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ISTITUZIONI DI STORIA DELL’ARTE 1 – primo

modulo –

1. Tarda antichità; età di Diocleziano e della Tetrarchia; età di Costantino (palazzo di Diocleziano a Spalato,
Tetrarchi di Venezia, Basilica di Massenzio a Roma, ritratti di Costantino, archi di Costantino)

ROMA DA CAPITALE DELL’IMPERO A CAPITALE DEL MONDO CRISTIANO – gli


ultimi secoli dell’Impero-
Con la fine della dinastia dei Severi (che governò Roma dal II al III secolo) comincia per l’Impero una fase di
forte crisi, tale da mettere in forse la sua stessa esistenza.
La minaccia ai confini orientali e settentrionale era costante:
- le vittorie di Settimio Severo contro i parti non avevano portato la pace in quell’area dell’Impero
- servirono a poco le spedizioni contro i popoli che premevano da Nord
- le continue guerre dissanguavano la società romana, anche e soprattutto economicamente
- il potere centrale era costretto ad aumentare la pressione fiscale
- il potere centrale s’indebolì
- si ebbe una rapida sequenza di imperatori, la maggior parte delle volte proclamati dalle truppe e
raramente esercitavano il potere effettivo.
L’Imperatore Aureliano decise di far proteggere Roma con delle mura: nemmeno il centro dell’Impero infatti
poteva considerarsi al sicuro.
In quegli anni i barbari erano arrivati al lago di Garda e agli Appennini, e a Oriente c’era la guerra contro
Zenobia, la regina di Palmira.

Solo tra la fine del III e l’inizio del IV secolo Diocleziano, Costantino e Teodosio, imperatori dalla forte
personalità politica, riuscirono a riorganizzare tutto anche economicamente, permettendo all’Impero di
continuare ad esistere anche se diviso in due parti, Occidente ed Oriente, per far fronte con maggior fortuna
alle minacce esterne.

Gli storici hanno considerato questo periodo di crisi come una fase di decadenza anche culturale ed artistica
 crisi della concezione classica dell’arte, la forma organica dell’arte greca.
In realtà le tendenze “antigreche” non erano una novità, perché parallela alla produzione artistica greco-
ellenistica. Non era orientata verso l’imitazione della natura, e per questo considerata “provinciale” e
“plebea”.
Questo è invece il periodo di congiunzione e passaggio dal Mondo Antico al Medioevo.
Elemento caratterizzante  affermazione di una nuova concezione religiosa.
- Propensione per culti che promettevano la vita dopo la morte manifestatasi nella religione
tradizionale, soprattutto fra ceti popolari, soldati e schiavi.
Anche in ambito filosofico  nelle opere di Plotino (fondatore del neoplatonismo) c’è la concezione del
mondo inteso come emanazione di Dio, spirito puro e luce divina.
Questa nuova spiritualità spiega l’affermarsi del cristianesimo, nei ceti poveri e poi in quelli dirigenti.

Nel 313  Costantino concede la libertà di culto ai Cristiani, ma l’Impero era già in gran parte cristiano.
Anche i precedenti tentativi di soppressione infatti fallirono.

IL PALAZZO DI DIOCLEZIANO a Spalato, Croazia.


Diocleziano fu imperatore dal 284. riorganizzò l’impero per renderlo rigovernabile.
Nel 305 istituì la TETRARCHIA sistema di governo che prevedeva due imperatori
(augusti, uno a Oriente e uno a Occidente) accompagnati da due successori
prescelti (i cesari).
Si ritirò a Spalato, abdicando, nel suo palazzo, costruito dal 293 in
Dalmazia, da dove provenivano i suoi parenti e dove morì tra 313
e 316.

• Di questo palazzo sono rimaste alcune parti molto


consistenti. Adesso è il centro della città di Spalato
• Forma trapezoidale
• Un lato si affaccia sul mare
• Robuste torri quadrate agli angoli, e i lati dell’area erano delimitate da grosse mura
• Il terreno declinava verso il mare, quindi fu necessario appoggiare il lato sul su
grosse fondazioni che lo rialzassero al livello del lato opposto
• Quattro porte permettono l’accesso ai quattro lati del palazzo, queste le + monumentali:
Argentea (est)
Aurea (nord)
Ferrea (ovest)
• L’interno dell’area è scandita da due strade che incrociandosi perpendicolarmente dividono lo spazio
in 4 lati cardo (corta) e decumano (lunga)  riprende il tipico schema degli accampamenti militari
romani
• Nella zona settentrionale c’erano servizi e caserme, insieme a vasti giardini
• Nella zona meridionale c’erano gli edifici più consistenti
• La strada che va da nord a sud presenta una parte colonnata (peristilio) che verso la fine si conclude
con un portico a 4 colonne che al centro sostengono un archivolto
• Verso sud, dal peristilio, si accedeva a un vano circolare con cupola
Precedeva un altro ambiente rettangolare che si collegava agli appartamenti privati e con la
loggia che percorreva tutto il lato verso il mare
• Forse il peristilio era destinato a cerimonie pubbliche e sacre, con protagonista l’imperatore (c’era il
lato corto con la serliana)
• Da qui, verso ovest, si accedeva a un’area con due edifici tondi e un
tempio tetrastilo, forse dedicato a giovedì a est c’era il mausoleo
imperiale (ottogonale all’esterno e circolare all’interno); lo cingeva una
serie di colonne, e dopo fu trasformato in cattedrale.
• Ci sono anche le terme e altri ambienti destinati alle cerimonie e
appartamenti privati
• Il grande palazzo è quindi una struttura autonoma, una piccola città per
l’imperatore
• La residenza monumentale è con il sacrario, per ospitarlo eternamente
• La varietà degli ambienti ricorda le strutture delle ville o dei palazzi imperiali
• Le turbolenze dell’ultimo impero romano giustificano le grosse mura che proteggono il palazzo,
come fosse una residenza fortificata  danno l’idea che l’imperatore si sa difendere.

I TETRARCHI DI VENEZIA
Opera del 3° secolo. Sembrano identici invece non lo sono  gli Augusti hanno la barba
come simbolo di autorevolezza, mentre i Cesari no. Sono stati presi da Costantinopoli nella
4° Crociata  si vede che hanno la forma semicircolare  era una colonna in porfido.
Ancora non sappiamo di preciso se quelli sono i tetrarchi, perché ebbero vita breve.

BASILICA DI MASSENZIO, Roma


• Fu fatta costruire da Massenzio, successore di
Diocleziano tra 306 e 312
• Fu fatta finire da Costantino
• Ne sono rimaste rovine
• Pianta tripartita
• È divisa in tre navate non separate da
colonne come lo schema tradizionale
• Le navate inferiore sono costituite da tre nicchioni coperti da volte a botte
cassettonate
• La grande navata centrale era coperta da tre enormi volte a crociera
• L’ingresso era in uno dei lati corti preceduto da un porticato a cui
corrispondeva un’abside
• Può essere confrontato con le terme di Caracalla del terzo secolo (216)
• Costantino ne fece costruire un’altra abside per farci una stanza.

