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Reti Glocali - Idee e Progetti Sostenibili in Liguria

Reciprocità, condivisione, trasparenza, partecipazione,


economia solidale, filiere corte, sviluppo locale e molto altro …

Intervento di Danilo Castagnetti alla

Tavola Rotonda coi GAS presenti su Reti Glocali


Genova 11.02.2010 Palazzo Ducale

Danilo Castagnetti, nel suo intervento di avvio dei lavori, ha suggerito alcuni temi
ritenuti rilevanti per la comprensione del progetto Reti Glocali e del movimento dei
GAS. Un primo tema è stato inerente la responsabilità dei GAS verso la diffusione di
buone pratiche di produzione e consumo. Egli ha voluto spiegare la differenza tra una
GAO ed un GAS ovvero tra una modalità di acquisto auto organizzata e la grande
differenza che il termine solidale dovrebbe introdurre, ovvero una maggiore sensibilità
e attenzione verso tutti i temi di una società ed una economia più attenta alle
persone e all’ ambiente. Egli ha sottolineato come i GAS sono tra prime azioni che si
intraprendono per la creazione dei DES i Distretti di Economia Solidale, che si stanno
sperimentando un po’ in tutta Italia, come del resto sta accadendo anche in Liguria nel
Ponente Ligure con l ‘ esperienza di DEStati, dove si cerca di affiancare all' economia
di mercato un modello diverso di economia locale molto più rispettosa della comunità
in cui agisce. In alcune situazioni sono proprio i Gas che stanno cercando di evolversi
in DES. Il fatto che queste situazioni possano apparire le più disparate non può che
essere una ricchezza per la sua vivacità, perché è una sperimentazione diffusa ed
infine perché ogni comunità è a sé stante e deve necessariamente trovare la propria
ed esclusiva dimensione. Danilo ha poi citato la sua esperienza di Firenze al forum
“Democrazia a Km zero”, promossa da “Carta”, dove circa duecentocinquanta persone
provenienti da tutta Italia sono lì convenute in rappresentanza dei più disparati
movimenti che si occupano di ambiente, acqua come diritto, libertà di stampa,
emarginazione, migranti, decrescita e molto altro con l‘ intento di costituirsi, in
qualche modo in un movimento comune verso un cambiamento, verso un nuovo
modello di società. Al termine di due giorni di dibattiti una delle azioni più, urgenti da
mettere subito in cantiere, unanimemente riconosciuta per mantenere in collegamento
tutte queste realtà, farle dialogare, scambiare esperienze, è stata l’ attivazione di
social network sul web a livello regionale che potessero poi confluire in una rete
nazionale. Danilo ha sottolineato come in Liguria esiste già è RG.

RG può essere un formidabile mezzo per diffondere le buone pratiche, per mettere in
rete, in relazione, tutte le esperienze che agiscono sul territorio ligure Danilo lo ha
anche definito una agòra una piazza dove ognuno è libero di recarsi per dibattere sui
temi che gli stanno a cuore e che sono l’ anima di RG, scambiarsi idee ed esperienze e
anche trovare amici e stringere alleanze, lavorare su progetti comuni.

