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De Luca_Alessandra_Verifica_Sociolinguistica_italiano

MACROAREA: Modelli teorico-applicativi nella didattica delle lingue


MODULOIN AUTOAPPRENDIMENTO Sociolinguistica dellitaliano contemporaneo
PERIODO DI FREQUENZA: 18 dicembre 2013 - 30 marzo 2014
TUTOR: Sveva Lipari
CORSISTA: _____Alessandra De Luca_________

Quesito n. 1 (parte teorica)


Illustri origine e tendenza dellitaliano comune, intese rispettivamente come la motivazione che
porta i parlanti ad adottare una variet diversa dallitaliano normativo e la direzione in cui questa
variet si evolve.
L'italiano standard pu essere inteso come quella variet della lingua assunta come modello da parte
dei parlanti e proposta come modello nell'insegnamento. In questo caso, parliamo di un italiano
normativo, composto da una serie di regole che si riconducono a un modello ideale considerato
come il modello corretto. L'italiano standard, inteso come variet della lingua largamente accettata
come forma usuale, si riferisce alla lingua comune correntemente usata dai parlanti e comprende
anche quelle forme rifiutate dalla norma ma accettate e ricorrenti nell'uso effettivo da parte dei
parlanti. In questo caso si parla di italiano comune, un italiano che possiede tutte le caratteristiche
della lingua normativa entrate nell'uso quotidiano ed effettivo dei parlanti e tutte quelle
caratteristiche che provengono dalle variet sub-standard (italiano parlato colloquiale e italiano
popolare), usate di fatto, generalmente accettate o in procinto di esserlo come forme standard.
L'italiano normativo ha, tra le sue caratteristiche, quella della non-marcatezza, vale a dire che non
legato ad una specifica variet della lingua. Al contrario, l'italiano comune utilizzato correntemente
(soprattutto le produzioni orali) risulta marcato. Per esempio, per quanto riguarda la pronuncia,
quella standard rappresenta una norma astratta che non trova riscontro nella realt delle produzioni
dei parlanti italiani (solo l'1% della popolazione). Una base comune pi ampia tra l'italiano
normativo e l'italiano comune si riscontra nella morfologia, nella sintassi e nel lessico ma
nell'ultimo secolo e mezzo si costituito uno "standard di fatto" dell'italiano indipendente dal
fiorentino che ha rappresentato la base dell'italiano normativo. Si imposto nell'italiano comune un
modello rappresentato dalle variet di italiano dei centri dotati di maggior prestigio sociale,
economico e culturale (Milano e nord Italia, Roma), variet che non corrisponde alla base fiorentina
sulla quale stato fissato l'italiano normativo. Per quanto riguarda la direzione in cui si evolve

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l'italiano comune, si nota una tendenza alla semplificazione dei paradigmi, l'eliminazione o la
riduzione delle irregolarit, una ridistribuzione dei carichi funzionali e di significato dei tempi
verbali.

Quesito n. 2 (parte pratica)


Attraverso tre esempi, illustri i fenomeni che distinguono italiano comune e italiano normativo.
Dislocazione a sinistra.
Nell'italiano normativo abbiamo l'ordine delle parole nella frase del tipo SVO. Nell'italiano comune
questo ordine viene alterato, l'elemento che occupa la posizione O anticipato, spostato a sinistra
rispetto all'ordine non marcato SVO e poi ripreso nella frase da un clitico.
Es: il latte, io non lo bevo!
Questo tratto proviene dal parlato. Il parlante anticipa l'argomento che pi lo coinvolge
emotivamente e che vuole mettere in rilievo indipendentemente dal fatto che si tratti di tema (ci di
cui si parla) o di rema (ci che si dice intorno al tema).
Dislocazione a destra.
In questo caso, nella parte destra della frase c' un elemento che dipende dal verbo e che viene
preannunciato da un clitico nella parte sinistra.
Es: le hai prese tu le chiavi di casa ?
L'ordine comunicativo normale prevede il tema (ci di cui si parla) e poi il rema ( ci che si dice intorno al
rema). In questo caso, dal punto di vista comunicativo, il tema spostato a destra (le chiavi di casa). La
dislocazione a destra molto diffusa soprattutto nel parlato, lo scopo pu essere quello di un'aggiunta
esplicativa al fine di eliminare un'ambiguit o una scelta stilistica.
Tempi verbali.
Nell'italiano comune l'uso del presente, oltre ad indicare la coincidenza tra il momento dell'enunciato e
quello dell'accadimento (uso normale), usato con valore di futuro soprattutto quando si fa riferimento a un
futuro imminente o a fatti che si sicuri che avverranno.
Es: domani il mio compleanno.
Es: i mondiali del 2014 si svolgono in Brasile.
Si tratta di un uso informale ormai largamente accettato.

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