RITRATTO DI COSTANTINO
• Testa colossale e il volto ha la forma semplice
• Capelli, barba e baffi fatti con incisioni sul marmo innaturali
• Occhi  elemento centrale del ritratto, smisuratamente grandi
suggeriscono l’abitudine alla meditazione
lo sguardo è intenso, fissa la realtà intorno come se lui fosse ultraterreno
• Con il suo volto idealizzato esprime concetto di santità del potere imperiale
è immobile  tangibile raffigurazione del divino
• La veste era considerata sacra
• Dell’intera statua rimangono pochi frammenti adesso conservati in Campidoglio
• Stava con il dito puntato quindi in piedi
gesto dell’Imperatore che stava a significare “andiamo a conquistare”.

RITRATTO DI GORDIANO III


Del III secolo circa. A differenza del ritratto di Costantino, indica una trasformazione nella
ritrattistica tradizionale romana. Il giovane imperatore salì al trono a 16 anni nel 238, ucciso
tre anni dopo, ha lo sguardo intenso, che attrae l’attenzione: ha anche spesse sopracciglia, il
volto pingue che contrasta con lo sguardo severo, capelli e baffetti da adolescente. È
praticamente un fanciullo pensoso, precocemente maturo. Gli occhi denotano un’abitudine
alla meditazione e alla ricerca spirituale.

ARCO DI SETTIMIO SEVERO, Roma


• Posto sotto al Campidoglio, eretto tra 202 e 203 per onorare le vittorie di
Settimio Severo contro i parti
• Formato di 4 pannelli, due per fronte sugli archi minori
narrano gli avvenimenti principali delle guerre partiche
• Le sculture riprendono da quelle della colonna Aureliana,
terminata pochi anni prima
• Gli episodi si leggono dal basso verso l’alto, come nelle
colonne istoriate, rimanendo fermi senza girare intorno
• Uno dei pannelli riguarda LA PRESA E L’ASSEDIO DI CTESIFONTE
largo uso del trapano, che crea zone ombreggiate alternate ad altre in luce
• Novità è la rappresentazione della figura umana appare in scene di massa,
non come nella rappresentazione greca che vuole l’individualità
• La ricerca plastica non esiste
• Sempre i questo pannello, in alto a sinistra c’è Settimio Severo con i suoi generali, mentre fa
l’adlocutio dopo la vittoria. L’imperatore, come una divinità, sovrasta chi gli sta intorno.

ARCO DI COSTANTINO, Roma


• Roma incominciava a trasformarsi, e nel III secolo si arricchì di
nuovi monumenti voluti dagli imperatori Severi
• Finito nel 315
• Si trova vicino al Colosseo, dove passavano i cortei imperiali
• Eretto per festeggiare i 10 anni di potere di Costantino e della
vittoria del Cristianesimo sul Paganesimo sull’arco è scritto
che è stato regalato da Senato e popolo
• Non ci sono dati sulle battaglie
• A tre fornici con colonne sostenute da plinti
• Ornato di sculture di epoche precedenti
per motivi di tempo e soldi vengono riciclate statue di età traianea, adrianea, antonina
non è casuale  gli imperatori precedenti erano quelli più amati, e Costantino voleva proporsi
come ovvio successore
ancora, però, non si capisce il reale motivo di questo riciclo
• Il fregio sulle fronti e sui fianchi dell’arco è del IV secolo  narra la conquista del potere di
Costantino dopo le vittorie di Verona e del ponte
Milvio, dove i soldati muoiono nel Tevere
• Il famoso rilievo con l’adlocutio sul fronte nord
del monumento rappresenta l’imperatore (ora
senza testa) al centro della tribuna insieme ad
Adriano e a Marco Aurelio
Costantino è più alto degli altri e in posizione
rigida e frontale, come una divinità si tiene
conto della gerarchia, come si faceva nell’arte provinciale
• Lo sfondo del rilievo è testimonianza dei monumenti del Foro Romano  ci sono la basilica Giulia,
l’arco di Tiberio (che oggi è scomparso) e il monumento ai tetrarchi con l’arco di Settimio Severo
• Rappresentazione meno colta ma comunque di facile comprensione anche se sembra il simbolo
della decadenza romana, questo si spiega con il fatto che la classe dirigente era costituita da
proprietari terrieri, ricchi mercanti e ufficiali delle province, da cui venivano anche gli imperatori 
così portano la loro arte nei monumenti.

2. Arte Paleocristiana; Catacombe; Genesi della basilica cristiana e del Battistero; Martyrium (S. Giovanni in
Laterano, S. Pietro in Vaticano, S. Costanza a Roma; basiliche di Betlemme e S. Sepolcro di Gerusalemme)

Dopo l’affermazione del Cristianesimo nel 313, i Cristiani dovevano praticare clandestinamente e le autorità li
perseguitavano; già dal 61 d.C la comunità cristinana era ben organizzata.
Il cristianesimo dapprima coinvolse i ceti più bassi e poveri e gli schiavi, poi coinvolse anche le classi
superiori, che mettevano a disposizione le loro case per predicare il culto.
La fede per la resurrezione del corpo portò i cristiani a seppellire i defunti, nei luoghi sotterranei chiamati
“catacombe”, anguste e buie illuminate da torce, con molti affreschi.
Nel III secolo la Chiesa, ancora clandestina, divise Roma in 7 regioni dirette da 7 diaconi, a
ognuna delle quali corrispondeva, fuori dalle mura, una catacomba, che a volte
prendevano il nome dal proprietario terriero sotto cui erano, a volte quello dei
martiri che erano sepolti lì. In antico le gallerie erano chiamate “criptae”: ai lati
delle gallerie si aprivano camere sepolcrali più vaste dette “ cubicola”, di forma
poligonale dove venivano sepolti i cristiani più facoltosi o importanti. Le tombe
sono dette “arcosolia”, perché sormontate da un grande arco spesso decorato.
I sepolcri erano detti “loculi”, e “pila” è la sezione verticale della parete che li contiene.

Per le arti figurative, le testimonianze mostrano caratteri e scelte influenzate dalle


altre correnti artistiche anche di altre religioni. Il legame è evidente anche con le
forme espressive del mondo pagano, infatti le iconografie pagane passano spesso a
quelle cristiane (Costantino stesso voleva passare dal paganesimo al cristianesimo
nel modo più indolore possibile, utilizzando gli stessi caratteri estetici).
Nelle catacombe si preferiva illustrare i soggetti iconografici dell’antico testamento;
con l’anticonismo del III secolo, che vietava la raffigurazione diretta dell’immagine di
Cristo, si è stati costretti a rappresentarlo con immagini allusive, come l’agnello o il
Cristo Filosofo e il Buon Pastore.
Si privilegiava la pittura rossa su sfondo bianco per riuscire a vedere meglio al buio.
L’immagine verrà poi riabilitata, per trasmettere il messaggio evangelico della vita di Cristo; il sodalizio tra
Impero e Chiesa divenne sempre più stretto, soprattutto nel V
secolo.
SCENA DI BANCHETTO, prima metà del III secolo, Roma,
Catacomba di San Callisto l’immagine del banchetto, da sempre
presente soprattutto in ambito funerario, diventa in questo periodo
l’allusione all’Ultima Cena di Cristo.

AGNELLO CHE BENEDICE I PANI, metà IV secolo, Roma, Catacomba di


Commodilla l’agnello sacrificato è simbolo del sacrificio di Cristo.

