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I. ESSERE E DOVERE
La storia della idea di diritto naturale insegna che, come facilmente
si comprende, esistono molte possibilit, per conferire ad un
qualsiasi sistema giuridico ideale, il pathos del naturale e del
razionale. In epoche di sclerosi del diritto positivo, quando
quest'ultimo non pi quell'ordinamento della giustizia che si
credeva, ma uno strumento nella lotta della classe dominante per
conservare quel dominio sociale e politico, che non pu pi
giustificarsi davanti al bene comune, allora i gruppi rivoluzionari e
riformisti, si vedono obbligati, se non vogliono oppure non: possono
riferirsi al buon diritto antico, ad appellarsi al diritto naturale. Ma
proprio in tale momento, il diritto naturale appare facilmente
mescolato ad impurit, inviluppato quasi indissolubilmente a istanze
giuridiche risultanti dalla situazione sociologica concreta, non da
tutti i lati giustificato, ma sostenuto pi da passioni che dalla
ragione.
Tuttavia la storia dimostra una cosa, e cio che il concetto di diritto
naturale non si impone in generale se non nelle epoche in cui
domina la regina delle scienze, la metafisica, e che esso perde
terreno, al contrario, quando l'essere [inteso qui non nel senso di
Kelsen uguale a mera existentia, puro fatto] e il dovere, la moralit e
il diritto sono separati e quando l'essenza delle cose e il loro
ordinamento ontologico, sono considerate non conoscibili.
Il diritto naturale dipende dunque dalla dottrina dell'essere, dalla
metafisica. Perci ogni tentativo che miri a dare un fondamento al
diritto naturale deve partire. dal rapporto essenziale di essere e
dovere, del reale e del bene. E poich questa giustificazione dipende
inoltre dall'aspetto antropologico [al problema dell'essere e del
dovere corrisponde quello del primato, nell'uomo, dell'intelligenza o
della volont], cos noi indagheremo su questa origine