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Il tzimtzum

Tzimtzum significa contrazione, concentrazione, seguendo la scuola di Safed nel pensiero


del suo esponente pi illustre, Itzhak Luria.
Il riferimento va a Dio stesso prima che al Dio Creatore:
Il contrarsi di Dio entro la propria essenza profonda un preliminare atto funzionale alla
creazione, onde lasciarle spazio ed autonomia. Solo in un secondo atto, l'assoluto si dilata e si
protende verso il mondo creato, per poi tornare a contrarsi, in un'alternanza dialettica di moto
centripeto e centrifugo.20

Non in atto un paradosso verbale ma una realt ontologica, anzi la realt ontologica
primordiale, infatti Colui che si rivelava nel Roveto Ardente aveva dimostrato, pur
essendosi ristretto per amore, di essere di una densit infinita. 21
Il grande gesto di amore, di Dio cio che pone un limite a Se stesso, attesta una duplice
realt: la creazione e la persona umana indubbiamente sono un nulla davanti a Lui, nel
contempo per vuol dire che ha riconosciuto loro in anticipo una potenzialit positiva,
verso la quale poi si protende in un suo stesso arricchimento. 22
Il limite autoimpostosi di Dio e il limite umano postulano una possibile santificazione del
limite e della postura interiore del rispetto, inteso nell'accezione di non inglobare in s
nessuno:
La fede si fa umile davanti a Dio non solo per sentimento di dipendenza, ma per reciprocit di ritiro
e di autolimitazione. La preghiera, ad imitazione della dialettica divina, alternanza e sintesi di
approfondimento interiore e di moto espansivo.23

Il popolo di Israele, eletto da JHWH, pu essere considerato quindi dallo Tzimtzum stesso
messo in atto, dedurne la sua particolare missione nella storia e lo sguardo su se stesso
come:
[...] a un'impronta di Dio, nel vuoto lasciato da Lui, e a Lui riservato per sempre. La sua fedelt
consiste nel non chiudere quel vuoto, nel non riempire quell'assenza con una presenza che
l'idolo.24

JHWH nell'atto di operare lo Tzitzum manifesta la sua passione per la creatura umana:
L'infinito si produce rinunciando all'invasione di una totalit in una contrazione che lascia un posto
all'essere separato.25

Shekinah

La stessa semantica del termine Shekinah illumina e pu consentire una comprensione


non solo del termine ma anche della sua funzione nella storia di Israele: proviene da
shakan26 abitare, da cui Shekinah quale nome d'azione che indica la Presenza, i luoghi e i
tempi dove JHWH vuole lasciarsi incontrare. Non in termini di onnipresenza ma di
immanenza, riferendosi alla sfera del possibile: non vi luogo che non possa essere
contrassegnato dalla presenza di Dio, o ancor meglio in cui non possa venir ospitato. 27
JHWH creatore del cielo e della terra e non cessa di conservarli in vita (de Lubac):
Tutti i fiumi corrono al mare, ma il mare non si riempie mai; al luogo da cui i fiumi provengono, l
essi ritornano nuovamente (Qo 1, 7).

Dal mare superiore al mare, la vitalit di tutte le creature viene da Lui e a Lui ritorna.

JHWH, colui che imprime sulle sue creature, secondo la Mishna, il tovea, il simbolo
originario, il syngraphum di Spinoza.
Luoghi quindi di un dove, non solo locativo ma esistenziale trascendentale, attraverso il cui
dono la persona umana pu esprimersi nell'apertura dialogica al Tu.
La voce della Tradizione d'Israele insegna due volte, nella Haggada e nella liturgia del
Seder28, che nella notte dell'Egitto (Es 12) c' stata la Gilluy Shekinah, la rivelazione della
Shekinah, la manifestazione di JHWH che ha agito a favore di Israele ed Egli stesso e non
altri ha fatto uscire Israele dall'Egitto29 .
JHWH presente al mondo e la sua Presenza, la Shekinah, l'azione di abitare il mondo
creandolo senza cessa, quindi come risultato dell'azione di abitare, JHWH stesso
presente dovunque e sempre:
Nessun luogo sulla terra vuoto della sua Presenza (Rabban Gamaliel Pesiqta de-Rav Kahana).