Ma come Produrre e scambiare valore territoriale ? Danilo ha poi proposto le


risultanze di un seminario internazionale cui ha partecipato a dicembre del 2009
organizzato dalla Facoltà di Agraria e dal Politecnico di Milano che trattava di: Scenari
di ricostruzione territoriale fondati su neoagricoltura e nuovi stili di vita. Il seminario
ha voluto evidenziare il ruolo dell’ agricoltura non solo come attività primaria per il
sostentamento della popolazione del mondo, ma anche come generatrice di nuovi
spazi e comunità , come fondante di un nuovo patto/rapporto tra città e campagna,
come risposta alla crescente richiesta di nuovi modelli economici di scambio e
consumo basati sulla valorizzazione dei territori attraverso la ridefinizione della
qualità della vita, del paesaggio, della qualità delle produzioni e delle reti sociali. Si
tratta di nutrire il pianeta e ricostruire il territorio, a partire dalla partecipazione di
nuovi attori: le reti e nuovi mezzi: la democrazia partecipata, diversi stili di vita,
diverse modalità di consumo. Creare sistemi economici locali basati sulle filiere
agroalimentari corte come elementi di una strategia di sviluppo partecipato e auto-
sostenibile (come i DES);uscendo rapidamente dal mercato “convenzionale” attraverso
la creazione di nuovi mercati (come i GAS). D’ altro canto si dovrà promuovere una
adeguata educazione alimentare nonché la formazione professionale e imprenditoriale
degli agricoltori e proporre questa attività come modello di vita positivo.

È necessaria svolta ecologica in cui il produrre non sarà più l ‘ accumulazione di beni
spesso inutili, ma il produrre benessere per tutti attraverso i concetti di cura,
responsabilità e comunità. Se tutti avessimo coscienza di cosa ci nutriamo basterebbe
a produrre il cambiamento.
A questo proposito Danilo ha dato lettura dei seguenti dati tratti dal Piano Nazionale
di Sviluppo Agricolo del nostro paese per la programmazione 2007/2013 che non
abbisognano di tanti commenti:

“L’ortofrutticoltura costituisce uno dei comparti più importanti del settore


agroalimentare italiano, rappresenta mediamente il 24% della produzione complessiva
dell’agricoltura nazionale, purtroppo è interessato, specie negli ultimi anni, da una
profonda crisi che riguarda diversi stadi della filiera. La superficie coltivata a ortaggi
sta diminuendo. Tra i motivi che concorrono alla riduzione della superficie a ortaggi e
fruttiferi, vi sono anche la forte contrazione dei prezzi all’origine e l’aumento dei prezzi
dei principali fattori di produzione,che hanno generato, quindi, una forte riduzione dei
redditi. Tuttavia, la diminuzione dei prezzi all’origine non si è riflessa su quelli al
consumo. E’ evidente come l’aumento dei prezzi al consumo sia stato determinato dai
rincari praticati nei segmenti della filiera a valle della produzione agricola - fino a
portare tali prezzi, per alcuni prodotti anche a 25-30 volte quello alla produzione - e
come il processo di formazione del prezzo, pertanto, sia caratterizzato da una scarsa
trasparenza a scapito di agricoltori e consumatori. Il margine di intermediazione,
in Italia, è il più elevato d’Europa!.Il livello di trasparenza del mercato può essere
aumentato attraverso la promozione di accordi di filiera tra produttori e consumatori,
con in quali può essere programmata l’acquisizione di volumi di produzione ben
definiti ogni anno. Oltre a consentire ai produttori di programmare la produzione, tali
accordi portano a un’ottimizzazione della filiera anche a favore dei consumatori grazie
a una stabilizzazione dei prezzi”. Danilo ha commentato affermando “ peccato che a
livello istituzionale si analizza, si parla , si scrivono fiumi di parole e poi pochissimo si
fa ed allora ben vengano i DES e i GAS nati e voluti dal basso, dalla gente comune”.

Per ultimo Danilo ha parlato di un GAS che recentemente è stato oggetto di un articolo
apparso su “ALTRA ECONOMIA” che distribuisce orto frutta e altri generi di filiera
cortissima servendo attualmente 600 famiglie ed che è tuttora in espansione. Tutto è
nato da una piccolissima associazione di piccoli produttori in provincia di Biella,
inizialmente di frutti di bosco nel 2004, che nel giro di pochi anni sì è evoluta
definendosi come GPS Gruppo di Produttori Responsabili attraverso la comunicazione
ed eventi promozionali. Ovviamente si sono dovuti attrezzare nella maniera dovuta e
ad esempio gli ordinativi si possono fare direttamente su internet e pochi giorni dopo
i prodotti vengono consegnati direttamente a casa.

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