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CAPITOLO 3

LO SVILUPPO MOTORIO

Lanalisi del comportamento motorio presuppone un approccio


multidisciplinare allo studio dei sistemi dello sviluppo come prodotto dei
cambiamenti di relazione tra sviluppo della persona e contesti ambientali
(Gabbard, 2004) in cui tale sviluppo si attua.

Sviluppo del
comportamento
motorio

Contesto
ambientale
Sistemi
ecologici

Ereditariet
Biologico
maturazione

Figura 1 Le interazioni utili allo sviluppo del comportamento motorio


In tal senso, quindi, vanno indagati gli aspetti biologici, fisiologici e
psicologici che contribuiscono alla maturazione ed allo sviluppo del
comportamento motorio e al raggiungimento di performance adeguate alle
richieste ambientali della vita di relazione prima e alle scelte personali,
lavorative e sportive poi.
Prima di addentrarci sugli aspetti di sviluppo dei singoli sistemi riteniamo
opportuno presentare una serie di grafici riepilogativi del comportamento
tipico in alcune abilit di base e capacit motorie. (Tabella 1, Figure 2 e 3)

Et

Mobilit

Articola
re

Resisten
za
Aerobic
a

5-8

+
(passiva
)

9-12

++
(attiva)

++

Resisten
za
Anaero
bica

Forza
Rapida

Forza
Max

Rapidit
Reazion
e

Rapidit
Ciclica

++

++

Rapidit
Aciclica

++

Tabella 1. Processo di crescita in rapporto ad alcune capacit motorie e


fisiologiche

45
40
35
30
25

maschi

20

femmine

15
10
5
0
0

9 10 11 12 13 14 15 16 17

Figura 2 Altezza media del salto verticale in maschi e femmine, in ascissa


let in anni, in ordinata il salto in cm

30
25
20
15
10
5
0

sinistra
destra

9 10 11 12 13 14 15
Et

Figura 3 Modificazioni nella velocit delle mani a spostare una molletta


Gli aspetti biologici della crescita
Lattivit motoria nel periodo dello sviluppo pone al docente una serie di
problematiche: cosa intendiamo per et evolutiva? Quali sono le capacit
fisiche e motorie del soggetto in crescita? Come si modificano le sue
caratteristiche somatiche e funzionali? Quale influenza pu avere unattivit
fisica regolare sul processo di crescita? In che modo la struttura biologica in
accrescimento risponde a determinati stimoli? Se e come varia
lallenabilit delle diverse capacit in relazione al processo di crescita?
Come considerare gli anticipi ed i ritardi di sviluppo e come valutare et
cronologica ed et biologica? Secondo quali criteri si pu avviare un
bambino ad una determinata attivit sportiva? Come si possono individuare
eventuali attitudini e talenti in chiave orientativa?
Per limportanza di ognuna di queste tematiche, e per la necessit di fornire
elementi per interventi adeguati in questo senso, riteniamo utile fornire
alcune informazioni ed indicazioni in merito alla fisiologia
dellaccrescimento e dellattivit motoria e dellesercizio durante questo
particolare periodo di sviluppo.
Il processo di crescita: cenni di auxologia
La crescita dellorganismo umano un processo che va dalla nascita (o
meglio, dalla vita embrionale) alla fine dellaccrescimento somatico, passa
per varie tappe e periodi, per arrivare alla piena maturazione. Lauxologia
la scienza che studia la crescita dellorganismo, intesa come interazione tra

accrescimento (laumento delle dimensioni somatiche, aspetto quantitativo)