JHWH per rimane sconosciuto, mentre la sua Kabod in Israele conosciuta:


L'uno gridava all'altro e diceva: "Santo, santo, santo l'Eterno degli eserciti. Tutta la terra piena
della sua gloria" (Is 6, 3).
Quindi lo Spirito mi sollev e udii dietro a me il suono di un grande fragore che diceva: "Benedetta
sia la gloria dell'Eterno dalla sua dimora! " (Ez 3, 12).

Ges Shekinah
Alberto Mello commenta: Le parole della Tor sono un dono gratuito per ogni uomo che
viene al mondo,41 sottolineando:
anche per il giudaismo 'la Parola si fatta carne'. La teofania sinaitica, nella quale il Verbo
creazionale, la voce della creazione (il tuono) si articola in un linguaggio umano, che si pu udire e
trasmettere, una tappa fondamentale di questo farsi carne della Parola di Dio. 42

Fino a che punto il Dio di Israele si pu abbassare? Pu diventare uomo?


L'Incarnazione di Dio non contraddice l'essenza di Dio e la tradizione rivelata?
Nel Bereshit Rabba e in altri midrashim si dice che la Tor antecedente alla creazione ed il
modello con cui Dio ha creato il mondo. Se noi leggiamo nel Prologo di Giovanni: E il Verbo si
fatto 'carne' e ha abitato in mezzo a noi e traduciamo queste parole in ebraico (si veda, ad
esempio, la traduzione del Nuovo Testamento di F. Delizsch o quella pi recente delle United Bible
Societes: ha-davar nihjah basar), noi siamo obbligati a intendere basar, carne, nel significato
ebraico, includente anche l'idea di mondanit, concretezza. E allora, dobbiamo ritradurre pi
correttamente, con maggiore coscienza ermeneutica: La Parola si mondanizzata, ed la
presenza (skene/shekina) di Dio in mezzo a noi. Questa parola il principio della creazione ed la
Tor.43

L'Incarnazione non era n prevedibile n ipotizzabile, per trascendenza e immanenza


suscitano una tensione di Unit che lo Spirito Santo, che in noi, attesta e conferma pure
l'autocomunicazione della Trinit che tocca la storia e ogni persona.
Quando Dio si incarna, la Shekinah, la Presenza, si umilia nel mondo, si restringe, opera lo
tzitzum nell'umanit ebraica di Ges Cristo per significare l'amore di Dio per tutti gli
uomini.
Il Tempio e Ges Cristo sono i luoghi dell'incontro tra Dio e il mondo. N il Tempio n
Ges Cristo si possono concepire senza realt concreta, fuori dallo spazio e dal tempo. 44

Tuttavia, n potenza n potere sono abbandonati: la potenza perch JHWH pu e vuole


paradossalmente restringersi, il potere perch la sua Potenza il suo Silenzio la sua
forza la forza di limitare la forza (Ps 29).
L'abbassamento allora paradossalmente grandezza.
Ne consegue che
Se Ges la Shekinah di Dio, Jerushalaim il luogo della Shekinah! 45

La trasgredenza

Il segno biblico attestato dal Vangelo: (Ecco il topos, il


luogo in cui giaceva (Mc 16, 6; Mt 28, 6; Lc 24, 6), deve essere letto ed interpretato con
categorie proprie e non seguendo filosofie ricalcate sulla mens dell'Occidente e quindi
come posto-sacro che come non-luogo diviene simbolo. 46
Il topos, , indica il punto del contatto con il reale, schiuso sulla trasgredenza 47 della
pura orizzontalit,48 perch coagula la storia intera e tutte le storie delle persone umane in
quell'arrivo sabbatico che non demanda pi altrove ma chiede di collocarsi nel
stesso perch
La tomba vuota segno di una misteriosa assenza. Ma assenza per eccesso di presenza, perch
tutto suggerisce, nell'alba del giorno senza tramonto, un Vivente, pi vivo della nostra vita
mescolata alla morte.49

