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ISTITUTO DI RICERCHE URUSVATI

LE METE LONTANE
Compendio
Idee, Formule e Forme per una nuova Cultura/Civilt
Testo originale del 1990 rivisto 1995

urusvati@urusvati.org

PREMESSA

Le Mete lontane sono state indicate o rivelate, decenni or sono dal Maestro Tibetano.
Sono le cuspidi del Piano approntato dalla Gerarchia per il futuro "immediato" del genere
umano. Quaggi non si fatto che estrarle dall'insieme del Suo Insegnamento e
numerarle per ordine secondo quanto apparso conforme alla scienza dei sette Raggi

Le pagine che seguono sono dedicate a illustrare i vari titoli che appaiono nella Tavola
del Piano, elaborata nell'estate del 1989 e gi presentata al terzo Convegno. Vi si trattano
in breve 42 intervalli, dunque escludendone sette, quelli appunto nominati come Mete
lontane. Questi ultimi infatti, non essendo stati, come si appena detto, elaborati dal
Sistema, ma dall'Ordine supremo, non richiedono commenti, che comunque sarebbero
sproporzionati. L'insieme dei 42 intervalli qui esaminati offre per un contributo a meglio
intendere sia quelle Mete che le vie di approccio.

In breve tempo la Tavola del Piano si rivelata importante e centrale, e gi ora punto di
riferimento di vari esperimenti. Fra breve si mostrer molto utile, quando si dovranno
tracciare quelle linee invisibili che portano "da qui a la", cio dall'epoca attuale alla futura.
Allora vi si leggeranno rotte. spirali e orbite che armonicamente invitano il futuro a
manifestarsi, cio a farsi presente, secondo direttive previste

le Mete, bench numerate" dall'uno al sette, in realt sono una sola, senza nome.
Questa una verit fondamentale, sulla quale bene insistere.
Perch un Piano, sia esso massimo o minimo, planetario o semplicemente umano, possa
dirsi tale deve essere unitario, anche se contempla numerose diramazioni. Se
veramente un Piano deve puntare a un solo scopo, senza ammettere la minima frattura
interna.

D'altro canto, se esso veramente unitario deve essere percettibile, analizzabile ed


eseguibile secondo sette qualit, poich questa la Legge di tutto ci che manifesto e
vivente

Poich si cos introdotto un teorema fondamentale, bene sostare un poco per


riconsiderare il processo mentale che si seguito:

a)
b)
c)
d)

un Piano deve essere unitario;


la sua Meta una energia magnetica e vivente,
che si manifesta in modo settemplice, ovvero mediante sette finalit qualificate,
che si integrano in ogni loro rapporto.

Si sottolinea che d'ora in poi la Meta e il Piano per raggiungerla saranno considerati alla
stregua di energie

La Meta ultima e unica non ha nome, come si detto, ma la si pu, per cos dire,
sfiorare con la ragione e descriverla in modo generico:

!2

"La Meta unica il massimo Bene comune possibile e conseguibile in ogni data epoca,
date le condizioni globali e del sistema solare."
Per quanto sembri alla ragione umana vasto e vertiginoso, il Piano gerarchico in verit
congegnato per un periodo ben definito, e in particolare per una situazione culturale e
storica umana nota e individuata

Solo pochi secoli fa esso non sarebbe stato formulabile nei termini attuali, cos come
non lo sar pi fra duecento anni. Ci mostra la grandissima saggezza con la quale
stato concepito, e il fatto che la sua validit copre un periodo storico definito, dopo il quale
verr ricomposto

Le sette Mete vengono dette "lontane" a buon diritto, poich tali appaiono al confronto
con lo stato attuale della coscienza umana, ma se, come qui suggerito, le si considera
quali grandi centrali di energia, le si comprende per ci che sono in realt: esse sono le
dispensatrici di quelle stesse forze che condurranno armoniosamente e in modo
irresistibile a quei conseguimenti che ne sono il nome. Per dirla con le parole del Maestro
Tibetano, sono:

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!

"Potest che producono precipitati".

L'interpretazione energetica della Tavola del Piano porta a concludere con sicurezza che
"si raggiungono le Mete con le loro stesse energie". la grande verit per cui stabilire
uno scopo equivale a ottenerlo

Riconoscere che le forze e le intelligenze necessarie a un'impresa sono date dalle sue
stesse finalit veramente rivoluzionario e innovativo, e ribalta il consueto approccio
intellettuale al problema. Dopo molti esperimenti e tentativi questo teorema, se applicato
a dovere, consentir di redigere piani, grandi minori o minimi, in maniera totalmente
nuova, e persino di regolarne le varie fasi esecutive in misura proporzionale al loro valore
nell'insieme del progetto

Elaborare e lanciare un Piano, o una Forma-Pensiero, sono operazioni che ogni


discepolo, prima o poi, deve imparare a fare, in ci assistito dall'Alto. Quando sar pi
esperto in quest'Arte egli sapr che tutto possibile, ma che ogni cosa dipende da altre
cose, e che tutte le mosse e gli eventi vanno preparati, cio creati, secondo le risorse
energetiche disponibili; che ogni Piano non pu dunque che essere parte di un Disegno
superiore, il quale va rispettato e a sua volta elemento costituente di Programmi sempre
pi vasti e comprensivi.
Il Discepolo, individuale o collettivo, riconosce allora che "tutto mente, e che ogni
operazione mentale e perci creativa

L'arte massima del Progettista sta soprattutto nell'individuare le Mete: dalla totalit
infinita del futuro possibile egli deve saperne definire le dosi attuabili in ogni data epoca;
lontane, ma non troppo, s che possano precipitare nell'ambito umano entro un ciclo
stabilito

Una prima verifica sta nel considerare che l'Universo intero, e in particolare il sistema
solare, sono evidenti precipitati di un Piano di grandiosit e portata illimitate, il quale
tuttora in fase di sviluppo ed talmente vasto da coinvolgere e comprendere in s ogni
altro piano, e la crescita dell'umanit stessa. Se ci vero, e non ci sono ragioni per
!3

dubitarne, il sistema solare, che per ora il massimo ambiente spaziale cui l'uomo
terrestre possa aspirare, "deve" essere stato concepito dal suo Autore secondo gli stessi
principi generali qui sommariamente presentati. La verifica conduce a riconoscere che in
effetti vi si notano sette pianeti sacri, ovvero sette "precipitati", che fungono da vere e
proprie Centrali di potere del sistema intero e distribuiscono la sua energia totale unitaria,
da ciascuna di esse qualificata, in ogni parte e particella dell'insieme

Una seconda verifica data dall'esame del microcosmo umano, dal momento che il
suo sviluppo, per quanto se ne sa, certamente pianificato e si attua per fasi o gradi
successivi. Anche in questo caso si scopre che il processo si svolge tramite sette Centri
vitali, individuali e collettivi, che fra loro progressivamente si armonizzano e alimentano di
varia qualit energetica ogni organo e cellula dei suoi veicoli di manifestazione

Per quanto la conoscenza e la pratica delle Regole fondamentali di ogni Piano siano
ancora tanto immature, tuttavia il Sistema ora in grado di impostare in modo pi sicuro,
rigoroso e convincente le proprie imprese: sa molto meglio ci che occorre fare, e perch.

Si aprono visioni pi luminose e maggiori, che confortano e guidano gli Operai,


accomunati dal loro Lavoro.

1.2 - BENE COMUNE. STUDIO DELLO SPAZIO DIVINO

Le due parti di questo titolo riguardano rispettivamente il primo e il secondo Raggio,


quindi il Vortice 1.2 compiutamente descritto dicendo che tiene in s e manifesta
l'Ottava, l'intervallo dello spazio universale. Le frasi che si scriveranno in seguito per
illustrare questo grande concetto non potranno evitare di considerarlo in maniera
dualistica, trattando ora del Bene comune, ora dello Spazio. Chi sa leggere "fra le righe" ovvero con il cuore - non se ne lascer fuorviare: l'uno e l'altro sono una sola realt, che
nessuna parola umana sapr mai nominare.

Il Bene comune non pu essere contenuto in una definizione, per quanto generica. Esso
non riguarda la sola umanit, naturalmente, ma tutto il creato e il campo infinito della
coscienza spirituale. La capacit di visione umana non pu salire oltre le sfere sue
proprie, ma sensibile, ancorch solo vagamente, al presagio di luci e poteri eterni e
supremi

Si potrebbe dire in verit che tutta l'educazione della coscienza stia nell'approccio
graduale e volontario a questa idea fondamentale, che le impone di espandersi senza
limite e senza sosta

l'idea basilare e centrale di Bene comune, segno del Volere divino, inseparabile da
quella di spazio. Esso si presenta come la guida che consente di navigarlo, ma entrambe
le sublimi realt divine sussistono l'una in funzione dell'altra - come si scritto in principio.
L'OTTAVA si manifesta in questo modo; non la si pu disgiungere dall'idea di campo
magnetico ordinatore, e quest'ultimo a sua volta individua un asse polare. Uno e due; due
e uno
!4

Molta parte della nuova cultura umana dipendere dal riconoscere la divinit della
Sostanza, dopo aver tanto cercato, negli ultimi secoli, la brutalit della materia. Quindi
ogni emissione mentale che favorisca o utilizzi le qualit spirituali dello Spazio e delle sue
energie va a modificare la mentalit ordinaria, inserendovi semi di future conquiste

il Vertice 1.2 si propone due Mete: preparare la restaurazione dei Misteri e il ritorno del
Cristo, il grande Iniziatore

Per questo Vertice ci significa operare la pi ardua delle sintesi, quella fra testa (1) e
cuore (2). Dalla sua funzione dipendono molte cose del Sistema, molti equilibri e
avanzate.
Egli chiamato a incarnare in qualche misura severit e dolcezza, fermezza e tolleranza
e molte altre opposizioni apparenti. Per tutte queste ragioni il suo compito sta nel
contenere gli opposti e ridurre gli estremi alla sintesi mediana. Sta solitario nella grande
Ottava, ma non separato.

1.3 - CENTRI ESOTERICI PER AVVIARE


L'INIZIAZIONE DI GRUPPO

L'iniziazione di gruppo argomento nuovissimo, sul quale non esistono notizie desumibili
da testi antichi, ma solo proposizioni recenti enunciate dal Maestro Tibetano. Si tratta di
un programma gerarchico di grande rilievo, che merita di essere detto rivoluzionario, reso
possibile dal concorso di varie opportunit, umane e astrologiche. Lo si avviato con la
dovuta prudenza in forma di tentativi sparsi. Le informazioni pi recenti risalgono agli anni
di mezzo di questo secolo e non sono positive, nel senso che quelle prove iniziali sembra
che non abbiano dato risultati confortanti.

Un gruppo, come il Sistema, che proponga se stesso quale terreno sperimentale per il
nuovo grande tentativo gerarchico non deve, naturalmente, lasciarsi arrestare da questa
situazione: il successo dell'impresa non riguarda il gruppo stesso, al quale non spetta
esprimere giudizi al riguardo, ma l'Ordine superiore, il solo che possa valutare con
sicurezza. D'altro canto la Gerarchia, per dare esecuzione al suo progetto, ha bisogno
della collaborazione sincera e spontanea di quelle unit umane che cominciano a reagire
all'idea, non essendo concepibile che una simile innovazione venga imposta dall'Alto
senza il libero consenso dei discepoli implicati.

Da queste semplici considerazioni, per quanto scarne, possibile desumere i lineamenti


principali dello stato attuale delle cose:

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a)
un grande progetto gerarchico alle sue prime fasi di attuazione. Esso
riguarda l'elaborazione della coscienza umana, vi introduce elementi nuovi e mira
ad accelerare l'intero suo sviluppo.

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b) Queste spiccate caratteristiche innovatrici autorizzano a riconoscere al terzo


Raggio, per competenza, un ruolo preponderante nell'insieme delle energie
impiegate, donde l'appellativo di "terza Meta lontana" dato allo scopo del progetto.
c)
La cooperazione volontaria da parte dei discepoli una caratteristica
fondamentale di questo nuovo modo di risalire il Sentiero Se l'impresa nuova,
sono nuove anche le reazioni dei discepoli, le quali sono altrettanto importanti e
decisive, per il successo finale, dei consigli suggeriti dall'Alto

chiaro che quest'ultima parte (la reazione del discepolo collettivo) riguarda
specialmente la terza Stella del Sistema, nonch la Stella del tre, le quali, incrociando le
loro energie, devono generare un'immagine del grande Progetto, ridotto alle misure
umane ma quanto pi possibile fedele all'originale, di cui devono interpretare le direttive

Pertanto ai due organi progettuali del Sistema (cio alle due Stelle ora citate) spetta di
elaborare ogni ideazione sotto l'aspetto dell'iniziazione di gruppo;

Dovrebbe essere chiaro, da quanto detto, che questa grande operazione non ha nulla
di egoistico, e tanto meno di personale; essa la volontaria negazione del s separato,
base di tutto il procedere.
Il Sistema, come ogni singola Stella, pu dunque essere interpretato come la prima
costituzione di un centro, umano ma esoterico, a sostegno del nuovo progetto della
Gerarchia. Sotto questo aspetto esso si giova delle energie di questo Vortice (1.3) gestite
dal Vertice corrispondente e dal suo simmetrico.

In particolare compito di questo funzionario guidare e sorreggere il lavoro iniziatico del


Sistema, inteso come unit di coscienza che si prepara a espandersi secondo leggi
eterne ma con metodi nuovi

La sua funzione non per rivolta esclusivamente all'interno del Sistema, ma anche a
stimolare il condensarsi di altri raggruppamenti simili, indipendenti da esso se necessario
ma diretti al medesimo scopo. Si pu raffigurare questo Vertice come un seminatore, che
lancia nello spazio quelle sementi stesse che ha raccolto dai frutti del suo campo.
Sarebbe infatti cosa mirabile se il Sistema riuscisse, per cos dire, a esportare i propri
germi, o in altri termini a dare esempio di s cos luminoso da contagiarne altre
coscienze, innescando in esse sviluppi iniziatici analoghi ma autonomi.

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1.4 - VITA GERARCHICA COME MODELLO DELLA VITA


SOCIALE UMANA

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Che la vita sociale umana debba avere un modello superiore da imitare senza
dubbio vero. In caso diverso essa mancherebbe di riferimenti, e non si pu pensare che
in tale condizione possa marciare sicura sulla propria via. Per di pi la forte componente
di quarto Raggio sempre presente nel regno umano fa di esso lo specchio naturale fra
l'alto e il basso del mondo manifesto, a beneficio non solo di s medesimo ma di tutto il
!6

creato. Se dunque l'uomo per natura un grande Imitatore, come potrebbe non avere
modelli su cui plasmare le sue attivit sociali?
La questione ha un suo centro, che si potrebbe descrivere cos: la Gerarchia opera
senza impulsi egocentrici, che invece prevalgono (almeno per ora) nell'umanit. Come
conciliare allora le due attivit, che si contrappongono?

Esaminando la stessa cosa da un'altra angolazione, si direbbe: come uscire dal


chiuso dell'egotismo senza imitare coloro che gi l'hanno fatto? Come trovare la via
dell'Infinito senza una Guida da seguire?...

Tutto ci che riguarda, nel Sistema e nelle Stelle, funzioni di Vertice dove
compare il quattro risponde a una natura non intellettuale, che per brevit e analogia si
pu chiamare cardiaca. E dunque il Vertice 1.4 deve trovare soluzioni di questo genere,
non cerebrali, alle questioni che lo riguardano

La sua funzione lo colloca sull'asse verticale di simmetria del Sistema e gli


impone una costante ricerca di equilibri dinamici, da ottenere bilanciando energie, non
pesi o quantit
Assieme a tutti gli altri Vertici del quarto Raggio (la quarta Stella e la Stella del
quattro) egli condivide il compito di esplorare l'infinito, che una superiore verit di vita, e
inserirlo nell'umano, il quale in grado di recepirlo

A questo Vertice perci demandato di comporre i dissidi intellettuali che si


aprono quando si tratta di scegliere il modello della vita sociale umana

!
Cosa sono i "retti rapporti umani" Con quale misura valutarli?
!

Queste e altre domande attendono con urgenza una risposta, che certamente
possibile, ma sinora non stata espressa in modo rigoroso. Per agire in questo campo,
cos arduo, ci vuole molta e autentica cultura

I Vertici del quattro, pi di ogni altro nel Sistema, sanno che non viene loro
richiesto di agire in senso esteriore e formale, cio con atti di piccolo servizio. Poich essi
operano stando al Centro, e non se ne discostano, per la grande legge spaziale ci che
compiono si comunica a tutti gli altri Centri senza passare per vie esteriori

A questo punto basta ricordare che anche la Gerarchia viene chiamata "Fratellanza"
per riconoscere il legame indissolubile che lega l'umanit ai suoi Superiori. E non si vede
limite a tale rapporto, che connette ogni creatura a tutte le altre nell'Universo. Perci
possibile e corretto guardare in Alto per cercare il modello della vita sociale umana. Come
bisogna fare per ogni cosa.

1.5 - UNIT DELLA ENERGIA CREATIVA.


PROIEZIONE DELLA NUOVA CIVILT

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Esula dai fini di questi appunti discutere il grande tema dell'energia creativa, poich essa
di gran lunga li trascende; ma non sarebbe giusto passare sotto silenzio la presenza di un
vero e proprio organo creativo nel seno del Sistema, composto di tutti i Vertici che
procedono, per ordine, dal 3.3 al 3.7, e al 7.3, nonch tutti quelli che hanno indice
maggiore. Essi sono in tutto venticinque e formano un reticolo di cinque Stelle a cinque
punte, alle quali sono affidate, per natura, le attivit creative dell'insieme. Questo sottogruppo, che all'insegna del quinto Raggio, ne condivide le funzioni.

Il Vertice 1.5, e il Vortice di energie che lo alimentano, non ne fanno parte, ma assieme ai
loro simmetrici, distinti dal rapporto 5.1, sono le radici dell'azione magica creativa. Vi si
confrontano infatti l'uno e il cinque, il che significa che l'energia vitale (1) intende
esprimersi in una serie di forme (5)
Quando l'uomo, dopo il lungo vagare nell'illusione, perviene a collaborare con i processi
creativi cosmici, riconoscendo se stesso quale agente costruttore, e si dispone in gruppi
ordinati per gerarchie di funzioni tesi a tale scopo, gli si aprono immense possibilit di
Servizio.

Allora egli comincia realmente a vivere come anima, e pu esercitare la magia dell'era
nuova e avviare quei mutamenti e quelle innovazioni che manifesteranno il nuovo Cielo e
la nuova Terra cui alludono le sacre Scritture. Egli sapr impiegare le forze eteriche per
dare inizio a creazioni e istituti fisici adeguati a esprimere la vita divina nell'epoca di
Aquarius". ("Magia Bianca", pag. 467 ed. It.).