e sviluppo (differenziazione in senso morfologico e funzionale, aspetto
qualitativo) fino al raggiungimento della maturazione (la situazione
fisiologica tipica delladulto). Il processo di crescita percorre completamente
quella che viene definita come et evolutiva e che viene convenzionalmente
cos suddivisa:
periodo neonatale (dal 10 al 150 giorno di vita);
prima infanzia (dal 160 giorno fino al 2 anno di vita);
seconda infanzia o fanciullezza (dai 2 ai 6 anni );
terza infanzia (dai 6 anni alla crisi puberale:10-12 anni );
pubert (dai 10-12 ai 15-17 anni: epoca della netta differenziazione
sessuale);
adolescenza (fino al termine dellaccrescimento somatico: 21 anni per la
femmina, 25 ca. per il maschio).
La suddivisione in fasce cronologiche , comunque, il frutto di
schematizzazioni che hanno fondamentalmente un significato pratico per
orientare il docente, essendo tra laltro, come vedremo, i patterns di crescita
(curve di crescita, configurazioni morfologiche globali o settoriali) dei vari
individui piuttosto differenti tra loro.
Le leggi generali della crescita rispondono ai principi di invarianza (i vari
modelli di crescita sono simili per tutti gli organismi umani ) e di variabilit
(ogni individuo ha e manifesta caratteristiche proprie che lo
contraddistinguono dagli altri).
La velocit con cui lorganismo cresce varia con lepoca (infanzia,
fanciullezza, adolescenza, ...) e in relazione allo stato di salute (malattia
prolungata, convalescenza, pieno benessere), tuttavia non mai uguale o
prossima a zero; diminuisce progressivamente a partire dalla nascita,
raggiungendo il punto pi basso prima della pubert.
Le varie parti che compongono il corpo umano (segmenti, organi, tessuti)
hanno ognuna una propria velocit di crescita. Durante la crescita si ha un
grande numero di periodi critici.
I modelli di crescita dellorganismo umano, come poi vedremo pi
dettagliatamente, sono essenzialmente tre: il primo relativo allapparato
muscolare, osteoarticolare, cardiocircolatorio e respiratorio; il secondo
relativo al sistema nervoso centrale e il terzo relativo allapparato
riproduttivo.
I fattori dello sviluppo sono di due tipi: da un alto genetici, legati cio al
patrimonio ereditario di ognuno di noi, che sono relativamente indipendenti
dalla nostra influenza e, dallaltro, ambientali, legati quindi allinfluenza di

fattori su cui possiamo in un certo modo intervenire.


I fattori ambientali sono legati a:
alimentazione: modificazioni dellandamento del processo di crescita si
potranno avere in situazioni di denutrizione, di sovralimentazione (vedi
obesit), di alimentazione non bilanciata e/o carente di determinati
principi nutritivi;
condizioni socioeconomiche: sono rappresentate dallinfluenza che
possono avere le condizioni igieniche dellambiente di vita, le condizioni
sociosanitarie, il lavoro, ...;
condizioni psicologiche: stato dimostrato che avverse situazioni
psicologiche possono condizionare negativamente lo sviluppo fisico del
bambino;
attivit motoria: unadeguata attivit fisica ha un ruolo di primo piano
nello sviluppo fisico e fisiologico, ma anche psicologico dellindividuo.
Lauxologia analizza le varie tappe di crescita del nostro organismo,
inquadra i meccanismi di adattamento fisiologico durante questo periodo,
costruisce modelli di crescita dei vari apparati e tessuti, individua i parametri
di normalit ed eventuali situazioni fisiopatologiche, oltre a dare modelli per
diagnosticare anticipi e ritardi dello sviluppo.
Laccrescimento un processo continuo nel quale tuttavia possibile
riconoscere alcuni periodi o fasi caratterizzate da una certa variabilit
individuale, la cui durata dipende sia dai processi di maturazione biologica,
sia dalle sollecitazioni ambientali.
Al fine di avere riferimenti per valutare landamento del processo di crescita,
sono state approntate tabelle sulle curve di crescita , basate su studi
effettuati su popolazioni campione, che mettono in relazione et e sesso e le
misure di caratteristiche e parametri fondamentali (statura, peso,
circonferenze e segmenti corporei, composizione corporea, ...) e individuano
aree di normalit entro cui lo sviluppo rientra in ambiti fisiologici; valori
al disopra o al di sotto di dette aree potrebbero rappresentare situazioni da
controllare, pur tenendo presente che allinterno delle curve di crescita e dei
valori considerati normali, esiste una grande variabilit individuale.
Le tabelle ci permettono di seguire il processo di crescita delle principali
strutture e dei parametri antropometrici fondamentali, individuando, oltre ad
eventuali deficit. soggetti con sviluppo ritardato od anticipato: questo
rappresenta uno dei problemi pi dibattuti relativamente allattivit sportiva
giovanile. Spesso i soggetti portatori di spiccate precocit di sviluppo sono
sopravvalutati in ambito sportivo, per la facilit con cui ottengono certi
risultati rispetto ai coetanei, mentre andrebbero valutati con una certa

