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La Storia che verrà

Un contributo per la ricerca: insinuare almeno il dubbio


di Simone Barcelli

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Cronologie ragionate In qualsiasi testo Egitto col periodo predinastico III. Ma anche
scolastico, ancor più in rete, è possibile in India osserviamo in concomitanza la
rintracciare una cronologia di storia antica, nascita della civiltà della valle dell’Indo, con
così come proposta dagli accademici sulla gli insediamenti di Harappa e Mohenjo-daro:
scorta delle attuali consolidate conoscenze. stando alle tradizioni proprio in questo fran-
All’incirca nel 3500 a.C. assistiamo all’ad- gente storico sarebbero stati composti i ma-
domesticamento di alcuni animali in più parti noscritti Vedici, così come risultano attestati
del globo, quindi in contemporanea: il gatto in allo stesso periodo i documenti più antichi
Egitto, la gallina in Thailandia, il lama e il rinvenuti nella terra dei faraoni (ad Abydos),
porcellino d’India in Perù. Nello stesso la cui datazione col metodo del carbonio 14
periodo annotiamo un’altra casualità legata non lascia dubbi. Non sarà un caso se gli
stavola all’agricoltura, cioè la coltivazione del addetti ai lavori fanno risalire al 3.250 a.C. i
riso (sempre in Thailandia), quella del cotone primi tentativi di mummificazione. Appena
e dei fagioli in Perù e del mais in 100 anni dopo dobbiamo registrare l’en-
Mesoamerica. Qualche centinaio di anni dopo nesima impennata dei nostri antenati con la
si sviluppano le prime grandi civiltà: in comparsa della scrittura cuneiforme in Meso-
Mesopotamia con il periodo Uruk II e in potamia (fanno fede i rinvenimenti a Uruk e
Susa) e dei geroglifici in Egitto; con le prime realizzate in un lasso di tempo davvero esiguo
forme di vita organizzata negli agglomerati e ancora lì imperterrite a sfidare i secoli, rima-
urbani del Medio Oriente (importanti testi- ne solo un senso di stupore. Pare proprio che i
monianze in tal senso si rinvengono anche in nostri antenati in quegli anni abbiano avuto
Nubia, Palestina, Siria e Turchia); con la co- una marcia in più, anche sotto l’aspetto cul-
struzione di siti megalitici (Stonehenge). È turare se mettiamo in conto la copiosa produ-
anche il periodo dell’inizio delle grandi zione epica poi diligentemente trascritta. Per
dinastie e, guarda caso, dei conflitti che ragioni che ancora ignoriamo ci fu poi una
cominciano a incendiare l’umanità come il regressione irreversibile che, fra alti e bassi, si
mitico Kurukshetra narrato nel poema epico interrompe alle soglie del XVII secolo della
Bharata (la cui stesura si può far risalire al nostra era. Eppure, nonostante la cronologia
3.102 a.C. per gli eventi astronomici che abbiamo qui inserito possa considerarsi
descritti). Abbiamo notizia di una grande credibile, anche per i riscontri di natura
inondazione avvenuta nel 2900 a.C. a archeologica che abbiamo citato, non possia-
Shuruppak (Mesopotamia), che fa rima col mo esimerci dal fare una serie di conside-
mitico diluvio universale. Tra i re della lista razioni.