PESCE E PANI EUCARISTICI, inizio III secolo, Roma, Catacomba di San


Callisto, cripta di Lucina certamente il messaggio è del tutto diverso da quanto
rappresentato.

STORIE DI GIONA, prima metà IV secolo, mosaico, Aquileia, Basilica è un


tema tratto dall’Antico Testamento. Questa è una decorazione pavimentale.
IL BUON PASTORE, prima metà IV secolo, Aquileia, Basilica illustrazione di uno specifico concetto, in
questo caso la nozione della pietas nella filantropia del Buon Pastore.

ORANTE, metà III secolo, Roma, Catacomba di Priscilla, cubicolo della Velatio anche qui
viene illustrato il concetto della pietas.

TRIONFO DI MARDOCHEO, 245 – 256, Damasco, Museo nazionale dagli


affreschi della sinagoga di Dura Europos in Siria, qui l’espressione dell’interiorità
prevale sulla descrizione della realtà fisica. Quindi c’è rinuncia alla caratterizzazione
fisionomica e al modellato naturalistico della figura umana a favore della
stilizzazione, della rappresentazione formale e bidimensionale, sintetico, in modo da
alludere il più possibile al mondo dello spirito.

CRISTO INSEGNA AGLI APOSTOLI, inizio IV secolo, Roma,


catacomba di Domitilla; affresco adesso appaiono le raffigurazioni
dirette della figura di Gesù: il Cristo Imberbe. La natura di Cristo è divina e
insieme umana, incarnandosi è entrato nella storia, l’umano e il divino si
sono fusi in lui.

CRISTO, fine IV – inizio V secolo, Roma, Catacomba di Commodilla al Cristo


imberbe si sostituirà poi il Cristo barbato.

LA CONSEGNA DELLE LEGGI, fine IV secolo, Roma,


Chiesa di Santa Costanza con l’invasione barbarica,
anche nella chiesa si vuole riprendere la tradizione romana
della traditio legis, ovvero la “consegna della legge”, con
Cristo con le insegne regali.

Il IV secolo vede la costruzione dei primi edifici cristiani, basiliche, battisteri, mausolei e martyria, che furono
edificati dentro e fuori le mura. A Roma questo fatto influenzò il suo aspetto urbano, e nacquero strade che
portavano direttamente alle chiese.
La liberazione del culto si estese quindi a un numero alto di persone, che dovevano assistere alla messa in
luoghi capienti. La liturgia necessitava di edifici monumentali, e la basilica pagana divenne modello di
ispirazione per la chiesa cristiana.

SARCOFAGI DELLA PRIMA ETA’ CRISTIANA


Nei primi secoli del Cristianesimo si usarono molto i sarcofagi, tipici della tradizione ellenistica e romana,
usati per il rito dell’inumazione.
I sarcofagi che ci sono rimasti sono ricchi di decorazioni raffinate, riservati ai ceti più alti: ci sono iconografie
riferite ai concetti del nuovo culto, presenti anche nella pittura e nella scultura di quell’epoca.
Sui sarcofagi possiamo riconoscere i percorsi della produzione artistica del primo Cristianesimo; spesso si
trova l’elemento simbolico (tipico del linguaggio iconico dei cristiani), come
nell’esemplare di SANTA MARIA ANTIQUA, del 260 – 280, dove sono
rappresentati ai lati gli episodi della vita di Giona e una scena battesimale
preceduta dal Buon Pastore. Al centro, accanto a un orante, c’è un filosofo (lo
si capisce dal rotulo che tiene in mano  immagine di origine pagana, presente anche in molti sarcofagi
romani e qui allude alla sapienza; è inoltre simbolo della salvezza e della preghiera, mentre
successivamente, come in questo caso, diventa anche simbolo dell’anima del defunto e del quale può anche
riprodurne le sembianze).
Ugualmente nel SARCOFAGO DEL BUON PASTORE, della seconda metà del IV secolo, di Roma: la
figura simbolo di Cristo è circondata da angeli che vendemmiano, schema ripreso dall’arte romana come
raffigurazione di un paesaggio idealizzato; qui invece è evidente l’allusione alla resurrezione e la metafora
della vita che fa rinverdire i ceppi della vite apparentemente morti. I grappoli raccolti sono simbolo al vino
dell’Eucarestia.
I modi scelti per le rappresentazioni sono diversi: le testimonianze del III e del IV secolo fanno vedere che
c’è un richiamo alla narrazione, presa dallo stile romano “continuo”  più episodi vengono condensati in un
unico contesto, come si vede nell’Antico Testamento rappresentato in
un unico ambito nel SARCOFAGO DEL
MUSEO LATERANO: da sinistra si legge il
racconto del peccato originale, dei miracoli
del vino, del cieco guarito e del morto
resuscitato. La composizione è molto semplificata: l’immagine di Cristo è ripetuta
3 volte in posizioni quasi identiche. Le figure sono strinte in
uno spazio dove gli elementi naturalistici non ci sono,
sovrapponendosi una sull’altra. Immagine molto diversa da quelle del SARCOFAGO
DI GIUNIO BASSO, dedicato all’ex console romano convertito al Cristianesimo (lo
attesta un’iscrizione datata 359). La narrazione adesso è rappresentata con uno
schema rigoroso, con le scene dell’Antico e del Nuovo Testamento separate da
colonnine, ordinate su due registri. Opera raffinata che presenta collegamenti con la
classicità, sia nella partizione ritmata dello spazio scandita dagli elementi
architettonici, sia nella resa volumetrica delle figure. Questi nessi derivano dal ceto del committente, che,
dignitario di corte, ha gusto per la cultura figurativa della tradizione classicista imperiale.
Altri sarcofagi del IV secolo rappresentano l’immagine del Cristo d’età teodosiana che evoca il significato
della salvazione, della Passione e della Resurrezione, oppure esalta la maestà divina, come nel
SARCOFAGO DI STILICONE, della seconda metà del IV secolo di Milano.
In un’altra serie di sarcofagi invece viene narrata la vicenda della
Passione di Cristo insieme ai simboli della resurrezione
spesso presenti nell’arte dei primi cristiani: appaiono nel SARCOFAGO
DEL MUSEO PIO CRISTIANO di ROMA, risalente al IV
secolo, che al centro presenta la croce e il monogramma di
Cristo con due colombe ai lati e sotto le due guardie della tomba di Gesù, sorprese nel sonno dalla
Resurrezione.

SAN GIOVANNI IN LATERANO, Roma


• È la prima chiesa cristiana fatta a Roma
• Costruita all’epoca di Costantino, quando questo fece dono di uno dei suoi
palazzi, il Laterano, alla Chiesa affinché diventasse residenza vescovile
• La forma della chiesa deve essere rettangolare
le basiliche non hanno avuto sempre questa forma, ma lo “standard”
accettava anche quelle a pianta centrale (spesso sono così quelle
palatine)
• Costruzione orientata di modo che l’altare fosse a est
valore simbolico, perché a est, oriente, è il luogo dov’è Cristo, dov’è il Paradiso e dove Gesù
tornerà alla fine dei tempi
• Coloro che partecipano alla liturgia sono divisi in ordine gerarchico  così
da occupare zone differenti della chiesa
• La pianta di S. Giovanni in Laterano fa capire che il vescovo si trovava
sulla parte terminale della basilica, dove c’era l’altare, seduto su di un
seggio più alto, davanti all’abside
• Il corpo longitudinale dell’edificio è diviso in 5 navate da file di colonne a
lato ci sono quelle minori
• I fedeli erano divisi in uomini e donne si creano spazi appositi detti “matronei”, ovvero gallerie
aperte o sullo spazio centrale o sulla navata principale
• Transetto e navate erano in genere separate da un arco trionfale.