prudenza, verificando le possibilit successive di sviluppo fisico e tecnico;


daltra parte la prognosi per i soggetti che presentano un ritmo ritardato di
sviluppo rispetto ai valori medi per le classi di et cui essi appartengono va
considerata in maniera pi favorevole di quanto non lascerebbe presupporre
lattuale livello di sviluppo.
fondamentale ricordare che il complesso fenomeno della crescita deve
essere valutato sia da un punto di vista quantitativo (registrazione delle
modificazioni dimensionali quantitative: peso, statura, % di grasso corporeo,
diametri, circonferenze, rapporti tra i vari distretti corporei, ...) sia da quello
qualitativo (registrazioni delle modificazioni dei parametri funzionali, degli
stadi e degli standard puberali, delle caratteristiche biochimiche dei vari
tessuti, ).
Alcuni parametri antropometrici da valutare sono:
statura;
peso;
indice di massa corporea;
statura seduto;
lunghezza arti inferiori;
lunghezza arti superiori;
circonferenza polso;
circonferenza toracica;
circonferenza addominale;
circonferenza cranica;
diametro bisiliaco;
diametro bisacrominale;
diametro ginocchio;
diametro gomito;
composizione corporea;
percentuale di grasso corporeo;
pliche cutanee;
alcuni indici di maturazione biologica;
standard puberali;
et ossea (radiografia del polso, ...);
rapporto et biologica/et cronologica;
previsioni staturali;
menarca.
La velocit di crescita del nostro organismo ha una tendenza generale a
diminuire dalla nascita in poi; questa diminuzione si arresta poco prima del

termine del periodo della crescita (fra i 13 e i 15 anni circa), quando si ha


unevidente accelerazione chiamata scatto di crescita adolescenziale o scatto
puberale, coincidente appunto con la pubert (che alcuni autori dividono in
due fasi, prima e seconda fase puberale). Generalmente la crescita un
processo piuttosto regolare, che segue un andamento pi o meno preciso a
seconda delle varie strutture ed apparati. La maggior parte delle misure
corporee segue una curva di crescita comune, che simile a quella
dellapparato muscolare e osteoarticolare e di molti organi viscerali (fegato,
reni) e dei grandi apparati (cardiovascolare, polmonare). Gli organi
riproduttivi esterni ed interni hanno invece una crescita prepuberale pi
lenta, seguita da un notevole scatto puberale. Ancora diversa la situazione
per encefalo, neurocranio, occhi ed orecchie (sistema nervoso centrale e
sistema neurosensoriale) che si sviluppano prima di ogni altra parte del
corpo e hanno, quindi, una curva postnatale caratteristica. Il tessuto linfatico
ha una curva di crescita completamente diversa dal resto del corpo,
raggiungendo il massimo sviluppo prima delladolescenza e di seguito,
probabilmente sotto linfluenza degli ormoni sessuali, si riduce alle
dimensioni dellet adulta.
In sintesi, si possono individuare tre principali curve di crescita di organi
ed apparati: sistema muscolare, sistema nervoso, sistema riproduttivo, il cui
sviluppo non contemporaneo, ma segue un andamento diversificato (anche
se ogni apparato ha un andamento di crescita continua fino alla pubert,
ognuno di essi cresce secondo una tendenza predefinita che prevede dei
periodi di maggiore e altri di minore crescita) (Tabella 2).
Et

Apparato nervoso

Apparato
muscolare e
osteoarticolare

Apparato
riproduttivo

5 - 8 anni
9 - 12 anni

90-95% ca.
95-98% ca.

