Sei sulla pagina 1di 6

Psichologia 5-2009

3-08-2009

12:43

Pagina 3

GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORT

RICERCHE

C ONVINZIONI DI EFFICACIA PERSONALE E COLLETTIVA


E GESTIONE DELLO STRESS NEL GIOCO DEL CALCIO
Sara Andena
Dipartimento di Psicologia,
Universit degli Studi di Milano Bicocca
Jessica Militello
Dipartimento di Psicologia,
Universit degli Studi di Milano Bicocca

RIASSUNTO
Diversi studi, nellattestare la significativa influenza delle
convinzioni di efficacia personale e collettiva rispetto
alla prestazione sportiva di successo, ne sottolineano
limportanza nella gestione dello stress, prima e durante la
competizione; il presente contributo mira ad approfondire
queste interazioni nel gioco del calcio. Ad un gruppo di 82
calciatori professionisti provenienti da differenti categorie e
appartenenti a quattro diverse societ sportive sono state
somministrate due nuove scale finalizzate a valutare
le convinzioni di efficacia personale e collettiva. Accanto
alle scale di efficacia percepita stato somministrato
un questionario che misura il livello di stress esperito dai
calciatori e la loro capacit di recupero. I risultati hanno
mostrato la presenza di livelli di stress molto diversi tra
giocatori appartenenti a categorie differenti. Nei giocatori
di Serie A, inoltre, sono emerse sorprendenti relazioni
positive tra efficacia percepita e livelli di stress. I risultati
ottenuti forniscono degli spunti di riflessione e delle
indicazioni rispetto ai fattori che maggiormente incidono
o proteggono dallo stress, evidenziando limportanza di
operare delle differenziazioni tra atleti di livello diverso.

PAROLE CHIAVE
Autoefficacia percepita; efficacia collettiva percepita;
stress; calcio

ABSTRACT
Several studies showed that self- and collective efficacy
beliefs play a significant role in promoting good
performances in sport and managing pre- and postcompetition stress; the aim of the present study was
to examine the role of self and collective efficacy in soccer.
The participants were 82 professional soccer players
coming from four different categories and four clubs;
two new scales to measure self- and collective efficacy in
sport were developed; the amounts of experienced stress
was assessed through the Recovery-Stress Questionnaire
for Athletes. Findings showed significant differences in
stress level among the four categories; surprisingly, league
A athletes self-efficacy beliefs were positively correlated
with stress. Results give suggestions about the factors
that influence or protect from stress and underline the
importance to distinguish among athletes of different level.

KEY WORDS
Perceived self-efficacy; perceived collective efficacy;
stress; soccer

INTRODUZIONE
Lattivit sportiva, che a livello amatoriale sovente riveste una funzione di divertimento o di sfogo delle tensioni, a livello competitivo pu rappresentare una fonte di frustrazione e minaccia: in situazioni agonistiche caratterizzate da forte pressione competitiva, spesso gli atleti devono fronteggiare gli effetti inabilitanti di stressor acuti a
carattere fisico e psicoemotivo (Brandao, Medina e Martino, 1998; Crocker e Hadd,
2005; Jones e Hardy, 1990; Kelmann e Gunther, 2000; Nicholls, Backhouse, Polman
e McKenna, 2008; Noce e Samulski, 2002; Reeves, Nicholls e Mckenna, in stampa;
Seggar, Hawkes, Pedersen e McGown, 1997).
La resistenza allo stress non una capacit innata ed occorre un sostegno e un forte
stimolo motivazionale affinch latleta si impegni a superare i propri limiti e sia in grado
di padroneggiare le abilit richieste dalla propria disciplina: il buon esito di tali sforzi
dautoregolazione dipende, in larga misura, da un senso defficacia resiliente in grado
di favorire lo sviluppo delle opportune competenze tecniche e di determinarne la qualit dellesecuzione in situazioni sempre mutevoli, imprevedibili e potenzialmente
stressanti (Bandura, 1997; Beauchamp, Bray e Albinson, 2002; Bray, Balaguer e Duda,
2004; Escarti e Guzman, 1999; Feltz e Lirgg, 2001; Feltz, Short e Sullivan, 2008;
LaGuardia e Labb, 1993; Moritz, Feltz, Fahrbach e Mack, 2000; Short, Tenute e Feltz,
2005; Tenenbaum, Hall, Calcagnini, Lange e Freeman, 2001; Treasure, Monson e Lox,
1996). Sentirsi capaci di amministrare efficacemente lattivit agonistica favorisce
una migliore gestione dello stress e previene il manifestarsi di episodi di esaurimento
emotivo; la fiducia nelle proprie abilit di riuscita, infatti, migliora le prestazioni motorie, riduce la vulnerabilit a situazioni avverse e gli effetti inabilitanti degli stressor

Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 5 2009

Psichologia 5-2009

3-08-2009

12:43

Pagina 14

RICERCHE

GIORNALE ITALIANO
RICERCHE

DI PSICOLOGIA DELLO SPORT

I NDAGINE SULLE PROBLEMATICHE PSICOLOGICHE


DEL PORTIERE DI CALCIO
Vittorio Tubi
Coordinatore e Docente nei Corsi
di Psicologia per Allenatori Professionisti
Centro Tecnico di Coverciano
Francesca De Stefani
Psicologa e Consulente in Psicologia
dello Sport
Isabella Croce
Psicoterapeuta, Psicologa e Consulente
in Psicologia dello Sport

RIASSUNTO
Lindagine sulle problematiche psicologiche del portiere di calcio nasce
dallidea di dare voce ai vissuti ed alle esperienze di chi si trova a
ricoprire un ruolo diverso allinterno di una squadra. Il campione degli
intervistati costituito da 30 atleti che militano nelle varie categorie
dei diversi campionati professionistici in Italia (serie A 40%, serie A
primavera 10%, serie B 33,3%, serie C1 10%, serie C2 6,7%).
Le interviste sono state strutturate in modo da riuscire a indagare
le seguenti aree: 1) le qualit psicologiche ritenute necessarie per
un portiere e la valutazione dei momenti di isolamento psicologico,
2) le modalit relazionali allinterno della squadra e dello staff tecnico,
3) lallenamento tattico e la gestione delle gerarchie allinterno
del sotto-gruppo portieri. Gli obiettivi dellindagine sono infatti quelli
di approfondire e focalizzare i bisogni del portiere e valutare le modalit
relazionali allinterno del gruppo. I risultati emersi possono fornire degli
interessanti spunti di riflessione sulle condizioni e sulle problematiche
che riguardano i portieri di calcio utili anche a carattere applicativo
e di possibile intervento psicologico in questo settore.

PAROLE CHIAVE
Portiere; concentrazione; responsabilit; preparatore-allenatore;
gruppo squadra; mental training; gerarchia

ABSTRACT
Psychological goal-keeper problems research arises from the purpose
to underline the experienced of people holding a different role inside
a football team. The interviewed sample is made of 30 players by
various Italian professional championships (40% A league, 10% Youth A
League, 33,3% B League,10% C1 League, 6,7% C2 League).
Interviews have been structured to look into the following areas:
1) Psychological qualities considered compulsory to a goal-keeper and
the study about the psychological confinement period; 2) Interpersonal
way of relation inside the team and inside the technical staff; 3) Tactic
training and managing hierarchies inside the sub-team goal-keepers
group. The goals of this study are in fact to analyse, to deepen and
to focus the goal-keeper needs and to evaluate interpersonal relations
modalities inside the group itself. The results can provide useful
information about conditions and possible problems regarding
goal-keepers, and on psychological interventions.

KEY WORDS
Goal-keeper; concentration; responsibility; physical trainer-coach;
group; team; mental training; hierarchy

INTRODUZIONE
Quello del portiere un ruolo molto particolare e delicato perch
diverso da quello di tutti gli altri compagni di squadra. Oltre ad essere lunico componente della squadra che pu utilizzare le mani allinterno della propria area di rigore, deve rispondere a richieste tecnicotattiche, fisico motorie e psicologiche differenti rispetto ai suoi compagni (DOttavio, 2007; Facchini, 1993). Il numero 1, infatti, sviluppa
abilit completamente differenti che richiedono allenamenti differenti e, quasi obbligatoriamente, un allenatore specializzato dedicato alla
sua prestazione. Questo suo isolamento, durante la settimana di
allenamento, potrebbe far pensare al ruolo del portiere quasi ad una

