particelle primordiali
delle piste circolari dei lupi,
tracce nella neve tra sagome torturate di alberi neri
di spirali e metodi numerici,
Nemesi di stelle binarie in un destino stabilito.
delle traiettorie di volo degli stormi,
Alz gli occhi al cielo per trarne l'immagine della morte.
del pianto dei bambini e dei nomi sbagliati,
Piangi, piccolo mio, piangi. Perch non farai altro.
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o la sua pubblicazione su siti diversi da quello originario senza la previa approvazione del suo autore.
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Dalle vesti di preziosa seta sporgono mani callose che ricordano secoli di lavoro, il tono
delle loro voci rauco ed adatto alla pietra, le lunghe barbe strusciano sulla superficie
unta del tavolo mentre le loro teste sono scosse da profonde risate.
Due avventori si alzano, forse infastiditi dal tono dei due nani e si avvicinano al mio tavolo.
I lunghi mantelli chiusi da fibbie d'argento non celano l'armatura che indossano e
neanche le lunghe spade. Non siete normali avventori, vero? Siete spie del re venute a
controllare la situazione, avete combattuto in mille battaglie lungo i confini del' Oceano
Nero. Avete visto i giganti di Galertt, avete ucciso i loro cuccioli, avete sbranato e
massacrato in nome di un re che dona feste al suo popolo.
Feste durante le quali suona Juilen, il bardo che sta accordando gli strumenti proprio
accanto al camino. Sorride, reduce dal letto caldo di una ricca signora stanca di
aspettare il marito che deve occuparsi del ricevimento che sar dato in onore dell'arrivo
dei Cantori della tredicesima Luna.
Avevo passato cos quell'ora, tessendo l'incantesimo fortunosamente trovato intorno al
destino di alcune persone, traendone segreti e memorie che poi avrei trovato il modo di
utilizzare.
Fino a questo istante, fino alle parole gelide del re.
Il sovrano sorrise con fatica crogiolandosi nella convinzione di aver riportato la nostra
discussione nell'alveo a lui pi consono di un normale rapporto tra sovrano e suddito.
Non mi mossi di un centimetro, continuai a guardarlo con espressione beffarda.
Con la coda dellocchio volai per un attimo sullespressione contratta di Sheliger, il
potentissimo Signore delle Accademie, Gran Mago di corte, seduto alla sua destra.
Cominciava a capire; si, cominciava a capire.
Lasciai che le mie sinapsi latenti lambissero il Grimorio che custodiva nel pesante scrigno
magico e, per un attimo, assaporai il piacere di possederlo ma poi tornai a concentrarmi
sulle parole del re. In fondo non mi dovevo preoccupare, se avessi giocato bene le mie
carte quel Grimorio sarebbe stato mio come tutti quelli dei Magus dei due regni.
Ma dato che ritengo la questione particolarmente importante, ti ripeter la domanda
unultima volta, chi sei tu e chi ti manda? Quali sono le garanzie che mi puoi dare?
Vedi, qui stiamo parlando di scatenare una guerra che da lunghi anni incombe come un
sudario di morte sui nostri popoli e che non ho mai avuto il coraggio di intraprendere per
paura delle forze dell'avversario.
Lasciai che le sue parole rimanessero sospese tra noi.
Gli avventori della locanda avevano ricominciato a conversare. Soltanto i pi curiosi, ogni
tanto, ci gettavano uno sguardo in tralice, attirati dalla sfarzosit delle vesti del re e del
Magus e dallo scintillio delle armi delle due possenti guardie.
Prima di rispondere indugiai un attimo ad osservare coloro che mi stavano di fronte.
Credo che abbiano la stessa et, anzi, mi sembra di ricordare che siano cresciuti insieme,
stesso guardo fiero, stessi modi abituati al dominio. Il Magus dimostra qualche anno di pi,
forse perch porta la barba per coprire il segno di un'ustione che gli deturpa il mento.
Non smetter mai di sorprendermi la passione che hanno gli umani per i simboli di potere,
vestono di seta ed argento, portano oggetti che urlano a tutti la loro appartenenza ed il
loro retaggio.
Far loro capire il valore della modestia.
Capir ben presto, mio Sovrano, che le mie parole non sono volte a mancarle di rispetto
ma estremamente difficile per me descrivere il mio essere con concetti comuni.
Io sono il mandato Divino di un Incantesimo Vivente, di un Canto del Caos di Quinta
Armonica il cui nome non sono pronto a ripetere.
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Lasciai che metabolizzassero quelle parole. Il sovrano era confuso, si gir a guardare
Sheliger con sguardo interrogativo ma il Magus fissava me e solo me:
Continua, ti prego disse senza cambiare espressione.
Comincer dall'inizio in maniera che ogni aspetto del mio Essere vi sia chiaro.
In principio furono quattro Magus che si sfidarono in un Duello Magico per il dominio delle
Lande di Kreusen, appena a nord del Picco di Fiamma.
I loro nomi erano Godan Signore degli Sciami, Eluveitie la Padrona dei Sentieri, Nargall
l'Ombra non scritta e Ishuin Messaggera delle Lingue Dimenticate.
Essi si incontrarono con le loro schiere presso il crocicchio di Zostar, cuore del Regno
Magico di Eluveitie, dove quattro grandi vie convergono come fiumi portando il loro
fardello di storie lontane.
Ognuno di essi prese possesso di una strada e la Sfida ebbe inizio.
L'eloquenza delle loro parole fu straordinaria, la magnificenza dell'Arena irraggiungibile.
