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Sped. in Abb. Postale -D.L. 353/2003 (conv. in L.
27/02/2004 n46) art.1, comma 2, DCB Forl.
pentagramma
Lectorium Rosicrucianum
2013
NUMERO
RIVISTA TRIMESTRALE
DELLA SCUOLA INTERNAZIONALE
DELLA ROSACROCE DORO
LECTORIUM ROSICRUCIANUM
Amministrazione e abbonamenti:
Lectorium Rosicrucianum,
Via Montepaolo 29, Dovadola, Forl.
www.rosacroce.info
Lectorium Rosicrucianum,
CH - 1824 Caux, Svizzera.
Abbonamenti:
. 25.00 abbonamento annuale,
. 5.00 a copia,
. 5.00 copia arretrata.
Proprietario:
Associazione Lectorium Rosicrucianum
Editore:
S.A.S. Edizioni Lectorium Rosicrucianum
Direttore responsabile:
Eva Cristina Casciello
Stampata presso la tipografia:
ATENA.NET S.r.l.
Via del Lavoro, 22
36040 Grisignano VI
Autorizzazione del Tribunale di Forl
n.16/99 dell11/05/99
Per concessione della
Rozekruis Pers, Olanda.
pentagramma@rosacroce.info
PENTAGRAMMA
2013
NUMERO
Sommario
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Il Nos e luomo
I
Perle ermetiche
II Dio, il cosmo e lessere
umano
III Luomo un dio mortale
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IV Il Nos e Pimandro
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V Il risveglio del Nos
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SU RINASCITA E INIZIAZIONE
allora, in un luogo allaria aperta, con il viso rivolto verso il vento del sud dopo il tramonto
del sole, inginocchiati e prega; fai la stessa cosa
quando sorge il sole, ma rivolgiti, allora, verso
loriente. Ed ora, figlio mio, fai silenzio.
IL CANTO SEGRETO DI LODE.
Il sole visibile unespressione del sole spirituale invisibile. Il sole visibile era denominato
Ra o Aton dagli Egiziani, Elios o Apollo dai Greci e Vulcano dai Romani. molto pi di
una semplice controparte materiale del sole invisibile. Il sole visibile trasmette le forze che
il sole invisibile e spirituale il Logos del sistema solare libera nel nostro cosmo. In
questo modo, nella vita quotidiana e spirituale di ciascuno, il sole come un appello che
viene dallOriente e che va incessantemente da est a ovest. Perci detto: Lavora finch
giorno e fa buon uso del tuo tempo. cos che luomo pu testimoniare della gloria
dellUnico, il Creatore infinito.
Il Nos e luomo
I PERLE ERMETICHE
Il Nos e luomo
II DIO, IL COSMO E LESSERE UMANO
a noi noto con le sue opposizioni, la sua complessit, la sua finitezza e la morte e lunico
bene. Dio immanente in ogni cosa.
Anche le illusorie attivit di quaggi dipendono da lass, dalla Verit stessa. E poich
proprio cos, io dichiaro che lapparenza
Luomo, invece, si eleva fino al cielo e lo misura. Egli conosce sia la sublimit del cielo sia
le cose che sono sotto; accoglie in s tutto con
la pi grande precisione e, soprattutto, per elevarsi al cielo non ha bisogno di lasciare la terra.
(Libro XII, v. 75)
Il Nos e luomo
III LUOMO UN DIO MORTALE
Il Nos e luomo
IV IL NOS E PIMANDRO
si cela una realt spirituale, lunico Bene; inoltre, il Vangelo di Giovanni e il Corpus Hermeticum sono vicini nel tempo cos come dal
punto di vista culturale.
13
Il Nos e luomo
V IL RISVEGLIO DEL NOS
14
Cos, o Tat, ti ho dato come meglio ho potuto una immagine di Dio. Se tu, accuratamente e interiormente, lapprofondisci e
losservi assiduamente con gli occhi del tuo
cuore figlio mio, credimi troverai la via del
cielo. O, ancor meglio, la stessa immagine di
Dio ti guider su questa via. (Libro VII, v. 30)
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Pitagora
Bassorilievo
della cattedrale
di Chartres
(XII secolo)
II IL MITO DI DIONISIO
loro maestro.