Nei primi anni della pace cristiana il battesimo veniva fatto agli adulti. I catecumeni, coloro non ancora
battesimati, potevano assistere alla messa fino all’offerta e alla celebrazione eucaristica. A quel momento
dovevano uscire e aspettare in spazi appositi, di cui il lato minore poteva presentare
un porticato detto nartece.
• I colonnati suddividevano le navate  la centrale, più alta, era coperta da soffitto ligneo a capriate, o
a vista o chiuse da cassettoni
nel dislivello della navata centrale rispetto alle altre c’è una lunga fila di finestre
detta “cleristorio”
le navate laterali sono più basse, determinando l’aspetto della facciata
illuminazione importante, assicurata anche da aperture sull’abside
• Soffitti decorati e argentati, colonne e capitelli decorati con marmi colorati e mosaici policromi,
manifestando il carattere sacro del luogo e dei riti celebrati.

Diverse le chiese destinate a conservare le reliquie, come…


SAN PIETRO IN VATICANO, Roma
• Si erge sulla tomba di S. Pietro
• Ha 5 navate
• Davanti c’era un quadriportico con fontana dove i fedeli
si pulivano le mani in senso simbolico
• Qui il transetto è più alto e più grande, alto quasi come
la navata centrale
•Fu rasa al suolo e rifatta completamente nel ‘500 e in epoca
barocca.

BASILICA DELLA NATIVITA’, a Betlemme


• IV – V secolo
• In origine era una basilica a 5 navate con quadriportico
• C’è un edificio ottogonale collegato alla basilica con un buco al centro
c’è la grotta dove è nato Gesù.

CHIESA DEL SAN SEPOLCRO a Gerusalemme


• IV secolo
• Oltre alla basilica, è presente un mausoleo costruito sul Santo Sepolcro
• Dietro la chiesa c’è anche un altro quadriportico con la tomba di Gesù
• Era il luogo primario dei pellegrinaggi nell’antichità.

SANTA COSTANZA, Roma


• Riprende gli impianti dei grandi mausolei imperiali
la forma circolare
la decorazione a mosaico
il corridoio che avvolge il sarcofago della santa
• Si carica di nuovi significati
la luce che penetra dai finestroni e dall’oculo aperto sulla sommità della cupola è simbolo della
grazia di Dio
• All’interno, gira intorno un sistema di colonne accoppiate con capitelli corinzi
• La volta a botte è interamente rivestita di mosaici
• I mosaici si susseguono in riquadri con decorazioni diverse, come grandi stoffe, infatti ci sono:
elementi nastriformi e vegetali
attingono dalla tradizione iconografica classica
ci sono anche simboli allusivi a Cristo (come l’uva).

3. V secolo; le nuove capitali di Costantinopoli, Milano e Ravenna; cosa accade a Roma (S. Lorenzo di
Milano, Mausoleo di Galla Placidia; S. Giovanni Evangelista, Battistero Neoniano a Ravenna; S. Sabina, S.
Maria Maggiore a Roma)
COSTANTINOPOLI Nel 324 ci fu la consacrazione della nuova capitale dell’Impero, che Costantino
fece costruire (si dice che lui stesso abbia tracciato il perimetro delle mura con la sua lancia). Egli si sentiva
sempre più investito della sua missione divina di diffondere la fede nel suo nuovo impero pacifico. La “nuova
Roma” non poteva essere simile all’antica; decise quindi di costruire Costantinopoli su un promontorio, dove
sorgeva l’antica città greca Bisanzio facilmente difendibile e con buone vie di comunicazione terrestri e
marittime.
Venne progettata tutta grandiosa:
le mura correvano per 2,5 km
fu fatto il porto, con imponenti magazzini
alla morte di Costantino ancora i lavori non erano finiti, ma erano conclusi l’acquedotto, il palazzo
imperiale, gli uffici amministrativi e la rete stradale
la popolazione raggiunse quota 90.000 persone
l’ippodromo, unica struttura sopravvissuta alle numerose modifiche, poteva contenere 50.000 persone
il FORO era collocato su di un’altura, ed era il centro dei collegamenti tra la zona imperiale e i nuovi
quartieri.
Il culto dell’Imperatore arrivò al culmine quando fece costruire la chiesa più importante, LA
CATTEDRALE DEI SANTI APOSTOLI:
a croce greca
portici colonnati, esedre e fontane
edifici termali e una residenza imperiale
all’interno c’è la tomba di Costantino, per questo è stata per molto tempo luogo di pellegrinaggio
(connessione di Costantino con la divinità).

MILANO al centro della Pianura Padana, posizionata favorevolmente in quanto


ottimamente collegata con i centri più importanti d’Italia e d’Europa. Nel 313, con l’Editto di
Costantino, subì molte trasformazioni. Il centro religioso fu messo nell’odierna p.za del
Duomo, con la creazione di un complesso monumentale oggi ricostruito in base ai
ritrovamenti archeologici: pare che ci fossero due basiliche, la “minor” (ancora non vista,
perché è sotto al Duomo), e la “nova” (del IV secolo, identificata con la chiesa di Santa
Tecla).
Milano diventa capitale alla fine del IV secolo sotto Teodosio, che vi si recò perché non
voleva essere influenzato dai senatori romani. Teodosio dichiarò il cristianesimo religione ufficiale
dell’Impero, e fece costruire molte chiese sotto consiglio di Aurelio Ambrogio (Sant’Ambrogio),
che, senatore romano, divenne vescovo a 34 anni nel 373, e tale rimase fino alla sua morte nel
397.
La BASILICA MARTYRUM, costruita dove oggi sorge Sant’Ambrogio, fu
consacrata nel 386 e aveva 3 navate; accolse le reliquie dei martiri Gervasio e
Protasio, e successivamente ci fu sepolto lo stesso fondatore.
La BASILICA APOSTOLORUM, diventata poi San Nazaro, fu consacrata
anch’essa nel 386 e aveva la pianta a croce, con absidole sui bracci laterali.

Un’altra chiesa ancora, LA BASILICA VIRGINIUM, diventata poi San


Simpliciano, aveva la pianta cruciforme, ma il braccio del coro ridotto e gli spazi del transetto
aperti sulla navata, illuminata da alte finestre.

RAVENNA dopo la morte di Teodosio, nel 395, l’Impero viene diviso in due parti, Oriente e Occidente.
Sotto la minaccia dei Barbari, la capitale viene spostata a Ravenna, perché offriva buoni collegamenti con
l’oriente ed era in posizione lagunare, facilmente difendibile. Alla fine del IV secolo vi si trasferì la sede
vescovile, che fece costruire una nuova cattedrale con battistero; nei primi anni del V secolo Ravenna è
stata sentita come una “capitale di scorta”, perché gli imperatori ci andarono solo dopo il sacco di Roma del
410, diventando la loro residenza stabile.

