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VOLUME 1 (1967).............................4
PREGHIERA IN GENNAIO
4
MARCIA NUZIALE
5
SPIRITUAL
5
SI CHIAMAVA GESU'
5
LA CANZONE DI BARBARA
5
VIA DEL CAMPO
5
CARO AMORE
6
LA STAGIONE DEL TUO AMORE
6
BOCCA DI ROSA
6
LA MORTE
7
CARLO MARTELLO RITORNA DALLA BATTAGLIA DI POITIERS
7
8
8
8
8
8
8
9
9
VOLUME 3 (1968).............................9
LA CANZONE DI MARINELLA
IL GORILLA
LA BALLATA DELL'EROE
S'I' FOSSE FOCO
AMORE CHE VIENI AMORE CHE VAI
LA GUERRA DI PIERO
IL TESTAMENTO
NELL'ACQUA DELLA CHIARA FONTANA
LA BALLATA DEL MICHE'
IL RE FA RULLARE I TAMBURI
9
9
10
10
10
10
10
10
10
10
12
13
13
13
13
11
IL SOGNO DI MARIA
AVE MARIA
MARIA NELLA BOTTEGA D'UN FALEGNAME
VIA DELLA CROCE
TRE MADRI
IL TESTAMENTO DI TITO
LAUDATE HOMINEM
13
14
14
14
15
15
15
18
18
19
19
20
20
20
21
21
CANZONI (1974).............................22
VIA DELLA POVERTA'
22
LE PASSANTI
22
FILA LA LANA
23
LA BALLATA DELL'AMORE CIECO (O DELLA VANITA)23
SUZANNE
23
MORIRE PER DELLE IDEE
24
LA CANZONE DELL'AMORE PERDUTO
24
LA CITTA' VECCHIA
24
GIOVANNA D'ARCO
24
DELITTO DI PAESE
24
VALZER PER UN AMORE
24
VOLUME 8 (1975)...........................24
LA CATTIVA STRADA
OCEANO
NANCY
LE STORIE DI IERI
GIUGNO '73
DOLCE LUNA
CANZONE PER L'ESTATE
AMICO FRAGILE
24
25
25
25
25
26
26
26
RIMINI (1978)..................................27
RIMINI
27
VOLTA LA CARTA
27
CODA DI LUPO
27
ANDREA
28
AVVENTURA A DURANGO
28
SALLY
28
ZIRICHILTAGGIA
29
ZIRICHILTAGGIA (Traduzione)
29
PARLANDO DEL NAUFRAGIO DELLA LONDON VALOUR
FOLAGHE
29
(1980)
29
30
30
30
30
29
29
16
17
31
25
31
31
32
32
CREUZA DE M (1984)..................32
CREUZA DE M
MULATTIERA DI MARE (traduzione)
JAMIN-A
JAMINA (traduzione)
SIDUN
SIDONE (traduzione)
SINN CAPUDN PASCI
SINN CAPUDN PASCI (traduzione)
A PITTIMA
LA PITTIMA (traduzione)
A DUMENEGA
LA DOMENICA (traduzione)
DA A ME RIVA
DALLA MIA RIVA (traduzione)
32
32
33
33
33
33
33
34
34
34
34
35
35
35
LE NUVOLE (1990).........................35
LE NUVOLE
OTTOCENTO
DON RAFFAE'
LA DOMENICA DELLE SALME
MGU MGUN
MEDICO MEDICONE (traduzione)
LA NOVA GELOSIA
'A IMMA
LA CIMA (traduzione)
MONTI DI MOLA
MONTI DI MOLA (traduzione)
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35
36
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40
41
42
42
42
43
44
44
TUTTO FABRIZIO DE
ANDRE (1966)
LA BALLATADELL'AMORE CIECO (O
DELLA VANITA')
Un uomo onesto un uomo probo
s'innamor perdutamente
d'una che non lo amava niente
gli disse "Portami domani"
gli disse "Portami domani
il cuore di tua madre per i miei cani"
LA BALLATADELL'EROE
Era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vendere cara la pelle
E quando gli dissero di andare avanti
troppo lontano si spinse a cercare la
verit
ora che morto la Patria si gloria
d'un altro eroe alla memoria
FILA LA LANA
Nella guerra di Valois
il signor Divlie morto
se sia stato un prode eroe
non si sa non ancor certo
ma la dama abbandonata
lamentando la sua morte
per mill'anni e forse ancora
pianger la triste sorte
Fila la lana fila i tuoi giorni
illuditi ancora che lui ritorni
libro di dolci sogni d'amore
apri le pagine sul suo dolore
LA CITT VECCHIA
Nei quartieri dove il sole del buon Dio
non d i suoi raggi
ha gi troppi impegni per scaldar la
gente d'altri paraggi
borghese
Testo: F.De Andr
li condannerai a cinquemila anni pi le
Anno di pubblicazione: 1961
spese
ma se capirai se li cercherai fino in fondo LA CANZONE DELL'AMORE PERDUTO
se non sono gigli son pur sempre figli
Ricordi sbocciavan le viole
vittime di questo mondo
con le nostre parole:
"Non ci lasceremo mai
Testo: F.De Andr
mai e poi mai"
Anno di pubblicazione: 1965
Vorrei dirti ora le stesse cose
LA BALLATADEL MICHE'
ma come fan presto amore
Quando hanno aperto la cella
ad appassir le rose
era gi tardi perch
cos per noi
con una corda sul collo
L'amore che strappa i capelli
freddo pendeva Miche'
perduto ormai
tutte le volte che un gallo
non resta che qualche svogliata carezza
sento cantar penser
e un po' di tenerezza
a quella notte in prigione
quando Miche' s'impicc
E quando ti troverai in mano
dei fiori appassiti
Stanotte Miche'
al sole d'un aprile
si impiccato ad un chiodo perch
ormai lontano li rimpiangerai
non poteva restare
ma sar la prima
vent'anni in prigione
che incontri per strada
lontano da te
che tu coprirai d'oro
nel buio Miche'
per un bacio mai dato
se n' andato sapendo che a te
per un amore nuovo
non poteva mai dire
che aveva ammazzato
E sar la prima
perch amava te
che incontri per strada
io so che Miche'
che tu coprirai d'oro
ha voluto morire perch
per un bacio mai dato
gli restasse il ricordo
per un amore nuovo
del bene profondo
Testo: F.De Andr
che aveva per te
Anno di pubblicazione: 1965
LA GUERRA DI PIERO
Dormi sepolto in un campo di grano
non la rosa non il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi
"Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati,
non pi i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente"
Cos dicevi ed era d'inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve
Fermati Piero fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po'
addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una
croce
Ma tu non lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera
IL TESTAMENTO
Quando la morte mi chiamer
forse qualcuno proster
dopo aver letto nel testamento
quel che gli lascio in eredit
non maleditemi non serve a niente
tanto all'inferno ci sar gi
Ai protettori delle battone
lascio un impiego da ragioniere
perch provetti nel loro mestiere
rendano edotta la popolazione
ad ogni fine di settimana
sopra la rendita di una puttana
ad ogni fine di settimana
VOLUME 1
(1967)
PREGHIERA IN GENNAIO
Lascia che sia fiorito
Signore il suo sentiero
quando a te la sua anima
e al mondo la sua pelle
dovr riconsegnare
quando verr al tuo cielo
l dove in pieno giorno
risplendono le stelle
Quando attraverser
l'ultimo vecchio ponte
ai suicidi dir
baciandoli alla fronte
venite in Paradiso
l dove vado anch'io
perch non c' l'inferno
nel mondo del buon Dio
Fate che giunga a Voi
con le sue ossa stanche
seguito da migliaia
di quelle facce bianche
fate che a Voi ritorni
fra i morti per oltraggio
che al cielo ed alla terra
mostrarono il coraggio
Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi
Dio fra le sue braccia
soffocher il singhiozzo
di quelle labbra smorte
che all'odio e all'ignoranza
preferirono la morte
Dio di misericordia
il tuo bel Paradiso
lo hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
MARCIA NUZIALE
Matrimoni per amore matrimoni per
forza
ne ho visti d'ogni tipo di gente d'ogni
sorta
di poveri straccioni e di grandi signori
di pretesi notai di falsi professori
Ma pure se vivr fino alla fine del tempo
io sempre serber il ricordo contento
delle povere nozze di mio padre e mia
madre
decisi a regolare il loro amore sull'altare
Fu su un carro di buoi se si vuol esser
fianchi
tirato dagli amici spinto dai parenti
che andarono a sposarsi dopo un
fidanzamento
durato tanti anni da chiamarlo ormai
d'argento
Cerimonia originale strano tipo di festa
la folla ci guardava di occhi fuori dalla
testa
eravamo osservati dalla gente civile
che mai aveva visto matrimoni in quello
stile
Ed ecco soffia il vento e si porta lontano
il cappello che mio padre tormentava in
una mano
ecco cade la pioggia da un cielo mal
disposto
deciso ad impedire le nozze ad ogni
costo
Ed io non scorder mai la sposa in
pianto
cullava come un bimbo quei suoi fiori di
campo
ed io per consolarla io con la gola tesa
suonavo la mia armonica come un
organo da chiesa
Mostrando i pugni nudi gli amici tutti
quanti
gridarono: "Per Giove le nozze vanno
avanti
per la gente bagnata per gli dei
dispettosi
le nozze vanno avanti viva viva gli sposi"
Testo: F.De Andr (traduzione di La marche
nuptiale di G.Brassens)
Anno di pubblicazione: 1967
SPIRITUAL
Dio del cielo se mi vorrai
in mezzo agli altri uomini mi cercherai
Dio del cielo se mi cercherai
nei campi di granturco mi troverai
Dio del cielo se mi vorrai amare
scendi dalle stelle e vienimi a cercare
oh Dio del cielo se mi vorrai amare
scendi dalle stelle e vienimi a cercare
Le chiavi del cielo non ti voglio rubare
ma un attimo di gioia me lo puoi
regalare
Le chiavi del cielo non ti voglio rubare
ma un attimo di gioia me lo puoi
regalare
Oh Dio del cielo se mi vorrai amare
scendi dalle stelle e vienimi a cercare
oh Dio del cielo se mi vorrai amare
scendi dalle stelle e vienimi a cercare
Senza di te non so pi dove andare
come una mosca cieca che non sa pi
volare
senza di te non so pi dove andare
come una mosca cieca che non sa pi
volare
Oh Dio del cielo se mi vorrai amare
scendi dalle stelle e vienimi a salvare
oh Dio del cielo se mi vorrai amare
scendi dalle stelle e vienimi a salvare
E se ci hai regalato il pianto ed il riso
noi qui sulla terra non l'abbiamo diviso
e se ci hai regalato il pianto ed il riso
noi qui sulla terra non l'abbiamo diviso
Oh Dio del cielo se mi vorrai amare
scendi dalle stelle e vienimi a cercare
oh Dio del cielo se mi vorrai amare
scendi dalle stelle e vienimi a salvare
Oh Dio del cielo se mi cercherai
in mezzo agli altri uomini mi troverai
oh Dio del cielo se mi cercherai
nei campi di granturco mi troverai
Dio del cielo io ti aspetter
nel cielo e sulla terra io ti cercher
Oh Dio del cielo...
