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LA DITTATURA

IN

ROMA NEL
PERIODO

DI

TRANSIZIONE
DALLA...
Ettore

De Ruggiero

rii

LA DITTATURA IN ROMA

PERIODO DI TRANSIZIONE
DALLA MONARCHIA ALLA REPUBBLICA

8K

LA IHTTATUHA

PERIODO

DI

IN K01IA

TRANSIZIONE

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LA

DITTATURA IN ROMA
Mi L

PERIODO

DI

TRANSIZIONE

DALLA MONARCHIA ALLA REPUBBLICA

SUI. MI HTORIC* CRITICO

NAPOLI
STABILIMENTO TIPOGRAFICO GHIO
In Santa Teresa agli Sludi

18(37

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AVVERTENZA

Scrssi questo lavoretto nell'anno 1863, in Berlino. Ila

quel tempo non


a fare

vn viaggio

celebre per certo

dinaria sonno

vn

in

ilei

lo /ras*

piit-,

in Italia,

mai pi

lo vidi.

propriamente

clic

l'

a grillare perch

si

sprigionasse

il

inesorabile licpolaineiilo cedendo

ma

respiri

molti)

lo straor-

non

in

io

ve ero

mimo,

li

poverino,

dopo quattri anni, ho

un po' d'aria libera

so quali-

cisti)

che

perci lo

il

padre

ai/vesti

guest a mira

vn po' m'ha

fallo pago,

V ho

col palt di rinviarlo subito in quel carcere.

giie riletto
clic

ila

gli vietava ritornasse

mani. Eppure, vedi barbarie!

Icqiltmn. l-'inulinenle piet paterna


ili,

mandai

lo

ritti)

suoi abitatori. L slinldonneiiti) aneli' essa

nostri crudeli Redolii miiiiti,

nelle mie

Chi

una

in

monumen Intimorii'ino noe piii per

ile

archi rio. o mail in ri fu imprigionalo

non

mando

dun-

indegno

fuori tale

quale era.
Lettore,

guarda su l'anno, pensa che allora

io

appena

cominciava a farmi dentro alle rime scerete della storia antimeco pi mite nel giudicarlo e; se per
ca. Cos, spero, sarai

avventura mi conosci, /orse non mi dirai pi fra

come

disse

te

medesimo

un papa a quel tale cardinale spagnuolo. sempre,


un roneitio: ma via, dia pur sopii di vita

silenzioso in

Napoli, settembre 48fl.

ETTORE DE RUGGIERO.

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I.

periodi di transizione

d'

una forma

o sociale

politica

un' altra affalto nuova, sono nella storia particolare d'

polo ci che nella storia dell'umanit sono

le

in

un po-

ero intermedie,

le quali

legano due colture, due civilt tra loro distinte. Quei

periodi

e quelle ere in quanto rinchiudono l'antico e

derno,

il

il

mo-

passalo e l'avvenire sono la manifestazione di quel

divenire storico continuo e progressivo che separa tanto


storia dell'

uomo da

quella della natura. In essi

strano la loro indole pi o

meno pratiche, le
meno svolto; quella
o

cit

creazione.
sia

La

storia

meno

benigna,

virt

insomma, quella
si

adunque

sia

meno

per la storia d'ogni tempo,

non s'avr veramente

storia, antica, se

meglio e comparati quei periodi

momenti

non fermarsi

di

di

di

in

compito necessario

ma

pi necessario e

per quella dell'antichit. Anzi a

si

ia

mo-

quella capa-

che investighi, sia che narri,

speciale a quelle forme intermedie

ciascun popolo,

nazioni

tendenze pi

vita,

rivelano vieppi nei

che rappresenti non pu fare a

modo

e difficile

difficilissimo

le

le loro

loro condizioni morali e intellettive pi o

del meglio, le quali

me

pare ch'ei

non quando

studiati

passaggio nella civilt di

perverr a restituire la continuit logica e

progressiva delle istituzioni d'ogni genere nelle differenti el.

Difliiizcd

by

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HU

Li

flH

..I

II

niez/i che s osservano nel

porre quel legami!

1"

If

I.

non

di due ii in cu li copiosi

P.ll

|.

[..

!!

quello dillkult, quel difetto

lia

aulici, quante

di condizioni e

ili

olle

si

ili

viglia ricom-

politici e sociali. In

falli

vengo, m

quest'ultima quegli ostacoli

di

risalo a tempi in cui

ebbe una storia contemporanea

non

v'

11

quanto pi

largii D'i

nella tradizione avvenimenti che

talcbe sperdutisi

seeoiiiiarii. particolarit e istituzioni clic

vente vedi compiersi in un giorno,

si

parrebbero

poIrcbbiTO aver sem-

poca importanza, nella sloria che venne

biante di

di poi so-

per un solo legislatore

quelle Torme di governo, quelle leggi che certo furono opera


di generazioni.

Questo

fatto,

comune

a tutta l'antichit, apparisce poi tanto

maggiormente manifesto presso quelle nazioni che ebbero


politica pi. attiva

riforme
tanto

e svariala,

Licurgo,

tempo dopo

Greci e iltomani.

Solone,

di
ci

di

vita

Ognuno sa delle

Servio Tullio che

la storia sorta

ha dato come fruito unicamente della loro

operosit, dei loro tempi, e nelle quali intanto v'ha


pia di leggi e consuetudini

ad

svolsero pi lardi. Ora, a chi

si

nelle sue fonti, sopralullu

periodo

il

si

gran co-

die

anteriori e di altre

essi

a studiare

fa

clic

la

Storia

si

Romana

corse Ira la Monar-

chia e la Repubblica, non possono non sorger molti dnbbii

quanto

agli

avvenimenti che accompagnarono quel passaggio,

o per meglio dire, quanto


tra,
Il

passaggio dall' una forma nell'al-

al

quale descritto principalmente dal Livio e dal Dionigi.

Nicbliur slesso, che quasi sempre tanto felicemente investigo

e divin,
fra

il

non and senza

Regno

Bm. Gcsch.

infili

di questi

Consolalo

il

dio.' Egli per

non and
1

Th.

n.

291. 5 a

emiitillni Kni^rciiti, niu

Tal

ini

iiduni

(juiniidr in ilei

Ibi

Ci'schii'i.-liti-r niil

seliun
l-iil-ij

cri.

ci ri.

Ai

sa

Es

non determin

drfte echeinea dass bei

keiim iwllinriiili^: Yi'iimbiMiiic

l'unii,

tu Millelzustndcii allivellici blu;:


dei'

dnbbii; anzi riconobbe che

dove essere uno stadio interme-

vi

oltre nelle ricerche,

ti

l'chllc mi-,

veri'rblicti

L't'niiiiclilii!

Gcwnlt

nicht Vicini die

au^csdieii word, uml


wari'ii

il:i*s

ili''

ilin

tilieivn

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quale pot essere quello stadio, bench

una preponderanza

Dopo

non so che

di lui io

di

due

inclini

altri

Becker

il

Schwegler.

lo

ad ammettere

alemanni,

critici

primo, seguito

Il

dal

Wacfasmnlh, 3 non nega

ma

non potendo ammettere quella trasformazione come

del

comune;

tutto la tradizione

pochi di, ricorre a quella notizia del Livio,

in

immediata introduzione

quali parimente abbiano dubitato della


dei Consoli,

Tarquinia anche dopo

politica nella gente

Superbo.

la cacciata del

fatta

secondo

la

quale Servio Tullio avrebbe deliberato un tempo di deporre


lo scettro e di creare novelli

ina^isti'ati

morto subitaneamente,

fece perch

battere

tale ipotesi fondata


s

Schwegler

lo

annui,

il

che poi non

non ho mestieri

di

com-

su questa favolosa novella

l'ha gi fatto prima di

me. Egli

poi,

Io

seguendo

in

parte l'avviso del Nicbbur quauto alla potenza dei Tarquinii


in

Roma, opina che Col Ialino appartenente a

succeduto all'ultimo re, senza questo


limitati, finch

stituendogli

Dami

patrizii gelosi

isl

bwngtTi

siri:i

ein versliueiules

non abbatterono anche

knnnten sica

A Likurn mirri

lui,

Gcwalt

tlicileu solite,

sugar

so-

quanto pi

z\i

ver-

mi! deni tarquinischeil

Ge-

rait

der Gemi'inie

wonach eincr dossclbcn, den das Volk ernennen wEIrde,

scblecni,
l'.uciisli;

con poteri pi

Consoli.'' Quest'altra congettura per

ver u mi idi dadnrdi

binden.

quella gente sia

ttolo e

die

ulwr rm.

selir glaublicb. Cf. Varlr.

Gesch. I,p. 206.


'

Handb.

gehrt der

d.

Rorn. Alt. 11,2, p. 87:

erslif

Gedanke, an

regierung za selzcn

Wio

schon oberi bemerkt wurdc,

die Stidb: dt-s Kiinigihiiuis cine

vielleicbt se boti doni cileni lichen

Consular-

Begrnder der

rmischen Slaatsverfassung, Servius Tullius an.

Rflm.

Gesch. Il,

p.

76, 77.

'Gfsch. d. rta. SlaoUs.


* i,

'

p.

1X0.

48, 60. Cf. Dionjs. IV, 40. Plut. de

L.

e. p.

L.

c.

gali in

fort.

Rocn. IO.

71. 78.

Kun. man tl.eb auf talbem Wege


- di du Vgm^!ici.r Gcwalt l-irruli tiit iis

p. 80. 81:

Cullatomi werdt

seiner Eigenscbafi als nchsler

and

ali erblieh

Anwrwaodter dea guUirzieii

10
ingegnosa della precedente lascia pure in un dubbio maggiore,
poich essa non dice chiaramente quale sia siala quella potest
quasi regia donde

non indica da quale

investilo Collatino;

fu.

dei poteri costituiti ella

insomma suppone ima

data;

gli fu

magistratura affatto nuova nella costituzione


in genere.
si

Romana e

Latina

Oltrech molte ragioni che valgono a confutarla,

potranno rinvenire nel seguito di questo

scritto. L'

accurato

lungo e dotto lavoro di Coruewall Lewis,' ultimo, per quanto


sappia, intorno

io

strare,

in verit,

all'

Romana, mi

antichissima Storia

un esame speciale

faceva

del quesito che ci occu-

pa. L'autore per, che coraggiosamente e quasi

stamente scrolla tanta parte favolosa

sempre giudopo

quella storia,

di

aver rigettala l'opinione del Niebhur di sopra esposta, conciuude che la creazione del Consolalo inunudUtf amente dopo

bench dia luogo a supporre un

la cacciala dei Tarquinii

verso andamento di

una testimonianza
differente/

t'iii^s

n:=.ts-,

/li

.nl'.T

fatti

per confermare qualche cosa

taluno potr infine parer troppo ardito

di-ML-n

di-

pure debba accollarsi, non essendovi

esplicita

[illi'iilin^i,

itiuiiiiI,

AiiI^'Jilk.l; Jri Kl'|..l;;[u

di

unni

uniu-luHeii

rader

U.irlilvnll-

ivir

:ij;di

ih. il n.it

I;

voler

il

komiBHiheit.
'

die

An Enquiry

into die Credibilily al die Harly

UinSnderung der DiODarchlscben

hiL'i;[i\v,!s,.!

uilJ

uni gi^eiiseiLi^iT

stillimi cine selcile

als

die

Gescbirble

der Tarquinicr

ist

jenci'

.ilji'i'uiiisliiiiu:^

mit

nielli

Periude besiUcii.

dei'

7.11

t'u-

lieil

ein verseli inde nei'

VuiWmnt,

borci;llligt

JlisLorv.

