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stessa che attribuisce anche a Freud, verso lesito della mimesi; quel che davvero dovrebbe interessare , infatti, il momento della crisi sacrificale. allaltezza del suo La violenza e il sacro pubblicato nel 1972 (Adelphi 1980) che si congeda dallo strutturalismo e quindi da Lvi-Strauss e decostruisce le posizioni freudiane, definendo meglio la scommessa del mimetico. Mostra il legame tra la
teoria mimetica e la violenza attraverso una rilettura analitica di miti e riti classici.
Se alla psicoanalisi manca laggancio con il reale, con la cultura materiale, che consentirebbe di interagire diversamente con il mito classico e con la tragedia greca, appunto nella violenza e nella sua
reciprocit che poggia il vincolo sociale. il sacrificio, inteso come una violenza senza rischio di
vendetta, che interrompe la sequela della tensione mimetica conducendo allindividuazione di una
vittima espiatoria, un altro a cui poter attribuire tutta la carica violenta che manderebbe in cortocircuito lintera comunit; un altro che possa essere espulso o ucciso e che fermi temporaneamente il
propagarsi della violenza.
Linnocenza secondaria. invece interessante come il sacrificio, per essere tale, corrisponda
a una resa prestabilita di possibili reazioni vendicative. La vittima interna al sistema sociale, consolida una somiglianza con chi o cosa va a sostituire, e ci nonostante resta un chiunque la cui perdita
disposta come necessaria e ugualmente trascurabile. Nella figura della sostituzione sta il carattere
casuale del sacrificio rituale giacch se per un verso vi una scelta riconoscibile, condivisa, daltra
parte presente la connotazione del capitare a tiro di una vulnerabilit. I caratteri sacrali assunti
dalla vittima il cui sacrificio pone fine al contagio della violenza, sono della stessa intensit
dellattribuzione arbitraria di responsabilit non sue.
Tassonomie delle passioni umane, i testi di Girard raccontano di furore, ira, risentimento disseminati nei luoghi tragici pi incandescenti. in questa direzione che si apre la riflessione su Edipo,
il capro espiatorio di cui Freud non ha colto il tenore. Nel libro di interviste del 1978, Quando queste
cose cominceranno (Bulzoni 2005) e in Il capro espiatorio (1982, poi Adelphi 1987) dettaglia con
altrettanta chiarezza il meccanismo vittimario, spostandosi tuttavia alle cose ultime e alla parola
biblica. Cattolico raffinatissimo, viene eletto membro dellAcadmie franaise il 17 marzo del 2005
entrando nella categoria degli immortali.
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