40% ca.
50% ca.

10-15% ca.
15-20% ca.

Tabella 2 Processo di crescita in rapporto ai principali apparati


Lo sviluppo del sistema nervoso centrale avviene in gran parte in et
evolutiva (allet di 6 anni gi sviluppato per l80-90% circa), mentre gli
apparati osteoarticolare e muscolare, cos come il cardiocircolatorio ed il
respiratorio, hanno un comportamento differente, sviluppandosi pi
lentamente in relazione allet e con un andamento particolare, che prevede,

dopo un periodo iniziale di sviluppo abbastanza importante, una crescita pi


lenta ed uno scatto coincidente, pi o meno, con il periodo della pubert,
in cui gli apparati in questione consolidano la loro struttura e si avvicinano al
completamento del loro sviluppo; comportamento simile, anche se con
qualche differenziazione, ha lapparato riproduttivo, che, attraverso la
differenziazione sessuale e la conseguente secrezione importante di ormoni
delle ghiandole sessuali, influisce direttamente sulla sintesi proteica dei
tessuti e quindi sullo sviluppo del tessuto muscolare ed osseo, e di
10
9
8
7
S.D. - femmine

S.D. + femmine

S.D. - maschi

S.D. + maschi

3
2
1
0
0

10

11

12

13

14

conseguenza su alcune capacit motorie, come ad esempio la forza (Fig. 4)


Figura 4 La differenza nella forza tra maschi e femmine rappresentata con
la varianza tra una deviazione standard inferiore e superiore
La differenziazione sessuale continua dalla nascita fino alla pubert tanto
in senso fisico che psicologico; la differenza pi importante consiste nella
velocit di maturazione. Le femmine crescono pi velocemente dei maschi:
raggiungendo il 50% della loro statura adulta ad unet pi precoce, entrano
prima nella pubert e concludono la crescita in anticipo.
La pubert lepoca in cui si registra la maggiore differenziazione
sessuale, con cambiamenti fondamentali negli organi riproduttivi e nei