Loml'

Begierungsform

Siali lam:

jc.tinll

Nachrichten, die wir

gtiv.ilbjiii,:

Einuhning des Cotisulals

Weiss veiknfft, und ubwehl uns


lleilen wahfsrhehilirlii'i-

Roman

in die censiti a ri sebo

Hypolilesc durebaus

ani'

Vari rei [uni;

untrennbare

Gang der Ftegcbun-

uns dies docb

nielli oline

ausdrucklichejj Zeugniss anxuuehineii, dass er wirklieh Stati gefuudea.


(

Non avendo

innanzi

l'eri sin a le

tedesca del Liebredil. Voi. l,e.

inglese

mi

M.siO,

sdii

valuti) della

traducane

p.503.)

igitizsd by

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Teodoro Momrasen,

il

quale mostra di non riconoscere altra

magistratura che sia stata cronologicamente intermedia fra


re e

Ma

consoli.

tiene

ma

non

il

quale suppone la critica e la investiga

meno

disquisi-

Il

suo silenzio

indizio cerio della

sua pieghe-

volezza alla tradizione comune,

dere assolutamente

.non deve

il

possibili.

che ho ragioni di nnn cre-

Urei ristare daspeciali ricerche,

quando pure non conducessero ad un

irrefragahile,

non

la fa, accoglie fatti indiscutibili e

adunque dovesse anche essere

le quali,

cbi sa la sua storia sa pure cbe essa appar-

ad un genere,

zionn,

zioni su fatti ed istituzioni pi o

risultato sicuro,

almeno mostreranno quanto bisogna andar

nello studio di avvenimenti in

cauti

tempi assai remoti.

II.

primamente

tradizione
si

fa

d'uopo ricordare

in brevi tratti

quanto

la

ha conservato su quel rivolgimento politico che


in Roma, ma in forma quasi simile con-

mostra non solo

te mporan e amento

in tutto

il

Lazio, in Etruria e nella

stessa

Grecia.'

Seguendo adunque

Livio e

il

il

Dionigi, cbe in generale

distinguono soltanto in quanto l'uno


dell' altro

meno

morta Lucrezia

ne! racconto,

nipote dell'ultimo Tarqunio, raccoglie

muovo con armala mano

verso

Roma,

il

in

si

particolareggiato
Gollazia,

brando

Bruto,

dell'estinta,

la ribella e,

come

tri-

bunun Celerum, convoca il popolo e fa che questo deliberi la


1
cacciata del Superbo e di tutta la sua famiglia. Di l si reca
'

al

campo d'Ardea, ove

l'esercito

la sentenza dei Comizii, mentre

Romano

accoglie con gioia

che Tarquinio ritornato per

Scbwegler. Op. rit. V. II. p. 10, 71.


*Liv. 1,59. Dionjs. IV, 71. Serv. \en. Vili, 646'

Cic. Rep. Il, 25, 46. li*. I, 59. Liv. Epit. 67. Dionvs. IV, 84.

Roma

altra via

n potendovi entrare, esule

a due consoli da eleggersi ogni anno

rex sacrorum

la

cipe.

confida

citt,

potere supremo, ad

il

un

donila religinsa del re e pel primo anno,

Comizi] centuriati, sono

giura

l'esilio del re e

in

consoli L. Giunio Bruto e L.

scelti

Tarquinio Collatino.- Sulla loro proposta

novellamente

ritira coi fi-

si

Poscia Brnto viene di nuovo in

gliuoli in Cere.'

di

il

popolo pronuncia

non pi volere un prin-

Essi quindi restaurano la costituzione di Servio Tullio,

da Tarquinio non rispettata giammai e ricompongono

il

Se-

nato, accogliendovi notabili plebei.'

Se non che, contro l'uno dei consoli, Collatno, sorge sospetto ed ira del popolo, ebe teme in lui un parente dei Tar-

quinia e Collatino dinegandosi ad abbandonare


vel costringe con

Lavinio

morte dei due

Con un
rontrn

un voto

di

Bruto."

e in
7

uno scontro cadono

Una voce per

Intanto

il

trafitti

fa fuggire gli

un

I,

60, Secondo Dionigi

I.

60. Dionjs. IV, 84. V.

in G.iliii

Liv. 11. 1. Dionvs. V, t. App. de Iteg.

fr.

i!

suo collega,

temere

Liv. II, 2. Dionjs. V. 12. Plut. Popi. 7. Fior.


1.

al

popolo

10. Plut. Popi. 2.

13.20.H!. Popi, H.Fesl.


I, 0.

s.v.patrcs.
3. Eulrop.

i, 02.

Liv. 11.5. IV, 15. Dionvs. V,8. Plut. Popi. 0.


ili.

la

e poi in Tariutni IV, 85.

Liv. II, 1. Dinnys. V, 2,

Zonar. VII, 12. Cic. ISep.

in

Amos

I.

Fior. !, 9, 5. Aur.Victorde vir.

rista.

muove

Etruschi."

castello, lascia

Liv.

Lii.

si

Bruto e

sorta dalla selva Arsia e che

console Valerio non fa eleggere

anzi fabbricando sul Velia

I. !).

Roma,

Tarquinio non

esercito raccolto nelle citt di Veji e Tarquinii

Roma,

era del dio della stessa,

Ma

emigra

Segue allora

messi di Tarquinio tramano in

figliuoli

figliuolo del re.

"

potere, Bruto

il

dei Comizii, talch quegli

e in suo luogo eletto Publio Valerio.

!a congiura che

Val.Mai.V.B,

1.

10. 5. Oros. 11,5. Zonnr.Vll.-t2.

Liv. II, 6. Dionvs. V. 15. Val. Max. V, 6,1. Pini. Popi. 9. Anr.

Vici, do vir.

ili.

10. 16, Cic. Tusc. IV, 22. 50.

Liv. 11, 7. Dionjs. V, 16. Pini. Popi. 9. Val.

VII, 12.

Mas. 1,8,5. Zonar,

restaurazione della Monarchia.

la
di

duovo

quali

di

castello

il

commina

si

libert,
|.|

favore, dismettendo

il

abbatter

con

la

il

netrato in

non

nio

assedia

citl, se

gli

il

Porscona re

Gmuicub

v.

Orazio Coclite con Sp. Larcio e T. Ermi-

e Caio Mucio,

ai

Romani,

tolti territorii e,
3

suolo Romano. Tra

Porsenna

detto poscia Sccvola, tenta di

re etnisco allora spa-

II

a condizione clic restituiscano ai

traendo seco statiehi. abbandona

gli statichi

salvarsi ardisce tragittare

il

V ha

Tevere sotto

le

frecce lanciate dal

nemico." Abbandonato da Porsenna, Tarqninio richiede

aspra battaglia:
sconfitti,

pei

citt Latine.

'

si

Liv. Il, 7. Dionjs V, 19.

Val. Max. IV, 1, 1. Serv.

Cic.Rcp.
Max. IV, (1.
Acn. vili,

I,

40

62.

II,

A.

ritira

quale

di

gli

soc-

pro-

viene ad

si

Dioscuri,

Clima, presso

in

Romana

il

Latini

tiranno

salva.'

Popi. 10. Cic. Rep. II, 31, 53.

Pini.

IV, 4tO.

31.53.

Liv. Il, 7. 8. Dionjs. V, 19. Val.

plot. Popi. 10, 12. Aur. Vici,

ilo

vir.

ili.

15, i. 5. Serv.

m.

Lif. II, 10. Dionjs. V, 23. Val.

Liv. Il, 12. Dionjs. V,

'

Strab. V, 2, 2. Serv. Acn.

"

Liv. Il, 13. Dionys. V. 33. Pini.

Mai

III, 2, 1. Plut.

21. 28 Val. Mai, IH,


XI, 13*. Liv.

Fior. 1, 10, 7. Aur. Vici, de vir.


'

il

Al lago Regillo

Romani combattono

Tarqninio

Aristndemo, la Repubblica

il

la vergine Clelia che per

corso suo genero Ottavio Mamilio di Tnsculo,

cura l'alleanza delle

sono

'lu-

Clnsio

di

sarebbe pe-

fosse opposto a tutto l'esercito nemico."

si

Roma

ventato offre pace

iti

[i

che Spurio Lucre-

succede M. Orazio Pulvillo.

unitosi a

Homi, occupa

trucidarlo entrando nel suo campo.'

Veienti

con una delle

ardisca violare la

<1n n,

il.'

dell'altro console,

mezzo Tarqninio

sa procacciarsene

leggi,
clic

[. imIi <t II

quale morto poco dopo

In questo

porta altra guerra a

egli

diritto di fare appello all'asscm-

il

.i-iilr.i '--ut-t.;.

di luogo all'elezione

zio,

Ma

segni della signoria, facendo

emanando due

ed

morte ad ognuno

l'altra s'istituisce

[[<> |. ir *

r .i

ili.

Popi.

Popi. 1B.

1, 1. Plut. Popi.

11.

Il, 13. Dionjs. V, 33.

l'J.

Val. Max. Ili, 2. 2.

13. Oro?. II. 5.

Liv.il,81. Ditmjs.VI,2.ur. Vici, de

vir.ill.

8, 0.

Zunar.VII, 12.

ra.

Questi

menlo

tanto pi perch

fatti,

di particolarit

o favolosi, che loro

nigi,

sembreranno forse

la critica

riferiti

tema queir orna-

qui

e di accessorii quasi sempre straordi-

nari]

danno sopratutto

il

Livio e

da meritare ogni Fede

tali

fondandosi sopra

uri

il

Dio-

storica.

Ma

accurata e severa disamina, deve

portare ben altro giudizio sulla loro credibilit ed autenticit..

Per modo die


dalla

noi

Mooarchia

prima d'entrare a vedere so

alla

passaggio

il

Repubblica sia stato possibile nel

modo

onde vieu narrato, prima d'investigare meglio nella tradizione


stessa per iscorgerc se ella nasconda altro di quello che ap-

parentemente mostra, crediamo necessario fermarci alquanto


sul quesito

documenti

scritti

se la

Quantunque

narrazione su

riposi o no sopra

riferita,

contemporanei.

fra la storia dell'epoca

monarchica e della re-

pubblicana v'abbia questa diversit, cio che l'una ha per

fondamento favole, poesie, racconti popolari,

monumenti,
estese,

ma

scarsi o incerti

c che l'altra invece poscia su crunaii-iie pi o


tutte

contemporanee, da cui trassero

gli

meno

annalisti

degli ultimi tempi della repubblica; pure nello stesso periodo

repubblicano ve n'ha un altro assai breve,


racconto storico, appartiene a quello dei

appunto quello

dell'

madie,

re.

rispetto al

Questo periodo

abolizione del principato, della istituzione

ra storia certa, ordioatanon comincia checoll'emigrazionedella

plebe sulmoote Sacro. Esso, siccome l'altro immediatamente


innanzi, ancora im'ei'lo,

n infuso, favoloso,

contradittorio nelle

persone, negli avvenimenti, nella cronologia. Bruto, Porscnna,

Orazio Coclite. Muzio Set vola, Clelia sono personaggi che han-

no dello straordinario,
layu lU^illu somiglia

dell' eroico, del poetico.

aduna

delle

La

battaglia al

omeriche; Poslumio, Ebuzio,

15
Ottavio Mamilio.T.Tai-quinio, Marco Valerio, T. Erminio
battono da eroi; iDioscuri
riscono

Arsia

Romani

sul

stessi

campo, e

questo

vittoria

regno di Tarquinia e gi alla line d' esso dato

due

congiuratori

figlinoli

con

tesi tale

tutti

Roma. N

cominciamenlo

Liruto detto fanciullo al

tutto.

Celerum, ebe era un allo

se Colhilino fosse stalo figliuolo di Egerio,

ullicio nello Stato.

Cos pari-

come vuole

tradizione, e questi nipote di Tarquinia Prisco,


Dell* anno 245 a.
N Suessa Pomesia avrebbe

avrebbe potuto essere

u. c.

