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Chiesa e islamismo

di Matteo Matzuzzi
in Il Foglio del 18 novembre 2015
La linea del Vaticano dinanzi allavanzata jihadista nel cuore dEuropa lha data il cardinale
segretario di stato, Pietro Parolin: La Santa Sede afferma la legittimit di fermare lingiusto
aggressore. Poi, sulle modalit, la comunit internazionale che deve trovarsi daccordo e trovare le
forme per farlo. Il binario su cui agire doppio: Uno stato ha il dovere di difendere i suoi cittadini
da questi attacchi e nello stesso tempo per continuare a lavorare perch veramente si crei un clima
di intesa, di dialogo e di comprensione. Forse ha aggiunto Parolin non sono soluzioni
immediate, per sono le uniche che pongono le basi per un mondo riconciliato e pacifico.
Si tratta, in sostanza, di una ripresa delle parole pronunciate a braccio dal Papa un anno e mezzo fa:
Fermare laggressore ingiusto. Ho detto fermare, non bombardare.
Ed proprio qui che lo storico Daniele Menozzi, cattedra alla Normale di Pisa e autore tra le altre
cose del saggio Chiesa, pace e guerra nel Novecento. Verso la delegittimazione religiosa dei
conflitti (Il Mulino, 2008), vede un problema. Un certo margine di ambiguit che ha a che fare
anche con la dottrina della guerra giusta riconosciuta dalla chiesa cattolica: Francesco ha detto di
non bombardare. Noi sappiamo che ufficialmente sono permesse guerre umanitarie che consentono
anche i bombardamenti. Sappiamo anche che la guerra giusta se non si mettono in pericolo vite
innocenti. Il punto : fino a che limite si pu fare la guerra senza toccare vite umane?. Mi pare
aggiunge Menozzi al Foglio che ci si trovi ancora in una zona grigia, che sar chiarita con
levolversi della situazione geopolitica. Al momento chiaro che la strage parigina non ha mutato
lorientamento della Santa Sede n accelerato la formulazione di una dottrina sul terrorismo, che
ancora non c, dice lo storico. Parolin ribadisce la posizione precedentemente assunta e
conferma che gli stati hanno un certo margine di manovra per rispondere allattacco e alla minaccia.
Non vi un rifiuto aprioristico dellattacco bellico nei confronti dello Stato islamico, ma questo
legittimo solo sotto la copertura degli organismi internazionali. Su questo punto essenziale non vi
alcuno spostamento.
A oggi, vi una identificazione di regole etiche di carattere molto generale, con una applicazione,
per, molto flessibile, prosegue il nostro interlocutore. La Santa Sede non ha ancora affrontato
dettagliatamente linsorgere del terrorismo ed per questo che gli stati hanno maggiore libert di
movimento. Il segretario di Stato si richiama al dovere della chiesa, che quello di educare al
rifiuto dellodio e della violenza e di favorire, per quanto possibile, un dialogo con chi ci sta. Non
con lIsis (che ieri ha diffuso un nuovo video di minacce contro i cristiani), visto che lo stesso
Parolin, solo qualche settimana fa, aveva sottolineato come con chi non sensibile e rifiuta il
dialogo e quindi con il fondamentalismo, non credo che sia possibile dialogare.
E evidente una differenza di toni rispetto a quelli molto pi bellicosi usati dalle alte gerarchie
episcopali del vicino oriente. Se il vescovo di Erbil, Bashar Warda, gi lo scorso inverno supplicava
Sua Maest britannica di inviare in Iraq i boots on the ground, i contingenti militari sul terreno, il
cardinale libanese Bchara Rai, patriarca di Antiochia dei maroniti, andava a scavare la radice di
quella che ha pi volte definito la volont di conquista musulmana delloccidente: Conquisteremo
lEuropa con la fede e con la fecondit, glielho sentito dire molte volte. Quando vengono in Europa
e vedono una chiesa vuota, pensano che riempiranno loro quel vuoto. Ecco perch se ne fa, nel
vicino oriente, una questione di sopravvivenza. Una differenza sostanziale, ma il Papa concede una
certa autonomia alle realt locali.
Un dialogo che possibile a patto di scoprire le carte sul tavolo. Padre Laurent Basanese, gesuita e
docente di Teologia araba cristiana e Islamistica alla Pontificia universit Gregoriana, dice al Foglio
che atti come quello capitato a Parigi si ripeteranno finch delle prese di coscienza in Europa e
delle misure concrete non saranno adottate. Questi musulmani salafiti sono i nazisti dellislam, e
occorre essere spietati di fronte a questi totalitarismi che promuovono tante ingiustizie, anche

perch gli attentati sono solo la parte visibile delliceberg.


Qualche misura da prendere, padre Basanese ce lha in mente: Chiusura delle moschee e delle
librerie salafite, espulsione dei loro imam quando possibile. Anche perch, gli imam e gli
intellettuali che non riconoscono che il male si trova nel sistema religioso come impostato da
secoli o sono ignoranti o mentono e quindi sono dei criminali.

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