14

Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 5 2009

piccola disciplina interna in seno allo sport del calcio, ma la particolarit del ruolo tale che questa condizione viene meno perch, durante la gara, pur essendo i suoi compiti e i suoi interventi completamente diversi dai compagni di squadra, le tempistiche e le modalit di tali
interventi si devono sempre interfacciare con le esigenze di squadra,
le situazioni particolari di gioco ed i movimenti di compagni ed avversari. (Lorieri, 2007). Sono inoltre tutti concordi nel dire che, oltre alle
doti tecnico tattiche, le qualit che rendono il portiere un punto fermo
per la squadra sono proprio le sue caratteristiche mentali. Attraverso
lindagine sulle problematiche psicologiche del portiere di calcio si
sono proprio voluti approfondire gli aspetti pi strettamente psicologici inerenti al ruolo dando la parola ai diretti interessati.

Psichologia 5-2009

3-08-2009

12:43

Pagina 18

RASSEGNE

GIORNALE ITALIANO
RASSEGNE

DI PSICOLOGIA DELLO SPORT

A PPRENDIMENTO MOTORIO: DAI PRESUPPOSTI TEORICI


AGLI ASPETTI APPLICATIVI DELLA VALUTAZIONE
DELLE ABILIT COORDINATIVE
Giovanni Musella
Centro Ricerche Scienze Motorie, S.U.I.S.M.
(Scuola Universitaria Interfacolt in Scienze Motorie),
Universit degli Studi di Torino
Fulvia Gemelli
Centro Ricerche Scienze Motorie, S.U.I.S.M.
(Scuola Universitaria Interfacolt in Scienze Motorie),
Universit degli Studi di Torino
Giulia Bardaglio
Centro Ricerche Scienze Motorie, S.U.I.S.M.
(Scuola Universitaria Interfacolt in Scienze Motorie),
Universit degli Studi di Torino
Maria Fernanda Vacirca
Dipartimento di Psicologia, Laboratorio di Psicologia dello Sviluppo,
Universit degli Studi di Torino
Emanuela Rabaglietti
Dipartimento di Psicologia, Laboratorio di Psicologia dello Sviluppo,
Universit degli Studi di Torino

RIASSUNTO

ABSTRACT

Lobiettivo di approfondire, in chiave pi applicativa, il contributo apparso


sul precedente numero di questa rivista, nel quale si tentato di fornire
un inquadramento teorico sul ruolo svolto dalle abilit coordinative nellambito
dellapprendimento motorio. Chi si occupa di formazione e di educazione
al movimento, in particolare per bambini e adolescenti, ha il compito
di promuovere il progressivo e finalizzato controllo del comportamento motorio,
nel rispetto della maturazione biopsichica dellindividuo. Dopo una breve
digressione sullo sviluppo delle abilit motorie, viene affrontato il tema
della loro verifica e valutazione che, soprattutto nei bambini, risulta ancora
oggi piuttosto problematica. Lanalisi di test standardizzati e validati, quali
il Test EUROFIT, utilizzato soprattutto per la misurazione quantitativa
della prestazione e delle abilit condizionali, e il test TGM, strumento ideato
per rilevare abilit grosso-motorie, a nostro avviso, non solo non risolve
il problema della verifica e valutazione delle abilit coordinative, ma ripropone
lurgenza di una approfondita riflessione. Entrambi risultano poco specifici
per tutti coloro che vedono nellattivit motoria e nello sport non tanto
il fine, quanto il mezzo per ottenere risultati a pi ampio raggio, finalizzati
alladattamento ed al benessere dellindividuo. Il parallelo con le competenze
motorie conduce ad una proposta applicativa che interpreta la verifica
della abilit coordinative come verifica di competenze motorie.
Losservazione sistematica delle abilit coordinative in situazione pu essere
intesa quale espressione manifesta di competenza motoria, non direttamente
osservabile, ma deducibile da una sistematica osservazione delle conoscenze
e del comportamento motorio in situazioni differenziate (di esercizio, di gioco,
di risultato,).