reale sumerica, Enmebaragesi, ventiduesimo
di Kish fino al 2680 a.C., è il primo che trova
credito tra gli storici grazie a un paio di
frammenti di vasi rinvenuti a Nippur: meno
credibili i 900 anni di regno che la tradizione
gli assegna. Per il leggendario Gilgamesh,
quinto re di Uruk, dobbiamo rifarci unica-
mente al poema epico che narra della sua
Epopea, francamento troppo poco, al pari del
cinese Huang, l’Imperatore Giallo che avreb-
be regnato tra il 2698 e il 2599 a.C. Curioso
che nello stesso periodo i faraoni si diano un
gran daffare per tirar su le maestose piramidi
d’Egitto. Quella a gradoni di Saqqara, eretta
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all’incirca nel 2670 a.C., viene attribuita al
genio di Imhotep. Sessant’anni dopo è la volta
di quella di Meidum mentre alla IV Dinastia Diluvio e nascita dell’agricoltura L’ultima
si deve la Piramide di Cheope (2570 a.C.) Da era glaciale, spesso assimilata al mitico
lì a poco, qualche decina di anni, Chefren ci diluvio universale, è collocabile tra il 15.000 e
avrebbe stupito con la Grande Piramide e con l’8.000 a.C. Questo grande sconvolgimento
la Sfinge, seguito da Micerino con la terza produsse notevoli cambiamenti climatici e
sulla piana di Giza. obbligò i sopravvissuti a reinventarsi uno stile
di vita. Gli insediamenti che prima sorgevano
Il tempo migliore Sulla scorta delle datazioni sulle coste erano stati completamente som-
fin qui riportate emerge con forza come il mersi ed era stato necessario trasferirsi in
genere umano, in appena un millennio (dal montagna. Qui avvenne una delle grandi
3500 a.C.al 2500 a.C.), abbia forse vissuto il rivoluzioni che l’uomo ricordi: la nascita
suo tempo migliore. La domesticazione degli dell’agricoltura. Il botanico russo Nicolaj
animali e i primi passi nell’agricoltura sono Ivanovich Vavilov, vissuto nei primi anni del
infatti conquiste basilari, preludio alla fase Novecento, dopo aver raccolto e analizzato
stanziale dell’uomo con la nascita dei primi per vent’anni 250.000 varietà di piante in
agglomerati urbani e l’uso della scrittura. In tutto il mondo, giunse alla conclusione che
mancanza di riscontri archeologici possiamo l’uomo iniziò a coltivare i terreni, in contem-
senz’altro dubitare della veridicità dei rac- poranea e dappertutto, sugli altopiani, ad una
conti mitologici ma di fronte alle piramidi, altitudine di 1.500 metri sul livello del mare.
Gli studi di Vavilov e del collega J.R. Harlan
ci permettono quindi di affermare che l’agri-
coltura nacque in concomitanza con la fine
dell’ultima era glaciale e… sicuramente dopo
il diluvio. Sono state in ogni modo indi-
viduate almeno quattro particolari zone in cui
risultano le prime sperimentazioni riguardo il
nuovo approccio alla vita dei nostri avi
scampati al disastro: nei pressi del lago
Titicaca (in Bolivia), nello Spirit Cave (in
Thailandia), alle sorgenti del Nilo Blu
(sull’altopiano dell’Etiopia) e nella zona del
Sin-Kiang (in Cina, nella parte orientale del http://erewhon.ticonuno.it
Turkestanin). Ancora più precisi in fatto di
datazioni sono i membri di un’equipe di Gerico è una città che si trova sulle rive del
archeologici specializzati in botanica Giordano, a una trentina di chilometri da
dell’Università di Harvard e di Bar-Ilan, che Gerusalemme. Gli scavi archeologici hanno
recentemente hanno dato notizia del primo permesso di rinvenire i primi insediamenti
esempio di agricoltura, ovvero la domesti- umani negli strati corrispondenti al 18.000
cazione del fico in quel d’Israele, facendola a.C. Questo vuol dire che a Gerico, in quel
risalire al 9400 a.C. (ne rende conto la rivista periodo, comincia a prender forma quella che
“Science” sul fascicolo pubblicato nel mese di ancor oggi è considerata la città più antica del
giugno 2006). Gli studiosi da tempo impe- mondo. Infatti nell’8.000 a.C., in pieno
gnati in scavi archeologici presso un villaggio Neolitico, avviene un drastico cambiamento
sulle rive del Giordano (a una decina di nelle abitudini dell’uomo che da nomade
chilometri da Gerico) sono arrivati alla deter- cacciatore si trasforma in sedentario agricol-
minazione che questa pianta ha preceduto tore. La città già allora è protetta da una cinta
tutte le altre, addirittura di 1.500 anni rispetto di mura con torrioni e da un fossato. Tra il
alla data finora accettata per la nascita 7500 a.C. e il 3.000 a.C. il sito verrà
dell’agricoltura. Con l’agricoltura nacque periodicamente abbandonato ma c’è già un
sostanzialmente anche il periodo che gli culto dei defunti, confermato dalle sepolture
storici chiamano Neolitico, letteralmente “la rinvenute sotto il pavimento delle abitazioni,
pietra nuova”, perché il nostro antenato, che con le teste che risultano rimosse dai cada-
aveva sempre lavorato la pietra scheggian- veri.