Questa citazione non lascia dubbi sul genere di operazioni che attendono il Sistema, a ci
diretto dalla sua Stella a cinque punte, dalla sua quinta Stella, dalla sua Stella del cinque
e infine da tutti i Vertici governati dal quinto Raggio

Il genere umano dispone gi di una sua cultura, profonda e matura, frutto di millenarie
esperienze civili Bisogna impiantare in quell'humus i semi delle nuove visioni, che a
tempo opportuno vi germoglino per dare poi fiori e frutti.
Preparare, scegliere e impiantare queste sementi: ecco la descrizione simbolica, ma
accurata, del compito di questo Vertice e dei suoi collaboratori

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1.6 - UN FILO LEGA TUTTI I CENTRI. LA RETE

Altrove si gi ripetutamente affermato che il metodo generale del primo Raggio, allorch
agisce, la presa di possesso di miriadi di centri, dai quali e mediante i quali regge e
governa lo Spazio, ovvero feconda la Madre. Simbolo magnifico di questa verit il
firmamento, che pu essere inteso proprio come manifestazione luminosa di primo
Raggio, silente e radiante da innumerevoli centri. Lo si trova per espresso con altrettanta
forza anche nell'individuo umano, che un singolo centro di potere; ci appunto che
imprime in ogni uomo l'impronta dell'individualit il volere, ovvero il primo Raggio, e lo
estrae per sempre dal gregge, o dall'uniforme

Nella coscienza, il primo Raggio crea i suoi centri, che sono le singole individualit come gi detto - e il secondo garantisce che ciascuna di esse contiene il tutto
!8

In questo Vortice si fondono due energie, la prima delle quali l'unit stessa, che si
manifesta nel molteplice; l'altra (il 6) assicura la comunione dell'insieme

Nel Sistema il Vertice 1.6 ha dunque la nobile cura di realizzare l'unione del gruppo
intero, facendo una sola luce dei suoi molti lumi. Deve legare ci che in apparenza si
presenta come distinto. Ne risulter un tessuto del tutto elastico e resistente, espressione
della grande forza e capacit del Gruppo. Poich lega assieme, la sua opera veramente
religiosa. Poich tende all'unit, senza violarne le molteplici presenze, sacra.
Al Vertice 1.6, per quanto si detto, si potrebbe riconoscere il titolo di Tessitore. Dal suo
lavoro dipende la forza dei collegamenti interni, e la sua meditazione creativa ha
immenso valore per il Sistema e le sue opere. Molto dipende da questo Fuoco.

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1.7 - INTEGRAZIONE E SINTESI DI OGNI TENDENZA, ATTIVITA


E CORRENTE

In questo Vortice si incontrano il primo e il settimo RaggIo, ovvero l'alfa e l'omega, il


principio e la fine. In rapporto inverso ci accade anche nel suo simmetrico, 7.1. In altri
termini, una quota del processo creativo posto in moto dall'attivit dell'uno, accolto dal
due, elaborato dal tre e quindi manifestato dal cinque, giunta al compimento.

Durante le fasi, potenti e delicate, che hanno prodotto questo primo risultato finale e
formale, lo sviluppo ha inevitabilmente subito interferenze, scosse, aggressioni
dall'ambiente esterno, nel quale la nuova creatura deve inserirsi per gli scopi previsti.
Occorre una verifica per collaudare il suo grado di fedelt al modello originale, prima di
licenziarla nel mondo oggettivo. Tale la procedura, normale anche per tutte le attivit
esteriori dell'uomo. L'analogia con queste, per, si arresta qui. La verifica che avviene fra
uno e sette non si limita al semplice controllo dell'esito finale del lavoro ma interviene
direttamente a garantire l'integrit della sua struttura. Questo il senso pi elevato della
funzione del Vertice 1.7

La discesa e la presenza dell'uno fra i molti comporta tutta una serie di problemi che
agiscono sulla coscienza e si possono risolvere solo con l'intervento del sette. Questi
infatti governa l'equilibrio gerarchico fra dentro e fuori, fra anima e forma, fra il proposito e
il meccanismo incaricato di realizzarlo. Tocca al sette l'arduo compito di regolare i rapporti
fra gli organi pi diversi, in modo che essi funzionino come una cosa sola, la quale
condizione indispensabile perch l'unit centrale possa esplicare il proprio lavoro
Egli per non solo, nello svolgere il suo compito, poich lo affiancano tutti gli altri
Vertici in cui compare il magico sette, ciascuno dei quali assume la sua parte nell'impresa
generale, secondo i principi su esposti, e contribuisce a integrare ogni flusso di energia
senza mai tendere all'uniforme

A queste prime considerazioni si pu aggiungere che l'energia del primo Raggio, per
sua natura. sempre misteriosa, ovvero mai del tutto rivelata. e che quella del sette
tende a distruggere i confini che sembrano separare la forma dalla coscienza, interna ed
!9

esterna. C' da dire che veramente " l'ultimo il pi accosto al primo": L'uno, per rivelarsi,
scende nella forma e il sette, per lo stesso motivo, la distrugge.

Quanto detto sinora trova chiara applicazione se si considera che questo Vertice insegue,
nel Sistema, una Meta lontana cui si dato il titolo di "Ripristino dell'Ordine e del Piano"
Ci descrive, in un solo momento, sia le sue funzioni che il modo di esplicarle. Un tale
Vertice, controllore dell'integrit del Sistema e delle sue opere, deve essere unitario e
integro - come potrebbe essere altrimenti? La sua missione ritrova in se stessa l'unit di
cui essa garante. Il Vertice 1.7 integro. dona e costruisce l'ordine interno, preludio
necessario se si vuole ripristinarlo all'esterno. Qui si ritrovano molte caratteristiche del
primo Vertice. Questo deve esercitare la propria guida nel rispetto della libert altrui e
l'1.7 deve ordinare senza vincolare, tenere assieme senza costringere, ovvero essere
rigido eppure flessibile e flessibile senza rinunciare al rigore della legge

I Vertici del Sistema sono quarantanove. Per l1.7 sono uno solo.

2.1 - INSEGNAMENTO DELL INIZIAZIONE.


ESOTERISMO DELLO SPAZIO

Lo Spazio una entit divina. la Sostanza ultima di cui sono fatte tutte le cose e le
coscienze. il contenitore della Vita, o del Fuoco. Dai testi dell'Insegnamento si apprende
molto della sua natura essenziale, e qui non il caso di ripeterlo. Lo si chiama Infinito,
grande Madre, campo magnetico universale, Amore cosmico, Ottava assoluta. Ospita le
sette qualit divine, i sette Raggi, e ovunque si identifica con essi e con le loro
innumerevoli combinazioni strutturali

la Sostanza ultima (o primigenia) riproduce fedelmente le variazioni progressive delle


sette emanazioni divine, ne forma l'immagine esatta, e distinguere fra Raggi e Spazio, fra
Spirito e Sostanza allora mero esercizio intellettuale. Tutto ci che esiste Uno.

Queste proposizioni sono utili per introdurre lo studio di questo Vortice; infatti la mirabile
propriet dello Spazio ora descritta, che lo diversifica da punto a punto (sempre
nell'Ordine e nella Gerarchia) per i variabili impulsi del Potere, rende implicita una
necessit, una legge cosmica, per lo pi chiamata "esoterismo". (Si prega di vedere
anche quanto detto a proposito del Vortice 1.6)
L'esoterismo, e quindi il processo iniziatico o di risalita che ne deriva, sono
conseguenze inevitabili della stessa natura profonda dello Spazio. Il sapere iniziatico, che
apre immense prospettive, nel Sistema amministrato dal Vertice 2.1, mentre esso
esplora e subisce, nel suo insieme, la via sacra che riconduce all'Origine. Il Sistema un
Allievo, e come tale avanza e progredisce. Le energie di questo Vortice ne consentono la
marcia, da qui a l, ed facile riconoscere quanto sia necessaria e benefica la funzione di
pari numero. Si detto or ora che il Sistema un Allievo, ma anche vero che un
insieme organico di allievi, quindi riceve Insegnamento sia collettivo che individuale, cio
correnti alimentatrici sia del tutto che dei singoli, con scambi proporzionali al suo interno e

!10

inevitabili gerarchie. Il Sistema stesso, come si sa, comporta un suo proprio ordinamento
gerarchico, sia di Funzioni che di coscienze, e ci, anzich turbarne l'equilibrio, lo esalta.
responsabilit del Vertice 2.1 guidare il Sistema, con il proprio contributo, verso la
restaurazione dei Misteri, e nello stesso tempo collaborare al compito generale di
preparare il ritorno del Cristo: sono queste le Mete che competono alla sua Funzione

Preparare le coscienze al Suo ritorno, e quindi renderlo possibile e maturo, un


compito urgente per tutti gli uomini di buona volont, e uno dei mezzi pi potenti per farlo
diffondere la comprensione della natura divina e reale dello Spazio. A tal fine il Sistema
pu molto, e il Vertice 2.1 deve organizzare e regolare l'emanazione delle conoscenze
raccolte e accettate dal gruppo, interpretando ogni cosa in termini spaziali.

Quando il Cristo, l'Iniziatore, sar fra gli uomini nel mondo oggettivo, i Misteri
riprenderanno la loro realt operante.

!

!

2.3 - RAPPORTO ALLIEVO - MAESTRO.


SOTTOMISSIONE ALLA GUIDA

Chi ha qualche esperienza di vita con una Stella, o con il Sistema, sa che importanza vi
abbiano gli intervalli, che sovente vengono espressi come rapporti numerici (5.6, oppure
5/6; 4.3 o 4/3, ecc.). Questi simboli, cui corrispondono proporzioni, suoni, numeri, raggi,
colori e ritmi sono una notevole sintesi di significati, e a poco a poco entrano nella
coscienza dei membri. In essenza sono indici di relazioni fra le sette qualit divine che
insieme producono e animano tutto ci che manifesto; sono dei veri e propri cardini di
qualsiasi attivit, anche umana

Le considerazioni che seguono sono dedicate a descrivere e interpretare, in particolare,


quelle fra un qualsiasi,Vortice e il suo simmetrico opposto (ad esempio fra 2.3 e 3.2).

Il rapporto, o l'intervallo, ovvero la ragione vitale di questo Vortice vede affrontati il due e il
tre. Una certa conoscenza delle qualit spirituali di queste due realt porta a leggervi, fra
l'altro, il rapporto fra Maestro e discepolo, che sicuramente essenziale per il successo di
qualunque attivit, a qualsiasi livello la si voglia considerare

possibile vedere nel due il Maestro, e nel tre l'allievo: il primo, infatti, colui che ama
e dispensa saggezza, mentre al secondo tocca comprendere con intelligenza e praticare
con assiduit gli insegnamenti ricevuti. Il valore dei due numeri illustra le ragioni di questa
interpretazione

Perci si dice con ragione che il due ama e insegna e il tre impara ed elabora nella
condotta pratica quotidiana.

L'esame del rapporto 2.3, per, non pu arrestarsi a questo punto. Non lo si ancora
visto in ogni suo aspetto. (Sovente lo studioso commette l'errore, per impazienza, di
considerare conclusa un'indagine proprio quando dovrebbe tentare una nuova mossa
!11

coraggiosa). In verit ognuno di questi Vortici va visto sotto entrambi i suoi aspetti, poich
vive di due realt; altrimenti non sarebbe un rapporto. Dopo aver valutato come sopra
detto la situazione, ora bisogna ribaltarla e partire dall'assunto opposto, e cio
interpretare il Maestro come tre e l'allievo come due.

Ci possibile, senza che si debba rinunciare a quanto gi compreso: l'allievo infatti, se


vuole ascoltare, deve pur restare in silenzio, tacitando quanto meglio pu i suoi
turbamenti momentanei; in altre parole deve saper amare in modo impersonale - e ci lo
rende simile al due. D'altro canto il Maestro non sarebbe all'altezza del suo compito se
non studiasse tempi e fasi, se non graduasse con intelligenza amorevole la conoscenza
impartita, si che l'allievo abbia una giusta dose di acqua di vita in ogni sua condizione. E
questa necessit fa il Maestro simile al tre, cio ne fa un programmatore
dell'Insegnamento, tanto pi se si tiene conto che Egli istruisce una pluralit di discepoli,
ciascuno diverso per grado e misure di capacit

Ecco a questo punto il respiro dell'Infinito, che e contiene, senza mai separarle,
infinite infinitudini. Questa la conclusione del cuore, che nel suo modo superiore risolve
il dissidio, non solo, ma dispiega una verit pi ampia, ovvero universale: se quanto si
scoperto a proposito del rapporto 2.3 vero, esso deve valere per ogni rapporto, e
dunque, in particolare, per tutte le opposizioni simmetriche che vivono nel Sistema. Ecco
una frase di grande importanza, un vero teorema, che offre la soluzione magica di ogni
problema del genere. Si ripete per chiarezza: i Vortici 2.3 e 3.2 (presi come esempio di
tutte le inversioni analoghe) sono fra loro in duplice rapporto, ciascuno dei quali
complementare dell'altro, e con la loro attivit manifestano, cio esprimono, tutte le
possibili posizioni reciproche, le quali sono tutte vere e simultanee nonostante le contrarie
apparenze.

Per il raziocinio questo intrico insolubile, poich non riesce a contenere che una verit
per volta. Il cuore invece vi ravvisa un teorema fondamentale:

Quelle che appaiono come due verit contrastanti sono i due momenti (o aspetti) di una
pulsazione, che esegue un moto armonico alterno fra l'una e l'altra, per cui quando la
prima massima la seconda minima, e viceversa.
Cos, e solo cos, si manifesta la Vita.

Non basta. Possibile una terza avanzata e bisogna compierla. La si esprime, ancora
una volta, come una duplicit di aspetti, che scaturiscono dal teorema ora enunciato:

a)

La simmetria delle polarit crea un "luogo" di equilibrio centrale e ponderato, ovvero


la "via di mezzo", che rimane indifferente nel tumultuoso trascorrere della vita fra
l'una e l'altra.

b)

Questo Centro, questa Via, la vera ragione del moto armonico alterno, e quindi
delle opposizioni polari.
Si noti che secondo la prima di queste frasi la Via appare come un effetto dell'oscillare;
secondo l'altra ne invece la causa. La soluzione, come sempre, sta nel cuore.

Nella struttura del Sistema questa realt di mezzo espressa dalla Stella dei Centri, che
insieme lo taglia e lo cuce. In ciascuno di quei Centri le opposizioni si annullano. Secondo
l'esempio che si sta esaminando il due ivi si confronta con se stesso. e cos tutte le altre
!12

qualit divine della Vita restano nella loro pace infinita: 2.2, 3.3, 4.4, nella struttura del
Piano, cui sono dedicate queste note, i Centri dell'equilibrio reale sono invece le sette
Mete lontane. Esse albergano nel cuore di ciascuno, che e resta il Centro di tutti i centri.

Se si pensa ora alla funzione che il Vertice 2.3 deve svolgere nell'ambito generale del
Piano basteranno poche parole per descriverla, quando si ammetta quanto sopra detto.
Essa riguarda l'evocazione suscitata dall'invocazione; la risposta alla domanda; la
traduzione in suono del silenzio; l'ascolto tacito del Suono.

Chi investito di questo grande compito lega il Maestro al Sistema, e questo a quello.
Perci il Vertice 2.3 sottomesso alla Sua guida; e d'altro canto trasmette al Gruppo
intero ci che in tal modo riceve e accoglie.

!
!

2.4 - LO SPAZIO. STUDIO DELLA REALT INFINITA. SIMMETRIE

!
Il due il numero dello Spazio, e lo descrive quando ancora non esiste altro che il campo
dell'infinita tensione.

Il quattro aggiunge, a quello scenario, la possibilit di innumerevoli simmetrie, dotandolo


di centralit.

N il primo n il secondo sono agenti creativi, ma senza la loro presenza nessuna


creazione sarebbe fattibile.

Perci tutte le operazioni che il Sistema elabora e compie per muovere verso le Mete
lontane dipendono dalle energie purissime di questo rapporto ( 2.4 ) che non presenta n
contiene forme, ma illimitate potenzIalit espressive

In questo ambiente interviene ora il seminatore, che un agente creativo. Egli ha in s


l'autorizzazione a turbare l'equilibrio fra i due elementi, poich vive in lui lo stesso
rapporto di energie: vertiginose altezze celesti e abissi di sostanza fertile. Il seminatore in
questo esempio il tre, e senza il suo intervento il due e il quattro rimarrebbero inoperosi,
ancorch reali e pronti.

Ora il seme sparso, e in apparenza non molto mutato. Terra e cielo si rispecchiano e
si avvolgono a vicenda. Ma nelle brevi profondit del suolo, poco sotto la superficie,
avviene e si moltiplica un portento, che la scienza razionale sa in parte spiegare ma non
sa riprodurre. Il seme muore e abbandona la sua energia alle cure della madre terra. Nel
suo segreto, il due e il quattro sono ora pienamente collaboranti. Conoscono il "tema"
vitale prima racchiuso nel seme e lo sviluppano. Il due gli somministra gli alimenti
necessari, il quattro dispone le simmetrie delle sue forme in crescita: l'essenza immortale
del seme risponde e, cos nutrita e guidata, riproduce innumerevoli varianti di s
medesima

Quando il frutto maturo e tutto si compiuto il seme si riprodotto e moltiplicato, cos


realizzando l'ultima e pi ardua delle simmetrie: quella che lega il principio alla fine.
!13

Il due e il quattro, grandi energie che hanno reso possibile ogni cosa, restano pronte, in
silenzio, a ripetere il prodigio e guidare ogni prossimo ciclo vitale

!
L'esempio chiarisce due cose:
!
a)

b)

l'astrattezza del rapporto energetico 2.4 solo apparente, dovuta al fatto che la sua
attivit interiore e segreta. mentre reale e onnipresente.
dunque possibile svolgere questa, come ogni altra, mansione di Vertice che sulla
carta paiono inarrivabili.

Se il sistema avviato a costruire opere soggettive la funzione espressa dal Vortice 2.4
gli indispensabile

Nel Piano del Sistema il Vertice 2.4 ricorda e accoglie tutte le possibilit, tutti i tentativi,
le modalit e le tecniche che le altre Funzioni apprestano o esplorano. In questo campo le
energie seminate mettono radici e germogliano e si mutano in forze efficaci rivolte allo
scopo. Ci non sarebbe se il Vertice 2.4, il Nutritore, non contemplasse l'alto cielo, che
pullula di vita invisibile, e dal quale scendono a ondate regolari i semi di luce.

2.5 - CONNESSIONE DI TUTTE LE FUNZIONI DEL GRUPPO

!
Il significato dell'incrocio fra il due e il cinque forse dei pi facili da comprendere: lo si
vede in atto dovunque. Ecco un mondo, cio un'ottava, che il due, il quale tiene in s le
forme apparse per intervento del cinque, al quale si deve la produzione di quel fatale
dualismo che consente all'energia di vestire una parvenza.

Nell'ambito del Sistema esistono molte pluralit, tutte originate dal cinque e dalla sua
magia; e queste pluralit ne producono altre, poich tale il loro scopo. Una simile
moltiplicazione di qualit attive (o di attivit qualificate) non per, causa di
sconnessione, poich il due provvede con la propria illimitata capienza, che tolleranza
amorevole

Ad analizzare le sottili, inespresse sensazioni di chi guarda la meraviglia notturna si


troverebbero certamente sia lo stupore per tale infinit che il rammarico per tutte quelle
lontananze che precludono approccio, incontro e scambio.

una bella immagine questa, che tutti conoscono e che il pi bel simbolo del rapporto
2.5. Vale la pena di esaminarla meglio.
Il cielo stellato, insomma, affascina e atterrisce. Attira e sgomenta. Sembra caricare di
angoscia il cuore sensibile, che vorrebbe esplorarlo ma nello stesso tempo si sente
impotente a farlo, in ci mal consigliato dalla ragione.

Eppure ciascuna di quelle fonti luminose, cos remote fra loro, visibile da tutte le
altre. una verit indiscussa. Da bordo di qualsiasi corpo celeste tutti gli altri sono
visibili, e variano solo le distanze e le prospettive. Se ne deduce che scie di luce
!14

connettono ogni stella a tutte le altre, e poich il loro numero grandissimo (illimitato)
quei fili luminosi compongono un tessuto senza lacune, senza soluzione di continuit. Si
veda, a questo proposito, anche quanto detto e disegnato a proposito del Vortice 1.6
Chi preposto a questo alto compito far bene a concentrare la sua attenzione fra gli
spazi che sembrano separare le varie attivit, anzich sulle loro differenze: proprio
come il vero amante del cielo notturno. che non tanto predilige le singole stelle quanto
gli abissi spaziali che si aprono fra quelle, vibranti di vita e di energia. Questa, di per s,
una grande lezione di vita, che conduce dall'irreale al reale e dalla morte
all'immortalit
Il lettore invitato a confrontare queste poche pagine con quelle dedicate a illustrate i
Vortici 1.6 (gi citato), 2.6, 5.2, per le analogie che li legano. Ma il Vertice 2.5 ha per
missione lo studio di tutte le relazioni, intricatissime, che fanno del Sistema e del suo
grande Progetto una sola realt, viva e pulsante.