BASILICA DI SAN LORENZO, Milano


• Costruita sulla pianta della chiesa più antica
• Fine IV – inizio V secolo
• Ha un quadriportico di accesso fatto con colonne riciclate forse prese da
templi
• Pianta centrale a base quadrata
• Angoli rinforzati da torri
• Ci sono stati numerosi ritocchi in età barocca, ma ha sempre conservato la forma della pianta,
nonostante sia stata rialzata
• Su ogni lato c’è un’esedra, da fuori abside, che da accesso ai sacelli
• All’interno ci sono i matronei al secondo piano
erano il palco per i ricchi
il posto privilegiato per assistere alla messa
sistema adottato in molte chiese successive
• Si è discusso molto sulla datazione e sulla funzione di questo edificio
probabilmente era una basilica palatina collegata al palazzo dell’imperatore, benché si
trovasse al di fuori delle mura.

MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA, Ravenna


A Ravenna governava Galla Placidia, al posto del figlio Valentiniano III che era
ancora minorenne. Riprese la trasformazione della città, con l’intento di renderla
splendida e di darle l’aspetto di città cristiana.
• È un sacello a croce, riferibile al V secolo
• Pianta a croce latina
• L’unica parte rimasta di un complesso ben più grande
• In realtà Galla Placidia è morta e sepolta a Roma
dentro ci sono sarcofagi di altri personaggi
• Inizialmente era alto il doppio, poi è stato interrato  per questo siamo più vicini ai mosaici
• L’esterno è in semplice laterizio con decorazioni ad arcate cieche, contrastando con la sfarzosità
dell’interno musivo
• La decorazione interna è piena di colori, e quello che prevale è l’azzurro dei mosaici
domina la grande croce dorata, circondata da tantissime stelle del
mosaico sotto la cupola
agli angoli ci sono gli animali che simboleggiano i 4 evangelisti:
AQUILA GIOVANNI // TORO ALATO LUCA // LEONE
MARCO // ANGELO MATTEO
la decorazione è antinaturalistica  passaggio dal naturalismo a valori
soprannaturali
• La cupola sormonta 4 lunette con decorazioni di santi
e apostoli
celebri quelli di San Lorenzo e del Buon Pastore dove Gesù,
senza barba, è seduto su una roccia mentre le pecorelle guardano
verso di lui (pecore con volume)
la raffigurazione, con la consistenza dei corpi, il movimento
delle figure e l’ambientazione ben definita, manifesta decisi rapporti con la tradizione
naturalistica antica.
• La luce entra dalle monofore diventando metafora dello spirito
sembra che i santi l’adorino come le due colombe che si abbeverano  nell’acqua di questo
mosaico c’è passaggio graduale da un colore all’altro.

SAN GIOVANNI EVANGELISTA, Ravenna


Galla Placidia, tornando in Italia dalla Spagna, sopravvive a una bufera; per
ringraziare il suo santo protettore che l’ha aiutata fa costruire questa chiesa.
• Del V secolo
• Di grandi dimensioni, larga, con grandi finestre nella parte laterale
• Internamente ci sono elementi di raccordo tra capitello e arco
detto PULVINO, che slanciano l’arco
• Costruita probabilmente dove sorgeva la residenza imperiale
• Ci sono due ambienti rettangolari detti PASTOFORI che
chiudono le navate ai lati dell’abside
riferimento all’architettura contemporanea di
Costantinopoli
• I mosaici sono andati perduti
• L’abside, all’esterno, è poligonale.

IL BATTISTERO NEONIANO (o degli Ortodossi), Ravenna


• Del IV – V secolo
• Di forma ottagonale
• Esterno in laterizio e le pareti sono scandite da lesene
caratteristica di molte architettura ravennate
agganciata alla tradizione dell’Italia settentrionale
• Il soffitto era originariamente piano
• Nel 458 fu sostituito con una cupola, al tempo del vescovo Neone (da qui il
nome)
• I mosaici all’interno risalgono al V secolo  interno con decorazione
policroma
• In questo modo si affermano le tendenze tipiche delle fasi del mosaico
ravennate
• Immagini conservano ancora la consistenza plastica
la consistenza e la policromia trovano radice nell’arte orientale e
bizantina
• Il mosaico sotto la cupola è costituito da una piccola fascia con finte architetture e al centro
l’immagine di Gesù battezzato nel Giordano con attorno i 12 apostoli.

COSA SUCCEDE A ROMA…


Roma aveva perso il suo stato di capitale e il papa ne approfitta per far costruire grandi e piccole chiese;
diventa il centro della civiltà antica, infatti la si vuole riportare agli antichi splendori. Vengono erette…

LA BASILICA DI SANTA SABINA SULL’AVENTINO


• Basilica paleocristiana ben conservata, e riedificata nel V secolo
costruita nel luogo dove era edificata la casa della matrona
Sabina
• Aspetto severo  è stata ripulita dalle frivolezze
• Preceduta da un quadriportico del ‘400
• La pianta è a 3 navate, spartite con colonne con capitelli riciclati da
un edificio del II secolo
• Un sistema di arcate che separa l’altissima navata centrale da quelle laterali guida lo sguardo fino
all’abside
• La luce penetra dalle ampie finestre  all’epoca la produzione di vetro era fiorente
• Si distingue per l’eleganza delle proporzioni e per la ricchezza delle decorazioni.

SANTA MARIA MAGGIORE


• Costruita a metà del V secolo
• Occupa una posizione centrale rispetto alle precedenti basiliche
• La prima chiesa di Roma dedicata alla Madonna
• Modificata nel ‘700, mentre il soffitto è rinascimentale
il transetto e l’abside poligonale sono state aggiunte nel XIII secolo
• Pianta a tre navate divise da colonne con capitelli ionici
su cui poggia una trabeazione rettilinea
da qua partono alte lesene che inquadrano lunghe file di mosaici e finestre
• Una ricca decorazione accompagna le linee architettoniche
• La luce entra dalle grosse finestre, investendo la navata centrale e lasciando in ombra quelle laterali
• I mosaici riprendono le Storie dell’Antico e del Nuovo Testamento e dei Vangeli
le figure hanno il senso del volume, proiettando ombre
non c’è il fondo dorato, ma una naturalistica descrizione del paesaggio con colore e prospettiva
vivace gioco di sguardi e gesti.

4. Invasioni barbariche; oreficeria ostrogota; età di Teodorico a Ravenna; età di Giustiniano a Ravenna e
Costantinopoli (Mausoleo di Teodorico, Sant’Apollinare nuovo, San Vitale, S. Apollinare in Classe, cattedra
di Massimiano a Ravenna, SS. Sergio e Bacco, S. Sofia a Costantinopoli; SS. Cosma e Damiano a Roma)

LE POPOLAZIONI “BARBARICHE”: CULTURA E PRODOTTI ARTISTICI


L’evo medio indica il periodo di desolazione e decadenza culturale tra il tramonto della civiltà antica e la
rinascita. È l’epoca dei barbari, chiamati così perché i romani non capivano che cosa dicevano (bla-bla 
bra-bra  barbaro), erano rozzi e senza educazione. Venivano dalla penisola scandinava, fuggendo dal
freddo, insidiandosi e stabilendosi facilmente perché c’era la crisi demografica; le loro migrazioni erano
violente, saccheggiavano tutto, distruggendo (IV – V secolo) rovinando l’Impero Romano d’Occidente e
costituendo regni “romano-barbarici”.
Le popolazioni erano: ANGLO-SASSONI (Bretagna), FRANCHI & BURGUNDI (Gallia), VISIGOTI (Spagna),
VANDALI (Africa Romana) OSTROGOTI (Italia). Erano popoli che comunque avevano già agganciato
rapporti con il mondo greco-romano.
Dalla metà del V secolo le popolazioni si convertirono al Cristianesimo.