dola, ora che aveva più tempo ed era
stanziante imparò anche a levigarla.

Di fronte a queste evidenze sarebbe forse


opportuno riesaminare le date dell’attuale cro-
nologia, quella riportata in apertura. Questo
significherebbe stravolgere tutto perché do-
vremmo spostare la nascita dell’agricoltura
6.000 anni addietro e probabilmente fare
altrettanto per i progressi dei nostri antenati,
ora assestati al 3.000 a.C. Se è vero che la
nascita dell’agricoltura va di pari passo con
quella dei primi agglomerati urbani,
dovremmo trovarne le tracce tra le pieghe
della preistoria.
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Anche Catal Huyuk, in Anatolia (Turchia),


era un centro abitato già nel Neolitico, a
partire dal 9.000 a.C. Più volte abbandonata e tudini del nostro antenato anche se non sono
ricostruita, diventa un’importante insedia- state rinvenute abitazioni, piante o animali
mento nel 6.500 a.C. L’uomo di Catal Huyuk, domestici. Eppure negli strati corrispondenti
oltre ad addomesticare gli animali (tra cui il al tempio megalitico si trovano manufatti in
cane) si dedica alla coltivazione di una decina pietra, ossa di animali selvatici, semi di piante
di piante (ricordiamo il frumento, l’orzo, i selvatiche e legno carbonizzato: indizi
piselli e il farro) e si inebria col vino e con la confortanti per asserire che vi fu un
birra. Anche qui c’era un ben preciso rito insediamento stabile. Verso l'8000 a.C. questo
funebre che avveniva con il seppellimento importante luogo di culto venne abbandonato,
sotto il letto, non prima di aver esposto i non prima di aver seppellito tutto con cumuli
cadaveri per l’escarnazione da parte degli di terra.
avvoltoi (rituale che ancor oggi ricorre
similmente in India e in Persia) e la conser- Gerico, Catal Huyuk e Göbekli Tepe non
vazione a parte del cranio, come a Gerico. rappresentano per noi un punto d’arrivo bensì
di partenza perché onestamente abbiamo delle
grosse difficoltà a distinguere una città da un
grande villaggio. Perlomeno stando ai rigidi
paletti oggi imposti dagli archeologi: un
agglomerato di case o la presenza di fortifi-
cazioni nulla valgono se non accompagnate
da altri elementi caratteristici: una città per
essere considerata tale, oltre ad aver svilup-
pato attività agricole, politiche, religiose e di
scambio, deve aver ricoperto anche un ruolo
catalizzante nei confronti dei vicini inse-
diamenti. Tutto questo per dire che senza
questi parametri (proibitivi) dobbiamo ras-
segnarci a considerare “villaggi” questi
http://www.gomanweb.com incredibili siti archeologici. Proviamo quindi
a rivolgere la nostra attenzione altrove.