The goal of this paper is to investigate more in depth, and from an applied
perspective, the role of coordinative abilities in physical and movement
learning, which is the subject that we already considered from a theoretical
perspective in a previous paper published in the same journal. Scholars who
are involved with formation and education at movement, particularly in the
case of children and adolescents, have the task of promoting a progressive
and finalized control of movement, while respecting the biological and
psychological maturation of the individual. After a brief introduction about
the development of movement abilities, we consider the problem of their
evaluation that is, especially among children, still very complex. In fact, in our
opinion the most common standardized tests, such as the test EUROFIT that
is used for the quantitative measurement of the conditional abilities and the
test TGM that is normally used for evaluating the gross-motor abilities, do not
solve the problem of the evaluation of coordinative abilities, but rather they
require a deep and urgent refection. Both these tests appear too few specific
to all the scholars who look at physical and sport activity not as the goal per
se but rather as the way for reaching wider goals, such as promoting the
adjustment and the wellbeing of the individuals. Establishing a link with the
physical and movement competence, we have been leaded at an applied
proposal, which interprets the evaluation of the coordinative abilities as
the evaluation of the physical competences. A systematic observation of
coordinative abilities within a situation may be meant as the manifest
expression of the competence in movement, which it is impossible to observe
directly. However, it is possible to consider this competence by the way of
a systematic observation of the knowledge and the movement in various
situations (exercising, playing, and gaining a result,).

PAROLE CHIAVE
Abilit; coordinazione; valutazione; competenza; osservazione
sistematica

18

Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 5 2009

KEY WORDS
Ability; coordination; evaluation; competence; systematic observation

Psichologia 5-2009

3-08-2009

12:43

Pagina 25

GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORT

ESPERIENZE

A VVIAMENTO ALLO SPORT E DISPERSIONE SCOLASTICA:


ANALISI DI UN INTERVENTO MOTORIO INTEGRATO
Fiorenza Rosso
Psicoterapeuta, Psicologa dello Sport,
Societ Italiana di Psicoterapia Integrata

RIASSUNTO
Il presente lavoro descrive come stato realizzato il Modulo Percorso
Gioco e Sport allinterno di un Progetto P.O.N. Mis. 3 Az. 3.1
Laboratorio S.C.A.M.P.I.A., articolato nei Moduli Musica/Espressivit,
Cultura/Territorio e Ludodidattica. Il percorso stato effettuato presso
una scuola media di Napoli, che insiste su un territorio periferico caratterizzato da diversi fattori di criticit con gravi effetti sociali e fenomeni giovanili
di emarginazione, scarso senso di appartenenza alla comunit locale e dei
valori etici, civili e legali. Il lavoro stato svolto da febbraio a maggio 2006
per n. 40 ore con un gruppo di 15 alunni, individuati come ragazzi
fortemente a rischio, tra gli 11 e i 13 anni, ed affidato a due istruttori sportivi
con competenze in campo psicologico coadiuvati da un tutor scolastico.
Lintervento stato costruito e realizzato sui presupposti e i concetti
fondamentali della psicologia dello sport secondo il Modello Strutturale
Integrato di G. Ariano che rintraccia nellagonismo e nel mantenimento
dellequilibrio necessario al benessere e alla salute dellindividuo i rispettivi
valori dello sport e dellattivit motoria, mentre i concetti base che hanno
guidato operativamente gli istruttori sono stati quelli di spazio, tempo e
collaborazione. Il principio cardine trasmesso stato quello secondo cui
qualsiasi forma di apprendimento-insegnamento passa attraverso una
relazione condivisa. Il Progetto ha favorito la crescita personale dei ragazzi
in maniera trasversale, con modificazione negli stili comportamentali e
negli atteggiamenti scolastici, portandoli ad una partecipazione pi attiva
e interessata alle attivit didattiche e a comportamenti pi responsabili
nella gestione delle relazioni nel gruppo-classe e col docente.