Tutti i costumi e le regole della scuola dei misteri di Pitagora si basavano sulla sua intuizione
che un ordine e una energia divina pervadono
luniverso, e vogliono diventare coscienti nellessere umano. Un autore dallantichit ha
scritto: Ogni cosa che essi (i pitagorici) decidono di fare, si pu far risalire alla volont divina [...], perch insensato aspettarsi la
salvezza da altri che dagli dei.
Collegarsi al divino nelluniverso era lo scopo
che guidava la vita degli allievi di Pitagora, e
dava loro la forza di percorrere il sentiero.
Ogni giorno offrivano agli dei cibi, bevande e
incenso.
Deve essere esistito un culto speciale per
Dioniso, i rituali del quale sono purtroppo andati perduti. Ci non sorprendente, alla luce
del segreto assoluto che era mantenuto nelle
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Ora Dionisio aveva, come mezzo di espressione, un figlio immortale che era in grado di
lavorare nel mondo.
I seguaci di Pitagora, in occasione di feste speciali, probabilmente rappresentavano questo
mito negli anfiteatri o negli edifici della
scuola. In ogni caso, agli studenti era sempre
ricordato il loro compito di accompagnamento rituale, in modo di ricevere lenergia
necessaria attraverso le nuove forze danima
per far rivivere lapparentemente morto
Dioniso nel loro stesso essere, e per annullare
i legami con il mondo terrestre: i Titani. Cos,
potevano rivivere come esseri immortali,
come Dioniso Zagreo.
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I Versi dOro
Parte prima
1 Onora gli Dei immortali secondo il rango
loro assegnato dalla legge.
2 Venera il giuramento e anche gli eroi
gloriosi.
3 Onora allo stesso modo i Geni terrestri,
secondo i riti tradizionali.
4 Onora i tuoi genitori e i tuoi consanguinei.
5 Fatti come migliore amico chi ti supera
nella Virt.
6 Sii amabile nelle parole e utile nelle
opere.
7 Non odiare lamico per una colpa veniale.
8 Agisci secondo le tue facolt, tenendo
conto che ci che si pu fare molto
vicino alla necessit.
9 Cerca il bene, meditalo e abituati a
dominare le seguenti passioni:
10 prima di tutto lappetito e il sonno, poi la
lussuria e lira.
11 Non commettere mai azioni vergognose,
12 n con altri n da solo; ma al di sopra di
tutto rispetta te stesso.
13 Sii giusto, negli atti e nelle parole.
14 Sii ragionevole e sensato in tutte le tue
azioni.
15 Non dimenticare che la morte il destino
di tutti.
16 Quanto alle ricchezze, esercitati nello
stesso modo a conquistarle e a perderle.
17 Le avversit che la sorte riserva agli uomini provengono dagli dei.
18 Sopporta il tuo destino senza indignarti,
19 anche se conveniente correggere il tuo
destino secondo le tue possibilit.
20 Agli uomini dabbene il Destino non invia
queste sventure.
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suoni, tra la vibrazione esterna dellaria e la nostra situazione interiore. Per analogia, possiamo
spingerci oltre e immaginare che sia anche possibile percepire le vibrazioni delle orbite dei
pianeti, come ascoltare la musica delle sfere.
Pitagora utilizzava anche leffetto empatico
della musica. Sapeva esattamente quali
melodie e quali strumenti potevano esercitare
un effetto calmante sullumore, e quali, invece, potevano esacerbare le passioni. Egli applicava queste conoscenze a scopi terapeutici.
La musica che induceva esaltazione e portava
al parossismo era bandita dalla sua scuola. Non
cerano strumenti a fiato, che agiscono sullequilibrio della mente, n tamburi, che stimolano il centro del bacino e alterano
larmonia fra i diversi aspetti dellanima: la
saggezza, il coraggio e la misura.