2.6 - SCIENZA DEI RAPPORTI SPAZIALI. ASTROLOGIA

!
In questo Vortice del Piano confluiscono due potenti fattori di unione. Sia il due che il sei,
infatti, la favoriscono, seppure per vie e secondo nature diverse. Per illustrare il valore di
questo intervallo necessaria una breve analisi delle loro qualit.

Il due, ovvero l'Ottava spaziale, tiene in s ogni cosa, come pi volte si ripetuto, e quindi
unisce tutte le creature, che ospita e alimenta con l'amore suo proprio. In questa attivit
(che alla mente concreta pare, invece, una condizione passiva) non si scorgono i segni di
un processo elaborato che volutamente ricerchi l'unione; ciononostante essa l'assicura e
la rende possibile. Il due capisce, ovvero contiene, provvede Il campo magnetico "tiene
assieme" tutte le energie, anche quelle animate da spinte opposte. Pone ogni elemento in
mutuo rapporto con ogni altro, all'infinito, e si direbbe che l'unione stessa. tanto essa
obbediente al volere dell'Uno

Nell'infinit del due vivono, muovono e sono tutte le energie divine, innumerevoli e
cangianti, capaci di trasformarsi l'una nell'altra proprio per la totale ospitalit del secondo
Principio. Se si vuole studiare e comprendere, almeno in parte, il rapporto 2.6 infatti
necessario tener conto dell'opera del cinque (fra le altre virt divine), che appunto
moltiplica, dualizza, scinde e sciorina ci che e resta per essenza unitario. Il sei
interviene a equilibrare il processo formalizzante e divergente imposto dal cinque nel
seno del due, e riporta in primo piano, o ricompone, i valori cos in apparenza suddivisi e
scompaginati

Per quanto incomplete e succinte, le proposizioni che precedono illustrano quale sia la
potenza del Vortice 2.6, nel quale l'amore e l'irruenza, la tolleranza e il metodo, la
saggezza, lo studio e la ricerca delle leggi universali si combinano in mirabile equilibrio
per lo scopo sovrano.

!15

In un Piano, qualunque esso sia, la formula 2.6 sempre connessa all'indagine


amorevole di quelle norme, di natura generale, che consentono di capire la realt a
partire dagli intricati nodi delle energie, dalla complessit delle evenienza, dalle molteplici
variazioni dei composti generati dagli impulsi divergenti del cinque

Poich sia il due che il sei operano in profondit e insieme sono la profondit stessa, e
il modo di penetrarla, la scienza astrologica di cui qui si parla non certo quella oggi
ancora intesa per tale. invece la sperimentazione vivente delle pulsazioni dei Luminari e
dei loro Principi

Il Vertice cui demandata questa funzione avr molto da imparare ( due ) e molto da
osare ( sei ); ma poich ogni viaggio, per lungo che sia, comincia con il primo passo, e gli
far bene a pensare alla prossima mossa, senza temere la vastit del compito: e sar
subito nel pieno dell'Opera

Nulla resta immoto; tutto varia; e il Vertice 2.6, il Navigatore, deve trovare la giusta rotta
indicata dalle luci celesti.

2.7 - STUDIO DELLA GERARCHIA DELLO SPAZIO

!
L' Universo ha una struttura.

Questo principio ammesso persino dalla scienza moderna, che deve riconoscere la
presenza di un ordine in ogni campo dei suoi studi, cio nelle grandissime e nelle
piccolissime parti dell'Universo. Essa non si ancora del tutto affrancata dalla tentazione
di credere nel Caos, nel Vuoto, nel Nulla e nel Caso; ma la presenza di leggi inviolabili in
tutti i fenomeni universali ormai ammessa, e persino si pensa alla possibilit di una sola
Legge, suprema, che coordini tutte le altre: che le leggi, insomma, abbiano una Legge

In questo campo, il Sistema non ha esitazioni. figlio della struttura universale, che
sorregge i massimi e i minimi sistemi; ne ha ricopiato in s quel tanto di ordinata
composizione che riuscito a riflettere, e si propone di vivere e operare proprio in base
alla verit centrale della struttura dello Spazio
La Gerarchia di cui qui si parla una qualit intrinseca dello spazio psichico, nel quale
ogni elemento si dispone secondo il valore esatto della sua funzione e collabora alla vita
del tutto senza restrizioni e divieti

Una tale esigenza si esplica nel Vortice 2.7, dove Spazio e Ordine si uniscono per
esaltarsi a vicenda.

Un Piano purchessia, se ben concepito, deve rispondere alla necessit di un ordinamento


spaziale, pena il suo fallimento. Per procedere verso le Mete lontane il Sistema deve
sapere come e quando agire, riconoscere e rispettare le priorit dei valori, trovare i giusti
sentieri e percorrerli con le debite modalit. Ci significa studiare e capire la struttura
gerarchica dello Spazio, nonch le regole ritmiche delle sue pulsazioni

!16

Lo studio della Gerarchia spaziale tutto da compiere. Per ora se ne semplicemente


affermata la verit, sulla scorta degli Insegnamenti. Non si sa per ancora accertare la
qualit magnetica dei luoghi e delle creature, delle sostanze e delle essenze. Non si sa in
base a quale canone giudicare i giusti rapporti. Non esiste una conoscenza umana delle
attivit della Gerarchia spirituale. Come avvengono gli scambi energetici fra le Idee? E
qual il loro ordinamento? E chi saprebbe dire se per l'equilibrio psichico di un dato luogo
sarebbe pi favorevole un fiume o un monte?
Chi responsabile di questo intervallo (2.7) deve imparare a distinguere livelli,
corrispondenze e analogie nell'immenso fogliame di energie che dall'alto eternamente
scendono e dal basso eternamente salgono

Tutto ci possibile se il sette agisce nel due, se distribuisce ordine gerarchico nello
Spazio divino, che lo accoglie ed ama.

3.1 - VITA SACRALE DI GRUPPO. REGOLE. PROGETTI

!
Una delle propriet che distinguono un gruppo come vero e proprio organismo cosciente
da un semplice agglomerato umano la capacit di scoprire, adattare e praticare le leggi
interne che disciplinano la vita associata

Un gruppo come il Sistema ha radici in strati di coscienza egoici, dove le visioni sono
ampie e impersonale i rapporti equilibrati e sinceri

saggio per tener conto delle imperfezioni, che esistono, appesantiscono gli scambi e
certamente si faranno sentire in vario modo. Il gruppo deve dunque imparare a vegliare
sulle sue disfunzioni, senza timore e con distacco. Deve, insomma, essere giudice
imparziale di se stesso, il che gli consentir di esserne poi anche il medico.

Volendo descrivere e chiarire i concetti impliciti nella funzione di questo Vertice (3.1), che
uno degli organi progettuali del Sistema, se ne elencano alcune caratteristiche, di cui si
vedr facilmente l'importanza:

1)

2)

Esplorare i rapporti egoici che nel loro insieme costituiscono il Sistema. un'impresa
ardua e delicata, da affrontare senza complessi di inferiorit. Tali rapporti sono
esistenti e reali, non solo, ma li si deve curare con sollecitudine, in quanto sono il
vero patrimonio spirituale del gruppo, che ne assicura il futuro.Questo Vertice deve
dunque elevare la propria coscienza oltre il mondo quotidiano e formale per
osservare le linee di energia luminosa che connettono i centri di coscienza del
Sistema.
L'insieme di questi rapporti superiori non limitato ai membri del gruppo soltanto
poich nulla esiste di separato in quel reame - ma si prolunga in tutte le direzioni
spaziali, senza blocchi o confini. Si tratta di esplorare i lineamenti reali della
comunit, e a poco a poco riconoscerli. Questa funzione deve pur esistere, se il
gruppo vuole conoscere se stesso e le sue azioni!
!17

3)

4)

Se si considera la realt interiore del Sistema si comprende che essa ha una sua
vita, ritmi suoi propri che bisogna accertare e rispettare. Quali sono i canali che
connettono il gruppo alla Gerarchia, suo modello? Quali Luci lo guidano? Alla base
della coesione del gruppo stanno le linee generali della sua vita sacrale.
Se il Vertice 3.1 persister nella contemplazione esplorante" che si cercato di
descrivere nei paragrafi precedenti vedr emergere nitide altre meraviglie della
realt interiore, ovvero le linee dei compiti per i quali il gruppo si va qualificando, a
mano a mano che si purifica nella vita quotidiana. Le Mete lontane mostreranno
chiari i loro profili, e i molti sentieri possibili di approccio. Allora si potr esaminare un
altro insieme di strutture, cio le finalit reali di cui il Sistema responsabile

Le funzioni di questo Vertice, alle prese con le energie congiunte del tre e dell'uno,
possono sembrare (come molte altre) irraggiungibili per la coscienza di un comune
discepolo, e quindi scoraggiare la sua buona volont. Non sia cos! Al contrario, la
difficolt dovrebbe stimolare la sua energia, e tenderla come una molla, sapendo che non
il risultato che conta, ma lo sforzo. Al tempo giusto scatter in lui quello slancio che gli
permetter di assestarsi su.livelli superiori, dai quali vedr meglio, che lascer poi per
cime ancora pi elevate. Cos, per gradi, egli trasciner il Sistema intero, operando
secondo la sua nobilissima missione.

Queste parole sono per incoraggiare chi legge con serio impegno i suggerimenti qui
proposti, e valgono non solo per questo Vertice, ma per tutte le funzioni. Si pensi che tutta
la storia del Sistema, che pu gi vantare alcune conquiste, nata da tentativi che
sembravano impossibili solo poco tempo prima, e che pure si sono realizzati in qualche
misura. Quando il compito pare troppo elevato, l'ora giusta per affermare che "tutto
possibile", secondo l'Insegnamento superiore.

3.2 IL MAESTRO. IL CRISTO QUALE GUIDA INIZIATICA

Si rimanda il lettore a quanto scritto a proposito del Vortice 2.3, che esprime, fra l'altro, il
rapporto fra Maestro e discepolo, oscillante fra due opposizioni entrambe vere e reali.

Il concetto pu essere esteso, e riconoscere che ogni uomo in s sia insegnante che
allievo, qualunque sia il suo livello sul Sentiero, e che entrambe queste condizioni sono
contemporanee. Questa verit porta ad affermare che deve esistere un Maestro dei
Maestri, o un grande Allievo. Deve cio esistere un livello di coscienza e di sapere tale da
conferire l'autorevolezza necessaria per insegnare alle innumerevoli schiere di coloro che
salgono verso quella Vetta

!
Questa breve catena di verit conduce a concludere:
!
a)
che esiste un Maestro dei Maestri.
!
b)
Che esiste un Luogo planetario ove la Sua autorit risolutrice e rivelante.
!
!18

Al Vertice 3.2, che tende, con la seconda Stella, a preparare il ritorno del Cristo (la
seconda delle Mete lontane) i concetti esposti dovrebbero utilmente indicare gli elementi
essenziali della sua attivit nel Sistema, per condurlo lass:

1)

Esiste una Guida sicura, che il genere umano riconosce.

2)

Essa si identifica con il Sentiero iniziatico.

3)

Il Vertice 3.2 deve fare altrettanto. Deve "essere la Via".

Il Vertice 3.2, mentre viaggia verso la seconda delle Mete lontane, pi di ogni altro
consapevole di essere sulla via giusta, e a poco a poco si identifica con essa. Il
progresso spirituale di tutto il Sistema dipende dalla sua ricostruzione interiore dell'unica
Via.
Poich nella sua funzione agisce il tre, egli progetta, verifica e inventa la via. Poich
anche il due vi presente egli ama la via e i viandanti, la Guida e lo Spazio, e perde se
stesso proprio nel Luogo dove ogni realt si ritrova

!
Cos questo Vertice attira a s con potenza il Sistema e lo guida secondo la Guida.
!

Mentre si appresta al sacrificio, il Vertice 3.2 ha un metodo da praticare: regola la sua


pulsazione su quella del Vortice 2.3, simmetrico opposto. Entrambi svolgono un solo
compito: individuare e accertare la via di mezzo, che scorre proprio l dove le loro
funzioni confluiscono.

3.4 - LE QUATTORDICI REGOLE DEL PROGRESSO


DI GRUPPO

Il Sistema, inteso come gruppo di allievi che studiano e cercano la Verit, senza
trascurare le altre Mete avviato, in forma sperimentale, all'iniziazione di gruppo. La terza
Meta, va detto, quella forse cui meno si pensa, poich ormai si appreso a considerare
l'iniziazione non come un premio o un traguardo di per s, ma come assunzione reale di
responsabilit maggiori.

Quanto ora segue discende da questa premessa. Si chiede al Sistema un tale distacco
da se medesimo da riguardare anche il proprio progresso come modo di servire. In
linguaggio moderno si direbbe che il Sistema si propone come lesperimento pilota",
accettandone liberamente i rischi e senza troppo pensare ai risultati eventuali.

Vista sotto questa angolazione, la terza Meta lontana assume lineamenti particolari:
infatti, pi che tendere ad essa, il gruppo ne viene attirato; e l'avvicinamento
proporzionale alla misura dell'approccio realizzato nelle altre sei direzioni. D'altro canto,
ammesso di saper riconoscere il progresso compiuto verso la terza Meta, se ne
otterrebbero valide indicazioni circa l'avanzata nei confronti di tutte le altre.

!19

Questo rapporto di reciprocit fa intendere che la terza Meta sintetica, e che i suoi
segnali rendono pi chiara la situazione generale. Se si progredisce nella sua direzione,
lo si fa anche in tutte le altre; in caso contrario, si bloccati per ogni verso

La Gerarchia ha previsto la difficolt, ed ha emanato tutta una serie di istruzioni,


bellissime ancorch sovente, per varie ragioni, alquanto criptiche. Il tutto compone un
testo. moderno daspetto ma antichissimo per contenuto, che fra quei pochi che il
Sistema riconosce e usa come "Insegnamento scritto".

In esso si espongono e commentano le Regole sicure per il tragitto verso la terza Meta
Lontana: dal pi basso livello della mente concreta al pi alto piano intuitivo. Sono
appunto quattordici tappe, argomento di altrettante Regole.

L'insieme di queste autorevoli indicazioni costituisce certo un Vortice. di energia, che nel
redigere il Piano del Sistema si creduto individuare nel rapporto fra il tre e il quattro. Sia
l'uno che l'altro di questi valori infatti attivo e implicito nella fase del discepolato, durante
la quale indispensabile la comunione (4) con il Maestro (3), e nello stesso tempo Lo si
deve imitare

Ci implica l'abbandono di un mondo consueto e familiare per forzare un passaggio


critico quanto inevitabile. Il tutto mentre il gruppo si impegna a costruire una grande
forma-pensiero, generatrice di molte altre formazioni mentali a servizio del genere umano.
Queste ultime seguiranno proprio il cammino opposto a quello del Sistema, che sale,
poich scenderanno dal mondo delle Idee (il quarto) verso la comparsa concreta

L'equilibrio generato del quattro non statico, il che comporterebbe la rinuncia al


progresso, cosa assurda, ma dinamico e generatore di moto; e questo un aspetto poco
conosciuto dagli allievi, che nel quattro inclinano a vedere pi la capacit di creare riflessi
che un'energia propulsiva

Il Vertice cui demandato di gestire queste energie (il 3 e il 4 paragonabile a un


allievo capo-classe sulle cui spalle pesa la responsabilit del rapporto diretto con
linsegnante).

3.5 - STUDIO DEI CICLI, DELLE DATE,


DELLE CORRENTI PORTANTI

Il compito del Vertice 3.5 fra quelli che possono impaurire, perch per governare
quelle energie occorrono conoscenze che oggi sono ben rare fra gli uomini. Invero, chi
saprebbe mai dire cosa sono in realt i CICLI, le DATE, le CORRENTI profonde? Dove
trovare il sapere di base, che consenta di iniziare in modo corretto le ricerche e gli
esperimenti?

La risposta chiara: il necessario sta sempre nel cuore, assieme a tutti i tesori. Ma
finch non vi costretto dalla sua stessa volont o dalle circostanze, l'uomo non cerca
!20

nel cuore la ricchezza o il sapere che gli occorrono. Quel centro oggi molto calunniato e
offeso. Se per ogni Vertice, di fronte alle difficolt che l'attendono, risolvesse di cercare
col le giuste soluzioni, tutto il Sistema balzerebbe verso le sue Mete, come in volo,
ancora prima che le formule precise si manifestino nella sua coscienza.

Il Vortice 3.5 l'intervallo psichico fra l'attivit intelligente e la concezione razionale. I


Raggi e le vibrazioni, le loro molte combinazioni, le loro correnti sono il campo naturale
ove si manifesta. L'uomo (il Sistema) non potr dirsi padrone del proprio destino finch
non sapr non solo controllare, ma anche dosare le proprie emissioni. Se vero che lo
Spazio offre infinite possibilit di risonanza, si che basta chiamare per ottenere, cercare
per trovare, e altrettanto vero che bisogna saper irradiare bene e con saggezza la propria
energia vitale, imprimendole quelle frequenze di vibrazione che assicurano il successo e,
per cos dire, "scelgono e prendono" ci che si vuole per il Bene comune.

Per scegliere e prendere il necessario, allo scopo di eseguire il suo compito, il Vertice 3.5
deve fissare la propria Vetta con coraggio e dagli Insegnamenti, e dalla Scuola interiore,
organizzare a poco a poco quel minimo indispensabile di conoscenza che gli offra una
base sicura di partenza.

Quando abbia ben compreso che il tempo non ha esistenza reale, ma il ritmo si e che i
cicli sono veri organismi viventi che si manifestano, o si incarnano, come accadimenti e
che le date segnano le giuste scadenze di formule o gruppi di energie, prender
confidenza con il proprio ruolo e, in breve, aspirer a impostarsi su altri livelli, pi elevati.

Lo aiuter il pensiero che la sua missione di grande bellezza, ma anche di grande e


reale potere magico, da rivolgere al compiersi del Bene comune.

!
!

3.6 REALTA. FUOCO DELLIDEA. MONDO DEL FUOCO

Otto fra i Vertici del Piano esprimono rapporti di ottava:

!
!

1.2; 1.4; 2.4; 3.6

e i loro reciproci. Per tale loro natura racchiudono ed esprimono "mondi", poich l'Ottava
il contenitore di illimitati rapporti, o suoni, che essa magnetizza secondo la sua propria
qualit sostanziale. Il vertice 3.6, ora in esame, uno di questi, e nasce dall'incontro fra
l'intelligenza creativa (3) e l'idealismo (6). Si nota in questo Vortice di energie un
dinamismo equilibrato, poich la prima sempre tesa a progettare forme, la seconda a
riconoscere la causa prima o l'idea in esse racchiusa

Questo ambiente, che arde di luce, non senza diversit, ma senza separazione,
cio non alberga tempo n distanze: la sua regola assoluta l'infinito, e lo possono
conoscere, amare e sperimentare solo quelle coscienze che abbiano spurgato gli impulsi
egocentrici.

!21

Il Vortice 3.6, per quanto ora detto, animato da un amore cos impetuoso e violento
(scaturisce dal due ed chiuso nel sei, poich 6 = 2 x 3), e tanto esplosivo da dissolvere
qualsiasi insorgere di distinzione fra io e tu.

