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1. Tarda antichità; età di Diocleziano e della Tetrarchia; età di Costantino (palazzo di Diocleziano a Spalato,
Tetrarchi di Venezia, Basilica di Massenzio a Roma, ritratti di Costantino, archi di Costantino)
Solo tra la fine del III e l’inizio del IV secolo Diocleziano, Costantino e Teodosio, imperatori dalla forte
personalità politica, riuscirono a riorganizzare tutto anche economicamente, permettendo all’Impero di
continuare ad esistere anche se diviso in due parti, Occidente ed Oriente, per far fronte con maggior fortuna
alle minacce esterne.
Gli storici hanno considerato questo periodo di crisi come una fase di decadenza anche culturale ed artistica
crisi della concezione classica dell’arte, la forma organica dell’arte greca.
In realtà le tendenze “antigreche” non erano una novità, perché parallela alla produzione artistica greco-
ellenistica. Non era orientata verso l’imitazione della natura, e per questo considerata “provinciale” e
“plebea”.
Questo è invece il periodo di congiunzione e passaggio dal Mondo Antico al Medioevo.
Elemento caratterizzante affermazione di una nuova concezione religiosa.
- Propensione per culti che promettevano la vita dopo la morte manifestatasi nella religione
tradizionale, soprattutto fra ceti popolari, soldati e schiavi.
Anche in ambito filosofico nelle opere di Plotino (fondatore del neoplatonismo) c’è la concezione del
mondo inteso come emanazione di Dio, spirito puro e luce divina.
Questa nuova spiritualità spiega l’affermarsi del cristianesimo, nei ceti poveri e poi in quelli dirigenti.
Nel 313 Costantino concede la libertà di culto ai Cristiani, ma l’Impero era già in gran parte cristiano.
Anche i precedenti tentativi di soppressione infatti fallirono.
I TETRARCHI DI VENEZIA
Opera del 3° secolo. Sembrano identici invece non lo sono gli Augusti hanno la barba
come simbolo di autorevolezza, mentre i Cesari no. Sono stati presi da Costantinopoli nella
4° Crociata si vede che hanno la forma semicircolare era una colonna in porfido.
Ancora non sappiamo di preciso se quelli sono i tetrarchi, perché ebbero vita breve.
RITRATTO DI COSTANTINO
• Testa colossale e il volto ha la forma semplice
• Capelli, barba e baffi fatti con incisioni sul marmo innaturali
• Occhi elemento centrale del ritratto, smisuratamente grandi
suggeriscono l’abitudine alla meditazione
lo sguardo è intenso, fissa la realtà intorno come se lui fosse ultraterreno
• Con il suo volto idealizzato esprime concetto di santità del potere imperiale
è immobile tangibile raffigurazione del divino
• La veste era considerata sacra
• Dell’intera statua rimangono pochi frammenti adesso conservati in Campidoglio
• Stava con il dito puntato quindi in piedi
gesto dell’Imperatore che stava a significare “andiamo a conquistare”.
2. Arte Paleocristiana; Catacombe; Genesi della basilica cristiana e del Battistero; Martyrium (S. Giovanni in
Laterano, S. Pietro in Vaticano, S. Costanza a Roma; basiliche di Betlemme e S. Sepolcro di Gerusalemme)
Dopo l’affermazione del Cristianesimo nel 313, i Cristiani dovevano praticare clandestinamente e le autorità li
perseguitavano; già dal 61 d.C la comunità cristinana era ben organizzata.
Il cristianesimo dapprima coinvolse i ceti più bassi e poveri e gli schiavi, poi coinvolse anche le classi
superiori, che mettevano a disposizione le loro case per predicare il culto.
La fede per la resurrezione del corpo portò i cristiani a seppellire i defunti, nei luoghi sotterranei chiamati
“catacombe”, anguste e buie illuminate da torce, con molti affreschi.
Nel III secolo la Chiesa, ancora clandestina, divise Roma in 7 regioni dirette da 7 diaconi, a
ognuna delle quali corrispondeva, fuori dalle mura, una catacomba, che a volte
prendevano il nome dal proprietario terriero sotto cui erano, a volte quello dei
martiri che erano sepolti lì. In antico le gallerie erano chiamate “criptae”: ai lati
delle gallerie si aprivano camere sepolcrali più vaste dette “ cubicola”, di forma
poligonale dove venivano sepolti i cristiani più facoltosi o importanti. Le tombe
sono dette “arcosolia”, perché sormontate da un grande arco spesso decorato.
I sepolcri erano detti “loculi”, e “pila” è la sezione verticale della parete che li contiene.
ORANTE, metà III secolo, Roma, Catacomba di Priscilla, cubicolo della Velatio anche qui
viene illustrato il concetto della pietas.
Il IV secolo vede la costruzione dei primi edifici cristiani, basiliche, battisteri, mausolei e martyria, che furono
edificati dentro e fuori le mura. A Roma questo fatto influenzò il suo aspetto urbano, e nacquero strade che
portavano direttamente alle chiese.
