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Edoardo Bartoccetti
Davide Bozza
Michele Gennaro
Antonio Giordano
Vittorio Giovara
Francesco Puntillo
8 marzo 2010
Indice
1 Introduzione 4
1.1 Analisi di mercato e mercati rilevanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
1.2 Mercati geografici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
1.3 Individuazione del mercato geografico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.3.1 Analisi preliminare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.3.2 Scelta dell’unità geografica appropriata . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.3.3 Valutazione dell’omogeneità delle condizioni competitive . . . . . . . . 9
1.3.4 Mercati geografici locali o rimedi differenziati? . . . . . . . . . . . . . . 10
1.4 Alcuni casi europei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
1
4 Conclusioni 29
4.1 Considerazioni finali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
4.2 Possibili scenari futuri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
Bibliografia 34
2
Elenco delle figure
3
Capitolo 1
Introduzione
4
ta dalle aree adiacenti, in cui le condizioni prevalenti della concorrenza sono sostanzialmente
diverse.
Storicamente la definizione dei mercati geografici riguardava principalmente l’area coperta
dalla rete dell’operatore dominante (incumbent). Per quanto riguarda il mercato della re-
te fissa3 , normalmente l’operatore dominante era monopolista ed operava su scala nazionale,
perciò il mercato veniva definito di portata nazionale. Tale definizione, però, non è più ap-
plicabile a tutti i mercati nazionali in quanto esistono operatori dominanti proprietari di reti
fisse operanti su un’area di portata non nazionale ma locale, come ad esempio in Finlandia,
Ungheria e nell’area di Hull in Gran Bretagna. Questo significa essenzialmente che esistono
differenze nelle condizioni competitive tra aree geografiche, nonostante tutte siano comunque
coperte dalla rete dell’operatore ex-monopolista. Questo potrebbe portare un NRA a diffe-
renziare geograficamente la regolazione in modo da applicare meglio le regole ex-ante dove è
effettivamente richiesto, in linea con il principio di proporzionalità, le condizioni competitive
e le leggi esistenti in ognuna delle aree differenti.
In generale la differenziazione geografica potrebbe essere applicabile in quei casi in cui
l’operatore dominante, oltre a competere con uno o più operatori alternativi proprietari di
reti fisiche, compete anche con altri operatori che acquistano prodotti all’ingrosso dallo stesso
incumbent (ad esempio local loop unbundling). In alcuni mercati rilevanti (ad esempio quello
dell’accesso alla banda larga all’ingrosso, quello dei segmenti terminali di linee affittate, quello
dei servizi di transito nelle reti fisse e quello di accesso alla rete telefonica fissa per clienti
residenziali e non) le condizioni competitive potrebbero differire cosı̀ tanto che la definizione
di mercato nazionale non sia giustificata e quindi la portata degli stessi mercati rilevanti vada
ridotta a livello locale (sub-nazionale). Alternativamente, in alcuni altri casi, la definizione di
mercato nazionale potrebbe essere possibile, ma vanno definiti alcuni rimedi geograficamente
differenziati.
5
Figura 1.1: Schema per l’individuazione del mercato geografico
6
Se il tasso di sostituzione è sufficiente a rendere non redditizio l’incremento del prezzo a
causa del calo di vendite che ne conseguirebbe, si aggiungono al mercato considerato altri
prodotti ed altre aree finché non viene individuato un insieme di prodotti e di aree tale che un
lieve incremento permanente dei prezzi sarebbe redditizio. Due sono gli elementi fondamentali
da prendere in considerazione in questo test: l’elasticità della domanda5 e il margine prezzo-
costo in percentuale sul prezzo6 (p−c)p
.
Se l’aumento del margine su ciascuna unità venduta più che compensa la riduzione di unità
vendute (che dipende dall’elasticità della domanda) allora il mercato candidato può essere
ritenuto un mercato rilevante. È un test iterativo: si parte dal più piccolo insieme possibile
e si aggiungono prodotti/aree finché non si trova un insieme in cui sia possibile aumentare il
prezzo almeno dell’x%.
In alcuni mercati il test potrebbe indicare che la portata del mercato geografico è nazionale.
Ad esempio nel mercato al dettaglio delle chiamate a rete fissa, gli operatori alternativi, a causa
di regolazione wholesale, possono comprare accessi dall’incumbent su scala nazionale a prezzi
e condizioni valevoli su tutto il territorio, e di conseguenza si può assumere che entrino in ogni
area geografica velocemente in risposta ad un incremento del prezzo del 5-10%.