In un tale ambiente (3.6), la creativit del tre trova piena libert di irradiarsi, quindi il
potenziale energetico in continuo aumento, in dosi e misura intollerabili per l'intelletto
umano che volesse cimentarsi a immaginarlo. il mondo della tensione crescente, della
luce travolgente, della purezza totale e, insomma, del Fuoco celeste, la potest creativa
divina

Se tale la natura dell'Ottava 3.6, chiara l'importanza di questo Vortice nell'economia


generale del Piano. Lo si pu raffigurare come il "repertorio degli impulsi" che il Sistema
intende esprimere per il Bene comune. In esso dimorano, attivamente, le Cause che si
manifesteranno tramite le imprese del gruppo - perci un Vaso prezioso e sacro, da
custodire con la massima cura

L'insieme di queste riflessioni conduce a vedere nel rapporto 3.6 uno dei massimi centri
del Piano, e insegna che le Ottave, pur avendo eguale valore numerico, sono tuttavia ben
diverse in quanto potest energetiche o vitali. Il breve esame ora fatto mostra ad esempio
che l'Ottava 3.6 ospita tutta la potenza creativa, cos come l'Ottava 2.4 il campo
magnetico generale e quella che ha per poli l'uno e il due il Luogo del potere assoluto
dunque il caso di ricordare che "le Stelle sono gruppi egoici", cio cittadini del Mondo
del Fuoco: nulla in realt pi naturale alla coscienza che la vita irradiante e
comunicante. Inoltre, il Sistema stesso un'Idea, e come tale nell'Ottava 3.6, dove vive di
realt causale e dalla quale sgorgano tutti i suoi moti creativi.

Quindi il Vertice 3.6 opera nel proprio mondo di realt, assieme a tutti i suoi compagni e
coadiutori. nella pienezza della Luce, e nulla invero gli sbarra il passo.

Rovesciando la propria incertezza, egli diffonde sicurezza. La sua funzione nel Piano
coincide con quella di tutti, il nucleo centrale della Verit assoluta. Il suo agire
determinante, causante, e ci lo costringe, con la violenza propria dei sei, a
immedesimarsi con il centro focale del Gruppo e delle sue iniziative.

3.7 - DIALOGO INTERNO ED ESTERNO

La comunione fra tre e sette pu essere interpretata come l'uso rituale dell'intelligenza
creativa. In verit un essere intelligente dimostra di esserlo perch pone domande. Egli
vede l'esistenza dei problemi, vuole sapere, interroga a ogni livello. Trova pace solo
quando ottiene risposta, da altri o da se medesimo

!
Cos' una domanda? Donde trae origine?
!

Seguendo l'Insegnamento (che una grande risposta a molte domande) si afferma che
chi interroga invoca, cio pone in atto una sorta di provocazione energetica uno squilibrio
che dovr essere certamente pareggiato: le risposte vengono evocate. Da qualunque
!22

parte esse giungano, e in qualunque momento, riportano in parit lo sbilancio causato


dalla domanda, che ha un potere infallibile. Su questa base potr nascere una grande
scienza futura. Oggi, con termini che sanno ancora di misticismo, viene chiamata
"processo di invocazione-evocazione"; in tempi futuri, per la scomparsa del sesto Raggio
e l'avvento del settimo. si intender meglio la natura rituale e ordinata di questa forma
universale di dialogo, che pu e deve essere sottoposta a indagine, studio e prova.

Anche le domande, a loro volta, nascono da uno stato di incompletezza, ovvero di


squilibrio, locale e momentaneo. Sono dunque generate dall'inquietudine. mirabile
vedere che il dialogo manifesta la potest del quarto Raggio, il quale compone ci che
scomposto, equilibra lo sbilanciato, armonizza il contrasto e cos si pone come potenza
motrice della coscienza in evoluzione: il dialogo, cos inteso, una funzione di quarto
Raggio, cio tipicamente umana.

!
dunque un'arte e deve produrre bellezza
!

I dialoghi esteriori, quotidiani, locali hanno importanza secondaria. Il Dialogo interno,


aperto a tutta la comunit universale delle creature, primario e si compie nel cuore. Ma
ha le sue Regole, che si devono scoprire e osservare con intelligenza. Quest'ultima frase
riporta alla prima, scritta all'inizio di questo esame. L'intelligenza un potere supremo e
sublime, a patto di usarla a dovere: la virt del sette lo acuisce e nello stesso tempo lo
tempera

Il Vortice 3.7 esprime tutto ci, e il suo valore grande: ne dipende la sempre pi
accurata interpretazione dei significati e delle energie di tutti gli altri Vortici.
Il Vertice di pari valore numerico deve imparare, soprattutto, l'arte di porre domande e di
attendere risposte. C' infatti un atteggiamento, interiore e rituale, che consente la
sintonia con l'Ente cui ci si rivolge. Se eseguito in modo corretto il vero Dialogo fluisce
semplice e spontaneo, e le energie travasano dall'alto in basso. Chi domanda deve
essere umile, ma coraggioso; semplice e chiaro; stimolante e persistente; deve nutrire
fiducia illimitata, e amore, e devozione; deve saper attendere, senza flettere la tensione
invocativa.
Suona facile. Non lo .

Ma lo stesso rituale, le giuste norme, l'attesa rispettosa sono sempre e solo domande,
domande in altra forma; questo vertice impara in tal maniera la propria funzione, che
una domanda.

4.1 - IMITAZIONE DELLA VITA INIZIATICA DELLA GERARCHIA

La Meta della prima Stella la restaurazione dei Misteri, la funzione del suo quarto
Vertice, per questa ragione, mira a ricopiare in essa e nel Sistema l'Ordine superiore.

Di quest'ultimo si hanno molte notizie, dai vari testi dell'Insegnamento, quanto basta per
stimolare il desiderio di tentarne l'emulazione nelle piccole misure.

!23

Poich se ne parlato pi volte, qui non si insiste sull'eccellenza del metodo imitativo.
che insuperabile e insostituibile. Esso risponde alla natura del quattro e di tutto ci che
lo rappresenta, in qualsiasi struttura. "Imitare" una scienza universale. la cui
acquisizione non mai completa, ma dalla quale dipende lo stesso risultato finale del
Cosmo.

Si comprende perci quale importanza abbia, nel Sistema, la croce centrale, occupata e
costituita dalle posizioni dei quarti Vertici. Si pu ripetere che dal suo funzionamento
dipendono tutti gli esiti, interni ed esterni

Chi imita un modello superiore lo fa per gradi. Ecco il punto. Quando ne ha scoperto
un aspetto lo esprime in qualche modo, in s o nelle sue opere. Poi si distacca e valuta
ci che ha compiuto e lo raffronta con il modello. Se la sua coscienza progredisce egli si
accorge che le immagini che ne ha prodotte sono molto lontane da quello, e con pazienza
ci riprova. Cos, per gradi, si avvicina all'irraggiungibile

Se si pensa che anche i grandi Logos planetari, Intelligenze sublimi, hanno i Loro
grandi modelli, e che ricopiandoli per grad si elevano di sfera in sfera, cos trascinando
innumerevoli coscienze minori, si vede quale potenza sia implicita nell'atto di imitare il
superiore, e come il processo evolutivo paia discontinuo mentre discende da un impulso
incessante

Al Vertice 4.1 del Piano tocca uno dei compiti pi ardui: ci sempre vero quando l'Uno
si affianca agli altri Raggi. Detto in breve, esso consiste nel preparare il guscio di quelle
attivit destinate un giorno a essere riconosciute dall'Alto come Ordine

Con il metodo su descritto, e com' caratteristico dell'imitazione, si pongono cos in atto


due moti simultanei: dal basso in alto e dall'alto in basso. Il Sistema si proietta verso la
Gerarchia, e questa attirata al Sistema.

Quando la situazione sar matura, e ci dipender in buona parte dallo sforzo concorde,
persistente e collettivo delle Stelle, l'incontro sar inevitabile
Il Vertice 4.1 il Pilota di questo aggancio fra l'Ordine reale, superiore, e quello
simulato, cio il Sistema. Lo aiutano tutti gli altri Vertici del quattro. Il successo della sua
funzione aprir molte porte e render possibile molte altre vittorie, poich nella
cooperazione interna del Sistema tutte le attivit sono fra loro concatenate, e ciascuna di
esse d e riceve aiuto.

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4.2 - DE IMITATIONE CHRISTI

Il rapporto, o il Vortice 2.4 (cui si rimanda il lettore) qualificato dal due, che vi occupa la
prima posizione. Lo Spazio, dunque vi preminente. Al contrario, nel Vortice 4.2
principale il quattro, e ci illustra il titolo assegnatogli. Imitare il Signore dello Spazio
planetario la funzione di questo elemento del Piano.
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Il simbolismo attinente a questo Vortice semplice. L'intervallo 4.2 (che di ottava) non
presenta,contrasti, ma armonia in un campo infinito. Vi si vede il Cuore che ospita
consapevolmente le realt senza limiti dello Spazio, educazione che non ha confini. Pare
che non esista altro, quando si contempla un simile rapporto fra due ottave (il quattro
lottava del due). E poich la chiave del processo di apprendimento l'imitazione del
superiore, seguire le orme di Colui che primo fra gli uomini seppe giungere alla sublimit
dell'amore spaziale conseguenza logica e inevitabile

Tutto il significato, il valore e la potenza del Vortice 4.2. stanno nell'attrazione implicita
nell'atto imitativo, che, come si gi detto altrove, e' una vera e propria energia motrice
per l'ascesa ininterrotta.

Non e' vero che chi imita rinuncia, con ci, alle sue individuali capacit creative. Al
contrario, sono proprio le sue qualit specifiche che trovano modo di esprimersi
ricopiando liberamente il modello. Quest'ultimo per sua natura infinito, che altrimenti
non sarebbe un vero modello, e dunque suscettibile di infinite maniere, figure o varianti
espressive

Cuore, Spazio, Amore, Infinito, Armonia: ecco una catena di grandissimi concetti
sinonimi, tutti legati all'idea di imitazione. La figura del Cristo rappresenta ed
quell'insieme, dove si realizza la comunione umana.

La parte del Vertice 4.2 nel Piano del Sistema chiara: guidare il Gruppo a imitare il
grande Signore. Ci non significa che sia facile, ma certamente naturale. Inoltre,
cruciale: sia perch la croce, simbolo dello Spazio, impressa su quel grande Modello,
sia perch vi si incrociano le vie di tutti gli altri Vertici, che, pur avendo ciascuno la sua
orbita indipendente, hanno tutti una natura comune e tendono tutti al.la stessa Meta.

Un tale sforzo comune a tutti i membri del Sistema, riuniti a collaborare per eseguire il
Piano, poich, infatti, ciascuno ha un suo modello operativo. Il Vertice 4.2, che imita la
Guida dell'umanit, conduce il Sistema sulle vie dell'imitazione creativa, e cos d prova
di imitare il Modello.

"De Imitatione Christi" e il titolo di un'opera mistica che risale, a quanto pare, al XIV
secolo e viene attribuita a Tomaso da Kempis. Dai testi dell'Agni Yoga si sa che la
Gerarchia intera accolse con gioia questa formula coraggiosa, che, anzich proporre
ancora una volta una devozione servile, passiva e idolatra, mostrava possibile e giusto
emulare il Signore sublime.

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4.3 - RAPPORTI ARMONICI NEL GRUPPO E FRA I GRUPPI

L'energia del quattro la suprema regolatrice di qualsiasi rapporto, a qualunque livello


esso compaia e agisca. Ci perch la sua natura la centralit, che le consente di
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controllare tutte le simmetrie e le consonanze. Essa , inoltre, la scoperta continua


dell'Infinito, e nega la separazione in quanto eresia cosmica. Si potrebbe anche dire che il
quattro sorveglia il confine (irreale) fra il mondo formale e l'a-formale, non certo per
impedirne il valico a ci che sale, ma per tenerlo aperto e praticabile.

Queste sue funzioni saranno un giorno, nell'ambito planetario, affidate al genere umano,
ma per ora esso ancora immaturo, e ben sotto il livello delle sue vere possibilit
spirituali; ciononostante qualsiasi tentativo di indirizzarlo verso la sua missione cosmica
sar benefico.
Il quattro manifesta anche altre facolt, sinora meno note ma certo non meno importanti:
ad esempio genera il moto d'ascesa eliminando i dissensi e componendoli in"parti
armoniche; il vero creatore della bellezza, ed la bellezza

Se si tiene conto che il tre l'energia programmatrice, la risposta intelligente al volere e


all'amore, il Vortice 4.3 deputabile al controllo dell'intera struttura del Piano, si che ogni
altro Vortice componente sia in equilibrio dinamico e in armonia con gli altri, al solo fine
del Bene comune che il Piano persegue. Ne dipende, chiaro, il conseguimento di quel
fine o, in termini pi belli, la vittoria. Il congegno 4.3 dunque un centro sensibilissimo e
delicato, prezioso per il benessere e il successo terminali.

La pratica conferma ogni giorno che certamente possibile, nonostante la perfezione


teorica, che i rapporti delle energie usate e vive nei vari Vortici del Piano siano squilibrati,
ovvero dissonanti, variando fra alti e bassi. Ci dipende dal fatto che essi sono gestiti da
allievi, e non da Maestri, e per di pi inesperti e alle loro prime prove; ma anche dal fatto,
pi decisivo, che alcuni Raggi (l'uno, il quattro e il sei) sono oggi immanifesti, e perci
sostituiti da quelle loro controparti che sono attive negli altri Raggi (il due, il tre, il cinque e
il sette). Ci significa insomma che molti Vortici sono alimentati con energie non pure, ma
colorate di altre qualit. Proprio il Vortice 4.3, ad esempio, risente dell'assenza del
quattro, sostituito da una miscela di 2.4, 3.4, 5.4, e 7.4

Dove si registrano disarmonie d'uopo esercitare amore e tolleranza. quasi sempre


possibile compensare con il sacrificio di s lo squilibrio di una parte del Piano.
Esiste un'arte del compromesso che non concede nulla al disordine ed evita le esplosioni
peggiori. Ci sono questioni dove il compromesso necessario, senza essere umiliante:
sono quelle, numerose, che riguardano i principi secondari, che non interferiscono
gravemente con le risultanze superiori del Piano. Inoltre, la vera flessibilit nei confronti
delle situazioni transitorie consente di riprendere l'assetto migliore non appena esse
vengono meno, il che prima o poi avviene, perch per loro natura sono fugaci.

C' un'arte nel governare un naviglio battuto dalla tempesta, e la si impara navigando,
non certo al riparo in un porto. Essa non meno preziosa ed elevata dell'imperiosa
volont di puntare alla meta senza deviare, a nessun costo. Saper consentire un
allentamento temporaneo, lasciar passare l'onda per subito riprendere la giusta rotta non
appena possibile, pu salvare la nave e il suo carico e alla fine condurli in salvo.

Si dica dunque che il Vertice che presiede alle energie congiunte di questo Vortice (4.3)
il "timoniere" del Sistema, mentre esso naviga verso la sua destinazione. Non gli compete
di stabilire la meta, n la rotta, n di spartire i compiti fra l'equipaggio, ma sua la mano
che tiene la barra del timone; suo l'occhio che osserva e valuta l'onda che si avvicina

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Il simbolo chiaro, e del resto ogni uomo il timoniere di se stesso. Questa invero la
ragione per cui il compito del Vertice 4.3 si ripartisce fra tutti i membri del Sistema, il che
alleggerisce di molto il gravame della sua responsabilit.

Questa per ora la risposta possibile alla grave domanda iniziale; e vale sia all'interno
del Sistema e del suo Piano che nei rapporti con altri gruppi e altri Piani: flessibilit
quanto basta per garantire il rigido e rigoroso conseguimento del fine.
Tutto ci contenuto nella scienza dell'Armonia unica fra tutte a prevedere e misurare
anche il compromesso, a certe condizioni e in date circostanze.
Il Sistema una vera e propria palestra, o laboratorio, dove esercitare la nascente
scienza dei rapporti umani. Le Stelle che lo compongono sono gruppi egoici, e pertanto
sicuramente armonici nelle loro relazioni di ogni genere, e ci riduce di molto la seriet
del problema. Per l'imperizia dei loro membri, per, le personalit entrano in gioco, ed
qui che nascono o possono nascere le difficolt e gli scompensi, ma anche le belle
occasioni di imparare a "vivere come anime" e dimostrare di saperlo fare

Per lo stretto legame che unisce il quattro e il sette (4 + 3 = 7) il Vortice 4.3 e' molto
simile al 7.4, cui si rimanda il lettore.

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4.5 - CREAZIONI DEI MODELLI DELLA VITA SOCIALE UMANA

I Modelli, o le Cause, non hanno forma. Sono Entit reali, eterne, splendenti, infinite. Le
costruisce il terzo Signore e dimorano nel Mondo del Fuoco. Sono le radici delle cose
esistenti e dei loro rapporti, e la virt del quarto Raggio le contempla e nel suo seno le
rispecchia. Cos appaiono le loro immagini, non separate, ancora senza limiti
Tale dunque l'incontro fra il quattro e il cinque, preludio indispensabile al proliferare
delle apparenze. (Si noti che per esprimere una sola Idea occorrono innumerevoli sue
forme, ciascuna diversa). Per quanto attiene al Piano del Sistema, questo Vortice
contemporaneamente imitativo (4) e costruttivo (5), e la prima di queste due attivit
prevalente. La stessa condizione energetica si ribalta nel Vortice 5.4, e allora
l'esecuzione pratica che si impone.

Il Vertice corrispondente (4.5) simile a un ricercatore, o a un esploratore di spazi ancora


vergini e intonsi, dei quali non sa nulla ma che ne attirano l'amorosa attenzione. Si pu
spingere l'esempio sino a riconoscere che egli non sa "cosa" cercare, ma sa che deve
farlo e di saperlo fare. questa infatti l'immagine del vero cercatore, che trova solo se
non sa qual l'aspetto di ci che cerca. Si pu allora dire che cerca la Verit, e che la
trova. giusto, perch la Verit non ha forma, perci chi ha in mente una qualsiasi
apparenza non pu realmente trovarla.

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Meglio dunque cercare senza sapere cosa si cerca!
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Il paradosso in genere ha una sua utilit quando si intende dire l'inesprimibile. Esso fonde
i consueti circuiti logici e separativi e fa scintillare l'energia mentale: e a quei lampi, talora,
si coglie una conoscenza nuova e superiore.

Nonostante l'immensit infinita dello Spazio reale e quanto si appena scritto, la ricerca
che interessa il Sistema si accampa in regioni delimitate dalla necessit dei tempi, i quali
esigono nuovi modelli di vita sociale umana nel senso pi lato e libero del termine, ma
che siano realizzabili nel futuro di validit del Piano.
Qui comincia l'operazione cruciale del Sistema, che ne decreter il grado di successo o
fallimento come costruttore consapevole e deliberato di forme-pensiero.

Il tessuto dei rapporti sociali umani di oggi logoro; bisogna rinnovarlo, e non certo
compito del Sistema tentarne un rammendo. Esiste la radicale possibilit di un disegno
nuovo e migliore, che tenga conto delle acquisizioni passate e vi innesti le nuove energie
- e bisogna conoscerne le equazioni. Questo il vero campo di servizio in cui il Sistema
sta per impegnarsi, e delimita le zone della sua ricerca. Quali sono le linee nuove e sicure
dei futuri rapporti fra le classi sociali, fra lo Stato e i cittadini, fra le Nazioni, fra chi lavora e
chi d lavoro, fra le generazioni, fra le razze umane?
Quale sar il nuovo, pi felice assetto della famiglia? Cosa insegnare ai giovani, e come?
Quali nuovi rapporti favorire fra scienza e arte, religione, economia, politica, diritto? Fra
l'uomo e il Pianeta?...