La liberazione del culto si estese quindi a un numero alto di persone, che dovevano assistere alla messa in
luoghi capienti. La liturgia necessitava di edifici monumentali, e la basilica pagana divenne modello di
ispirazione per la chiesa cristiana.
Nei primi anni della pace cristiana il battesimo veniva fatto agli adulti. I catecumeni, coloro non ancora
battesimati, potevano assistere alla messa fino all’offerta e alla celebrazione eucaristica. A quel momento
dovevano uscire e aspettare in spazi appositi, di cui il lato minore poteva presentare
un porticato detto nartece.
• I colonnati suddividevano le navate la centrale, più alta, era coperta da soffitto ligneo a capriate, o
a vista o chiuse da cassettoni
nel dislivello della navata centrale rispetto alle altre c’è una lunga fila di finestre
detta “cleristorio”
le navate laterali sono più basse, determinando l’aspetto della facciata
illuminazione importante, assicurata anche da aperture sull’abside
• Soffitti decorati e argentati, colonne e capitelli decorati con marmi colorati e mosaici policromi,
manifestando il carattere sacro del luogo e dei riti celebrati.
3. V secolo; le nuove capitali di Costantinopoli, Milano e Ravenna; cosa accade a Roma (S. Lorenzo di
Milano, Mausoleo di Galla Placidia; S. Giovanni Evangelista, Battistero Neoniano a Ravenna; S. Sabina, S.
Maria Maggiore a Roma)
COSTANTINOPOLI Nel 324 ci fu la consacrazione della nuova capitale dell’Impero, che Costantino
fece costruire (si dice che lui stesso abbia tracciato il perimetro delle mura con la sua lancia). Egli si sentiva
sempre più investito della sua missione divina di diffondere la fede nel suo nuovo impero pacifico. La “nuova
Roma” non poteva essere simile all’antica; decise quindi di costruire Costantinopoli su un promontorio, dove
sorgeva l’antica città greca Bisanzio facilmente difendibile e con buone vie di comunicazione terrestri e
marittime.
Venne progettata tutta grandiosa:
le mura correvano per 2,5 km
fu fatto il porto, con imponenti magazzini
alla morte di Costantino ancora i lavori non erano finiti, ma erano conclusi l’acquedotto, il palazzo
imperiale, gli uffici amministrativi e la rete stradale
la popolazione raggiunse quota 90.000 persone
l’ippodromo, unica struttura sopravvissuta alle numerose modifiche, poteva contenere 50.000 persone
il FORO era collocato su di un’altura, ed era il centro dei collegamenti tra la zona imperiale e i nuovi
quartieri.
Il culto dell’Imperatore arrivò al culmine quando fece costruire la chiesa più importante, LA
CATTEDRALE DEI SANTI APOSTOLI:
a croce greca
portici colonnati, esedre e fontane
edifici termali e una residenza imperiale
all’interno c’è la tomba di Costantino, per questo è stata per molto tempo luogo di pellegrinaggio
(connessione di Costantino con la divinità).
RAVENNA dopo la morte di Teodosio, nel 395, l’Impero viene diviso in due parti, Oriente e Occidente.
Sotto la minaccia dei Barbari, la capitale viene spostata a Ravenna, perché offriva buoni collegamenti con
l’oriente ed era in posizione lagunare, facilmente difendibile. Alla fine del IV secolo vi si trasferì la sede
vescovile, che fece costruire una nuova cattedrale con battistero; nei primi anni del V secolo Ravenna è
stata sentita come una “capitale di scorta”, perché gli imperatori ci andarono solo dopo il sacco di Roma del
410, diventando la loro residenza stabile.
4. Invasioni barbariche; oreficeria ostrogota; età di Teodorico a Ravenna; età di Giustiniano a Ravenna e
Costantinopoli (Mausoleo di Teodorico, Sant’Apollinare nuovo, San Vitale, S. Apollinare in Classe, cattedra
di Massimiano a Ravenna, SS. Sergio e Bacco, S. Sofia a Costantinopoli; SS. Cosma e Damiano a Roma)
L’Italia alla fine del VI e per tutto il VII secolo ha una posizione particolare è consistente
la presenza bizantina, il papato si afferma, e questo costituisce artisticamente una tensione
tra la continuità con la tradizione tardo-antica e gli sviluppi del nuovo linguaggio figurativo barbarico.
Teodorico fece costruire alcuni edifici religiosi riservati al culto ariano, duplicando gli
elementi sari nella città. In
Il culto ariano si rifà a un prete, Ario, che
particolare edificò la basilica e il
sosteneva che Gesù non era figlio di Dio, ma
un essere umano qualsiasi. Diventerà battistero degli Ariani nella
Dio al momento della sua morte. Era zona vicino al quartiere dei Goti.
una religione professata da molti popoli Vicino al palazzo invece fece
barbarici, tra cui gli ostrogoti. costruire…
ETA’ DI GIUSTINIANO
Con la morte di Teodorico si aprì un periodo travagliato per la città. I rapporti tra Goti e Bisanzio andavano
deteriorandosi soprattutto per la crescente intolleranza verso gli ariani.