Narrarono ininterrottamente per sette giorni e sette notti. Il fiume di Storie, portate dai
paesi lontani ove le quattro strade si addentravano, contribu a donare potere alla
Creazione.
E furono canti e poesie, lacrime, musica, il sacrificio degli Eroi, il lamento delle memorie,
l'eco delle valli perdute, il ruggito dei ghiacciai eterni, i suoni di strumenti mai inventati.
L'Abominio che ne scatur fu semplicemente meraviglioso e loro se ne innamorarono.
E quello fu il primo errore.
Decisero di non demandare ai loro Passatori lo svolgimento della Sfida ma pensarono di
erigere un Ponte Narrativo che collegasse il nostro mondo all'Abominio appena creato.
Poi calcarono di persona il Ponte di Parole e si addentrarono al di l della Soglia Proibita.
E quello fu il secondo errore.
Quel che si sa delle vicende avvenute nel Mondo Abominio dovuto alle cronache di
una Passatrice di Ishuin.
Dharnn era il suo nome.
Ella narr nella lingua dei Naryun, l'idioma parlato dal popolo delle valli del Sussurro, di un
Mondo ove i quattro Demiurghi si erano spartiti il dominio degli elementi.
Narr di immense citt che volavano come foglie trascinate dal caos delle correnti e che
si muovevano per i quattro angoli del globo migrando attraverso immensi Portali Entropici,
di palazzi di fiamme viventi che ruggivano nel cuore dei pi profondi vulcani, di eserciti di
golem alti come montagne scolpiti con le parole dei filosofi e dei Sognatori, di oceani che
cantavano al sorgere della luna con parole tracciate sulla superficie delle acque dalle
rotte dei delfini e degli squali.
Inevitabilmente tutto ci doveva giungere ad una fine.
E l'odio fu pi potente della Creazione.
Tutto fin nell'immenso boato di una guerra infinita che scosse l'intero Mondo Abominio.
I quattro elementi ne furono distrutti, spazzati via.
Fuoco, aria, terra, acqua si fusero plasmati dalla ferocia di innumerevoli battaglie.
E dettero vita al sangue; un'immane distesa di sangue che satur l'aria, gli oceani e le
viscere della terra.
Il sangue dell'Apocalisse.
Mi zittii per bere un sorso del liquore dorato che un valletto mi aveva portato.
Il sovrano ed il suo Magus erano rimasti in silenzio ad ascoltarmi.
Non dovevo dargli il tempo di ragionare sulle informazioni che gli avevo dato cos ripresi
immediatamente a parlare.
Fino a qui niente di strano, Lord Sheliger sa perfettamente che queste Sfide spesso
finiscono con la morte di tutti i Demiurghi generando quello che detto un Mondo
Ombra.
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Lo ammetto, il tono di quella frase non era voluto ma l'arroganza di quello stupido
cominciava a stancarmi.
Le due guardie armate alle sue spalle sguainarono le spade all'unisono.
Il rumore del metallo sul metallo echeggi nella locanda silenziosa.
Le fiamme disegnarono ombre sulle crudeli lame.
Dovetti concentrarmi. Avvicinai la mia coscienza al Grimorio del Magus e ne saggiai
bramoso contorni e memorie e trovai molto dolore da plasmare. Manipolai antichi
incantesimi di possessione e ne feci le mie dita, plasmai rituali di paura e ne feci i miei
occhi, catturai gli echi delle evocazioni pi blasfeme e ne feci denti per le mie fauci di
mercurio.
Poi colpii.
I due guerrieri si scannarono tra di loro massacrandosi a colpi di spada incuranti dei
fendenti dell'altro, interessati soltanto ad infliggere dolore e morte.
Pochi secondi e giacevano ai piedi del re in un lago di sangue.
Vuole altre garanzie, mio Signore? chiesi con un sorriso.
Inutile che vi dica che quella stessa discussione, diversa soltanto in alcuni particolari
insignificanti, si svolse pochi giorni dopo con la Regina del regno avversario.
Ci incontrammo nel Tempio di Nerhann, la Dea dei Sigilli, una piccola creatura che ho
avuto il piacere di annientare alcuni eoni fa.
La Regina si chiamava Emeryn e suo era il regno di Merkur, sito lungo le coste dell'Oceano
Nero.
Come dicevo, particolari insignificanti.
Ed inutile anche che vi dica che mi guardai bene dall'intervenire nella Guerra che ne
segu.
Lasciai che si mutilassero, che si massacrassero, che devastassero le loro citt, i loro
antichi palazzi, tutto ci che avevano eretto nei secoli di pace.
Poi uccisi chi sopravvisse.
Ricordo ancora gli occhi di Shelinger guardare uno dei miei burattini mentre suo figlio lo
torturava lentamente.
Adesso sei tu che urli! Che urli il mio Nome!
Infine presi possesso del Deserto di Morte il cui dominio disegnava i nuovi confini dei due
regni.
Fu cos che l'estensione del mio potere raggiunse le Spirali del Quinto Livello.
Fu cos che potei scorgere i Sentieri Segreti verso i Mondi Antenato.
Fu cos che ho cominciato a bramare il Paradigma.
Perch non vero che sono un Canto di Armoniche Generali.
No, le mie Note Profonde risuonano del Dolore e della Morte, degli Echi antichi della
Caduta del Divieto.
Per questo motivo dono il mio mandato soltanto ai morti.
Il mio essere vibra all'unisono con l'Eterna Sinfonia della Morte.
Io sono il Salmo per l'estinzione della Vita.
Io sono Lemegeton, l'Alveare Esoterico.
Fonti di ispirazione:
Universo incostante di Vernor Vinge
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