In questo grande Vortice, in cui si presentano e si imprimono le immagini di ci che


potrebbe esistere, sta uno dei poli dell'attivit dell'intero Sistema. Al Vertice
corrispondente, con la collaborazione di ogni altro membro, tocca il compito di gestirne le
energie

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4.6 - SCAMBI FRA FORMA E CONTENUTO.


TRA GERARCHIA/UMANITA

Secondo gli Insegnamenti, dei due fattori, forma e contenuto, il primo solo apparenza e
perci irreale, il secondo la vera realt.

Ci non significa che la forma sia inutile, dal momento che sicuramente essa condiziona,
o qualifica, il proprio contenuto. Si sa che vivere in una stanza quadrata ben diverso che
vivere in un ambiente triangolare, ancorch di pari superficie e volume, e ci convalida
quanto si va dicendo. Al solo esame di una forma, l'osservatore attento e perspicace
riconosce sia il suo contenuto che le qualit aggiuntegli dalla forma, che veramente un
segno da leggere e decifrare

L'intervallo 4.6, che in Armonica equivale a due terzi ed una quinta, di natura
creativa, e tale sar dunque anche il Vortice corrispondente nel Piano del Sistema. In

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esso il quattro tende a "rappresentare", mentre il sei cerca, trova e capisce il centro focale
interno. La formula 4.6 esprime dunque nel modo pi conciso tutto quanto detto all'inizio.

Il Libro del Tao comincia affermando che "Il Tao di cui si parla non il Tao". Ancora oggi
non sembra che questa verit sia stata completamente compresa dai commentatori
occidentali, i quali si sentono subito inibiti non appena si accingono a illustrare quel testo
antico. Senza voler fare qui altrettanto, quella celebre frase aiuta a capire, meglio forse di
altre considerazioni logiche, l'elusivo rapporto 4.6, nel quale si realizza l'incontro fra
l'immagine senza figura (di cui si detto a proposito del Vortice 4.5), e l'interprete di ogni
segno, che il sei

A ben vedere, il rapporto 4.6 manifesta il contatto fra due mondi, o due diversi stati di
coscienza, il primo dei quali il grande produttore di immagini senza figura, che il
secondo sa leggere con perspicacia profonda e senza inganno. Ne nasce un flusso di
attivit creativa, come sempre avviene quando la comprensione reale.
L'insieme di questi concetti pu anche essere illustrato dicendo che fra quattro e sei
esiste un duplice rapporto:

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a) di ottava, perch entrambi sono, rispettivamente, l'ottava del due e del tre;
b) di quinta, come sopra gi detto.

L'unione del quattro e del sei allora un mondo di rapporti (l'ottava) dotato di facolt
creativa (la quinta)

Il Vertice preposto a questo incrocio di energie (4.6) ha un compito chiaro, ma non


facile: interpretare e vivere in s la funzione di scambio fra forma e contenuto, che trova il
suo modello ideale nel rapporto fra umanit e Gerarchia

Entrambe quelle Comunit sono chiamate a collaborare per accrescere la spiritualit


della vita planetaria, e molto sar compiuto se anche un solo uomo far di s stesso il
sacro sito dell'incontro.

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4.7 - BELLEZZA DELLE FORME IRRADIATE

L'incontro del quattro con il sette segna il compimento di un'opera di bellezza, che
splende per la giustezza regolare della forma dal contenuto infinito. Chi ha qualche
dimestichezza con l'Armonica sa che il sette un valore tonale difficile da trattare, perch
non fa parte della gerarchia sonora del senario, e che intervalli come 2/7, 3/7 e 5/7 creano
suoni e sensazioni psichiche del tutto estranee a quelle, consonanti, accettate e piacevoli,
costruite in base a rapporti qualsiasi fra i numeri da 1 a 6, e i loro multipli e sottomultipli.

Ci illustra molto bene la natura, duplice e severa, del sette, che ricorda lesistenza,
possibile e reale, di altre gerarchie, e cos facendo impedisce alle armonie consuete di
placarsi in una condizione di stasi, che sarebbe letale.
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Il rapporto fra 4 e 7, per, fa eccezione. Il suo suono non contrasta penosamente con gli
altri, anzi ha come un profumo di novit, un'aspra freschezza che molti musicisti
considerano con grande favore. Quel suono una sorpresa, una stranezza, e vi si pu
leggere l'incomparabile facolt del quattro, l'unico che riesce ad armonizzare anche il
sette, l'eterno Straniero

Il Vortice 4.7 dunque sanziona la fusione di due grandi tendenze che esistono
fortissime nell'uomo: imitazione del superiore e desiderio rispettoso di ordine.

Il compito affidato al Vertice corrispondente per numero riguarda sia la forma che il
contenuto, fra i quali oscilla di continuo: la verifica persistente dell'equilibrio e della
sincerit di quel connubio magico, che la meta dell'opera, della manifestazione, del
concreto.

L'Universo percorso da grandi correnti concatenate, che trascinano la coscienza verso il


Supremo. Una di esse, amata dai veri filosofie formata da grandi anelli che si chiudono
l'uno sull'altro, e pone in reciproco contatto diretto le massime Idee:

il buono bello
il bello giusto
il giusto vero
il vero reale
il reale armonico
l'armonico regolare
il regolare splende e
irradia...

Sono questi i cardini delle attivit creative; le vere basi di qualsiasi ordinamento; e oggi
molto si soffre perch sono offuscate nella coscienza umana

Perci il pensiero del Vertice 4.7 vola incontro a quelle norme antichissime che, unite
alla forza armonizzante dei quattro, ristabiliscono la coesione culturale e civile del popolo
umano. Questo Vertice si apre all'energia del rinnovo che investe il pianeta e l'accoglie
nel cuore. Nulla di pi semplice! Egli guarda a levante e assorbe il settimo Raggio...

La funzione del Vertice 4.7, cos essenziale, pu essere presa come esempio di quella
felice leggerezza della vita creativa che ogni membro del Sistema chiamato a capire ed
esprimere. L dove la mente concreta vede solo difficolt, astrazioni insuperabili e
formule impossibili da accettare senza riserve il cuore percepisce le chiare occasioni per
le quali da sempre pulsa senza sosta

A poco a poco ogni Vertice del Piano capir che le sue funzioni sono facili al massimo
grado, facili come lo respirare; e che le ombre e le esitazioni sono frutto
dell'irragionevole azione della mente razionale, per sua natura incapace di vedere la
Regola della libert sovramundana.

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5.1 - I MISTERI AL CENTRO PROPULSIVO DELLA CULTURA

"I Misteri sono presenti e agiscono all'interno di qualsiasi cultura umana allo stato
nascente: ne sono i propulsori energetici e ne dirigono la crescita sino alla sua
culminazione. Quindi lentamente se ne ritirano e abbandonano lo stato oggettivo."

Se lo si accetta e lo si ricorda, questo enunciato pu essere sviluppato in una serie di


corollari che, se nulla aggiungono alla verit centrale, ne descrivono vari aspetti:

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a) L'apparire e lo svanire dei Misteri segnano il primo inizio e la prima decadenza di


una cultura, lasciando riflessi evidenti nelle condizioni della civilt relativa. Perci
dall'esame di quest'ultima si pu risalire alla pulsazione di quelli.
b) I Misteri, quando sono attivi, assumono parvenze o connotati relativi al popolo e
all'epoca, tali da meglio servire e l'una e l'altra. Nonostante la diversit apparente
essi sono sempre classificabili in sette categorie, ciascuna suddivisa in sette gradi
iniziatici. Si ravvisa in questa struttura un parallelo con quella del Sistema.
c) I Misteri sono autentici quando hanno la forza di trasmettere l'iniziazione reale, e
non solo virtuale. Questo segno basta per riconoscere la loro verit fra molte false
apparenze.
d) I Misteri servono un duplice scopo, che conseguono in modo unitario: elevano le
coscienze meritevoli e conferiscono loro continuit e un potere superiore. Con ci
producono centri umani pi vibranti e tali da influire in modo benefico su tutto
l'ambiente planetario.
e) Risultato dell'attivit dei Misteri, come gi accennato, lo stabilirsi di un Ordine,
organico e possente, nelle coscienze umane. Esso si manifesta in complesse
strutture mentali che guidano e qualificano tutte le attivit per un notevole numero
di generazioni.
f) Le sette categorie dei Misteri possono o no essere tutte simultaneamente
manifeste e attive: ci dipende da fattori extra-planetari. Esse si esternano
secondo ritmi loro propri, ma in ogni caso sono sufficienti per condizionare la
cultura in cui si insediano, la quale allora mostrer preminenti le caratteristiche
dell'uno o dell'altro dei Raggi.
g) L'origine dei Misteri sempre una sola, poich l'Uno il Mistero che persiste
inviolato. La loro presenza dunque agisce prima nell'individuo umano, poi si
spande nel collettivo. La loro ricomparsa nel manifesto avviene nel segreto di un
cuore, donde subito trabocca in moltitudini di altri cuori.

Il Vertice 5.1 il Luogo del Sistema dove l'unit si fa molteplice. Ci avviene anche nel
suo simmetrico, 1.5, ma qui fortissima la tendenza alla prima Meta lontana, che attira la
prima Stella. Si pu dire pertanto che questa funzione il sale della Terra, poich senza
Ordine la vita esteriore perde gusto e validit; ma bastano pochi grani cristallini a
restituirle ci che aveva perduto.
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5.2 - LISTITUTO DEL CUORE

Se il rapporto 2.5 indica l'infinita capacit dell'amore spaziale di contenere le illimitate


creazioni formali del quinto principio, il suo simmetrico 5.2 rappresenta, ed , la capacit
di ricondurre ogni separazione all'unit essenziale e tale la funzione e tale
lintelligenza del cuore. La quinta grande razza umana, la bianca, ha il compito di esaltare
ed esprimere al meglio il principio mentale, e per quanto essa non abbia ancora raggiunto
l'apice del suo potere, le civilt che ha creato testimoniano la forza crescente del cinque.

La scienza concreta una gloria umana che splende sotto gli occhi di tutti, ed uno
sviluppo tipicamente intellettuale, cio attinente al quinto Principio. Si tratta di
un'evoluzione prevista, inevitabile e giusta, ma comporta errori e sofferenze che si
potrebbero evitare se il cuore e le sue preziose facolt ricevessero la cura che meritano.

L'Insegnamento dell'Agni Yoga, che richiama l'uomo alla realt del cuore, contiene
accenni alla necessit di una fondazione umana finora assente e neppure ancora
immaginata, che viene indicata come "Istituto del Cuore". Quando ci fosse realizzato, e il
cuore studiato non solo come pompa muscolare ma come organo capace di capire
l'infinito, moltissime vie si aprirebbero al progresso del genere umano, benefiche,
innovatrici e risolutive.

In questa situazione, qualunque mossa che tenda a quello scopo, per quanto di modesta
potenza, sar certo positiva e favorita dall'Alto.
Il Vortice 5.2 mostra la via, ed esprime la scienza (5) del contenitore universale (2), e
ci sembra ben espresso nel suo titolo: "Istituto del Cuore". Certamente questo non l'
unico dei Vortici del Piano a tendere a un tale scopo, ma pare il migliore degli intervalli per
descriverne e realizzarne le funzioni. Tra l'altro si noti la composizione in esso insita
dell'apparente dissidio fra testa (5) e cuore (2), di cui presenta la sintesi energetica

Per il momento si riconosce semplicemente la necessit di dotare quel vasto


programma di aperture che viene qui chiamato Piano del Sistema di un adeguato organo
di controllo, studio, esplorazione delle risorse illimitate del cuore: in ci consiste l'alta
funzione affidata a questo Vertice (5.2), con il contributo di tutti gli altri: non si pu
pensare infatti che qualche energia resti assente o estranea quando si tenta di sondare
l'infinito.

Il cuore per sua natura connesso a tutti i Raggi e a tutti i loro mutui rapporti. Ripetendo
quanto appena detto, il fatto di aver assegnato e affidato questo "Istituto" interiore alla
sintesi fra cinque e due non deve far dimenticare che il cuore opera sempre in regime di
unione, commensura, armonia e infinit, e che pertanto presente in qualsiasi rapporto e
in tutti i campi.

Qui dunque si indica il Vertice 5.2 come preposto allo studio di quella sublime qualit
risolvente; ma non il cuore stesso, che ha sede ovunque sia un centro di vita e di
pensiero unitario, qualunque ne sia il valore numerico
!33

Se essa la regola di tutti, la collaborazione la stessa energia che il Vertice 5.2


incaricato di usare. Per avviare, nel Sistema e nel suo Piano, la fondazione di quell
Istituto, egli dovr sperdere se stesso e le sue mansioni in quelle generali del Gruppo. In
tal modo scoprir la propria funzione in tutte le altre, e se medesimo nei suoi fratelli.

Cos infatti opera il cuore, e tale il suo insegnamento. Un giorno forse, come stato
detto, esso avr un suo Istituto, formale e concreto, presso ogni popolo della Terra, e
persino una sede mondiale: ma non prima che un numero sufficiente di esseri umani
abbia scoperto che la sua collocazione reale l dove pulsa un cuore umano, il che
come dire "qui e dovunque".

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5.3 - SEMINA DEI PRINCIPI DELLA NUOVA CULTURA

Per comprendere a dovere la funzione del Vertice 5.3 e le energie del Vortice
corrispondente bene precisare cosa si intende, in queste pagine, per cultura, termine
oggi molto usato, in modo per pessimo, degradato, che ne snatura il senso profondo.

Il modo forse pi corretto per farlo di esaminarlo assieme a un altro termine, con il quale
sovente si accompagna, al punto che la menti impreparate li considerano sinonimi: civilt.

Cultura e civilt non sono la stessa cosa:


A. CIVILT indica l'insieme delle norme, pratiche, abitudini di un ambiente umano, dal
singolo individuo a un complesso di popoli. caratterizzata dalla totalit delle
credenze, delle conoscenze, dei comportamenti sociali.

B. CULTURA l'insieme delle concezioni spirituali, morali, artistiche, umanitarie,


scientifiche.

in breve si pu dire che la cultura l'anima della civilt (di un popolo o di un uomo
solo). Esiste un parallelo fra

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!

s superiore - cultura
e
persona - civilt.

Da ci emerge chiara la supremazia della prima, che la vera artefice della seconda.
Non pu sussistere vera civilt senza cultura, ma solo convenzioni arbitrarie e fragili, con
continuo pericolo di un rapido regresso nella barbarie

Il Sistema opera nel campo della coscienza, con metodi adatti, e perci il suo vero
campo d'azione sta nel rinnovare le energie della cultura, cos preparando nuove e
migliori manifestazioni di civilt. Basterebbe questa frase per illustrare tutto lo sforzo del
Gruppo, e fissare chiaro il livello della sua applicazione al Servizio
!34

ogni energia deve essere, a suo tempo, rinnovata, in accordo con il mutare delle grandi
circostanze spaziali. Pur essendo inviolabili le conquiste interiori gi conseguite sono il
vero tesoro intangibile di ogni popolo e gli conferiscono autorit di guida indiscutibile,
tuttavia i principi che le informano ampliano continuamente la propria portata energetica.

Perci di immensa importanza essere sensibili ai nuovi valori, e diffonderli, per linee
interne, consapevolmente, nel cuore generale dell'umanit.

L'ultima frase illustra le operazioni esoteriche del Vertice 5.3, il quale ha il compito,
nell'ambiente ordinato del Sistema, di orientarsi in modo da captare i nuovi principi, cos
come si captano emissioni radio dallo spazio interplanetario, e, dopo averli assimilati nel
cuore, irradiarli nel seno del genere umano.

Il cinque per sua natura seleziona, cio distingue o discerne le nuove vie, mentre il tre
irradia, per sua natura, e dunque comunica e partecipa

Il Piano del Sistema un grande lavoro di gruppo, che basa sull'eroismo e lo


presuppone.

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5.4 - NUOVE BASI DELLA CULTURA.


ARTE, MONDO DELLE IMMAGINI

il Piano del Sistema rispecchia in qualche misura quello gerarchico, di cui si propone di
ricalcare metodi e finalit. In poche parole, esso contempla la costruzione di una nuova
cultura umana, la qual cosa tutta compresa nella sintesi energetica 5.4 di questo
Vortice. Si pu affermare che qui agiscono le virt divine che realizzano la parte di Piano
gerarchico che dar vita, coscienza e forma alla civilt dell'epoca di Aquarius.

Nel Vortice 4.5, simmetrico di questo, il cinque in secondo piano, o in tono minore, e
prevale la trasparente potenza del quattro, produttrice di "immagini senza figura". Qui
invece il predominio del cinque, e si passa all'esecuzione formale di quelle strutture
incorporee. La collaborazione fra i due Vortici perfetta: il secondo trae dal repertorio
allestito dal primo i modelli conoscibili per le sue costruzioni. Quello, per cos dire, "fa
cenni", questo capisce e crea le figure. Ne scaturisce una grande corrente di precipitati,
destinati ad apparire nel mondo concreto e a modificarlo di conseguenza.

Forse per la prima volta nella sua storia l'uomo ha l'occasione di partecipare attivamente
e con lungimiranza alla creazione del proprio stato culturale futuro, che dar nascita alla
prossima onda di civilt planetaria. Se ci fosse vero, tentativi come quello esemplificato
dal Sistema, per quanto immaturi, imperfetti e grossolani, sarebbero lodevoli e nobili,
anche senza ricorrere ad altre motivazioni.

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Ma essendo i primissimi nel loro genere essi incontreranno gravi difficolt, interne ed
esterne. Una di queste (ma non la sola) sta nel persuadere i collaboratori che la
costruzione dell'Opera e deve essere mentale, e non ancora fisica.

Questa affermazione, di per s molto semplice, in realt impervia per molte coscienze,
che ancora si nutrono soprattutto di concretezza e solo vagamente e in linea teorica
ammettono la possibilit del potere costruttivo mentale. Questo proprio l'ostacolo che
ha impedito sinora la partecipazione umana ai progetti superiori. Bisogna sfondarlo con
impeto. Oggi una tale avanzata giusta, possibile e tempestiva. chiaro che fintanto che
non si prova non si potr mai acquisire l'esperienza corroborante e necessaria. Insomma,
lo si deve fare.

Tutto l'Insegnamento di cui ora si dispone in Occidente prepara e punta a questa nuova,
superiore forma di attivit umana, cos affascinante e ricca di promesse, e ne declina le
regole, i requisiti, le maniere e la potenza. Ma fintanto che i nuovi piccoli gruppi che, come
il Sistema, sinceramente si consacrano a servire il genere umano, esiteranno per poca
fiducia nell'efficacia della costruzione mentale e preferiranno il consueto ricorso a metodi
concreti, non potranno che agire sugli effetti presenti, anzich concorrere a formarne le
cause.

Non si potr allora assistere al grande risveglio dell'Arte reale, che pure prescritto
all'alba della nuova era. Si tratta insomma di operare nel e sul futuro e concorrere, in
modo causante, a produrre gli eventi di una condizione umana migliore

Il Sistema, se vorr essere degno delle Mete che persegue, dovr misurarsi su questo
problema, e non ha tempo da perdere. Se in esso vive realmente la stella a cinque punte
tempo di organizzarne l'opera. Tutti i membri del Gruppo, e in particolare quelli che
hanno responsabilit nell'ambito di quella grande Stella, devono impegnarsi nel dirigere e
applicare le energie del Vortice 5.4
Sinora non si detto nulla dei compiti del Vertice 5.4, data la complessit delle energie
implicate, che nella loro sintesi sembrano costituire il centro esecutivo del Piano. Ma,
almeno in prima istanza, la missione da raccomandare al Vertice 5.4 semplice:
preparare, agendo da cuore a cuore, le coscienze dei suoi compagni ad accettare l'idea
base della costruzione mentale. Egli per prima cosa cerchi di inserire, in s e negli altri, la
realt dell'Angelo solare costruttore, che senza disperdere le proprie forze, in meditazione
profonda, comunica con il suo riflesso e lo dirige nell'Opera.