Tutte queste mescolanze di popoli fecero decadere l’arte, soprattutto nell’architettura,


scultura monumentale e pittura parietale. Si svilupparono comunque nuove tecniche, delle
tradizioni delle nuove popolazioni, come la lavorazione del legno, dei metalli e pelli; una su
tutte L’OREFICERIA, con prodotti di alta qualità e originalità. Nell’oreficeria barbara si
afferma lo stile policromo, si usano pietre levigate, soprattutto rosse, incastonate nell’oro, a
volte da sole, a volte unite e separate da sottilissime pareti. In Italia questa tecnica si diffuse
grazie agli ostrogoti. Tutto si ricollega allo stile animalistico dell’oreficeria barbarica
scandinava, che accentua la geometrizzazione delle forme.
Famosa è la FIBULA A FORMA DI AQUILA, del V secolo
e oggi conservata a Norimberga.
Si possono considerare 2 stili:
1) Stile animalistico 1 le figure geometriche
invadono tutta la superficie, e l’ornamentazione si
fa scomposta e asimmetrica. Es. FIBBIA DA
CINTURA, VII secolo, conservata oggi a Losanna.
2) Stile animalistico 2 a seguito dell’influsso orientale, l’ornato
riprende regolarità e fluidità, con elementi zoomorfi stilizzati e con
motivi a nastro inestricabili. Es. EVANGELARIO DI DURROW,
del 680 circa: una “pagina tappeto” + Es. LASTRA CON
CAVALIERE del VII secolo: esempio di scultura in pietra.

L’Italia alla fine del VI e per tutto il VII secolo ha una posizione particolare  è consistente
la presenza bizantina, il papato si afferma, e questo costituisce artisticamente una tensione
tra la continuità con la tradizione tardo-antica e gli sviluppi del nuovo linguaggio figurativo barbarico.

GLI EDIFICI DELL’ETA’ DI TEODORICO


Nel 476 Odoacre depose Romolo Augustolo, e questa è la data convenzionale per far partire il Medioevo.
Odoacre a sua volta fu spodestato da Teodorico, re dei Goti di origine ostrogota. Fu educato a Bisanzio,
quindi ebbe un’evidente impronta classica; era di religione ariana, e fu mandato in Italia da Bisanzio per
combattere Odoacre  dal 493 assunse il potere.
Compì bonifiche attorno a Ravenna e organizzò il suo regno diversamente rispetto agli altri barbarici: tenne
separati goti e latini, ma mirò alla convivenza pacifica; questo determinò delle modifiche urbane: a Ravenna
venne creato un nuovo quartiere, per i goti, ampliato così da poter contenere una corte più bella delle
precedenti.
Nella necropoli Teodorico fa costruire…
IL MAUSOLEO DI TEODORICO, Ravenna
• Costruito nella prima metà del VI secolo
• È l’unica costruzione di Ravenna fatta in pietra d’Istria invece che in mattone
• Edificio a due ordini:
il PRIMO ha forma esternamente ottagonale e all’interno cruciforme
il SECONDO è più piccolo per lo spazio dell’ambulacro ed è fuori
decagonale e dentro circolare
• Prima c’era una serie di arcate con volta a botte che creava una loggetta  dava
la sensazione di eleganza
• Soffitto costituito da un’unica grande pietra monolitica
a forma di cupola:
viene da Trieste ed è stata trasportata via mare
le sporgenze servivano a trasportarla
• Teodorico cercava di far sopravvivere la tradizione romana antica e
l’architetto è italiano  di Roma
• Interessante la mescolanza di più stili:
il fregio decorativo sotto la cupola presenta una decorazione a tenaglia che non ha riscontri
nell’arte figurativa tardoantica e bizantina ma all’oreficeria ostrogota, negli orecchini e nei diademi
il mausoleo dà quindi l’idea di diadema o elmo dell’imperatore

Teodorico fece costruire alcuni edifici religiosi riservati al culto ariano, duplicando gli
elementi sari nella città. In
Il culto ariano si rifà a un prete, Ario, che
particolare edificò la basilica e il
sosteneva che Gesù non era figlio di Dio, ma
un essere umano qualsiasi. Diventerà battistero degli Ariani nella
Dio al momento della sua morte. Era zona vicino al quartiere dei Goti.
una religione professata da molti popoli Vicino al palazzo invece fece
barbarici, tra cui gli ostrogoti. costruire…

SANT’APOLLINARE NUOVO, Ravenna


• Inizio VI secolo
• Allora era dedicata al Salvatore
• Dopo il 540 fu chiamata San Martino
• Nel IX secolo fu chiamata sant’Apollinare, che però già esisteva
 per questo fu chiamata anche “nuovo”
• A 3 navate
• Abside all’esterno poligonale  tipico di molte chiese di
Ravenna
• Illuminazione diffusa da finestre disposte sulla navata centrale e
in quelle laterali
come l’architettura orientale
• Le colonne sono in marmo:
i capitelli corinzi provengono da Bisanzio
sopra hanno il pulvino (tronco di piramide rovesciato sopra al capitello), tipico delle chiese
ravennati e di derivazione bizantina
• All’interno, la decorazione a mosaico è ricchissima:
divisa in TRE FASCE:
1 – quella più alta insieme ad alcuni della parte bassa, è databile al sesto secolo, cioè all’età di
Teodorico. Sono raffigurati
episodi della vita di Cristo,
intervallate da motivi allegorici
costituiti da conchiglie e da
due colombe. Nel riquadro
con “Cristo che divide le
pecore dai capretti” gli
animali si dividono su diversi piani spaziali, ma
l’immagine è ancora molto solenne. Un riferimento ai motivi della tradizione
romana è visibile nell’ “Ultima Cena”, perché mangiano sdraiati come in romani
antichi e al centro c’è un tavolo circolare. Le proporzioni sono gerarchiche, tipiche
dell’arte plebea. Sopra invece è ricco di particolari, e su
tutto domina lo sfarzoso sfondo oro che dà sensazione
non naturale  come i bizantini contemporanei. In
CRISTO DAVANTI A PILATO anche qui risalta l’arte
plebea, con le proporzioni gerarchiche.
2 – fascia intermedia appaiono figure di profeti e santi intervallate da
finestre.

3 – fascia più bassa con ricche decorazioni.


 Alla parte di Teodorico vanno assegnate il “Porto di Classe” e “Il Palazzo
di Teodorico a Ravenna”, a sinistra e a destra dell’ingresso. Questi due
mostrano una prospettiva non naturalistica: nel “Porto” si tenta di mettere in
risalto l’ampiezza del porto e delle ville, e le figure che prima erano presenti
sono state accuratamente coperte. Nel caso del “Palazzo” si tralascia la
prospettiva per mostrare l’ampiezza dell’edificio. A prima vista può sembrare
una facciata, invece è un quadriportico
aperto. Le figure, tra le colonne
dell’atrio, sono state coperte con le tende: i
personaggi, probabilmente, sono
Teodorico stesso con i suoi dignitari,
coperti per condannarne la memoria. Adesso si vedono solo le manine
appoggiate alle colonne. Nella struttura del quadriportico riappare la Serliana 
simile al palazzo di Diocleziano.

