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La Chiesa e la modernit.

Forme di anticlericalismo ottocentesco e


novecentesco in Europa e in America Latina
Un caso limite: l'anticlericalismo in Messico
Docente: rev. Fabio Tonizzi
Studente: Lorenzo Scontrino

1. Una storia dimenticata


La Cristiada o la guerra dei Cristeros una pagina della storia del Messico, anzi della
storia del continente Americano (per le implicazioni geografiche e politiche) e del continente
Europeo (per il coinvolgimento della Santa Sede), di cui non si parla a sufficienza e che non
viene trattata come dovrebbe nei corsi di storia ufficiali neanche dellAmerica latina stessa.
Anzi, largomento si pu dire che fino a non molti anni fa era ampiamente censurato, sia in
Messico che allestero.
E questo non solo negli ambienti pi laici e laicisti ma anche negli ambienti cattolici per
eccellenza come i seminari diocesani. E una storia, questa, che sembra non conosciuta o
taciuta proprio nei luoghi e tra la gente che sono gli eredi delle sue pi tristi conseguenze.
Jean Meyer, lo storico franco-messicano, racconta di aver incontrato questa totale
ignoranza durante le sue ricerche addirittura tra gli ambienti cattolici e afferma che non si
parlava di questi avvenimenti neanche nei seminari e nei corsi di storia della chiesa. Lo
storico racconta di un seminario dei Gesuiti situato nella regione del Jalisco che fu epicentro
della rivolta; in quel seminario gli studenti mostrarono di non sapere assolutamente niente
della Cristiada, pur studiando nella regione che vide gli avvenimenti svolgersi dal vivo. Ci
dimostra che la Chiesa manifestava una prudenza, a giudicare dallo storico, esagerata tanto
da rispettare alla lettera uno dei dettati degli arreglos che portarono alla fine ufficiale del
conflitto: Proibizione per i cattolici di scrivere, parlare e pensare sulla questione.
In un articolo di Jean Meyer intitolato Quando la storia scritta dai vincitori.
Insurrezione vandeana e rivolta dei cristeros messicani: due sollevazioni popolari escluse
dalla storia ufficiale e dalla memoria nazionale, lautore espone il parallelismo inquietante
tra le due vicende lontane nel tempo e nello spazio ma cos vicine negli effetti deleteri di una
storia ufficiale falsata e pilotata da interessi che non si rifanno in maniera trasparente ad un
fine ispirato alla verit effettiva che sempre dovrebbe essere il motore della storia raccontata
ma, piuttosto, ad una tendenza a nascondere fin quasi a far sparire eventi che traccerebbero
dei profili storico sociali alquanto diversi da quelli ormai stabiliti a accettati da gran parte
delle societ eredi di quella stessa storia.
Oggi, che il Partito Rivoluzionario Istituzionale, erede dellanticlericalismo politico di
Calles, non esprime pi, dal 2000, il Presidente della Repubblica, si pu accedere ad una
letteratura sullargomento che abbastanza ampia e in cui orientarsi non semplice.
Le due correnti principali sono il riduzionismo e il revisionismo.
La tesi di tipo riduzionista quella maggioritaria soprattutto in Messico, e muove dalla
premessa generale secondo cui i fenomeni che si presentano a prima vista come religiosi,
sono la conseguenza di pi profonde realt strutturali di tipo economico. Questa una tesi di
origine marxista che sopravvive nelle scienze sociali in genere anche dopo la crisi dello
stesso marxismo. Secondo questa corrente, la guerra dei cristeros vista come la lotta fra i
ceti rispettivamente favoriti e impoveriti dalla riforma agraria voluta da Calles e dai suoi
predecessori.
La storia dei cristeros cos vista in maniera inseparabile da quella degli agraristas visti
in primo luogo come beneficiari delle riforme agrarie e solo in secondo luogo e come
conseguenza filo-governativi ed anti clericali.
Unesponente di queste tesi Jennie Purnell che nel 1999 pubblica un libro dal titolo
Popular Movements and State Formation in Revolutionary Mexico. The Agraristas and
Cristeros of Michoacn, in cui integra al tema della riforma agraria quello del conflitto fra
uno statalismo centralizzatore e un localismo che difende gli antichi diritti delle comunit
contro gli Stati; in questo libro lautrice soffre di una riluttanza a integrare in modo
significativo la religione nellanalisi.
La corrente detta revisionista rivede in modo critico la presunta epopea della rivoluzione
messicana e ispira molti autori (tra i quali come abbiamo visto lo stesso Jean Meyer) a
presentare la guerra del 1926-29 come una guerra di resistenza popolare simile a quella
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opposta dalla Vandea alla rivoluzione francese, a unelite anticlericale che cercava di imporre
unideologia di tipo illuminista estranea al sentire comune del popolo cattolico messicano.
In un nuovo lavoro di Matthew Butler, Popular piety and political identity in Mexicos
Cristero Rebellion, versione rivista di una tesi di dottorato sostenuta alluniversit di Oxford
nel 2000, lautore critica il riduzionismo dominante ma esprime anche qualche critica sui
lavori di Meyer e della sua scuola, di cui apprezza il fatto che per la prima volta si preso in
considerazione il fattore religioso nel considerare le cause della guerra cristera, ma riconosce
che il panorama tracciato dalla scuola revisionista risulta troppo piatto in termini di realt
cattolica nel messico di quegli anni: tutto si risolve in un compatto schieramento di cattolici
uniformemente impegnati e coinvolti nella vicenda contro uno schieramenteo anticlericale
parimenti omogeneo e compatto.
Secondo Butler le cose non stanno proprio cos, nel senso che la situazione era molto pi
complessa e variegata. Egli si muove a partire dagli orientamenti sociologici che stanno
prevalendo nella sociologia Inglese secondo cui i fenomeni religiosi hanno come motivazione
se non unica almeno dominante quella appunto religiosa. E questo si scontra con le teorie
riduzioniste imperanti. Questi nuovi orientamenti sociologici per non si fermano qui: essi
postulano lesistenza di una domanda religiosa assai variegata anche allinterno di una stessa
religione (come quella cattolica, per esempio) che va da forme rigorose ad altre progressiste
ed ultra-progressiste con un centro maggioritario di tipo conservatore.
Queste teorie, applicate alla situazione dellAmerica latina, hanno dato particolare
rilievo alla concorrenza religiosa tra cattolici e protestanti e allimportanza della presenza
protestante nellamerica latina assai pi antica di quanto si creda.
Occupandosi principalmente della regione nella parte orientale dello stato del
Michoacn, Butler fa notare che negli anni 20 la presenza di pastrori protestanti era massiccia
e, in numero, questi si avvicinavano a quella dei sacerdoti e religiosi cattolici: questo,
secondo lautore, non si pu spiegare solo con il generoso supporto governativo (come la
scuola revisionista afferma). Questo aiuto inoltre era presente in tutto il Messico, eppure in
alcune regioni non produsse effetti per il rifiuto della popolazione ad accogliere i protestanti
mentre, in altre regioni, la ricezione di questo influsso protestante fu addirittura massiccio.
