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PESARO
CULTURA / SOCIET
IL RADIOTELEGRAFISTA
Giuseppe Biagi incessantemente
faceva funzionare lapparecchio
per chiamare ma nessuno rispondeva. Biagi, angosciato, lanciava
piccoli, ripetuti segnali indirizzandoli anche a radiotelegrafisti
che conosceva fra cui Luigi Scalognini di Pesaro. Un giorno Biagi,
battendo e ribattendo, fece una
triangolazione di segnali di cui
una parte, minima, fu captata da
un giovane amatore russo della penisola di Kola nellAntartide. Era
la salvezza, la tenda rossa veniva
identificata. Cominciarono le operazioni di soccorso. Il rompighiaccio sovietico Krasin si apr un passaggio fino alla banchisa dove era
la tenda rossa.
Poi ci furono le polemiche, scontri politici, accuse e controaccuse.
Nobile lasci lItalia drammaticamente nel 1929 e si rifugi
nellUnione Sovietica dove rimase fino al 1945. Tutto fu messo a
tacere, Nobile sub lonta di unaccusa infamante, quella di essersi
fatto salvare per primo dalla banchisa.
NEL 1932, quando ancora si facevano i conti della disperata impresa e si raccoglievano i dati dei radiotelegrafisti e quelli in codice,
uno dei due marconisti, Luigi Scalognini, fu inviato a presidiare il
grande Faro di Pesaro, sul colle
San Bartolo. Biagi volle seguirlo,
come aiutante e come ospite, e cos di fianco al Faro, nella spianata
della Vedetta, fu stesa per noi ragazzi una Tenda Rossa. Pendeva-
NOI RAGAZZI, con i ricordi tenuti sempre vivi dal grande Luigi
Scalognini, ci facevamo descrivere la banchisa come se fosse la
spianata di fianco al Faro del San
Bartolo. Il campo della Vedetta,
cos come veniva chiamato dal nome di una celebre villa nobiliare
che vi era stata costruita, trecento
metri di sviluppo rettifilo, il campo serviva per latterraggio delle
Cicogne, i celebri ricognitori
LA TESTIMONIANZA
Noi ragazzi pendevamo
tutti dalle loro labbra a seguir
il racconto della banchisa