In altri casi, invece, il test SSNIP potrebbe risultare in mercati molto ristretti. Ad esempio
nel mercato al dettaglio dell’accesso alla larga banda è improbabile che un sufficiente numero di
consumatori si sposti ad un’area vicina poiché ciò implicherebbe una spesa maggiore rispetto
a quella che sarebbero costretti a sopportare a causa dell’incremento del 5-10% (geographic
demand-side substitution), cosı̀ come è improbabile che un operatore di un’area vicina lanci
la propria rete in caso di incremento del prezzo del 5-10% in un’altra area poiché i costi
affondati7 da sostenere sarebbero troppo alti a fronte di un ricavo più alto del 5-10% (geographic
supply-side substitution).
Questa riflessione dimostra che i mercati definiti per mezzo del test SSNIP possono essere
grandi, a livello nazionale, o molto ristretti, a livello della più piccola area coperta da un
singolo operatore (ad esempio un villaggio o un distretto) o, in caso di local loop unbundling,
addirittura a livello cabina di strada. In molti stati questo implicherebbe la suddivisione del
territorio in decine di migliaia di mercati. Ovviamente tale approccio non è realizzabile, quindi
quello che normalmente si cerca di fare è aggregare tutte queste micro-aree in aree più grandi
solo se ognuna di esse soddisfa in modo omogeneo determinate condizioni competitive.
Senza utilizzare il test del “monopolista ipotetico”8 , ma effettuando un’analisi preliminare
del mercato, potrebbe risultare ovvio che il mercato ha portata nazionale. E’ questo il caso
del mercato mobile in cui tutti gli operatori hanno copertura e prezzi su base nazionale. Lo
stesso discorso vale per gli operatori in unbundling che operano a livello nazionale con prezzi
uguali su tutto il territorio. In questi casi un’analisi geografica dettagliata porterebbe comun-
que alla definizione di un mercato su scala nazionale, quindi è del tutto inutile approfondire
ulteriormente.
5
Ricordiamo che l’elasticità della domanda al prezzo misura la reattività della quantità domandata a cam-
biamenti del prezzo del bene stesso. E’ definita come rapporto tra la variazione percentuale della quantità
domandata e la variazione percentuale del prezzo del bene
6
La grandezza contabile più appropriata nel caso del test SSNIP è il margine di contribuzione ai costi fissi
definito come (Ricavi - Costo diretto del venduto)/Ricavi dove i costi diretti rappresentano i costi variabili
sostenuti per un certo prodotto (materie prime, imballaggi, addetti alla produzione, energia, provvigioni,
sconti).
7
I costi irrecuperabili (o costi affondati) sono quei costi in cui si è già incorso e che non possono essere
recuperati in alcuna maniera significativa. Ad esempio, comprando il biglietto di un film che non può essere
rimborsato, il costo del biglietto diventa un costo irrecuperabile in quanto anche se l’acquirente del biglietto
decidesse di non voler più vedere il film non avrebbe modo di riottenere il suo denaro.
8
si veda paragrafo 1.3.1
7
In altri casi, invece, una valutazione preliminare potrebbe suggerire la necessità di un’analisi
geografica più dettagliata. Ciò si verifica nei seguenti casi:
• Uno o più operatori alternativi hanno una copertura significativa, ma non su tutto
il territorio nazionale, ed esercita un potere di mercato significativo nelle aree dove è
presente;
• Ci sono differenze geografiche sostanziali nelle caratteristiche dei prodotti, il che sugge-
rirebbe una certa eterogeneità nella domanda dei consumatori.
I tre indicatori non sono cumulativi, nel senso che il verificarsi di anche uno solo dei casi
precedenti, richiederebbe un’analisi dei mercati geografici più dettagliata.
• unità basate su confini politici o amministrativi, come codici postali e distretti politici;
• unità basate sulla struttura di rete dell’operatore dominante (o anche operatori alterna-
tivi con copertura sufficiente).
Inoltre ci sono alcuni criteri che la scelta dell’unità geografica deve soddisfare:
• la struttura di rete di tutti gli operatori rilevanti e i servizi venduti sul mercato possono
essere mappati sulle unità geografiche.
8
1.3.3 Valutazione dell’omogeneità delle condizioni competitive
Il paragrafo 56 dell’SMP-guidelines afferma che per poter raggruppare unità geografiche in un
singolo mercato geografico, non è necessario che le condizioni competitive siano perfettamente
omogenee su tutta l’area geografica racchiusa nel mercato. Infatti è sufficiente che tra le varie
aree non vi siano differenze rilevanti che rendano le stesse molto differenti dalle vicine.
Per valutare l’omogeneità delle condizione competitive, diversi criteri possono essere ana-
lizzati. Quelli più importanti sono i seguenti:
Differenze nelle barriere di ingresso – i nuovi operatori, come è facile immaginare, cer-
cano di entrare prima nelle aree con un livello di barriere più basso. Nei mercati delle
comunicazioni il concetto di barriera è correlato ai concetti di economia di scala e di
costi affondati. Analizzando il grado di economia di scala e costi affondati nelle diverse
aree geografiche è possibile individuare delle differenze nelle condizioni competitive.