Questa sarebbe una prova della variet della domanda religiosa nella popolazione.
La tesi, quindi, dei revisionisti, secondo cui il protestantesimo latino americano era un
fenomeno spiegabile solo con il sostegno degli Stati Uniti, delle multinazionali ostili alla
teologia della liberazione cattolica e di alcuni governi locali , secondo Butler, un errore
tipico dei sociologi e politologi di quegli anni.
A Butler interessa il carattere variegato del panorama religioso della regione da lui
studiata, caratterizzato da una differenziazione tanto ampia quanto sconosciuta. Questa
sembra risalire allepoca della secolarizzazione del Messico, termine tecnico per indicare il
passaggio della quasi totalit delle parrocchie tra il XVIII e il XIX secolo dagli ordini
religiosi al clero regolare incaricato dai vescovi e dalla Corona di Spagna di purificare la
religiosit popolare da scorie emotive e superstiziose ritenute a torto o a ragione da molti
legate soprettutto alla predicazione dei francescani.
Questo processo di secolarizzazione investe il Michoacn orientale tra il 1758 e il 1804
e il modo pi o meno veloce e aggressivo in cui portato a termine nei diversi villaggi
determiner, secondo Butler, il carattere della domanda religiosa delle popolazioni locali:
dove pi severa e poco interessata alla sensibilit popolare, permane un risentimento nei
confronti del clero e della gerarchia, e l vi saranno molti protestanti e pochi cristeros; al
contrario dove la secolarizzazione avviene per gradi e con successo, ci saranno pochi
protestanti e una massiccia adesione allinsorgenza dei cristeros.
Si pu dire, secondo Butler, che questa secolarizzazione, se pur usata e modulata dai
regimi anticlericali per volgere la situazione a vantaggio dei protestanti e delle minoranze
atee, non fu creata da essi. Queste divisioni allinterno del panorama cristiano e cattolico
erano presenti nella regione da unepoca precedente alle campagne anticlericali.
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Le varianti quindi risultano essere molto numerose per cui, secondo Butler, non si pu
far risalire lorigine del conflitto n a ragioni puramente economiche (poveri manipolati da
ricchi conservatori e poveri dotati di una matura coscienza di classe), n semplicemente come
scontro fra popolo cattolico ed elite anticlericali. In realt come c la presenza di una frangia
del popolo cattolico che rimane freddo di fronte ai cristeros , cos sembra esserci la presenza
di elite economiche e culturali che ne abbracciano la causa e muoiono sul campo.
In ogni caso, il successo sul piano militare della insorgenza dei cristeros conferma che la
presenza religiosa dei cattolici nel 1926 maggiormente di tipo ultra-conservatore e
conservatore e soprattutto che anche il centrismo conservatore reagisce fino alla lotta armata
quando sottoposto a pressioni considerate intollerabili e quando prendere le armi
considerato in qualche modo, con silenzi o prese di posizione dirette, considerato lecito dalle
autorit ecclesistiche locali.
La conclusione di Butler, comunque, che () le scelte rispondevano a molteplici
cause, ma la religione era una - e talora - la motivazione determinante.
Lesempio del lavoro di Butler costituisce una prova del fatto che linteresse per questa
vicenda sta attirando diversi strati del panorama culturale mondiale e fa sperare in un
aumento della bibliografia utile per lo studio trasparente del fenomeno.
Oltre al mondo letterario, la vicenda dei cristeros ha ispirato anche il mondo
cinematografico. Nel 2012, infatti, la gurra cristera stata narrata nel film Cristiada, la
produzione in lingua inglese pi costosa mai girata in messico, diretta da Dean Wright, con
Andy Garcia, Eva Longoria, Catalina Sandino Moreno e Ruben Blades. Il titolo originale del
film, For a greater glory, richiama quello del romanzo dello scrittore inglese Graham
Greene (1904-1991), The power and the glory, in cui narrata la drammatica storia, nel
Messico della persecuzione anticattolica successiva alla Cristiada, di un sacerdote alcolista e
peccatore in fuga da un tenente dellesercito federale che gli da la caccia, e che si riscatta con
un atto di fedelt al suo ministero pur nella consapevolezza che gli sarebbe costato la vita.
Il film, non si sa bene per quale motivo, non viene distribuito in Italia immediatamente,
ma solo dopo due anni, grazie ad una casa cinematografica indipendente, la Dominus
Production, che ne ha curato il doppiaggio in italiano e la diffusione. Il successo di pubblico
che il film ha ottenuto anche senza la pubblicit della grande distribuzione, ha attirato
lattenzione per la guerra cristera e per la libert religiosa in Messico.
Come mai, ci si pu chiedere, attori famosi come Andy Garcia si arrischiano ad
avventurarsi in un impresa cinematografica a dir poco traballante dal punto di vista di
prospettive carrieristiche?
E la storia personale di Andy Garcia, ormai attore pi che affermato a 58 anni, che ci fa
capire quale pu essere stata la sua motivazione non solo puramente artistica a partecipare
alla produzione del film. Egli ora vive a Los Angeles dalla met degli anni 80 dopo la breve
infanzia a Cuba, la sua isola natale. Egli sempre stato in prima linea per la libert della sua
terra e per questo si dimostrato subito sensibile al tema della libert religiosa messa a dura
prova in Messico.
In una intervista dopo la distribuzione del film, alla domanda circa la poca notoriet di
questo evento storico, lattore risponde con queste parole Forse perch la repressione
religiosa viene quasi data per scontata nel corso della storia, come quella che tuttora vige a
Cuba, in nome di un desueto comunismo. E ancora Il nostro film ricorda come poche
siano le differenze tra paesi e culture e fasi storiche nel momento in cui si decide di attuare
una repressione dettata dalla paranoia e dalla sete di potere, dalla manipolazione
dell'opinione pubblica e dalla tirannia. Messico allora come Cuba oggi, come l'Iraq di
Saddam, come la Corea del Nord, come L'Isis. vero altres che persino in Messico pochi
sanno della guerriglia Cristiada. come se avessero rimosso quel periodo dalla memoria
collettiva. Parlando della situazione a Cuba egli si appella alla libert di informazione oggi
agevolata da internet e dai social network e chiude lintervista con la frase La grande bugia
di Stato stata oramai smascherata.
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2. Premesse storiche
Se a compiere la Cristiada fu un popolo cattolico o, invece, solo la congiunzione di
diversi fattori economici come la corrente riduzionista vorrebbe far credere, lo si pu dedurre
solo da uno sguardo alle radici storiche del Messico, da cui sar possibile avere un ritratto pi
veritiero del popolo stesso messicano.
