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Io faccio parte di una Congregazione che si chiama Sacri Cuori, che , ha una

vocazione missionaria e internazionale. Nel 1800 ci fu attribuita la zona delle isole


del Pacifico per levangelizzazione. Da allora, la nostra Congregazione ha come uno
degli ingredienti principali del suo carisma linternazionalit.
Leggendo queste letture mi venne in mente un articolo del nostro Superiore
Generale, che ha una formazione biblica, che dice che la Bibbia un racconto di
stranieri.
Per quanto sia paradossale, la vocazione di Israele sempre stata quella di unirsi
ad altri popoli.
La sua elezione lha costretto ha riconoscere lorigine comune di tutti i popoli come
si racconta nel Genesi y e poi la riunione finale di tutti i popoli alla fine dei tempi,
come fu profetizzato da alcuni profeti. Come per esempio il terzo Isaia, come
abbiamo letto oggi, o il Salmo che ti lodino tutti i popoli. Ges poi nelle sue
parabole.
Nel fondo la storia raccontata nella Bibbia consiste in questa formazione di un
popolo solo partendo da molti. O, se vogliamo, da due: cio di Israele da una parte e
i gentili dallaltra. San Paolo lo aveva molto chiaro. Israele aveva il destino di
riconoscere che Dio lo chiamava allunione con tutti attraverso una via negativa.
Per la sua ribellione, per il suo rifiuto ripetuto di sottomettersi al cammino della
vita che gli indicava il suo Pastore, riconoscer che Dio vuole avere misericordia su
tutto.
La rivelazione di Ges che Dio Padre di tutti gli uomini. Noi figli nel Figlio siamo
chiamati a vivere come figli di Dio, e fratelli tra di noi. Questa la profonda realt
che ci impulsa a vivere la nostra fede. Facile da dire, impossibile da vivere da noi
stessi, con le nostre forze da sole. Abbiamo bisogno di Ges, del suo Spirito per
poter superare tutti gli ostacoli per amarci e accoglierci come fratelli.
A Ges stesso, non fu facile, aprirsi a ogni essere umano. Sembra strano, per il
brano del Vangelo che abbiamo letto oggi ci fa vedere proprio questo. Ges
duramente risponde a una donna pagana. Per ben tre volte le nega l accoglienza e
la richiesta. La sua ragione quella che lui stato inviato solo per gli israeliti. Per
lei con unintelligenza molto fine y una fede grande come una casa. Gli risponde:
vero Signore, per i cani mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei padroni.
La sua umilt, la sua intelligenza femminile, coraggio, non accompagnata de
nessun uomo, capace di prendere largomento di Ges e fargli vedere le
conseguenze dei suoi stessi gesti. Poco prima Ges aveva moltiplicato i pani per
una grande folla. La sensibilit femminile, esperta nella casa e nel nutrire la
famiglia, gli ricorda che la tavola e il pane che lui ha preparato pu essere per tutti.
E Ges, colpito, riconosce la verit delle parole della donna, e consente che la sua
richiesta sia realizzata.
Non ci sorprenda che Ges possa essere ispirato da una persona. Il suo essere
pienamente Dio e pienamente uomo completamente compatibile con una
evoluzione del suo pensiero delle sue convinzioni. Pienamente uomo significa che

apprese come un uomo. Come dice la Carta agli Ebrei, apprese soffrendo a
ubbidire.
Se per Ges fu difficile, come non lo va a essere per noi? per questo dobbiamo
ammettere il nostro etnocentrismo automatico. Siamo portati istintivamente a
difendere la nostra famiglia, il nostro clan, la nostra cultura e a difenderla a spada
tratta. buono rimanere saldi nella nostra identit culturale e religiosa, per
diventa un ostacolo per la nostra vita secondo il Vangelo quando ci fa escludere gli
altri, disprezzarli, marginarli. Lo Spirito di Pentecoste ci fa porta a essere fratelli, a
vivere nella pace, senza rinunciare alla propria identit.
Il papa Francesco sta facendo gesti eloquenti di pace: andato in Israele e in Corea,
due luoghi, dove esistono due popoli gravemente divisi, Israele e Palestina, Corea
del sud e Corea del Nord. Ci dice che il dialogo tra culture diverse e religioni
diverse necessario per la pace. Non accessorio. Non che sarebbe buono.
Senn, che se non si fa, si provoca il conflitto. Cos come i paesi cristiani
permettono liberamente agli islamici di professare la sua religione dentro i loro
confini, cos la Chiesa chiede che si faccia lo stesso con i cristiani nei paesi islamici.
Gli ultimi gravissimi fatti riconoscono che non cos. Per questo sollecita con forza
lintervento degli Stati per frenare le violenze e chieda a tutti di pregare perch i
cristiani possano essere vivere senza pericoli anche nei paesi islamici. Allo stesso
tempo siamo tutti a non fare generalizzazioni erronee e pericolose pensando che la
violenza di alcuni fanatici siano lessenza dellIslam. Perch il vero Islam e il Corano
si oppongono a ogni violenza. Siamo chiamati a accogliere benevolmente ai veri
credenti di altre religioni. Tutto questo impossibile con le nostre forze. Per il
progetto di Dio su di noi di formare una unica famiglia umana. Il suo Spirito ci
spinge in questa direzione, non possiamo remare contro.
Chiediamo il dono di accettare e accogliere laltro, nella sua differente maniera di
essere, di pensare, di esprimersi. Per cercare insieme quello che meglio per il
bene comune, sapendo che noi la Chiesa, siamo strumento di comunione, per noi e
per tutti i popoli.

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