Numero di fornitori – una misura più diretta delle differenze nelle condizioni competitive
è fornita dal numero di operatori in una certa area geografica. Questo criterio ha il
vantaggio di essere facilmente e oggettivamente osservabile. Per contro, però, un NRA
deve fare attenzione a distinguere gli operatori in base ai mercati nei quali operano e
alla loro dimensione. Infatti operatori che possiedono una quota di mercato al di sotto
di una certa soglia non dovrebbero essere considerati in quanto non hanno effetti sugli
altri operatori.
Distribuzione delle quote di mercato – un modo per individuare con maggiore precisione
la dimensione relativa di un operatore è quello di individuare la variazione di quota di
mercato dello stesso nelle varie aree geografiche. Questa valutazione non deve solo tenere
conto della quota di mercato di un operatore in un certo istante di tempo ma di un
trend della stessa tra almeno due periodi. Inoltre un NRA deve tener conto anche della
previsioni sulla tendenza futura delle quote di mercato per il periodo successivo fino alla
prossima revisione del mercato. La Commissione fissa una soglia del 50% come indice
di significativo potere di mercato (SMP) anche se lascia liberi gli NRA di fissare proprie
soglie interne. Come è facile intuire, la quota di mercato è strettamente legata al numero
di operatori.
Densità della popolazione – mentre i due precedenti criteri forniscono al NRA informazioni
circa il lato dell’offerta (supply-side), il criterio in questione fornisce informazioni circa il
lato della domanda (demand-side). Lo sviluppo di una rete di telecomunicazioni richiede
un certo grado di densità di clienti in modo da poter realizzare economie di scala, infatti
con un certo numero di clienti i costi dei servizi decrescono. In un’area potrebbe esserci
un numero di clienti sufficienti a mantenere efficiente un solo operatore, o addirittura
nessuno. Per questo motivo un NRA deve cercare di raggruppare quelle aree in cui la
densità di popolazione non è sufficiente a garantire un mercato competitivo.
9
Un’analisi più attenta dovrebbe tener conto anche dei prezzi su un lungo periodo e della
qualità e caratteristiche del prodotto che spesso variano geograficamente.
Altri criteri – altri criteri per l’individuazione di differenze geografiche delle condizioni com-
petitive riguardano l’analisi delle differenze geografiche nelle strategie di marketing e
vendita, l’analisi della domanda che permette ad un operatore di piccole dimensioni di
sostenere la competizione, ecc.
Se i criteri appena descritti sono correlati tra di loro, cioè portano alla definizione degli
stessi mercati geografici, allora sarà facile per l’NRA individuare i confini degli stessi. Se,
invece, i criteri non sono correlati (come accade di solito), allora l’NRA commetterà due errori:
l’applicazione di regole dove non è necessario e la mancanza di regole dove invece sarebbero
necessarie.
Una volta che l’NRA ha valutato le condizioni competitive nelle diverse aree geografiche,
il passo successivo è quello di aggregare le unità geografiche in cui le condizioni stesse sono
sufficientemente omogenee. Per capire meglio come un NRA ragiona a questo punto, è utile
fare riferimento ad un esempio. Supponiamo che un operatore DSL incumbent compete con
un cable-operator nella città A e con un altro cable-operator nella città B. Le due città forma-
no un mercato geografico singolo? L’European Regulators Group (ERG) è dell’opinione che
l’omogeneità delle condizioni competitive è l’aspetto principale e non l’identità degli operatori
alternativi. Questo implica che se l’analisi dei criteri descritti in precedenza evidenza delle con-
dizioni simili, allora le città A e B formano un mercato geografico singolo. Se durante l’analisi
ci si accorge che i due operatori, nonostante forniscano lo stesso servizio, hanno comportamenti
molto diversi tra di loro, allora le due città formano mercati geografici differenti.
10
• la differenziazione dei rimedi potrebbe essere appropriata quando una rimozione prema-
tura della regolazione ex-ante potrebbe avere conseguenze dannose per i consumatori e
per il processo competitivo.
La rimozione di rimedi ad un dato mercato locale deve essere conseguenza di un migliora-
mento nelle condizioni competitive e non di una differenziazione dei rimedi in un mercato più
ampio.