La terza scienza volta a promuovere lo
sviluppo dellanima nellInsegnamento
pitagorico era la geometria. Un discepolo o una
discepola di Pitagora analizzava, nella sua coscienza, la correlazione tra i due cateti di un
triangolo rettangolo e la sua ipotenusa. Egli
sperimentava il prodigio che per ogni triangolo
rettangolo la somma dei quadrati dei cateti
uguale al quadrato dellipotenusa: a2 + b2 = c2.
Chi approfondisce questo in modo disinteressato, in grado di applicare questa esperienza
anche in altri settori della vita.
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Nelle numerose analogie tra Pitagora e Ges, sia che si trattasse della loro vita sia dei loro
insegnamenti, la pesca occupava un posto particolare. Pitagora incontr un giorno dei pescatori
sulla spiaggia dove essi stavano spiegando le vele; egli disse loro che avrebbe potuto predire
labbondanza della loro pesca fino al numero esatto dei pesci. La condizione che egli pose fu che
i pescatori dovevano rigettare in mare i pesci se la predizione si fosse rivelata esatta. Tutti i pesci
tirati fuori dallacqua furono tenuti in vita e il loro numero si rivel conforme alla predizione.
Pitagora li riscatt e questi furono rigettati in mare. I pescatori diffusero la storia e da allora
Pitagora fu venerato come un semidio. Salvator Rosa, Pitagora e il pescatore. Berlino, Museo Nazionale
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Konrad Dietzfelbinger
Pitagora
Vita
Scuola dei Misteri,
Versi dOro
Larticolo si basa su
una conferenza dellautore.
www.rozekruispers.com
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indispensabile sapere che ci sono due soli, uno spirituale e laltro naturale: un sole
spirituale per coloro che sono nel mondo spirituale e uno naturale per coloro che vivono nel
mondo naturale. Se questo non si compreso, nulla si pu comprendere correttamente
riguardo alla creazione e alla razza umana.
Emanuel Swedenborgh (1688-1772)
Giuliano lApostata (331-363) insegnava: Ci sono tre soli in uno; il primo la causa
universale di tutte le cose, il bene pi grande e la perfezione; la seconda forza la ragione
suprema che domina tutti gli esseri dotati di ragione; il terzo il sole visibile.
William Turner, Langelo nel sole
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Da molto ho la sensazione di essere straniero a me stesso. Straniero a ci che accade, pur essendone parte. A volte, quando
intravedo degli spazi nascosti della mia coscienza, delle identit non ancora svelate,
penso che forse potr sollevare il velo. Allora,
gioia e desiderio mi invadono e so che qualcosa
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emergeva di nuovo allaria aperta, come un futuro da riconquistare. Una certezza ha preso
forma in noi. Il gruppo utilizza delle parole per
definire la via. Parole del Vangelo, ma anche di
Lao-Tze, di Buddha e parole del nostro tempo.
Quale ne leffetto? Esse ci permettono di
distinguere le differenze, di stimolare le possibilit nascoste della coscienza. Attualizzano
nello spazio lenergia del cammino, dal momento in cui queste forze operano in coloro
che le pronunciano.
Appaiono di colpo anche degli effetti ombra,
delle reazioni avverse. Queste compaiono dalle
sfaccettature del nostro carattere. Non puoi
sottrarti dalla palude come il barone di Mnchausen. Non puoi allontanarti realmente da
ci che sei. Ora lessere interiore si rivela, e
mi insegna che qualcosa di completamente
diverso dalla mia attuale personalit.
Il mio passato cristiano mi ha fatto chiamare lessere interiore il Salvatore, Emanuele, Dio, Cristo, lAltro in me. la parte
opposta di ci che io sono. Posso molto familiarmente dargli del tu. Lo so, il mio vero io.
Ma faccio anche questa frustrante esperienza:
se decido di orientarmi su di lui, provo loscurit, il vuoto, il nulla. Lampi di pensieri sorgono improvvisi, accompagnati da
unagitazione emotiva e fisica, da desideri e
forse anche da vecchie eredit del subconscio a
lungo dimenticate. Ma tutto ci non appartiene allessere interiore.
Com possibile che non riesca a trovarlo?
Un giorno, le scaglie caddero dai miei occhi.