Giustiniano salì al potere e ci fu la guerra goto-bizantina (527) che si concluse nel 553 con la vittoria di
Giustiniano che, effimeramente, unì gli imperi di Oriente e Occidente. Nel 554 istituì capitale Ravenna, ma
col tempo diventò sempre più l’avamposto del potere lontano di Costantinopoli.
Con la necessità di cancellare ogni ricordo precedente, vennero donati al Vescovo Agnello tutti i beni della
chiesa ariana che riconciliò al culto cattolico.
Per questo modificò in SANT’APOLLINARE NUOVO (la parte giù) tutti i mosaici relativi a Teodorico, e ne
fece fare di nuovi, come le “Teorie dei santi Martiri e sante Vergini”.
• I santi Martiri procedono verso Cristo in trono con gli angeli (verso destra)
• Le sante Vergini, guidate dai Re Magi (vestiti da persiani), si dirigono verso
Maria in trono col Bambino (verso sinistra)
• Nuove trasformazioni del carattere stilistico
• Tutti hanno sempre lo stesso atteggiamento:
sempre più solenni, perché hanno vestiti preziosi
sempre meno consistenti manca il senso del volume
adesione ai modi dell’arte bizantina.
CATTEDRA DI MASSIMIANO
• 546 – 556
• Conservata nel Museo Arcivescovile di Ravenna
• Massimiano era l’arcivescovo di Ravenna all’epoca
• La cattedra è il trono vescovile (per questo la chiesa del vescovo è detta
cattedrale)
• Era ricoperto da ricche e raffinate decorazioni, soprattutto
formelle in avorio
motivi vegetali e santi
sono raffigurate Storie di Cristo e della Vita di Giuseppe
• Ancora non si è certi sulla genesi e sulla provenienza di questa cattedra
forse è riferibile al vescovo Massimiano, appunto, metà del VI secolo sul lato
anteriore c’è un monogramma riferibile a lui
non si sa precisamente il centro artistico in cui è stata realizzata
• È il simbolo della sapienza e dell’insegnamento cristiano che il vescovo mandava
dalla cattedra.
• Del VI secolo
• Adesso è una moschea, infatti si vede l’altare
musulmano
• La cupola si eleva su 8 pilastri, ricoprendo un vano
centralizzato quadrato
• L’abside è poligonale
• Le esedre sono a due piani (il secondo piano è un
matroneo)
• I capitelli sono tutti traforati, ridotti a intreccio, come una cesta
ci sono forti chiaroscuri tra elementi in ombra ed elementi in primo piano.
Anche dopo la morte di Costantino, Costantinopoli continuò la sua inarrestabile crescita, anche grazie a
Teodosio I nel V secolo e ai suoi successori. Un aiuto è stato dato anche dal declino di Roma in quel periodo
e Costantinopoli diventava, soprattutto per merito di Giustiniano (528 – 565) la più grande città del
Mediterraneo, anche dal punto di vista artistico.
Procopio di Cesarea (lo storico di corte) diceva che per Giustiniano le grandi costruzioni architettoniche
avevano la stessa importanza della restaurazione dell’ortodossia religiosa.
5. Invasione longobarda in Italia; oreficeria longobarda; Gregorio Magno e Teodolinda; accenni ad altri regni
romano-germanici; miniatura insulare; arredo liturgico lapideo delle chiese altomedievali e decorazioni ad
intreccio (Lamina di Agilulfo; tesoro di Monza; altare di Ratchis, battistero di Callisto e tempietto di S. Maria
in Valle a Cividale)
I LONGOBARDI IN ITALIA
I Longobardi, guidati dal re Alboino, entrano in Italia passando dal Friuli nel 568. Subito conquistano ampie
zone della penisola: le città infatti si arresero subito, e la legge longobarda si sostituisce presto al potere
romano.
I loro possedimenti non comprendono aree bizantine e lo Stato Pontificio, risultando così un regno diviso in
una parte più compatta a Nord (Longobardia Maior) e una più frastagliata e con ducati
autonomi (Longobardia Minor).
L’arte dei Longobardi era soprattutto orafa, e nelle loro crocette dorate si vede l’incontro con
l’arte dei modelli tardo-romani; le crocette antiche invece hanno decorazioni
naturalistiche, con figurine di animali stilizzati che escono da vegetazioni: si
vede nella FIBULA DI NOCERA UMBRA, del VI secolo e adesso conservata
a Roma.
L’oreficeria, anche nel VII secolo, continua ad essere rilevante: oltre alle
bellissime crocette (CROCE NASTRIFORME, VII secolo, Verona) ci sono esempi di
monete e anelli sigillo con lettere latine e volti umani (ANELLO –
SIGILLO Trezzo d’Adda, del VII secolo); le croci gemmate segnano il capitolo
importante dell’oreficeria longobarda, come la CROCE DI ADALOALDO,
inizio VII secolo, Monza, con le loro pietre incastonate che denotano un fine
senso del colore inserite in trafori appositamente preparati.
Famosa è anche la FIBULA A DISCO di Parma, del VII secolo: gli smalti e gli impasti
vitrei fusi vengono inseriti negli alveoli del corpo dorato a caldo.