In questa sezione, invece, è interessante soffermarsi sui casi austriaco e spagnolo per quanto
riguarda il mercato wholesale dell’accesso alla banda larga. Questi sono gli unici due casi in
cui si è preferito mantenere un mercato nazionale e applicare dei rimedi geograficamente
differenziati. Infatti in entrambi i casi i rispettivi NRA hanno proposto il mantenimento
di un mercato nazionale in quanto l’operatore dominante applicava dei prezzi uniformi su
tutto il territorio, nonostante l’analisi del numero di competitori, la densità dei clienti e la
distribuzione delle quote di mercato suggeriva differenti condizioni competitive in base alla
geografia del territorio. La reazione della commissione all’analisi delle NRA è stata diversa
nei due casi, infatti la proposta austriaca è stata accettata, mentre per quella spagnola è stata
richiesta una revisione poiché, secondo la Commissione, i criteri utilizzati, andavano rivisti.
11
Alla nuova sottomissione dei risultati dell’analisi, l’NRA spagnolo confermava l’individuazione
di un mercato nazionale perché non c’erano costrizioni sulla competizione differenziate per
regione e quindi ritirò la proposta di rimedi differenziati geograficamente. La Commissione,
a quel punto, fece uso dello standard of proof 10 per imporre i rimedi differenziati per regione
mantenendo un mercato di portata nazionale.
10
Livello di prova richiesto in un caso specifico, stabilito dalla valutazione dell’evidenza associata.
12
Capitolo 2
La segmentazione geografica in
Inghilterra
• Accesso asimmetrico ad internet in banda larga che permette almeno l’uso di servizi voce
e dati contemporaneamente, in modalità always-on con una banda superiore a quella di
una connessione dial-up. Questo mercato include i clienti business e residenziale in
Inghilterra (esclusa l’Hull area);
• Accesso asimmetrico ad internet in banda larga che permette almeno l’uso di servizi voce
e dati contemporaneamente, in modalità always-on con una banda superiore a quella di
una connessione dial-up. Questo mercato include i clienti business e residenziale nell’Hull
area.
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2.2 Definizione del mercato wholesale
Sulla base dello studio del mercato retail Ofcom definisce quattro mercati geografici per quanto
riguarda il servizio broadband wholesale. Il prodotto viene definito come l’accesso ad internet
in modalità always-on con velocità superiori a quelle dell’accesso dial-up con la possibilità di
utilizzare contemporaneamente servizi voce e dati. I mercati geografici definiti sono i seguenti:
1. Mercato relativo alla Hull area, copre le zone dove KCOM è l’unico operatore
4. Mercato 3, aree geografiche coperte da centrali dove operano attualmente 4 o più opera-
tori principali e aree dove si prevede che ci siano nel futuro prossimo 4 operatori principali
con centrali che servono oltre 10000 utenze.
14
parte di British Telecom nelle regioni più densamente popolate, dove era presente una mag-
giore pressione competitiva. Ed è proprio la pressione competitiva il fattore dominante nella
differenziazione geografica del mercato.
Ma quale dev’essere l’unità geografica da considerare e come fare ad individuare la com-
petitività degli operatori?
L’analisi di questi fattori e della loro rilevanza nel contesto concorrenziale porta alla
definizione delle caratteristiche delle zone omogenee.
I servizi via cavo raggiungono al momento il 45% circa dell’utenza broadband e potreb-
bero essere visti come un elemento importante nella caratterizzazione geografica dei mercati.
Ofcom, pur riconoscendo tale dato, sottolinea che esso non costituisce l’unico fattore per la
determinazione della pressione competitiva in quanto il meccanismo del LLU è fornito da BT,
dopo la regolamentazione precedente, in tutto il territorio nazionale, comprese le zone coperte
da servizio via cavo, nelle quali le pressioni concorrenziali sono frutto anche di tale sistema.
Inoltre Ofcom considera che il principio di caratterizzare le zone in base alle previsioni di
accesso dei servizi tramite LLU possa giovare ad una dinamicità del mercato e favorire gli
operatori che decidano di entrare in zone nelle quali avevano sottovalutato il bacino di utenza
15
e dove si possono creare economie di scala che giustifichino il loro ingresso. Con ragionamenti
simili è da considerare il fattore discriminante della presenza di reti alternative.
Il principio della presenza di limiti di prezzo è invece considerato pericoloso da Ofcom in
quanto, come avvenuto nel 2005 quando BT ha scontato i prezzi in alcune regioni densamente
popolate, l’operatore dominante potrebbe giocare il ruolo del regolatore definendo dei prezzi
differenti in alcune zone geografiche al fine di favorire l’intervento del regolatore stesso.
Il caso di Virgin Media è trattato a parte in quanto l’operatore si è munito di una rete
propria dove le centrali non coincidono con quelle BT. Da studi statistici e dall’analisi della
copertura di Virgin Media si è riscontrato che è capace di coprire un territorio che va dal 55%
all’85% del territorio nazionale, percentuale che rappresenta una condizione di ammissibilità
tra gli operatori principali. Le zone geografiche servite da ciascuna centrale locale possono
essere raggruppate in base al numero di operatori principali e alla loro copertura (in termini
percentuali delle utenze servite). Ofcom ha utilizzato questi dati (figura 2.2) rilevati in tre
momenti: durante la consultazione nel Luglio 2007 e dati previsti per Dicembre 2007 e Giugno
2008. I dati previsti sono stati ricavati tramite richieste formali a BT, Virgin Media e agli
operatori principali.