Göbekli Tepe, un sito archeologico
rinvenuto in Turchia ai confini con la Siria, è
da far risalire all'inizio del Neolitico. In
questa località l’uomo si dannò l’anima per
costruire quello che è considerato il più antico
santuario megalitico (tra l’11.500 a.C e
l’8.000 a.C.) con pilastri in calcare del peso di
10 tonnellate l’uno posizionati a forma di T
per un’altezza di 3 metri. Una cinquantina di
questi monoliti, quelli finora portati alla luce
(le analisi geomagnetiche segnalano la pre-
senza di centinaia di pietre simili ancora
sepolte), sono decorati con incisioni in cui
http://www.saa.org/Portals/0/SAA/publications/SAAbul
riconosciamo serpenti, tori, leoni cinghiali e letin/16-4/
scorpioni. Le raffigurazioni di questi animali
fa pensare a un culto sciamanico simile a Cuicuilco, a qualche chilometro da Città del
quello praticato in Mesopotamia. È Messico, è un sito che solitamente non rientra
interessante notare che già all’epoca si negli itinerari turistici in quanto si propende
disponeva di un’organizzazione sociale capa- per la vicina Teotihuacan. Stando alla
ce di erigere strutture monumentali, tanto da cronologia ufficiale del Mesoamerica qui c’è
suggerire un decisivo cambiamento nelle abi- la costruzione più antica della valle del Mes-
sico, una piramide a base circolare che si fa scala evolutiva, non poteva avere capacità
comunemente risalire al VI secolo a.C. Sulla simili.
scorta della documentazione che gli studiosi
hanno potuto sinora esaminare, molto prima
di questa data si sviluppò un insediamento a
carattere prettamente religioso: qua i sacer-
doti fecero costruire una specie di santuario in
cui veneravano il dio Quetzalcoatl (Il
Serpente Piumato) e il dio del fuoco
Xiuhtechutli. Durante gli scavi del secolo
scorso parte della piramide fu liberata dalla
lava, impiegando addirittura la dinamite. Il
dibattito tra gli archeologi che hanno studiato
la località verte sulla presumibile età da
assegnarle: c’è chi sostiene che la costruzione
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possa risalire al 600 a.C. in un contesto di
datazione che non si scosta di tanto da altri
Tiahuanaco si trova invece in Bolivia, a
siti dell’America centrale e meridionale.
circa 25 chilometri dal lago Titicaca. Un
Altri, invece, propendono per un’età che
tempo Tiahuanaco si trovava sulle sponde di
sembra perdersi nelle pieghe della storia e
questo lago, si presume a 180 metri di
indicano il 6000 a.C. avallando una simile
distanza, poi col tempo si allontanò progres-
ipotesi con l’eruzione del vulcano Xictli, av-
sivamente per il continuo abbassarsi del
venuta a quell’epoca. Una parte della pira-
livello dello specchio d’acqua e ancor oggi
mide è inglobata nel magma del vulcano e,
questo processo continua. Si calcola che nel
stando a quel che pensano alcuni geologi,
corso dei secoli il livello del lago si sia
l’eruzione è da far risalire a ottomila anni fa. I
abbassato di quasi 35 metri. I suoi ruderi si
vari strati di lava fanno propendere anche per
estendono per 450 chilometri quadrati tanto
più di un’eruzione. È accettabile l’eruzione
da far pensare che attorno a questo centro,
proposta dall’archeologia classica ma questa
che come sempre è definito “cerimoniale”, ci
non è che l’ultima di una lunga serie: negli
fossero interi quartieri abitati. Come hanno
scavi del secolo scorso furono conteggiati 18
dimostrato le rilevazioni fotografiche
metri di sedimenti e cenere sulla piramide,
effettuate dall’alto, ci troviamo di fronte ad
tanto da stimare un periodo di almeno 6.500
un grande agglomerato urbano. La città è par-
anni per la formazione dei vari strati. Per
ticolarmente danneggiata e si presume che
forza di cose la costruzione deve essere stata
questo sia avvenuto a seguito di un grande
eretta almeno in quel periodo e non dopo. Chi
cataclisma che avrebbe elevato la Cordigliera
sostiene l’altra ipotesi, soprattutto in forza
delle Ande alla sua attuale altitudine. Per quel
della cronologia oggi accettata, indica per
che riguarda la presenza umana all’interno
l’eruzione un arco temporale compreso tra il
del complesso si può dire che la parte più
500 e il 200 a.C. proponendo il 350 a.C. come
antica risale al 200 a.C. – 200 d.C. con chiara
data più probabile per il cataclisma. Ma anche
influenza della civiltà Pucara, una cultura
qui le opinioni divergono perché altri studiosi
peruviana dell’epoca. Tra il 500 e il 900 d.C.