PAROLE CHIAVE
Dispersione scolastica; sport; motivazione; relazione didattica

ABSTRACT

INTRODUZIONE
Il presente lavoro descrive come stato realizzato il Modulo
Percorso Gioco e Sport allinterno di un Progetto P.O.N. Mis. 3 Az.
3.1 Laboratorio S.C.A.M.P.I. A., articolato nei Moduli Musica/
Espressivit, Cultura/Territorio e Ludodidattica. Il percorso stato
effettuato presso una scuola media di Napoli, che insiste su un territorio periferico, Scampia, quartiere che pu essere definito come il
quartiere bunker per emarginati. Larea territoriale, divisa in lotti
delimitati da unimponente rete stradale a scorrimento veloce,
dotata di scarse infrastrutture e pochi sono i luoghi di accoglienza, di
aggregazione giovanile e centri di cultura, il cui ruolo potrebbe risultare significativo per i ragazzi. Il carcere e il commissariato dominano la zona di cemento e larea finto-verde. Sul territorio locale sono
presenti diversi fattori di criticit rappresentati da un sensibile tasso
di immigrazione interna; si registra una certa precariet nel settore
produttivo con elevati indici di disoccupazione, inoccupazione e sottoccupazione: di conseguenza, sono presenti numerosi e gravi effetti sociali: povert, degrado sociale, esclusione sociale, labilit dei
legami familiari e sociali e caratteristici fenomeni di isolamento e
anonimato, indebolimento dei valori sociali. Si individuano fenomeni
giovanili quali lemarginazione, lindifferenza per le gravi problematiche esistenti, uno scarso senso di appartenenza alla comunit locale e dei valori etici, civili e legali, cosicch il reclutamento e lingresso in circuiti illegali rappresentano spesso, pi che una scelta libera,
una condizione naturale (Saviano, 2007).
Il Percorso motorio mi stato affidato in collaborazione col collega,
dott. Riccardo Russo, in qualit di istruttori sportivi con competenze
in campo psicologico coordinati da una psicoterapeuta, consulente

This work describes how the module Game and Sports Path, structured
in the modules Music/Expressiveness, Culture/Territory, Playful Didactics,
has been organized inside a P.O.N. Project, Mis 3 Az. 3.1, S.C.A.M.P.I.A.
Laboratory. It has been carried out in a Secondary School in Scampia
(Naples), a suburban area that can be defined as the headquarter of social
outcasts. The territory, divided in lots delimited by a fast flowing road
network, lacks in infrastructures; in fact there are only few reception
centers, youth organizations and cultural centers, whose role could be
important for teenagers lives. The prison and the police station overlook
the cement area and the artificial green belt. This area presents several
critical factors characterized by a noticeable rate of inner immigration;
the productive field is poor and there are high levels of unemployment,
joblessness and underemployment. As a consequence, many and serious
social effects can be registered: poverty, social degradation, social casting
out, weak family and social relations, isolation and anonymity, weakness
of social values. Youth phenomena such as casting out, indifference to the
serious existing problems, the weak sense to be part of the local community
and a low presence of ethical, civil and legal values, can be noticed. For this
reason, the recruitment and the entry into illegal systems is often a natural
condition rather than a free choice. The task was executed in 2006 from
February to May and it took 40 hours. It was addressed to 15 students
who were between 11 and 13 years old, selected because deeply
considered at risk. Our intervention was arranged and carried out following
the fundamental concepts of the Sport Psychology according to G. Arianos
Model, The Structural Integrated Model, that thinks that the values of sport
and physical activities such as antagonism and maintaining of balance
are necessary to peoples well-being and health.

KEY WORDS
Early school leaving, motivation, sport, school report

Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 5 2009

25

Psichologia 5-2009

3-08-2009

12:43

Pagina 31

GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORT

ESPERIENZE

Q UELLO CHE GLI PSICOLOGI NON DICONO MAI: ESPERIENZE,


RIFLESSIONI, SULLA PREPARAZIONE, SUL SETTING,
I CONFINI E I DILEMMI DI UN INTERVENTO
PSICOLOGICO NEGLI SPORT DI SQUADRA
Monica Negretti
Psicologa, Esperta in Psicologia dello Sport

RIASSUNTO
Questo articolo affronta il delicato tema
dellinterpretazione del proprio ruolo da parte
dello psicologo. Sono discussi i concetti di empatia,
sintonizzazione affettiva, onest professionale e
la questione del potere dello psicologo. Viene messa
in luce importanza della formazione e della
supervisione. Alla luce di queste riflessioni, viene
proposto anche un commento critico su un tipo
di intervento psicologico in uno sport di squadra.