Lucrezia.

potuto

Tarquinio.

di

detto imbecilli; o inolio infngen-

e specialmenle col re, e poi se ne fa un tri-

frunttt

sediata sotto

del

come padre

mente
la

com-

su duo bianchi destrieri favo-

nella battaglia presso la selva

annunzia

dio Silvano parla e

egli

marito

non

d'

una

essere

as-

primi consoli, se fosse stata distrutta gi da

comune

Oltre a ci, contro la tradizione

fa primi consoli

Unito e Collatino, Polibio che tanto

per esattezza, dice essere

stati

liruto ed Orazio

;'

la quale
si

segnala

e Spurio Lu-

crezio clic, secondo quella fu console invece di Bruto, da altri

non

annalisti

come

si

nomina mai come

consoli dell'anno

nigi invece

non nomina

-..

/.'.;>

'
i.

Iti, 22, 1.

'

in contraddizione,

1
1

anzi mentre Livio d

quando altrove afferma

248,

probabilmente perch

Il [rniu lr,i;t;il(j

Hoimi

C;n Icilio fu concbiuso

'A''.v/.-i

ylLiti'

jtiui.

'.'..-hi-.-i

liulIuu

tiun

t.-.vi-.j^ v.i-

imeniu Lucrcliuiu

;ii^gtruiU.

Liv. Il, 15. Sp. Lardila inde et T. Hermenius consules

* V,

21: lls-Wou Oiolsf (sa


(

xi-

'

/.'/:.

apuJ quidam

lrulu >;;iLiiu

li li

v&

fatti.

T^ca^i-tiv,-'.: Hs-lixiXa,

iptem si:iv v aiw.v dwsi-pw-s;


'

anno 245." Egli inoltre

nuli'

consoli dell'anno

'i'.W.yi \'yyj-;-i

Liv. Il, 8
^

'

tale;

247 Spurio Larcioe T. Ermenio, 3 DioIl Livio mede-

del primo d M. Orazio Pulvillo.

simo poi cade anche

che quello stesso Lucrezio mori

^v,

11, 8. Creaius Sp. Lucretius miiiul, qui

-.0

xaleiv a-i Mpxou

iiiira

pjucos dies mo-

ri lur.

Digitizcd by

Google


quest'anno corse senza grandi avvenimenti
ferisce essere stati

compagni
Giove

ili

terzo.

di

Ma

quanto

same

255

247

Y altro nei

Ire anni.

ri-

favolosi
di

all'anno

Li riferisce

ami

e alcuno

Livio mette la battaglia al

246
la fa

lagoRe-

e Dionigi nel 258.'

non solamente da queste non


sopratnllo da quella

dizioni,

ma Dionigi

primo anno della Repubblica

mimti^ Dionigi

l'uno fa cominciare e finire nell'anno

l'orsenna,

durare persino
gillo nel

posta nel

altri storici,-

E mentre

guerra

la

Spurio Lardo e Tito Erminio,

Muzio Scevola. La inaugurazione del tempio

sul Capitolili

da Livio e

e contrad-

lievi diversit

Polibio, die apparisce cbiaro

ilrl

racconto non discenda da lonli contemporanee. Dall'e-

il

di questi falli principali di quel periodo

artificiosa e studiala degli annalisti

si

vede Y opera

ad esso posteriori. La qual

cosa a dire riguardo alla forma, alle particolarit, a! legame


degli avvenimenti che

si

osservano nell'episodio di Lucrezia,

nelle concioni tenute da Bruto,

nella guerra di

quella coi Latini, ebe, certo, se anche fossero

Porsenna e
stati

in

rinvenuti

nelle cronache di quegli anni, si sarebbero tramandali con pi.

esattezza e brevit.

con

La simiglianza che molti

quei

falli

hanno

avvenuti fuori d'Ilalia, con guerre che ebbero luogo

altri

moiti anni dopa; la loro intima impossibilit confermano quanta

poca lede

sia

da prestare ad

V,3G. O S -i

li-.ij.y-.'.'-t

Adjxit; xaT-s;
'

essi.

vkcj-v if:vr.i- ikaiot, Siip'.sg

avi'j

11,8; Nondum dedicala eral

in

r.';.i\i.vi -/jv

-s/rp Sii-lzaav.

Cnpitolio lovisacdes.Cf. Polyb. Ili

22. Plut. Popi. 14.


'

V. 35: xar. to'wv :v ivaatv i

vs; ts Kareccwlisu 4ti;

s; wSr.z-.z'i i\v.y;i.T.'i\, v.iy. si ' y.z-. \>.iy.z sv tij

Wj-.vj

i^uxa W^iu.
*
1

II, 9. Plut. Pupi. 10.

V, il.
1
I

orsi; im;i tri bus cotitimiis

11,

19-V1,

minia trepiJmi] urbuiu U'ituI.

Oros.H, 5.

2.

igifeed

t>y

Google

17
Ninno oggi vorr porre pi

come

dio della Lucrezia che,

Grecia,

lia e di

sotto diversi

in

dubbio

Koma,

in

nomi,

si

la poesia nell'episo-

cosi in altri stali d' Ita-

porge come cagione di

una simile
commossa da un Tarquinio,

rivolgimenti politici, di cadute di dinastie.' Forse

violenza pot veramente esser

forse pot anche contribuire ad accrescere

ma

gente;

che

verisimile.

l'assedio
dall'

Ed

odio contro jaclla

cacciata dei re, in-

Porsenna abbia

tolto

vicina a cadere, solo perch spaventato

Srevnh

di

Romani

tolse ai

la

inverisimile pure che

da Uoma

eroismo

i'

avvenuta nella guisa onde narrati, che

sia

abbia portata seco con tanta rapidit

sette

abbia Ioni ridonali;

e l.iir

intemlere da

altri

lui,

trecento

pagi dei Vcienli, per generosit poi

li

die mentre mosse per soccorrere Tarqui-

'

nio alla riconquista del regno, l'abbia poi abbandonato.

L'incertezza della tradizione

Porsenna e con

dersi a

sti

due

scrittori

tanato Porsenna?
sedio d

Roma

schi nell'anno

"Liv.

II.

in ogni parte,

chi

si fa

arren-

descritti nella

bmu

ni;

guerre

appena

allon-

a comparare questo as-

con l'altro avuto luogo veramente per

278,

Alcuni esempi se

in le Lai: via

gli

medesima guisa dal

pres-o Ansiceli!

iiiili-ivhius |iri!n:ipi;s

Pulii.

Etru-

Livio,'

V, 8,9.

iimmtutis iiomanac, ni

grassaremur.

15. Dionjs. \, 3G.

' Tac. Hist.

HI, 12: sedem

lovis

Optimi Masmi

....

conuilam,

non Porsenna dedita urbe, ncque Galli capta, teincrare potuisseni,

N. H. XXXIV, 39:

furore Principunl eiscindi. Plin.


i:Mm1.;is

n-5'iljiis

pupillo

invenimus, ne ferro
1

vede inol-

pi sfavorevoli condizioni,' mentre

Insomma,

Liv. II, 12: trecenti

juani

le

si

Roma dov

fosse vero, clic sarebbe a dire delle

Romani avrebbero mosso

quesla guerra

miro altro storico fa parola. Che se quanto narrano que-

di ci

che

in

che secondo Tacito e Plinio

tre in questo,

11,

Rumimi)

in foedere

quod

cuinprel

-uni

ilalil i'uiv.u.i, nomili. l.iii

nisi in agri culla ulerelur.

54. Cf- Dionvs. IX, 24.

Difliiizcd

by

Google

48
s'

avvedr che

primo non

il

non una repitizione

sia nitro se

fa-

volosa del secondo.

Quanto

come

poi alla guerra coi Latini,

possibile che essa

abbia avuto luogo per riporre Tarquinia- sul trono, se appunto


per

del Lazio furono costrette a riconoscere la su-

lui le citt

Roma nela loro lega? Non doveano essi, piuttosto,


che Roma fosse rimasta senza re e pi debole perch
fatto della loro
da partiti? E clic cosi vollero lo mostra
1

premazia di
voler
divisa

ii

indipendenza, che segai alla cacciala


il

tempo

Tarquinio. Oltre a ci,

di

sarebbe cominciala questa guerra, la sua du-

in cui

sono

rala

diversamente

cosi

dagli slorici, elio poco

riferiti

nulla resta a credere intorno alla medesima. Infatti


dice essere cominciala nell'anno

vece nel 253

una guerra.

nulla sulla credibilit della battaglia


osservi che, mentre pel Dionigi

al

vio sarebbesi rimasto in

guerra,"

da

'

ul

l.iv.

Il,
1

Roma

I, Ii2

p.x biiis

'

Misniii (Inquinili-} nuuiiiulos


fiii'.Ti't

ljiiKHijiio

ti*

sotto

Latini? linm.inisijitc.

e* singulis.

!>l).

piii
,

lire:
:

..

titillimi

Lniiniim gliseens iam per aliquoi annos dila-

11,31: Triennio deinde

'O/.L-fa

.:

Z't.zwi

Aoravwv

r,xvr i-i- ftiiTOj; i

wrJ.w

iy?r,\

-;',--/
c

pace e

Roma

11).

V,

VI

e pel Li-

tra la

stessa.

singultii

* Lt. Il, l!):

lum.

sarebbe stata

Roma, 5

testimonio della loro indipendenza ricono-

Cassio net 2tl


sciuta

in-

lago Rcgillo. Solamente

una condizione Lucerla

trattato concluso poscia Ira essi e

il

Livio

il

Dionigi

non aggiungo

lo

effelto di essa

l'

la disfatta dei Latini e la loro aggiogazione a

la

il

di discordie e di separazioni delle

varie citt dalla lega, anzich

si

Roma, 2

di

e dalle parole del primo specialmente pare che

una continuazione

sia siala

255

l, 21,

v.s-,\

die. CU'.

lice

certa

paxnce

r^ii^i.:: r.'A'-.li:- ir.i

ii5v -Cyi

'M

he! limi fuit.

xstvs

-iln-n ir.>li/j:i-r.i-Mx

-ri t.',U\l';j -[>jw>j.V-

^siM

xeti

twv
-r,i

s^njMtra

i9
difetto di storia

[[

contemporanea

in quel periodo di transi-

zione non potrebbe esser meglio dimostrato, che da quelle parole del Livio, ove parlando dei fasti dei magistrati e della

tempo

loro inesattezza al

me

magislrutilnts, ut

dell'

accennata guerra Latina, dice:

imperimi

tanti errores inplkant

apud

alita-

alias ordiatis

qui constile* .iccumhnu tjuosdam, nec

quid quoque annu action

sit,

non rerum

in tanta velustate

sed efesi uuctorum digerere possisi Insomma basta

modo

plebe con quella del tempo dei re e della caduta della Monarchia, per iscorgere

quanta differenza

vi sia fra

per quanta maggiore esattezza di nomi,

seconda vada innanzi

alla prima.

contemporanee, mentre
dizione,

una e

di date,

di

l'altra,
fatti

la

Certo questa esaltezza non

dipende da altro, che quelle notizie riposano


la diversit

su cronache

del racconto, la eontra-

sparire di avvenimenti accenna ad un lavoro di

Io

epoca pi remota, fondato sopra una tradizione incerta e


o meno esagerala dal popolo. Ora se que-to

fatto

si

pi.

fosse

preso in maggiore onisiilerazioiio dagli storici, essi non avreb-

bero dato con certezza


re, poich

tanto

come

un Unito

consoli

favoloso
e

un

come

successori immediali dei

un Romolo ed un Uomo,

Collatino.

altret-

Quale meraviglia adunque

die, in quella confusione cronologica, in quella creazione fantastica di personaggi, in quella oscuriti!
pitali di

al

nuove autorit supreme

potere monarchico? Anzi se fra

da Fahius

listi

l'ictor in

poi,

tempo ad

essi

2i.