ETA’ DI GIUSTINIANO
Con la morte di Teodorico si aprì un periodo travagliato per la città. I rapporti tra Goti e Bisanzio andavano
deteriorandosi soprattutto per la crescente intolleranza verso gli ariani.
Giustiniano salì al potere e ci fu la guerra goto-bizantina (527) che si concluse nel 553 con la vittoria di
Giustiniano che, effimeramente, unì gli imperi di Oriente e Occidente. Nel 554 istituì capitale Ravenna, ma
col tempo diventò sempre più l’avamposto del potere lontano di Costantinopoli.

Con la necessità di cancellare ogni ricordo precedente, vennero donati al Vescovo Agnello tutti i beni della
chiesa ariana che riconciliò al culto cattolico.
Per questo modificò in SANT’APOLLINARE NUOVO (la parte giù) tutti i mosaici relativi a Teodorico, e ne
fece fare di nuovi, come le “Teorie dei santi Martiri e sante Vergini”.
• I santi Martiri procedono verso Cristo in trono con gli angeli (verso destra)
• Le sante Vergini, guidate dai Re Magi (vestiti da persiani), si dirigono verso
Maria in trono col Bambino (verso sinistra)
• Nuove trasformazioni del carattere stilistico
• Tutti hanno sempre lo stesso atteggiamento:
sempre più solenni, perché hanno vestiti preziosi
sempre meno consistenti  manca il senso del volume
adesione ai modi dell’arte bizantina.

SAN VITALE, Ravenna


• 522 – 547
• Grande e completa espressione della fase di Giustiniano dal punto di vista artistico
• Fu iniziata nell’età di Teodorico e finita dopo una guerra (nel 546 o 556)
• Costruita nella zona nord-ovest della città, vicino a Galla Placidia
• I soldi per la costruzione furono dati da un banchiere, Giuliano l’Argentario,
che versò 26.000 soldi ma non fu raffigurato
• Ha molte differenze dalle precedenti costruzioni di
Ravenna  si collega alle costruzioni bizantine e
orientali
• Pianta centrale ottagonale
• Preceduta da un nartece con due torri laterali concentro scale a chiocciola, e
che servivano per andare sui matronei
• La cupola si eleva a grande altezza, impostata su un tamburo
• Nell’interno, al posto dei lati ci sono esedre tripartite
• Il presbiterio si sviluppa su due ordini e conduce all’abside  prevale il verde e l’oro
a sua volta l’abside è collegata a due vani, che danno accesso a due ambienti
circolari, protesis e diaconicon, che servivano a riporre gli oggetti sacri
• Il coro è l’unica parte che ha conservato i suoi mosaici
• Interno decorato da mosaici sfavillanti, marmi greci preziosi, porfido e decorazioni in
stucco
• I capitelli a canestro (cioè con decorazione a traforo) hanno il pulvino
• Gli scorci sono sempre nuovi, e si annulla il peso delle murature con lo sfavillio del
materiale prezioso
• Novità data dalla tradizione bizantina
• Occidentale è la tecnica costruttiva  nella cupola la struttura è italica
• Nel mosaico al centro c’è Gesù con a sinistra San Vitale e a destra il vescovo che
tiene in mano il modellino della chiesa
• Ai lati del presbiterio ci sono due lunette:
una con “Le storie di Abramo”, in particolare quando vede i 3 angeli ( simbolo della trinità di
Dio) + anche il “Sacrificio di Isacco”, simbolo del sacrificio
l’altra Abele e Medisedec che fanno offerte a Dio (l’Antico Testamento allude spesso al Nuovo)
• Ai lati dell’altare ci sono i famosi mosaici raffiguranti GIUSTINIANO
E TEODORA CON I LORO SEGUITI  esempio dell’arte della
corte Giustiniana
il loro schema frontale riprende il rituale di corte
figure prive di profondità  infatti i personaggi si pestano i piedi tra loro
c’è una ricerca nella fisionomia dei volti
espressione semidivina a indicare il ruolo che Dio gli ha imposto
l’aureola non li fa santi, ma è un simbolo persiano che
identifica l’imperatore
Teodora è la basilissa e la ricchezza del suo abito
prevale su di lei
il suo volto è impiastricciato dalla cosmesi
Teodora era reputata una donna vispa
• Da questi mosaici si capisce la vita di corte
• Hanno una stretta connessione con il mondo orientale.

SANT’APOLLINARE IN CLASSE, Ravenna


• Del VI secolo
• Anche nei mosaici di questa chiesa c’è tendenza all’astrazione
• Nel mosaico dell’abside è rappresentata la “Trasfigurazione di Cristo”
attraverso gli elementi simbolici
Gesù è sostituito dalla croce dimostrandosi così nella sua divinità
sotto c’è Sant’Apollinare con gli apostoli  rappresentazione degli
agnelli; gli agnellini vicino alla croce sono quelli che hanno assistito alla trasfigurazione.

CATTEDRA DI MASSIMIANO
• 546 – 556
• Conservata nel Museo Arcivescovile di Ravenna
• Massimiano era l’arcivescovo di Ravenna all’epoca
• La cattedra è il trono vescovile (per questo la chiesa del vescovo è detta
cattedrale)
• Era ricoperto da ricche e raffinate decorazioni, soprattutto
formelle in avorio
motivi vegetali e santi
sono raffigurate Storie di Cristo e della Vita di Giuseppe
• Ancora non si è certi sulla genesi e sulla provenienza di questa cattedra
forse è riferibile al vescovo Massimiano, appunto, metà del VI secolo  sul lato
anteriore c’è un monogramma riferibile a lui
non si sa precisamente il centro artistico in cui è stata realizzata
• È il simbolo della sapienza e dell’insegnamento cristiano che il vescovo mandava
dalla cattedra.

S.S. SERGIO E BACCO, Costantinopoli

• Del VI secolo
• Adesso è una moschea, infatti si vede l’altare
musulmano
• La cupola si eleva su 8 pilastri, ricoprendo un vano
centralizzato quadrato
• L’abside è poligonale
• Le esedre sono a due piani (il secondo piano è un
matroneo)
• I capitelli sono tutti traforati, ridotti a intreccio, come una cesta
ci sono forti chiaroscuri tra elementi in ombra ed elementi in primo piano.
Anche dopo la morte di Costantino, Costantinopoli continuò la sua inarrestabile crescita, anche grazie a
Teodosio I nel V secolo e ai suoi successori. Un aiuto è stato dato anche dal declino di Roma in quel periodo
e Costantinopoli diventava, soprattutto per merito di Giustiniano (528 – 565) la più grande città del
Mediterraneo, anche dal punto di vista artistico.
Procopio di Cesarea (lo storico di corte) diceva che per Giustiniano le grandi costruzioni architettoniche
avevano la stessa importanza della restaurazione dell’ortodossia religiosa.