Il 2 gennaio 1492 il re moro Boadbil firma la capitolazione di Granada e la consegna
della Spagna ai re cattolici Ferdinando III dAragona e Isabella I di Castiglia: la Reconquista,
durata quasi otto secoli, compiuta e la terra iberica stata sottratta allislam. Dalla
Reconquista prende vita lo slancio per la Conquista e levangelizzazione delle Americhe.
Nel 1521 Hernn Corts porter la croce di Cristo a Tenochtitln, lattuale Citt del
Messico. Da questo punto in poi prende vita quella storiografia leggendista definita come
Leyenda Negra, che ancora grava su questa impresa e sulle conseguenze che essa ebbe sulla
formazione della nazione Messicana. E questo un esempio classico di come la storia pu
diventare uno strumento nelle mani di regimi per disegnare uno scenario culturale favorevole
alla sopravvivenza stessa di detti regimi. A questo proposito lo storico francese Marius Andr
affermava, nel 1927, che esistono due Storie: la falsa e la vera. La prima, secondo lo storico,
destinata ai bambini, al popolo e a quei borghesi che invece di proseguire gli studi superiori
si accontentano di leggere le opere di volgarizzazione. Potremmo chiamarla la storia del
suffragio universale, dove la massa attinge opinioni e idee. Laltra rivolta ad una piccola
elite di persone che accedono agli studi superiori; ma anche qui non tutta la vertit
insegnata perch errori molto spesso volontari servono a dirigere alche le menti pi
addestrate. Tutto questo, secondo Andr, avviene perch vi sono regimi che non durerebbero
pi di trentanni se si insegnasse la Storia vera nelle scuole primarie e nei licei. La Storia
dellAmerica insegnata ai bambini delle scuole primarie definita dallo storico francese il
peggior capolavoro della mistica rivoluzionaria. Secondo questo capolavoro tutti gli
abitanti dellAmerica spagnola di quei tempi, siano essi indiani, neri , meticci o bianchi, sono
vissuti pi di trecento anni sotto un regime oscurantista e tirannico, martirizzati dai vicer e
dallInquisizione; inoltre gli indigeni erano esclusi da ogni funzione pubblica e le attivit
industriali erano vietate e la fabbricazione di strumenti di lavoro era punita con la morte. Il
Popolo, alla fine, ispirato dalla Rivoluzione Francese si era sollevato spezzando le proprie
catene e proclamando la Repubblica. Dopo quindici anni di guerra contro la Spagna che
cerc di riportare il popolo sotto il suo giogo, la Libert trionfa, lAmerica libera e il Popolo
sovrano. Questa la Storia come la si racconta nelle scuole. La Storia vera, quella che viene
taciuta al popolo, dice che lamministrazione spagnola non fu perfetta ma, nonostante ci,
potrebbe essere presa come modello in numerosi punti. Essa fu unamministrazione paterna
nei confronti degli indigeni. L Inquisizione, per esempio, non ha bruciato neppure un
indiano; riguardo ai bianchi vittima del tribunale ecclesiastico, ne furono condannati, per
eresia, meno su un intero continente e in duecentocinquantanni che in certi tribunali
dEuropa in un anno e in una sola citt. Inoltre non era proibita in America alcuna attivit
industriale e qualcuna era pi attiva di quanto non lo sia oggi. Alle funzioni pubbliche
potevano accedervi anche gli Americani. Lo stesso numero di vicer e governatori creoli
avuti in Messico, diciotto, che la storia oscurantista dice di essere pochi e prova dello
sbarramento fatto dagli spagnoli, indica invece che i creoli e i nativi potevano accedere alle
cariche pubbliche, soprattutto se paragonato al numero di governatori locali in colonie come
lIndia e lAlgeria.
Secondo altri autori, come il Dumont, la civilt che nacque dalla conquista, fu una
civilt meticcia nel senso pi positivo del termine, con una inculturazione di quanto cera
di pi nobile nella cultura locale e nella cultura innestata. Sorsero tantissime scuole, ospedali,
chiese e monumenti che seguivano i dettami dello stile architettonico locale che si venne

evolvendo secondo la nuova civilt che si formava via via durante questo processo di
integrazione nuovo e affascinante.
In sostanza, si pu affermare che, quel mondo, non era certamente divenuto perfetto
ma, comunque, certamente migliore, essendo cessate le ecatombi umane e il cannibalismo
rituale.
Inoltre da dire che la conquista e la conseguente evangelizzazione furono sempre
orientate, dalle autorit spagnole, al rispetto delle popolazioni locali e a una proposta non
aggressiva n forzata del messaggio evangelico. La stessa Isabella di Castiglia, rivolgendosi
al Governatore delle Indie, Nicolas de Ovando, gli scrive necessario informare glIndiani
sulla nostra santa fede affinch ne giungano a conoscenza, senza esercitare su di loro alcuna
costrizione. Istruzioni che non sempre vennero seguite ma neanche del tutto ignorate.
Dopo tre secoli di vice-regno ispanico il messico si rende indipendente. Anche in questo
caso, lopinione diffusa secondo cui tale processo ebbe fin dallinizio un carattere
rivoluzionario discutibile. Secondo Givanni Formicola, questo processo di indipendenza
scatur da una volont di preservare gli istituti soprattutto politici che provenivano dalla
civilizzazione Spagnola; ma preservarli da cosa? Paradossalmente proprio dalla
contaminazione della Spagna da parte della rivoluzione francese: in sostanza lindipendenza
avrebbe avuto, almeno allinizio, uno scopo in certo senso contro-rivoluzionario.
Purtroppo, lindipendenza, fu caratterizzata, in Messico, da una grave crisi di potere di
cui se ne approfittarono i gruppi liberali rivoluzionari e anti-cristiani.
Un altro importante aspetto della storia Messicana riguarda il rapporto con i confinanti
Stati Uniti dAmerica. Fin dalla dichiarazione di indipendenza messicana, il governo di
Washington fu da sempre preoccupato dalla presenza di un rivale cos vicino ai suoi confini;
lestensione territoriale del Messico raggiungeva quasi quella degli Stati Uniti e la
popolazione era di sei milioni di abitanti contro i nove milioni di americani; inoltre il
Messico, in gran parte cattolico, si presentava come una nazione unita e compatta. I suoi
territori erano ricchi di risorse naturali e quindi attiravano linteresse economico delle
lobbies americane.
Nel 1830, a causa di un incidente diplomatico, scoppi la guerra tra i due paesi, che il
Messico perse. Furono annesse agli Stati Uniti la California del nord, il Texas, il New
Mexico, il Nevada, lUtah e parte del Colorado. Fatto ancora pi importante, gli Stati uniti
riuscirono a stabilire una forte egemonia sul paese centro-americano, determinando lelezione
di presidenti a loro favorevoli. Gli USA impiantarono in Messico i propri commerci e diedero
vita ad una aggressiva attivit missionaria protestante nellintento di limitare linfluenza
cattolica nel paese. Questo sia per limitare la compattezza della nazione sia per un altro
motivo dovuto a un naturale anti clericalismo degli ambienti massoni americani.