propendono per il 50 a.C. Nel caso in disa-
inizia il periodo di maggior splendore della
mine, ammettendo che la piramide abbia
città, che si protrae per circa 300 anni con
quell’età, non si hanno argomentazioni valide
l’espansione fuori dell’altopiano fino ad
per indicare chi possa averla costruita: infatti
Ayacucho sulla sierra e Pacheco sulla costa
non è ammissibile assegnarne la paternità
meridionale del Perù. Secondo la tradizione
all’uomo di Tepexpan, l’essere umano più
qui si era stabilita la civiltà Aymarà,
remoto rinvenuto in America in quel periodo,
all’incirca contemporanea di quelle di Nazca
poiché, logicamente, essendo all’inizio della
e di Moche, che poi scomparve miste-
riosamente. Quando giunsero gli Incas
trovarono il luogo distrutto e completamente lente come si vuol far credere al tempo della
deserto e per tale ragione è impossibile risa- costruzione delle piramidi: almeno questa era
lire alla sua età. Le attuali rovine poggiano su l’opinione diffusa tra i primi archeologi che
resti di costruzioni ancora più antiche, come visitarono il sito all’inizio del XX secolo.
d’altronde capita per altre enigmatiche Anche la Stele della Sfinge, opera del faraone
località (si pensi, ad esempio, a Teohtiuacan). Tutmosi IV, certifica, secondo le ultime
Gli scavi archeologici condotti da Carlos interpretazioni, che la statua fu liberata dalla
Ponce Sangines, coadiuvato da altri colleghi, sabbia, ancor prima, dallo stesso Chefren. La
hanno permesso di determinare l’esistenza di stele dell’inventario, rinvenuta dall’ar-
almeno cinque città, che sono sepolte assieme cheologo Mariette nel 1850 non è altro che
ai resti di animali estinti. Le stratificazioni una copia dell’originale di Chefren, nella
dimostrano che ogni volta si verificò un quale egli sostiene che prima del suo dominio
cataclisma e a distanza di tempo si tornò ad esistevano già sulla piana di Giza sia la Casa
edificare di nuovo. La datazione degli della Sfinge che l’attigua Casa di Iside (da
insediamenti umani col metodo del C 14 ci intendersi la Grande Piramide); il sovrano
fornisce una data approssimativa tra il 1600 e non fece altro che erigere lì vicino due
il 2100 a.C. mentre gli allineamenti astro- piramidi di più ridotte dimensioni, una per se
nomici proposti da Posnansky, confermati a e l’altra per la figlia Henutsen. Erodoto, nelle
più riprese da altri studiosi e recentemente sue opere, non parla della Sfinge, quindi è
anche dal collega Neil Steede (che esami- possibile che all’epoca il monumento fosse
nando il Kalasasaya da questo punto di vista è completamente ricoperto dalla sabbia del
arrivato alla conclusione che le pareti interne deserto. Da quel che sappiamo qualche fa-
furono costruite nel I secolo a.C. mentre raone, periodicamente, la riportava alla luce
quelle esterne nell’XI millennio a.C.) fanno ma nel giro di qualche centinaio d’anni la
risalire la costruzione all’incirca al 12.000 Sfinge, inevitabilmente, risultava di nuovo
a.C. Quest’ultima data, pur se incredibile, è sepolta. Circa l’età di questo monumento,
confermata dai rilievi geologici riferiti al lago negli ultimi quindici anni abbiamo constatato
Titicaca, in diretto rapporto con Tiahuanaco che ha preso sempre più corda la teoria
che un tempo era sulle sue rive. Gli animali dell’egittologo John Anthony West che,
effigiati sulla stele di Viracocha e sulla Porta prove alla mano, ha demolito tanti preconcetti
del Sole, risultano estinti dodicimila anni fa. dell’archeologia sostenendo per la Sfinge una
Osvaldo Rivera, già direttore dell’Istituto retrodatazione addirittura a diecimila anni fa.