le

forme

di

dello Sato

anna-

magistrati del

pi prossimo, non strano che questa ignoranza

avuto eziandio dai cronisti ad

II,

sui fatti ca-

gli stessi

spessissimo v'ha di quelli che

non intesero giustamente u anche

siasi

medesima

quel tempo, non siasi conservala esatta notizia delle

relazioni politiche, delle

succedute

essi

anteriori,

quali non

20
solamente nulla trovarono

ma

tiamo,

.scritto

intorno al periodo di cui trat-

ebbero a raccogliere da una tradizione tanto pi

invaila, per quanto nasceva da un' epoca

me

di

guerra

civile.

pare ci tinto pi indubitato, perch, come mostrer inol-

tre,

potere succeduto alla Monarchia essendo stato molto

il

non abbastanza

simile a questa e al Consolalo, facilmente pot

essere inleso epper tralascialo,

Oramai

transitorio.

pelle della gente Fabia,

tanto

che

certo

la (piale

Non

que, che quando a questi cronisti


notare soltanto

le

improbabile aduntutto inlenti a

gentilizi!,

gesta di alcune famiglie, tennero dietro de-

che volevano ordinare

gli altri

in

un insieme

tanti fatti parti-

questi per riempiere quegli anni corsi

colari,

deiTarquinii e

il

fu

comparisce nella storia dopo

prima secessione della plebe.

la

maggiormente che

prime cronache furono

le

fra la cacciata

patto stabilito tra patriziato e plebe nel

260

e rimasti vuoti di grandi avvenimenti e di indicazioni certe ri-

guardo

al

governo, parte rivolgendosi alla tradizione viva e

parte sopperendo con

falli

posteriori, trasportarono

Conso-

il

lato vigente ai loro di in quel periodo osru rissimo della storia.


In falli se
l'oioiiicia

prima
lungo

si

considera che una vera e certa cronologia non

che dopo

ritirata della
di

quello dato

la

invasione dei Galli, e se fuori ogni

plebe sul

monte Sacro dov

comunemente,

quegli annalisti per ordinare

rono quel periodo e parte

gli

fasti

essere pi

cresce la probabilit che


consolari parte abbrevia-

attribuirono persone e avveni-

menti, che confusamente poterono trovare nella bocca del popolo.

La repubblica non comincia die con questa

confusione, e la notizia del Polibio intorno


soli

rende oscura e nulla

Secondo

'

lui,'

Mommsin

come

R<">m.

la

tradizione del

ai

incertezza e

primi due con-

primo Consolato.

s' veduto di sopra, Lucio (Jiunio

Gesch. Voi.

I, p.

[irato

I7+.

111.22, 1.

Digitizod by

Google

Marco Orazio furono primi

il

mentre secun.lo

slati

Livio

il

primi, n mai colle-

Tolto quanto adunque vien narrato intorno a Collatino,

sua destituzione,

la

consoli,

Dionigi essi non sarebhero

glli.

come

suo

il

sparisce ci clic

sparisco affatto dalia storia,

esilio

fa

si

operare da Publio Valerio, che non

dopo

sarelik: stato pi cunsole

ni<

irti

Unito,

discordia

la

siu't.L

tra Valerio ed Orazio per la inaugurazione del tempio a Giove

e tante altre circostanze

numero

dire del
stati

cinque?

nei fasti,

addotte

ma

fasti

s'

poi,

impossibile, perch

della loro elezione

Niebhnr nou

stanza, epper

che a

primo anno, che sarebbero

questo numero non occorre mai

sembra appunto

esso

come cagione

volosi. Al

rono

dagli storici.'

riferite

dei consoli di quel

Non solamente

vengono

falli invcrisimili, fa-

isfuggi la stranezza di cosiffatta circo-

indusse dapprima a credere che forse

vi fu-

nei quali erano segnati Urulo, Collatino, Lucrezio

e Valerio Puhlicola come componenti un solo governo appena


deironizzato Tarquinia

u poscia

opino che

di quattro tribuni

il

nazione della notizia dei


tanti consoli in

determinando meglio la sua

Consolalo dov essere preceduto da un

ipolesi,

governo

Cderum.' Come

fasti

un solo auno,

coli'

intima iuvorisimiglianza

ingegnosa;

svolgendola davanlaggio mostra

egli stesso

Storia

Romana

delle costituzioni Latine,

manca

del lutto

di quattro, sieno tribuni

securo. Infatti in tutta

la

altro.

vede, la combi-

si

ma

ili

Niebhur noo

il

quanto ne era

in-

quello che

sa

in

si

un cenno d'un potere

Aggiungi che

il

trbumu Ce-

terum non era che un solo e non s' avea ragione a farne di pi;
egli aveva un olicio puramente militare, era capo della cavalleria e

non so perch qnei membri del governo provvisorio,

'

Vedi Livio

'

I\6m..Gesch.[ Thril.

welclie
1
vici-

ilio

Lili.

vicr

Vorlr. ubcr

Il c Dionigi Lib.

MSuner

p.ril'ej,

<:f.

p.

in

vrilii-friii-iullch Imi

cs Fastcn gcgchen.

:ih ersiir Olirigksil viT/eiilmeli'n.

rom. Gcsch.

Trillimi CcliTimi

vicr Hiiiincrn.

V.

1. p.

Itcsilz

201.

ili'i'

203: wir

srlien nach Tanpiiriiirs Full

Il-'i'rsfliali,

iilsn ciurli

Jlijtislriil vini

-22
ammesso anche

questo, abhiano dovuto essere

[ali

tosto che altri magistrati gi esistenti innanzi,

lerum

il

tribuni piut-

tribuni!* Ce-

inline era soltanto possibile in relazione al re,

il

odiato e scaccialo, dovea anche distruggersi se non altro

me

del suo rappresentante

il

che avvenne di

dosi a lui nel caso della Dittatura

a che dunque in

Roma non

ebbe pi

v"

quale
il

no-

fatto, sostituen-

magister equitum. Insino

il

non

re,

vi

poteva essere

quel tribuno, quindi niuna delegazione di governo a lui, che


solo dal re poteva farsi

La

quando recavasi

alla guerra.

elezione dei primi consoli in Comizii centuriali, le loro

ripetute proposte al popolo sul

zione della Monarchia,

Bruto e

il

bando

dei Tarquinii e l'aboli-

complemento

del Senato fatto per

tanti altri singoli fatti, attestano in fine quel difetto di

storia scrtta

con temporanea, appunto perch troppo partico-

lareggiati per

un tempo

cosi

simili a fatti ed istituzioni

remoto ed oscuro, perche troppo


dell'epoca

posteriori. Agli. annalisti

repubblicana, che nulla rinvennero scritto inlorno


antecedente, dov parere ragionevole, naturale che

al
i

periodo

capi della

rivoluzione avessero provocata quella votazione del. popolo;

che la costituzione

Servio Tullio fosse stata richiamata in

medesimi, perch essa yij esisteva

vita dai
il

di

Senato fosse sialo restaurato, perch

avere avuta gran parte


plebei

al

rivolgimento

la
e

ai loro

tempi

la

che

plebe sembr loro

perch in

falli

molti

furono nel Senato della repubblica. In lutto ci

mossi dal concetto che tutta

costituzione dei loro

essi

tempi

avesse duvulo nascere colla repubblica ad un'ora, non fe-

cero altro che tradurre in un passalo incerto

Noi non possiamo qui sottomettere alla

te.

il

loro presen-

critica tutta la loro

narrazione. Si osservi solo, quanto a queste ultime notizie, che


la convocazione del

popolo pel praefeclus urbis/ nella ele-

zione dei primi Consoli, una grave inesattezza, poich questo

,>s

Liv.

00:

rlun cuiisiiIis

comnuriUii'iis Sci

vi

indi'

Tulli creali

unniliis

sunt

-iiIiii'liIs

pracl'cclo urbis

t'Ic.

Digilized by

Google

-23magistraio non ebbo mai un

n sotto
(I

il

Consolato.

n sotto la Monarchia

tal diritto,

qui

vede proprio

si

prammatismo.

il

Dionigi per non cader in questo errore di diritto pubblico,

parla invece di un interra,

che fu Io stesso Spurio Lucrezio

detto dal Livio pracf'cclus urbis. 1

nomi

favolosi

Il

Moinm.-en accennando

lruto, Publicola c

di

parimente una invenzione annalistica


tenuta da lruto, a cui

come

ai

Scevota aggiunge, esser


delie Curio

la concioni!

tribuno non competeva queste

Altrove poi dimostra che quella elezione nel Senato

diritto."

fu

un ritrovato

ai

loro tempi soltanto

degli antiquari!
1

sendo composto da 300

3C>

Romani

stessi,

quali vedendo

famiglie patrizie e

nubili, dissero che

avevano ammessi 104- plebei.

il

Senato es-

primi consoli

vi

IV.

Se

nostre ricerche dovessero ristare a questo punto, esse

le

non sarebbero

di

non tentato

rieducare, avrebbero fatto riconoscere

d'

una

re,

di

il

difetto

che abbiamo preso a studia-

non porto alcun mezzo, onde vedere qualche cosa

di

chiaro e securo, in quella oscurit ed incertezza tradizio-

Qui per da osservare che,

nale.

quanto comunemente vien


rico,

1'

aver

riferito su quel

dimostrato che

periodo non sia sto-

non imporla punto che quella narrazione debba

tutta intera.

'

ma

grande importanza; avrebbero distrutto,

storia autentica del periodo

ma

piii

-fiX^wv i

IV, Si: y.~.

" I,

59

rigettarsi

Essa ha sempre un valore, poich pi o

imperami

llm. Gesch.

Rm.

Forsch.

I,
1,

in

llji-j-i: -Miiitv'jst

urbe L u tre liu, urac fedo urbis

1, p.

250. 4

nini

meno

jtsmfav.-

:mw.

jib

ror

A ufi.

p.!2t. Hom. Gesch.

i, 2. 1, p. 2tit.

igiiized by

Google

24
esattamente ritrae sempre una tradizione orale c monumentale
di

tempi

vicini

a quelli di cui trattasi

tradizione la quale per

quanto favolosa, con tiene non pertanto un certo fondo


a ricercare

rit,

ve-

di

quale c ridonarlo, per quanto possibile,

il

nella integrili sua, appunto

Innanzi lutto per,

come

il

che

fine

siamo proposto.

ci

nella critica della storia antica ci

che pi agevola a meglio determinare

fatti

esaminarli

l'

nella loro verisimiglianza e possibilit, cosi sar utile

vedere

il

se era possibile che alla Monarchia avesse lenuto dietro im-

mediatamente
Ora,

mano

Consolato.

il

non v ha circostanza, che separi pi

ei

proceduto
para/ione

colti

moderni, quanto questa, cio

loiilaniriiii' e a

gradi nella via delle

questo riguardi) colla Storia

politiche per lo pi

con

la parola;

ove

i!

il

popolo Ito-

che ad un tempo

dagli altri del ninnilo antico, e

a lato dei pi

ri

di

lo

ponga

aver sempre

forine. Una

di (leccia,

ove

avevan luogo colle armi, mentre

com-

le lotte

in

Roma

loro line era lo scacciare un parlilo dal go-

verno per collocatisi nn altro anche esclusivamente, mentre

Roma

il

line era

potere; ove questo potere e

di

natura secondo

Roma
si

in

che una parte della nazione entrasse anche essa

al

il

in istituzioni

cangiavano del tutto

diverso partito che predominava, mentre in

l'uno e le altre rimanevano le stesse, e solo poco a poco

rendeva quello accessibile a

comparazione,

tutte le classi sociali

uoa

tale

sarebbe forse qui troppo lunga. Baste-

io dico,

rebbe non per tanto, a confermarsene, non gi scorrere tulio


il

periodo della repubblica, non

terminata

ma
I

il

lotta delle classi,

li

lui uni

ri

vi J

senza travolgi meliti

innanzi alla

farsi

i-

la plebe

dalla

:>

pulitici radicali

in

'