La Massoneria, infatti, nata in Inghilterra e in Scozia con il fine di svolgere opere di
assistenza e di beneficenza tra gli associati, secondo gli ideali cristiani, si and evolvendo in
maniera differente secondo gli Stati in cui attecchiva. Nell800 assunse un carattere per lo pi
laico e patriottico per poi diventare, in certe nazioni, fortemente anticlericale.
Questo tipo di Massoneria si svilupp, evidentemente, in America ed incise fortemente,
in senso anticattolico, nelle scelte degli uomini politici da mettere a capo della repubblica
Messicana. Fu la massoneria internazionale a sostenere Obregon e, successivamente, Calles,
elettosi senza voto popolare, imposto alla Nazione da Obregon.
In definitiva, si pu dire che latteggiamento massonico del governo messicano era in
linea con quello del Grande Oriente in Italia dove fino al 1917 era gran maestro Ettore
Ferrari che consider impegno prioritario impedire la formazione in Italia di un partito
politico cattolico. Ferrari sosteneva che lo Stato era fondato su basi che la chiesa condannava
e che erano la libert di coscienza, lassoluta separazione dellautorit civile
dallecclesiastica, la perfetta laicit della scuola e la conversione di tutte le Opere pie a scopi
civili. In sostanza si tendeva a considerare il laicismo come il valore assoluto oggettivo e
garante di libert vera, a cui tutte le religioni avrebbero dovuto adeguarsi, semplicemente
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dileguandosi come se non fossero mai esistite e, cos facendo, si creava loscurantismo pi
feroce dove nessuno poteva scegliere cosa credere n a chi in nome di una verit che,
stranamente, si diachiarava veramente liberatrice.
3. Verso la Costituzione del 1917
In questo contesto lo Stato liberale si faceva portavoce di uno sviluppo derivante dalla
necessit di una modernidad insita nel capitalismo industriale mentre la chiesa era legata in
un certo qual modo alla tradizione e perci politicamente pi vicina ai conservatori. Il
popolo, i campesinos e in generale gli emarginati in s non si sentivano rappresentati n dai
liberali n dai conservatori ma era la fede stessa che li spingeva verso la Chiesa, in quanto in
molte occasioni da essa erano stati difesi e lavevano sentita vicina nella vita di ogni giorno,
durante le guerre e le persecuzioni e costituiva quindi lunica vera istituzione a cui fare
riferimento: una presenza oggettiva riconosciuta dalla vita stessa del popolo non poteva
essere nascosta dalle teoriche elucubrazioni di una ideologia che sulla carta si gonfiava di
libert e valori umani ma che nella pratica ignorava i bisogni effettivi della gente di cui
bramava il consenso elettorale.
Fu a partire dal 1916 che si fece strada in Messico una nuova situazione politica
dominata da alcune fazioni militari che, entrate nella mischie delle lotte sociali, attuarono una
sorta di rivoluzione dallalto che, ergendosi sulle rovine della precedente dai caratteri pi
popolari, la riuscirono a contenere e strumentalizzare.
Dopo la sconfitta di leader popolari come Villa e Zapata, questi cosiddetti uomini nuovi
appartenenti alla piccola borghesia, misero su una del tutto nuova strategia di controllo
sociale che trov il suo vertice nella costituzione del 1917, tuttora in vigore arricchita di
nuovi emendamenti.
Naturalmente erano questi i delegati che presero parte alla Costituente riunitasi nel
1916, tutti elementi che avevano una lunga tradizione di ostilit verso la Chiesa e si cibavano
delle idee liberali del secolo passato, mentre erano assenti i delegati delle classi rurali e dei
campesinos che, per contro, erano molto legati alla Chiesa.
Cos scrive nel 1966 Mecham J. Lloyd in Church and State in Latin America:
I rivoluzionari temevano, non la reale ma la potenziale, e in qualche modo immaginaria,
opposizione del clero a un comprensivo programma di riforma. Il ricordo della Chiesa come
la tradizionale opposizione della democrazia e del liberalismo persisteva nella loro mente e,
cos, divenne strettamente necessario anticipare l'inevitabile reazione del clero. In breve,
l'anticlericalismo era diventato una tradizione nel liberalismo.
Il presidente Carranza, luomo fortemente voluto dagli Stati Uniti, var la nuova
costituzione, liberale e laicista, che prevedeva innanzitutto la separazione della Chiesa dallo
Stato e la scristianizzazione dei luoghi pubblici, cosa che non suona affatto nuova quando si
parla di regimi liberisti e di stampo post rivoluzionario.
Quali erano gli articoli pi importanti per quanto riguarda il rapporto con la Chiesa?
Larticolo 3 istitu il libero insegnamento, stabilendo che nessuna corporazione
religiosa o ministro del culto poteva fondare o dirigere scuole di istruzione primaria. Questo
modo di considerare la libert di istruzione gi presentava delle falle considerando a priori
chi era in grado di rispettare una libert e considerando libert stessa il vietare a una
particolare fetta della popolazione di insegnare o avere delle scuole.
Larticolo 24 si diceva a favore della tolleranza religiosa ma, in effetti, prescriveva che
ogni atto religioso doveva essere adempiuto nei luoghi adibiti al culto; era inoltre vietato
indossare labito talare o religioso in pubblico.
Larticolo 5 proibiva lemissione di voti religiosi.
Larticolo 130 era per il pi significativo: in esso era espressa la negazione della
personalit giuridica della Chiesa, dandole uno status inferiore anche a quello di comuni
associazioni private: lintento era quello di recidere alla chiesa le sue radici sociali
confinandola in una dimensione non tanto privata ma addirittura nascosta e soggetta a
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controlli e autorizzzazioni amministrative particolarmente dure. Ai religiosi era vietata ogni


attivit che potesse essere interpretata come politica o critica nei confronti del governo, erano
proibiti i partiti confessionali, era negato il diritto elettorale attivo e passivo ai ministri del
culto. I matrimoni religiosi persero lefficacia civile. I singoli Stati della federazione
fissarono un tetto per i sacerdoti presenti che dovevano comunque essere messicani di
nascita. Per fare qualche esempio basta dire che nello stato di Michoan fu assegnato un
sacerdote ogni 33.000 abitanti, in quello del Chiapas uno ogni 60.000, mentre in quello di
Vera Cruz uno ogni 100.000 abitanti.
Una prima risposta dellepiscopato locale non si fece attendere molto. Arriv infatti
sotto forma di Protesta, pubblicata nel giugno dello stesso 1917, in cui si dichiarava che la
Costituzione elevava di fatto la persecuzione gi in atto allo stato di legge, sanzionandola
definitivamente. Il clero non voleva immischiarsi in cose politiche ma voleva difendere la
libert di coscienza. Accusarono larticolo 130 di rendere illusoria la libert religiosa e si
scagliarono contro gli articoli 30 e 31 che vietavano listruzione religiosa anche nelle scuole
private proibendo ai sacerdoti di insegnare e perfino ai padri di famiglia di educare i propri
figli alla religione cattolica, infine veniva attaccato anche larticolo 5 che vietava di associarsi
perfino per scopi pi che onesti come la carit.