caratteri sessuali secondari, nelle dimensioni e nella forma del corpo, nelle
proporzioni relative dei tessuti muscolari, adiposo ed osseo e in numerose
funzioni fisiologiche. Sono stati definiti degli standard di crescita puberali
che riguardano gli organi sessuali (pene, testicoli, mammelle), oltre alla
comparsa della peluria in alcune zone del corpo (ascelle, pube). Si pu avere
una grande variabilit nello sviluppo puberale dei vari individui;
generalmente la pubert avviene tra i 12 e i 16 anni, con possibilit di
variazioni individuali e generali. Le femmine hanno uno scatto puberale pi
precoce dei maschi. Il menarca (comparsa del primo ciclo mestruale) uno
degli indicatori biologici della pubert e si verifica, generalmente, in una
fase relativamente avanzata di essa. Oltre agli standard puberali citati,
possono essere utilizzati come indicatori dello stadio di sviluppo fisiologico
raggiunto alcuni indici di crescita ossea e dentaria (tramite radiografia di
alcuni segmenti corporei come il polso).
In generale, il periodo puberale e postpuberale caratterizzato
dallevidenziarsi di una notevole differenza tra i sessi, dalla progressiva
accentuazione delle caratteristiche individuali, e da una crescente
stabilizzazione delle capacit fisiche e prestative.
Numerosi ormoni (sostanze prodotte dalle ghiandole dellapparato
endocrino) sono importanti nel controllo dei processi di crescita: tiroxina
(tiroide), cortisolo ed androgeni (corteccia surrenale), testosterone ed
estrogeni (ghiandole sessuali), insulina (pancreas), lormone della crescita,
quello tireostimolante e quello adrenocorticotropo, oltre allormone
follicolostimolante e quello luteostimolante (ipofisi), le somatomedine
(fegato); questi ormoni agiscono in tempi e modalit differenti a seconda
dellet dellindividuo.
Durante il periodo della crescita vi sono alcuni periodi critici o fasi
sensibili, si tratta di periodi di aumentata sensibilit di un recettore ad uno
stimolo altamente specifico e a determinate afferenze sensoriali ambientali, a
cui segue un periodo di sensibilit diminuita e poi una possibile mancanza di
risposta. Da qui limportanza dellimpartire determinati stimoli motori nei
periodi pi appropriati: nessuna capacit pur essere allenata nella stessa
misura in qualsiasi et. Le fasi sensibili sono considerate come periodi
formativi particolarmente favorevoli in relazione a determinate
caratteristiche e capacit, ma occorre ricordare che sono anche fasi sensibili
verso stimoli inadeguati o errati.
Lattivit motoria, se adeguata e corretta, favorisce i processi di crescita,
determinando tra laltro un aumento del tessuto muscolare, un
consolidamento di quello osseo, una migliore funzionalit degli apparati

cardiocircoltorio e polmonare.

Alcune nozioni di fisiologia dellesercizio: i meccanismi energetici


Lattivit fisica comporta una specifica richiesta di energia che
lorganismo umano soddisfa tramite la trasformazione di energia chimica in
energia meccanica, che pu essere utilizzata per lattivit muscolare. La
forma di energia chimica pi prontamente utilizzabile dallorganismo
costituita dallATP (Adenosintrifosfato), una molecola che viene prodotta
secondo tre modalit
dai fosfageni di deposito (ATP, Creatinfosfato), attraverso il meccanismo
anaerobico alattacido (agisce in assenza di ossigeno e senza accumulare
acido lattico);
dal sistema della glicolisi anaerobica, attraverso il meccanismo
anaerobico lattacido (agisce in assenza di ossigeno e con accumulo di
acido lattico, un sottoprodotto che se presente in quantit eccessive
provoca uninibizione della continuazione della contrazione muscolare);
dal sistema dellossigeno o aerobico, attraverso il meccanismo appunto
aerobico (agisce in presenza di ossigeno).
Questi sistemi vengono variamente utilizzati durante lo sforzo a seconda
della durata e dellintensit dello stesso. A basse intensit di lavoro e per
periodi prolungati, utilizziamo principalmente il sistema aerobico; man mano
che lintensit di lavoro aumenta, e viene richiesta energia per unit di tempo
pi brevi, ma ad alta potenza, interviene il meccanismo lattacido, mentre il
sistema del fosfageno interviene solo nelle prime fasi di un esercizio fisico, e
per attivit di grande potenza e durata.
I meccanismi aerobici ed anaerobici di risintesi dellATP contribuiscono,
comunque, assieme alla fornitura di energia durante lesercizio, anche se con
percentuali relativamente diverse a seconda dellintensit e della durata dello
sforzo (Tabella 3).
Ogni sistema energetico inoltre catalogabile in base alla sua capacit (la
quantit totale di energia che possiede - dimensioni del serbatoio -) e alla
sua potenza (la quantit di energia che riesce ad esprimere nellunit di
tempo - dimensioni del rubinetto che eroga la potenza -). Ci sono attivit
sportive che necessitano della massima efficienza della potenza di un sistema
(ad esempio una gara di corsa sui 100 m) ed altre che trovano nella capacit
il fattore determinante (ad esempio una maratona) per la prestazione

ottimale.