Non sorprende il fatto che nella maggior parte delle centrali locali BT è l’unico operatore
e che in una buona parte delle centrali siano presenti solo due o tre operatori. Il numero di
operatori è un ottimo indice della pressione competitiva dell’area considerata. In zone a bassa
densità abitativa non ci sono stati investimenti da parte degli operatori sul LLU, mentre in
altre aree più vantaggiose molti operatori hanno investito.
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Figura 2.2: Copertura delle zone in base al numero di operatori
Una prima suddivisione proposta da Ofcom (figura 2.3) comprendeva tre mercati geografici
oltre alla Hull area. In particolare il primo mercato comprendeva le zone in cui BT era
operatore unico, un secondo le aree in cui c’erano due o tre operatori e nel terzo le aree in cui
erano presenti quattro o più operatori.
Nel corso della Consultazione di Novembre 2007 Ofcom ha però introdotto un nuovo ele-
mento nella caratterizzazione del mercato. Molti operatori infatti hanno sottolineato che il
numero di clienti serviti dalla centrale locale è un fattore cruciale nella decisione di entrare o
meno nel mercato.
Se una centrale serve molti clienti, infatti, si generano delle economie di scala che giusti-
ficano le spese sostenute per entrare nel mercato e che rendono la zona più appetibile. Alla
luce di queste motivazioni, e dopo considerazioni di carattere economico, Ofcom ha fissato a
10000 utenze la soglia dopo la quale si generano questo tipo di economie di scala.
Ofcom ha provveduto quindi a revisionare la conformazione dei mercati caratterizzandoli
come nella tabella 2.4 nella quale è riportata anche la Hull area.
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Figura 2.4: I mercati geografici in Inghilterra
Mercato 1
Il mercato 1 pur caratterizzandosi dalla presenza di Vigin Media (oltre a BT) si trova in una
condizione nella quale la quota di mercato posseduta da BT è decisamente rilevante (circa
99%). Con tali proporzioni l’incumbent gode di una posizione molto rilevante sul mercato.
L’autorità inglese basandosi sui feedback degli operatori, non crede che nell’intervallo di
tempo preso in considerazione per l’analisi, vi possano essere sensibili variazioni nelle quote,
soprattutto a causa della scarsa attrattività del mercato per gli OLO.
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Figura 2.5: Dimensione e quote del mercato 1
• Costi affondati : BT possiede l’intera infrastruttura in questo mercato (non sono presenti
operatori OLO con i loro apparati);
Mercato 2
Il mercato geografico 2 è composto da 643 centrali, dove risiedono 2-3 operatori alternativi.
Come si può notare in tabella 2.6, BT possiede ancora una buona parte delle quote di mer-
cato, si trova quindi in una posizione dominante rispetto alle altre controparti. Attualmente
la copertura degli operatori in LLU è circa del 71%. Si prevede nel prossimo futuro un aumen-
to della copertura degli operatori in LLU (dovrebbero riuscire a coprire l’87% del mercato).
Utilizzando questi riferimenti l’Ofcom ha ipotizzato alcune quote future (figura 2.7).
Si prevede quindi, che la situazione si evolva verso un maggior grado di competizione,
anche se nell’arco di tempo considerato nell’analisi di mercato questo andamento non sembra
sufficiente a definire uno scenario competitivo.
BT e Virgin Media hanno già affrontato la maggior parte dei costi fissi per la fornitura dei
servizi a banda larga. Al contrario, i costi affondati rappresentano una significativa barriera
all’ingresso del mercato per gli OLO. Nonostante questo mercato sia leggermente più attraente
per gli OLO rispetto al Mercato 1 gli investimenti sono stati ancora relativamente bassi.
Le difficoltà presenti per raggiungere le economie di scala nel Mercato 1 si possono riscon-
trare anche in questo mercato anche se in misura inferiore. Infatti una centrale presente in
questo mercato serve in media 6812 utenti permettendo a parità di investimenti di raggiungere
un maggior numero di possibili clienti.
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Figura 2.7: Previsione sulla dimensione e quote del mercato 2
Per tutte queste ragioni, l’autorità Inglese ritiene che BT abbia una posizione dominante
all’interno del mercato geografico 2.
Mercato 3
L’analisi del mercato 3 è quella più delicata e parte dalla definizione delle quote di mercato
che sono riportate nella tabella successiva.
