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Spettacoli

PESARO

CULTURA / SOCIET

NEL MAGGIO del 1926 venne


sorvolato per la prima volta il Polo Nord, nellAntartide, con il Dirigibile Norge, condotto dal generale Umberto Nobile. Nel 1928 fu
ripetuta limpresa nel quadro di
una iniziativa tutta italiana con il
Dirigibile Italia diretta sempre da
Nobile. Ma non appena sfiorata la
calotta artica una improvvisa e
violenta tempesta pieg laeronave verso terra, spezzandola in due
tronconi. Luna, con una parte
dellequipaggio, cui era agganciata la navetta di guida, si risollev
e si perse per sempre nei cieli polari. Laltra, con linvolucro maggiore, si adagi sulla banchisa polare
e nessun frammento si mosse dal
punto dimpatto. I superstiti, con
il comandante Nobile che aveva
una gamba rotta, si organizzarono costruendo degli igloo di neve
e per richiamo dallalto misero a
terra il telo di una grande tenda
rossa. Il mondo trattenne il respiro, non si aveva nessuna idea n
se ci fossero superstiti n dove
eventualmente fossero ammarati.
Lunico collegamento con il mondo, ma solo in fase ricevente, era
il servizio del radiotelegrafista di
bordo che, per miracolo, aveva salvato lapparecchio.

MERCOLED 12 NOVEMBRE 2014

IABICHINO E I SEGRETI DELLA PUBBLICITA


Un incontro per imparare a conoscere il mondo della pubblicit. E
quello in programma oggi a Pesaro nalla sede della Facolt di
Comunicazione e Pubblicit delluniversit di Urbino, alle ore 11. Sar
presente Paolo Iabichino, direttore creativo di Ogilvy e Mather Italy.
Nel corso della sua carriera, Iabichino ha lavorato per alcuni dei pi
importanti brand di sempre: Nutella, Wind, Armani e Philips. Oggi
spiegher agli studenti del corso di laurea trucchi e segreti di un
pubblicitario esperto.

Sopra: unimmagine depoca della Tenda Rossa. A fianco, da


sinistra: il marconista pesarese Luigi Scalognini, al centro
Giuseppe Biagi, marconista, che sopravvisse al disastro del
dirigibile Italia, e un amico nel 1932 al faro di Pesaro

Tenda Rossa sul colle:


il marconista superstite
e il Faro del San Bartolo
Lincontro tra Biagi e lamico Scalognini

IL RADIOTELEGRAFISTA
Giuseppe Biagi incessantemente
faceva funzionare lapparecchio
per chiamare ma nessuno rispondeva. Biagi, angosciato, lanciava
piccoli, ripetuti segnali indirizzandoli anche a radiotelegrafisti
che conosceva fra cui Luigi Scalognini di Pesaro. Un giorno Biagi,
battendo e ribattendo, fece una
triangolazione di segnali di cui
una parte, minima, fu captata da
un giovane amatore russo della penisola di Kola nellAntartide. Era
la salvezza, la tenda rossa veniva
identificata. Cominciarono le operazioni di soccorso. Il rompighiaccio sovietico Krasin si apr un passaggio fino alla banchisa dove era
la tenda rossa.
Poi ci furono le polemiche, scontri politici, accuse e controaccuse.
Nobile lasci lItalia drammaticamente nel 1929 e si rifugi
nellUnione Sovietica dove rimase fino al 1945. Tutto fu messo a
tacere, Nobile sub lonta di unaccusa infamante, quella di essersi
fatto salvare per primo dalla banchisa.

mo tutti dalle labbra di Biagi a seguire il racconto dalla banchisa.


Luigi Scalognini aggiungeva tutti
i dettagli tecnici.
Il Faro del San Bartolo uno dei
pi belli e dei pi attrezzati dItalia. Le sue luci intermittenti sono
visibili come lucciole da almeno
25 miglia in mare aperto. Dal
1932 al 1935 continuavano i racconti e seguivano le polemiche.
Anni dopo il radiotelegrafista
Giuseppe Biagi, che aveva scritto
sullargomento anche un libro,
volle obliare tutto. Lasci il suo
apparecchio glorioso e la sua divisa della Marina Militare. Lo ritroveremo alla periferia di Roma, circa nel 1956, occupato presso un distributore di carburanti.

NEL 1932, quando ancora si facevano i conti della disperata impresa e si raccoglievano i dati dei radiotelegrafisti e quelli in codice,
uno dei due marconisti, Luigi Scalognini, fu inviato a presidiare il
grande Faro di Pesaro, sul colle
San Bartolo. Biagi volle seguirlo,
come aiutante e come ospite, e cos di fianco al Faro, nella spianata
della Vedetta, fu stesa per noi ragazzi una Tenda Rossa. Pendeva-

NOI RAGAZZI, con i ricordi tenuti sempre vivi dal grande Luigi
Scalognini, ci facevamo descrivere la banchisa come se fosse la
spianata di fianco al Faro del San
Bartolo. Il campo della Vedetta,
cos come veniva chiamato dal nome di una celebre villa nobiliare
che vi era stata costruita, trecento
metri di sviluppo rettifilo, il campo serviva per latterraggio delle
Cicogne, i celebri ricognitori

LA TESTIMONIANZA
Noi ragazzi pendevamo
tutti dalle loro labbra a seguir
il racconto della banchisa

dellaviazione tedesca durante la


guerra. Nel mezzo, come richiamo, rimaneva per noi il telo di
una tenda rossa.
Perch Pesaro non ricorda tutto
questo? Una targa, un nome: la
storia del Polo Nord (e un po la
storia trapiantata nella pineta
ubertosa del San Bartolo, al fianco del grande Faro). Viene voglia
di andare lass a vedere. Sembra
per che i pesaresi neppure sappiano dove il Colle San Bartolo!
Roberto Pantanelli

LA STORIA IL FASCIO LUMINOSO HA UNA PORTATA DI 25 MIGLIA MARINE

Dal 1952 indica la rotta ai naviganti pesaresi


E UNA torre cilindrica alta 25 metri, senza infamia e senza lode, collocata ad unaltitudine di circa 175 metri sul livello del mare accanto ad un
edificio a due piani. Pur non indimenticabile dal
punto di vista architettonico, il faro del San Bartolo da sempre non solamente una presenza scontata e imprescindibile del nostro panorama, ma
costituisce anche un toponimo assodato del gergo
pesarese: le sue veloci sciabolate di luce nella notte fanno compagnia e sono un punto di riferimento non solamente per coloro che, per lavoro o per
diletto, si avventurano per mare, ma anche per i
nottambuli e per chi ama andarsene a godere il
buio sui moli del porto. La sua costruzione come
lo conosciamo oggi risale al 1945 (su un edificio
preesistente di impianto pi antico) ed entrato
in funzione nel 1952.

NEL GERGO dellautorit militare da cui dipende


ed gestito, il faro di Pesaro catalogato fra quelli
a torre, ad ottica rotante e, per la verit senza
grande sforzo cerebrale, con funzioni di orientamento marittimo. Proiettato due volte nellarco
periodico di 15 secondi, il suo fascio luminoso ha
una portata di almeno 25 miglia marine, ma c
sempre chi sostiene che siano di pi. Anche se 25
miglia marine sarebbero gi da sole una cinquantina di chilometri. Cosa assolutamente certa comunque che vedere il suo lampeggiare apparire
improvvisamente nelloscurit totale apre il cuore alla speranza a quelli che magari nella tempesta si ritrovano a una lontananza di chilometri
dalla costa e dalla terraferma.

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