Quale situazione si and delineando? Dal momento che Carranza e Obregon, suo
successore, non applicarono le clausole religiose della costituzione, anche se la Chiesa
dovette continuare la sua opera con la minaccia costante di una costituzione cos
antireligiosa, riusc lo stesso a migliorare la situazione. Addirittura il cattolicesimo sociale
messicano riprese le sue attivit creando perfino nuove organizzazioni come la Accin
Catlica de la Juventud Mexicana e la Confederacin Nacional Catlica del Trabajo (CNCT).
Proprio negli anni dal 20 al 26 ebbe una forte crescita lopera di sindacalizzazione
cattolica nei confronti di lavoratori messicani in genere. Risorsero anche i gruppi cattolici
operai che erano scomparsi durante la rivoluzione e si formarono numerosi sindacati cattolici
in varie regioni del Messico. Ben 353 sindacati aderirono alla CNCT cui ormai facevano capo
80.000 membri contro i 15.000 della Confederacin General del Trabajo. Si capisce come
tutto questo costitu un duro copo per il governo.
Ancora una volta lo Stato postrivoluzionario si trovava a scontrarsi contro una Chiesa
cattolica che si stava mobilitando a favore di operai e contadini ritagliandosi uno spazio
autonomo allinterno della societ messicana.
4. La svolta Calles.
Plutarco Elias Calles era stato generale sotto Carranza e governatore dello stato di
Sonora. Divenne presidente nel 1924 e si ripromise di perfezionare lopera di
modernizzazione dello Stato iniziata dai regimi precedenti impegnandosi a sottomettere le
forze centrifughe dello stato stesso e quelle che maggiormente, nei secoli, avevano influito
sulla societ messicana: lesercito e, appunto, la Chiesa.
Carranza e Obregn erano stati attenti a non scontrarsi con la Chiesa per consolidare
meglio la loro posizione politica. Calles si rifiut di adottare la stessa prudenza dei suoi due
predecessori e subito mostr la sua intenzione di esercitare un controllo totale sulla societ
messicana.
Lepisodio, avvenuto nel gennaio del 1923 sulla montagna del Cubilete, dove circa
centomila pellegrini si erano riuniti per la cerimonia della posa della prima pietra di un
enorme statua di Cristo, significativo. In quelloccasione il Vescovo di San Luis proclam
Ges Cristo Rey de Mexico, espressione che nella testa di Calles non aveva un significato
solamente religioso ma che esprimeva le aspirazioni politiche e sociali del mondo cattolico.
Lallora ministro dellInterno di Obregn non sapeva che quellespresisone Cristo Rey si
sarebbe presto convertita in un grido di guerra e di identit.

Lanno dopo il governo espulse dal paese il delegato apostolico Mons. Ernesto Filippi,
accusato di aver violato le leggi costituzionali partecipando a una cerimonia religiosa
celebrata in luogo pubblico, nella quale aveva incitato alla ribellione la gente pacifica per
aver cantato il Tantum Ergo e concesso lindulgenza plenaria.
Lanticlericalismo di Calles era quello tipico della gente del Messico settentrionale ed
urbano che poco aveva a che fare con la parte indiana contadina e cattolica del paese. Inoltre
egli era coinvolto molto da vicino con le logge massoniche che consideravano il clero
romano come la causa pi importante del male nel mondo. Queste convinzioni in lui erano
molto radicate, evidentemente. Il totalitarismo statale che Calles aveva in mente era
ostacolato da quel bastione che era la Chiesa, per cui bisognava attacccarla per limitarne non
solo la forza politica ma anche quella sociale, che, come abbiamo visto con il caso dei
sindacati cattolici, era andata aumentando persino sotto una Costituzione avversa.
Per prima cosa il governo favor la diffusione delle missioni protestanti nordamericane
e, nel 1925, promosse la formazione di una chiesa nazionale messicana, chiaramente
scismatica, per salvaguardare i diritti dello stato nei confronti del Vaticano ma, in realt, con
lintento di creare una forza religiosa sottomessa allo Stato che sarebbe diventata un
importante strumento di controllo sociale. Il tentativo fall clamorosamente dal momento che
tale chiesa scismatica non ebbe pi di tredici sacerdoti e lunico effetto che ottenne fu quello
di infiammare gli animi dei cattolici spingendoli a mobilitarsi per difendere la vera Chiesa.
Nello stesso anno fu fondata dai cattolici la Liga Nacional de la Defensa Religiosa
(LNDR). Pur definendosi nel suo programma come associazione legale di carattere civico, si
trasform ben presto in un movimento politico, contravvenendo di fatto alla Costituzione del
1917. Essa riuniva al suo interno associazioni molto eterogenee, come i movimenti giovanili
e i sindacati operai cattolici. I suoi capi erano in maggioranza avvocati, dottori, ingegneri
estranei al mondo rurale dei cristeros e molti di essi avevano fatto parte del Partito Cattolico
Nazionale del 1911. Era forte nella capitale e nelle citt grandi e piccole, ma non si impiant
mai nelle campagne. Si sforz di mobilitare lopinione pubblica con unintensa campagna di
propaganda fatta di articoli e comizi pubblici in cui si condannava lattitudine antireligiosa
del governo.
Nel 1926 Calles present al Congresso una legge in cui chiedeva poteri straordinari per
fare in modo che la costituzione fosse applicata con delle leggi speciali anche nei suoi articoli
riguardanti la religione.
Un primo incidente dilomatico si verific a causa di una dichiarazione rilasciata
dallarcivescovo del Messico Mons Mora y del Rio al giornale El Universal in cui dichiarava
che gli articoli antireligiosi della costituzione non potevano essere accettati dai cattolici.
Questo fatto, insieme al documento Protesta Colectiva del Episcopado firmato da
vescovi ed arcivescovi in cui si proclamava che i principi della Costituzione erano contrari ai
diritti della Chiesa e della cristianit furono considerati da Calles un appello alla
disobbedienza civile e si sent in obbligo di emanare provvedimenti con cui si chiudevano
chiese e conventi, venivano espulsi 200 religiosi stranieri e limitato il numero di sacerdoti
per ciascuno stato.
L11 febbraio il Ministro della Giustizia stabil la nazionalizzazione di tutte le propriet
appartenenti al clero nonch larresto e lespulsione dei sacerdoti stranieri. Il giorno seguente
fu stabilito da un altro documento la chiusura delle scuole, asili e conventi dove si insegnava
la religione, e, infine, il giorno 13 il Ministro degli Interni ordin a tutti i governatori degli
stati federali lapplicazione immediata degli articoli antireligiosi della Costituzione.