In questo mercato BT possiede una quota minore del 50%. Preso singolarmente questo
dato non dimostra che non è operatore dominante: se le quote di mercato restassero invariate
nel tempo, ci sarebbero i presupposti per rilevare ancora una posizione dominante di BT. Ma
analizzando le previsioni sulle quote di mercato future la situazione cambia sensibilmente.
Come si evince dalla tabella 2.9, in prospettiva vi sarà un sensibile aumento delle quote di
mercato degli operatori alternativi. Questi raggiungeranno una quota che sarà confrontabile
con quella di BT che, al contrario, vedrà le proprie quote ridursi. L’Autorità evidenzia inoltre
un collegamento tra le quote di mercato a livello retail con quelle a livello wholesale rilevando
che la corrispettiva quota a livello retail di BT all’interno del Mercato 3 è del solo 20%.
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Un altro fattore del buon livello di concorrenza all’interno del mercato è il fatto che entro il
2008 saranno presenti 2 operatori con una copertura di più del 90% delle centrali e 3 operatori
con una copertura del 80%. Questo è indice del fatto che, questi operatori possono competere
allo stesso livello di BT.
Le principali barriere all’ingresso sono rappresentate dai seguenti fattori:
• Costi affondati: Una buona parte dei costi affondati sono già stati sostenuti anche dagli
OLO in quanto sono presenti in maniera massiccia in ULL. In questo senso, i costi
affondati rappresentano soltanto una forma di limitazione all’espansione del mercato da
parte degli operatori che non hanno fatto ancora investimenti diretti.
Sulla base di tutti questi elementi lo studio dell’Ofcom non ha rilevato nessun operatore
in posizione dominante nel mercato 3.
• Obbligo a fornire l’accesso alla rete ad ogni ragionevole richiesta in maniera indiscrimi-
nata;
• Separazione contabile;
Non vengono quindi imposti prezzi regolamentati perché secondo Ofcom imporre prez-
zi a questo livello porterebbe ad una riduzione degli investimenti dell’operatore dominan-
te; non avendo riconosciuto nessun operatore dominante nel mercato 3, quest’ultimo è stato
deregolamentato.
Nonostante la deregolamentazione, BT si è impegnata a ridurre annualmente i prezzi della
connessione wholesale in tutti i mercati fino al 2010 e di non differenziare geograficamente i
prezzi delle proprie offerte wholesale (fino al 2009).
21
Capitolo 3
Mercato 1 o Retail voce e PSTN cioè l’accesso alla rete telefonica pubblica in postazione
fissa per clienti residenziali e l’accesso alla rete telefonica pubblica in postazione fissa
per clienti non residenziali;
Mercato 4 Sono attivi sul lato della domanda gli operatori che, non disponendo di in-
frastrutture proprie, acquistano all’ingrosso il servizio di accesso virtuale alla rete di altro
operatore.
Questo può avvenire a causa dell’indisponibilità dei servizi di unbundling o percheńon si
intendono sostenere gli investimenti necessari ad usufruire di tali servizi. Questi soggetti,
successivamente, vendono nel mercato al dettaglio, a clienti residenziali e non, il servizio di
accesso a banda larga per accedere a servizi di trasmissione dati ad alta velocità (e, come
accennato, servizi voce tramite VOIP).
L’offerta è invece rappresentata dagli operatori completamente infrastrutturati e da quelli
che acquistano all’ingrosso da altri tramite unbundling e che forniscono l’accesso virtuale alle
22
proprie reti. A conferma della relazione verticale che intercorre tra mercato 4 e mercato 5
si sottolinea come i soggetti attivi sul lato dell’offerta del marcato 5 possono contribuire alla
domanda del marcato 4.
Mercato 5 I soggetti attivi sul lato dell’offerta sono gli operatori infrastrutturati che for-
niscono accesso fisico ad altri operatori. Questi ultimi rappresentano invece i soggetti attivi
sul lato della domanda, che possono a loro volta vendere l’accesso nel mercato al dettaglio
a clienti residenziali e non, oppure rivendere all’ingrosso l’accesso virtuale alla rete ad altri
operatori.
• copertura geografica: mentre il servizio di accesso fisico, secondo i dati della relazione
AGCOM 2007, è fornito in 1.287 centrali di Telecom Italia (su un totale di 10.400 centrali
corrispondenti a circa il 56% del totale della popolazione telefonica), i servizi bitstream
sono disponibili in tutte le zone dove Telecom Italia è in grado di fornire xDSL retail ;
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• controllo della capacità trasmissiva da parte dell’operatore acquirente del servizio: che
è dall’operatore infrastrutturato nel caso di accesso virtuale mentre passa all’acquirente
in caso di accesso fisico;
• livello di investimento richiesto dall’operatore acquirente del servizio: molto più oneroso,
in caso di accesso fisico.