nazionale Boliviano d’Archeologia, è del Il geologo stratigrafo Robert Schoch ha
parere che la vera città, quella sacra, può perorato questa causa poiché sia la Sfinge che
trovarsi tra i 12 e i 21 metri di profondità. il vicino tempio della Valle di Chefren
presentano un’erosione diversa rispetto ad al-
tri monumenti, dovuta essenzialmente ad
insistenti precipitazioni piuttosto che al-
l’azione classica della sabbia portata dal
vento. Da questo dato di fatto si è potuto
risalire al periodo di piogge torrenziali
determinante per l’azione erosiva. Con-
siderando che il monumento è stato ricoperto
e quindi in qualche modo protetto dalla sab-
bia per quasi tremila anni, si è giunti ad
individuare il periodo di maggior intensità
delle piogge in quello pluviale, caratteristico
dell’Africa settentrionale tra il 7.000 e
http://catetom.splinder.com l’11.000 a.C. all’incirca quando terminò l’ul-
tima glaciazione.
La Sfinge di Giza è da considerare uno dei
monumenti più antichi al mondo, e non risa-
La piramide di Cuicuilco, la Sfinge di Giza e per la prima volta sugli appunti degli studiosi.
alcuni dei monumenti di Tiahuanaco Una delle prime giustificazioni al riguardo fu
dovrebbero quindi essere retrodatati quella di considerare il sumerico una scrittura
rispettivamente al 6.000 a.C., al 7.000 a.C. e segreta inventata dagli Assiri e dai Babilonesi.
al 12.000 a.C. Ma geologi e astronomi Incredibile ma vero, per il momento il
invadono un terreno altrui e la loro opinione problema era così risolto.
non trova gran credito tra gli egittologi. È
difficile demolire convinzioni radicate nel
tempo e ci vuole ben altro per intaccare
cronologie già assestate. Se così stanno le
cose non ci rimane che desistere. Invece
dobbiamo continuare a essere moderatamente
fiduciosi perché qualche scossone in passato
c’è già stato e non è detta che non succeda di
nuovo.

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Prima degli Olmechi Fino alla seconda metà


del XIX secolo la cultura degli Olmechi era
sconosciuta. Infatti solo nel 1862 si rinvenne
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a Hueyapan, in Veracruz, la prima delle teste
colossali di questa enigmatica popolazione.
Una scrittura segreta Fino al XIX secolo, La Venta, uno dei siti archeologici più
cioè nemmeno duecento anni fa, i filologi che importanti, venne scoperto 60 anni dopo e
studiavano le tavolette di argilla con caratteri prontamente attribuito ai Maya. Da lì a poco
in cuneiforme rinvenute in Mesopotamia, iniziarono scavi un po’ dappertutto e vennero
negavano l’esistenza di un popolo alla luce altri siti olmechi. Nonostante
riconducibile ai Sumeri. D’altronde nessuno l’evidenza si dovrà arrivare agli anni Qua-
storico del passato ne aveva mai parlato. ranta del secolo scorso perché gli archeologi
Quindi non potevano esistere. Il fatto di aver Miguel Covarrubias e Alfonso Caso af-
decifrato non senza fatica la scrittura fermino coraggiosamente che la civiltá olme-
cuneiforme degli Assiri e dei Babilonesi, di ca è da considerare la cultura madre del
per sé costituiva per quegli studiosi un fatto Mesoamerica. Ci vorrà ancora un altro de-
eccezionale e un sicuro punto d’arrivo. cennio per tacitare gli scettici con le datazioni
Eppure gli indizi c’erano e prima o poi si prodotte dalla tecnica del C14.