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5.6 - COSTRUZIONE DEGLI IDEALI

Quando le energie del quinto Raggio incontrano quelle del sesto si forma un Vortice di
grande potere creativo. Per limitarsi al genere umano, una tale fusione di energie
responsabile dell'apparire delle maggiori civilt, alla cui base non difficile individuare
moti idealistici, pi o meno espressi, ovvero la presenza di Idee definite, che le qualificano
in modo inconfondibile. L'attivit dell'intervallo 5.6 indispensabile per l'avvio e il
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successo di qualunque moto di pensiero, al quale provvede la necessaria duplicit


(elargita dal 5) e il nucleo archetipo iniettato dal 6, si che una serie di Idee incorporee
assumano quelle parvenze, tenui ancora ma gi percettibili all'intelletto, che i pensatori di
ogni epoca captano e inseriscono nel patrimonio culturale

"Senza visione il popolo muore", si afferm molto tempo fa; e oggi i popoli sono morenti
appunto perch non pi guidati dalla luce di un ideale. Questo argomento fondamentale
per comprendere quale sia il compito del sistema, che viene costruito proprio per
somministrare all'umanit un flusso di idealit nuove e affascinanti, tali da farle riprendere
il cammino con forze fresche e rinnovate

Sinora l'uomo, non ancora assurto a una visione globale o planetaria, ignorando
totalmente le leggi e i cicli delle emanazioni divine, non era in grado di gestire in modo
autonomo il proprio destino. Oggi, forse per la prima volta, sorgono gruppi umani che,
assistiti dall'Alto anche a loro insaputa e dotati di Insegnamenti adatti, sono in grado se
non altro almeno di contribuire a quel grande compito in modo relativamente consapevole
e autonomo, cos affermando un nuovo livello di sviluppo e una maggiore dignit. Il
Sistema si pone fra tali gruppi, che nel loro insieme sono una nuova, bella e grande
speranza, sia per il genere umano, che per Coloro che senza apparire ne governano i
destini.

Chi accetta quanto ora detto e ne riconosce la verit in grado di comprendere il mirabile
prodotto dell'unione fra cinque e sei. Il cinque, quale esecutore dei programmi elaborati
dal tre, e assistito dal quattro che produce le "immagini senza forma" (vedere a questo
proposito quanto scritto sul Vortice 4.5), genera le nuove formule mentali da donare
all'umanit. Il sei "legge" quei contenuti e ne recupera l'unit essenziale, che le forme
velano e nascondono

Il Sistema, con il suo Piano, dunque un Costruttore di ideali, dai quali nulla attende
per s medesimo, e che elargisce senza le menoma imposizione, senza ricorrere ai
mezzi esteriori di diffusione e propaganda, e quindi nel modo pi puro e impersonale.

Uno dei suoi Vertici, il 5.6, ha l'alto incarico di comprendere quel "modus operandi"
mediante il quale dall'infinito repertorio spaziale si estraggono le energie eterne e le si
combina in formule nuove, secondo giuste proporzioni e nel rispetto delle effettive
capacit umane di assimilarle. Anche in questo, come in tutti gli altri casi, il Vertice 5.6
non solo nel suo lavoro, poich assistito dalla collaborazione generale, che la Legge
prima del Sistema.

Le difficolt sono grandi. Ma la legge semplice. Inoltre, poich il cuore "vive" di visione,
il Vertice 5.6 sar esaltato dal fatto di essere depositario della nuova Visione.
Contemplare i nuovi ideali, mentre a poco a poco si fanno percettibili e sempre pi chiari
alla mente, un grande compito che ha in s la propria ricompensa.

Molta gioia abiter nel cuore di chi si vorr dedicare a una cos nobile missione.

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5.7 - LITURGIA DEL GRUPPO E DEL LAVORO

"Liturgia" parola che non ha solo il significato ristretto al campo clericale o religioso che
oggi le si riconosce, ma quello, ben pi vasto, che riguarda l'insieme delle operazioni di
una societ umana, necessarie alla sua vita e alle sue attivit. Cos l'intendevano i Greci,
che la coniarono.

In questo senso di pu parlare di liturgia del Sistema, e il termine molto adatto per
indicare da un lato la variet delle sue azioni, e dall'altro il loro ritmo sacrale. Tutto ci
descrive l'incontro, o l'intervallo, fra le energie del quinto e del settimo Raggio

saggio accettare la liturgia come un bene inevitabile, osservandone i dettami con


scrupolosa attenzione, specie in organismi come il Sistema e le sue Stelle, che si
propongono proprio di restituire ritmo e valore alla vita umana. L'Universo ha una sua
liturgia, che risulta evidente dal suo splendido ordinamento, e lo stesso vale anche per il
sistema solare e per il planetario: sicuramente ben fatto ancorare di proposito i cicli di
qualunque attivit umana a quelli, maggiori e solenni, dell'ambiente spaziale e gerarchico
che li ospita e li nutre.

Il Vortice 5.7 pertanto generatore di liturgie creative. la sintesi mirabile della tendenza
a costruire e dell'azione positiva di leggi e regole spaziali, governate dal cinque e dal
sette. Questo Vortice genera e disciplina tutto l'insieme della vita pulsante del Sistema

Al Vertice cui tocca di gestire questo potente intervallo si addice la solennit; vale la
pena di dedicare qualche frase per illustrare il concetto.
La solennit che qui si intende non la pomposit orgogliosa esibita da certi funzionari,
dello Stato o del clero, che si ammantano di sussiego e che li rende repellenti. lo
spontaneo atteggiamento del cuore quando riconosce il contatto con la vita e le sue leggi
luminose. pi simile a un sorriso che a un cipiglio, l'espressione di una gioia calma e
serena. il modo di essere della natura, che non mai triviale ma sempre maestosa e
semplice, anche nelle minime evenienze.

Da questo Vertice ( 5.7 ) deve dunque diffondersi in tutto il Sistema, e governare tutte le
sue attivit di Piano, il balsamo della vera solennit, che rimedia ai guasti provocati
dall'irriverenza e dalla profanit. facile (e frequente) che i risultati di un'azione compiuta
in comune vengano corrosi se si lascia aperto l'accesso alla derisione o alla banalit.
tipico di questi tempi il criticismo malevolo che, ricorrendo allo scherno, spegne lo slancio
del cuore

Per comprendere al meglio il suo compito egli far bene a osservare la natura e
imitarne le maniere, assorbendole in s.

La natura la manifestazione del rapporto 5.7. Se il Sistema e il suo Piano avranno


buon esito, con l'aiuto e la guida di questo Vertice dar frutti spontanei come gli eventi
naturali, e altrettanto magici, incantevoli e maestosi.

Tutti gli interventi del sette hanno qualcosa di magico, come se provenissero da un
mondo diverso. Si studier meglio questa qualit in occasione del Vortice 7.5, nel quale le
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sue energie prevalgono sul cinque. Qui invece esse agiscono in modo subordinato, ma
senza perdere la loro virt trasfigurante: basta un poco di rigore e di esattezza per
elevare la dignit delle cose e dei fatti, che il cinque costruisce per la gloria dell'uno.

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6.1 - ESOTERISMO DELLA NUOVA RELIGIONE MONDIALE.

L'esoterismo un fenomeno universale, ovvero una legge di natura che governa il


campo della coscienza. Non un'abitudine o una procedura imposta d'autorit in un
ambito umano, come per lo pi si ritiene, soffocandone il valore.

La verit di quanto ora affermato viene esplicata da una celebre frase: "Molti sono i
chiamati, pochi gli eletti, che stata ben poco compresa - cos dimostrandosi vera. La
Voce chiama, e il suo appello valido per tutti e rivolto a tutti. Ma solo una minoranza
l'ode, e di questa solo una minoranza risponde e viene eletta.

A questo punto nasce l'esoterismo, poich da allora in poi "si dividono le capre dalle
pecore", e fra l'una e l'altra posizione di coscienza si forma una separazione provvisoria,
fittizia, valicabile, causata non dalla volont della Voce, ma dalla reazione umana

Il concetto di esoterismo implica e spiega la necessit dell'iniziazione, che pu


benissimo essere intesa come la reazione all'Appello: l'iniziato sempre l'iniziatore di se
stesso. Di tappa in tappa, la coscienza scavalca le "barriere" che separano le varie aule
esoteriche, e scopre che in realt tali cancelli non esistono che in s medesima.

Anche la necessit del segreto riceve lume da queste considerazioni, perch nasce dal
fatto che le coscienze meno aperte non possono e non devono contenere le potenze
superiori: ne va del loro equilibrio e dell'ordinamento generale.

Se si accettano queste premesse si comprende che anche l'appello lanciato dalla futura
religione mondiale otterr effetti analoghi: fra le coscienze "invitate" nasceranno cerchie
provvisorie che ripeteranno in s la storia sopra detta; e su questa sistemazione
bisogner vegliare.

Tale il compito che spetta al Vertice 6.1 del Piano, al quale non si chiede di costruire le
separazioni fra esoterico e profano - poich queste nascono spontanee - ma di
sorvegliare il processo e disciplinare i rapporti fra "dentro" e "fuori".

A questo punto va detto che il pensiero religioso non affatto l'unico a produrre simili
conseguenze, poich le si ritrova provocate, ad esempio, anche dagli impulsi scientifico e
artistico. La legge generale: il SUONO, di qualunque natura, una volta emesso "sceglie"
i propri ascoltatori, che si possono chiamare gli "eletti.

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ben vero, per, che la sesta qualit divina ha proprio la funzione di unificare ci che
sembra diviso, nel senso pi universale. Dunque il Vertice 6.1 opera anche in campi in
apparenza diversi dal religioso: si ricordi che "re-ligare" significa cucire assieme e che
qualsiasi impegno sincero e fervente ha in s qualit religiose e sacre. La cura del Vertice
6.1 sar pertanto di rispettare le distinzioni esoteriche in tutti i campi, riconoscendole per
quel che sono, ma favorendo il passaggio verso il Centro a chiunque si dimostri degno e
preparato. Il candidato va assistito: lo si sa e lo si fa da moltissimo tempo.

Con queste ultime frasi si voluto descrivere la fusione o il Vortice 6.1. Il sei desidera
l'unione, e l'uno il suo eterno modello. Il sei tollera le separazioni formali, ma riconosce
sempre la realt unitaria. Perci il massimo fattore di unione.

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6.2 - SPAZIO INFINITO. BASI DELLA NUOVA RELIGIONE

Il sesto Raggio al tramonto, e forse gi scomparso sotto l'orizzonte, richiamando a s


la sesta qualit divina ovunque si fosse manifestata durante la sua fase di azione esterna.
Per questa ragione la mentalit, l'arte, la religione e la sacralit sono prima affievolite e
poi scomparse; ne restano vuoti simulacri privi di potenza reale.

Queste vicende sono sotto gli occhi di tutti, e lo stato generale delle cose dimostra che il
sesto potere ormai assente. Tra simili fenomeni il collasso delle religioni, ma soprattutto
il venir meno degli ideali religiosi (che tanta parte ebbero nella storia di molti secoli scorsi)
forse il pi evidente, e comporta una grave crisi per molte coscienze e per la cultura in
genere

Se le cose sono a questo punto, e tutto sta a confermarlo, i Costruttori (e fra essi il
Sistema), anzich sciupare tempo in lamenti o scoraggiarsi, possono riconoscere una
meravigliosa occasione di servizio: questo il momento di pensare con calma alla nuova
Religione per individuarne le caratteristiche generali. Fra le tante opere necessarie per
suscitare un nuovo moto di civilt questa forse quella che si delinea pi nitida, proprio
perch ancora fresca la memoria degli errori compiuti dalle grandi religioni del passato
che appaiono evidenti a molti.

Un autentico movimento religioso non ne avversa mai un altro, per diverse che ne siano
le sembianze, poich tutti puntano alla stessa meta. Ne segue che una nuova forma di
religione pu germogliare con successo solo quando non esistano pi strutture precedenti
analoghe o diverse, ma tutt'al pi solo i loro relitti, privi di energia: come appunto oggi
accade

L'elenco che segue riguarda appunto i lineamenti generali che dovrebbero affermarsi
nei prossimi decenni; sono da intendersi come un esempio di pronostico, semplicemente:

a. Per l'assenza, che sar prolungata, del sesto Raggio, la nuova religione non sar
polarizzata nell'emotivo. La religiosit non di per s necessariamente sentimentale.
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La futura potr essere caratterizzata da un grande rispetto, sincero e profondo, per la


libert, la vita e la coscienza di ogni creatura: meno lacrime devote, gioia pi schietta.
b. Dato il grande sviluppo dei rapporti fra i popoli pi diversi, la nuova religione sar
planetaria, anzi sar la base stessa della riconosciuta comunit delle Nazioni. Anzich
dividere le genti e contrastare i loro progressi evolutivi essa sar l'agente primo della
vera unione pan-umana, oltre e sopra le distinzioni che in passato causarono tante
tragedie.

c. Per l'esigenza di una tale globalit (spontanea, non conseguita per conquista) rito,
liturgia e culto saranno dichiaratamente solari. Asseconderanno i ritmi del sole, inteso
come miglior simbolo dell'Ente spirituale centrale...

d. Il sistema solare la dimora di molti pianeti e una religione che sia globale non potr
non tenerne conto. Perci le radici della sua cultura e il campo delle sue ricerche
saranno astrologici, senza per questo cadere nella superstizione
e. Le forme assunte dalle pratiche religiose, pur avendo radici unitarie, saranno mutevoli
con la natura dei popoli, e liberamente applicate; ma il rituale liturgico sar unico,
seppure vissuto in modo opposto e simmetrico nei due emisferi (nord e sud), secondo
l'alternarsi delle stagioni.

f. La caratteristica dominante della futura religione, e sar questa la sua gloria, star nel
riconoscere lo Spazio come Amore divino e la Luce come Intelligenza divina. Spazio e
luce, non in astratto o come simboli, ma a partire dalle loro manifestazioni fisiche. Qui
star la vera rivoluzione nell'approccio religioso

g. I sette Raggi e i loro mutui rapporti saranno sempre meglio studiati, riconosciuti, capiti
e applicati. questo un campo nuovissimo di ricerca, nel quale confluiscono tutti gli
approcci alla Verit e dove si realizza l'unit essenziale di tutte le energie e delle loro
leggi. Qui la politica, l'insegnamento, la programmazione, l'arte, la scienza e la ritualit
si incrociano e sostengono a vicenda.
Le sette qualit del divino sono agenti di unione e collaborazione, dunque sono
religiose, anche se non soltanto tali.

Queste linee generali sono sufficienti per partire verso la religione del futuro: quando si
perduta la via anche un semplice pronostico pu valere la salvezza.

Nell'ambito modestissimo del Sistema esse sono gi accolte, in modo alquanto esplicito:
molti cuori le hanno gi recepite come ipotesi iniziali. Il Vertice 6.2, segretamente, fra i
pi attivi, perch le sue energie puntano a sacralizzare (6) lo spazio (2).

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6.3 - COMUNIONE CON IL MONDO DELLE IDEE

A proposito del Vortice simmetrico (3.6) si scritto che, essendo un valore di ottava, il
contenitore di un mondo che si cercato di descrivere. Altrettanto pu dirsi di questo
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Vortice (6.3) che di quello il complemento naturale. I due valori sono ora in posizione
inversa il che significa, fra l'altro, che i moti sono contrari: il potere accomunante del sei,
senza ostacolare la forza ascensionale delle idee e delle loro produzioni, garantisce
l'unit del tutto e dunque l'accesso libero a qualunque loro entit.

Il mondo delle idee generate dal tre tenuto assieme da ci che comune a tutte. Ogni
idea pu essere "visitata" da tutte le altre, ciascuna di esse essendo infinita (senza
confini) e infinitamente composita e specchiante.

Dal tempo di Platone, per quanto se ne sa, il mondo delle Idee non pi stato studiato,
come pure si sarebbe dovuto fare.
Qui non il caso di discutere questo tema, di per s interessante, ma se ne possono
trarre alcune indicazioni:

a) Nonostante l'avversione di molti intellettuali, la teoria e i teoremi del mondo delle Idee
sono rimasti, mentre si assistito al crollo di molte filosofie posteriori, che oggi hanno
mero valore di reperti storici.

b) Chi veramente trae da quella filosofia ammaestramento e guida sempre incline a


decentrarsi dal s minore (questa infatti la premessa, o il passaporto, per poter
accedere a quel mondo di luce superiore), e quindi non cura di lasciare traccia delle
sue esperienze personali o individuali, sapendo che la realt parla da s.

c) Per sua natura la filosofia introdotta in Occidente da Platone vivente, non


esclusivamente razionale, a-dogmatica ed intuitiva. Non soltanto un monumento di
pensiero in s concluso e firmato, ma un vero e proprio insegnamento, e come tale
illuminato dall'Oriente e per cos dire autenticato.

Esso lascia aperte le prospettive pi ampie e costituisce nel suo insieme un grande invito
a proseguire e scoprire.

L'Accademia non mai stata chiusa, nonostante le apparenze storiche, e oggi ancora, in
quanto Idea, accoglie e serve chi si presenta nel giusto modo sulla sua soglia.

parso necessario questo breve richiamo all'opera di quel grande Maestro perch molte
ipotesi alla base di queste note "attraversano" la filosofia platonica:

mondo delle Idee

= mondo degli Intervalli.


= mondo dell'Anima.
= spazio della libera coscienza.
= livello intuitivo e causale.
= Infinito.
= Armonia conseguita e vivente.
= Cuore, centralit.
= comunione universale.

L'intero Sistema, con il suo Piano, qui a scuola, e l'iniziazione che l'attende
certificher ci che ora propone a se stesso: salire e agire a livello causale. Perci ogni
occasione di esercizio, per modesta che sia, utile a quel fine glorioso - e tutte queste
pagine non sono che umili esempi di tale applicazione
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I Vortici di cui qui si parla sono in realt focolai di Idee, disposti per ordine e numero a
comporre un'Idea maggiore (termine inesatto, ma che farci?) che nello stesso tempo li
genera, li contiene e li muove allo scopo comune. Perci la Tavola del Piano da
intendere come Tavola dei giusti rapporti, fra i Vertici, fra le Idee base del Piano, fra il
Sistema e i Sistemi maggiori e fra tutte le operazioni interne."

Il Vertice 6.3 il garante, il custode del Piano e del Canone dei giusti rapporti, il quale
ultimo la Chiave del Mondo delle Idee, cui si accede senza chiave.

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6.4 - RELIGIOSIT E COMUNIONE INTELLIGENTE DELLARTE

Non appena si parla di Arte il pensiero elevato dell'uomo si accende, per il grandissimo
significato che quel concetto ha assunto nei millenni, e per il valore delle sue produzioni.
Gli uomini hanno sempre amato l'Arte, anche in quei secoli, come l'attuale, che pi non
sanno cosa sia, e non ne producono. Quando la sua divina presenza circola fra loro ne
sentono l'energia superiore e nel loro cuore le tributano omaggio; quando essa manca si
sentono orbati e spogli

Qui non si tenter di definire l'Arte, che ciascuno scopre in s quando maturo
abbastanza da saperne riconoscere i segni certi; si afferma, semplicemente, che essa
la prima e l'ultima consolazione; che non reagisce alle regole che sovente l'intelletto
vorrebbe fissarle; e che comprensiva e vasta come lo spazio stesso. Si perviene all'Arte
non solo con il pennello, o la penna, o il compasso, la lira o lo scalpello, ma con ogni
respiro, perch essa inseparabile dalla Vita.