Testo: F.De Andr
SI CHIAMAVAGESU'
Venuto da molto lontano
a convertire bestie e gente
non si pu dire non sia servito a niente
perch prese la terra per mano
vestito di sabbia e di bianco
alcuni lo dissero santo
per altri ebbe meno virt
si faceva chiamare Ges
Non intendo cantare la gloria
n invocare la grazia o il perdono
di chi penso non fu altri che un uomo
come Dio passato alla storia
ma inumano pur sempre l'amore
di chi rantola senza rancore
perdonando con l'ultima voce
chi lo uccide tra le braccia d'una croce
E per quelli che l'ebbero odiato
nel Getsemani pianse l'addio
come per chi lo adoro come Dio
che gli disse: "Sii sempre lodato"
per chi gli port in dono alla fine
una lacrima una treccia di spine
accettando ad estremo saluto
la preghiera e l'insulto e lo sputo
CARO AMORE
(sostituita in seguito da "La stagione del
tuo amore")
LA CANZONE DI BARBARA
Chi cerca una bocca infedele
che sappia di fragola e miele
in lei la trover Barbara
in lei la bacer Barbara
Lei sa che ogni letto di sposa
fatto di ortica e mimosa
per questo ad un'altra et Barbara
l'amore vero rimander Barbara
E intanto lei gioca all'amore
scherzando con gli occhi ed il cuore
di chi forse la odier Barbara
ma poi la perdoner Barbara
E il vento di sera la invita
a sfogliare la sua margherita
per ogni amore che se ne va
lei lo sa un altro petalo fiorir
per Barbara
Caro amore
nei tramonti d'aprile
caro amore
quando il sole si uccide
oltre le onde
puoi sentire piangere e gioire
anche il vento ed il mare.
Caro amore
cos un uomo piange
caro amore
al sole, al vento e ai verdi anni
che cantando se ne vanno
dopo il mattino di maggio
quando sono venuti
e quando scalzi
e con gli occhi ridenti
sulla sabbia scrivevamo contenti
le pi ingenue parole.
Caro amore
i fiori dell'altr'anno
caro amore
sono sfioriti e mai pi
rifioriranno
e nei giardini ad ogni inverno
ben pi tristi sono le foglie.
Caro amore
cos un uomo vive
caro amore
e il sole e il vento e i verdi anni
si rincorrono cantando
verso il novembre a cui
ci vanno portando
e dove un giorno con un triste sorriso
ci diremo tra le labbra ormai stanche
"eri il mio caro amore".
(Nota: Musica tratta dal "Concerto di
Aranjuez" - Adagio - di J.Rodrigo)
Testo: F.De Andr
Anno di pubblicazione: 1967
BOCCA DI ROSA
La chiamavano Bocca di Rosa
metteva l'amore metteva l'amore
la chiamavano Bocca di Rosa
metteva l'amore sopra ogni cosa
LA MORTE
La morte verr all'improvviso
avr le tue labbra i tuoi occhi
ti coprir d'un velo bianco
addormentandosi al tuo fianco
nell'ozio nel sonno in battaglia
verr senza darti avvisaglia
la morte va a colpo sicuro
non suona il corno n il tamburo
madonna che in limpida fonte
ristori le membra stupende
la morte non ti vedr in faccia
avr il tuo seno e le tue braccia
Prelati notabili e conti
sull'uscio piangeste ben forte
chi bene condusse sua vita
male sopporter sua morte
straccioni che senza vergogna
portaste il cilicio o la gogna
partirvene non fu fatica
perch la morte vi fu amica
guerriero che in punta di lancia
dal suolo d'Oriente alla Francia
di stragi menasti in gran vanto
e fra i nemici il lutto e il pianto
di fronte all'estrema nemica
non vale coraggio o fatica
non serve colpirla nel cuore
perch la morte mai non muore
non serve colpirla nel cuore
PRIMO INTERMEZZO
Gli arcobaleni d'altri mondi hanno colori
che non so
lungo i ruscelli d'altri mondi nascono fiori
che non ho
Gli arcobaleni d'altri mondi hanno colori
che non so
lungo i ruscelli d'altri mondi nascono fiori
che non ho
Testo: F.De Andr
Anno di pubblicazione: 1968
LEGGENDA DI NATALE
Parlavi alla luna giocavi coi fiori
avevi l'et che non porta dolori
e il vento era un mago, la rugiada una
dea,
nel bosco incantato di ogni tua idea
nel bosco incantato di ogni tua idea
E venne l'inverno che uccide il colore
e un Babbo Natale che parlava d'amore
e d'oro e d'argento splendevano i doni
ma gli occhi eran freddi e non erano
buoni
ma gli occhi eran freddi e non erano
buoni
Copr le tue spalle d'argento e di lana
di pelle e smeraldi intrecci una collana
e mentre incantata lo stavi a guardare
dai piedi ai capelli ti volle baciare
dai piedi ai capelli ti volle baciare
E adesso che gli altri ti chiamano dea
l'incanto svanito da ogni tua idea
ma ancora alla luna vorresti narrare
la storia d'un fiore appassito a Natale
la storia d'un fiore appassito a Natale
Testo: F.De Andr (ispirato a Le Pre Nol e la
petite fille di G.Brassens)
Anno di pubblicazione: 1968
SECONDO INTERMEZZO
Sopra le tombe d'altri mondi nascono
fiori che non so
ma fra i capelli di altri amori muoiono fiori
che non ho
INVERNO
Sale la nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo
Ma tu che vai, ma tu rimani
vedrai la neve se ne andr domani
rifioriranno le gioie passate
col vento caldo di un'altra estate
La bomba gi caduta,
Marcondiro'ndero
la bomba gi caduta, chi la prender?
la prenderanno tutti, Marcondiro'ndera
siam belli o siam brutti, Marcondiro'nd
Siam grandi o siam piccini li distrugger
siam furbi o siam cretini li fulminer
Ci sono troppe buche, Marcondiro'ndera
ci sono troppe buche, chi le riempir?
non potremo pi giocare al
Marcondiro'ndera
non potremo pi giocare al
Marcondiro'nd
E voi a divertirvi andate un po' pi in l
andate a divertirvi dove la guerra non ci
sar
La guerra dappertutto,
Marcondiro'ndera
la terra tutta un lutto, chi la consoler?
Ci penseranno gli uomini, le bestie i fiori
i boschi e le stagioni con i mille colori
Di gente, bestie e fiori no, non ce n' pi
viventi siam rimasti noi e nulla pi
La terra tutta nostra, Marcondiro'ndera
ne faremo una gran giostra,
Marcondiro'nd
abbiam tutta la terra Marcondiro'ndera
giocheremo a far la guerra,
Marcondiro'nd...
Testo: F.De Andr
Anno di pubblicazione: 1968
TERZO INTERMEZZO
La polvere il sangue le mosche e l'odore
Ci salver il soldato che non la vorr
per strada fra i campi la gente che
ci salver il soldato che la guerra rifiuter
muore
e tu, tu la chiami guerra e non sai che
La guerra gi scoppiata,
cos'
Marcondiro'ndero
e tu, tu la chiami guerra e non ti spieghi il
la guerra gi scoppiata, chi ci aiuter
perch
ci aiuter il buon Dio, Marcondiro'ndera
ci aiuter il buon Dio, lui ci salver
L'autunno negli occhi l'estate nel cuore
10
VOLUME 3
(1968)
LA CANZONE DI MARINELLA
Vedi pag. 2
IL GORILLA
Sulla piazza d'una citt la gente
guardava con ammirazione
un gorilla portato l dagli zingari d'un
Attenti al gorilla
baraccone
con poco senso del pudore le comari di Infatti lui sdegnata la vecchia si dirige sul
quel rione
magistrato
contemplavano l'animale non dico come lo acchiappa forte per un'orecchia e lo
non dico dove
trascina in mezzo a un prato
quello che avvenne tra l'erba alta non
Attenti al gorilla
posso dirlo per intero
ma lo spettacolo fu avvincente e la
D'improvviso la grossa gabbia dove
suspance ci fu davvero
viveva l'animale
s'apri di schianto non solo perch fosse Attenti al gorilla
l'avevano chiusa male
la bestia uscendo fuori di l disse:
Dir soltanto che sul pi bello dello
"Quest'oggi me la levo"
spiacevole e cupo dramma
parlava della verginit di cui ancora
piangeva il giudice come un vitello negli
viveva schiavo
intervalli gridava "Mamma"
Attenti al gorilla
Il padrone si mise a urlare: "Il mio gorilla
fate attenzione
non ha veduto mai una scimmia
LA BALLATADELL'EROE
Vedi pag. 2
S'I' FOSSE FOCO
S'i' fosse foco arderi 'l mondo
s' i' fosse vento lo tempesterei
s'i' fosse acqua i' l'annegherei
s'i' fosse Dio mandereil'en profondo
S'i' fosse papa, sare' allor giocondo
tutti i cristani imbrigherei
s'i' fosse 'mperator sa' che farei
a tutti mozzarei lo capo a tondo
S'i fosse morte, andarei da mio padre
s'i' fosse vita fuggirei da lui
similemente fara da mi' madre
s'i' fosse Cecco com'i' sono e fui
torrei le donne giovani e leggiadre
e vecchie e laide lasserei altrui
S'i' fosse foco arderi 'l mondo
s' i' fosse vento lo tempesterei
s'i' fosse acqua i' l'annegherei
s'i' fosse Dio mandereil'en profondo
Testo: Un sonetto di Cecco Angiolieri
Anno di pubblicazione: 1968
LA BALLATADEL MICHE'
Ved pag. 3
IL RE FARULLARE I TAMBURI
Il re fa rullare i tamburi
il re fa rullare i tamburi
vuol scegliere fra le dame
un nuovo e fresco amore
ed la prima che ha veduto
che gli ha rapito il cuore
Marchese la conosci tu
marchese la conosci tu
chi quella graziosa
ed il marchese disse al re:
"Maest la mia sposa"
Tu sei pi felice di me
tu sei pi felice di me
d'aver dama s bella
signora s compita
se tu vorrai cederla a me
sar la favorita
Signore se non foste il re
signore se non foste il re
v'intimerei prudenza
ma siete il sire e siete il re
vi devo l'obbedienza
Marchese vedrai passer
marchese vedrai passer
d'amor la sofferenza
io ti far nelle mie armate
maresciallo di Francia
Addio per sempre mia gioia
addio per sempre mia bella
addio dolce amore
devi lasciarmi per il re
ed io ti lascio il cuore
La regina ha raccolto dei fiori
la regina ha raccolto dei fiori
celando la sua offesa
ed il profumo di quei fiori
ha ucciso la marchesa
Testo: F.De Andr (traduzione di una canzone
NUVOLE BAROCCHE
(1969)
NUVOLE BAROCCHE
Poi un'altra giornata di luce
poi un altro di questi tramonti
e portali colonne e fontane
tu mi hai insegnato a vivere
insegnami a partir
ma il cielo tutto rosso
di nuvole barocche
sul fiume che si sciacqua
sotto l'ultimo sole
e mentre soffio a soffio
le spinge lo scirocco
sussurra un altro invito
che dice di restare
poi carezze lusinghe abbandoni
poi quegli occhi di verde dolcezza
mille e una di queste promesse
tu mi hai insegnato il sogno
io voglio la realt
e mentre soffio a soffio
le spinge lo scirocco
sussurra un altro invito
che dice devi amare
che dice devi amare
Testo: F.De Andr C.Stanisci G.Lario
Anno di pubblicazione: 1958
E FU LA NOTTE
E fu la notte la notte per noi
notte profonda sul nostro amore
e fu la fine di tutto per noi
resta il passato e niente di pi
ma se ti dico "Non t'amo pi"
sono sicuro di non dire il vero
e fu la notte la notte per noi
buio e silenzio son scesi su noi
e fu la notte la notte per noi
buio e silenzio son scesi su noi
Testo: F.De Andr C.Stanisci F.Franchi
Anno di pubblicazione: 1958
servir
che per piangere sui tuoi occhi
che nessuno pi canter
ma non ti servir pi a niente non ti
servir
che per piangere sui tuoi occhi
che nessuno pi canter
Vola il tempo lo sai che vola e va
forse non ce ne accorgiamo
ma pi ancora del tempo che non ha et
siamo noi che ce ne andiamo
e per questo ti dico amore amor
io t'attender ogni sera
ma tu vieni non aspettare ancor
vieni adesso finch primavera
(Nota: Musica tratta dal Valzer
campestre della Suite siciliana di
G.Marinuzzi jr.)