L’ARTE DELLA NUOVA CAPITALE


Costantinopoli diventa centro artistico di primaria importanza, infatti vennero artisti da ogni parte dell’impero
e si aprirono anche scuole e laboratori legati all’ambiente di corte. Gli artisti di Costantinopoli del IV e VI
secolo si rifanno agli orientamenti presi nell’arte tardoantica (eliminazione dell’interesse per i rapporti spaziali
e del senso dell’organicità della figura umana), anche se ci sono aspetti contraddittori
legati alla vita di corte: da una parte la preferenza, nelle immagini ufficiali, della
frontale ieraticità astratta, come divino; dall’altra, i fenomeni della renovatio, evidenti
nelle continue riprese del naturalismo tradizionalmente classici o ellenistici.
Nel rilievo della BASE DELL’OBELISCO portato a Costantinopoli da Karnak,
collocato sulla spina dell’IPPODROMO, l’imperatore Teodosio I assiste ai giochi da
un palco, accompagnato dai figli e dalla corte, e la loro serietà e frontalità contrasta
con il movimento degli attori e delle danzatrici nell’arena. Non ci sono rapporti prospettico-spaziali, ma
prevale il carattere gerarchico (dimensioni maggiori per il gruppo imperiale e inferiori per attori e danzatrici,
che invece dovrebbero trovarsi prospetticamente più vicini a chi guarda).
Il significato autentico della renovatio, affermata nel corso del IV secolo, si coglie
evidentemente in opere profane, come i mosaici pavimentali di un grande
cortile porticato del PALAZZO IMPERIALE, con scene divertenti, giochi di
bambini, episodi di caccia e lotte tra animali mostruosi, con vivacità naturalistica su
fondo bianco, tra elaborate cornici di foglie d’acanto.

LA BASILICA DI SANTA SOFIA, Costantinopoli


• Fu voluta da Costantino nel 360
• Riedificata da Teodosio I dopo un incendio
• Nuovamente distrutta da un altro incendio nel 532
• Ricostruita da Giustiniano in 7 anni (conclusione nel 537)
• Affidò il progetto agli architetti Antemio di Tralle e Isidoro da
Mileto
erano esperti costruttori e abili in
matematica e geometria
• Ci misero troppo poco tempo, infatti appena finita la cupola crollò
• Ci lavorarono artigiani provenienti da tutto l’impero + furono fatti arrivare
marmi e materiale ornamentale anche da molto lontano dalla città
• La pianta è insolita: a pianta rettangolare molto vicino al quadrato
• L’abside esternamente è poligonale
• Ingresso preceduto da un grande nartece
• Ci sono due grandi esedre ad est e ad ovest, da cui
partono altre due esedre; in un lato parte anche l’abside
• Interno diviso in 3 navate la centrale è molto vasta
• La grande cupola poggia su enormi archi ( formati da 4 enormi pilastri, fatti di pietre connesse
legate con colate di piombo) che formano un cubo; le pareti e le volte degli archi sono fatti in
mattone
la cupola è coperta da mezze cupole che stanno sulle esedre nelle zone verso l’abside e l’ingresso
• Le navate laterali sono divise dalla centrale tramite arcate su colonne
sopra c’è il matroneo
ancora sopra la muratura è traforata da due file di finestre sovrapposte
• La cupola, enorme, ha assoluto dominio (cupola  leggerezza  cielo)
per secoli si rivelò il punto fragile della costruzione
crollata, rimontata e rinforzata più volte, è sempre rimasta tale nella sua
grandiosità
gli elementi di copertura appaiono come sospesi
• Tutto sembra sospeso nell’aria
• La grande protagonista insieme alla cupola è la luce
prima, esaltata dagli sfavillanti mosaici adesso andati perduti a causa
dell’iconoclastia
la luce è lo strumento principale di suggestione
Procopio di Cesarea dice che la luce sembra originata dalla basilica stessa
entra dalle finestre, soprattutto quelle alla base della cupola, facendogli da corona
effetto di annullamento della consistenza materiale e del peso dell’edificio
• O ogni ora del giorno la luce del sole penetra attraverso diverse finestre: i fasci di luce si incrociano
a varie altezze
• La parte centrale della cupola è molto più illuminata delle altre zone
• È lo specchiarsi del mondo celeste e del mondo terreno. Adesso è un museo.
Dal 493 al 526 Roma, nel periodo goto, attraversa un periodo di pace. Il re Teodorico risiede a Ravenna, e
per questo comincia il processo di degrado della città; papa Felice VI, sotto consiglio di Teodosio stesso,
promuove una bella iniziativa: la costruzione della…
CHIESA DEI SANTI COSMA E DAMIANO
• Realizzata utilizzando parti di edifici preesistenti (biblioteca del Foro
della pace e il vestibolo di Massenzio)
• Costruita all’interno del Foro romano
• È il primo intervento di cristianizzazione del centro di Roma
prima le chiese cristiane sorgevano in quartieri di periferia
• La continuità tra tradizione classica e cristianesimo si vede nel
mosaico che ne decora l’abside: “Cristo tra i Santi Cosma e
Damiano”
• Si vede che Roma mantiene fresco il senso dell’antico
• Cristo è librato nell’azzurro cupo del cielo nuvoloso in prospettiva  suggestione simbolica
• I personaggi mantengono una solida energia individuale  hanno schema triangolare a intervalli
scanditi
• Le ombre sono proiettate sul suolo.

5. Invasione longobarda in Italia; oreficeria longobarda; Gregorio Magno e Teodolinda; accenni ad altri regni
romano-germanici; miniatura insulare; arredo liturgico lapideo delle chiese altomedievali e decorazioni ad
intreccio (Lamina di Agilulfo; tesoro di Monza; altare di Ratchis, battistero di Callisto e tempietto di S. Maria
in Valle a Cividale)

I LONGOBARDI IN ITALIA
I Longobardi, guidati dal re Alboino, entrano in Italia passando dal Friuli nel 568. Subito conquistano ampie
zone della penisola: le città infatti si arresero subito, e la legge longobarda si sostituisce presto al potere
romano.
I loro possedimenti non comprendono aree bizantine e lo Stato Pontificio, risultando così un regno diviso in
una parte più compatta a Nord (Longobardia Maior) e una più frastagliata e con ducati
autonomi (Longobardia Minor).

L’arte dei Longobardi era soprattutto orafa, e nelle loro crocette dorate si vede l’incontro con
l’arte dei modelli tardo-romani; le crocette antiche invece hanno decorazioni
naturalistiche, con figurine di animali stilizzati che escono da vegetazioni: si
vede nella FIBULA DI NOCERA UMBRA, del VI secolo e adesso conservata
a Roma.
L’oreficeria, anche nel VII secolo, continua ad essere rilevante: oltre alle
bellissime crocette (CROCE NASTRIFORME, VII secolo, Verona) ci sono esempi di
monete e anelli sigillo con lettere latine e volti umani (ANELLO –
SIGILLO Trezzo d’Adda, del VII secolo); le croci gemmate segnano il capitolo
importante dell’oreficeria longobarda, come la CROCE DI ADALOALDO,
inizio VII secolo, Monza, con le loro pietre incastonate che denotano un fine
senso del colore inserite in trafori appositamente preparati.

Famosa è anche la FIBULA A DISCO di Parma, del VII secolo: gli smalti e gli impasti
vitrei fusi vengono inseriti negli alveoli del corpo dorato a caldo.

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