Per quanto riguarda la reazione dei vescovi, dal momento che da Roma provenivano
avvertenze di non immischiarsi in cose politiche, i prelati si limitarono a presentare una carta
pastorale sollecitando una riforma della Costituzione.
Nonostante questo il decreto di Calles di riforma del codice penale entr in vigore il 31
luglio del 1926. La Ley Calles prevedeva tutta una serie di multe e punizioni che punivano
tutte le infrazioni delle clausole religiose della Costituzione. Erano previste multe per chi
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praticava atti di culto senza essere messicano o per chi infrangeva il divieto di insegnare la
religione. Si diede lordine di arrestare i religiosi che avrebbero aperto scuole primarie,
chiunque avrebbe costretto a professare ordini religiosi, i clericali che si fossero associati a
fini politici e chiunque indossasse distintivi religiosi.
Particolarmente offensivo risult lobbligo, per i sacerdoti, di registrarsi di fronte alle
autorit civili per poter esercitare il loro ministero, e il diritto del governo di stabilire il
numero degli officianti, cio un prete per ogni 15.000 fedeli.
La LNDLR aveva optato nel luglio 1926 per il boicottaggio economico. Gli abitanti del
Messico avrebbero dovuto astenersi dallacquistare tutto ci che non fosse strettamente
indispensabile per la sussistenza giornaliera, dallusare veicoli di trasporto, limitare il
consumo energetico: tutto ci che era statale venne colpito da questo boicottaggio, addirittura
furono ritirati i propri risparmi dalle banche di propriet pubblica.
In poche settimane furono raccolte due milioni di firme con una petizione in calce in cui
si chiedeva di sospendere lesecuzione della legge. Il parlamento dichiar irricevibile la
petizione con un solo voto contrario.
Lepiscopato messicano, dopo tutti questi avvenimenti e dopo aver visto fallire il
tentativo di ottenere la riforma della Costituzione, ottenuto il consenso di Pio XI, prese un
clamoroso provvedimento: dal 31 luglio 1926 dichiar la sospensione pubblica del culto
cattolico su tutto il territorio nazionale. La Chiesa ormai si sentiva incapace di esercitare la
propria attivit e la propria missione e non volendo sottostare al governo ricorse ad una
inusuale forma di lotta che prese in prestito dal movimento operaio: lo sciopero. Il clero,
quindi, non avrebbe pi celebrato i sacramenti e avrebbe lasciato le chiese alla custodia dei
fedeli nella speranza che lindignazione popolare spingesse il governo a fare marcia indietro.
Fu questa una decisione veramente drastica e senza precedenti in un paese in cui pi
dell80% della popolazione era formata da cattolici.
Ad agosto dello stesso anno un comitato episcopale invi unennesima petizione al
presidente Calles in cui gli si chiedeva di riformare gli articoli anticlericali e la previsioni del
codice penale e che lo Stato si astenesse dal legiferare su questioni religiose. Insieme a questo
reclamavano la libert di culto, di pensiero, di coscienza di associazione e di stampa. Tutto
questo era richiesto affinch si attuasse lIndipendenza della Chiesa dallo Stato e terminasse
il conflitto.
Calles rispose di non poter accettare le suddette richieste e consigli loro di rivolgersi
direttamente al Congresso che solo avrebbe potuto cambiare la Costituzione. Fu inviata una
petizione simile al Congresso il quale, come espediente per non intervenire, disse che la
petizione era stata presentata dai capi della Chiesa che avevano cessato di essere cittadini
messicani quando non avevano rispettato la stessa Costituzione e che quindi non era valida.
Il governo, allora, ordin alle autorit di chiudere le chiese per fare un inventario e di
riaprirle per affidarle a comitati civili che avrebbero poi deciso se destinarle ad usi pi utili
per la societ.
5. La crisi del 26
La popolazione visse levento come un qualcosa di eccezionale e di epocale, se si pensa
che per la prima volta in Messico le messe non furono celebrate, i bambini appena nati
rimasero senza battesimo, imatrimoni non potevano essere celebrati e ai moribondi era
negato il sacramento degli infermi.
Le prime reazioni del popolo furono pacifiche, con processioni e fiaccolate e
celebrazioni penitenziali, ma qualche disordine gi cominciava a verificarsi a causa di
inevitabili scontri con i soldati. Si trattava di focolai di ribellione in pi di uno stato mentre la
Santa Sede si opponeva alla rivolta armata e lepiscopato messicano non si pronunciava sulla
questione.

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Il 13 novembre 1926 Pio XI pubblic lenciclica Iniquis Afflictisque, in cui si limit a


descrivere la crudele persecuzione che i cattolici erano costretti a subire e tutti i tentativi che i
vescovi avevano fatto per risolvere la questione in modo pacifico, per poi optare per
linterruzione delle funzioni religiose pubbliche sospendendo ogni atto di culto.
Anche se il Papa non aveva, di fatto, accennato alla rivolta armata, molti in Messico
lessero nellenciclica una autorizzazione a prendere in mano le armi per difendere i diritti dei
cattolici visto che i mezzi pacifici non avevano sortito nessun effetto: si sentirono giustificati
a combattere per Cristo Re.
Si ebbero alcuni scontri con lesercito a Guadalajara dove molta gente si era radunata
nel santuario della Vergine di Guadalupe per impedire qualsiasi tipo di attentato.
Ma i combattimenti veri e propri iniziarono a Zacatecas nel mese di agosto dopo che
Pedro Quintanar, un commerciante di bestiame e influente uomo della regione era intervenuto
di forza per liberare un parroco arrestato. Si ebbero poi entro la fine dellanno vari focolai
isolati nel Jalisco, Michoacan, Guanajuato, Oaxaca e Guerrero, che sarebbero poi divampati
in un grande incendio.
6. La guerra Cristera
Inizi dunque la guerra cristera che fu chiamata anche Cristiada con riferimento al
classico poema epico di Marco Gerolamo Vida da Cremona in sei cantiche sulla vita di Ges
Cristo la Cristiade che ebbe larga diffusione nel mondo ispanico nel secolo XVI e
successivi.
Gruppi di cattolici impugnarono le armi al grido di Viva Cristo Rey e si riversarono sui
campi di battaglia innalzando la bandiera biancoazzurra su cui troneggiava la sacra immagine
della Vergine di Guadalupe.
La maggioranza dei cristeros era formata da piccoli proprietari terrieri e contadini. Gli
abitanti delle citt non parteciparono infatti al movimento, se non per alcuni operai e studenti.