Testo: F.De Andr
Anno di pubblicazione: 1964
GEORDIE
Uomo:
Mentre attraversavo London Bridge
un giorno senza sole
vidi una donna pianger d'amore,
piangeva per il suo Geordie
Donna:
Impiccheranno Geordie con una corda
d'oro,
un privilegio raro.
Rub sei cervi nel parco del re
vendendoli per denaro
13
Uomo:
Sellate il suo cavallo dalla bianca
criniera
sellatele il suo pony
cavalcher sino a Londra stasera
ad implorare per Geordie
Donna:
Geordie non rub mai neppure per me
un frutto o un fiore raro.
Rub sei cervi del parco del re
vedendoli per denaro
Insieme:
Salvate le sue labbra, salvate il suo
sorriso,
non ha vent'anni ancora
cadr l'inverno anche sopra il suo viso,
Potrete impiccarlo allora.
Uomo:
N il cuore degli inglesi n lo scettro del
re
Geordie potranno salvare,
anche se piangeranno con te
la legge non pu cambiare
Insieme:
cos lo impiccheranno con una corda
d'oro,
un privilegio raro.
rub sei cervi nel parco del re
Uomo: vendendoli per denaro
Testo: F.De Andr (traduzione di una canzone
popolare inglese)
Anno di pubblicazione: 1966
DELITTO DI PAESE
Non tutti nella capitale sbocciano i fiori
del male
qualche assassinio senza pretese abbiamo
anche noi in paese
qualche assassinio senza pretese
abbiamo anche noi qui in paese
aveva il capo tutto bianco ma il cuore
non ancor stanco
gli ritorn a battere in fretta per una
giovinetta
gli ritorn a battere in fretta per una
giovinetta
ma la sua voglia troppo viva subito gli
esauriva
in un sol bacio e una carezza l'ultima
giovinezza
in un sol bacio e una carezza l'ultima
giovinezza
quando la mano lei gli tese triste lui le
rispose
d'essere povero in bolletta lei si rivest in
fretta
d'essere povero in bolletta lei si rivest in
fretta
MARCIA NUZIALE
Vedi pag. 4
LA BUONA NOVELLA
(1970)
LAUDATE DOMINUM
Laudate Dominum
Laudate Dominum
Laudate Dominum
Testo: F.De Andr
Anno di pubblicazione: 1970
L'INFANZIA DI MARIA
Forse fu all'ora terza forse alla nona
cucito qualche giglio sul vestitino alla
buona
forse fu per bisogno o peggio per buon
esempio
presero i tuoi tre anni e li portarono al
tempio
presero i tuoi tre anni e li portarono al
tempio
Non fu pi il seno di Anna fra le mura
discrete
a consolare il pianto a calmarti la sete
dicono fosse un angelo a raccontarti le
14
ore
a misurarti il tempo fra cibo e Signore
a misurarti il tempo fra cibo e Signore
Scioglie la neve al sole ritorna l'acqua al
mare
il vento e la stagione ritornano a giocare
ma non per te bambina che nel tempio
resti china
ma non per te bambina che nel tempio
resti china
E quando i sacerdoti ti rifiutarono
alloggio
avevi dodici anni e nessuna colpa
addosso
ma per i sacerdoti fu colpa il tuo maggio
la tua verginit che si tingeva di rosso
la tua verginit che si tingeva di rosso
E si vuol dar marito a chi non lo voleva
si batte la campagna si fruga la via
popolo senza moglie uomini d'ogni leva
del corpo d'una vergine si fa lotteria
del corpo d'una vergine si fa lotteria.
Sciogli i capelli e guarda gi vengono...
Guardala guardala scioglie i capelli
sono pi lunghi dei nostri mantelli
guarda la pelle viene la nebbia
risplende il sole come la neve
guarda le mani guardale il viso
sembra venuta dal paradiso
guarda le forme la proporzione
sembra venuta per tentazione
guardala guardala scioglie i capelli
sono pi lunghi dei nostri mantelli
guarda le mani guardale il viso
sembra venuta dal paradiso
guardale gli occhi guarda i capelli
guarda le mani guardale il collo
guarda la carne guarda il suo viso
guarda i capelli del paradiso
guarda la carne guardale il collo
sembra venuta dal suo sorriso
guardale gli occhi guarda la neve
guarda la carne del paradiso
E fosti tu Giuseppe un reduce del
passato
falegname per forza padre per
professione
a vederti assegnata da un destino
sgarbato
una figlia di pi senza alcuna ragione
una bimba su cui non avevi intenzione
E mentre te ne vai stanco d'essere
stanco
la bambina per mano la tristezza di
fianco
IL SOGNO DI MARIA
"Nel Grembo umido, scuro del tempio,
l'ombra era fredda, gonfia d'incenso;
l'angelo scese, come ogni sera,
ad insegnarmi una nuova preghiera:
poi, d'improvviso, mi sciolse le mani
e le mie braccia divennero ali,
quando mi chiese - Conosci l'estate io, per un giorno, per un momento,
corsi a vedere il colore del vento.
Volammo davvero sopra le case,
oltre i cancelli, gli orti, le strade,
poi scivolammo tra valli fiorite
dove all'ulivo si abbraccia la vite.
Scendemmo l, dove il giorno si perde
a cercarsi da solo nascosto tra il verde,
e lui parl come quando si prega,
ed alla fine d'ogni preghiera
contava una vertebra della mia schiena.
IL RITORNO DI GIUSEPPE
Stelle, gi dal tramonto,
si contendono il cielo a frotte,
luci meticolose
nell'insegnarti la notte.
Un asino dai passi uguali,
compagno del tuo ritorno,
scandisce la distanza
lungo il morire del giorno.
Ai tuoi occhi, il deserto,
una distesa di segatura,
minuscoli frammenti
della fatica della natura.
Gli uomini della sabbia
hanno profili da assassini,
rinchiusi nei silenzi
d'una prigione senza confini.
Odore di Gerusalemme,
la tua mano accarezza il disegno
d'una bambola magra,
intagliata del legno.
"La vestirai, Maria,
ritornerai a quei giochi
lasciati quando i tuoi anni
erano cos pochi."
E lei vol fra le tue braccia
come una rondine,
e le sue dita come lacrime,
dal tuo ciglio alla gola,
suggerivano al viso,
una volta ignorato,
la tenerezza d'un sorriso,
un affetto quasi implorato.
E lo stupore nei tuoi occhi
sal dalle tue mani
che vuote intorno alle sue spalle,
si colmarono ai fianchi
della forma precisa
d'una vita recente,
di quel segreto che si svela
quando lievita il ventre.
15
AVE MARIA
E te ne vai, Maria, fra l'altra gente
che si raccoglie intorno al tuo passare,
siepe di sguardi che non fanno male
nella stagione di essere madre.
Sai che fra un'ora forse piangerai
poi la tua mano nasconder un sorriso:
gioia e dolore hanno il confine incerto
nella stagione che illumina il viso.
Ave Maria, adesso che sei donna,
ave alle donne come te, Maria,
femmine un giorno per un nuovo amore
povero o ricco, umile o Messia.
Femmine un giorno e poi madri per
sempre
nella stagione che stagioni non sente.
Testo: F.De Andr
Anno di pubblicazione: 1970
Padreterno,
e guardano in alto, trafitti dal sole,
gli spasimi d'un redentore.
Confusi alla folla ti seguono muti,
sgomenti al pensiero che tu li saluti:
"A redimere il mondo" gli serve pensare,
il tuo sangue pu certo bastare.
La semineranno per mare e per terra
tra boschi e citt la tua buona novella,
ma questo domani, con fede migliore,
stasera pi forte il terrore.
Nessuno di loro ti grida un addio
per esser scoperto cugino di Dio:
gli apostoli han chiuso le gole alla voce,
fratello che sanguini in croce.
Han volti distesi, gi inclini al perdono,
ormai che han veduto il tuo sangue di
uomo
fregiarti le membra di rivoli viola,
incapace di nuocere ancora.
Il potere vestito d'umana sembianza,
ormai ti considera morto abbastanza
e gi volge lo sguardo a spiar le
intenzioni
degli umili, degli straccioni.
Ma gli occhi dei poveri piangono altrove,
non sono venuti a esibire un dolore
che alla via della croce ha proibito
l'ingresso
a chi ti ama come se stesso.
Sono pallidi al volto, scavati al torace,
non hanno la faccia di chi si compiace
dei gesti che ormai ti propone il dolore,
eppure hanno un posto d'onore.
Non hanno negli occhi scintille di pena.
Non sono stupiti a vederti la schiena
piegata dal legno che a stento trascini,
eppure ti stanno vicini.
Perdonali se non ti lasciano solo,
se sanno morir sulla croce anche loro,
a piangerli sotto non han che le madri,
in fondo, son solo due ladri.
Testo: F.De Andr
Anno di pubblicazione: 1970
TRE MADRI
Madre di Tito:
"Tito, non sei figlio di Dio,
ma c' chi muore nel dirti addio".
Madre di Dimaco:
"Dimaco, ignori chi fu tuo padre,
ma pi di te muore tua madre".
Le due madri:
"Con troppe lacrime piangi, Maria,
solo l'immagine d'un'agonia:
sai che alla vita, nel terzo giorno,
16
IL TESTAMENTO DI TITO
Tito:
"Non avrai altro Dio all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo
occupato,
e non ascolt il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo
lontano,
davvero lo nominai invano.
Onora il padre, onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perch le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si ferm il cuore
non ho provato dolore.
Quanto a mio padre si ferm il cuore
non ho provato dolore.
Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
LAUDATE HOMINEM
Laudate Dominum
Laudate Dominum
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18
padroni
mi sped a sfogliare i tramonti in prigione solo la morte m'ha portato in collina
lo ferm con la morte, invent le stagioni inutile al mondo ed alle mie dita
bollato per sempre truffatore imbroglione Da chimico un giorno avevo il potere
... mi cercarono l'anima a forza di botte
dottor professor truffatore imbroglione
di sposar gli elementi e farli reagire,
ma gli uomini mai mi riusc di capire
Testo: F.De Andr G.Bentivoglio
E se furon due guardie a fermarmi la
perch si combinassero attraverso
Anno di pubblicazione: 1971
vita,
l'amore
proprio qui sulla terra la mela proibita, UN MALATO DI CUORE
affidando ad un gioco la gioia e il dolore
e non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha
"Cominciai a sognare anch'io insieme a
inventato,
Guardate il sorriso guardate il colore
loro
ci costringe a sognare in un giardino
come giocan sul viso di chi cerca
poi l'anima d'improvviso prese il volto"
incantato
l'amore:
ci costringe a sognare in un giardino
ma lo stesso sorriso lo stesso colore
Da ragazzo spiare i ragazzi giocare
incantato
dove sono sul viso di chi ha avuto
al ritmo balordo del tuo cuore malato
l'amore
e ti viene la voglia di uscire e provare
Testo: F.De Andr G.Bentivoglio
dove sono sul viso di chi ha avuto
che cosa ti manca per correre al prato,
Anno di pubblicazione: 1971
l'amore
e ti tieni la voglia, e rimani a pensare
UN MEDICO
come diavolo fanno a riprendere fiato
strano andarsene senza soffrire,
Da bambino volevo guarire i ciliegi
senza un volto di donna da dover
quando rossi di frutti li credevo feriti
Da uomo avvertire il tempo sprecato
ricordare.
la salute per me li aveva lasciati
a farti narrare la vita dagli occhi
Ma fosse diverso il vostro morire
coi fiori di neve che avevan perduti
e mai poter bere alla coppa d'un fiato
vuoi che uscite all'amore che cedete
ma a piccoli sorsi interrotti,
all'aprile
Un sogno, fu un sogno ma non dur
e mai poter bere alla coppa d'un fiato
cosa c' di diverso nel vostro morire
poco
ma a piccoli sorsi interrotti
per questo giurai che avrei fatto il dottore
Primavera non bussa lei entra sicura
e non per un dio ma nemmeno per
Eppure un sorriso io l'ho regalato
come il fumo lei penetra in ogni fessura
gioco:
e ancora ritorna in ogni sua estate
ha le labbra di carne i capelli di grano
perch i ciliegi tornassero in fiore,
quando io la guidai o fui forse guidato
che paura, che voglia che ti prenda per
perch i ciliegi tornassero in fiore
a contarle i capelli con le mani sudate
mano
non credo che chiesi promesse al suo
che paura, che voglia che ti porti lontano
E quando dottore lo fui finalmente
sguardo,
non volli tradire il bambino per l'uomo
non mi sembra che scelsi il silenzio o la
Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare
e vennero in tanti e si chiamavano
voce,
guardate l'ossigeno al suo fianco
"gente"
quando il cuore stord e ora no, non
dormire:
ciliegi malati in ogni stagione
ricordo
soltanto una legge che io riesco a capire
se fu troppo sgomento o troppo felice,
ha potuto sposarli senza farli scoppiare
E i colleghi d'accordo i colleghi contenti
e il cuore impazz e ora no, non ricordo,
soltanto la legge che io riesco a capire
nel leggermi in cuore tanta voglia
da quale orizzonte sfumasse la luce
d'amare
Fui chimico e, no, non mi volli sposare.
mi spedirono il meglio dei loro clienti
E fra lo spettacolo dolce dell'erba
Non sapevo con chi e chi avrei
con la diagnosi in faccia e per tutti era
fra lunghe carezze finite sul volto,
generato:
uguale:
quelle sue cosce color madreperla
Son morto in un esperimento sbagliato
ammalato di fame incapace a pagare
rimasero forse un fiore non colto.
proprio come gli idioti che muoion
Ma che la baciai questo s lo ricordo
d'amore
E allora capii fui costretto a capire
col cuore ormai sulle labbra,
e qualcuno dir che c' un modo
che fare il dottore soltanto un mestiere ma che la baciai, per Dio, s lo ricordo,
migliore
che la scienza non puoi regalarla alla
e il mio cuore le rest sulle labbra
gente
Testo: F.De Andr G.Bentivoglio
se non vuoi ammalarti dell'identico male, "E l'anima d'improvviso prese il volo
Anno di pubblicazione: 1971
se non vuoi che il sistema ti pigli per
ma non mi sento di sognare con loro
UN OTTICO
fame
no non mi riesce di sognare con loro"
Prima parte:
Testo: F.De Andr G.Bentivoglio
E il sistema sicuro pigliarti per fame
Anno di pubblicazione: 1971
nei tuoi figli in tua moglie che ormai ti
Daltonici, presbiti, mendicanti di vista
disprezza,
il mercante di luce, il vostro oculista,
UN CHIMICO
perci chiusi in bottiglia quei fiori di neve,
ora vuole soltanto clienti speciali
Solo la morte m'ha portato in collina
l'etichetta diceva: elisir di giovinezza
che non sanno che farne di occhi
un corpo fra i tanti a dar fosforo all'aria
normali.
per bivacchi di fuochi che dicono fatui
E un giudice, un giudice con la faccia da
che non lasciano cenere, non sciolgon
uomo
Non pi ottico ma spacciatore di lenti
la brina
19
Seconda parte:
Primo cliente - Vedo che salgo a rubare
il sole
per non aver pi notti,
perch non cada in reti di tramonto,
l'ho chiuso nei miei occhi,
e chi avr freddo e chi avr freddo
lungo il mio sguardo si dovr scaldare
Secondo cliente - Vedo i fiumi dentro le
mie vene,
cercano il loro mare,
rompono gli argini,
trovano cieli da fotografare.
Sangue che scorre senza fantasia
porta tumori di malinconia
Terzo cliente - Vedo gendarmi pascolare
donne chine sulla rugiada,
rosse le lingue al polline dei fiori
ma dov' l'ape regina?
Forse volata ai nidi dell'aurora,
forse volata, forse pi non vola
Quarto cliente - Vedo gli amici ancora
sulla strada,
loro non hanno fretta,
rubano ancora al sonno l'allegria
all'alba un po' di notte:
e poi la luce, luce che trasforma
il mondo in un giocattolo
Faremo gli occhiali cos!
Faremo gli occhiali cos!
Testo: F.De Andr G.Bentivoglio
Anno di pubblicazione: 1971
IL SUONATORE JONES
In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccit,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa
Sentivo la mia terra
vibrare di suoni, era il mio cuore
e allora perch coltivarla ancora,
come pensarla migliore
Libert l'ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato
STORIA DI UN
IMPIEGATO
(1973)
INTRODUZIONE
Lottavano cos come si gioca
i cuccioli del maggio era normale
loro avevano il tempo anche per la
galera
ad aspettarli fuori rimaneva
la stessa rabbia la stessa primavera...
Testo: F.De Andr G.Bentivoglio
Anno di pubblicazione: 1973
LA BOMBA IN TESTA
... e io contavo i denti ai francobolli
dicevo "grazie a Dio" "buon Natale"
mi sentivo normale
eppure i miei trent'anni
erano pochi pi dei loro
ma non importa adesso torno al lavoro.
Cantavano il disordine dei sogni
gli ingrati del benessere francese
e non davan l'idea
di denunciare uomini al balcone
di un solo maggio, di un unico paese.
E io ho la faccia usata dal buonsenso
ripeto "Non vogliamoci del male "
e non mi sento normale
e mi sorprendo ancora
a misurarmi su di loro
e adesso tardi, adesso torno al lavoro.
Rischiavano la strada e per un uomo
ci vuole pure un senso a sopportare
di poter sanguinare
e il senso non dev'essere rischiare
ma forse non voler pi sopportare.
Chiss cosa si prova a liberare
la fiducia nelle proprie tentazioni,
allontanare gli intrusi
dalle nostre emozioni,
allontanarli in tempo
e prima di trovarsi solo
con la paura di non tornare al lavoro.
Rischiare libert strada per strada,
scordarsi le rotaie verso casa,
io ne valgo la pena,
per arrivare ad incontrar la gente
senza dovermi fingere innocente.
AL BALLO MASCHERATO
Cristo drogato da troppe sconfitte
cede alla complicit
di Nobel che gli espone la praticit
di un'eventuale premio della bont.
Maria ignorata da un Edipo ormai
scaltro
mima una sua nostalgia di nativit,
io con la mia bomba porto la novit,
la bomba che debutta in societ,
al ballo mascherato della celebrit.
Dante alla porta di Paolo e Francesca
spia chi fa meglio di lui:
l dietro si racconta un amore normale
ma lui sapr poi renderlo tanto geniale.
E il viaggio all'inferno ora fallo da solo
con l'ultima invidia lasciata l sotto un
lenzuolo,
sorpresa sulla porta d'una felicit
la bomba ha risparmiato la normalit,
al ballo mascherato della celebrit.
La bomba non ha una natura gentile
ma spinta da imparzialit
sconvolge l'improbabile intimit
di un'apparente statua della Piet.
Grimilde di Manhattan, statua della
libert,
adesso non ha pi rivali la tua vanit
e il gioco dello specchio non si ripeter
"Sono pi bella io o la statua della Piet
"
dopo il ballo mascherato del celebrit.
Nelson strappato al suo carnevale
21
Imputato,
il dito pi lungo della tua mano
il medio
quello della mia
l'indice,
eppure anche tu hai giudicato.
Hai assolto e hai condannato
al di sopra di me,
ma al di sopra di me,
per quello che hai fatto,
per come lo hai rinnovato
il potere ti grato.
Ascolta
una volta un giudice come me
giudic chi gli aveva dettato la legge:
prima cambiarono il giudice
e subito dopo
la legge.
IL BOMBAROLO
Chi va dicendo in giro che odio il mio
lavoro
non sa con quanto amore mi dedico al
tritolo
quasi indipendente ancora poche ore
poi gli dar la voce il detonatore
Il mio Pinocchio fragile parente
artigianale
di ordigni costruiti su scala industriale
di me non far mai un cavaliere del
lavoro
io son d'un'altra razza son bombarolo
Nello scendere le scale ci metto pi
attenzione,
sarebbe imperdonabile giustiziarmi sul
portone
proprio nel giorno in cui la decisione
mia
sulla condanna a morte o l'amnistia
Per strada tante facce non hanno un bel
colore
qui chi non terrorizza si ammala di
terrore
c' chi aspetta la pioggia per non
piangere da solo
io sono d'un altro avviso son bombarolo
Intellettuali d'oggi idioti di domani
ridatemi il cervello che basta alle mie
mani
profeti molto acrobati della rivoluzione
oggi far da me senza lezione
Vi scover i nemici per voi cos distanti
e dopo averli uccisi sar fra i latitanti
ma finch li cerco io i latitanti sono loro
ho scelto un'altra scuola son bombarolo
Potere troppe volte delegato ad altre
mani
sganciato e restituitoci dai tuoi aeroplani
io vengo a restituirti un po' del tuo terrore
del tuo disordine del tuo rumore
Cos pensava forte un trentenne
disperato
se non del tutto giusto quasi niente
sbagliato
cercando il luogo idoneo adatto al suo
tritolo
insomma il posto degno d'un bombarolo
C' chi lo vide ridere davanti al
Parlamento
aspettando l'esplosione che provasse il
suo talento
c' chi lo vide piangere un torrente di
vocali
vedendo esplodere un chiosco di
giornali
Ma ci che lo fer profondamente
nell'orgoglio
fu l'immagine di lei che si sporgeva da
ogni foglio
lontana dal ridicolo in cui lo lasci solo
ma in prima pagina col bombarolo
Testo: F.De Andr G.Bentivoglio
Anno di pubblicazione: 1973
22
dell'amore
dopo l'amore cos sicure a rifugiarsi nei
"sempre"
nell'ipocrisia dei "mai"
non sono riuscito a cambiarti
non mi hai cambiato lo sai.