PAROLE CHIAVE
Ruolo dello psicologo; formazione dello psicologo;
intervento negli sport di squadra

ABSTRACT
This article focuses on the delicate issue of
interpreting psychologists role. About this, the
main concepts of empathy, affective attunement,
professional ethic and use of power, are explained.
The analysis highlights the importance of
formative moments and supervision.
In this direction nonetheless a critical note
on a specific psychological intervention model
in team sports, is presented.

KEY WORDS
Psychologists role; formative moments for
the psychologist; psychological interventions
in team sports

PREMESSA
La psicologia la pi indisciplinata delle discipline, vivaio e palestra
di ogni stravaganza, una torre di babele per ogni lingua conosciuta e
sconosciuta, una zecca di monete false, un mercato per ciarlatani
venditori di ogni teoria, un amalgama di genialit, banalit, penetranti intuizioni, disarmanti ingenuit, voli di fantasia, dogmi astrusi, pure
sciocchezze. (Cohen J. 1958)
Questa relazione nasce da tre anni di esperienze di lavoro in ambito
sportivo (basket e calcio in particolare) e dal confronto-scontro con
dirigenti, atleti e allenatori professionisti, colleghi psicologi sui temi
dellavere /essere psicologo nello sport. Antonelli e Salvini (1987), nel
loro manuale di Psicologia dello Sport, cos definiscono lobiettivo di
questa disciplina: La psicologia dello sport di per s orientata alla
crescita sana dellindividuo, allespansione dei limiti personali, al
superamento delle difficolt, al miglioramento della comunicazione
con gli altri e con il proprio corpo, al conseguimento di esperienze

soddisfacenti. Quale atleta, dirigente, allenatore potrebbe essere in


disaccordo con queste finalit? Chi non direbbe Voglio uno psicologo nel mio staff?
Le considerazioni che seguono hanno a che fare spesso, invece, con
altri tipi di domande ed espressioni da parte del mondo sportivo:
Tanta teoria.. ma nella pratica non mi serve a nulla...; Ma... perdiamo lo stesso!; Io devo migliorare velocemente, devo vincere;
Non gestisco pi la squadra... la Societ non sa nulla e non deve
sapere altrimenti pensa che sono inadeguato, ma io vorrei avere un
supporto per capire meglio i miei atleti; Ma che ne sanno questi
psicologi di come si gioca a calcio?; Ma dallo psicologo pensavo
ci andasse chi ha problemi, a cosa mi serve? Io sto bene; Ho
paura di dipendere dallo psicologo poi...; tutto tempo sprecato,
meglio investire economicamente comprando un atleta quotato;
Figurati, da noi lo psicologo uscito a cena con delle atlete...; Con
lo psicologo avremmo dovuto risolvere tutti questi problemi!;Ma a
cosa servita la psicologa? Poi veniva a vedere la partita vestita in
un modo..!!. Stereotipi, ideologie, rigidit presenti nel contesto

Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 5 2009

31

Psichologia 5-2009

3-08-2009

12:43

Pagina 36

OPINIONI

GIORNALE ITALIANO
OPINIONI

DI PSICOLOGIA DELLO SPORT

L A CREATIVIT NELLA DANZA MODERNA: UNO STUDIO


SU ISADORA DUNCAN E MARTHA GRAHAM
Giovanna De Marco
Universit degli Studi di Cassino

RIASSUNTO
In questo lavoro mi propongo di trattare in che modo lemotivit di un individuo influisca sulla creazione artistica.
La modern dance nasce come compimento degli ideali della danza libera, in quanto riscopre il movimento
del corpo come materia prima dellespressione, sostanza della danza, strumento necessario per esprimere
la dimensione interiore delluomo in una precisa forma vitale. Il movimento scaturisce da vissuti intellettivi
ed emozionali ed il frutto dellincontro tra un corpo e il senso del mistero, ossia la mente delluomo, con tutte
le sue zone di ombra, pulsioni irrazionali e vissuti. La danza creata da Martha Graham e dai suoi contemporanei
appare quindi come rispondente ad una vera arte del corpo, luogo esperienziale di una percezione di qualcosa
di nuovo mai prima esplorato, espressione nello spazio e nel tempo che coinvolge tutti i sensi e li utilizza come
canali attraverso i quali comunicare laspetto interiore delluomo.