Area 1 – l’area coperta dalle centrali locali dell’incumbent ove non sono disponibili servizi di
unbundling. In tale area la pressione competitiva nei confronti dell’operatore incumbent è
estremamente limitata in quanto l’unica maniera per un operatore alternativo per fornire
un servizio di accesso in fonia è quella di accedere all’offerta all’ingrosso dell’operatore
incumbent;
Area 2 – l’area coperta dalle centrali locali dell’incumbent ove sono disponibili servizi di
unbundling. Questa è sostanzialmente la medesima area in cui sono presenti i nodi di
aggregazione delle infrastrutture di accesso degli operatori alternativi dal momento che
è quella in cui si trovano le aree urbane a maggiore densità di popolazione residenziale
e non residenziale.
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Tale tendenza tuttavia ha leso il processo di privatizzazione del mercato delle telecomu-
nicazioni in quanto gli investimenti per il broadband sono estremamente superiori ad investi-
menti per reti voce e dunque la maggioranza degli operatori alternativi ha preferito ricorrere
all’unbundling. Le ultime analisi riportano che circa l’82% delle infrastrutture per linee voce
sono di proprietà di Telecom Italia ed il restante 18% di proprietà degli operatori alternativi.
L’Autorità pertanto ritiene che i mercati dell’accesso alla rete telefonica pubblica residen-
ziale e non residenziale debbano essere definiti su base geografica nazionale.
25
Pertanto, attualmente in Italia, il mercato del servizio all’ingrosso di accesso fisico (Mercato
4) risulta essere un unico mercato di dimensione nazionale.
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La situazione è diversa all’interno dell’area 22 , dove, secondo i dati aggiornati al 2007,
Telecom Italia detiene una quota di mercato attorno al 63%.
La tabella mostra le quote di mercato detenute da Telecom Italia per l’accesso a banda larga
all’ingrosso, in relazione alle 10400 centrali locali. Si osserva che TI detiene quote inferiori
al 50% solo in 233 centrali (che costituiscono circa il 2% sul totale) a cui corrisponde una
popolazione del 14%. Come è logico aspettarsi, dal momento che il mercato all’ingrosso è
dettato dalla domanda al dettaglio, la concorrenza degli OLO è quindi maggiore nelle aree più
popolate, dove è possibile sfruttare economie di densità.
AGCOM riconosce che esistano quindi zone caratterizzate da maggiore pressione competi-
tiva, pur non rispondendo positivamente alle argomentazioni di Telecom Italia, che chiede di
distinguere, all’interno dell’area 2, zone caratterizzate da concorrenza.
In questo senso è interessante osservare che, se confrontate con le 1287 centrali che costi-
tuiscono l’area 2, la percentuale in cui l’operatore incumbent detiene quote inferiori al 50%
sale al 18% (cui corrisponde circa il 21% della popolazione dell’area 2).
Il regolatore riconosce quindi la necessità di monitorare i mercati su base sub-nazionale,
per poter rilevare l’ulteriore ampliamento delle differenze competitive nel corso del tempo,
anche in vista di un passaggio alle reti NGN. Nel corso dell’analisi attuale, in virtù dei dati
analizzati, e visto che sul corrispondente mercato retail, non soggetto a regolamentazione,
Telecom Italia e gli OLO non adottano politiche di prezzo differenziate su base geografica,
AGCOM riconosce la dimensione nazionale del mercato 5.
27
In conclusione l’Autorità ritiene che l’indicatore delle quote di mercato sia indice di un
significativo potere di mercato di Telecom Italia e che i risultati degli altri indicatori con-
fermino la mancanza di concorrenza e siano sufficienti a ritenere che il potere di mercato di
Telecom Italia non possa subire significative variazioni nel corso dei 18 mesi che intercorrono
tra due cicli di analisi del mercato. Come sottolineato precedentemente l’Autorità riconosce
aree geografiche contraddistinte da un effettivo aumento della pressione competitiva ma ritie-
ne che queste siano troppo limitate rispetto alla totalità del mercato per essere considerate
separatamente (ed eventualmente deregolamentate).
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Capitolo 4
Conclusioni
Come conseguenza di ciò sarebbe necessario differenziare il prezzo dell’ULL come in figura
4.1. Infatti, se questo rimane costante, vi è un rischio di margin squeeze (tra prezzo WBA e
ULL) nelle aree urbane. Un prezzo più alto dell’ULL nelle aree meno densamente popolate,
potrebbe di fatto scoraggiare gli operatori alternativi negli investimenti in termini di infra-
strutture in queste aree. Se la presenza di operatori alternativi che operano in ULL è sintomo
di un mercato concorrenziale, con questa politica si rischia di disincentivare lo sviluppo delle
aree coperte dal ULL.