E dietro ai microfoni porteranno uno
specchio
per farti pi bella e pesarmi gi vecchio
tu regalagli un trucco che con me non
portavi
e loro si stupiranno
che tu non mi bastavi,
digli pure che il potere io l'ho scagliato
dalle mani
dove l'amore non era adulto e ti lasciavo
graffi sui seni
per ritornare dopo l'amore
alle carenze dell'amore
era facile ormai
non sei riuscita a cambiarmi
non ti ho cambiata lo sai.
Digli che i tuoi occhi me li han ridati
sempre
come fiori regalati a maggio e restituiti in
novembre
i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi
ti ha dato lavoro
i tuoi occhi assunti da tre anni
i tuoi occhi per loro,
ormai buoni per setacciare spiagge con
la scusa del corallo
o per buttarsi in un cinema con una
pietra al collo
e troppo stanchi per non vergognarsi
di confessarlo nei miei
proprio identici ai tuoi
sono riusciti a cambiarci
ci son riusciti lo sai.
Ma senza che gli altri non ne sappiano
niente
dirmi senza un programma dimmi come
ci si sente
continuerai ad ammirarti tanto da volerti
portare al dito
farai l'amore per amore
o per avercelo garantito,
andrai a vivere con Alice che si fa il
whisky distillando fiori
o con un Casanova che ti promette di
presentarti ai genitori
o resterai pi semplicemente
dove un attimo vale un altro
senza chiederti come mai,
continuerai a farti scegliere
o finalmente sceglierai.
Testo: F.De Andr G.Bentivoglio
Anno di pubblicazione: 1973
CANZONI
(1974)
ma pi umano abbandonato
nella nostra mente lui non naufrag
e tu vuoi viaggiargli insieme
vuoi viaggiargli insieme ciecamente
forse avrai fiducia in lui
perch ti ha toccato il corpo con la
mente
E Suzanne ti d la mano
ti accompagna lungo il fiume
porta addosso stracci e piume
presi in qualche dormitorio
il sole scende come miele
su di lei donna del porto
che ti indica i colori
fra la spazzatura e i fiori
scopri eroi fra le alghe marce
e bambini nel mattino
che si sporgono all'amore
e cos faranno sempre
e Suzanne regge lo specchio
e tu vuoi viaggiarle insieme
vuoi viaggiarle insieme ciecamente
perch sai che ti ha toccato il corpo
il tuo corpo perfetto con la mente
FILA LA LANA
Vedi pag. 2
LA BALLATADELL'AMORE CIECO (O
DELLA VANITA)
Vedi pag. 2
SUZANNE
Nel suo posto in riva al fiume
Suzanne ti ha voluto accanto
e ora ascolti andar le barche
ora puoi dormirle al fianco
s lo sai che lei pazza
ma per questo sei con lei
e ti offre il t e le arance
che ha portato dalla Cina
e proprio mentre stai per dirle
che non hai amore da offrirle
lei gi sulla tua onda
e fa che il fiume ti risponda
che da sempre siete amanti
e tu vuoi viaggiarle insieme
voi viaggiarle insieme ciecamente
perch sai che le hai toccato il corpo
il suo corpo perfetto con la mente
E Ges fu un marinaio
finch cammin sull'acqua
e rest per molto tempo
a guardare solitario
dalla sua torre di legno
e poi quando fu sicuro
che soltanto agli annegati
fosse dato di vederlo disse
"Siate marinai finch il mare vi liberer"
e lui stesso fu spezzato
25
DELITTO DI PAESE
Vedi pag. 10
VALZER PER UN AMORE
Vedi pag. 9
VOLUME 8
(1975)
GIOVANNA D'ARCO
Attraverso il buio Giovanna D'Arco
precedeva le fiamme cavalcando
nessuna luna per la sua corazza
nessun uomo nella sua fumosa notte al
suo fianco
LA CATTIVASTRADA
Alla parata militare
sput negli occhi a un innocente
e quando lui chiese "Perch"
lui gli rispose "Questo niente
e adesso ora che io vada"
e l'innocente lo segu
senza le armi lo segu
sulla sua cattiva strada
OCEANO
Quanti cavalli hai tu ceduto alla porta
tu che sfiori il cielo col tuo dito pi corto
la notte non ha bisogno
la notte fa benissimo a meno del tuo
concerto
ti offenderesti se qualcuno ti chiamasse
un tentativo.
Ed arriv un bambino con le mani in
26
tasca
ed un oceano verde dietro le spalle
disse "Vorrei sapere, quanto grande il
verde
come bello il mare, quanto dura una
stanza
troppo tempo che guardo il sole, mi ha
fatto male "
Prova a lasciare le campane al loro
cerchio di rondini
e non ficcare il naso negli affari miei
e non venirmi a dire "Preferisco un
poeta,
preferisco un poeta ad un poeta
sconfitto"
Ma se ci tieni tanto poi baciarmi ogni
volta che vuoi.
Testo: F.De Andr F.De Gregori
Anno di pubblicazione: 1973
NANCY
Un po' di tempo fa Nancy era senza
compagnia
all'ultimo spettacolo con la sua
bigiotteria.
Nel palazzo di giustizia suo padre era
innocente
nel palazzo del mistero non c'era proprio
niente
non c'era quasi niente.
Un po' di tempo fa eravamo distratti
lei portava calze verdi dormiva con tutti.
Ma cosa fai domani non lo chiese mai a
nessuno
s'innamor di tutti noi non proprio di
qualcuno
non proprio di qualcuno.
E un po' di tempo fa col telefono rotto
cerc dal terzo piano la sua serenit.
Dicevamo che era libera e nessuno era
sincero
non l'avremmo corteggiata mai nel
palazzo del mistero
nel palazzo del ministero.
E dove mandi i tuoi pensieri adesso trovi
Nancy a fermarli
molti hanno usato il suo corpo molti
hanno pettinato i suoi capelli.
E nel vuoto della notte quando hai
freddo e sei perduto
ancora Nancy che ti dice - Amore
sono contenta che sei venuto.
Sono contenta che sei venuto.
Testo: F.De Andr (traduzione di Nancy di
L.Cohen)
Anno di pubblicazione: 1975
LE STORIE DI IERI
Mio padre aveva un sogno comune
condiviso dalla sua generazione
la mascella al cortile parlava
troppi morti lo hanno tradito
tutta gente che aveva capito.
E il bambino nel cortile sta giocando
tira sassi nel cielo e nel mare
ogni volta che colpisce una stella
chiude gli occhi e si mette a sognare
chiude gli occhi e si mette a volare.
E i cavalli a Sal sono morti di noia
a giocare col nero perdi sempre
Mussolini ha scritto anche poesie
i poeti che strane creature
ogni volta che parlano una truffa.
Ma mio padre un ragazzo tranquillo
la mattina legge molti giornali
convinto di avere delle idee
e suo figlio una nave pirata
e suo figlio una nave pirata.
E anche adesso rimasta una scritta
nera
sopra il muro davanti casa mia
dice che il movimento vincer
il gran capo ha la faccia serena
la cravatta intonata alla camicia.
Ma il bambino nel cortile si fermato
si stancato di seguire gli aquiloni
si seduto tra i ricordi vicini i rumori
lontani
guarda il muro e si guarda le mani
guarda il muro e si guarda le mani
guarda il muro e si guarda le mani.
Testo: F.De Gregori
Anno di pubblicazione: 1975
GIUGNO '73
Tua madre ce l'ha molto con me
perch sono sposato e in pi canto
per canto bene e non so se tua madre
sia altrettanto capace a vergognarsi di
me.
La gazza che ti ho regalato
morta, tua sorella ne ha pianto,
quel giorno non avevano fiori, peccato,
quel giorno vendevano gazze parlanti.
E speravo che avrebbe insegnato a tua
madre
A dirmi "Ciao come stai ", insomma non
proprio a cantare
per quello ci sono gi io come sai.
I miei amici sono tutti educati con te
per vestono in modo un po' strano
DOLCE LUNA
Cammina come un vecchio marinaio
non ha pi un posto dove andare
la terra sotto i piedi non lo aspetta
strano modo di ballare
sua moglie ha un altro uomo e un'altra
donna, proprio un uomo da buttare
e nelle tasche gli rimasta solo un po' di
polvere di mare
e non pu testimoniare.
Si muove sopra i sassi
come un leone invernale
ti pu parlare ore ed ore
della sua quarta guerra mondiale
conserva la sua cena dentro a un foglio
di giornale
la sua ragazza "esca dalle lunghe
gambe" fa all'amore niente male
e non pu testimoniare.
Lui vide il marinaio indiano
alzarsi in piedi e barcollare
con un coltello nella schiena
tra la schiuma e la stella polare
e il timoniere di Shanghai torn tranquillo
a pilotare
e lui lo vide con l'anello al dito e un altro
anello da rubare
ma non pu testimoniare.
Dal buio delle tango notti "Balla Linda"
alla paralisi di un porto,
la luce delle stelle chiare
come un rifugio capovolto,
la sua balena "Dolce Luna" che lo
aspettata in alto mare,
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AMICO FRAGILE
Evaporato in una nuvola rossa
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo, "Se mi vuoi bene piangi "
per essere corrisposti,
valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo":
per osservarvi affittare un chilo d'era
ai contadini in pensione e alle loro
donne
e regalare a piene mani oceani
ed altre ed altre onde ai marinai in
servizio,
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri
nascondigli
senza rimpiangere la mia credulit:
perch gi dalla prima trincea
ero pi curioso di voi,
ero molto pi curioso di voi
E poi sorpreso dai vostri "Come sta"
meravigliato da luoghi meno comuni e
pi feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potr occuparmi un'ora al mese
di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei una donna piuttosto
distratta"
E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell'ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chiss quale avvenire
RIMINI
(1978)
RIMINI
Teresa ha gli occhi secchi
guarda verso il mare
per lei figlia di pirati
penso che sia normale
Teresa parla poco
ha labbra screpolate
mi indica un amore perso
a Rimini d'estate.
Lei dice bruciato in piazza
dalla santa inquisizione
forse perduto a Cuba
nella rivoluzione
o nel porto di New York
nella caccia alle streghe
oppure in nessun posto
ma nessuno le crede.
Coro: Rimini, Rimini
28
29
mitraglia.
Occhi di bosco contadino del regno
profilo francese
Occhi di bosco soldato del regno profilo
francese
E Andrea l'ha perso ha perso l'amore la
perla pi rara
E Andrea ha in bocca un dolore la perla
pi scura.
Andrea raccoglieva violette ai bordi del
pozzo
Andrea gettava Riccioli neri nel cerchio
del pozzo
Il secchio gli disse - Signore il pozzo
profondo
pi fondo del fondo degli occhi della
Notte del Pianto.
Lui disse - Mi basta mi basta che sia pi
profondo di me.
Lui disse - Mi basta mi basta che sia pi
profondo di me.
Testo: F.De Andr M.Bubola
Anno di pubblicazione: 1978
AVVENTURAADURANGO
Peperoncini rossi nel sole cocente
polvere sul viso e sul cappello
io e Maddalena all'occidente
abbiamo aperto i nostri occhi oltre il
cancello
ho dato la chitarra al figlio del fornaio
per una pizza ed un fucile
la ricomprer lungo il sentiero
e suoner per Maddalena all'imbrunire.