Sistema
Anaerobico
Sistema ATPPC
Sistema
dellacido
lattico
Aerobico
Sistema
dellossigeno

Alimento
o
combustibile
chimico

O2 richiesto

Velocit

Produzione
relativa di ATP

Fosfocreatina
Glicogeno
(glicoso)

No
No

Rapidissimo
Rapido

Poca, limitata
Poca, limitata

Glicogeno,
grassi, proteine

Si

Lento

Molta, illimitata

Tabella 3. Richieste dei vari sistemi energetici


In pratica, conoscendo e valutando correttamente la durata e lintensit di
un determinato esercizio fisico, dovremmo essere in grado di inquadrarlo dal
punto di vista energetico, cio definire con una certa esattezza il meccanismo
energetico maggiormente utilizzato in quel dato momento per quel tipo di
attivit fisica, o di specialit sportiva, e se una data prestazione rivolta
maggiormente ad una richiesta di potenza o di capacit di quel determinato
meccanismo energetico.
Cos, attivit di potenza o di velocit, che richiedono grandi intensit di
lavoro, ma per brevissimo tempo (pochi secondi), fanno riferimento al
sistema anaerobico alattacido di produzione di energia. Si tratta di un sistema
molto potente ma poco capace, poich usufruisce dei depositi gi
presenti nel muscolo di ATP e CP, che sono prontamente disponibili, ma in
minima quantit. Per attivit che richiedono un impegno di una durata
maggiore (dai 30 ai 3 circa), ma di intensit elevate (anche se non cos
elevate come le precedenti) il sistema attivato quello anaerobico lattacido,
che un po pi capace anche se meno potente (dovendo mettere in moto le
reazioni biochimiche della cosiddetta glicolisi anaerobica) del precedente.
Infine, attivit di durata superiore ai 4-5, ma ovviamente di intensit
decisamente minore rispetto agli esempi precedenti, utilizzano il sistema
aerobico di produzione di energia, che il pi capace e il meno potente,
avvalendosi della degradazione aerobica di zuccheri e grassi per innescare la

catena di reazioni biochimiche per la produzione di ATP (Tabella 4).

Et

Sistema aerobico

5 - 8 anni
9 - 12 anni

+
++

Sistema anaerobico
lattacido

Sistema anaerobico
alattacido

+
++

(Legenda: + inizio sviluppo / ++ incremento / +++ sviluppo importante)

Tabella 4. Processo di crescita in rapporto allefficienza dei sistemi


energetici di produzione dellenergia
Le sostanze contenute negli alimenti, in particolare gli zuccheri, sono i
composti di partenza dalla cui assimilazione e scomposizione si produce
energia, grassi e proteine intervengono ai fini energetici solo in particolari
situazioni (esaurimento delle scorte di glicogeno, sforzi molto prolungati).
Lattivit neuromuscolare
Luomo pu essere visto come una macchina in grado di muovere le cose
o se stesso; per fare ci si avvale dellapparato muscolare, che viene attivato
dal sistema nervoso. Lattivit del sistema neuromuscolare supportata dai
grandi apparati, cardiocircolatorio e respiratorio, che hanno la funzione di
trasporto dellossigeno e delle sostanze nutritive necessari alla macchina
umana per il suo funzionamento, e di eliminazione delle sostanze di rifiuto.
Lunit funzionale del muscolo scheletrico, e quindi del movimento,
costituita dallunit motoria, rappresentata dal singolo motoneurone (che
invia limpulso, partito dalle strutture corticali e sottocorticali del sistema
nervoso) e dalle fibre muscolari, che vengono attivate. Una singola fibra
nervosa motoria, proveniente dal sistema nervoso centrale, innerva diverse
fibre muscolari mediante le placche terminali motrici, o giunzioni
neuromuscolari; il mediatore chimico che permette la trasmissione
dellimpulso tra le due strutture costituito dallacetilcolina.
La contrazione muscolare avviene perch una serie di filamenti proteici
(composti principalmente da due molecole, lactina e la miosina) sono
forzati a scorrere uno sullaltro. Ci determina lo sviluppo di forza che viene

