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Stonehenge
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INTRODUZIONE
Stonehenge1 è un complesso megalitico situato nella piana di
Salisbury, nell'Inghilterra meridionale. Da sempre suscita grande
interesse: è una stupenda testimonianza lasciataci dagli uomini del
Neolitico2, che a distanza di oltre 4000 anni ci mostrano le loro abilità di
costruire e, soprattutto, le loro conoscenze scientifiche.
Ciò che infatti incuriosisce molti studiosi è quale fosse la funzione di
Stonehenge. Sono state avanzate molte ipotesi, come quella che si tratti di
tempio sacro o di un calendario astrale; gli ultimi studi tuttavia si
focalizzano molto di più sulla funzione astronomica.
Ancora oggi non sappiamo assolutamente chi e quando abbia
costruito Stonehenge. Molto probabilmente, come Troia, è stato edificato
più volte, e quello che ci rimane sono i resti dell'ultima costruzione, che è
stata distrutta in larga parte dai Romani nel 61 a.C..
CONFORMAZIONE
Stonehenge oggi è quasi completamente
in rovina. Alla fine della sua costruzione era
composto da 30 pietre disposte verticalmente
sul terreno, in sarsen3, e allineate in circolo.
Ciascuna pietra è alta circa 6 metri e mezzo,
ed affonda nel terreno per altri 2 metri
almeno.
Su queste ve n'erano ulteriori 30 disposte
Figura 1:
orizzontalmente come architravi, che erano schema del tempio centrale
smussate sul lato esterno e avevano degli incastri a coda di rondine tra di
loro, creando uno stupendo recinto circolare di pietre.
All'interno di questo recinto vi era un secondo circolo di pietre più
piccole di colore bluastro (Bluestones4); al centro invece sorgeva una serie
1 Un henge è il nome dato alle grandi costruzioni preistoriche, di solito circolari, fatte di terra, di legna o di
pietra. Il termine deriva proprio dalla parola Stonehenge, ed è inglese arcaico per “hang”, appendere,
sospendere in aria, riferito alle pietre orizzontali poggiate sulle altre.
2 Dal greco = nuovo e = pietra, cioè “età della pietra nuova”.
3 Dall'inglese saracen stone, cioè “pietra saracena”, intesa come pietra di un monumento pagano.
4 Cioè letteralmente “pietre blu”.
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di 5 imponenti triliti5 disposti a ferro di cavallo, la cui altezza superava i 7
metri. Internamente vi era una serie di bluestones, sempre a ferro di
cavallo, al centro delle quali si trovava la Altar Stone.
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COSTRUZIONE
Stonehenge come già accennato è stato costruito in più fasi, anche se
gli archeologi non sanno stabilire con precisione a che epoca risalga la
prima costruzione.
Negli anni '50 il prof. Richard Atkinson avanzò l'ipotesi che la
costruzione più antica fosse del 3000 a.C. e che sia avvenuta in tre fasi, da
lui chiamate Stonehenge I, II e III. Tuttavia nel 1966 la scoperta a circa 250
metri dall'attuale tempio di tre totem di sarsen lavorato ha spinto gli
archeologi a ritenere che l'epoca del primo Stonehenge fosse da anticipare
di parecchio tempo.
Alimenta questa incertezza il fatto che la datazione al carbonio 14 non
può fornire risultati: essa è infatti applicabile solo a reperti organici, non a
quelli inorganici, e di conseguenza ogni datazione è stata ottenuta
empiricamente dagli archeologi.
Oggi si valuta che la pre-Stonehenge, o Stonehenge 0, risalga
all'8000 a.C., e fosse costituita da 4 pozzi mesolitici che ospitavano grandi
pali di legno.
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pali di legno: alcune di esse venivano
parzialmente riempite con resti di cremazioni
umane, così come il fossato vicino il
terrapieno veniva riempito con ceramiche e
ossa di animali.
Le grandi pietre furono posizionate
durante la costruzione di Stonehenge III, che
cominciò subito dopo la seconda, intorno al
2000 a.C., e proseguì in più sottofasi fino al
1500 a.C..
Nelle prime due sottofasi (3i e 3ii) furono rimosse le Bluestones e al
loro posto furono costruiti il circolo del tempio in sarsen e i triliti centrali.
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Anche le quattro Station Stones risalgono a questa fase: si tratta di quattro
grandi pietre in sarsen disposte vicino il terrapieno, tra le fosse di Aubrey.
Due di queste pietre furono circondate da terrapieni circolari, che
possiamo vedere ancora ad oggi.
Le altre pietre, tra cui la Heel Stone e la Slaughter Stone,
probabilmente risalgono a questo periodo. Di alcune si hanno solo dei
resti, oppure tracce costituite da fosse in particolari posizioni.
Nel 61 a.C. Stonehenge fu distrutto in gran parte dai Romani.