Hi|.'

nv... Iuguli,

<

mentre prima era

quello dei patrizi!. Intanto, in opposi-

zione a quest indole cosi manifesta

Roma, seguendo

la in-

prima secessione

quella rappresentanza nello

Stato, clic la costitu parte del medesimo,

quasi un altro Stato

mente

tendenti alla uguaglianza politica,

come

considerare solo,

la tradizione

costante di quel popolo,

comune, avrebbe

in

brevissimo

Dipzed

by

Google

25
tempo compiuta

spazio di

grande
d

in Italia ed in

Lucrezia e per

abbattere

il

la

riforma poltica pi radicale, pi

la

Roma,

Grecia;

anche per

clic

esagerala tirannide

di

la offesa

Tarquinio anzich

principato, avrebbe potuto disfarsi del re ed eleg-

gerne un altro,

un giorno

in

solo, sulla proposta di

un Bruto,

avrebbe introdotto una costituzione novella, dimenticando o ab-

bandonando ogni legge

Ad un

e consuetudine del suo diritto pubblico.

re a vita, illimitalo no' suoi poteri, irresponsabile, avrebbe

due

sosliluito

consoli governanti

un anno,

frenati dal potere

ad un potere supremo,

del popolo, responsabili;


stato

per sempre inaccessibile

alla plebe,

e da plebei.

trizii

ailri tentativi,

Insomma,

senza esempio avrebbe

Monarchia e

rale dei secondo,

La

critica

come

vi

sarebbe

pretese

soli patrizi!, altri eletti

il

il

quale,

di

botto crealo un

come vedremo,

Consolalo, e

come

da pa-

Itonia senza appaivrchiarviii, senza

non poteva, non doveva essere se non se

gistrato clie

sformazione d'un altro,


tra la

clic

avrebbe sostituito un

a cui questa poscia poteva pretendere,

altro

ad un capo dello Slato eletto da

come

tale

ma-

la tra-

intermedio

cagione natu-

effetto del primo.

non solo moderna, ma anche

parte importante, strana della Storia

quel subitaneo passaggio

aulica not questa

Humana,

mia forma

dall'

e per esplicare

politica nelf altra, ri-

corse a quanto la tradizione riferisce intorno a Servio Tullio,


cio avere egli avuto in animo di sostituire alia Monarchia la

Repubblica,

il

'

il

che poi non opero, perditi colpito dalla morte.

Niebhur poi* appoggiandosi, come


Li:

48

id

ni

scelus

di

sopra s' detto, su

ipsum lam mite ac lam moderatalo impcrium [amen,

quia unius esset, deponere


inteslinuro

euiii in

liberandac

animo liabuissc quidam auctores sunl,


pattine

tonsilla

Dionjs. IV, 40. (Servio Tullio) Tj^itr/j. -i

Sttov n^i=r

;,

agitanti

itltertemSMl

r.Mo\i -iX^iv ;

^-a-Trrpuv ti T/r^% -r^ i;oXiida;

xptKiav. Plul.'de fon. Rom. 10.

v.wi-v.^ ir.iii.izq
*RBm, Gesch. [; p. 450.

(Servio Tulliu)

;r,i

et

ili 3li*0-

faciteav

r.a-

(dalla morente Tanaquilla).

DigitizGd &/

Google

-allineile parole de! Livio ove.

dice

parlando dei due primi corsoli,

ex cotmnenturiis Servi Tulli creati

che Servio, ovvero


piano

il

legislatore a cui

(jucllo

si

di

suiti,

tal

ha opinato

nome, concep

disegno che dov essere trascritto

generale della sua riforma, e

cui

di

valso

si

il

questa congettura non

nostro proposito,

dire, che essa ci

sembra poco fon-

dubbio, per non


libri

di

sia indispensabile al

pure non sar superlluo

conservati

in

popolo

dopo che cacci Tarquinio. Quaotunqoe una lunga disamina

dala.

il

introdurre duo consoli annuali scelti dalle due classi,

d'

dei patrizii e dei plebei

il

dire sicuramente infondalo,

e commentari! cosi

di

esalti

ebo siensi

un tempo

tanto

oscuro, o di un re tanto incerto quale Servio Tullio; tempo

ebe non

ebbe alcuna tradizione

si

scritta, e re di cui

altro di vero cho la costituzione. Oltrech,

acceona ad un Consolalo avulo

in

tanto di una forma repubblicana.

porre in atto

di

come

che

lato

l'are

il

'?

la

mente da Servio,

sa

sol-

tempo

nuova costituzione finanziaria e militare,

non V avrebbe avuto anche per quella del Conso-

adunque che quanta su questo riguardo

riferiscono

un mezzo

della stessa

per spiegare quel salto


i

litica all'altra. Itispetlo

non so perch non


che con esse

il

dall'

una costituzione po-

poi a quelle parole ex

commentari ix ecc.

delibasi accettare l'opinione del Sigonio.cio

Livio intese accennare al

modo

di elezione dei

quali, secondo la riforma di Servio intorno ai

si

storici

ma

poi, se egli s'ebbe

Livio, e con lui gli altri storici, sia sialo

crtica antica

consoli,

non

ninno degli

mizii centuriati,

Seguendo

la

furono in questi

comune

eletti.

Co-

tradizione quel rivolgimento politico

sarebbe avvenuto senza agitazioni, senza spargimento di sangue, senza lotte di partili. Mentre Tarquinio attende all'assedio
di

Ardca, Bruto raccoglie


1

Liv.

I.

il

li.

la cacciata

60.

Al luogo del Livio surriferito.

Gcscb.

popolo, che delibera

Della stessa opinione sono: Gtlling

Rom, Suats. p.2G5; Gcrlacb

gler RSn. Gestii. 11, p. 18,

liisl.

Sluii. 1. p. 36(5;

Schwe-

-27del re, e quando questi senza esercito ritorna in

son chiuse

ed

porte,

le

egli

che verr detto pi sotto

guerra

Ma so anche

mento.

suo

il

Roma,

Da

ne va in Cere.

sia

gli

quello

da credere ad una

che dov accompagnare quel

civile,

allora

se

ricaver, quanto poco verisimile

si

come invece

sia questo racconto, e

grande avveni-

fosse vero che questo sia seguito in pace,

non avrebbe potuto essere l'abolizione

effetto

della Monarchia, sibbene la cacciala di Tarquinio. Io

non dir

Monarchia Romana

sia stata

esclusivamente cogli uni,

un magistrato a
altri,

che essa

clic la

vita istituita

sia

per sola volont popolare

n con

fondata sulla volont divina manifestala nel-

r augurium augustum, insomma sia stata un potere esclusiva-

mente

teocratico.'

Imperciocch se

dall'

una parte non possono

dinegarsi pruovc a favore della prima opinione,


zione del ro, la

come

la

porsi in dubbio altri

inaugurano,

dello Slato, l'essere egli


i

pontifices a

intestina,

gli auspicii

sua

il

Ad

ogni

popolo prestava tanta devozione, ogni rito


l'

abbattimento del principato.

non ritornavano

'

Infatti,

ai

patres che con la sua morte,

perlaquale soltanto potevano pas-

abdicedio,

antirlii

illinenia

al lellorc le

cus ildla

ij

cognizione
Liiri

tale crcaro

suo successore. Ora Tarquinio n mori, n abdic

al

Risparmio

guarda

auspicii

gli

dello Stato restavano nella persona del re por (ulta

vita, e

ovvero con

'

a favore della
ro

religioso.

una grande rivoluzione, senza una guerra

che, senza

religioso, era impossibile

la

il

piuttosto elio ella sia

originata di fatto por delegazione

che avesse sospeso ogni pratica delle antiche forme

politiche, a cui

sare

fatti

possedere

Laonde panni

conformata da un legame

del popolo, era poi

modo dico

il

medesimo sacerdote o come

flantnes.

doppia ad un tempo

siala

la ele-

curiata de imperio emanala dai patrizii;

Icx.

non possono

dall' altra

seconda,

come

ni

tfi-Ha

ielle

l'alno

uicile.;iuia.

ci die .1--

1>

gli

molle e lunghe unte, sopratiHto per quanto ridil i|in'.ili>,

IJua.ilo
...

|ii'rtu suppi'iiigii

iiimr..stiMr.;

mi limilo suUinlo

i'uii

paraggi

a quelli elle

In lui
ili

una

sciit-

hanno snella

mio soggetto.

Digilized by

Google

28
auspicii pubblici
il

adunque,

il

die vuol diro la sanziono di tutto

potere supremo, furono illegalmente,

pati da lui

uno

Romani, che tanto

e per la sua dignit,

strato

irre ligio sani cute strap-

magi-

rispetto ebbero pel

non poterono

ci fare se

Ma, posto anche

slato eccezionale, di guerra.

non iu

Tarqui-

elio

avesse perduto gli auspicii, talch

nio per la sua tirannide

il

popolo poteva creare un altro capo dello Stalo, questo non

poteva essere che un


tro,

re

Roma

non avrebbe potuto fare

al-

che nominare un interrex e questi un altro, e questi poi

cleL-'yere

un monarca. Dappoich era

luogo la inauguratici,

la

col re

appunto che avea

quale spar col Consolato, e l'abolire

quella importantissima cerimonia religiosa sarebbe stato uno

sconvolgere tulio l'ordine dello Stato, un turbare tulle le coscienze superstiziose

avvenire

in

pace.

e questo, certo, se avvenne,

quali con lui e coll'a-

le

come

bolizione del suo potere avrebbero dovuto finire,

rono

ma

ci

non pot essere opera

non polo

come primo Sacerdote,

dir breve, al re,

erano congiunte delie azioni sacre,

fini-

pace e ordinaria. Si

di

dir forse che, appunto per salvare questo forme religiose, fu

crealo
citate

il

tei sacrorum,

prima dal

re.

Ma

il

l'

quale assunse

le funzioni

sacre eser-

aver ci fatto non importa punto che

l'abbattimento della Monarchia, almeno sotto questo rispetto,

non abbia dovuto sembrare


alla divinit.

Onde

me

essere una istillimene sorta

ai

Romani

si

volle

il

fallo pi disaccetto

pare piuttosto, che questa anzich


coii!r ii]iorain.'anirntc colla
,

dei re, sia stata alquanto posteriore,

nello Slato,

cacciata

quando ritornata

pace

la

con essa riparare alle offese fatte agli

Ilo detto che l'esilio di Tarquiuio e la creazione d' uri

vo governo non pot avvenire


rebbero far crederci

gli storici

pagnato da ima guerra


listi

del

in
;

pace ed

in fesla,

dei.

nuo-

come

vor-

che esso dov essere accom-

civile aspra, la

quale forse

vollero tacere per soverchia patria carit.


tutto taciuto dalla [radi/ione, la quale,

No

gli

anna-

questo

sebbene non a-

pertamenle, ne conserva tracce sicure, come

nella

congiura

Digitizcd 0/

Google

tramala

Roma

in

dai legali di Tarqninio e poi svelala dal cosi

corno puro nelle guerre che ne seguirono,

dello Vindicio,

quali doverono avere un'eco nella cill medesima,


sabile che

un re

astuto, ardito, polente quale

muova da Ardea

Tarquinia,

verso

Roma

della ribellione avvenuta; che

pendo

porte della cill tragga

per riconquistare

in esilio,

inai

li

le

pen-

vien descritto

ci

senza l'esercito, sa-

solo veder chiuse le

al

mentre poi adopera tanti mezzi

Irono? Egli avea saputo puntellare la sua

il

signoria con relazioni esterne, con leghe di principi e famiglie


nobili latine,
poi.