PAROLE CHIAVE
Creativit; emozioni; danza moderna; Isadora Duncan; Martha Graham

ABSTRACT
In this work I want to discuss how the individuals emotiveness affects the artistic creation. The modern dance
arises as the accomplishment of the free dance ideals because it rediscovers the body movements as the raw
material of the performance, the dance essence, the necessary tool to express the mans inner dimension in a
precise vital form. The movement springs out from intellective and emotional experiences and it is the offshoot
of the meeting between the body and the sense of mystery, that is to say the mans mind, with all its shadows,
the irrational drives and experiences. Therefore the dance, created by Martha Graham and her contemporaries,
appears as an answer to a true body art, an experiential place of a perception of something new which has
never been explored before, space-time expression which involves all the senses and uses them as channels
to communicate the mans inner aspect.

KEY WORDS
Creativity; emotions; modern dance; Isadora Duncan; Martha Graham

INTRODUZIONE
Nellinsieme di correnti che prendono il nome di danza creativa si fa
riferimento alla possibilit di coinvolgere simultaneamente lo stato
interiore e il fisico. Luomo viene considerato nella sua interezza, ovvero nella componente cosiddetta della sua mente razionale e quella
della sua mente emozionale, luna che pensa e laltra che sente.
Generalmente queste due menti sono coordinate e la loro integrazione guida gli esseri umani nella realt. Altre volte sono disarmoniche e
lo squilibrio che ne consegue mira al benessere psicologico della persona. Per stabilire un certo equilibrio nel proprio mondo interiore
occorre coltivare e educare alle abilit emozionali. La danza creativa,
partendo da una dimensione solistica delluomo, si basa soprattutto
su una maggiore enfasi sul processo piuttosto che sul prodotto,
sulla stimolazione dello sviluppo di creativit, immaginazione e individualismo, su un enfasi sullesperienza unica e personale dellatto
creativo e sullesperienza della danza come un insieme di principi o
concetti piuttosto che su un gruppo sistematizzato di esercizi.
La danza meglio definita come arte del movimento (Sachs, 1966)
un nesso di comunicazione e di espressione antico come luomo che
nasce proprio con luomo. Larte del movimento in continua evoluzione essa richiede la partecipazione della sensibilit individuale ed
proprio questa sensibilit che fa acquistare armonia e bellezza a un
corpo. Con il movimento si esprimono la propria sensibilit, i propri

36

Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 5 2009

sentimenti e, chi lo esegue, prova la gioia profonda di rivelarsi a s e


agli altri. Nellessere umano, la danza pu giungere alla creazione di
forme nuove nello spazio, animate dallintensit della partecipazione
interiore. La danza la realizzazione di un dialogo con noi stessi, tramite il quale riusciamo a manifestarci agli altri. I movimenti seguono
un ritmo interiore e ognuno di essi in grado di suscitare unintensa
vibrazione. Migliorare le abilit di movimento significa migliorare la
capacit di comunicare, e nella danza creativa latto lo stato di movimento viene prima della tecnica e dellabilit; lindividuo la prima
risorsa.
Allinizio del XX secolo, luomo, quale corpo cosciente, visto come
luogo di conoscenza, attraverso cui egli crea un mondo secondo un
orientamento specifico. Ci dovuto al fatto che ogni cosa caricata del senso che la nostra relazione con essa ci suggerisce. Tuttavia,
luomo pu andare anche oltre la situazione contingente ed astrarre
fino alluniversale. Il corpo , quindi, il fondamento che permette ad
ogni persona di sentire e vivere; e che, pertanto, non pu essere
oggettivato verso se stesso, ma dovr fare riferimento ad un altro
punto di vista. Il corpo ha, quindi, la funzione di sorgente di intenzionalit spirituale (Di Tondo, 1990), e di volta in volta crea ogni nostra
azione, sia essa parola, gesto, sguardo o movimento. A convalidare il
processo conoscitivo, e quindi a permetterci di arrivare alla verit,
solo lesperienza dellincontro con un altro sguardo. In questo modo
si chiarisce lambiguit dellessere un corpo e dellavere un corpo, che

Potrebbero piacerti anche