"La Cristiada ebbe come protagonisti soprattutto i contadini, i peones, che
intravedevano in quel governo che aveva completamente disatteso le promesse di riforma
agraria e che al contrario mirava ad una lucrosa (per le oligarchie) drastica
modernizzazione ed industrializzazione del paese, una minaccia terribile per la loro stessa
esistenza. Tra i cristeros milit inoltre quella classe media, laboriosa e misconosciuta, che
sempre costituisce la spina dorsale di una nazione: maestri di scuola, piccoli impiegati,
padri e madri di famiglia, artigiani che, lasciate la case o le botteghe, presero le armi e
salirono sulle montagne a combattere perch fossero loro restituite le chiese, le vite incolumi
dei loro sacerdoti, la libert d'espressione".
In effetti circa il 14% dei combattenti era costituito da piccoli proprietari e il 15% da
affittuari e mezzadri. Il 60% degli insorti viveva invece del proprio lavoro ed erano operai
agricoli, mulattieri, artigiani e minatori per cui solo il 29% era in possesso di terra.
I settori che parteciparono attivamente al sollevamento erano comunque quelli pi ostili
al governo, che erano stati emarginati dalla riforma agraria o che non potevano ottenere da
essa alcun miglioramento delle proprie condizioni. In ogni caso questi gruppi non avevano
una motivazione economica comune o unitaria per sollevarsi per cui il fattore comune che
aliment la rivolta fu proprio quello religioso.
Interessante fu la partecipazione delle donne alla rivolta. Fin dallinizio degli anni 20
queste si erano impegnate nellazione sociale e avevano fondato la Unin de Damas
Catlicas. Nellagosto del 26 furono proprio le donne le pi decise a montare la guardia
nelle chiese per impedirne lesproprio dai funzionari dello stato e quando scoppi la rivolta vi
parteciparono in vari modi a seconda delle loro condizioni. Quelle presenti in citt aiutarono
la Liga a raccogliere fondi, fare propaganda e inviare proteste al governo. Anche le religiose
aiutarono i cristeros con una fitta rete di informazione e lavorando negli ospedali da campo
nascosti nelle montagne.
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Furono formate anche le Brigadas Femeninas Santa Juana de Arco (BB) che era una vera
e propria organizzazione militare prevalentemente femminile a cui fecero capo quasi 40.000
donne che si occuparono dei problemi logistici e della cooperazione con i civili. Era
organizzata in Brigate di 750 membri comandate da un colonnello donna. Queste BB
procuravano alle truppe denaro, munizioni, approvvigionamenti, informazioni e
provvedevano a curarli e nasconderli. Erano quasi tutte donne giovani e nubili, tra i quindici
e i venticinque anni provenienti in maggioranza dagli strati proletari dei quartieri cittadini e
delle campagne. Interessante il fatto che a un certo punto nacque unostilit tra le BB e la
Liga: "Le BB agirono con molta efficacia grazie al giuramento di obbedienza e di segretezza
imposto ai propri membri, tanto che il governo ignorava persino la loro esistenza e nel 1928
si stavano estendendo in tutto il paese, anche al di fuori del Jalisco e delle zone occidentali.
Il loro problema pi grave fu l'ostilit della Liga, che nel 1929 si rivolse a Mons. Orozco e a
Roma, accusandola di essere una societ segreta. Furono costrette quindi ad eliminare il
giuramento di segretezza e il governo pot scoprire le sue reti, catturare molte militanti e
deportarle con gravissimo danno per la causa"1.
Per quanto riguarda la geografia della rivolta si pu affermare che i cristeros trovarono
seguaci soprattutto nelle regioni che erano rimaste al margine della modernizzazione e
delleconomia di mercato e dove la fede cattolica era pi forte, cio nelle zone centro
occidentali del Messico. Le regioni che furono invece poco colpite dalla Cristiada furono il
sud e il nord del paese poich erano state meno sensibili alla politica governativa negli ambiti
religiosi. Le provincie del nord erano pi vicine agli ambienti protestanti provenienti dagli
Stati Uniti e i principi liberali e anticlericali vi si radicarono abbastanza agevolmente.
Per quanto riguarda lorganizzazione dei ribelli, questi si strutturarono in un Esercito
Liberatore o Guardia Nazionale la cui insegna era, con il Cuore di Gese limmagine della
Vergine di Guadalupe, Dios, Patria y Libertad.
Sul piano logistico, lEsercito Liberatore sar sempre carente di mezzi tanto che si
calcola che ognuno dei circa cinquantamila armati non avesse mai contemporaneamente pi
di una decina di proiettili. La mancanza del clero veniva supplita con la recita del Rosario.
Nonostante le previsioni nefaste dovute alla iniziale disorganizzazione, lesercito
federale si venne presto a trovare in una impasse militare alla quale reag con una repressione
violenta nei confronti della popolazione rimasta nei villaggi e nelle citt: con la vita veniva
ripagato ogni segno o sospetto di appartenenza alla chiesa e di amministrazione clandestina
del culto.
Lesercito federale, scrive il generale Luis Garfias ha condotto una guerra senza
piet. Non faceva prigionieri, i civili venivano presi in ostaggio e molti fra loro fucilati. La
tortura era sistematica, molti villaggi furono rasi al suolo [] uno stato che esponeva i
cadaveri e fotografava con compiacimento i propri orrori [] i rivoluzionari ritenevano che
tutto fosse permesso contro il nemico della Rivoluzione2
Ci f una anno circa di guerriglia disorganizzata, uno spontaneismo armato, con gruppi
di combattenti poco o per niente collegati tra di loro. Nel 1927 viene assunto e nominato capo
dellEsercito Liberatore il generale Enrique Gorostieta y Velarde, che si unisce ai cristeros
per rancore verso il governo che lo aveva sottovalutato e non considerato come generale. Il
comando, le operazioni e la struttura stessa dellEsercito Liberatore viene cos unificato.
Gorostieda alla fine si convertir al cattolicesimo e indosser sulla camicia un grande e
ben visibile corcifisso, segno delle sue nuove convinzioni e motivazioni. Egli morir il 2
giugno 1929 e gli succeder Jesus Degollado Guizr.

Jean Meyer, La Cristiada, vol. 3, pag. 120-133

MEYER, Quando la storia scritta dai vincitori. Insurrezione vandeana e rivolta dei cristeros messicani: due sollevazioni
popolari escluse dalla storia ufficiale e dalla memoria nazionale, cit., p. 243.
Rivoluzionari per Meyer sono i detentori del potere tirannico, e non glinsorgenti.
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7. La posizione dei vescovi e della Santa Sede


I vescovi messicani e la Santa Sede non condannarono mai linsorgenza ma neppure la
benedirono formalmente. Furono pubbliche, per esempio, le prese di posizione
dellOsservatore Romano che seguir giorno per giorno levolversi della guerra cristera e che
non nasconder le proprie opinioni. Ecco, per esempio, una citazione tratta da una copia del
11 agosto 1926: N si dica che potrebbero i cattolici unirsi e organizzarsi a tentare una
difesa per le vie legali; perch ogni associazione di fedeli per un tale fine strettamente
vietata dalla legge Calles con le pene pi gravi (artt. 10-16); sicch non resta, alle masse
che non vogliono sottostare alla tirannia o non sono pi frenate dalla pacifica predicazione
del clero, che la ribellione violenta.