La riduzione del livello competitivo ha effetti meno marcati in Inghilterra, mentre potrebbe
averne di più nel mercato italiano. Dando uno sguardo alla situazione del 2008 in Inghilterra
l’86% (figura 4.2) della popolazione è raggiunta da almeno un operatore alternativo, il che
significa che buona parte della popolazione ha la possibilità di scegliere l’operatore in libertà,
permettendo un livello alto di concorrenza.
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Figura 4.2: Rapporto connessioni in unbundling e in infrastrutture (fonte [4]).
Inoltre dalla figura 4.3 si evince che in Italia, la competizione è invece ad un livello più
basso, pari al 56% della popolazione. Questa copertura è concentrata soltanto nelle aree più
densamente popolate.
Un’altra conseguenza della deregolamentazione del prezzo WBA è quello del rischio di
margin squeeze a livello retail (figura 4.4). A fronte di un prezzo wholesale basato sul costo
nelle aree rurali, e dato un prezzo retail uniforme, porterebbe ad una situazione di margin
squeeze tra il prezzo WBA e il prezzo retail in queste aree. Di conseguenza il mercato rurale,
sarebbe ancora meno appetibile per gli operatori alternativi, che, per fornire il servizio in
queste zone devono necessariamente acquistarlo all’ingrosso data la concentrazione dell’ULL
solo nelle grandi città. Inoltre, il servizio all’ingrosso è spesso usato dagli operatori per entrare
nel mercato e costruire sufficienti economie di scala prima di impegnarsi in investimenti più
rischiosi (ULL). Una deregolamentazione potrebbe di conseguenza rendere più difficoltoso
l’ingresso di nuovi operatori e aumentando di fatto le barriere all’ingresso nel mercato rurale.
Per permettere quindi agli operatori alternativi di essere presenti in queste zone è quindi
necessario che le NRA prendano in considerazione di differenziare anche il prezzo retail.
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Figura 4.4: Effetto del margin squeeze
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Non è necessario in questa sede elencare le problematiche italiane del digital divide ma sono
intuitivamente percepibili gli effetti negativi che un aumento dei prezzi retail fuori dalle grandi
città porterebbe nelle aree che spesso sono già in buona parte disagiate. Analogamente, a fronte
di un prezzo retail uniforme basato sul meccanismo del retail- minus, l’operatore dominante
potrebbe perdere interesse negli investimenti nelle aree rurali a causa di una derivata perdita
a fronte di un costo del WBA maggiore in queste aree. Per mantenere costante i margini degli
operatori incumbent sarebbe quindi necessario un aumento dei prezzi retail.
In conclusione, una differenziazione geografica dei prezzi wholesale, da un lato renderebbe
più snella la regolamentazione nelle aree urbane dove effettivamente è presente concorrenza
portando ad un abbassamento dei prezzi retail e maggiore concorrenza. Gli effetti negativi
di una scelta di questo tipo si ripercuoterebbero nelle zone rurali o a bassa densità portando
gli operatori (sia alternativi sia incumbent) a perdere interesse in queste aree. In un paese
come l’Italia, dove il digital divide tra le aree sviluppate delle grandi città, e le aree rurali
è particolarmente accentuato (figura 4.6), gli effetti negativi della scelta di differenziare il
mercato su base geografica potrebbero essere maggiori di quelli positivi.
Figura 4.6: Gap di copertura broadband in aree rurali in Europa (fonte [2])
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• in tali aree, come anche evidenziato dall’Autorità, esiste una maggiore pressione compe-
titiva dovuta alla significativa presenza di operatori alternativi infrastrutturati.
Dunque anche la stessa Autorità italiana, pur avendo deliberato una regolamentazione di
carattere nazionale, ha espresso la volontà di monitorare le condizioni competitive su dimen-
sione sub-nazionale, con l’intenzione di prendere in considerazione la possibilità di segmentare
geograficamente i mercati.
1
ERG è diventato nel 2010 BEREC, Body of European Regulators for Electronic Communications.
2
secondo il “test del monopolista ipotetico” (paragrafo 1.3.1).
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Bibliografia
[1] Delibera AGCOM n. 314/09/CONS, Identificazione e analisi dei mercati dellaccesso alla
rete fissa (mercati n. 1, 4 e 5 fra quelli individuati dalla Raccomandazione 2007/879/CE),
2009
[2] Rapporto finale per l’Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni, Analisi sulle
determinanti del processo di sviluppo della banda larga, Between, Giugno 2008
[3] ERG Common Position, Geographic Aspects of Market Analysis (definition and remedies,
Ottobre 2008
[4] Ofcom, Review of the wholesale broadband access markets 2006/2007, Febbraio 2008
[5] Veronica Bocarova, Market Analyses under EU regulatory framework, Workshop for
National Commission for Communications Regulation, Novembre 2008
[6] Ulrich Stumpf, Conceptual considerations in subnational markets, Wik Consult, 2008
34