Quando guardo nelle profondit, con la luce
della mia coscienza, vedo ci che mi appartiene, ci che mi corrisponde. Ma cos non
posso scoprire il vero s, immortale ed eterno.
Questo non si riflette nelle forze della mia coscienza. Egli appartiene a unaltra dimensione
e rappresenta una presa di coscienza liberatrice. Improvvisamente, rido e mi libero dei
miei vani tentativi. Ora comprendo perch un
ateo ha potuto dire con convinzione che non
era riuscito a trovare Dio. Tuttavia, ho fatto
pienamente lesperienza dellessere interiore.
Come successo? Durante le riunioni della comunit a cui appartengo, sovente faccio lesperienza della Luce dellanima spirituale.
Come possibile ci? Appartengo al gruppo,
mi apro alle parole che vengono dette circa la
via, e questo senza aspettarmi altro. Ed ecco la
Luce che si riflette in me, che si comunica a
me durante o dopo la riunione. Ho capito che
lessere interiore ha bisogno di opportunit per
costruire in me la sua cassa di risonanza.
Leterno ha bisogno di trovare ci che gli corrisponde, uno specchio limpido in cui riflettersi.
Ho compreso come io oscuri senza sosta questo
specchio: con la paura, con le emozioni e con
il pensiero. Questo specchio non pu essere
diverso dal livello di coscienza. La base per la
nuova coscienza-anima si forma nella vecchia
personalit. Da quel momento, la nuova e la
vecchia coscienza dicono io con la stessa voce.
Il Sole divino di cui abbiamo parlato, proietta sul mondo caduto e perduto sette tipi di
raggi. Questi raggi formano uno spettro completo: rosso, arancione, giallo, verde, azzurro,
indaco e violetto. con questi sette tipi di raggi del Sole divino che noi mettiamo talvolta
in contatto gli allievi della Scuola mediante il canto mantrico:
Avanziamo cos nel rosso del contatto attraverso il sangue e viviamo dello splendore arancione del Prana divino.
Nostro il cuore doro della gloria solare di Cristo. Siamo uniti nel verdeggiante paese della speranza. Vasti si
aprono davanti a noi gli azzurri orizzonti. La nube del Signore ci precede nellindaco e ben presto, tolto dal
volto ogni velo, ci attende il manto violetto del sacerdote-re. Jan van Rijckenborgh, LUomo Nuovo
Elios conduce il carro del sole Vaso ateniese, circa V secolo a.C.
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intelligente del mondo. Comprensione intelligente che tenta di porre la nostra esistenza su
basi solide e sicure e si sforza di colmare e soddisfare la nostra vita.
Allo stesso tempo, per, esiste il non-sapere.
Da sempre ci rode silenziosamente dallesterno
come dallinterno. Dal tormento del non-sapere ci difendiamo volgendo lo sguardo altrove, nascondendo la testa sotto la sabbia o
semplicemente alzando le spalle. Ma il non-sapere paziente, e ci raggiunge dalle strade pi
inattese. Finch un giorno capita che ci troviamo immersi totalmente in esso. Prima o poi,
di fronte alle grandi questioni esistenziali, la
nostra comprensione intelligente ci abbandona.
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Poich la testa delluomo possiede due organi delludito, due della vista, due dellodorato e
uno della parola, e sarebbe inutile aspettarsi di parlare dalle orecchie o di udire dagli occhi,
allo stesso modo ci sono stati tempi in cui la gente vedeva, in cui udiva e tempi in cui ha
odorato. Entro breve tempo verr lepoca, che si avvicina a grandi passi, in cui toccher alla
lingua ricevere lonore di esprimere tutto ci che si visto, udito e odorato in passato. Dopo
che il mondo si sar risvegliato dal suo sonno di ebbrezza bevuto dalla coppa avvelenatrice,
luomo andr incontro al Sole nascente, alla nuova alba, con il cuore aperto, il capo scoperto
e i piedi nudi, gioioso e felice.
Confessio Fraternitatis, Cap. VIII Illustrazione: Uccello-anima egiziano o Ba, ca 330 a.C.
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infinite profondit del non-sapere. Rimane soltanto io non so. Lio si arrende, capitola.
