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TEMPO ESSERE E DIVENIRE

"Il tempo? Se non me lo chiedi so cos'. Ma se me lo chiedi non lo so pi", diceva


Agostino d'Ippona, il vescovo vissuto tra il IV e il V secolo.
In effetti, quello del tempo un concetto di cui da sempre si occupa la filosofia senza
riuscire a spiegarlo, e ora, dopo la sua relativizzazione rispetto alla posizione
dell'osservatore dimostrata da Einstein, alcuni fisici ne negano addirittura l'esistenza
a livello quantistico fondamentale (Carlo Rovelli "La realt non come ci
appare" Raffaello Cortina Editore). Ma questo non significa che il tempo sparisce
dalla nostra vita di tutti giorni. Significa solo che esso frutto di relazioni e che
queste relazioni sono rilevabili solo da strutture complesse dotate di "strumenti"
cognitivi che siano in grado di acquisire e conservare i dati offerti dall'esperienza
vitale.
Infatti, basterebbe non ricordare l'ultimo istante vissuto, cos da non poterlo mettere
in relazione con l'istante attuale, per perdere completamente il concetto di tempo e
farci apparire tutta la realt come immanente, cio monolitica e indipendente dalle
azioni di qualsiasi soggetto, come in effetti ...
Quindi, la memoria il "luogo" dove costruiamo il tempo perch non possibile
stabilire relazioni spaziali tra cose o eventi senza associare ad esse un tempo in cui
tali relazioni si sviluppano dandoci la certezza del loro divenire.
Usando una metafora si potrebbe considerare una pellicola cinematografica nella
sua interezza. Il "racconto" di quella realt in essa rappresentata pu considerarsi
immanente ed per noi inaccessibile anche se la proiettiamo su uno schermo
svolgendola in modo continuo senza gli "stop and go" di ogni singolo fotogramma.
Solo la relazione che si instaura grazie alla permanenza temporanea nella retina
dell'immagine del fotogramma che precede quello attuale ci d la sensazione che il
racconto si svolga in un tempo e in uno spazio.
Come si vede, tutto ci ha implicazioni filosofiche enormi poich ci fa capire che
l'eterna diatriba tra l'Essere parmenideo e il Divenire eracliteo non potr mai essere
risolta in termini oggettivi, dato che, mentre possiamo affermare che la nostra
dimensione definita dalle nostre stesse caratteristiche strutturali che fanno apparire
il nostro spazio-tempo in DIVENIRE, al contempo non ci fa escludere che quello
stato dell'ESSERE, immobile e senza spazio-tempo, sia il nostro "contenitore" da cui
emergiamo come processo a bilancio energetico "0" e di cui nello stato immobile
forse non rimane traccia... Ma qui, come si vede, debordiamo nella metafisica... e
ognuno se la sbriga come vuole...
Secondo me, per coerenza logica, poich l'Essere pu essere solo immaginato e il
Divenire pu essere solo vissuto, non ci rimane che pensare e agire aderendo alla
convenzione che la nostra dimensione esista, lasciando il resto al dominio delle arti e
delle poesia. A quanto pare, da fare per capire ne abbiamo pi che a sufficienza...

Francesco Pelillo -

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