Nun chiagne Maddalena Dio ci
guarder
e presto arriveremo a Durango
Stringimi Maddalena 'sto deserto finir
tu potrai ballare o fandango
Dopo i templi aztechi e le rovine
le prime stelle sul Rio Grande
Di notte sogno il campanile
e il collo di Ramon pieno di sangue
Sono stato proprio io all'osteria
a premere le dita sul grilletto
Vieni mia Maddalena voliamo via
il cane abbaia quel che fatto fatto
Nun chiagne Maddalena Dio ci
guarder
e presto arriveremo a Durango
Stringimi Maddalena 'sto deserto finir
tu potrai ballare o fandango
Alla corrida con tequila ghiacciata
vedremo il toreador toccare il cielo
All'ombra della tribuna antica
SALLY
Mia madre mi disse - Non devi giocare
con gli zingari nel bosco
Mia madre mi disse - Non devi giocare
con gli zingari nel bosco
Ma il bosco era scuro l'erba gi verde
l venne Sally con un tamburello
ma il bosco era scuro l'erba gi alta
dite a mia madre che non torner
Andai verso il mare senza barche per
traversare
spesi cento lire per un pesciolino d'oro
Andai verso il mare senza barche per
traversare
spesi cento lire per un pesciolino cieco
Gli montai sulla groppa e sparii in un
baleno
andate a dire a Sally che non torner
Gli montai sulla groppa e sparii in un
momento
dite a mia madre che non torner
Vicino alla citt trovai Pilar del mare
con due gocce di eroina si
addormentava il cuore
Vicino alle roulottes trovai Pilar dei meli
bocca sporca di mirtilli un coltello in
mezzo ai seni
Mi svegliai sulla quercia l'assassino era
fuggito
dite al pesciolino che non torner
Mi guardai nello stagno l'assassino s'era
gi lavato
dite a mia madre che non torner
Seduto sotto un ponte si annusava il re
dei topi
sulla strada le sue bambole bruciavano
copertoni
Sdraiato sotto il ponte si adorava il re dei
topi
sulla strada le sue bambole adescavano
i signori
Mi parl sulla bocca mi don un
braccialetto
dite alla quercia che non torner
Mi baci sulla bocca mi propose il suo
letto
dite a mia madre che non torner
Mia madre mi disse - Non devi giocare
con gli zingari del bosco
Ma il bosco era scuro l'erba gi verde
l venne Sally con un tamburello
Testo: F.De Andr M.Bubola
Anno di pubblicazione: 1978
ZIRICHILTAGGIA
Di chissu che babbu ci ha lactu la
meddu palti ti sei presa
lu muntiggiu riu cu lu saru li cchi
sulcini lu trau mannu
e m'hai laccatu monti mccju e zirichlti
Ma tu ti sei tentu lu riu e la casa e tuttu
chissu che v'era 'ndrentu
li piri butrro e l'oltu cultiato e dapi di sei
mesi che mi n'era 'ndatu
para un campusantu bumbaldatu
Ti ni sei andatu a camp cun li signuri
fnditi comand da to mudderi
e li soldi di babbu l'hai spesi tutti in cosi
boni, midicini e giornali
che to fiddlu a cattr'anni aja j l'ucchjali
Ma me muddri campa da signora a me
fiddlu cunnosci pi di milli paruli
la tja mugnedi di la manzna a la
sera
e li toi fiddli so brutti di tarra e di lozzu
e andarni a cuiussi a calche zirccu
Candu tu sei paltutu suldatu piagnii
come unu stddu
e da li babbi di li toi amanti t'ha salvatu tu
fratddu
e si lu curggiu che t' filmatu sempre
30
chiddu
chill'mu a vidi in piazza ca l'ha pi tostu
lu murro
e pa lu stantu ponimi la faccia in culu
FOLAGHE
(Strumentale)
Anno di pubblicazione: 1978
TITTI
Come due canne sul calcio del fucile
come due promesse nello stesso aprile
come due serenate alla stessa finestra
come due cappelli sulla stessa testa
come due soldini sul palmo della mano
come due usignoli pioggia e piume sullo
stesso ramo.
Titti aveva due amori uno di cielo uno di
terra
di segno contrario uno in pace uno in
guerra
Titti aveva due amori uno in terra uno in
cielo
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FABRIZIO DE ANDRE
32
in vida e in sa morte
e in sa diciosa sorte
in paradisu
Testo: Da un canto tradizionale sardo
Anno di pubblicazione: 1981
lontano
perch domani sar un giorno lungo e
senza parole
perch domani sar un giorno incerto di
nuvole e sole
ma dov' dov' il tuo amore, ma dove
finito il tuo amore
Testo: F.De Andr M.Bubola
Anno di pubblicazione: 1981
senza fortuna
questa notte dormirai col suo ritratto
proprio sotto il tuo fucile
Hanno detto che Franziska non riesce
pi a cantare
anche l'ultima sorella tra un po' vedr
sposare
l'altro giorno un altro uomo le ha sorriso
per la strada
era certo un forestiero che non sapeva
quel che costava
FRANZISKA
Hanno detto che Franziska stanca di
Dio onnipotente
pregare
Marinaio di foresta senza sonno e senza
ti ha visitato
tutta notte alla finestra aspetta il tuo
canzoni
e ti ha conseravato
segnale
senza
una conchiglia da portare o una
immacolata
quanto piccolo il suo cuore e grande la
rete d'illusioni.
montagna
Marinaio di foresta senza sonno e senza
Prega tuo figlio
quanto taglia il suo dolore pi d'un
canzoni
per noi peccatori
coltello, coltello di Spagna
senza una conchiglia da portare o una
che tutti gli errori
rete d'illusioni
ci perdoni
Tu bandito senza luna senza stelle e
senza fortuna
Testo: F.De Andr M.Bubola
Tantissime grazie ci doni
questa notte dormirai col suo rosario
Anno di pubblicazione: 1981
nella vita e nella morte
stretto intorno al tuo fucile.
e un meraviglioso destino
SE TI TAGLIASSERO APEZZETTI
Tu bandito senza luna senza stelle e
in paradiso
senza fortuna
Se ti tagliassero a pezzetti
questa
notte
dormirai
col
suo
rosario
il vento li raccoglierebbe
HOTEL SUPRAMONTE
stretto intorno al tuo fucile
il regno dei ragni cucirebbe la pelle
E se vai all'Hotel Supramonte e guardi il
e la luna tesserebbe i capelli e il viso
cielo
Hanno detto che Franziska stanca di
e il polline di Dio di Dio il sorriso
tu vedrai una donna in fiamme e un
ballare
uomo solo
con un uomo che non ride e non la pu Ti ho trovata lungo il fiume
e una lettera vera di notte falsa di giorno
baciare
che suonavi una foglia di fiore
e poi scuse e accuse e scuse senza
tutta notte sulla quercia l'hai seguita in
che cantavi parole leggere, parole
ritorno
mezzo ai rami
d'amore
e ora viaggi ridi vivi o sei perduta
dietro il palco sull'orchestra i tuoi occhi
ho assaggiato le tue labbra di miele
col tuo ordine discreto dentro il cuore
come due cani
rosso rosso
ma dov' dov' il tuo amore, ma dove
ti ho detto dammi quello che vuoi, io
finito il tuo amore
Marinaio di foresta senza sonno e senza
quel che posso
canzoni
Grazie al cielo ho una bocca per bere e senza una conchiglia da portare o una
Rosa gialla rosa di rame
non facile
rete d'illusioni.
mai ballato cos a lungo
grazie a te ho una barca da scrivere ho Marinaio di foresta senza sonno e senza lungo il filo della notte sulle pietre del
un treno da perdere
canzoni
giorno
e un invito all'Hotel Supramonte dove ho senza una conchiglia da portare o una
io suonatore di chitarra io suonatore di
visto la neve
rete d'illusioni.
mandolino
sul tuo corpo cos dolce di fame cos
alla fine siamo caduti sopra il fieno
dolce di sete
Hanno detto che Franziska stanca di
passer anche questa stazione senza
posare
Persa per molto persa per poco
far male
per un uomo che dipinge e non la pu
presa sul serio presa per gioco
passer questa pioggia sottile come
guardare
non c' stato molto da dire o da pensare
passa il dolore
filo filo del mio cuore che dagli occhi
la fortuna sorrideva come uno stagno a
ma dov' dov' il tuo cuore, ma dove
porti al mare
primavera
finito il tuo cuore
c' una lacrima nascosta che nessuno
spettinata da tutti i venti della sera
mi sa disegnare
E ora siedo sul letto del bosco che ormai
E adesso aspetter domani
ha il tuo nome
Tu bandito senza luna senza stelle e
per avere nostalgia
ora il tempo un signore distratto un
senza fortuna
signora libert signorina fantasia
bambino che dorme
questa notte dormirai col suo rosario
cos preziosa come il vino cos gratis
ma se ti svegli e hai ancora paura
stretto intorno al tuo fucile.