A questo punto restiamo con tutta la nostra
conoscenza accumulata nel corso degli anni,
con tutte le esperienze vissute, senza tuttavia
sapere nulla sullessenziale, trascinati verso la
disperazione; sussurrando, col cuore spezzato,
una preghiera supplice. Il non-sapere diventa
quindi il punto di svolta del nostro viaggio.
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Restare nel non-sapere non significa arrendersi. Il non-sapere esige un ardimento non
comune. Il non-sapere vuol dire ampliare lo
scenario, spalancare la porta, iniettare nuova
linfa, predisporre una apertura per il rinnovamento, per lAltro. Il non-sapere implica la lucida consapevolezza che in questo mondo
ogni cosa ha il suo opposto, che ogni fenomeno ha un rovescio della medaglia e che
tutti i suoi aspetti non sono in realt separati,
poich tutto procede dallUnit.
Il non-sapere non un gioco, tuttavia si potrebbe qualificarlo come leggero, rilassante,
smascherante, disarmante. Ma si tratter allora
del sospiro liberatore della rana tronfia del
proprio sapere?
Rimanete quindi vigili: nel non-sapere cosciente risiede anche il pericolo di saper imitare e di trasformare tutto ci che non ha
fondo in un fondo. Il non-sapere non qualcosa da realizzare, non pu essere compreso
nelle nostre agende, non si lascia raggiungere
seguendo tappe precostituite secondo buone
abitudini e una saggia direzione. Solo quando
il nostro ego, con tutta la sua energia e forza
di volont, ha provato di tutto per trovarlo;
solo quando il nostro ego esausto si arrende,
solo allora il non-sapere pu essere trovato.
Non-sapere povert di spirito. La potenza
della materia si indebolisce. Per lio, il non-sapere annuncia una fermata, che non il capolinea. Non-sapere una soglia, un passaggio o
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una transizione, linizio di un cammino. Questo cammino ha molte deviazioni e pu richiedere molto tempo per essere percorso.
Lego un bruco che attende in un bozzolo di
non-conoscenza.
Quanto davvero importante non pu essere
realizzato o afferrato dallio. Occorre aspettarlo. Nel non-sapere rinunciamo al controllo e
ci abbandoniamo nelle mani dellAltro.
Nel non-sapere dimorano miracolo e mistero.
Non-sapere una grande benedizione.
Nel non-sapere, il cercare e il trovare arrivano
al termine; siamo noi a essere cercati e trovati.
L, aspettare significa continuare. E cos, allimprovviso, possiamo fare lesperienza di un
Sapere proveniente da un altro regno. Un Sapere di unaltra natura, un Sapere che non ha
origine nellio ma nellAltro. Il nostro piccolo,
insignificante sapere non in grado di penetrare nel grande Sapere, anche se essi sono
inseparabili. Aspettiamo quindi la farfalla.
Qui, nella terra di nessuno.
Nei Misteri antichi, Osiride rappresenta la forza creatrice e Iside la forza formatrice. durante la visione di Ermete,
nel tempio funerario segreto, che il candidato vede per la prima volta Osiride, la sovrana Intelligenza. allora che il
candidato comprende i sette raggi del Verbo-Luce corrispondenti a una fase della vita delle Anime; i sette Geni della
Luna, di Mercurio, di Venere, del Sole, di Marte, di Giove, di Saturno. Sente e riconosce la voce della Luce; vede
dentro il Libro dei Morti degli Egizi, dove le Anime navigano nella barca di Iside pi o meno a lungo verso questa
Luce, secondo lo stato della loro purificazione (dalle colpe delluomo-materia, il bruco). LAquila dello Spirito
divino, lAlbero della Vita, la barca di Iside, la Colonna di Luce che aveva visto disegnati rozzamente da una mano
non abile, ma sicura e documentata, entrano nel suo Spirito con tutta limportanza attribuita loro dagli Anziani.
Si rende conto del valore dellEredit completa: Atlantidea, Indiana, Persiana, Babilonese, Egiziana.
Antonin Gadal, Sul cammino del Santo Graal