RELIGIOSITÀ
Molti ricercatori per diverso tempo hanno ritenuto che Stonehenge
fosse un luogo sacro, in cui le tribù del Neolitico tributavano sacrifici agli
dei. Quest'idea è nata in seguito a ritrovamenti di ossa di maiale nell'area
intorno al tempio, che mostravano segni di bruciatura; inoltre tra tutte le
ossa non sono mai stati ritrovati crani. Ciò significherebbe che le persone
del tempo portavano i maiali da sacrificare già decapitati, e pronti per
essere bruciati, come avveniva presso altre tribù.
Alcuni archeologi hanno persino proposto che potessero essere
consumati sacrifici umani, ma non ci sono tracce dell'uso di siti megalitici
per questi scopi.
È certo invece che per un certo periodo Stonehenge è stato utilizzato
per riti religiosi, e che vi siano stati dei sacrifici animali, ma questo non
implica che sia stato costruito per motivazioni religiose.
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ASTRONOMIA
Il reverendo Edward Duke (XVIII sec.) fu il primo ad associare
l'astronomia a Stonehenge: nei suoi testi descrisse Stonehenge come un
“planetario”, pieno di allineamenti astronomici. Tuttavia non ne nominò
nessuno: per questo molti ritengono che lui stesse più fantasticando che
compiendo vera ricerca scientifica, e la sua opera è stata screditata.
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numerosi viaggi in Grecia e in Egitto notò che molti tempi antichi erano
orientati lungo l'asse est-ovest, e ipotizzò che questo preciso allineamento
avesse lo scopo di farli puntare al sole sorgente.
Al rientro in Inghilterra, sulla base di
queste osservazioni, si concentrò sull'analisi
di Stonehenge. Ritenendo che alla sua
origine il complesso fosse orientato verso il
punto in cui sorgeva il sole, Lockyer fece dei
calcoli basandosi sulla posizione del sole al
suo tempo, al fine di determinare l'epoca in
cui fu costruita Stonehenge.
Nel 1901 pubblicò con F. Penrose i
risultati dei suoi studi, secondo cui
Stonehenge venne costruito nel 1680 a.C. I
Figura 3: lo schema
suoi calcoli furono analizzati da altri esemplifica il metodo calcolo
di Lockyer
matematici, che trovarono numerosi errori,
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alcuni dei quali dovuti anche a difficoltà tecniche (come ad esempio
determinare la linea esatta dell'asse di Stonehenge); per questo motivo il
risultato dei suoi calcoli oggi non viene tenuto in considerazione.
Lockyer andò comunque avanti, e scoprì numerosi altri allineamenti
del sole e della luna tra le pietre del tempio centrale. Ciò lo portò a
ritenere che Stonehenge fosse un calendario, costruito in questo modo
dagli antichi per ricordare particolari giorni dell'anno in cui svolgere
determinati riti religiosi.
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Secondo Hawkins, le fosse di Aubrey e le Bluestones avevano inoltre
una funzione molto particolare: potevano essere usate per predire le
eclissi. Stonehenge doveva essere non un tempio, ma una sorta di enorme
calcolatore in grado di predire i principali eventi astronomici. Il suo modo
di calcolare le eclissi funzionava, ma era molto empirico e impreciso.
Per predire le eclissi è necessario conoscere due cicli diversi. Uno di
questi è l'andamento del mese lunare, che si determina molto facilmente
osservando la luna; un ciclo completo dura quanto il periodo che intercorre
tra due lune piene, cioè 29,53 giorni. L'altro ciclo è di natura
completamente differente, e riguarda la rotazione di due punti nello
spazio, i nodi lunari.
Sono i punti in cui l'orbita della
luna interseca il piano dell'orbita
terrestre. Le eclissi di luna
avvengono quando la luna piena è
in un nodo, e il sole è nell'altra. Quelle di sole invece avvengono quando la
luna nuova e sole sono nello stesso nodo. Il ciclo nodale della luna ha una
durata di 18,63 anni. Possono essere stati necessari parecchi decenni di
osservazioni, ma gli antichi potrebbero aver calcolato il ciclo dei nodi
lunari, e tramandato questa conoscenza di generazione in generazione
fino a concretizzarla in Stonehenge.
7 Da Metone, un astronomo greco del V secolo a.C., che per primo ha descritto il ciclo delle lune piene nei vari
anni.
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ripetizione delle eclissi – per questo motivo è stato definito come “anno
eclittico”.
19 anni eclittici e i mesi lunari hanno questa relazione:
19 x 346,62 = 6585,78 / 29,53 = 223,01
In altre parole 223 mesi lunari sono quasi precisamente 19 anni
eclittici8. Questo significa che contando 223 mesi lunari si sa quando sole e
luna saranno nella stessa identica posizione rispetto ai nodi: se all'inizio vi
era una eclissi, ci ne sarà una anche alla fine di tale periodo; è possibile
che gli uomini di Stonehenge III fossero a conoscenza anche di questo
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periodo di tempo, misurandolo con gli allineamenti astronomici della luna
e del sole all'interno del tempio.