come la tristezza
ridammi la mano
Tu bandito senza luna senza stelle e
con la tua nuvola di dubbi e di bellezza
cosa importa se sono caduto se sono
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VERDI PASCOLI
Gli aranci sono grossi
i limoni sono rossi
lass, lass nei verdi pascoli
ogni angelo un bambino
sporco e birichino
lass, lass nei verdi pascoli
E ora non piangere perch
presto la notte finir
con le sue perle stelle e strisce
in fondo al cielo
e ora sorridimi perch
presto la notte se ne andr
con le sue stelle arrugginite
in fondo al mare
La radio suona sempre canzoni da
ballare
lass, lass nei verdi pascoli
niente da scommettere
tutto da giocare
lass, lass nei verdi pascoli
E ora non piangere perch
presto la notte se ne andr
con le sue perle stelle e strisce
in fondo al cielo
e ora sorridimi perch
presto la notte finir
con le sue stelle arrugginite
in fondo al mare
Non c' d'andare a scuola
ti basta una parola
lass, lass nei verdi pascoli
c' carne da mangiare
erba da sognare
lass, lass nei verdi pascoli
E ora non piangere perch
CREUZA DE M
(1984)
CREUZA DE M
Umbre de muri muri de main
dunde ne vegn duve l' ch'an
da 'n scitu duve a l'n-a a se mustra na
e a neutte a n' puntou u cutellu gua
e a munt l'se gh' restou Diu
u Diu l' in e u s' gh' faetu u nu
ne sciurtmmu da u m pe sciug e
osse da u Dria
e a funtan-a di cumbi 'nta c de pria
E 'nt'a c de pria chi ghe sai
int' c du Dria che u nu l' main
gente de Lgan facce de mandill
qui che du luassu preferiscian l'
figge de famiggia ud de bun
che ti peu ammile senza u gundun
E a 'ste panse veue cose che dai
cose da beive, cose da mangi
fritta de pigneu giancu de Purtufin
ervelle de bae 'nt'u meximu vin
lasagne da fiddi ai quattru tucchi
pacigu in aegruduse de lvre de cuppi
**
E 'nt'a barca du vin ghe naveghiemu
'nsc'i scheuggi
emigranti du re cu'i cioi 'nt'i euggi
finch u matin cresci da puilu
rechugge
fr di ganeuffeni e d figge
bacan d'a corda marsa d'aegua e de s
che a ne liga e a ne porta 'nte 'na creuza
de m
lerfe de ga spin-a
fatt'ammi Jamin-a
roggiu de mussa pin-a
e u muru 'ntu s
sgu de s de cheusce
duve gh' pei gh' am sultan-a de e
bagasce
dagghe ciann Jamin-a
nu naveg de spunda
primma ch' cu ch' munta e a chin-a
nu me se desfe 'nte l'unda
e l'rtimu respiu Jamin-a
regin-a mua de e sambe
me u tegnu pe sciurt vivu
da u gruppu de e teu gambe
Testo: F.De Andr M.Pagani
Anno di pubblicazione: 1984
JAMINA (traduzione)
Lingua infuocata Jamina
lupa di pelle scura
con la bocca spalancata
morso di carne soda
stella nera che brilla
mi voglio divertire
nell'umido dolce
del miele del tuo alveare
sorella mia Jamina
mi perdonerai
se non riuscir a essere porco
come i tuoi pensieri
staccati Jamina
labbra di uva spina
fatti guardare Jamina
getto di fica sazia
e la faccia nel sudore
sugo di sale di cosce
dove c' pelo c' amore
sultana delle troie
dacci piano Jamina
non navigare di sponda
prima che la voglia che sale e scende
non mi si disfi nell'onda
e l'ultimo respiro Jamina
regina madre delle sambe
me lo tengo per uscire vivo
dal nodo delle tue gambe
SIDUN
U m ninin* u m
u m
lerfe grasse au su
d'am d'am
tm due benignu
de teu mua
spremmu 'nta maccaia
de st de st
e oua grmmu de sangue ouge
e denti de laete
e i euggi di surdatti chen arragg
cu'a sccimma a a bucca cacciui de
b
35
e questa la memoria
la memoria di Cicala
ma sui libri di storia
Sinn Capudn Pasci
E digli a chi mi chiama rinnegato
che a tutte le ricchezze all'argento e
all'oro
Sinn ha concesso di luccicare al sole
bestemmiando Maometto al posto del
Signore
in mezzo al mare c'e' un pesce tondo
che quando vede le brutte va sul fondo
in mezzo al mare c' un pesce palla
che quando vede le belle viene a galla
A PITTIMA
Cosa ghe possu ghe possu f
se nu gh' brasse pe f u main
se infundo a e brasse nu gh' mn du
massacn
e mi gh' 'n pgnu du ch'u p 'n niu
gh' 'na cascetta larga 'n diu
gistu pe ascndime c'u vestiu der a 'n
fiu
e vaddu in gi a erca i din
a chi se i tegne e ghe l'n prest
e ghe i dumandu timidamente ma in
mezu gente
e a chi nu veu dse raxn
che p de strn cuntru u trun
ghe mandu a d che vive l' cu ma a
bu-n mercu
mi sun 'na pittima rispett
e nu an 'ngu a cunt
che quandu a vittima l' 'n strass ghe
d du m
Testo: F.De Andr M.Pagani
Anno di pubblicazione: 1984
buon mercato
io sono una pittima rispettata
e non andare in giro a raccontare
che quando la vittima uno straccione
gli do del mio
A DUMENEGA
Quandu dumenega fan u gu
cappellin neuvu neuvu u vestiu
cu 'a madama a madama 'n testa
o belin che festa o belin che festa
a ttti apreuvu pruccessin
d'a Teresin-a du Teresn
ttti a mi figge du diu
che belin de lou che belin de lou
e a stu luci de cheusce e de tettn
ghe fan u scitu anche i ci piccin
mama mama damme palanche
veuggiu an a casn veuggiu an a
casn
e ci s'addentran inta citt
ci euggi e vuxi ghe dan der
ghe dixan quellu che nu pean d
de zeggia sabbu e de lned
a Ciamberlin ** sssa belin
Fuxe cheusce de sciaccanuxe
in Caignn musse de tersa man
e in Puntexellu ghe mustran l'xellu
e u dirett du portu c'u ghe vedde l'ou
'nte quelle scciappe a reposu da a lou
pe nu f vedde ch'u l' cuntentu
ch'u meu-neuvu u gh' u finansiamentu
u se cunfunde 'nta confsin
cun l'euggiu pin de indignasin
e u ghe cra u ghe cra der
bagasce si e ghe rest
e ti che ti ghe sbraggi apreuvu
mancu ci u nasu gh'avei de neuvu
bruttu galsciu de 'n purtu de Cristu
nu t' l'nicu ch'u se n' avvistu
che in mezzu a quelle create
che se guagnan u pan da ne
a gh' a gh' a gh' a gh'
a gh' anche teu mugg
a Ciamberlin sssa belin
Fuxe cheusce de sciaccanuxe
in Caignn musse de tersa man
e in Puntexellu ghe mustran l'xellu
Testo: F.De Andr M.Pagani
Anno di pubblicazione: 1984
36
e 'n cm de legnu du
e 'nte 'na beretta neigra
a teu fotu da fantinn-a
pe pui bax ancn Zena
'nsci teu bucca in naftalin-a
Testo: F.De Andr M.Pagani
Anno di pubblicazione: 1984
LE NUVOLE
(1990)
LE NUVOLE
Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio
Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell'airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti
metri
Certe volte ti avvisano con un rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore
Vengono
vanno
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi pi il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere pi
OTTOCENTO
Cantami di questo tempo
l'astio e il malcontento
di chi sottovento
e non vuol sentir l'odore
di questo motor
che ci porta avanti
quasi tutti quanti
maschi, femmine e cantanti
su un tappeto di contanti
nel cielo blu
Figlia della mia famiglia
sei la meraviglia
gi matura e ancora pura
come la verdura di pap
Figlio bello e audace
bronzo di Versace
figlio sempre pi capace
di giocare in borsa
di stuprare in corsa e tu
moglie dalle larghe maglie
dalle molte voglie
esperta di anticaglie
scatole d'argento ti regaler
Ottocento
Novecento
Millecinquecento scatole d'argento
fine Settecento ti regaler
Quanti pezzi di ricambio
quante meraviglie
quanti articoli di scambio
quante belle figlie da sposar
e quante belle valvole e pistoni
fegati e polmoni
e quante belle biglie a rotolar
e quante belle triglie nel mar
Figlio figlio
povero figlio
eri bello bianco e vermiglio
quale intruglio ti ha perduto nel Naviglio
figlio figlio
unico sbaglio
annegato come un coniglio
per ferirmi, pugnalarmi nell'orgoglio
a me a me
37
DON RAFFAE'
Io mi chiamo Pasquale Cafiero
e son brigadiero del carcere Oin
io mi chiamo Cafiero Pasquale
e sto a Poggio Reale dal '53
e al centesimo catenaccio
alla sera mi sento uno straccio
per fortuna che al braccio speciale
c' un uomo geniale che parla co' me
Tutto il giorno con quattro infamoni
briganti, papponi, cornuti e lacch
tutte l'ore co' 'sta fetenzia
che sputa minaccia e s' piglia co' me
ma alla fine m'assetto papale
mi sbottono e mi leggo 'o giornale
mi consiglio con don Raffae'
mi spiega che penso e bevimm ' caf
Ah che bell ' caf
pure in carcere 'o sanno f
co' ricetta ch'a Ciccirinella
compagno di cella
ci ha dato mamm
Prima pagina venti notizie
se tengono l'immunit
don Raffae' voi politicamente
io ve lo giuro sarebbe 'no santo
ma 'ca dinto voi state a pag
e fora chiss'atre se stanno a spass
A proposito tengo 'no frate
che da quindici anni sta disoccupato
chiss'ha fatto cinquanta concorsi
novanta domande e duecento ricorsi
voi che date conforto e lavoro
Eminenza vi bacio v'imploro
chillo duorme co' mamma e co' me
che crema d'Arabia ch' chisto caf
Testo: F.De Andr M.Bubola
Anno di pubblicazione: 1990
38
da Palermo ad Aosta
si gonfiava in un coro
di vibrante protesta
Baggina: cos viene chiamata a Milano
la Casa di Riposo per anziani "Pio
Albergo Trivulzio"
Baffi di Sego: gendarme austriaco in
una satira di Giuseppe Giusti
De Andrade: vedi "Serafino Ponte
Grande" di Oswald De Andrade
Testo: F.De Andr
Anno di pubblicazione: 1990
MGU MGUN
E mi e mi e mi
e an an
e a laia sciurt
e su su
e ou cou ou cou ou cou
da rebell
fin a pigg pigg
ou trn ou trn
E nta galleria
gnte a lntra au scu
scirte amaruta
lougu de 'n spesi
e 'ntu stritu t'aguitan
te dumndan chi t'
a sustnsa e ou mest
che pe' liatri ou viaggi ou nu l'
poi te tcca 'n purt lepegsu
e 'na stnsia lvega
e 'nte l'tra stnsia
bagsce a d ou men
e ti cu 'na que che nu ti vou
a ti 'a Bibbia 'nta migia
serr a cive nche ou barcn
e aresentte srvia ou cou
Uh mgu mgu mgu m megn
Uh chin-a chin-a z da ou caragn
'Na carga da
nsciu de 'n turt
'na fain ch'a sa
e a ghe manca 'a s
ttti sssa rsca
da ou xatt in z
se ti gi 'a tsta
ti te vddi ou c
e a st foa gu' ou repentin
ch'a te tcche 'na pascin
pe 'na fccia da Madnna
ch'a a te spsta ou ghirindn
n am mai in esclusiva
smpre cun quarcsa da pag
na scignurn-a che sttu ca
a gh'a ou grbu da scigna
'A IMMA
Ti t'adescie 'nsce l'ndegu du matin
ch' luxe a l' 'n p 'n tra e l'tru in m
ti t'ammie a uo spgiu de 'n tianin
ou ou s'amni a ou spegiu d ruz
ti mettie ou brgu rddenu 'nte 'n
cantn
ti mettie ou brgu rddenu 'nte 'n
cuxn-a stra
a xea de cunt 'e pgge che ghe sn
'a imma a l' za pinn-a a l' za cxia
sern tra sca
LA CIMA (traduzione)
Ti sveglierai sullindaco del mattino
quando la luce ha un piede in terra e
l'altro in mare
ti guarderai allo specchio di un tegamino
il cielo si guarder allo specchio della
rugiada
metterai la scopa diritta in un angolo
che se dalla cappa scivola in cucina la
strega
a forza di contare le paglie che ci sono
la cima gi piena gi cucita
Cielo sereno terra scura
carne tenera non diventare nera
non ritornare dura
Bel guanciale materasso di ogni ben di
Dio
prima di battezzarla nelle erbe
aromatiche
con due grossi aghi dritto in punta di
piedi
da sopra e sotto svelto la pungerai
aria di luna vecchia di chiarore di nebbia