Ma

da

come

cui poteva aver soccorso,

anche senza questo,

egli

lo

poteva nella slessa

ebbe di

Roma

op-

porre la maggiore resistenza alla rivoluzione pel gran partito

che

avea. Questo, che poscia in gran parte emigri) anche

vi

esso,

(ormava nella battaglia al lago Regillo una


5

dell'esercito allealo Latino;

pagn

in

Cuoia, e parte

comparisce

e,

sconfitto Tarqninio, l'accom-

sparse per varie altre citt.* Esso poi

nuovo, quando nel 262 inviala

di

commissione

si

'

Liv. I,

anzi

il

i[ii<j'[iw

l:\

Sia -G>v Sri.iov

maxime gcnicm

.i'ysiv.

modo cmn

v.

^r.'/Jjtnt

sl'/.'si

priiioribus

S.o->^i[>.vi::Z

-Sii.

tc wai-sta;, illi

i-r/wwj

s^snfcwwv

ziv-wi VM-ivi'si,

tiranno Aristo-

conciliabat, ut peregri ds

miccini. Dioiiy-, IV,

y.xzi

[ir,

jt-ijrajiivs:;,

xai Sivuti, tiv


1

sibi

lutor ntcreves tsut.mrijiin liuspiliii

sci! ailfmiUiles

Tapiri

il

Livio narra che, allo scoppiare della guerra

40 Latinorum

quoque opibus
corum,

Romani una

Clima per comperar frumento, pose a questa

io

Ogni ostacolo possibile, perfino inimicandole

demo.' Che

forte divisione

Xki
iAkotov

ili fuXoxij;,

Asrtivwv :Svs'j;, xai


v.;: 'rl

'.1'A lX\ vrX.

Liv. Il, 20.

It^Xit'.v

c\Y.v:.i-i'.\-.

\v'y>:t;i.

w.

~i t.'i.h

'i

t.',j.'.\

Ti.j-

paitov %-.'J.l'sr.\:,

"i.z-j-ai^

;i5-/v,c

=.>-;

pd'/VOT ;o :j$ 'rtfi:

*DioBys.VII,t2:

w.wMv.7.-vi

-J.

iv -Ci [im.: ''w.w.h '.'//.-a^-i--^


i;;,

\ii<i

7,i/i\yi~.7.-i

'L'-l

z-m-.vi

-Air,b. -f,:

ti;;

i/.

invilirai ssts tot tu-

in! =av?(<j.

-vi-vi 'A -v \vjr.iw^vi


:
K0;^, ;': ry> 7z?a-i
'

rfir, -.iyi:ri', yr.-i.

S'iOTjuvst, t^v

-%-y.::

i'yA'i.vi'.n

i|J.

M
:

"asa-

m-

vf'&Zli

Tjv.i/.iaczai $ixr <i.


t

-30
Latina, la cagione che indusse a creare un Dittatore, fu per-

che
v'

consoli di quell'anno erano pel partito di Tarquinio.'

ha duhhio

questo partito avea

elio

suo centro nella plebe.

il

Tarquinio, cornei tirannelli greci, che in tante circostanze sep-

pe tanto imitare,

si

appoggi sopratutto

alla plebe,

a quella

classe del popolo la quale, per giusto e antico odio verso

arislocrazia, a cui egli rec

racconta

maggiore indebolimento.

il

Il

Livio

che quando Porsenna comparve innanzi alle

in fatti,

Roma,

porte di

il

Senato temendo che

la

piche non avesse

medesima

interno aiutata la sua impresa, cuocesse alla

all'

pa-

poteva sostenere la sua signoria contro gli attacchi della

trizi!,

il

prezzo del sale, diminu

imposte;

le

fru-

e gi

innanzi avea tentato di porre in discordia l'uno eoo l'altra,

daodo
che
di

in

preda a questa

le possessiooi dei re.

annunzio della morti del meritimi,

all'

nuovo

a bistrattare la plebe.'

Il

il

Indi aggiunge,

Senato cominci

Di

colorito retorico, confessa anche egli

Tarquioio e la plebe, nel discorso che pone in bocca

voli tra

capo

al

quest'ultima quando su! Monte Sacro rispose

di

ai

messi del Senato/

'

Liv. Il, 18: net quibus ('misurimi,

serli..

panini ereditimi

rallini! Juliia*

Liv.

Humana

lilei

2l:apud

sii.

ex

rjuia

f.iciinnc

invniio:

cjiiosiIiii

fiierU, se tuii-iilulii nluliraspi:;

11,9: nec

liosles

modo

Tarquiniana es-

IVtummm,

quia

diclnlorem inde factum.

sed stiosmel ipsi cives, ne

tinicbint,

plebi melu perniisi n-ivjiiis in urkiii iv^ilius vcl clini servita te

paceui acciaerei.
1

'

Liv.

11,

Liv.

11,21. co

plebi,
die

ni sLiraraa

5.

(bona)

diripenda

nitntio (della

sed patrilms iiiiuh

luxiirinsa

npe inservilum erat,

Diouys. VI, "4.

'lip.v

T/j.y/. -).-,>.%

-7X

murine

m:

il

data, ut contaela regia

T.)

di

fu

erecti palres.
plrhi

hietitia;

primoribiis

fieri

'M-i

r.r.t-n r^.i'.-n.

,r y.\

uri

creda

eam

cui ad

coepere.

u.siaf/ta, r.ai

-/-.m-i:;',: 'j'.-'/.isapiv -r,

r-;i[i',-Ai; -.ti-i:

%y.vj.iw,

e;i

- j-/4isv rw,i-=u;j.a

Hiyy. \s'iii: i;.5ipr,z -li"',

uri

plebi sunt

morte

-:-=ix.

r~,.-ir.-i-At
i

v.%:

riitou

-fiv l.-iizibii.

Digitizod

-f(>

bjr

Google

punto
del

l'

.ma

arisloi;ra/.ia

Superbo, e die infine

interamente aristocratico

discapitato no! suo polare col regno

nuovo governo

il

oligarchico.

istituito

non fu che

Quale dunque dov

es-

sere l'atteggiamento della plebe rispetto a quel travolgimento

operato dai
quinia-

patria! ii?

V.

chiaro die essa, perch vedeva in Tar-

un protettore contro

gli

abusi oligarchici, nella monar-

chia una guarentigia conlra un dispotismo aristocratico, che la

opprimeva pi da vicino, per


tra lei e

nobili

le relazioni finanziarie e

agricole

perch insomma dallo stesso Tarquinto e dai

suoi partigiani tra

patrizi

non solo dov opporsi

alla

dov essere spinta a sostenerlo,

sua cacciata,

ma

anche

alla costitu-

zione di un potere aristocratico, quale sarebbe stato e in origine fu

il

Consolato.

a ci potr rispondersi col Niebhur,

nn rappresentante della plebe nel nuovo

cio che Bruto sia

governo repubblicano.' Imperocch


di cui

parla

il

Niebhur, non sono

noto che

Junii plebei,

che pre-

quelli

gli stessi di

sero parto alla rivoluzione, la cui famiglia sarcbbesi estinta


colla

morte

dei

mente anche
li-;:-:'
/''>''.;

zum

iv. r.Cu.'i
~('-

~~<fi

Bora. G. T.

due

egli

figliuoli del console.-

patrizio,''

ii'-i-i.^

1. p.

tt'J.T.zvj.z.

Ti

'.:'/.

-/.-/.zi

vi-;;

292. ' edii. emschiedsn

plebjischcn Stanile, den er unler den vier

Dionjs. IV, G8;

quale fu vera-

Il

Tarquinia, sorella

di

iv.Ti-- '>-?//,- Tj-.Cvi

Dionjs. V, 18. Pini. Bru.


'

figliuolo

v'ir.

TS

1 ;

r.arty?

ili ri

(Bruto)

Manneni verini.

Cass. Dio li,

avSpi wi-sw

ow.iVj'i ;i=v

rechile idi

\ibi

1-2.

Mpxo;

'loijvio;,

vi? tv ov Avsia -^m sswiisv Edvriov -s-fsvc;, v toij hl-

Digilized by

Google

32
dell'ultimo re,' e !a sua moglie era della famiglia patrizia dei
Inoltre

Vitelli.'

come plebeo

trbunus Celerum.

Ma

solo

egli

non avrebbe potuto essere

quel che 6 pi, se Bruto quale plebeo

come

spiegasi ebe la plebe

dopo

lui

non ebbe pi rappresentanti nel Consolato,

ma in

tutta la

fosse stato console,

lotta coi palrizii

stalo per

Da

lei

un

non

s'

non

appell mai a questo fatto, die sarebbe

giusto titolo aJ occupare quel magistrato?

allra parie anclie nel patriziato

doverono aver luogo

di-

scordie e lizze.

Non solamente

gnit religiose,

non solo quelle che doverono parteggiare per

Tarquinio

si

opposero

alla

multe famiglie investite di di-

le

sua cacciata e in genere

timento dell'antico ordino politico;


nobili delle diverse trib

vi

ma

all'

abbat-

fra le stesse famiglie

doverono essere pretensioni e ten-

pervenire al supremo potere. Al che potevano essere

tativi di

indotte dalla consuetudine che ciascuna trib, dei lamnenses

e dei TUienses, dava un proprio re, come avvenne dei primi


quattro; consuetudine, a cui iTarquinii aveano apportala

una

interruzione, e die dovi; essere interesse dei patrizii o di

una

parte di essi di ristorare. Infine, sieuo poi qualunque le ten-

denze

di questa aristocrazia al principato

ovvero ad altra forma

governo, indubitato die una grande agitazione oligarchica

di

dov accompagnare quell'avvenimento, come


la oligarchia dei Fabii, che

dur dal 269

al

lo

mostra poscia

275, e

di cui si

conserva memoria solamente, perche quella famiglia

una cronaca propria. La plebe,


agricola dei luoghi circostanti

in

ferisce la tradizione,

un potere a

glio diro

'

il

Dioiijs.

Liv.

non poteva permettere che

lei

Consolato.

pericoloso al quale

Adunque

ebbe

numero

vi

si

non avea

maggiore

armi a quei torno, corno

dell'esercito, tanto pi se era in

tuito

si

risultando dalla popolazione

Roma, superava

ili

patrizii; essa perci costituendo la parte principale e

ri-

fosso isti-

parto,

dov essere guerra

vo-

civile, e

1. c.

11,4.

igifeed

t>y

Google

-88
Cicerone lo conferma chiaramente

in

nio cxaclo mira qaailam cxsultassc

pupnlum

tum

talis,

torum

quelle parole: Tarquiinsolenti

liber-

oxacli in exilium innoccntes, tura bonadirepta

ole.

mul-

Che se con

quelle disposizioni della plebe,

scordie dei patrizii dov essere impossibile

l'

con quelle

introdurre

di-

Con-

il

dovea essere adunque l'espediente pi probabile?

solato, quale

Quale poteva essere un novello governo, r he avrs*>ad un tempo


potuto dare pace alia popolazione, assicuranze alle classi
tanti

clic

mentre rimaneva

ch questa

nelle

inizi la rivoluzione,

mani

lot-

dell' aristocrazia, per-

come

da altra parie

potere

provvisorio, poteva farsi accettare dalla plebe, a cui rimaneva


la

speranza

di entrare nel

nuovo

c definitivo potere supremo'/

V.