doveva prenderli in seria considerazione. In
una di queste tavolette, tra le migliaia Tutto da rifare La civiltà sviluppatasi nelle
rinvenute, un re babilonese, un certo città di Mohenjo Daro e Harappa è stata a
Assurbanipal, citava gli “oscuri testi del su- lungo definita “dell’Indo” ma dovremmo
merico” e la parola “Sumer” faceva capolino ormai abituarci a chiamarla “Indo-Sarasvati”
perché oltre all’Indo è stato accertato,
mediante la fotografia satellitare, che scorreva
anche quest’altro corso d’acqua, ormai in
secca da 4.000 anni, sulle cui sponde presero
vita centinai d’altri agglomerati urbani. Il
fiume Sarasvati era un tempo considerato
leggendario poiché menzionato nei più antichi
testi vedici mai presi seriamente in consi-
derazione dagli studiosi, al pari di quelli
sumeri e accadici che fanno cenno a un popo-
lo chiamato Meluhha, termine assimilabile al
dravidico Met-akam che significa "terre alte".
Lo stato attuale degli scavi archeologici,
iniziati solamente all’inizio del secolo scorso,
e le presunte interpretazioni che gli storici ne
traggono non consentono di giungere a una
visione completa e definitiva. Basti pensare
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che tutto ciò che è stato scritto su questa
civiltà nel XX secolo è completamente Questo studio, sicuramente non esaustivo,
fuorviante. non ha la presunzione di dimostrare nulla,
tantomeno convincere gli scettici. Le as-
Pur dotati delle più sofisticate tecniche serzioni possono senz’altro spronare chi
d’indagine non siamo ancora in grado di intende proseguire per questa strada, irta di
determinare datazioni attendibili per molte ostacoli e forse priva di sbocchi. Oppure
località archeologiche. Gli scavi finora insinuare almeno il dubbio. Sarebbe già un
intrapresi tra mille difficoltà rappresentano bel risultato. In fondo l’uomo è fallace e la
orientativamente il 15-20% di ciascun’area e ricostruzione della storia ha spesso risentito
non è possibile avvalorare con certezza se di questo indiscutibile limite. Per una volta,
certi avvenimenti del passato, compresi quelli ce lo perdoneranno i lettori, abbiamo fatto a
giunti fino a noi con i racconti mitologici, meno di Atlantide, di Agharti e del-
siano realmente accaduti. È in questo l’Eldorado; di terre sommerse, di cataclismi e
desolante stato di cose che chi opera nel di astronavi. Non ne avevamo proprio bi-
settore cerca di scardinare i misteri del sogno. Rimaniamo però degli inguaribili
passato proponendo al pubblico teorie e sognatori, nella speranza che almeno i figli
ipotesi al limite del credibile pur di non dei nostri figli possano leggere una storia
infrangere le certezze precostituite a dogmi diversa da quella che abbiamo letto noi.
dall’ambiente accademico. Le cronologie Rimbocchiamoci le maniche, ne vale la pena.
riferite a civiltà scomparse, ne abbiamo fatto
cenno, sono spesso lacunose se non con- simonebarcelli@libero.it
traddittorie. Chi si è occupato della redazione
di queste date lo ha fatto con severi pre-
concetti e soprattutto brancolando nel buio
più completo.
Le immagini, tratte liberamente dalla rete, sono qui
inserite solamente per illustrare il testo.

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