che il chierico perde la testa e l'asino il
sentiero
di chistu core
Ma nudda si po' f nudda
in Gaddura
che no lu nini a sap
int'un'ora
e 'nfattu una 'ecchia infrasconata fea ea
ea ea
piagnendi e figgiulendi si dicia c li bae
ae ae
- Beata idda
uai che bedd'omu
beata idda
cioanu e moru
beata idda
sola mi moru
beata idda
i me l'ammentu
beata idda
pi d'una 'olta
beata idda
'ezzaia tolta Amuri mannu
di prima 'olta
l'aba si suggi tuttu lu meli di chista multa
amori steddu
di tutte l'ore di petralana lu battaddolu
di chistu core
E lu paese intreu s'agghindesi
pa' lu coiu
lu parracu mattessi intresi
in lu soiu
ma a cuiuassi no riscisini
l'aina e l'omu
ch da li documenti escisini
fratili in primu
e idda si tunchi abbeddulata ea ea ea
ea
iddu le rispundia linghitontu ae ae ae ae
Testo: F.De Andr
Anno di pubblicazione: 1990
il Maestrale
e lei ragliava incantata "Ea ea ea ea"
lui le rispondeva pronunciando male "Ae
ae ae ae"
Amore grande
di prima volta
l'ape si succhia tutto il miele di questo
mirto
amore bambino
di tutte le ore
di muschio il batacchio
di questo cuore
ANIME SALVE
(1996)
PRINCESA
Sono la pecora sono la vacca
che agli animali si vuol giocare
sono la femmina camicia aperta
piccole tette da succhiare
canto
un diamante nascosto nel pane
per un solo dolcissimo umore del
sangue
per la stessa ragione del viaggio
viaggiare
Il cuore rallenta la testa cammina
in un buio di giostre in disuso
qualche rom s fermato italiano
come un rame a imbrunire su un muro
Saper leggere il libro del mondo
con parole cangianti e nessuna scrittura
nei sentieri costretti in un palmo di mano
i segreti che fanno paura
finch un uomo ti incontra e non si
riconosce
e ogni terra si accende e si arrende la
pace
I figli cadevano dal calendario
Yugoslavia Polonia Ungheria
i soldati prendevano tutti
e tutti buttavano via
E poi Mirka a San Giorgio** di maggio
tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
e un sollievo di lacrime a invadere gli
occhi
e dagli occhi cadere
Ora alzatevi spose bambine
che venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare
E se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e fortuna
allo specchio di questa kampina***
ai miei occhi limpidi come un addio
lo pu dire soltanto chi sa di raccogliere
in bocca
il punto di vista di Dio
****
Cvava sero po tute
sulla tua spalla)
i kerava
jek sano ot mon
mare)
i taha jek iak kon kasta
fuoco di legna)
vasu ti baro nebo
azzurra)
avi ker
Kon ovla so mutavla
raccontare)
kon ovla
ovla kon ascovi
rimane)
ANIME SALVE
Mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che bello il mio tempo che bella
compagnia
Sono giorni di finestre adornate
canti di stagione
anime salve in terra e in mare
Sono state giornate furibonde
senza atti d'amore
senza calma di vento
Solo passaggi e passaggi
passaggi di tempo
Ore infinite come costellazioni e onde
spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e non basta ancora
Cose svanite facce e poi il futuro
I futuri incontri di delle amanti scellerate
saranno scontri
saranno cacce coi cani e coi cinghiali
saranno rincorse morsi e affanni per
mille anni
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DOLCENERA
Amiala ch' l'ara ama cum' l' cum'
l'
amiala cum' l'ara ama ch' l' l ch'
l' l
amiala cum' l'ara ama ama cum' l'
amiala ch' l'ara ama ch' l' l ch' l'
l
(guardala che arriva guarda com'
com'
guardala come arriva guarda che lei
che lei
guardala come arriva guarda guarda
com'
guardala come arriva guarda che lei
che lei)
Nera che porta via che porta via la via
nera che non si vedeva da una vita
intera cos Dolcenera nera
nera che picchia forte che butta gi le
porte
nu l' l'aegua ch' f baggi
imbaggi imbaggi
(non l'acqua che fa sbagliare
(ma) chiudere porte e finestre chiudere
porte e finestre)
Nera di malasorte che ammazza e
passa oltre
nera come la sfortuna che si fa la tana
dove non c' luna luna
nera di falde amare che passano le bare
tru da stam
nu n' nu n'
(altro da traslocare
non ne ha non ne ha)
Ma la moglie di Anselmo non lo deve
sapere
che venuta per me
arrivata da un'ora
e l'amore ha l'amore come solo
argomento
e il tumulto del cielo ha sbagliato
momento
Acqua che non si aspetta altro che
benedetta
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DISAMISTADE
Che ci fanno queste anime
davanti alla chiesa
questa gente divisa
questa storia sospesa
A misura di braccio
a distanza di offesa
che alla pace si pensa
che la pace si sfiora
Due famiglie disarmante di sangue
si schierano a resa
e per tutti il dolore degli altri
dolore a met
Si accontenta di cause leggere
la guerra del cuore
il lamento di un cane abbattuto
da un'ombra di passo
si soddisfa di brevi agonie
sulla strada di casa
Padre:
Cu o m zuentto ve prta miga na
smangiaxn
che se cusci fise purisci anvene 'n
gattixn
Nu ghe n' nu ghe n' nu ghe n' nu
ghe nu ghe n'
Pretendente:
Vgnu d' c du rttu ch'o magn o
sliga i p
Padre:
Ch de cmbe d'tri nu n' vegne nu se
n' ps
Pretendente:
Vgnu c'o ceu marttu de 'na pascin
che nu ghe n' nu ghe n'
Padre:
Ch gh' 'na cmba ginca ch' nu l'
vostra ch' l' a m nu ghe n'
tre nu ghe n'
tre nu ghe n'
nu ghe n'
Coro:
l' xu l' xu
cmba ginca
l' xu l' xu
au cin d' s'
l' xu l' xu
cmba ginca
de nette l' xu
u cin d'o pn
Pretendente:
Vu nu vurisci dmela sta cmba da
mai
*Disamistade: letteralmente
ginca cum' nie ch' deslengue 'nt o
"disamicizia" e per estensione "faida"
ri
in lingua sarda
Nu ghe n' nu ghe n'
Testo: F.De Andr I.Fossati
Anno di pubblicazione: 1996
CMBA
Pretendente:
Gh'aivu 'na bella cmba ch' l' xea
fea de c
ginca cun' nie ch' deslngue a cian
d' s
Duv' l' duv' l' dve duv' l'
Che l'hn vurscia vdde ceg l' a st
cas
spita cme l'igua ch' derua z p'o
ri
Nu ghe n' nu ghe nu ghe n' nu ghe
n'
Padre:
Mi che sta cmba blla st de lngu
barbacu
che nu m' psse vdde scricch 'nt
n'tru nu
Nu ghe n' nu ghe n' nu ghe n'
Pretendente:
tegni dindnase sutt' 'n anglu de
melgran
cu' ca ch'o l'ha d' sa mn linga
d'o bambaxia
Dve duv' l'
dve duv' l'
duv' l' duv' l'
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Padre:
Zeunu ch'ei bn parlu 'nte sta sein-a
de frev
Pretendente:
tegni dindnase sutt' 'n anglu de
melgran
Padre:
Sai che sta cmba mzu a xu d'
m 'nt vostra c
nu ghe n'
Pretendente:
cu' ca ch'o l'ha d' sa mn linga
d'o bambaxia
tre nu ghe n'
nu ghe nu ghe n' tre nu ghe n'
Coro:
l' xu l' xu
cmba ginca
de nette l' xu
au cin d' s'
A truvin truvin
cmba ginca
de mzu truvin
u cin d'o pn
Duv' l' duv' l'
ch' ne s'ascnde
se mai se mai
u cin d'o pn
cum' l' cum' l'
l' cum' nie
ch' vn z deslengu
da o ri
l' xu l' xu
cmba ginca
de mzu truvin
u cin d' s
Duv' l' duv' l'
ch' ne s'ascnde
se mai se mai
u cin d'o pn
Cmba cumbtta
bccu de sa
srva striggin c'ou maiu 'n giandn
Martn ou v p
cun' l'ze der
fogu de lgne nime in e
cmba cumbtta
bccu de sa
srva striggin c'ou maiu 'n giandn
Martn ou v p
cun' l'ze der
fogu de lgne nime in e
Testo: F.De Andr I.Fossati
Anno di pubblicazione: 1996
LA COLOMBA (traduzione)
Pretendente:
Avevo una bella colomba che volata
fuori casa
bianca come la neve che si scioglie a
pian del sale
dov' dov'
che l'hanno vista piegare le ali verso
questo casale
Pretendente:
veloce come l'acqua che precipita dal rio La terr a dondolarsi sotto una pergola
di melograni
non ce n' non ce n' non ce n'
Padre:
Padre:
Sappiate che questa colomba a maggio
Caro il mio giovanotto non vi porta mica
voler dalla mia nella vostra casa
un qualche prurito
che se cos fosse potreste andarvene in Pretendente:
giro per amorazzi
Con la cura che ha della seta la mano
leggera del bambagiaio
Pretendente:
non ce n' altre non ce n' non ce n'
Vengo dalla casa del topo che
altre non ce n'
l'angoscia slega i piedi
Coro:
Padre:
E' volata volata la colomba bianca
Qui di colombe d'altri non ne sono
di notte volata a pian del sale
venute
non se ne sono posate
La troveranno la troveranno la colomba
bianca
Pretendente:
di maggio la troveranno a pian del pane
Vengo con il cuore malato di una
passione che non ha uguali
Dov' dov' che ci si nasconde
si sposer si sposer a pian del pane
Padre:
Qui c' una colomba bianca che non
Com' com' come la neve
la vostra che la mia
che viene gi sciolta dal rio
Non ce n' altre non ce n' non ce n'
altre non ce n'
volata volata la colomba bianca
di maggio la troveranno a pian del sale
Coro:
E' volata volata la colomba bianca
Dov' dov' che ci si nasconde
di notte volata a pian del sale
si sposer si sposer a pian del pane
la troveranno la troveranno la colomba
bianca
Colomba colombina becco di seta
di maggio la troveranno a pian del pane serva a strofinare per terra col marito a
zonzo
Pretendente:
Martino va a piedi con l'asino dietro
Voi non vorreste darmela questa
fuoco di legna anime in cielo
colomba da maritare
HO VISTO NINA VOLARE
bianca come la neve che si scioglie nel
Mastica e sputa
rio
da una parte il miele
dov' dov' dov' dove dov'
mastica e sputa
dall'altra la cera
Padre:
mastica e sputa
Guardate che questa bella colomba
prima che venga neve
abituata a cantare in allegria
che io non la debba mai vedere stentare
Luce luce lontana
in un altro nido
pi bassa delle stelle
non ce n' non ce n' non ce n'
sar la stessa mano
che ti accende e ti spegne
Pretendente:
La terr a dondolarsi sotto una pergola
Ho visto Nina volare
di melograni
tra le corde dell'altalena
con la cura che ha della seta la mano
un giorno la prender
leggera del bambagiaio
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SMISURATAPREGHIERA
Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del
disastro
dalle cose che accadono al di sopra
delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di saziet di impunit
della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
Recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie
coltivando tranquilla
l'orribile variet
delle proprie superbie
la maggioranza sta
Come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine
Per chi viaggia in direzione ostinata e
contraria
col suo marchio speciale di speciale
disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli
ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di
splendore
di umanit di verit
Per chi ad Aqaba cur la lebbra con uno
scettro posticcio
e semin il suo passaggio di gelosie
devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternit
Ricorda Signore questi servi
disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere
(Nota: "Smisurata preghiera"
liberamente tratta dalla "Saga di
Maqroll" - Il gabbiere - di Alvaro Mutis
Ediz. Einaudi Torino)
Testo: F.De Andr I.Fossati
Anno di pubblicazione: 1996
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