Questo metodo di contare le eclissi è però molto impreciso: le eclissi
avvengono molto più spesso, con leggere variazioni delle posizioni relative
della luna, del sole e dei nodi. Oltretutto Hawkins non dimostrò come si
potesse tenere il conto dei 223 mesi lunari.
Per questo motivo Hawkins concentrò la sua attenzione sulle fosse di
Aubrey, e sviluppò una teoria su come potessero essere usate per predire
le eclissi. L'idea di Hawkins
era quella di piazzare 6
segnalini, alternatamente
bianchi e neri, lungo le fosse
di Aubrey a distanze regolari
di 9, 9, 10, 9, 9, 10 buche, e
di muoverli in senso orario o
antiorario una buca per anno.
Le buche 51, 56 e 5 erano
posizioni fisse.
Se in posizione 56 vi era
un segnalino bianco, la luna
piena sarebbe sorta dietro la
Heel Stone quell'anno; il
Figura 7:
successivo evento sarebbe il modello di Hawkins per predire le eclissi
usando le fosse di Aubrey
avvenuto quando un
segnalino bianco avrebbe raggiunto la posizione 51: in quella posizione il
giorno del solstizio d'inverno la luna sorge lungo la linea che passa per le
due Station Stones 94 e 91.
Quando una pedina era in posizione 56 o 28 (cioè su una delle due
fosse che giacciono sull'asse principale di Stonehenge), si sarebbe
verificata una eclissi di luna estiva o invernale. Le eclissi equinoziali si
avevano invece quando una pedina bianca raggiungeva la posizione 51 o
la 5. Inoltre un segnalino poteva venire utilizzato per tener traccia del
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mese lunare, facendolo avanzare una volta al giorno intorno il circolo
esterno in sarsen del tempio.
Hawkins, partendo dall'anno di un'eclissi di luna, dimostrò
indipendentemente che nel 1549 a.C. si aveva una pedina bianca in
posizione 51, e che quell'anno si avevano gli allineamenti della luna tra le
Station Stones e tra i triliti come aveva previsto. Si servì anche di un
calcolatore elettronico, che conferì alla sua tesi un'aura di imbattibilità.
Le sue ricerche su Stonehenge furono pubblicate sulla rivista Nature e
anche nel testo “Stonehenge decoded”. Gli inglesi accolsero con delusione
la notizia che un americano aveva compiuto un enorme passo in avanti
nell'interpretazione di Stonehenge. Quando le idee di Hawkins si diffusero
nei circoli culturali inglesi, e in particolare in quelli archeologici, Glyn
Daniel (il direttore di Antiquity) si rivolse a Fred Hoyle, allora professore di
Astronomia presso l'Università di Cambridge. Hoyle studiò le ricerche di
Hawkins e sviluppò ulteriormente la tecnica di predizione delle eclissi
lunari.
Invece di servirsi di numerosi segnalini, Hoyle prese in considerazione
un solo segnalino per la luna, uno per il sole e uno per i nodi lunari. La sua
idea nasceva da una semplice osservazione: per tener traccia delle
posizioni relative alla Terra della luna e del sole nello zodiaco, la soluzione
più conveniente è di avere due segnalini e di muoverli lungo un anello di
28 punti, come esemplificato nella figura 8.
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Il segnalino della luna va mosso in senso antiorario una volta ogni
giorno, quello del sole una volta ogni 13 giorni. In questo modo si ha che la
luna completa un giro ogni 28 giorni, all'incirca un mese lunare, e il sole in
28 x 13 = 364 giorni.
Ogni anno, per 34 giorni, capitano lune nuove e lune piene vicino
l'orbita del sole (l'eclittica), e quindi si hanno eclissi. I due periodi in cui la
luna piena è vicino l'eclittica e quello in cui lo è la luna nuova avvengono a
distanza di 173 giorni l'uno dall'altro, e si spostano all'indietro nel
calendario in un ciclo di 18,63 anni circa, quello dei nodi lunari.
Hoyle pensò che il miglior sistema di tener traccia delle fasi lunari
fosse sfruttare i due circoli di fosse Y e Z, rispettivamente di 29 e 30
buche, con un segnalino da muovere una volta al giorno su un circolo e
terminato quello spostarlo sull'altro. In questo modo si ottiene una durata
media di una rivoluzione di 29,5 giorni, esattamente un mese lunare.
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Figura 9: lo schema proposto da Hoyle per predire le eclissi
precisione addirittura il giorno in cui si verificherà. È inoltre molto più
semplice da praticare sul terreno con delle pietre rispetto al metodo di
Hawkins.
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