La Dittatura ora un
con
la

la

un

solo debole a quella di pi aristocratici forti


illimitata,

e lo loro agitazioni

liti

conservavano
meglio
era

magistrato, che avea molte simiglianze

Monarchia, onde accontentava la piche die preferiva

signoria di

avea una potest

le

onde poteva tenero

io freno

avea seco gliauspicii come

forme religiose e

si

allontanavano

il

re,

gli

da

tutto

ogni lotta di classe.

dovea nascere

in

quanto

il

di

parsi

insomma

popolo, onde poneva argine ad

La Dittatura quindi era

uno stato

tra la Mooarcliia e

il

onde

scrupoli o

timori di discapiti Miclle famiglie sacerdotali;

istituito

il

travolgimelo,

Consolato.

solo potere, che


il

solo possibile

questo carattere di inter-

medio,

di provvisorio, di ordinatore e pacificatore dello Stalo,

ha

conservato da allora in poi, in tutta

Il

ella

la storia

Romana.

Consolato era una forma di governo ebe, per la sua natura

medesima, addiinandava uno


dotto,

addimandava una

Rq>.

I.

io. 63.

sialo paciQco por essere intro-

vittoria gi conseguita dai paLrizii sui

34

plebei, del parliti) oligarchico sul monarchico; e questo stato,

questa vittoria non fu in

Roma,

Ei non vale opporre che

non

cose, elio essa

25G per

prima

la

'[ni

mostra.

Tra

A me sembra

bisnyiia

tutt'

riport cosi subito.

non porga
non

nel

cosi le

253 o

noi

d'avere abbastanza di-

poco esatta ed autentica. Non per-

sia

porre pi in luce quei

ad un concetto

si

parli di Dittatore se

volta.

mostrato quanto essa


tanto anche

e non

tradizione

la

uii.-llerla

in

disamina, la quale deve

falli particolari,

altro

questi fatti,

di

quello

ninno

pi

che possono accennare


che essa esternamente

apertamente

di quello

del consolato di Coilatino e della sua destituzione mostra la

grandissima probabilit di una Dittatura, succeduta immedia-

tamente alla Monarchia, lo non ripeter qui che questo consolato svanisce del tutto colia notizia riferita dal Polibio, che

Solamente osservo, che

certo pi accurata delle altre.

la

elezione di lui a console sarebbe stala la pi inconseguente, la

pi impossibile; poich

patrizi

doveano temere d'un parente

Tarquinio, che, se anche non avesse voluto, sarebbe stalo

di

condott dalla

l'orza stessa

degli

avvenimenti e dei

parliti

testa per ricostitn;

che Coilatino solo


cipe

post coni

tanto odiare

Ta>

che avevano
suo avo
i

tanti

goverrif

di quella

abdicare.
in

il

rappresentanti d

punto

Ma

sua pai

forse

Koi

mezzo a queste inver

fermato da
"

tutti gii scrii

Vedi sopratulli Liv. Il, 2. Dqiijs, V. 12. Plut.

9, 3. Eulrop.

I.

9. Zonar.

Popi. 7. Fior.

I,

VII, 13. Gi. Rep. 1,40, 02.

Digitizcd 0/

Google

85da Roma per

Adunque

sospetti di ambizione monarchica.

a credere che, scacciato

ii che forse

si

nome

il

accetto ai patrizi), e

uno

re,

il

della gente dei Tarqui-

Collatino, dov impadronirsi del po-

nomin

tere, dismettendo

non essere vieppi male

di re, per

quale probabilmente dov appoggiarsi

il

sulla plebe, perch vedesi che per opera dei patrizii fn co-

ad abbandonare Roma. Cosi questa avrebbe seguito

stretto

l'esempio

molti Stati greci, ove ai re successero

di

o magistrati

simili,

quali per

un

corto

gli arconti

tempo erano

mano da una

intera gente,

questo Collatino poi

no

slato o

eletto,

mente, ovvero da
con esattezza.
viso, poich

da tutto

e quindi

siasi detto

non pu rispondersi

diminuisce la probabilit del nostro av-

non v'haragionedi credere che

Dittatura di quel

la

periodo abbia dovuto ossero simile interamente

Questa, come vedremo, fn

tempi

alla posteriore.

la rcpitizione della

prima sorta

quale fu dapprima.

il

e di

come pi

un accordo

il

Il

Livio,

'

come

abbiani vednto,
il

narra con

gli

sarebbe
Tarquini

altri

collega Valerio rimasto solo,

eleggere l'altro consolo,

Etra.

* Cic.

quale era numerosissima per

fa-

clienti.'

che, morto Uruto e

non

la

di

che e im-

MUmperium

stato malagevole, poich oltre al favore della plebe,

formavano una intera gens,

dopo

mostrammo,

innanzi

coi patrizii,

No da ultimo l'usurpazione

possibile.

non poteva rimanere

intravidi! questa (ossibilit di

dei Tarquinii, ovvero concessogli

re, raa egli parla,

un potere consolare

costituito,

Niebhur'

Il

un potere preso da uno

miglie e

in

guerre interne; nonpertanto appunto perch dov ac-

di

comodarsi ad un governo gi

cacciato

plebe sola-

lo sia stato dalla

e dai patrizii, a ci

lei

Che

Dittatore o altrimenti, che sia

che essendolo,

N questo

mano

popolo.

il

e-

eletti

Eclusivamcnte dai membri della famiglia rega, poscia

ma

fahbricossi

un

storici

non pure
castello sui

Gcsch. 1,543.

Rep. Il, 31, 04:

nostri maiores ci

s|iii:iuiic([igrmli()iii i.'iqwIcniNl

Conlalinum iDnacenleal su-

rcliijiius T.irijiiiiiiis

(illusione nominis.

'

36
Velia

che perci cadde

presso

il

Ora

popolo.

ambizione monarchica

in sospetto di

questa tradizione conservato un fatto

in

storico, innegabile, cio la signoria assoluta c illimitata di

patrizio

o che,

signoria che da Tarquinio

esiliato

dei Valerii,

per favore

questi,

sia

per usurpazione,

un

d'

ojiella lotta,

si

partito.

por delegazione ovvero

sia

Che ami qui appunto

che dove aver luogo tra

patrizi]

rosiituzoue del novello governo. Collatino

dov essere

partito plebeo di Tarquinio,

capo dello Stato,

e la

sua signoria

il

si

manifesta

o plebei per la

appoggiandosi sui

primo a

porsi a

in osi rari dosi pericolosa alla

asistocrazia dov per opera principalmente di questa


scaccialo. Imperciocch detlo, che

abdicare, Bruto che era


dei Comizii curiali
trizii.'

un

patrizio,

come

quali,

potere esercitato da Valerio,


dalla nobilt dei Valerii,

ma

il

essere

quando quegli dinegossi ad


il

destimi con un voto

e nolo, eran composti di pa-

Effetto di questa vittoria del

Cassio,

un

continu in Collatino,

pass nella famiglia nobile e potente

dov essere

patriziato

il

che mostrato non solamente

dalle parole del Livio* e del

Dione

che dicono ossero sialo odialo dalla plebe per quolla

sua tendenza

al principato.

Ei non

si

pu dire recisamente se

la

una favola

circostanza del castello fabbricatosi da lui sia

pure una verit slorica. Ella potrebbe essere storica, poich


indubitalo che sul Velia esisteva un castello, ove abitarono

Anco Marzio, Tarquinio Prisco ed

il

Superbo, 4 ed probabile

che un Dittatore come Valerio abbia


per (enervisi pi sicuro.

Ci. Brut. ti. 53.

Liv. 11,1.
ci! tu

'

Gratuiti

Fior. I, 0, 3.
iu

voluto impadronirsene

Ad ogni modo

( il

poi anche

DioCass.

come

favola,

XLVI.M.

dimettere dei fateti)

inulti Unii ni

spoeta-

fiit.

Fr. 13, 2 (Mai Nov. Coh. T.

*Cic. ttop. Il, 34,53. Sol.

I,

ll.p.Ua.)

23. Liv.

[,

(vi dello,

il. Plin.

Il

il

popolo a-

N. XXXIV.

13.29.

DigitizGd by

Google

37
ella assicura

sempre che un Valerio

dov sembrare pericoloso


in

Roma,
N questo

fu in

alla libert.

cui polere

il

pericolo era

siccome console, siimene qual Dittatore,

possibile

lui

quale siccome

tale

avea

somma

la

sere stato egli per lungo

cenna forse apertamente

tempo

il

del governo nello sue mani,

n era limitato dal tempo della durata del suo

officio.

consoli; senza collega,

1'

es-

non ac-

potere unico, assoluto che dov

al

esercitare? Esso poi apparisce pi chiaramente ancora nella


circostanza,

ritarono

che Valerio solo

nome

il

di Publicola

f
'

quelle due leggi die

leggi

die come console

avrebbe potuto dettare se non insieme


anche fosse vero che poscia
non
si

considera die

il

Dionigi

Comizii centuriati, che


le elezioni nel

Senato,

conosce nel popolo

il

il

fa

da

Kesto ed

che

lui ricostituire
il

imperio

menon

non avea ragione,

medesime. Inoltre se

le

Plutarco

1
;

il

censo e

le insegne

ri-

tutto ci dimostra elio

medesimo. Ed a questo concetto corri-

riordinatrice del

sponde

il

titolo

pi antico che solevasi dare

al Dittatore, cio

:
rei gerumlae o anche .wditioiu's .Kdundae causa.

che

questa signoria oligairliico-diltatoriali;

care

nomi

di quei

possono

essendovi in quel tempo una tradizione scritta e sicura,

cipalmente quanto

ai

nomi, a credere o che

il

Liv. 11,8: inde cognnmen factum Publicolae est, aule

vratiuiit a'Kvrsus
cius, qui regni

altro

signifi-

cinque Valeri, che appariscono nei cin-

que primi anni della Repubblica sempre come eonsoli.

'

attribuiscono

gli

depone

di poi egli

sommo

gli

egli

collega, e se

all'altro

f eleggere,

dov avere un'autorit non solo suprema nello Stato,

egli

ma

il

ad emanare prima di ci

diritto

J]'.;ii;ivil[nt|]s

'X:ii;i,iiii1

|n:[i;il 11:11

ciniglia

s:u;rai;d'ji]ui;

iriis*'t, gr.ilau

in

Non
prin-

potere del

omnes de pro-

cimi lumi* capilo

vulgus

li'yo fucr.!.

Cic.Itcp. Il, 31. 53.

V, 20.
'

Fesi. p.

Liv. [1,1: Confessi une mque ftclam populi

254. Plut. Popi. 11.

'"sEDITIONlS. SEfJANDAE ET.

tt.

quam

consulis

mniesUlem

G. C.Faat. Capii,

m.

38fi.

iglzed by

Google

-38primo Valerio

sia ereditato per alcuni anni dalla sua gente,

si

ovvero cbe quei diversi nomi significhino


rio, ritrovali dagli annalisti

resto, anche in ci
i

Roma

sovente eleggevano dei

quali

tutti lo stesso

por riempiere

Vale-

fasti consolari.

Del

avrebbe seguito l'esempio dei Greci,

Asymneti che con

cosidetti

piena ed illimitata potest, aveano a riordinare e rappaciare

da gnerre

Stati turbati

gli

talvolta finche

Ma Roma

durava

loro riordinamento.'

il

sostituendo alla Monarchia

lamente imitava
nel

e talvolta lo erano a vita,

civili,

Greci,

ma un

non ripeter quanto da

Io

Dittatura,

la

popolo

medesimo tempo quasi compiva

Latini.

fratello,

non so-

vicino che

la stessa rivoluzione,

maestrevolmente

altri

stato osservato intorno alle relazioni, che questo rivolgimento

Roma

politico di

mile negli

mentre

Romana
si

ebbe con quello contemporaneo e quasi


in

effetti

nel Lazio,

Italia

porgono come capi dei diversi Stati dei

veggono poco a poco

un

Dittatore, 2 e

condusse

gli

sostituire dei Dittatori.