Tutto ci che l'Uno vuole e propone, che il Due ama, e il Tre progetta, viene espresso dal
Quattro, ed Arte.

Arte di vivere: ecco la grande idea. L'uomo chiamato a fare della sua esistenza
oggettiva un'opera d'arte, nella libert pi aperta e ampia. E poich sgorga dal centro,
essa coinvolge ogni altra azione ed presente e attiva in tutti gli approcci. La vera
scienza (oggi ancora ignota) non estranea all'Arte; n lo sono la filosofia, la religione, e
neppure la politica e l'economia, e nemmeno l'amore, che tutto comprende e rivela ed il
compagno pi fedele dell'uomo artista

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L'Arte accomuna e affratella, ed la speranza indiscussa.
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Questi pensieri descrivono le energie del Vortice 6.4, che fuse assieme permettono la
comprensione intelligente e unitaria dell'Arte, nonostante che essa rimanga il Mistero. In
questo campo moltissimo resta da compiere, sia per elevare l'ideale artistico, sia per
indagarne gli aspetti formali, le Regole superiori, gli approcci sicuri.

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Il sei, che presiede questo rapporto, non solo sentimento, ma desiderio di gioia creativa,
di comunione generale super-intelligente. Il sei introduce la sacralit religiosa dell'unione
con il sovrumano, che l'uomo pu e sa invocare e conseguire

Nulla pi chiaro del lume dell'Arte, nulla pi esatto, rigoroso, nulla meglio rivela le
imperfezioni, l'approssimato, il debole

Che il Vortice 6.4 sia il generatore, nel Piano, di questa comprensione sintetica e vitale,
sembra comprovato dal fatto che nella sua espressione numerale non compare il cinque,
segno primario della funzione intellettuale. Esiste una via per l'unione che non passa per i
campi razionali, che cio non utilizza la propriet analitica e dissociativa della mente, ma
quella sintetica dell'intelligenza cardiaca. Per quanto per ora si riesce a vedere, questa
via diretta tipica del doppio fluire dell'Arte: dall'alto in basso e dall'infimo al sublime.

Fra il sei e il quattro scoccano scintille dapprima, poi le luci diramate delle folgori, poi la
luce accecante e continua. Sei e quattro sono infatti le due polarit di un'Ottava (vedi
anche il Vortice 4.6) supremamente creativa. Fra quei poli sprizza il lume che rischiara il
campo infinito del loro dominio. un lume crescente, che si riversa su tutte le attivit
umane

E tale il campo operativo del Vertice 6.4, che gestisce questa energia benefica. La
sua vastit e potenza sono vertiginose, ma pur vero che l'Arte non si misura per
quantit: alla sua luce piccolo e grande non sussistono.

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6.5 - COMUNIONE DEL LAAVORO. IL LIBRO DEL SISTEMA

L'energia del sesto Raggio, per sua natura, tende verso l'interno e verso l'alto, poich
esplora i significati, che sono i contenuti immortali delle forme. Al contrario, quella del
cinque tende verso l'esterno e il basso, poich costruisce i dualismi che racchiudono
l'energia vitale per manifestarla.

Inteso in questo modo, il rapporto 6.5 si mostra labile, inconsistente, giacch i suoi due
elementi tendono a separarsi, indizio di scioglimento.

Ci vero, per, solo per quanto riguarda l'umanit ordinaria, quella sua parte che non
ancora impegnata sul Sentiero. In essa infatti l'emotivit prevale sulla mente razionale
concreta, e il loro rapporto vi si realizza proprio in questa maniera: 6/5, dove il sei posto
in alto e il cinque in basso, con pericolo per l'equilibrio dell'insieme. Il lungo ciclo delle
rinascita dapprima dominato da questa situazione, che si potrebbe dire "a rovescio". Ma
quando si pone piede sul Sentiero, gradualmente il sistema energetico si ribalta e la stella
a cinque punte, che a suo tempo lanci l'uomo nella carne, ora splende sempre meglio
sulla via del ritorno e lo guida alla salvezza. Il cinque insomma allora attrae ed estrae
dalla forma quegli stessi contenuti che vi imprigion, e il compito della forma ultimato.

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Per conseguenza anche il sei muta la direzione della propria tendenza, che a partire da
quel momento anzich volgere solo verso l'alto si diffonde in ogni direzione, con
irradiazione generale e uniforme, poich l'uomo ora in grado di riconoscere sempre
meglio l'unit del tutto e la presenza della luce divina in ogni cosa.

Questo duplice aspetto delle energie del cinque e del sei mirabile, e pertanto il loro
rapporto 6.5, da instabile che era, diviene fattore risolutivo e tenace di fermezza e
coesione. Se prima la visione (il 6) disprezzava la forma come pesante limitazione della
verit centrale e unitaria, ora l'intende come divino strumento di rivelazione. Non la vede
pi, insomma, come carcere fosco e ingannevole, ma come lieve, transitorio gioco di
riflessi e risonanze che consente di comunicare la gioia dell'essere e di moltiplicarla
all'infinito.

In questa luce superiore l'illusione un'illusione.


Non si saprebbe come meglio esprimere il risultato della ricerca umana, dedicata alla
forma, che dapprima l'uomo scambia per realt, poi per illusione e da ultimo riconosce
come essenza vitale

il Piano si avvale dello scambio energetico fra sei e cinque per trovare e praticare la
comunione generale fra tutte le sue proprie imprese e attivit, presenti e future.
Qualunque siano le opere di ciascuna Stella, e in qualsiasi loro fase esecutiva, tutte sono
fra loro comunicanti, nonostante le apparenze contrarie, perch l'Energia che circola nel
Sistema una sola.

Il Vortice 6.5 tiene aperte e praticabili le vie della comunione trasversale fra le Stelle, le
Opere e gli Operai. Uno solo il flusso che scorre per tutti i Vortici; una sola la Meta
lontana, innominata. Questa la realt dell'insieme, la luce stessa del Sistema e del suo
Piano

Il Vertice 6.5 deve dunque imparare a leggere e a scrivere, in quest'ordine; infatti


giusto che il Sistema, come qualsiasi altra creatura, prima apprenda dai segni altrui, e
quindi tracci i suoi propri, per altri lettori.

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6.7 - GERARCHIA DELLA COMUNITA

Interpretare il rapporto 6.7 non difficile, almeno per quanto riguarda un primo approccio:
il sei tende alla comunit e il sette ne detta le regole.

Il significato di queste parole, tanto semplici, profondo. Finora gli esseri umani, che
vivono in societ di varia natura e si riconoscono come creature sociali, non hanno vere e
proprie regole per la vita in comune. Non sono andati oltre i codici legali, le consuetudini,
le convenienze, i costumi. Non hanno norme precise in base alle quali valutare i loro
rapporti, ma semplici dettami di etica, variabili quanto labili. Non hanno ancora compreso
che un rapporto umano, se cosciente e valido, una vera e propria entit psichica,
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capace di reagire all'ambiente e sull'insieme delle sue energie, allo stesso modo che un
intervallo sonoro comunica la sua potenza armonica. Non sanno ancora come
raggiungere la massima deliberata consonanza delle loro relazioni mutue, perch
ignorano tuttora la scienza dei giusti rapporti, ovvero della comunit sociale

I segnali che vengono dal sistema solare (che un'autentica comunione gerarchica),
con lo svanire della potenza esteriore del sei e il crescere di quella del sette,
sembrerebbero rimandare ad altra epoca la soluzione generale del problema; infatti il
rigore del settimo Signore non trova pi l'aiuto del sesto, senza il quale le comunit sono
impossibili - e dunque come sperare di organizzare e praticare i giusti rapporti?

Una tale situazione ha per due correttivi: l'intervento dell'era di Aquarius, segno sicuro di
comunit e di servizio, che ripropone il valore del sei (e del due) in altra dimensione; e il
fatto che la scomparsa del sei dalla manifestazione non implica il suo silenzio spirituale e
interiore: anzi, a questo proposito c' da attendersi un risorgere dell'interesse umano per
le comunit interiori, cio di coscienza, che sono la base delle esteriori.

Un primo esempio di questa realt energetica proprio offerto dal Sistema, e forse da
altri piccoli gruppi, i quali tentano una nuova via in quest'epoca di grandi transizioni. I
principi di questo esperimento sono noti ai suoi membri, ai quali sono dedicate queste
pagine, e non il caso di ripeterli e neppure di riassumerli; nel Sistema sono
sinteticamente presenti molte soluzioni che un giorno forse si faranno esplicite e naturali
nella vita dei popoli umani.

La situazione generale delle energie non dunque contraria a sperimentare comunit


umane basate non pi solo sulla quantit del consenso (democrazie), ma sulla realt dei
valori; non pi sulla prepotenza (tirannie) ma sulla collaborazione funzionale e organica.

Fra non molto il genere umano non si riconoscer pi suddiviso in classi stabilite dal
censo o dalle condizioni natali, fra loro perpetuamente in lotta per una ridicola e
impossibile supremazia, ma come un insieme unitario dotato di molte e diverse "funzioni",
ciascuna delle quali nobile e indispensabile per il benessere del tutto. Inoltre tali divisioni
interne non avranno barriere, e chiunque potr, se capace, passare dall'una all'altra di
esse, sia per acquisire nuova esperienza sia alla ricerca di una migliore utilit di
servizio

Il Vortice 6.7, che vibra presso la chiusura estrema del Sistema e del Piano (cio nelle
loro regioni pi formali), vi pratica in verit un'apertura, un passaggio, tramite cui l'interno
e l'esterno confluiscono e le forze si rigenerano. Questo incrocio di energie, l'una delle
quali ( il sei ) travalica la forma alla ricerca della vita interiore e l'altra (il sette) raffina la
forma per sprigionare il suo segreto, il simbolo della collaborazione intelligente,
scientifica e proporzionale che il fondamento della vita di gruppo.

Il Vertice corrispondente pu operare in due modi, che possono sembrare antitetici ma in


verit sono equivalenti:

A. Stabilire, nella propria serenit, qual il valore "minimo" del gruppo, cio il livello
minimo delle sue capacit, la velocit minima o la quota pi bassa del suo volo.

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B. accertare, nella propria misura spirituale, il valore massimo", rovesciando il senso


della proposizione precedente.

Ci fatto, non gli resta che proporzionare gli scambi e le spese di energia, secondo
multipli armonici del valore minimo o i divisori armonici del massimo, con applicazione
continua.

Il cammino del Sistema, mentre viaggia verso le Mete lontane, sar contenuto in questa
fascia di valori, che tender a farsi sempre pi sottile, sino a riconoscersi nella via di
mezzo.

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Un compito veramente grande, tanto da poter essere considerato semplicissimo!
!

Se quanto ora detto ha valore di verit, in questo Vortice sboccia una scienza nuova,
praticabile se l'approccio sar corretto: a piccoli gruppi, con umilt, pervasi di speranza e
animati da coraggio.

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!

7.1 - RITUALIT DELLA VITA DI GRUPPO E DEI MISTERI

Il Sistema, cos come ogni sua singola Stella, un gruppo e questo termine, come si sa,
va inteso in modo molto profondo, che ben diverso da quello solitamente usato. Senza
voler entrare in troppi dettagli, si chiama "gruppo" un insieme umano strutturato per
funzioni, dotato di grande coesione per i suoi molteplici legami interiori fra i Vertici o
funzionari, e alla continua ricerca di una collaborazione sempre pi armoniosa sia nel
proprio seno che nei riguardi dell'ambiente.

L'insieme delle sue Regole gli consente di costruire per gradi sia se medesimo sia le sue
opere. Una di queste, fondamentale, appunto la ritualit della sua vita e delle sue
azioni, che l'avvolge di sacralit protettiva e sanatrice e lo distingue da tutte le molteplici
attivit umane di ogni genere, salvo forse quelle dedicate alle liturgie religiose.

Da queste ultime, con le quali spartisce l'aspetto rituale, si differenzia per la trasparenza e
la naturalezza dei suoi ritmi, mai appesantiti da paludamenti esteriori, n velati da inutili
segreti. I veri Misteri, che il Sistema intende contribuire a ripristinare nel mondo oggettivo,
non sono tali che per le coscienze oscurate, incapaci di penetrarne la realt luminosa.

Il Vertice 7.1 ha il compito di controllare la vita rituale del gruppo e guidarlo a


comprendere sempre meglio il significato e la potenza del rito che, lo si ripete, un
aspetto essenziale e naturale di ogni pulsazione del Sistema e del suo Piano

si pu affermare che il Vertice 7.1 un osservatorio solare, che per ai fenomeni


astronomici sovrappone gli interiori e spirituali. I Misteri cui tende la prima Stella (e
dunque anche il Vertice 7.1) sono sicuramente di natura solare: ci basta a far pensare
quanto siano fulgidi, in contrasto netto con la concezione comune di ci che si dice
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segreto o misterioso. Cosa esiste di pi chiaro del Sole? Tanto lo che non se ne regge
la vista e qui appunto nasce il mistero.
Restaurare i Misteri, in altri termini, significa rendere chiara e abbagliante la Verit e la
sua realt solare: ma ci possibile solamente se e quando l'umanit sar evoluta tanto
da resisterne la vista, che altrimenti ne verrebbe distrutta.

La funzione del Vertice 7.1, e di tutti gli altri Vertici condizionati e distinti dal sette,
secondo aspetti diversi ma convergenti, intimamente connessa ai cicli solari, alla natura
della luce, alla magia dei numeri e dei ritmi. Elaborando le energie di questo grande
Vortice (7 e 1), quando opera egli squarcia le tenebre e proietta fasci di luce intelligente,
mirati e centrati sulle regioni della coscienza dove l'Opera esige lume e trasparenza. Le
parole di quest'ultima frase descrivono quell'aspetto della sua attivit, simile alla
folgorazione, che deriva dal primo Raggio, presente in questo Vortice. Essa non va per
disgiunta da una seconda natura, ovvero la continua, inflessibile, progressiva opera
ritmica quotidiana, ciclica e rituale e rigorosa, che procede quasi inavvertita e costruisce
irresistibilmente la gloria finale.

Tutta la vita planetaria sorretta e guidata da due sovrapposte ritualit: la giornaliera e la


annuale, le quali si interpenetrano e sono simultanee; n si saprebbe dire quale delle due
sia minore e subordinata, in verit.
Quest'affermazione utile per comprendere che il contemporaneo elemento costitutivo
sia del passato che dell'avvenire, e rivela l'inconsistenza del concetto umano di tempo

Da quanto ora esposto si deduce, per l'inevitabile fenomeno dei contrari, che mentre
l'opera del Vertice 7.1 e delle energie corrispondenti tutta un lampeggiare di luci, la sua
apparenza velata ed esteriormente segreta.

Egli infatti custodisce i "segreti" del Sistema e del Piano, e in questo senso li produce. Per
meglio illustrare questo concetto si potrebbe dire che egli opera sulla linea che separa la
luce dall'ombra - ovvero sulla Soglia del Tempio.

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7.2 - PREPARATIVI. ATTESA DEL RITORNO DEL CRISTO.
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Il Piano del Sistema unitario, perch tende al Bene comune, ovvero alla massima dose
di esso che oggi sia possibile e realizzabile per l'umanit terrestre. composto per di
sette parti, perch contempla sette finalit, ciascuna delle quali viene perseguita secondo
sette modalit o energie primarie. Inoltre esso prevede di avanzare verso quei
conseguimenti con un ritmo settennale, eseguendo per ogni ciclo ogni parte
compiutamente, ma per misure graduali e crescenti.

In questo modo di muovere si scorge la continua preparazione delle fasi che seguono
mentre si elabora la presente, o l'immediata. Un siffatto processo, che pare complicato, in
verit adottato da tutte le creature, le quali crescono verso i loro scopi mentre

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costruiscono se stesse, ed eseguono ogni tappa del loro proprio sviluppo mirando alla
meta ultima
Ogni mossa dunque preparata da tutte le precedenti, senza le quali sarebbe o
impossibile o storpia, e a sua volta appresta le successive, senza le quali sarebbe sterile
o inutile.

Questa frase descrive, almeno in parte, l'incontro fecondo del sette e del due, che
provoca un Vortice di energia efficace sia nel concretare il presente che nel disporre il
futuro

All'uomo comune un rituale sembra una forzatura, gli appare artificioso, e crede di
essere pi libero senza pastoie di quel genere; non si accorge che questo assunto
pseudo-razionale gli costa, letteralmente, la gioia di vivere. Anzich armonizzarsi
nell'insieme della natura egli se ne isola, ed esclude se stesso e i suoi lavori dal bene
della consonanza. Per tema di rinunciare alla sua concezione di libert cade schiavo di
altre forze, ben pi pericolose e ossessive.

In verit il rituale, se spontaneo e riferito al sole, liberatorio, e tanto pi se semplice,


naturale e solenne eppure, come deve essere, quasi inavvertibile

Ora dunque appare chiaro che ogni atto il risultato di tutti i precedenti e la causa dei
successivi. Se la Meta pi immediata e risolutiva il Ritorno del Cristo, la forza di
quell'evento planetario tale da richiedere la preparazione pi intelligente, amorevole e
penetrante; il che acquista maggiore evidenza se si pensa che la seconda Meta lontana
la premessa causale di tutte le altre. Senza il Suo intervento diretto le varie finalit
recedono nel futuro e si fanno scialbe. Il Sistema ha compreso di dover puntare sulla
seconda Meta con il massimo del suo impegno perch quella la "chiave di volta" del
Piano

Oggi, dopo due millenni, dal genere umano deve e pu scaturire una preparazione
almeno altrettanto consapevole, e il popolo che meglio si disporr a quell'avvento
l'ospiter nel proprio seno, qualunque siano le localit geografiche che ne saranno il
teatro. Il modo operativo del Sistema non comporta il ricorso diretto ai soliti mezzi di
informazione e propaganda. Lo si detto, riconosciuto e ripetuto: non li esclude, ma non li
cerca in quanto uniche vie di approccio. Sa che lo Spazio infinito il vero megafono che
amplifica e trasmette tutte le voci, specie se i messaggi sono alti e sottili

Chi incaricato di controllare questo Vortice (7.2) ha un compito nobilissimo, e, a ben


vedere, facile. Si potrebbe dire che egli la Voce che chiama nel deserto: appellativo
antico che sembra descrivere in breve tutta la sua grande funzione.
Egli presiede a quel centro del Piano che annuncia il grande Signore a tutto il popolo
umano. Senza dire una sola parola egli parla a tutte le genti, da cuore a cuore, e sparge i
semi della grande speranza. Spande semi nello Spazio e sono sementi imperiture. Si
erge come Uomo e rappresenta l'Uomo.

Ai suoi fratelli annuncia il Ritorno del Cristo. A quel grande Gerarca testimonia l'attesa
umana.

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7.3 - STUDIO RITUALE DELLA VITA DI GRUPPO

Da quando la Gerarchia decise di principiare i tentativi pratici per l'iniziazione di gruppo


(forse nel primo quarto del secolo) molti eventi, novit ed esperimenti si sono succeduti,
fra comprensibile difficolt e attacchi

In questi primissimi anni forse si fatto qualcosa in tal senso nell'ambito delle chiese
organizzate e delle societ segrete iniziatiche come la massoneria e in altri gruppi, vasti e
ramificati ma meno noti, insomma in quelle istituzioni che in linea di principio dovrebbero
tendere appunto allo sviluppo della coscienza umana e che certamente hanno svolto un
ruolo notevole nella storia di varie civilt.

Per quanto degenerati o solamente scaduti, tali gruppi e societ non hanno demeritato, e
dunque non erano e non sono da trascurare quando si voglia instaurare qualcosa di
nuovo; e ci proprio perch esse furono, un tempo, innovatrici. In mancanza di notizie
certe o almeno attendibili a tale riguardo, bene restare in attesa silenziosa, e osservare.