trasmessa attraverso il tendine alla leva ossea. In pratica, la contrazione


muscolare si attua quando i filamenti di actina vengono a collegarsi con i
filamenti di miosina scorrendo lungo questi, con conseguente sviluppo di
tensione ed accorciamento delle fibre muscolari. Sia laccorciamento che lo
sviluppo di tensione sono dipendenti dalla scissione dellATP per la fornitura
di energia, dal legame ioni Calcio-troponina per lattivazione dei filamenti di
actina, e dallunione della miosina con lactina, con formazione di
actomiosina.
Ognuno di noi possiede caratteristiche muscolari che sono determinate
geneticamente e solo relativamente, ed in minima parte (anche se la
questione ancora molto dibattuta tra i ricercatori), modificabili con
lallenamento. Questa caratteristiche sono dovute al tipo di fibre muscolari
maggiormente rappresentate nei muscoli di un individuo, che possono essere
bianche (veloci) e rosse (lente), anche se esistono anche fibre con
caratteristiche intermedie (che presentano aspetti di passaggio tra le fibre
veloci e quelle lente: in pratica, esiste un continuum di forme funzionali
delle fibre muscolari); la prevalenza, nel tessuto muscolare, delle prime o
delle seconde fa s che lindividuo in questione sia pi idoneo a realizzare
prestazioni di sprint o potenza (anaerobiche, fibre bianche) oppure di
resistenza (aerobiche, fibre rosse).
La respirazione
La respirazione non solamente quella funzione fisiologica che consente
uno scambio di ossigeno a livello polmonare, latto respiratorio un
elemento strettamente collegato con la percezione del proprio corpo e con la
dimensione emotiva della persona. Riuscire a controllare il ritmo e la qualit
della nostra respirazione significa, anche, avere una forma di controllo sulla
nostra tensione muscolare. Inoltre ritmo e efficacia dellatto respiratorio
costituiscono degli elementi basilari durante qualsiasi attivit motoria.
Leducazione respiratoria, quindi, rappresenta un momento importante
nellambito motorio che deve essere opportunamente stimolato anche con
laiuto del gioco. In questo contesto un grosso aiuto viene offerto dallacqua.
La respirazione quando si immersi nellacqua e quella sulla terraferma
presentano diversit (tabella 5) che devono essere sfruttate al fine di avere
una pi raffinata percezione degli atti inspiratori ed espiratori, oltre che delle
apnee.
ACQUA

TERRAFERMA

volontaria e deve essere appresa


Si esegue prevalentemente attraverso la
bocca
Espirazione attiva
Inspirazione passiva
Rapporto espirazione/inspirazione 3/1

involontaria e innata
Si esegue prevalentemente attraverso il naso
Espirazione passiva
Inspirazione attiva
Rapporto espirazione/inspirazione 1/1

Tabella 5 Differenza tra la respirazione in acqua e sulla terraferma


Attivit motoria ed et evolutiva: aspetti fisiologici generali
Dalle considerazioni precedenti, si possono avere indicazioni utili in
relazione ai rapporti tra sviluppo biologico e capacit motorie e alla proposta
di attivit fisica ai soggetti in et evolutiva. Le capacit che sono supportate
principalmente dal sistema nervoso (come quelle coordinative), sono
decisamente stimolabili e allenabili nella fascia di et prepuberale, mentre
quelle in cui occorre un adeguato sviluppo dellapparato locomotore
(muscolare ed osteoarticolare), necessitano di un atteggiamento pi prudente
e diversificato in questo periodo della crescita. Facendo ovviamente
riferimento alle capacit condizionali, intuitivo che stimoli importanti e
specifici di forza siano indicati soprattutto dopo la pubert, mentre stimoli di
resistenza e di velocit devono essere rapportati alle strutture fisiologiche cui
sono proposti (soprattutto relativamente allentit dei carichi e ai tempi di
recupero). Vanno tenute soprattutto in considerazioni le notevoli differenze
di alcune funzioni come ad esempio la capacit vitale che influenza
fortemente alcuni tipi di qualit fisiche (fig. 5).
Figura 5 Curve
di sviluppo della
capacit vitale