Alba Longa alla morte

ferisce che in

un

tal

magistrato

Albani contro

aggiunge che

al

Roma

si-

Osservo soltanto che,

e Grecia.

nelle varie citt ai tempi della

Il

re, a questi

Dionigi

ri-

Kumitore re successe

di

in

Monarchia

vero, Metius Fufetius,

sotto Tulio Ostilio; e altrove

tempo della prima secessione

della plebe, ne!

1
Lazio non v'ebbe pi Monarchia.- Altrettanto vien dotto dell'E-

truria,

dove solamente Vcii conserv

principato.*
*

fino

Qual meraviglia adunque che

Vedi Wachsniuth

hcll.

Altcrthumskundc.

sua rovina

alla

Roma
p.

il

abbia seguito

441.

* V,"4: Aix'lwis; 'A r.n-/ 'A'iotv vsz<i\ tv SutTsvtopa 'Piopatgu;

at?
"

(titoStgat,

FJionjs.

fl

a-rijv

!xOT "*S ESouciav to? gasiXei, xoev

VI, 62.

* Liv. V. 1. Vcicntcs contea laeriio annuae ambilionis,


ili-iiijiJi.nnui i/iiusii criil, vcReiii

riae animus non

ma iure

mlio

cuviviTt. diurni il

ix^ni

iii:liii

t>a

res

ipsius regis.

quae iaterdnm

HOpulorum Elru-

-39anche essa l'esempio

questi popoli, coi quali fu in

di

Unto

commercio, e la cui costituzione sociale era tanto simile a


quella di molte citt Latiue

credo che sarebbe invece a

Io

meravigliarsi, se ella non avesse ci fatto. Dissi di sopra, clie


la

Dittatura era

solo potere,

il

dalla Monarchia e dava la


bile, necessario in

pace interna e

di

s'

segnilo.

in

medesima

di

tempi,'

si

nell'altra qualit,

Come

a quei tempo, ove s'avea mestieri

riordinamento

Ora questo doppio

politico.

mostra

lo

scopo

lo

il

1"

avorio conservato

civile, ricostitutivo nel

un re a tempo, 1

Dittatore era

come

lo
1

indicano

gli epiteti

illimitato
3
son dati,

gli

magistrati erano a lui sotto-

ventiquattro Littori, segno della sua supre-

adunque mentre non avea

perch questo dove essere odiato per

ne ebbe

che

e in genere la storia dello varie Ditta-

re, tutti gli altri

al

autorit.' Egli

nio,

possi-

solo

il

Divero, lo scopo direi militare, repressivo

la sua irresponsabilit

messi, ed avea

ma

Consolalo

magter popul, che il Dittatore si ebbe nei primi


non che nel titolo: mi tjcrumbv: causa. E nell'ima e

nel suo potere,

ture.

al

manifesta in quel titolo che abbiamo riferi-

sedandue causa;

to: seditionis

nome

Roma

di

ebbe la Dittatura, e

carattere

anche
della

quale naturalmente nasceva

il

mano

il

nomo

la tirannide

di re,

Tarqui-

di

tutta la potest necessaria a frenare

partili

mentre non era limitato da altro magistrato o legge, per non


iscemare
*

la efficacia della

sua forza, era poi limitato dal tempo,

Ci?. Kcp. I, 40, 03. Nani diciatto' quidam

ali

co anpullatur, quia di-

ctur; sed in nostris likis viiles unni, Lidi, uiiigislrutii |mjiuli


"

ximum
3

il

genus imperli visura

;i|i|n;lljri.

usi et pro-

la

Dittatura icfl-favvov

ip/ip (V, Il

),

c Polibio

DiUalc-rc 'jTSKf-iop srporajfi; (111, 81.)

Dionys. V,

fyhpai
1

id

simili ludi ni regiac.

Dionigi chiama

appella
*

novumque

Cic. Kep. 11, 32, 50;

"70:

^yr,i

.... airaxp arrapa xal

vra'juvsv. iSv dv

xa Kpfit. Cf. VI, 38.

Dionys.

X,24: i; S'f^i:

^v, oraeii? -'ai-

enpEitfai r.y.-.f^-i. xai -z\ixs>.z

-5za-,iz -a-: T-:tfJ %i

faXdpziq

a.r.^cfr,-

pi rni; fa^Ssi;

Exnot-

"

y.-.-

igitized ti/

Google

-40appunto perch esso venne creato come magistrato provvisorio,


a fine di ricostituire
Valerli; e ci

tore un

La
no

M.

un governo. E

conferma

ci, io credo, fece

quando

la tradizione,

Valrius, nepole del Publicola.

uno

dei

primo Ditta-

fa

incertezza poi intorno al primo Dittatore, non che sull'an-

della sua

prima elezione, panni che securamente mostri

che la Dittatura non dov essere instituita nei tempi dopo

prima secessione della plebe,


mento,

non

cui

in

ma

in

il

la

quei periodo di rivolgi*

ebbe tradizione certa e

v'

apertamente essere ignoto

dice

nome

del

re,- e aggiugne che presso alcuni annalisti

scritta.

Livio

primo Dittatorinviene co-

si

me tale Tito Lardo e noi abbiamo or ora vedalo, che altri


nominano Manio Valerio. Quanto all'anno il Livio nel luogo
citato

esprime

sere

253

:i

la stessa incertezza,

mentre

quale incertezza
rici

si

una

tatura

bench pare che

accetti es-

Dionigi opina essere l'anno 256.'Dalla

il

ricava del pari, che in essa caddero

per aver ritenuto

il

di quelle

gli sto-

Consolato essere subito succedalo

Monarchia, laiche furono

alla

a dinotare come prima Dit-

costretti

che doverono sorgere

di poi.

Oltre a ci non sar inutile por mente ancora a quanto la


tradizione stessa, parlandoci dell'uso di infiggere

muro
"

tempio

del

di

un chiodo

nel

Giove, ha conservato a tonferma del mio

Fest. p. 138. Oplima lex: Hanius Valerius Marci

gslcr populi ereatus est. Liv. li. 18: co

dimi, qui conditovi* crai,

l'iilius

filins,

prinus ma-

magis adducor, ut credam Lar-

qua m M. Yalcrium M. iilium Volesi ne-

filerai.
m d nmislrum eonsulibus
Al. VALERIUS VOLUSl F. MAXIMBS.
DICTATOR. AUGUR. PRIMUS. QUASI ULLUN MAGISTRTDM GEHERET DICTATOR DICTDS EST eie.

polem, qui [mudimi consci

niiiii.'iiiluri

appositum. Orci. n. 535;

"

11,

18

lice

quo anno.... net qui s

i''iiiiii

(I.cliitor

ersutus

sii,

sa-

constai.

lis
'

hi:

ajiiiil

Sp. Cassiuai

velorrimos (amen auctores T. Lardimi dieta torero priraum,


niagislriiiii rilutimi:

'Vedi Liv. V.

c.

70. ove

Diualorc. Diuuys, V, 70,71.

e.

gli

crratos invenia
parla anche di T.

Lardo

comi: primu

41
avviso.

anno

Livio parla di una legge, la quale stabiliva che ogni

11

Settembre un Pretore Massimo dovea porre

agli idi d

un chiodo nel muro

E come

del (empio di Giove.'

ci

s'

aveva a

ripetere ogni anno, cosi quel magistrato dovea es sere ordinario.

Ora

non poteva essere, cerio, un console, perch

egli

dei due consoli,

maior

detto

non

pi.

il

1'

uno

quale per un mese avea f imperiai, era

non maximus, appunto perch

Che

essi

eran due e

anzi anche ne'tempi che seguirono, era

un Dittatore che compliva

siccome

quell'ufficio,

si

sempre

vede dalle

parole surriferite del Livio, epper non corre dubbio che Pretore

Massimo dov essere proprio

il

Dittatore sotto questo

riguardo. Quella legge intanto non pot esser data, che appunto
si inaugur quel tempio, ed noto che ci avvenne
dopo cacciato Tarquinio.' Adunque a quel tempo dov essere

quando

capo dello Stato un Dittatore.

Un argomento

in fine

molto grave per

che nelle citt Latine antichissime

ad una forma

politica pi

della Dittatura.

me un
anche

la

nostra opinione ,

passaggio dalla Monarchia

il

mezzo

libera fu propriamente pel

La quale magistratura

talvolta

si

conserv co-

potere ordinario, simile in parte a quelie dei consoli,


in quelle citt

che col tempo dipesero come* municipi

da Roma.

Se

dar uno sguardo

infine si

tempi posteriori,

alla

Dittatura quale fu noi

vedr chiaro che essa non fu altro, se

non quella medesima da noi or ora designata


'

Liv. VII, 3; lei velusla est,

praetor
lateri

maximus

;iedis

sit idi bus

|iriir:is liltn'is

SepLcmbi

lovs optimi inasinii,

ibu.s

e sorta in quel

vtrbisque stripla, ut qui

claviim

pan gal.

lixa fuit

destro

ex qua parie Minervae lempluin

est.

pi innanzi... rcpetitum ex seniorum memoria dritur, peaiileriLian

quondam ciato ab

dittatore

fuo sedatam, ca religione adduclns scnatus

dictalorem davi figendi causa dici iussil.


Liv. VII, 3; Horalus consul

ex lego lempluni lovis optimi maximi

dedicavi! anno posi reges actos; j cunsiilibus

raaius
1

imperium

crai, salarimi:

puilw ad diulalores, quia

Navi lignuli ir.injUtum esl.

Lorenz de Didaioribns Laiinis. flrim. 18-tl.

igitized by

Google

42
periodo di transizione, modificala alquanto per dalle diverse

La prima

condizioni politiche.

dne scopi,

Dittatura non pot avere che

concordia delle parti,

la

ricomponimento

il

nuovo governo; non pot avere che due


interna e la esterna. Poscia, costituito
della plebe lottando contra

gano governativo,

il

di

un

occasioni, la guerra

Consolato,

partito

il

per mezzo di un or-

patriziato

il

Tribuni, e tendendo solamente ad otto-

nere la uguaglianza nella societ e nello Stato, lo scopo della


Dittatura non poteva

essere

pi.

il

medesimo

e ci che per

la prima fu occasione di lei, per le altre fu scopo, voglio in-

tendere

le

guerre. Egli perci che

della prima la guerra esterna,' e

dei parliti.

popolo, cio dai


il

il

eletto, lo

di tutti

gli

quando
storici,

Ma quando

per interesse dei

sol (entrarono
gli altri

Consoli e

cosi finalmente,

prima Dittatura dov aversi una durata


potevasi determinar

tempo

altre che vennero poscia


nel fatto

parmi che

si

a-

non pi

di tutta la nazione;

quando

altro potere costituito, allora

Senato, l'uno proponendo

il

eleggendolo.

ma

un

tempi

nei primi

la Dittatura si rinnovell

soli patrizii,

essa entr mentre gii v'era

tore,

iNiebhur sostene-

il

che

curiati, 1

dov essere scelto dai Comizii

egli

vea ragione.

come cagione

dov essere dal

perch furono questi che iniziarono

palrizii,

movimento antimonarchico;

va contra l'opinione

Livio d

Dionigi la ricomposizione

il

primo Dittatore se fu

Il

il

Ditta-

mentre forse

illimitata,

la

poich non

alla ricostituzione dei poteri,

non durarono pi

duravan molto meno, perch

di sei mesi,

le loro missioni

le

anzi

erano

pi determinale.

Intendo che fra

lo

opposizioni le quali verranno fatte in-

torno a questa opinione sulla Dittatura,

do dunque fu

inslituilo

avremo opportunit
probabilmente fu
11.18.

il

Consolato?

vi

sar quella: quan-

noi forse in altro scritto

a tentar di dimostrare,

instituito

U.63,

70.

insieme
'

al

che

il

Consolato

Tribunato della plebe.

Itom.Gesrh. 1,592.

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Diniiized by

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Prezzo

lira

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