Si sa invece, dal Maestro Tibetano, di un tentativo compiuto con un gruppo di allievi, che
per non trov sbocco e fu interrotto.

Se per anche tutte le prime mosse fossero fallite, un certo tesoro di esperienza da
considerarsi come conseguito, poich dagli errori si impara: dove sembra calare
l'atmosfera dell'insuccesso si cela, sepolto, il seme delle future conquiste.

Il movimento di pensiero e d'azione contenuto nel Sistema e nelle sue Stelle propone se
stesso come laboratorio per una ripresa operativa in quella nuova direzione, poich sa di
portare in s alcune caratteristiche che ne rendono plausibile la candidatura. Qui non si
far l'elenco di quelle doti, cui sarebbe bene dedicare uno studio apposito, per chiarire a
tutti i membri quale la posta in gioco e quali le esigenze; si d per scontato che
proseguendo con persistenza sulla pista gi imboccata il gruppo si qualifica sempre
meglio a una tale impresa, mai tentata sinora, e che da sola basta a illuminare le pi belle
speranze e giustificare l'impegno pi fervente.

Le frasi precedenti spiegano perch la terza Meta lontana sia proprio l'iniziazione di
gruppo, ancora avvolta da veli di mistero e di riserbo e che si presenta come una vetta
non ancora espugnata e perci anche pi affascinante

La terza Meta il fulcro operativo di tutto il sistema: un fuoco che tanto pi arde e
irradia quanto meno lo si attizza con propositi egocentrici, cio quanto pi ciascuno
dimentica se stesso e la sua progressione individuale - ecco il segreto della vittoria
futura

Vivere, lavorare e avanzare insieme una scienza, che gli Insegnamenti propongono
ma che da attuare con scrupolosa applicazione. Il Sistema agisce, nel suo complesso,
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per ripristinare in Terra, fra gli uomini, un Ordine superiore e vivente ( la settima Meta,
quella che pare l'ultima) e per prima cosa tenuto a darne esempio in se stesso.

In questo Vortice (7.3) confluiscono a spirale le energie di due Mete lontane, che assieme
si completano: la terza e la settima. Quegli uomini che, dedicati a riportare ordine nel loro
mondo, per principio lo rispettano in s, in ciascuno e nel gruppo, contribuiscono a
precipitare nella vita vissuta entrambe quelle mirabili finalit: ecco l'esempio di una
grande conquista ottenibile con piccole azioni, senza grandi bagliori appariscenti.

Tocca al Vertice 7.3 sorvegliare il giusto flusso di tali energie. Egli sar il Censore,
benevolo ma austero, che vigila sull'equilibrio fra individuale e collettivo; e quando avr
appreso un poco dell'arte sua sar utilissimo per il Bene comune; mostrer, soprattutto
con l'esempio, che l'uomo pu e deve partire da se medesimo per ordinare il mondo, e
che la stessa regola vale anche per un gruppo (che sia veramente tale). Se l'opera viene
condotta in modo decentrato, impersonale e imparziale, si scopre che i cancelli del
sovramundano sono aperti, quelli stessi che altrimenti paiono serrati con sette serrami.

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7.4 - ARMONIA APPLICAZIONE A TUTTI I RAPPORTI DI


GRUPPO

Tutti i rapporti numerici che si studiano in questa memoria e dei quali si interpretano
alcune qualit possono essere esaminati anche in altro modo e per altro verso.

L'intervallo 7.4, ad esempio, il cui valore decimale maggiore di uno, pu essere visto
come segno della supremazia locale del sette sul quattro; il che facilmente avviene
quando i fenomeni della concretezza hanno tale evidenza da far dimenticare gli interiori e
sottili. La situazione si ripete da secoli nella coscienza umana, come tutti sanno, e forse
persino da millenni: infatti le cose del mondo esterno tanto offuscano la vita intima, che si
pone in dubbio sinanco l'esistenza di quest'ultima.

In simile stato di cose, e per tornare al Vortice 7.4, la giusta azione sta nell'esaltare il
quattro, in modo che le sue virt bilancino il fulgore irreale delle forme e sprigionino le
coscienze, immiserite dal prepotere del sette. Va detto, a scanso di equivoci, che il sette
non certo un male di per s ( la settima emanazione divina!) e che si tratta in ogni caso
solo di ripristinare un equilibrio compromesso nella coscienza dalle errate interpretazioni
della mente razionale

In verit (e potrebbe mai essere altrimenti?) sette e quattro possono comprendersi e


aiutarsi a vicenda. La stessa, grande scienza dell'Armonica si direbbe figlia del loro
rapporto. Il Sistema chiamato a gestire con prudente sapienza questo Vortice, di cui
incarna le energie.
L'ultima proposizione degna di una lettura attenta. Moltissimi aspetti del Sistema
sembrano espressioni del rapporto fra "ordine" gerarchico, sia formale che spirituale, e
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"armonia" dei contenuti; se ne deduce che esso di per s un'arma vincente, che ora
viene apprestata e temprata per le prossime battaglie. Il Sistema nasce nell'ora opportuna
e dunque figlio della necessit; e si pu aggiungere che molto del futuro umano potr
dipendere dal successo della sua attivit.
Il Sistema (non tanto quello concreto, in via di formazione e di esperimento, ma quello
reale ed egoico) una grande speranza per l'umanit, cui offre, per la prima volta in
questo ciclo mondiale, un modello di struttura duttile e potente, elastica e resistente,
adattabile a qualunque impresa, vero esempio di collaborazione ragionata e
proporzionale.

Ogni cosa dunque porta a considerare come prezioso questo tentativo, che in s vuole
riprodurre sia il sostanziale che lo spirituale; e tutto ci aumenta la responsabilit del
Vertice 7.4 che ha l'incarico di applicare le energie di questo intervallo.
Egli per non opera isolato, poich rappresenta il Sistema intero e il suo compito primario.

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7.5 COLLAUDO. SCELTE. DIFESA.

Ecco l'occasione adatta per conoscere meglio la settima emanazione divina. Fra tutte
essa la pi enigmatica, e per cogliere la sua realt la mente deve essere molto
penetrante, il che non cosa comune n frequente. Solo a volte il cielo mentale sereno
e limpido e senza vortici: basta una lieve increspatura delle sue energie per velare
l'azione del sette.

Trattando per del rapporto fra sette e cinque, con la prevalenza del primo e in condizioni
favorevoli, si pu imparare ad amare l'ultima delle qualit divine, che chiude il cielo della
forma e restituisce l'energia alla Vita universale

Il settimo Signore sempre ai confini, ovunque essi esistano e a qualsiasi livello di


coscienza. Non mai sbilanciato, per cos dire, verso l'interno o l'esterno; un arbitro di
assoluta e imparziale indifferenza. Questa la ragione profonda del suo apparire come
straniero o estraneo, e quindi come escluso, sia alle coscienze estroverse che a quelle
introspettive.

Come si apprende dall'Armonica, il suo Suono conferma questa situazione perch non
appartiene alle perfette consonanze del senario (raggi dall'uno al sei) n agli strepiti del
caos. Tale sua natura lo rende solitario, in apparenza, e si tratta di un grande sacrificio,
come possono comprendere coloro che, pur lavorando con disinteresse per il Bene
comune, non vengono riconosciuti

Quanto precede illustra il dualismo del sette, gia posto in rilievo in altri studi. Ma vi si
ravvisa anche un terzo aspetto, senza di che non si avanzerebbe nel conoscerlo. Se,
come si affermato, il settimo Raggio presiede ai confini, su quelle linee che bisogna
cercarlo, per scoprirne lazione

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Il sette dunque vigila ai confini, non per difenderli da attacchi interni od esterni, ma per
demolirli, e tutto ci senz'altro fare che correggere gli errori di tracciato, perfezionare le
scelte, affinare i calcoli sino a raggiungere l'esatto. Allora la forma, che la vera e sola
sede dell'imperfetto, non ha pi ragione di esistere. Il sette non tira di spada, non mai
violento. Per liberare la coscienza raffina la forma, il che sempre possibile, e la porta al
culmine della precisione reale: cos la trasfigura, e l'annulla.
Fra il quinto Signore che costruisce la forma e il settimo che la dissolve (entrambi
perseguono lo stesso fine) in atto un continuo dialogo sublime, una collaborazione
superiore, resa possibile dalla comune volont di Bene.

A differenza dei suoi grandi Fratelli, il sette pare agire sul piano pi basso del creato e
cio nel mondo fisico, che un vero e proprio confine, mentre in realt lo svapora. Non
sembra partecipare alla grande Opera. Al contrario, ne controlla continuamente gli esiti,
ponendosi sull'orlo dell'abisso fra dentro e fuori. Numericamente considerato l'ultimo
eppure il primo, che restituisce quella libert che le apparenze hanno sottratto alla vita e
alla coscienza. Grande Signore dello Spazio!

Molto bene verr dal settimo Raggio, ora nascente, che guarir il pianeta. Il Vertice 7.5
non ha che da comprendere la verit di questo avvento per operare a favore del Sistema
e del suo Piano. Col crescere del suo potere il settimo Raggio lavorer sulle forme,
specie su quelle concrete, che sono il confine inferiore della manifestazione. Quando poi
risorger anche il quarto, il combinarsi delle loro due energie dar grande occasione di
pura bellezza. Tutto ci inevitabile e non molto lontano nel futuro. E poich il Sistema
destinato a produrre ideali nuovi e nuove forme-pensiero, si comprende quanto sia
prezioso il lavoro del Vertice 7.5 per l'attivit generale del Gruppo, che la rende sempre
pi prossima all'esattezza spirituale. In quest'epoca tutti i Vertici in cui attivo il sette
hanno, per cos dire, il vento nelle vele, ma fra questi specialmente il 7.5 poich entrambe
le energie del suo Vortice sono potenti e lo saranno a lungo

Le sue modalit operative sono dunque due, e bisogna averle chiare entrambe nella
mente. Esse si riassumono nel concetto di "precisione rigorosa", che il segno distintivo
del grande Mago: da un lato rende chiari e netti i confini sfumati, dall'altro rende
evanescenti quelli evidenti e ovvi.

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Un breve dialogo (domanda e risposta) illustra la sua magia:
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Domanda: Secondo la mente razionale il sette l'ultimo dei Raggi, in ordine di sequenza
numerica. Perci esso stesso un confine. Potrebbe dunque, agendo sul confine,
eliminare se medesimo?

Risposta: Dopo il sette il Ciclo ricomincia. Dopo il sette viene l'Uno. Perci il sette non
mai l'ultimo, perch attiguo al principio. Il sette non un confine.

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7.6 - RITI E I CICLI DELLA VITA SOCIALE

Nella successione numerale il rapporto 7.6 l'ultimo elemento. inevitabile che, per
questa sua qualit, esprima la sintesi del tutto. vero che in realt l'ultimo il 7.7, ma
questa, nel Piano, una delle Mete lontane, che nello studio si scelto di non
considerare per le ragioni esposte nella Premessa.

Le energie di questo Vortice sono, in quest'epoca della storia umana, in mutuo rapporto
particolare, poich la prima (il sette), come si detto, allo stato nascente, e la seconda
invece morente. Ci vale, si sa, solo per le loro attivit manifeste, e in realt non esiste
alcun contrasto. Se ne ricava che i fenomeni legati al settimo Raggio cresceranno di
potenza e si faranno pi intense le attivit interiori, immanifeste, del sesto, il quale
riprende il suo vigore occulto dopo un periodo di dominio esteriore. una situazione che
favorir il risorgere del senso della comunit di coscienza, ovvero dei valori profondi della
vita sociale, protetti, guidati e disciplinati dalle norme e dai riti del settimo Signore
Questo Vortice dunque, come il simmetrico 6.7, suo compagno nella chiusura formale
delle operazioni del Piano, conclude aprendo la porta a molte innovazioni, ma soprattutto
all'avvento di un ordine sociale nuovo, governato da valori superiori.

Terminare con nuove aperture: ecco il segno delle opere giuste e tempestive, sempre
caratterizzate da questo tipo di finalit. Si pu dire che le imprese veramente spirituali
altro non costruiscano che passaggi aperti e praticabili a pi elevate regioni di coscienza.
Al contrario, quelle che mostrano evidente la tendenza a chiudersi su se stesse, quasi a
protestare la propria durata e comunque a prolungarla il pi possibile, sono tipiche dei
periodi di decadenza e certamente la preparano

L'Opera del Sistema, cio l'esecuzione del Piano, una volta avviata sar al riparo dalla
curiosit e dalle critiche dei contemporanei, perch sar un ponte gettato sul futuro e
dedicato a generazioni umane non ancora presenti o comparse; non subir dunque la
corrosione dei pubblici dibattiti, n l'umiliazione delle ostilit malevoli.

Il giusto riconoscimento del suo valore reale non verr dalle popolazioni, che ne
subiranno, inconsce, i benefici, ma dall'Ordine vero e supremo; e sar sicuramente
proporzionato non sulla base dei risultati concreti, ma dello sforzo e dell'impegno prodotti.

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L'Ordine e rimane sempre il principio, il fine e il mezzo.
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Su questa Soglia (7.6), dove si chiudono le murature e si aprono le porte, luogo adatto sia
alle conclusioni che alle profezie, d'uopo parlare del Lavoro, che l'energia
fondamentale di tutto il Piano del Sistema. Il Vertice 7.6 paragonabile a un Capomastro
incaricato di apporzionare il Lavoro agli Operai. Egli governa quella ritualit
profondamente sacra che sempre presente quando un lavoro qualsiasi viene eseguito
con disinteresse e in comune; e tanto pi dunque nel caso del Sistema, che fra i primi
gruppi umani a inaugurare la nuova Era.

Il Vertice 7.6 sa che il lavoro la preghiera migliore, che un dono divino, che non avr
mai fine, che premio a se stesso. Sa che il lavoro apre le porte della Gerarchia. Sa,
infine, che "il lavoro insegna a lavorare". Per contro il riposo (almeno come inteso
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ordinariamente) non ha esistenza reale, poich nulla pu mai restare, sostare, fermarsi,
sospendersi: il moto cosmico compenetra e coinvolge ogni cosa, massima o minima. Il
Vertice 7.6 sa che la vera forma di riposo l'equilibrio dinamico, che pu essere
conseguito e conservato anche durante il lavoro.

E qui sta l'arte sua. Il suo compito sta nel regolare l'equilibrio degli Operai e distribuire le
loro attivit in modo tale da eliminare la fatica e lasciar splendere appieno la gioia di
ciascuno.

Se l'umanit scoprir un giorno le nuove vie del lavoro sociale, ritmico e ordinato, sar
anche perch oggi un gruppo umano ne sperimenta e comprende l'applicazione,
silenziosamente, in se stesso.

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LASSE CENTRALE DEL SISTEMA.

Nella Premessa si sono dette le ragioni per cui in questo studio sul Piano del Sistema non
si prendono in esame i Vortici 1.1, 2.2, ... 7.7, che nella Tavola apposita sono riferiti alle
Mete lontane.

Nondimeno quelle sette centrali di energia, vere costruttrici esecutive del Piano,
corrispondono ad altrettanti Funzionari, che certamente non se ne stanno passivi o inerti
nel bel mezzo dell'Opera. Bisogna dunque prenderli in conto; e queste ultime pagine sono
appunto dedicate a tale scopo.

Data la loro natura, centrale e mediana, i sette Vertici dell'asse di simmetria generale del
Piano verranno di proposito esaminati in blocco, cio nella loro unit, senza distinguerli in
modo netto l'uno dall'altro, come invece si fatto per tutti gli altri. Essi non possono venire
identificati con le Mete cui tendono; d'altro canto non li si pu neppure uguagliare ai Raggi
delle rispettive funzioni, se non per un fioco barlume che li illumina: non sarebbe
commensurato, infatti, trattarli alla stregua di Signori di Raggio in miniatura.

La loro autentica funzione va cercata, per quanto oggi si capaci di vedere, nell'unit che
ne caratterizza la struttura energetica: sono alimentati ciascuno da un solo Raggio. In
ogni caso, tale struttura singolarmente depurata dal tipico dualismo di tutte le altre

Segue da quanto sopra che ciascuno dei Vertici centrali il Regolatore di tutte quelle
attivit che in modo specifico attengono alla Meta corrispondente. Egli coordina i lavori
che all'uopo si compiono nelle due Stelle che in lui convergono e si incrociano.
Nel loro insieme, quindi, tali Vertici sono il vero e proprio apparato respirante del Sistema,
che ne avvolge e alimenta il cuore. Ma ne sono anche i sensori, che con il loro stato di
volta in volta rivelano la condizione generale corrente del Gruppo, impegnato nel suo
lavoro. Da essi dipende la salute dell'intero, che puntualmente riflettono. Sono fra loro
coordinati da innumerevoli scambi reciproci, e quindi capaci, entro certi limiti, di autoregolare il loro complesso equilibrio; ma ci non esclude che un intervento dall'esterno o
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dall'Alto, che somministri energia dov'essa sia carente, o la dissipi dove sia in eccesso,
possa contribuire in modo positivo.

Quest'ultima possibilit, certo molto interessante, bilanciata da quella opposta, che


riguarda la loro vulnerabilit da parte di avversari esterni - e bisogna tener conto dell'una
e dell'altra. Perci i centri di simmetria del Piano (e del Sistema) vanno protetti con ogni
cura. Si giunge a dire che tutti gli altri Vertici (che sotto questo aspetto si potrebbero
chiamare "minori") hanno il dovere di difendere l'apparato centrale, a qualunque costo,
per il Bene comune. La stessa disposizione fisica che appare nella Tavola del Piano
suggerisce l'idea di un quadrato eretto a protezione della Cittadella interiore

"Data la sua unit, l'Organo respirante e pulsante del Piano e del Sistema si comporti
in modo unitario. I sette Vertici dell'asse centrale hanno il compito preciso di invocare ed
evocare ogni cosa, ogni energia, ogni luce, ogni amore che occorra per realizzare il
Progetto. Estraggono dallo Spazio ci di cui il Piano di volta in volta abbisogna. Imparino
l'arte del dare e del ricevere".

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CONCLUSIONE E APERTURA
Anche questa parte di lavoro compiuta

Durante tutta la stesura del testo si sempre avuta chiara in mente una delle pi
probabili reazioni del lettore, perplesso di fronte a ci che gli viene proposto di compiere
che gli pare o irraggiungibile per le sue forze o evanescente per la sua comprensione, e
insomma troppo superiore alle sue capacit. Se si acconsente a questo atteggiamento il
pericolo per l'opera del Sistema grave.

!
Perci si vuole concludere esortando, ancora una volta, ciascuno e il gruppo intero
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a fare "COME SE"
!

che la grande formula magica proposta e insegnata dal Maestro Tibetano, e a tener
conto dei dettami del cuore, anzich ascoltare le reticenze dell'intelletto che non sa.

lavoro del Sistema non per i pavidi e richiede che il fuoco interiore arda, nonostante gli
inquinamenti superficiali

ciascuno dunque "reciti la propria parte", dopo averla studiata e fatta propria per
quanto pu, e lavori e viva
come se

egli fosse realmente capace e bravo. Costruisca la propria forma-pensiero, in silenzio e


solitudine: le Stelle e il Sistema sono gruppi egoici.

Questa memoria conclude una sorta di trilogia, poich la naturale conseguenza di altri
due studi precedenti, si che il tutto costituisce una unit di riferimento e ciascuna delle
sue parti ha valore integrativo per le altre: dopo lo studio iniziale dedicato alle Stelle, il
secondo ha considerato il Sistema, e questo, finale, ne riguarda i propositi.

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Quale sar la prossima Pagina?
!

Ecco una nuova domanda. La si tenga nel cuore, con cura sollecita, e si attenda con
fiducia la risposta: il Dialogo continua.

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