Anche dalla Civilt Cattolica arrivarono parole di sostegno per la Cristiada.
Per quanto riguarda Pio XI, la sua posizione riassunta da una nota comparsa sull
Osservatoredel 9 giugno 1928: . C chi crede e vuol far credere che circoli nel Messico
e altrove la voce che lo stesso Sommo Pontefice ha impartito una speciale benedizione
dellinsurrezione armata ed ha perfino concesso indulgenze speciali ai combattenti,
incoraggiando quindi (viene da s) anche la raccolta di denaro destinato ai combattenti.
Consta da numerosi e noti documenti che il Santo Padre si sempre schierato dalla parte dei
suoi figli messicani perseguitati e sofferenti per la fede dei loro padri, ma pure
documentato che nulla vi di vero nella voce di cui sopra.
Quindi il Papa pur non impartendo nessuna benedizione ufficiale ai combattenti si
sentiva molto vicino alla sorte dei cattolici messicani. A livello di pronunciamenti ufficiali
Pio XI scrisse una lettera apostolica e ben tre encicliche dedicate al Messico.
La Lettera Apostolica Paterna Sane del 2 febbraio 1926 era rivolta allepiscopato
messicano. Esprimendo una crescente preoccupazione, cercava di indicare alla Chiesa locale
direttive concrete di resistenza.
Abbiamo gi citato lEnciclica Iniquis Afflictisque del 18 nvembre 1926 pubblicata in
risposta alla promulgazione della Legge Calles, dove si ripercorre la storia della persecuzione
e si addita al mondo lesempio di fedelt del popolo messicano, in modo particolare dei
sacerdoti e dei laici.
Nel settembre del 1932 Pio XI intervenne nuovamente sulla questione messicana con
lenciclica Acerba Animi Magnitudo, con la quale ripercorre le tappe della storia di quegli
anni, invitando i cattolici a una nuova resistenza.
Nel 1937 lultima enciclica dedicata al Messico, Firmissimam constantiam, dove le
esortazioni alla resistenza dei fedeli, gi contenute nelle precedenti encicliche, si concentrano
sulla vita religiosa domestica e familiare, dato che listruzione cattolica pubblica era
proscritta e la pastorale tradizionale non poteva essere garantita per lassenza di sacerdoti.
Ciononostante indiscutibile che il mondo ecclesistico viveva questo evento della guerra
cristera con una grande dose di disagio. Ci che si voleva evitare era lulteriore divampare
del conflitto, la morte di molti cattolici e il possibile evolversi della rivolta in termini negativi
e irreversibili.
Continuarono dunque ininterrotti i tentativi di accordi diplomatici tra le autorit del
Messico e la Santa Sede e, non appena se ne present loccasione, vennero firmati, il 21
giugno 1929, gli accordi (arreglos) con il governo Portes Gil, che aveva intanto sostituito
Calles. Questo avvenne nonostante larmata cattolica fosse in una posizione di forza in quel
momento e nonostante il fatto che, in effetti, le autorit messicane non fornirono alcuna
garanzia alla Santa Sede n, in pratica, tornarono indietro riguardo agli articoli antireligiosi
della costituzione.
Gli arreglos furono cos imposti ai combattenti che, cattolicamente, obbedirono, anche se
con molta sofferenza.
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In effetti questi accordi si rivelarono una vera e propria trappola: non concesero, infatti,
giuridicamente nulla alla Chiesa, tanto che i firmatari dovettero recarsi allincontro con gli
esponenti del governo in abiti civili perch fuori da un luogo di culto autorizzato.
Gli scontri armati, dopo qualche settimana, cessarono del tutto, i cristeros smobilitarono
anche se, dei 50.000 solo 14.000 riconsegnarono il proprio fucile. Inizi subito una feroce e
durissima repressione. Coloro che non fuggirono, probabilmente i pi ingenui, furono presi
casa per casa e si calcola che almeno 1400 furono gli uccisi dopo gli arreglos, a guerra finita,
pi di quanti ne morirono durante la guerra. Nonostante tutto questo i cristeros si mantennero
fedeli alla Chiesa e alla promessa a Cristo Re, aiutati soprattutto dai sacerdoti che li avevano
assistiti spiritualmente durante la guerra.
La situazione che si and delineando era complessivamente migliore di quella che si
aveva sotto Calles, ma nonostante ci, tutte le ripercussioni e le restrizioni ancora esistenti
portarono a una seconda insurrezione, la Segunda (1934-38), di dimensioni minori sia per
dimensioni che per estensione. E da citare, riguardo questa seconda insurrezione, il
fenomeno delle Camisas Rojas, un gruppo famoso per il suo furore anticattolico,
dichiaratamente garibaldino-fascista, fondato e guidato da Toms Garrido Canabal,
governatore dello stato di Tabasco e nel 1934 ministro dellagricoltura. Garrido famoso per
il suo atto teatrale di inviare in carcere una bottiglia di champagne ai militanti che il 30
dicembre 1934 spararono sui fedeli alluscita dalla Messa, uccidendone cinque. Questo
episodio riassume efficacemente la situazione di odio anticlericale e anticattolico che
caratterizzava il governo di allora.
Conclusioni
Una conclusione certa si pu dedurre da tutta questa vicenda: la guerra cristera fu una
guerra pi religiosa che di classe. La religione non era solo una sovrastruttura di un
conflitto che opponeva il popolo contadino alla borghesia cittadina. Infatti le guide del
movimento cristero erano tutti socialmente borghesi, come il beato martire Anacleto
Gonzales Flores avvocato e dirigente della Lega Nazionale per la Difesa della Libert
Religiosa.
I due schieramenti della guerra furono, da una parte, la maggioranza del popolo
messicano articolato in tutte le sue classi, erede della civilt indo-cristiana e del suo effettivo
radicamento; popolo che aveva intenzione di rimanere fedele a tale eredit e identit e che
riconosceva come la propria patria proprio quel Messico che era cresciuto come nazione
grazie allunit della fede cattolica.
Dallaltra parte cera una minoranza, anche se potentissima, liberale-massonica che
assunse caratteri sempre pi radicali fino ad arrivare a sembianze giacobine filo-socialiste e
che riteneva lidentit e la presenza della Chiesa in Messico come il primo ostacolo verso la
realizzazione del totalitarismo statale liberale che si era prefissa di stabilire.
In Messico, in definitiva, si realizz in modo accelerato un episodio di quella
Rivoluzione anti-cristiana che dieci anni dopo si presenter in Spagna e la cui causa
sempre, alla fine, religiosa, anche se la differenza, in questo caso, che in Messico non erano
presenti altre motivazioni considerevoli se non quella di difendere la propria fede cristianocattolica.

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