5
4
3

1
0
0 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17

Nel caso di un allenamento inadeguato ed eccessivo della forza, il


pericolo sta soprattutto, pi che nella sollecitazione della muscolatura, in
quella dei tendini, dei legamenti, delle capsule articolari.
importante ricordare inoltre che, in accordo con lo sviluppo del tessuto
muscolare, anche la differenziazione delle fibre muscolari si consolida e si
evidenzia con la pubert, mentre precedentemente sono meno evidenti le
caratteristiche neuromuscolari dellindividuo (ci riferiamo soprattutto alla
differenziazione tra fibre veloci e lente, e fra caratteristiche di velocit e
potenza e di resistenza).
Per quanto riguarda i meccanismi energetici, mentre i sistemi anaerobico
alattacido ed aerobico possono gi essere adeguatamente stimolati in et
prepuberale (anche se il meccanismo aerobico poco allenabile nei bambini
per quel che riguarda la potenza dello stesso), occorre avere un
atteggiamento pi prudente per quello che riguarda la sollecitazione del
sistema anaerobico lattacido, che raggiunge pi gradualmente (anche in
accordo con lo sviluppo muscolare) e pi tardi rispetto ai precedenti la piena
efficienza. E stata comunque segnalata la possibilit di produrre notevoli
quantit di lattato anche da parte di soggetti in et evolutiva, ma ovviamente
il funzionamento globale del sistema non consiglia una stimolazione strenua
dello stesso sui giovani, necessitando sempre di adeguati tempi di recupero e
di carichi non eccessivi. In particolare, bisogna evitare esercitazioni di
tolleranza lattacida (stimoli lattacidi ripetuti con poco recupero) in et
prepuberale e puberale, mentre stimoli che riguardano il picco di lattato
(esercitazioni lattacide brevi e con grande recupero) possono essere
proposte, con le dovute attenzioni, gi verso i 12-13 anni.
Occorre inoltre ricordare limportanza di alcuni parametri antropometrici
nel valutare determinati risultati in et evolutiva; spesso la prestazione
motoria influenzata dallandamento dello sviluppo dei vari apparati che,
pur seguendo un andamento simile per tutti, pu avere comportamenti
differenti sia nella crescita globale dellindividuo (i cosiddetti anticipi e
ritardi di sviluppo, spesso non ben valutati nellambiente sportivo), sia nello
sviluppo dei parametri singoli; la crescita dei vari segmenti non sempre
armonica, e quindi ci possono essere dei risultati legati pi al particolare
sviluppo della struttura che alle reali capacit (motorie e tecniche) del
soggetto.
In conclusione: una corretta proposta motoria in et evolutiva deve
rispettare lo sviluppo fisiologico dellorganismo, tenendo conto delle
differenze tra i vari apparati, e della situazione individuale dei vari soggetti,

cercando di valutarne adeguatamente et cronologica ed et biologica.


Lattivit motoria adeguata costituisce un fattore che porta a fenomeni
positivi di adattamento biologico, una protezione contro i paramorfismi, una
preparazione ad unadolescenza attiva ed un presupposto necessario per le
successive tappe dellallenamento sportivo; daltra parte, sia lipoattivit sia
stimoli di allenamento con carichi eccessivi o inadeguati comportano rischi
per uno sviluppo regolare e per i futuri risultati sportivi.

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