Questo vuoto che, concretamente, l'apax del Risorto, si protende nell'attesa e si


concretizza nella 'even shetijjah, la pietra di fondazione del mondo del heykal qodsheka,
del Santo dei Santi del Secondo Tempio, che indicava l'assenza dell'arca e la presenza della
Shekinah:
che cosa fece il Santo, sia benedetto? con il piede destro affond la pietra fino al fondo dell'oceano
primordiale e la rese di pietra di volta del mondo, come un uomo che incastra la pietra di volta in
un arco. Perci la pietra si chiama 'eben shetityya (pietra di fondazione) perch ivi l'ombelico
della terra e di l estese tutto il mondo e su di essa poggiato il tempio. La roccia che si trova nel
Santo dei Santi quella dell'inizio della creazione del mondo ed insieme il luogo pi alto della
terra: la porta del cielo e appartiene al paradiso futuro. Inoltre la roccia chiude l'apertura
dell'oceano primordiale e cos fonte di tutte le acque della terra e porta del regno dei morti. 50

il vacuum di Tacito (Storie V, 9): Pompeo nel 63 a. e. v. entr nel Santuario e dovette
ammettere questa precisa realt: Nulla intus deum effigie vacuum sedem, et inania
arcana.
Il Vangelo di Giovanni (7, 37-39) non concede dubbi di sorta:
Ges si identifica con Gerusalemme, che Sion, che il Tempio in cui risiede la Shekinah. Egli
annuncia poi che coloro che credono in lui riceveranno lo Spirito Santo, cosa non possibile finch
egli non sia glorificato. Il contento del pellegrinaggio d'Israele suggerisce fortemente, per
risonanza, l'insegnamento seguente: Ges glorificato, riconosciuto come Gloria (Shekinah), il
Luogo (il Luogo conosciuto, Gerusalemme, Sion, il Tempio) da cui usciranno le acque vive, cio lo
Spirito Santo. Senza la Shekinah, presente e riconosciuta, non c' Spirito Santo; ma ugualmente
senza Spirito Santo la Shekinah non riconosciuta (cfr 1 Cor 12, 3) . 51

Anche Paolo (1 Cor 12, 3) quando scriver Ges Signore, conferma che lo si pu
affermare solo attraverso lo Spirito Santo riconoscendolo come Dio: Ges Cristo quindi la
Presenza di Dio, la Shekinah appunto.
Il luogo santo esiste perch stata tagliata la berit, lo stesso libro luogo santo, topos
ermeneutico dell'uomo52 che rivela:

[...] in quanto manifestazione dell'Origine fungente e attraente verso il compimento, ma non


oggettivabile. Ci ha un preciso risconto nel come, entro la Bibbia, viene posta in relazione la
manifestazione di Dio con la sua assenza. La Shekhin, la presenza divina, abita nel vuoto posto tra
e sotto le ali dei cherubini che proteggono il coperchio dell'arca della alleanza (Es 25, 22). Il Libro
biblico presentifica, con la struttura che gli propria, il vuoto in cui sotto forma di assenza abita
Dio e dal quale Dio chiama.53

imprescindibile comprendere che i cherubini non circoscrivono la Shekinah ma indicano


lo spazio aperto che diverr ha Maqom, il Luogo, la Shekinah nella sua localizzazione
nell'Umanit ebraica di Ges Cristo, nel suo corpo di ebreo vissuto nella storia, fatto
nascere da Mirjam, la Theotokos del Roveto Ardente,54 che ha accolto la Shekinah
incarnata nel suo grembo, incontro del tempo e dell'Eterno, e donato alla storia l'Umanit
ebraica del Salvatore, vivendo nella fede la fatica del cuore:
potremmo dunque dire che la Tor il Verbo incarnato, se, come vero, basar, carne, indica pi
estesamente una mondanizzazione, una umanizzazione della Parola, che infatti dibber ki-leshon
ben adam, ha parlato secondo la lingua degli uomini.55

Il unigenito si fatto carne umana (basar) ed allora:


noi contempliamo qui tutta la gloria del Padre, la pienezza della grazia della verit, l'epifania della
Shekhinah divina (Gv 1, 14-17) .56

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